Il 5 novembre 1985 il Procuratore della Repubblica Adolfo Izzo assieme al Giudice Istruttore Mario Rotella e il Colonnello Nunziato Torrisi interrogano Emilia Steri sorella di Barbarina Steri. Emilia afferma di aver appreso dalla madre che la sorella quando fu ritrovata aveva le mutandine sporche di sangue e sospetta che la madre abbia voluto chiudere velocemente la faccenda per non compromettere suo figlio Salvatore Steri. Aggiunse che dopo la morte di Barbarina Salvatore Vinci non ebbe affatto un comportamento consono ad un vedovo.
Cosi possono essere riassunte le sue dichiarazioni:
− di aver visto l’ultima volta Salvatore VINCI per la via principale del paese a passeggio con il bambino, circa 8-10 giorni dopo la morte della sorella e di esserle sembrato che questi venisse meno alla riservatezza che si chiedeva a quei tempi ad un vedovo recente;
− che in una circostanza, fattala allontanare con una scusa, il VINCI Salvatore si è appartato con la sorella e che al suo ritorno, mentre sono seduti sull’erba, Salvatore rivolgendosi alla Barbarina ha insinuato “…gliela facciamo fare la festa…”, e la sorella ha risposto che lei era una bambina e che la festa la si fa solo ai grandi;
− di soffrire molto l’atteggiamento di sua madre in questi giorni, in quanto vuole che non si parli perché Barbarina ha avuto una relazione con qualcuno, e quindi è morta in peccato ed inoltre perché pensa che il figlio Salvatore possa essere coinvolto;
− che sua madre, allora, ha detto che Barbarina aveva gli slip sporchi di sangue, e le è sembrato strano che la figlia, volendo uccidersi, non abbia avuto il pensiero di tutelare il suo pudore, dopo la sua morte;
− di non essersi mai potuta spiegare i motivi per i quali sua sorella potesse essere morta suicida con il gas, se la bombola in casa era vuota.
Vedi Rapporto Torrisi del 22 aprile 1986.