Il 2 Maggio 1992 viene consegnata la relazione da parte del Gabinetto di Polizia Scientifica a firma del suo dirigente dr. F. Donato rispetto al proiettile ritrovato nell’orto di Pietro Pacciani durante la maxi-perquisizione del 27 aprile 1992.
Il Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica per la Toscana, esaminò semplicemente le caratteristiche generali della cartuccia, ancora avvolta in residui terrosi (che sarebbero stati poi eliminati nella successiva perizia Benedetti-Spampinato), rilevandosi unicamente i segni di quella che veniva definita “impronta di spallamento o spallettamento”.
La relazione evidenziava che:
1. il reperto esaminato consisteva in una cartuccia cal. 22 LR a piombo nudo, marca Winchester, tipo Standard, serie H;
2. la lettera H impressa dal punzone sul fondello del bossolo pur non trovando esatta corrispondenza con quelle riprodotte nei rilievi fotografici della perizia Iadevito, poteva, comunque considerarsi compatibile con le stesse;
3. il fondello del bossolo della cartuccia era interessato da una netta e definita “impronta di spallamento”, utile per eventuali successivi confronti balistici;
4. la presenza di detta impronta provava che il reperto era stato caricato in un’arma;
5. le impronte di spallamento sono tipiche per ogni arma e possono essere confrontate sia tra cartucce non sparate sia tra cartucce sparate, sicché poteva essere utile eseguire un raffronto tra il reperto in esame e i vari bossoli repertati sui luoghi degli omicidi.
A proposito della c.d. “impronta di spallamento” il dott. Donato spiegava che essa consisteva in una serie di microstriature lasciate sul margine laterale del cerchio del fondello della cartuccia dalla massa culatta-otturatore, microstriature che vengono impresse al momento del caricamento della cartuccia, prima che questa si alloggi nella camera di scoppio.
Nel caso particolare si riteneva molto verosimile che la cartuccia fosse stata caricata in un’arma nella cui canna era già alloggiata una precedente cartuccia che aveva provocato il non ingresso della prima nella camera di scoppio ed il conseguente slittamento, con urto della parte inferiore della massa culatta-otturatore sulla corona del fondello e l’impatto dell’ogiva di piombo con la cartuccia già in canna: tale ipotesi sarebbe stata anche avvalorata dalla presenza nell’apice del proiettile di una depressione netta a forma circolare e dalla curvatura dell’asse dell’intera cartuccia. Vedi Sentenza Pacciani 1 novembre 1994 pag. 32/33/314/315/344