Gli investigatori in Germania per smascherare il “mostro”
FIRENZE – Partiranno questa mattina per la Germania con la valigia piena di oggetti sequestrati a casa di Pietro Pacciani – l’ ultimo sospettato per i delitti del maniaco di Firenze – e con la speranza di risolvere il caso. Sono gli uomini della squadra antimostro. Destinazione della missione: la Westafalia. Gli investigatori arriveranno oggi pomeriggio a Francoforte poi si trasferiranno a Munster. In queste terre del nord della Germania vivevano e studiavano Uwe Rusch Sens e Horst Wilhelm Meyer i due ragazzi tedeschi uccisi a colpi di calibro 22 dal maniaco nella notte fra il 9 e il 10 settembre dell’ 83. La polizia trovò i due cadaveri dentro il loro furgone parcheggiato in una piazzola vicino ad un bosco al Galluzzo, sulle colline intorno a Firenze. Da quel furgone probabilmente sono spariti oggetti e vestiti che potrebbero diventare decisivi nell’ indagine sul mostro. Ora il commissario Perugini vuole andare fino in fondo e vuole capire se c’ è un legame fra alcuni oggetti di marca tedesca trovati a casa del super sospettato Pietro Pacciani e i due ragazzi ammazzati nove anni fa. In due mesi polizia e carabinieri hanno perquisito per tre volte la casa di Pacciani, 67 anni, condannato in passato per omicidio e per aver violentato le figlie. Durante due di queste perquisizioni sono stati trovati oggetti e indumenti fabbricati in Germania e mai commercializzati in Italia: due giacche da uomo, alcune matite, quaderni, un dizionario italiano- tedesco e un blocco da disegno. Quest’ ultimo è il più interessante degli altri perché il blocco, con dietro ancora il prezzo in marchi, sarebbe di un tipo simile a quelli usati da una delle due vittime, Uwe Rusch Sens, appassionato di grafica. Le giacche e i quaderni, i lapis e il dizionario erano nei cassetti di Pacciani, sotto il letto, dietro una credenza, in angoli nascosti. Da oggi il commissario Perugini e i suoi uomini cercheranno di confrontarli con altri oggetti dei due tedeschi e, se sarà necessario, li mostreranno ai parenti dopo aver chiesto il parere ai giudici del posto, Lemford, Cuxaven e Saarbrucken. Da tutte queste verifiche, si aspettano risposte e magari la svolta capace di cambiare il volto di una lunga indagine rimasta finora senza successo. Sono ventiquattro anni che polizia e carabinieri danno la caccia al maniaco delle coppiette. Lo inseguono, lo braccano ma per il momento non sono riusciuti a dargli un nome. Il mostro colpì per la prima volta il 21 agosto 1968. Fu il primo duplice omicidio, seguito da altri sette, l’ ultimo l’ 8 settembre dell’ 85: tredici anni di sangue, per sedici vittime. “Vogliamo capire se gli accertamenti fatti dalla polizia tedesca – dice Perugini – ci possono aiutare in qualche modo”. Molti degli oggetti trovati a casa Pacciani sono già stati mostrati ai familiari di alcune delle vittime del maniaco. Ora si tenta in Germania, poi gli investigatori potrebbero spostarsi in Francia dove vivono le famiglie delle ultime due vittime, i francesi Jean Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot, uccisi dal maniaco a Scopeti sette anni fa. “Si stanno sbagliando – si difende Pacciani – perché quelle cose che mi hanno trovato in casa non valgono nulla. Mi sa che in Germania vanno solo per perdere tempo”.
GIANLUCA MONASTRA