Il 22 novembre 1985 il Dott. Mario Rotella, G.I. e il Dott. Luigi Lombardini, G.I. del Tribunale di Cagliari, interrogano Salvatore Steri che dichiara:
− di essere certo che quel giorno, quando si è recato in casa della sorella Barbarina con il cognato, non ha visto nel cortile dell’abitazione il motorino marca “Legnano” e di rammentare benissimo che il VINCI è venuto a casa sua affannato come se avesse corso;
− di aver visto parzialmente il corpo della sorella per terra, in quanto aveva dinanzi a sé il VINCI e suo padre che gli limitavano la visuale;
− di aver sentito entrando il tintinnare metallico prodotto dal rumore di una chiave cadere sul pavimento e di averla vista vicino alle mani di sua sorella stesa per terra, ma di non averla vista mentre cadeva;
− che ad un certo punto, mentre sta venendo via dalla casa della sorella è stato il VINCI a volersi accompagnare con lui;
− di essersi recato nella sala dei biliardi di Pasqualino COLLU nel periodo antecedente, compreso tra l’incontro con il CANNAS e la sosta al bar “Cadoni”;
− di non essere in grado di precisare se il VINCI era entrato con lui nella sala dei biliardi ed in ogni caso di non essere in grado assolutamente di dire che cosa abbia fatto il VINCI durante tutto il periodo in cui si è intrattenuto nella sala, perché concentrato a seguire il giuoco;
− di non poter escludere che per tale periodo, o per una parte di esso, il VINCI si sia allontanato dal locale o addirittura non ci sia neanche entrato;
Fattogli presente dal magistrato come mai abbia sempre sostenuto che il VINCI quella sera è stato sempre in sua compagnia, certo della sua continua presenza al suo fianco, lo STERI si giustifica asserendo di essersi sempre confuso per la paura di venire arrestato. Chiestogli, allora, i motivi per cui non abbia detto queste circostanze nel verbale reso il 19 gennaio 1960 ai Carabinieri di Villacidro, allorché i fatti erano recentissimi, egli non è stato in grado di dare alcuna spiegazione.
Lo STERI ha, infine, concluso affermando che nella circostanza in cui è stato chiamato in Caserma dai Carabinieri, il VINCI ebbe ripetutamente a raccomandargli di ricordarsi di dire agli inquirenti che quella sera erano stati sempre assieme.
Vedi Rapporto Torrisi del 22 aprile 1986.