Possiamo prendere la data del 7 Novembre 1985 come data di chiusura del fascicolo aperto sulla morte di Francesco Narducci indicato come procedimento 1868/85 C, “Atti relativi alla scomparsa di Francesco Narducci”.
Il fascicolo piuttosto scarno contiene i sommari accertamenti compiuti all’epoca dai Carabinieri di Magione e dell’Uff. Istruzione del Tribunale di Perugia. Il fascicolo in oggetto è quello che poi viene acquisito in data 9 ottobre 2001 dal sostituto Procuratore Giuliano Mignini su richiesta della Squadra mobile di Perugia a firma di Pietro Angeloni.
Il fascicolo, in sintesi, conteneva i seguenti dati riassunti dal Sostituto Giuliano Mignini e con introduzione di note chiarificatrici da parte dello stesso:
1) I CC. di Magione vengono avvisati della scomparsa del Narducci alle 23,15 dell’8.10.1985.
2) Allertano la centrale operativa del Gruppo CC. per i soccorsi.
3) I VV.FF. di Perugia non localizzano l’imbarcazione.
4) L’imbarcazione viene rinvenuta alle 0,30 circa del 9.10.1985 da Ugo Mancinelli presso l’isola Polvese; l’imbarcazione ha le chiavi inserite e il cambio in folle e tutto è in ordine.
5) L’imbarcazione era partita dal molo di Trovati Giuseppe
6) Il 12.10.1985 anche la Squadra Mobile (diretta dal Dr. Speroni) informa Procura Generale e Procura di Perugia della scomparsa. Precisa che verso le 18, il Trovati aveva dato l’allarme. I CC. vengono avvertiti, però, come s’è detto, alle 23,15 dello stesso giorno, con cinque ore di ritardo e il Trovati ha avvertito prima il fratello dello scomparso che gli comunica che sarebbe arrivato, alle 18,45, poi qualcuno, forse Ugo, avverte la Questura, che non ha avvertito il comando Stazione competente per territorio. Precisa anche che tra i canneti, nelle prime ore del giorno successivo, viene rinvenuta la barca. Poche ore dopo veniva avvertita la Squadra Mobile. I primi a intervenire sono stati i CC. di Perugia e i VV. FF. di Arezzo e Perugia.
7) Con fonogramma a seguito di quello del 9.10.1985, i CC. di Magione comunicano che alle 7.20 del 13 ottobre 1985, su segnalazione dei pescatori della Coop.va “Alba”, era stato rinvenuto il corpo del Narducci. Indossava jeans con giubbotto di pelle, camicia (ma il Ferri, che afferma di aver visto il cadavere del 9, dice che ha una maglietta e lo dice anche la moglie) e mocassini marrone. Aveva macchie ipostatiche e segni di macerazione della cute e delle mucose. Non aveva lesioni al tronco. Agli arti superiori aveva segni di macerazione della cute, agli arti inferiori non aveva lesioni. Nel rapporto, i Carabinieri riferiscono che il 12 era stata battuta inutilmente la Polvese e che interviene il natante dei CC. di Castiglione del Lago “Perugia”. Il cadavere viene deposto sul pontile e la Dott.ssa Seppoloni, su delega del PM, constata trattarsi di “asfissia” da annegamento da probabile episodio sincopale”. Viene dato un nulla osta verosimilmente verbale e il corpo viene riconsegnato ai familiari. Va osservato, a questo punto, che, nel corso delle indagini, Leonardi Enzo, all’epoca autista del Questore Trio, ha dichiarato, in data 5.03.2003 (confermando poi le stesse dichiarazioni, sul punto, in data 29.04.2004, dinanzi ai PM delle indagini collegate) che il Questore Dr. Francesco Trio lo fece chiamare alle 7 – 7,15 del mattino della domenica 13 ottobre 1985 e gli aveva ordinato di raggiungerlo nella Frazione di Sant’Arcangelo di Magione, dove, alle 7.20, su segnalazione di due pescatori, i Carabinieri di Magione avevano rinvenuto il cadavere, allora riconosciuto per quello del Narducci. Sempre nel corso delle indagini, il Prof. Ferruccio Farroni, amico del gastroenterologo e uno dei due sanitari che riconobbero il cadavere di Sant’Arcangelo come quello del Narducci, dichiara