L’8 Novembre 1991 rilascia testimonianza Lorenzo Nesi.
Questa la trascrizione della testimonianza: 1991 11 08 – Lorenzo Nesi testimonianza
PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI FIRENZE
VERBALE DI ASSUNZIONE DI INFORMAZIONI art. 362 c.P.P.
L’anno 1991, il giorno 8 del mese di novembre, alle ore 10.30 negli Uffici della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, in relazione a l procedimento n. 2894/91 R.N.R. Mod . 21 Innanzi al P.M. Dr
P. Canessa, assistito per la redazione del presente verbale dal sottoscritto ufficiale di PG V. Sov. PS BERTI Franco, è comparso NESI Lorenzo, che richiesto delle generalità , risponde: Lorenzo Nesi, nato a S. Casciano V.P. il 19.7.1942, ivi residente in via Borromeo n.16, con laboratorio in Tavarnelle V.P., via dell’Artigianato nr. 13, tel. XXXX
Mi sono presentato spontaneamente stamani perché , dopo averci pensato un po’, ho ritenuto mio dovere raccontare qualche particolare a mia conoscenza sul PACCIANI Pietro di cui ho letto notizie in questi giorni sui giornali. Per la precisione ero fuori Firenze, in Calabria, e al mio rientro a Firenze ho pensato utile venire a dire ciò che so.
Io ho conosciuto il PACCIANI qualche anno fa, non ricordo esattamente quando, ma era l’epoca in cui abitava nella strada che va da Mercatale a Montefiridolfi. Io all’epoca, sarà comunque passato un quindici anni, eravamo a metà degli anni ’70, forse il 1973 1975, avevo un laboratorio per maglieria a S. Casciano nel Viale S. Francesco nr. 32. Conoscevo tale VANNI, che era il postino di S. Casciano e che conoscevo da sempre, il quale un giorno mi fece conoscere PACCIANI Pietro .
Non ricordo esattamente quale fu l’occasione in cui ci conoscemmo ma ricordo comunque che io gli detti delle maglie per le sue bambine che mi dissero che erano in un orfanotrofio dalle suore in località Croce di Via.
Poi il PACCIANI l’ho rivisto altre volte al mercato a S. Casciano, il lunedì, e altre volte ancora quando passavo davanti a casa sua mentre andavo a Montefiridolfi dove avevo delle lavoranti.
Ricordo che qualche volta lui, per ricompensarmi delle maglie che gli davo, mi dava qualcosa del suo orto. Ricordo, in particolare ed è questo il motivo per cui ho ritenuto mio dovere venire qui stamani, che una volta nell’occasione di un mio passaggio davanti a casa sua, il PACCIANI,
parlando di caccia, mi disse che lui la sera tardi, nella riserva lì vicino, ammazzava i fagiani sugli alberi con una pistola. Io sempre parlando, gli dissi che mi sembrava i possibile o comunque strano riuscire a colpire i fagiani con una pistola e lui mi disse che era possibilissimo e che venivano giù come sassi.
ADR: Io non gli chiesi maggiori particolari né ebbi modo di vedere la pistola né gli chiesi che tipo di pistola era. Per la verità io pensai che mi avesse raccontato una baggianata.
ADR: Io come ho detto conoscevo il VANNI, che era un amico comune, il PACCIANI l’ho visto solo nelle occasioni che ho detto, qualche volta avremo occasionalmente preso un caffè al bar. Poi lui comprò casa a Mercatale, almeno così capii, e quindi non l’ho più rivisto.
Preciso che questi mie incontri con il PACCIANI saranno avvenuti grosso modo nell’arco di un anno
ADR: Io, per quel che ne so, sia il VANNI che il PACCIANI, insieme a un brigadiere in pensione, andavano spesso a bere insieme.
Aggiungo che, per quel che l’ho potuto conoscere io, il PACCIANI era un uomo molto attaccato alle figliole in quanto mi chiedeva spesso un golfino o qualcosa per loro. Rimasi male quando seppi che le aveva violentate.
Per conto mio e per quel che l’ho conosciuto, al di là dei suoi modi contadini e rozzi, era un uomo intelligente.
Ricordo ancora un altro episodio relativo al periodo in cui il PACCIANI era in carcere per il fatto ai danni delle figlie e che mi è venuto in mente in questi giorni: una sera venne da me il VANNI un po’ agitato, non so’ dire per quale esatto motivo, e mi chiese di accompagnarlo subito a Mercatale dalla moglie del PACCIANI perché questi gli aveva scritto una lettera dal carcere che conteneva cose molto brutte, almeno così mi disse, e doveva parlarne con la moglie. Mi fece vedere la busta che in tasca ma non mi disse né io glielo chiesi quali erano le cose scritte dal PACCIANI. Mi limitai ad accompagnarlo a Mercatale e lo lasciai lì..
ADR: Del fatto che PACCIANI mi aveva parlato di avere una pistola non ne ho parlato mai con con nessuno né ho mai sentito altre persone parlare di questa circostanza. Il fatto mi è venuto in mente perché sui giornali ho letto che PACCIANI negava di avere una pistola.
L.C.S.