Il 7 Gennaio 1992 l’ispettore Ruggero Perugini si reca a trovare a casa Pietro Pacciani, nell’occasione la conversazione tra i due viene registrata in quanto il Pacciani era sottoposto a intercettazione ambientale. La registrazione va dalle ore 12,45 alle ore 13,15.
Il Pacciani si mostra preoccupato della visita che aveva ricevuto da parte di don Cubattoli (“don Cuba”), cappellano del carcere, il quale aveva portato con sé un certo Giuseppe Sgangarella, ex ergastolano, da lui conosciuto durante la detenzione ed un’altra persona non meglio identificata. Motivo della preoccupazione del Pacciani era che lo Sgangarella, che aveva rilasciato dichiarazioni dicendo di sapere cose attinenti agli omicidi, gli potesse giocare un brutto tiro sotterrandogli nell’orto una qualche cosa (“…un gingillo…”) per poi comprometterlo. Vedi Sentenza Pacciani 1 novembre 1994 pag. 365
“La prima conversazione avveniva, nell’abitazione di via Sonnino di Mercatale, il giorno 7 gennaio 1992, dalle ore 12,45 alle ore 13,15, tra Pacciani e il Dott. Perugini. Pacciani, dopo aver premesso di aver letto sui giornali che un detenuto, che aveva ancora molti anni di carcere da scontare, aveva rilasciato dichiarazioni sui delitti, manifestava i sospetti che potesse trattarsi di Giuseppe Scargarella, di Napoli o comunque della bassa Italia, che aveva ucciso una bambina.
Riferiva, quindi, che, qualche giorno prima, lo Scangarella era venuto a casa sua con Don Cuba.
Aggiungeva: (…) e io un vorrei mica che facesse qualche scherzo, veni’ quassù e pigliasse, piglia un gingillo e sotterrarmelo, Dio (…) nel campo e disse che lui sa … ha capito? E ancora più avanti: (…) quello lì, ha capito, io penso c’è uno dice c’era sul giornale (NdR: La Nazione 5 novembre 1991)una persona, dice un detenuto che ha un monte di anni da fare, ha fatto una proposta, dice, poi in ultimo dice, s’è venuto a scoprire che un aveva nulla da dichiarare eee…io che ha un monte di anni da fare gli era lui eee (…) che quello gli è grullo eh! Al che il Dott. Perugini domandava: ma lui è venuto pure qua? L’interlocutore rispondeva: e vense qui una sera e per mettermi in moto la macchina Don Cuba, vense per piglia’ quella roba, poi il Land Rover che gli ha (…) A quel punto il Dott. Perugini riferiva: aspetti un attimo che per caso questo non ha portato qualche cosa? E Pacciani: Maremma cane no. Ma gli era con lui, poi gli andetti dietro, si andette là a metter in moto la macchina, gli offrii da bere e … già e poi si si prese gli eran in tre lui, questo Sgargarella e un altro che vensero con una…con u…con una Ritmo. All’osservazione poi del Dott. Perugini: Già ma quello che giri può fare venuto con Don Cuba, siete stati insieme … Pacciani riferiva: Eh! No, siccome poi di qui poi si andette là alla casa di là, sicché qui vennero e si prese si andette là fino verso…verso un’oretta, insomma per vedere se gli entrava in moto quella macchina perché porca puttana! Io…e c’è poco da scherza’poco con questa gente sai eh, perché (…) E ancora: sì sì e io siccome quando lessi quell’affare dico: ma che sei te? Gli dissi quello che che che (…) Il Dott. Perugini osservava: Sì, ma se era lui mica glielo diceva a lei!. Pacciani: e lo so (…) gli è sul giornale, dice t’ha fatto una proposta… e stette zitto e rimase un po’ alla male, ha capito?… il peccato (…)” Vedi Compagni di Sangue pag. 177/178