24 Agosto 1990 Stampa: La Repubblica – Mostro di Firenze trecento sospettati

FIRENZE Sono passati 22 anni dal primo duplice delitto del mostro di Firenze, l’ assassino che con la sua Beretta calibro 22 ha ucciso fra il 1968 e il 1985 otto coppie di fidanzati. Da cinque anni quella pistola tace, ma le ricerche non sono mai state interrotte. Polizia e carabinieri hanno compiuto in questi anni almeno centomila accertamenti. Trecento persone vengono definite sospettabili e un piano d’ azione predisposto dal procuratore aggiunto Piero Luigi Vigna e dal sostituto Paolo Canessa stabilisce che questi 300 sospettabili vengano tempestivamente controllati nel caso che il mostro colpisca ancora. L’ inchiesta, una delle più colossali mai compiute nella storia criminale italiana, ha portato in superficie una serie di vicende umane agghiaccianti: storie di uomini dalla vita spesso apparentemente rispettabile che celano vizi segreti, profonde turbe psichiche, abitudini sessuali abnormi. L’ elenco dei sospettabili è il frutto di un lavoro di intuizioni e di esclusioni avviato da una decina d’ anni. Un lavoro che nel 1984, dopo il settimo duplice omicidio, ha trovato un coordinamento nella squadra anti mostro (Sam) istituita presso la questura e attrezzata con due computer collegati con la banca dati del Ministero dell’ Interno. Le coordinate dalle quali gli investigatori sono partiti sono di diverso genere. Per esempio: l’ età dell’ assassino (che non può essere troppo giovane dato che ha cominciato a uccidere almeno 22 anni fa), le ragioni degli intervalli di silenzio anche di sette anni fra un delitto e l’ altro (si è pensato a periodi di detenzione, a ricoveri per malattie, a soggiorni all’ estero…), eventuali delitti a sfondo sessuale compiuti prima del 1968. In più la Sam ha controllato migliaia di segnalazioni anonime o firmate. Anche negli ultimi due mesi ne sono arrivate almeno cento, a riprova che l’ attenzione del pubblico sul mostro non si è mai attenuata (nessuno crede che sia morto). Fra le segnalazioni più recenti ve ne sono anche tre di mitomani che si sono autoaccusati dei delitti. Chi non riesce a darsi pace e nutre scarsa fiducia nella linea investigativa degli inquirenti è Renzo Rontini, padre di Pia, 19 anni, uccisa dal mostro nel 1984 a Vicchio col fidanzato Claudio Stefanacci. Renzo Rontini conduce da anni indagini private ed è arrivato ad ipotecare la casa per finanziarle. Nei giorni scorsi ha annunciato di essere vicino alla verità. Ma tutte le sue precedenti segnalazioni, controllate dagli investigatori, non hanno trovato sostegno in elementi di prova.

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24 Agosto 1990 Stampa: La Repubblica – Mostro di Firenze trecento sospettati
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