“Cosi ho ucciso Anna”

NAPOLI Ma sì, volevo buttare la valigia a mare per farla sparire come quell’ altra che misi in un sacco della spazzatura, a Licola. Andrea Rea, il giovane schizofrenico che domenica 3 settembre lasciò a Marechiaro una valigia con il corpo martoriato della giovane donna che aveva appena ucciso ha confessato al giudice un altro assassinio. E’ quello di Anna Bisanti, una giovane donna di 27 anni scomparsa nel 1983. Il suo nome figurava in una lista accuratamente nascosta in un quadernetto sequestrato dagli investigatori, accanto ai nominativi di altre 15 donne, tutte da uccidere. Ma le altre 14 vittime designate, per fortuna sono salve. Anzi, molte di loro non hanno mai conosciuto il mostro non hanno avuto da lui nessun fastidio. Nella sua confessione al giudice, Andrea Rea è stato preciso, generoso di particolari. C’ è solo un elemento che però l’ assassino non riesce a rammentare. Ed è il modo in cui uccise Anna Bisanti. Andrea Rea proprio non si ricorda se quel pomeriggio accoltellò o strangolò la povera ragazza. Erano le cinque del pomeriggio, nel giorno di Natale. La feci salire in automobile e la portai sulla spiaggia di Licola. Ieri mattina dopo queste parole il capo della mobile Francesco Cirillo e il dirigente della sezione omicidi Giuseppe Fiore sono tornati in Questura e hanno fatto portare giù tutti i fascicoli delle donne misteriosamente scomparse. Quello di Anna Bisanti diceva che la donna era sparita dopo essere uscita di casa alle 17 del 25 dicembre ‘ 83. La rivelazione è venuta fuori mentre si stava cercando di chiarire se Andrea Rea (33 anni, dimesso il 26 aprile scorso dal manicomio giudiziario per cessata pericolosità sociale) potesse avere ucciso anche a Firenze le quattro donne accoltellate come Silvana Antinozzi, o almeno in modo molto simile. Non sono interrogatori, ma conversazioni quelle che si svolgono tra il sostituto procuratore Giuseppe Amodeo e il giovane. Lui parla di tutto, soprattutto di coloro che gli hanno ordinato di ripulire il mondo dalle donne, specialmente quelle che non stanno bene col cervello e che si drogano. Appunto: Anna Bisanti aveva avuto bisogno di cure psichiatriche, Silvana Antinozzi era stata distrutta dall’ eroina. Ma Silvana lui l’ aveva conosciuta nella clinica sul litorale Domiziano; mentre i familiari di Anna Bisanti escludono che lei conoscesse qualcuno di nome Andrea. E infatti il giovane ha raccontato l’ incontro come casuale. Lui le ha offerto un passaggio, lei è salita ignara su quell’ auto una 127 bianca probabilmente perché nel pomeriggio di Natale non ci sono mai autobus, e la ragazza voleva raggiungere presto amici ed amiche per la festa. Così come Silvana Antinozzi abbandonata nella valigia a Marechiaro, anche Anna Bisanti era di corporatura assai esile, piccola con i capelli lunghi e bruni. Ed abitava in via San Cosmo a Porta Nolana 37, a brevissima distanza dal palazzo in cui ha trovato la morte Silvana Antinozzi. Andrea Rea ha descritto bene Anna, tutto corrisponde nel fascicolo intestato alla non più misteriosa scomparsa. E i nomi di quelle altre donne? Si tratta di vicine di casa che neanche sanno di lui, o nomi presi a casaccio. Per gli agenti della mobile è stata una mattinata febbrile trascorsa a rintracciarle per telefono o nelle abitazioni. Nessuna di loro aveva avuto fastidi di alcun genere: quando è stato loro spiegato il perché di quelle domande c’ è stato qualche malore. Incartamenti, rapporti, autopsie, impronte, dati e descrizioni stanno passando dal tribunale e dalla questura di Napoli verso Firenze dove il sostituto Paolo Canessa (lo stesso che indaga sui duplici omicidi del mostro) ha riaperto i fascicoli relativi alla morte per accoltellamento di quattro giovani donne. Andrea Rea è stato spesso in Toscana, ed era ricoverato in una comunità presso Firenze quando fu scoperto l’ ultimo scempio di una giovane coppia. Ma in quell’ occasione non poteva essere stato lui. E’ stato infatti accertato che si trovava in carcere a Napoli (per violenza carnale ad una turista, ad Ischia) quando furono uccise nel luglio e nell’ ottobre dell’ 84 Pinuccia Bassi e Luisa Meoni.

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13 Settembre 1989 Stampa: La Repubblica – “Cosi ho ucciso Anna”
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