“E’ lui il mostro” ma i giudici dicono no

GAETA – La vendetta per un trauma infantile sarebbe la molla che ha spinto il “mostro di Firenze”, in realtà un “baby-killer”, a compiere la catena di omicidi di coppie avvenuti in Toscana tra il 1974 e il 1985. Lo sostiene Carmelo Lavorino, 43 anni, siracusano di origine, maestro di karate a Gaeta e investigatore privato, nel libro “Il mostro di Firenze, la teoria finale”. I giudici però non sono convinti della sua tesi. Secondo l’ autore, il “mostro” di cui “rivela” anche nome e cognome, sarebbe un uomo di 32 anni e che all’ epoca del primo delitto, nel 1968, aveva sei anni e mezzo. La tesi del libro punta sul fatto che a quell’ età il futuro “mostro” fu testimone dell’ uccisione, a Signa, di Barbara Locci e del suo amante Antonio Lo Bianco. Da quell’ omicidio il bambino restò segnato, tanto da diventare nel 1974, a 13 anni di età, un “baby killer”. Ma a Firenze i giudici Vigna e Perugini non danno alcuna credibilità alla ricostruzione del libro. ‘ Abbiamo già indagato su quell’ uomo, senza risultati’ .

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10 Aprile 1992 Stampa: La Repubblica – “E’ lui il mostro” ma i giudici dicono no
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