il 7.03.2003, di essersi recato con Pier Luca Narducci da un sensitivo nella zona di Monte Tezio (nei pressi di Perugia), sia nella giornata dell’11 ottobre che la sera del 12 ottobre, verso le ore 22,30 e che il sensitivo riferì loro che il Narducci era morto e che il cadavere sarebbe riaffiorato l’indomani nelle acque antistanti il pontile di Sant’Arcangelo. Lo stesso Farroni ha aggiunto di essersi portato nelle prime ore del mattino successivo nella zona indicata e di avervi trovato Pier Luca. Secondo Gianni Spagnoli, nell’interrogatorio in data 26.05.2004 (nel connesso procedimento n. 917/2004 R.G.N.R.), i due avrebbero dormito nella villa di San Feliciano la notte tra il 12 e il 13 ottobre, così come lo stesso Gianni aveva pernottato nello stesso luogo insieme al Prof. Ugo Narducci la notte della scomparsa di Francesco, tra l’8 e il 9 ottobre, secondo quanto riferito da Gianni Spagnoli in data 21.02.2002 che ha aggiunto che, da lì, il Narducci chiamò il Questore che gli mise a disposizione l’ispettore Luigi Napoleoni. A penna, c’è poi appuntato che il M.llo Bruni ha comunicato alle 8,30 del 16 ottobre (giorno del n.o. scritto) che il decesso risaliva a 110 ore prima del rinvenimento, avvenuto alle 7,20 del 13, secondo quanto riferito dalla Dott.ssa Seppoloni, quindi alle ore 17,20 dell’8 ottobre, quando stava tramontando il sole;
8) Nel rapporto del 19.10.1985 dei CC. si precisa che, secondo quanto riferito dal Trovati, questi aveva ricevuto la telefonata con cui il Narducci lo avvisava di preparare la barca, alle 14 dell’8; alle 15,30 il Narducci era arrivato con l’Honda e l’aveva parcheggiata. Trovati ha riferito anche di aver detto al medico che nel serbatoio il carburante era metà, ma il Narducci gli aveva risposto che era sufficiente anche perché nel serbatoio vi era una scorta di 6 – 7 litri ed era salito sull’imbarcazione da 70 CV, tipo Grifo Plaster siglata PR – 3304. Sempre secondo quanto riferito ai Carabinieri dal Trovati, questi, alle 18,45, aveva avvertito Pierluca che gli aveva detto che sarebbe arrivato (ma, nel corso delle indagini, Pierluca dice che lo chiama alle 19,45 e lui arriva alle 20,15). Sempre secondo quanto riferito ai Carabinieri dal Trovati, questi aveva fatto un giro intorno alla Polvese ma non l’aveva trovato. Il Trovati precisa di avere avvertito anche i CC. di Castiglione alle 19,30 che mandarono la motovedetta. Poi, sempre secondo il titolare della darsena, sopraggiungono i W .F F . e le Guardie del Lago. Alle 0,30 trovano l’imbarcazione. Mancinelli (l’uomo che rinviene l’imbarcazione) ha dichiarato ai Carabinieri di Magione, in sintesi, quanto segue: Viene a sapere della scomparsa dal Trovati, alle 20,15 dell’8. Con la sua barca e Alberto Ceccarelli, trovano l’imbarcazione a sud ovest dell’isola Polvese. L ’imbarcazione ha il cambio in folle, le chiavi sono nell’accensione, in posizione spento, vi sono sigarette e occhiali sul sedile a fianco della guida. Il pescatore BAIOCCO Ugo (che, insieme ad altro pescatore, il Budelli, ritrova il cadavere dell’uomo di Sant’Arcangelo) ha dichiarato ai Carabinieri di Magione quanto segue che alle 7,20, mentre era in barca con Arnaldo Budelli, nello specchio in loc. “Arginone”, avevano visto un cadavere galleggiare in posizione supina, con le braccia rivolte verso la Cooperativa e i piedi verso Castiglione. Il cadavere era tutto vestito.
9) Il p.v. di riconoscimento e descrizione del cadavere è delle 9,50 del 13.
10) Il 24.10.1985, il sostituto di turno Dr. Federico Centrone chiede al giudice istruttore il decreto ex art. 74 c.p.p. previgente (di impromovibilità dell’azione penale) che interviene il 7.11.1985.
Vedi l’informativa: 29 giugno 2004 Informativa stato indagini Perugia Pag.3/4/5