Il 5 novembre 1985 il Procuratore della Repubblica Adolfo Izzo assieme al Giudice Istruttore Mario Rotella e il Colonnello Nunziato Torrisi interrogano Giuseppina Steri sorella di Barbarina Steri. Giuseppina afferma di aver appreso da Antonio Vinci le promiscuità sessuali del padre a cui costringeva entrambe le sue mogli. Racconta inoltre che quando Salvatore Vinci fu convocato dai Carabinieri per confrontare le sue mani con i segni sul collo di Barbarina lui finse uno svenimento. Aggiunse che le fu raccontato che quando fu ritrovata Barbarina presentava del sangue fra le gambe. Cosi possono essere riassunte le sue dichiarazioni:
− di aver constatato che in una circostanza, mentre si accompagnava con la sorella ed il cognato, questi con fare brusco e prepotente, l’ha tirata in disparte in pineta, e Barbarina è tornata con le lacrime agli occhi;
− di aver saputo dal nipote VINCI Antonio, per averlo appreso dalla matrigna, di forzose promiscuità sessuali, imposte ad entrambe le mogli, la prima e la seconda, e che il padre ha accusato la madre di prostituirsi;
− di aver appreso dalla Barbarina che suo marito le ha detto: “perché non ti ammazzi”, riferendosi allo scandalo di “Lello” (Antonio Pili);
− di aver accompagnato la sorella dall’ostetrica, signora Piera, per sollecitare un suo interessamento ad ottenere un posto dove poter essere ricoverata e che la sorella le ha raccomandato di non dire niente al marito;
− di aver saputo da suo padre che Salvatore, chiamato dai Carabinieri a confrontare con la sua mano le impronte lasciate sul collo della Barbarina, dopo essersi acceso una sigaretta, si è accasciato sulla sedia come se fosse svenuto;
− che suo fratello Salvatore ha detto in casa di aver visto del sangue fra le gambe del cadavere della sorella;
− di essere a conoscenza che Barbarina indossava solo la camicia da notte.
Vedi Rapporto Torrisi del 22 aprile 1986.