Firenze riapre la caccia al mostro
DENTRO UN COMPUTER SCHEDATE MIGLIAIA DI PERSONE FIRENZE – Più di centomila nomi sono stati registrati nel computer della Squadra antimostro della questura di Firenze. Il lavoro di archiviazione elettronica dei dati è partito nel 1984, dopo il settimo duplice delitto firmato dalla Beretta calibro 22. In sei anni di lavoro gli investigatori hanno controllato migliaia di segnalazioni e hanno scremato l’ enorme massa dei sospettabili seguendo alcuni criteri messi a punto con i due magistrati che indagano sui sedici delitti, Pier Luigi Vigna e Paolo Canessa. Una delle piste scandagliate è stata quella che portava a delitti a sfondo sessuale avvenuti prima del primo omicidio del mostro (quello del 1968): l’ idea- base era che un più lontano fatto di sangue potesse aver scatenato la follia omicida del mostro. Questo dato è stato poi incrociato con altri elementi. Si è scavato nella vita di centinaia di persone segnalate per turbe o per reati sessuali. Intanto si è cercato di capire perché dal 1985 il mostro abbia cessato di uccidere. Morto? Malato? Invalido? Emigrato all’ estero? Oppure detenuto per un’ altra causa? L’ incrocio di tutti questi dati ha portato ad una prima scrematura di 300 nomi, ridotta l’ anno scorso ad una decina e quest’ anno a 3 o 4 nomi. I nomi dei supersospettati. Fra di loro, Pietro Pacciani, l’ uomo che ha ricevuto in questi giorni l’ informazione di garanzia per i delitti. Nello stesso tempo è continuata l’ attività di prevenzione.
di FRANCA SELVATICI