Il giorno riportato è fittizio a differenza del mese ed anno che sono corretti.
Una ulteriore analisi sullo straccio rinvenuto nella perquisizione della casa di Salvatore Vinci in data 30 luglio 1984 portano in evidenza che le macchie scure si riferiscono a materiale ematologico che appartiene ad il gruppo sanguigno di tipo B e che non si era ulteriormente rinvenuta traccia di sangue del gruppo 0.
Il test è stato effettuato su 12 campioni rispetto ai 38 possibili (tante erano le macchie apparenti di sangue), dei quali solo tre, questa volta, hanno dato esito positivo alla prova generica del sangue (n. 8, 21 e 37) [la qual cosa non significa affatto che negli altri casi non si tratti di sangue, ma che non è possibile accertarlo chimicamente].
Il quesito che l’aveva necessitata è stato esplicitamente eluso.
Circa la presenza del gruppo 0, si argomenta in discussione: “la ricerca del fattore D nelle macchie 3 e 33 ha dato… una positività così scarsa da non consentire una conclusione certa… non abbiamo mai ottenuto una positività delle reazioni eseguite utilizzando siero anti-H…”. In assenza 1) dell’indicazione di uno standard minimo, 2) del perché della restrizione della ricerca a due soli campioni quanto al gruppo 0, in precedenza sicuramente apparso, 3) del perché della limitazione delle indagini rispetto alle ritenute sostanze inquinanti preesistenti, c’è di che restare perplessi.
A proposito della positività di tipo B, è detto che ‘tali macchie sono piuttosto vecchie.
Precedenti perizie: