Il 10 luglio viene prima perquisita la casa e poi interrogato Mario Vanni.
Questo il verbale di testimonianza:
Questo il verbale di perquisizione trascritto:
Legione Carabinieri di Firenze STAZIONE DI SAN CASCIANO VAL DI PESA
OGGETTO: Verbale di vana perquisizione personale e locale disposta con decreto n°2944/90 R.N,R. mod. 2 I emesso in data 10/7/1991 dalla Procura della Repubblica di Firenze presso Il Tribunale – PM, Dr. P. L. Vigna – a carico di:
Mario Vanni, nato il 23/12/1927 a San Casciano Val di Pesa, residente ivi in Borgo Sarchiani 128. nonché verbale di dichiarazioni rese da persona informata sui fatti.
L’anno 1991, il giorno 10 del mese di luglio, alle ore 16.35 negli Uffici del Comando Stazione Carabinieri di San Casciano Val di Pesa (FI).
Avanti a noi sottoscritti Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria rispettivamente addetti alla Stazione Carabinieri in indirizzo, al Raggruppamento Operativo Sezione Anticrimine di Firenze ed alla Squadra Mobile della Questura di Firenze-Sezione SAM è presente VANNI Mario, meglio qualificato in oggetto, il quale in esecuzione del decreto di perquisizione in tal senso, è stato perquisito con esito negativo, dalle ore 15.30 alle ore 16.30 odierne. Nel corso della perquisizione, che è stata estesa a tutti gli ambienti della abitazione di via Borgo Serchiani n° 128, 2° piano, non ha presenziato alcun difensore di fiducia.
Durante l’atto di P.G., al quale ha assistito la moglie del VANNI, Luisa Landozzi, nata il 23/6/1924 a San Casciano V/P, non sono stati causati danni di sorta.
VANNI Mario, al termine della perquisizione di cui sopra, sentito in merito alla sua pregressa conoscenza con il PACCIANI Pietro, in atto detenuto, dichiara quanto segue:
Circa due anni fa almeno credo mi pervenne una lettera dal carcere di Sollicciano, spedita dal Pacciani Pietro il quale, oltre a ricordare i tempi in cui era libero ed era solito fare delle girate con me per consumare delle merende, mi pregava di contattare una donna abitante fuori del paese di San Casciano, per una sua eventuale testimonianza a favore del Pietro medesimo nel processo a suo carico per violenza carnale ai danni delle figlie. Io però ritenni di cestinare subito la lettera perché, dopo il suo arresto, non volevo più avere nulla a che fare con il PACCIANI. Pertanto non sono in grado di ricordare CHI FOSSE LA DONNA da lui indicata e dove questa abitasse.
Per completezza intendo precisare i miei rapporti con il PACCIANI: con costui andavo a fare merende ed a bere vino nelle osterie di San Casciano, Vadigondoli, Cerbaia, Montespertoli e paesi limitrofi. Io e lui ma separatamente, facevamo all’amore con una donna di Sambuca, Antonietta, vedova MALATESTA, il cui marito, Renato, ho saputo essersi impiccato. Io sebbene avessi acquistato in un negozio di Firenze un fallo di gomma unitamente al Pacciani, non portavo tale oggetto ai convegni amorosi con la Antonietta che abitava in una casa isolata. Ricordo che l’Antonietta era esperta in molti giochi amorosi.
Io mi spostavo a bordo della FIAT 500 del PACCIANI di colore bianco oppure della sua FORD Fiesta perché io non guido la macchina. Per contro lui era un buon guidatore, anche le volte che si spostava a Firenze nel senso che guidava con disinvoltura anche fuori dai percorsi quotidiani.
Talvolta ho visto nel locale la CANTINETTA di San Casciano, insieme al PACCIANI Pietro, un uomo di cui io ho visto alcune foto che voi mi avete mostrato oggi e che mi dite chiamarsi FAGGI Giovanni. Questa persona io non la conosco: l’ho vista insieme al PACCIANI a bere con lui. Credo di aver visto questo personaggio prima della morte del MALATESTA Renato.
Quando avevo la vespa blu, cioè nel 1985, mentre ero a cenare dal PACCIANI ho visto un fucile da caccia attaccato al muro della sua cucina. Non ho altro da dire.
L. C. S.