Firenze per una notte rivive la paura del mostro ma era un falso allarme

FIRENZE Un ragazzo sotto choc, centinaia di poliziotti in perlustrazione per ore e ore, una città di nuovo in preda alla psicosi del mostro. Tutto in una notte ieri a Firenze. Gabriele Donati, diciannovenne di Bagno a Ripoli, un comune vicino Firenze, ha raccontato sconvolto di essere stato avvicinato verso le 23 di lunedì, a pochi metri da casa sua, da un uomo armato a bordo di una 127 blu con una ragazza morta sul sedile posteriore e di essergli sfuggito per miracolo. Venti minuti dopo le colline intorno a Firenze brulicavano delle luci blu di polizia e carabinieri: era scattato il piano antimostro. Ma ieri mattina in Questura c’era una gran voglia di minimizzare, o meglio di capire se la fantasia del ragazzo ha ingigantito un episodio irrilevante o se qualcuno gli ha fatto un perfido scherzo. Con il passare delle ore l’allarme si è andato affievolendo anche perché le ricerche, durate fino all’ alba e riprese in mattinata, non hanno portato a niente: non sono stati trovati né la 127 blu, né il misterioso individuo con la pistola, né, soprattutto, il cadavere di una donna. Nessuno mette in dubbio la buona fede del ragazzo, che di recente ha subito un’ operazione alla testa. Gabriele è davvero convinto di aver vissuto un’ esperienza sconvolgente e i suoi amici sostengono che non è tipo da inventare frottole. Il fervore della scorsa notte la dice comunque lunga sulla paura che il mostro torni ad uccidere, a distanza di quasi due anni dall’ omicidio di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvjli, avvenuto l’ 8 settembre dell’ 85 a San Casciano. Il caso ha voluto che il sostituto procuratore di turno fosse Silvia Della Monica, il magistrato a cui il mostro inviò dopo il delitto di San Casciano una busta con dentro un pezzetto di seno di Nadine Mauriot. Un po’ scettica ma instancabile, Silvia Della Monica ha corso per tutta la notte fra la Questura dove Gabriele è stato sentito a lungo e via di Terzano, arrendendosi al sonno solo all’ alba, quando ormai era chiaro che la notte sarebbe passata invano. Eppure Gabriele non sembra mentire. Stavo andando a prendere la mia macchina racconta quando si è avvicinata quella 127. Guidava un uomo di una certa età, con il naso grosso e il parrucchino. Mi ha puntato contro una pistola, costringendomi a salire. Quando sono stato a bordo ho visto una donna sul sedile posteriore con la camicetta insanguinata. Sembrava morta. La 127 è sempre il racconto del ragazzo fa qualche metro poi rallenta, Gabriele ne approfitta per gettarsi fuori, saltare un muretto con del filo spinato e mettersi a correre disperatamente: Mentre scappavo ho sentito fischiarmi qualcosa vicino. Forse erano proiettili. Correndo a perdifiato Gabriele Donati arriva a un gruppo di case. Chiede aiuto, grida di aver visto il mostro. Mentre viene soccorso e portato all’ ospedale (ha solo qualche graffio e un lieve choc) scatta il piano antimostro: posti di blocco, perquisizioni, sopralluoghi, fotoelettriche, cani lupo. Sebbene sia ormai notte fonda si sparge la voce che il mostro ha colpito e in Questura arrivano segnalazioni di ogni tipo. Viene indicata una Ritmo azzurra, vista passare a Bagno a Ripoli: C’ è un cadavere sul sedile di destra. La guida un tipo smilzo con l’ aria strana dice un anonimo. Ma la macchina, ritrovata alle 4 di mattina, con il mostro non c’ entra niente: il cadavere era solo il bambino del guidatore che dormiva. Si va avanti così per ore. Con la segreta speranza di essere a una svolta nelle indagini sul maniaco omicida e il timore di scoprire qualcosa di orribile. Solo con il giorno tornerà la quiete.

di SANDRO BERTUCCELLI

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19 Agosto 1987 Stampa: La Repubblica – Firenze per una notte rivive la paura del mostro ma era un falso allarme
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