Mostro di Firenze, si tenta la carta del DNA

FIRENZE Nella storia del mostro di Firenze entra il test del Dna. L’ esame per risalire all’ impronta genetica di un individuo sarà effettuato a Londra sulle tracce di sangue di cui è intriso uno straccio trovato nel 1984 in casa di Salvatore Vinci, indiziato dei delitti del maniaco assassino, e recentemente processato e assolto a Cagliari dall’ accusa di aver ucciso nel ‘ 60 la moglie Barbarina Steri. Lo straccio venne trovato dentro una borsa di paglia chiusa in un armadio di casa Vinci, durante le indagini successive all’ omicidio di Pia Rontini e Claudio Stefanacci uccisi il 29 luglio dell’ 84. L’ esame rivelò che sullo straccio erano rimaste macchie di sangue di due gruppi diversi e che al suo interno era stata avvolta una pistola che aveva sparato da poco. Vinci ha sempre affermato di non essere stato lui a mettere straccio e borsa nell’ armadio. Con quali elementi si erano confrontati i risultati della perizia chiesta dai giudici fiorentini? Su questo il riserbo è totale. Certo è che il mostro non ha mai lasciato tracce utili a fare i test del Dna: né sangue, né capelli, né sperma. E’ probabile che l’ impronta genetica che ricostruiranno gli esperti romani venga messa a confronto con quella ricavata da qualcuna delle vittime. I magistrati precisano però di non avere ancora chiesto di effettuare il test sulle persone uccise dal maniaco.

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10 Giugno 1988 Stampa: La Repubblica – Mostro di Firenze, si tenta la carta del DNA
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