C’è anche una videocassetta nel messaggio del “mostro”
FIRENZE La Procura della Repubblica di Firenze ufficialmente non ha dubbi. Dicono i magistrati: la lettera che ha ricevuto il sostituto procuratore Silvia Della Monica non è stata spedita dal mostro, l’inafferrabile assassino che ha ucciso sedici persone e non è utile alle indagini. Ma tra le pieghe della formalità si intravedono incertezze e paure anche perchè la missiva era accompagnata da una videocassetta. Contiene brani di trasmissioni televisive dedicate al maniaco. E’ un collage che ha il sapore della sfida. Conseguentemente le smentite che arrivano dal Palazzo di Giustizia sembrano più che altro un atto dovuto. La preoccupazione è evidente tanto che ieri mattina nell’ ufficio del procuratore Raffaello Cantagalli s’è tenuta una riunione alla quale hanno partecipato i funzionari della questura e gli ufficiali del carabinieri che fanno parte della speciale squadra anti-mostro, il sostituto procuratore Paolo Canessa e il procuratore aggiunto Piero Luigi Vigna. Il vertice è durato tre ore. Alla fine è stato stilato un esile comunicato, appena undici righe dattiloscritte per cancellare, almeno nelle intenzioni, le molte inquietudini che nuovamente turbano Firenze. L’ incubo del mostro è tornato ad allungare ombre su una città presa d’ assalto da migliaia di turisti giunti per trascorrere le festività pasquali. Tra le numerose lettere che ancora pervengono a questo ufficio e connesse alle indagini relative all’ autore dei duplici omicidi si legge nella nota della procura nei giorni scorsi ne è arrivata una diretta alla dottoressa Silvia Della Monica, contenente una videoregistrazione con brani di trasmissioni televisive sul fatto oggetto di indagine. Tale lettera prosegue non è allo stato ritenuta significativa ai fini della identificazione dell’ autore dei fatti, né si ha motivo di ritenere che essa possa essere stata spedita dall’ autore degli omicidi. Sulla lettera conclude sono in corso indagini di polizia scientifica. Per il maniaco Silvia Della Monica è un simbolo: è un magistrato ed è una donna. All’ indomani dell’ ultimo duplice omicidio, avvenuto nel settembre del 1985, aveva ricevuto un terrificante avvertimento: una busta contenente una lettera e una parte del seno asportato alla turista francese Nadine Mauriot. Delle indagini sul mostro di Firenze si è occupata per pochi mesi, cinque anni fa. Aveva controllato l’ ambiente dei guardoni, forse ha sfiorato l’ inafferrabile assassino. Quest’ ultima missiva, è arrivata, dopo un anno e mezzo di silenzio, nei primi giorni di aprile ed è stata preceduta da un altro allarmante segnale. Il 20 marzo qualcuno ha telefonato a casa Rontini, i genitori di Pia, ammazzata e straziata dal maniaco il 29 luglio del 1984 nei pressi di Vicchio, per avvertire che presto, fra il 22 e il 25, succederà qualcosa di nuovo. Winnie Rontini, madre della ragazza, informò la Procura. Pochi i particolari che ricordava: una voce senza inflessioni dialettali. Pochi giorni dopo il postino ha consegnato la busta indirizzata a Silvia Della Monica. Dentro c’ era la videocassetta ed una lettera scritta a macchina. In tutto una trentina di righe che restano ancora coperte dal segreto istruttorio. Il contenuto non lo posso rivelare, risponde il procuratore Cantagalli assediato dai giornalisti. Ma cosa vuole che ci sia scritto, è una cosa farneticante, è opera di uno dei soliti mitomani, taglia corto Piero Luigi Vigna. Ma nei corridoi del palazzo di giustizia si parla di precisi riferimenti all’ ultimo duplice omicidio, di particolari che solo l’ autore del delitto può conoscere. Insomma non sarebbe scritta da uno dei tanti megalomani che scoprono il maniaco nel vicino di casa. Le lettere di questo tono sono almeno cinquemila, tutte catalogate, e fanno parte dell’ unica indagine rimasta alla Procura. Le inchieste su tutti e otto gli omicidi sono infatti formalizzate, riunite in unico procedimento dal giudice istruttore Mario Rotella. Quest’ ultimo magistrato, che ha indiziato del primo duplice delitto Salvatore Vinci, fratello di quel Francesco a lungo sospettato di essere il mostro, non ha partecipato al summit di ieri mattina. In questo modo si è forse voluto sottolineare la mancanza di collegamenti con la lunga catena di delitti. In realtà non sono pochi quelli che sono pronti a giurare sull’ autenticità della missiva da leggere come un minaccioso avvertimento, una sfida. Un mitomane qualsiasi non resiste a tutte le trasmissioni televisive sul maniaco, non prepara una videocassetta. Ed anche in questo si può vedere una risposta agli inquirenti che hanno inserito in un computer i dati di migliaia di persone che vivono da sole, targhe di auto rilevate alle uscite autostradali in occasione dell’ ultimo assassinio. Il mostro di Firenze era scomparso dalle cronache e non sono poche le coppiette che sono tornate ad appartarsi lungo stradine isolate. Per questo il Comune di Firenze sta per lanciare una nuova campagna antimostro sullo stile di quella dello scorso anno e stavolta ci sarà anche uno spot televisivo.
di PAOLO VAGHEGGI