Nel numero di gennaio 1986 a pag. 81 della rivista Panorama Mese viene pubblicato un colloquio fra Natalino Mele e suo padre Stefano Mele che si trova a Ronco all’Adige dove stava scontando gli arresti domiciliari. Natalino lo raggiunge in uno dei pochi incontri che avvengono fra padre e figlio. Questo un estratto del colloquio pubblicato:
“NM: Babbo, non devi aver paura. Io quella notte non ti ho visto. Non ho visto nessuno. Se io avessi visto il mostro, da tempo mi avrebbe fatto fuori. SM: Non potevi avermi visto, perché io non c’ero. NM: E perché hai confessato? SM: Io ero il marito. I carabinieri, i tuoi zii, tutti in paese erano convinti che ero stato io a uccidere la mamma. Negli interrogatori mi hanno picchiato. Alla fine riescono sempre a farti dire quello che vogliono. NM: Ma perché hai accusato i Vinci e gli altri amanti della mamma? SM: Perché mi hanno fatto un grande male. Alla fine erano diventati prepotenti. Pestavano me, la Barbara e qualche volta anche te. Il Francesco minacciava di morte tua madre. NM: Ma tu non lo hai visto ucciderla? SM: No, non l’ho visto. NM: Dunque non devi accusarlo. SM: Ma sono convinto che siano stati loro ad ucciderla NM: Basta babbo! Se non li hai visti, non puoi saperlo. Non devi continuare ad accusare gente perché a te hanno fatto del male. E poi, perché hai accusato gli zii Giovanni e Piero SM: È stato il giudice Rotella a farmelo dire. Mi ha fatto confondere. Anche quest’ultima volta che mi ha tenuto in galera, ha tentato di farmi dire altre cose. Per convincermi a parlare, mi ha detto che tu eri morto. Che il tuo cadavere era stato trovato nei boschi. Che il mostro ti aveva ucciso. E che tutto questo era colpa mia, perché non parlavo. Ma io di Rotella non ho più paura. Non ho più paura di nessuno. Alla fine di quest’anno, quando finirò di scontare la condanna per calunnia e tornerò finalmente libero, due cose voglio fare: trovarmi un bravo avvocato che si interessi al mio caso e faccia causa allo Stato per il male che mi ha fatto; e poi fare un viaggio all’ estero. Voglio andare in Francia, in pellegrinaggio a Lourdes.”
la famosissima “causa allo Stato” fatta dal SM
🙂
Con tutto quello che gli avrebbero(avrebbero) fatto subire di botte intimidazioni e balle raccontategli dai cattivi Carabinieri e dal cattivo Rotella, ne avrebbe avuto ben donde.
Ma ovviamente NON la fece.
Nè a processo, con il suo avvocato a fianco e di fronte ad un Giudice, fece menzione delle botte e delle costrizioni per obbligarlo a confessare (perchè pure confessò il SM, eh).
Ma se su Panorama, quasi vent’anni dopo, il SM (e NM) ci dice simili cose…
…come possiamo noi permetterci magari anche solo di striscio di credere di più alle parole documentate di molteplici uomini delle FF.OO, e da loro anche rese sotto giuramento nelle aule di tribunale?
Stefano Mele come Alfred Dreyfus!!!
incastrato per proteggere la banda MdF, altolocata e piena di capacità civili e militari(cal.22, mica cerbottane!) di azione e depistaggio e omertà.
Credo le manchi qualche dato sull’evoluzione del delitto del 1968. Provi e a percorrere tutta la cronologia dei fatti.
Cioè esiste qui pubblicata la documentazione che SM avrebbe fatto causa allo Stato? E con che esito, negativo o positivo? E se positivo, quale importo gli sarebbe stato risarcito?
Io sapevo che NM, come anche ripete nelle sue ultime recenti apparizioni a video col giornalista Paolo Cochi, era povero in canna e il padre non gli aveva lasciato il becco di un quattrino.
Sareste così gentili da indicarmi il link o almeno restringermi la ricerca indicandomi anno e mese?
Molte grazie.
Fornisco ad entrambi la stessa risposta, Stefano e Stefy, dato che avete stesso nome e stessa domanda. Non abbiamo caricato nessuna documentazione di riferimento, non credo che ne abbiamo. Si tratta di una intervista rilasciata ad una rivista, mi sembrava chiaro. Se Stefano Mele ha poi portato in giudizio lo Stato o meno, attualmente non ne siamo a conoscenza. Magari proseguendo nella cronologia troviamo qualcosa.
Se confermata, si tratta davvero di una notizia bomba!
Sentenza di revisione della condanna definitiva al Mele Stefano, sua rivalsa economica per l’estorsione della confessione e la carcerazione, e conseguente riapertura delle indagini suel duplice omicidio di Signa!
Wow! Non vedo l’ora di leggere gli articoli e le documentazioni di riferimento. Li avete già caricati?
Fornisco ad entrambi la stessa risposta, Stefano e Stefy, dato che avete stesso nome e stessa domanda. Non abbiamo caricato nessuna documentazione di riferimento, non credo che ne abbiamo. Si tratta di una intervista rilasciata ad una rivista, mi sembrava chiaro. Se Stefano Mele ha poi portato in giudizio lo Stato o meno, attualmente non ne siamo a conoscenza. Magari proseguendo nella cronologia troviamo qualcosa.
che delusione! Dalla prima risposta sembrava.
Grazie lo stesso.
🙂
Il fatto che Mele quella notte fosse presente è pacifico: sapeva della spia dell’auto accesa,del numero di colpi sparati (8) e che al Lo Bianco si era sfilata una scarpa…resterà sempre da capire chi fosse con lui
… eppure alla fine i nomi li fece.