Il 31 maggio 1992, in seguito alla lettera anonima del 25 maggio 1992 viene deciso di compiere un’altra perquisizione e quindi Ruggero Perugini e gli uomini della SAM si presentano presso l’abitazione di piazza del Popolo 7 dove abitano le figlie di Pietro Pacciani.
La perquisizione, come dirà poi Perugini nella sua deposizione in tribunale, era spinta dalla consapevolezza che alla precedente perquisizione si erano dedicati soprattutto alla ricerca di metalli e avevano tralasciato altri possibili indizi.
Avevano descritto all’Angiolina e alle figlie del Pacciani il tipo di tessuto che stavano cercando, ma queste avevano risposto di non ricordare nulla in proposito. Mentre erano sul punto di andarsene l’assistente Venturini, che era appoggiato allo stipite del salotto confinante con la cucina, aveva visto all’interno di questa uno strofinaccio il cui tessuto era identico a quello che stavano cercando. A tal punto era stato mostrato alle due ragazze ed alla Manni Angiolina, le quali spontaneamente avevano detto che in casa vi erano altri frammenti di stoffa di quel tipo. “…Ma di questa ce n’è un monte di pezze di questo tipo qui” ed in effetti li avevano reperiti dentro uno sgabuzzino per le scarpe, dove ve ne erano cinque o sei, e in garage dentro l’anta di una credenza, consegnandoli tutti alla P.G.. Vedi Sentenza Pacciani 1 novembre 1994 pag. 374/375/376
Si tratta di una federa fatta a pezzi che faceva parte di un corredo di lenzuoli avuti in regalo, prima della scarcerazione del padre, da Bruna B., sorella della datrice di lavoro di Graziella Pacciani.
Guarda tu a volte le combinazioni, un anonimo manda un’astaguidamolla di una pistola che non centra nulla con il MdF, ma la stoffa che l’avvolge si trova pari pari in casa di Pacciani.