Il 6 novembre 1991 fu sentito Nello Pedroni che abitava a Badia Bovino Particchi.
Il Pedroni il 6 ottobre del 1970 aveva presentato denuncia contro Pietro Pacciani per minacce. In pratica il Pedroni contestava Pacciani un suo tentativo di avere una relazione con sua propria moglie, relazione che non aveva avuto luogo. Raccontò inoltre che all’interno dell’abitazione di Pacciani vide un fucile tipo doppietta con retrocarica e seppe da voci di paese che Pacciani cacciava di frodo. Infine raccontò che parlando con un meccanico di biciclette di Vicchio questi gli riferì che Pacciani gli aveva lasciato una pistola in modo che lui allargasse i fori del tamburo per adattare la pistola a poter incamerare cartucce di tipo da guerra.
Petroni Nello, il quale viveva nella zona di Badia Bovino-Particchi nel periodo in cui vi abitava anche il Pacciani (1965-1970). Il Petroni, la cui deposizione davanti al PM è stata acquisita a sensi dell’art. 512 CPP, essendo egli nel frattempo deceduto, ebbe a dichiarare che il Pacciani, che abitava a breve distanza da lui, aveva un fucile da caccia, una doppietta a retrocarica che teneva in casa. Gli aveva anche raccontato che andava a caccia di frodo la sera ed aveva invitato anche lui ad andarci, ma egli aveva rifiutato: le loro case infatti erano all’interno di una riserva di caccia. Vedi Sentenza Pacciani 1 novembre 1994 pag. 79
Petroni Nello il quale narra che nel periodo riferito, essendosi fermato un giorno nella piazza di Vicchio presso l’officina di un meccanico di biciclette, certo Paoli, aveva visto sul banco una pistola a tamburo e il Paoli gli aveva detto che a portargliela era stato il Pacciani per far allargare i fori del tamburo, in modo da poter utilizzare delle cartucce da guerra che aveva e che non entravano nei fori. Va ancora aggiunto che il Petroni racconta che una volta era stato affrontato e quasi malmenato dal Pacciani, il quale lo accusava di aver sedotto sua moglie ed aveva poi costretto la Angiolina Manni, picchiandola selvaggiamente con pugni e calci, a confessare di essere andata a letto con lui. Poi aveva ingiunto al Petroni, sotto minaccia di morte, di portargli sua moglie, perché egli si potesse divertire a sua volta. Il Petroni aveva in seguito fatto intervenire un comune conoscente, certo Baroni Alfredo, per cercare di convincere il Pacciani a desistere dai suoi propositi, ma il Pacciani gli aveva risposto che se il Petroni non gli avesse portato sua moglie lo avrebbe ammazzato con una pistola a tamburo ed uno stiletto che faceva vedere al Baroni. Costui confermava la sostanza dei fatti per i quali il Petroni aveva nel frattempo sporto denunzia ai C.C. di Vicchio, pur precisando che il Pacciani non gli aveva menzionato né fatto vedere stiletti o pistole a tamburo, ma dando in escandescenze gli aveva detto tra l’altro: “Diglielo pure (al Petroni) che, se lo piglio, lo ammazzo col fucile, e se non basta il fucile ho anche qualcos’altro!”. Vedi Sentenza Pacciani 1 novembre 1994 pag. 80/81