Appuntamento con la morte per la coppia di Firenze

FIRENZE – E’ stato un lungo brivido. E’ durato poche ore ma ha sconvolto la città e messo in allarme gli investigatori. Un uomo e una donna morti, ammazzati a colpi di pistola, trovati in un lago di sangue, nel pomeriggio di domenica, accanto alla loro macchina parcheggiata in una strada di campagna a Barberino del Mugello, una trentina di chilometri da Firenze. Tutto, o quasi, come dopo gli otto duplici delitti del mostro. Dopo quasi sette anni di silenzio, l’ incubo del maniaco omicida è tornato domenica intorno alla Delta delle vittime. Insieme con i carabinieri, a Barberino sono arrivati gli uomini della squadra speciale anti-mostro della questura, mentre il procuratore capo Pier Luigi Vigna – il magistrato che segue l’ indagine sul maniaco delle coppiette – restava attaccato al telefono di casa, pronto a partire per il Mugello. Questa volta però non è stato il mostro a sparare. Le vittime non sono state mutilate, la pistola che ha ucciso non è la calibro 22 degli otto delitti del maniaco. Eppure Firenze ha confermato la sua misteriosa vocazione per delitti apparentemente assurdi e inspiegabili, senza un movente chiaro e leggibile. Renzo Consigli, 32 anni e la moglie Antonietta Persiani, 31, sono stati ammazzati quasi certamente da una persona che conoscevano. Qualcuno con il quale forse avevano un appuntamento o che invece li ha seguiti. Fra i tre ci sarebbe stato un litigio violento, finito con nove colpi di calibro 7,65: cinque per Renzo, gli altri per Antonietta. Tutti sparati al viso o al petto, tutti in parti vitali. Così sono morti due coniugi dalla vita apparentemente tranquilla. Due vittime dal cui passato non sembra emergere alcun buon motivo per essere uccisi. Il delitto viene scoperto domenica pomeriggio poco dopo le cinque in via della Lora, una strada che costeggia alcuni capannoni industriali in una zona chiamata La Cavallina. Ai carabinieri telefona un cacciatore. Rientrando a casa ha visto i corpi per terra, le pozze di sangue. Accanto, l’ auto ferma in mezzo alla carreggiata. Lei è già morta, lui è in agonia. Accanto a Renzo Consigli, un cacciavite insanguinato: forse usato per difendersi dal killer. A mezzo metro di distanza, la macchina: una Lancia Delta ferma sulla strada con il quadro acceso, i tergicristalli in azione (ma non piove), il freno a mano tirato e gli sportelli anteriori aperti. Per terra, i bossoli della calibro 7,65 che ha ucciso. Sui corpi solo due lettere. Una datata venerdì 10 gennaio, firmata Antonietta, ma senza destinatario. Nel testo frasi d’ amore, di gelosia, che fanno pensare ad un legame con un altro uomo. Per gli investigatori quella lettera mai spedita era indirizzata forse a Sergio Sciolis, ex fidanzato di lei, dal 19 ottobre in carcere per droga, o forse a un altro amico non ancora rintracciato. Sono stati gli stessi parenti di Antonietta a fare il nome di Sciolis ai carabinieri. Sapevano della vecchia storia fra i due, anche se credevano che fosse finita. Qualcosa però fa pensare al contrario e domenica notte la cella di Sciolis è stata perquisita. In tasca Antonietta Parenti aveva anche ricevute di vaglia per Sciolis e altri detenuti. Ma perché il killer ha sparato? Soldi, gelosia, tradimenti, ricatti, o l’ epilogo di una brutta storia che la coppia era riuscita a tenere nascosta a tutti? Renzo e Antonietta vivevano a Firenze, in un condominio di periferia da cinquanta appartamenti tutti uguali. Con loro, Valentina, la loro bambina nata nove anni fa. Non se la passavano bene. Lei era casalinga, lui guadagnava un milione e mezzo al mese in una ditta di Prato dove lavorava dopo il fallimento della società che aveva messo in piedi insieme ad altri quattro soci. Debiti? Nessuno. Crediti? Tanti, troppi, quasi novanta milioni da ottenere – ma con scarse speranze – da uno degli ex soci. Anche il matrimonio non era più solido come un tempo. Sempre più spesso c’ erano screzi, momenti di tensione. Ogni fine settimana Renzo e Antonietta andavano con la bambina dai genitori di lui a Barberino. Anche domenica erano lì. Renzo era nato a Barberino e tutti lo conoscevano. E’ uscito dopo pranzo con la moglie. “Andiamo a fare un giro, torniamo fra un’ oretta”, hanno detto ai genitori. Valentina è rimasta con i nonni. Renzo e Antonietta sono passati dalla piazza del paese, dove qualcuno li ha visti litigare. Prima fra di loro. Poi con una terza, misteriosa, persona, al volante di una Bmw. E forse è una Bmw l’ auto che una testimone ha sentito partire in via della Lora pochi istanti dopo che il silenzio era stato rotto da alcuni colpi secchi. Era la pistola che stava uccidendo Renzo e Antonietta Consigli.

di GIANLUCA MONASTRA e FRANCA SELVATICI

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14 Gennaio 1992 Stampa: La Repubblica – Appuntamento con la morte per la coppia di Firenze
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