Il 30 Novembre 1987 Mario Rotella spedisce una lettera alla Procura della Repubblica di Firenze.
Lo stesso orientamento esprimeva già l’allora giudice istruttore Mario Rotella che, tra l’altro, nella sua lettera del 30 novembre 1987 avente ad oggetto: “duplici omicidi dal 1968 in Signa al 1985 in San Casciano V.P. VINCI Salvatore imputato/indiziato”, indirizzata anche alla Procura della Repubblica di Firenze (allegato 15 – la lettera è stata individuata in un faldone sulla cui costala è riportata l’indicazione “Appunti fuori indice – copia atti-atti G.I. Vinci S.”),
osserva:
1) questo G.I. non “preferisce” alcunché e tantomeno ha conto di condividere “sue preferenze” con colleghi di altri distretti. L’indirizzo d’indagine, a norma dell’art. 299 C.p.p. determinato, in questa come in ogni altra istruttoria, “in base agli elementi raccolti e allo svolgimento dell’istruzione”, e sulla scorta di precise richieste o pareri del P.M..
2) nessun altro magistrato, poi, risulta autorizzato a seguire altre piste, dal momento che si procede unitariamente con rito i reati della serie omicidiale, dal 1968 ad formale per tutti oggi. In precedenza, durante le indagini preliminari intorno a ciascun caso (da ultimo Vicchio e San Casciano), il P.M. ha svolto secondo i suoi liberi intendimenti, ed esercitando poteri-doveri previsti dalla legge, indagini generiche. Allo stato, per quanto mi risulti, ogni iniziativa del P.M. si risolve in richieste rivolte a questo G.I.. Peraltro l’istruttoria formale deve accertare la verità in assoluto, anche perché, nella specie, ne va della vita delle persone. Oltre che a carico dell’imputato, questo giudice deve indagare, ed in concreto indaga, alternativamente, anche contro ignori, supponendolo innocente. Tutto ciò, sempre sulla scorta di richieste, pareri, interventi del P.M.”.
Vedi: 17 Maggio 2024 Ordinanza di archiviazione del procedimento accertamento “cartuccia orto Pacciani”