Il 25 Giugno 1992 La SAM interrogò altri dipendenti del Prelle Shop e tutti pur riconoscendo gli album da disegno venduti presso il negozio nessuno di essi ricordò che significato avessero le cifre 424 scritte accanto al prezzo. A tutti furono mostrate le foto di Wilhelm Friedrich Horst Meyer e Uwe Jens Rüsch, ma nessuno riconobbe nessuno dei due ragazzi.
Fu quindi sentito il direttore del negozio Prelle Shop, il signor Westerholt che in maniera non certa riferì che forse, dal 1982 al 1985 erano stati applicati dei codici numerici per identificare gli articoli venduti. Il 424 avrebbe potuto rappresentare la data in cui la merce era arrivata presso il negozio. Quindi aprile 1972 o aprile 1982 e il 4 successivo identificare il tipo di articolo, tipo cartaceo.
Certo è che sicurezze su questo numero non ce ne sono: il proprietario dice che esistevano codici ma erano formati da una lettera e un numero, qua abbiamo solo un numero. Il direttore afferma, con una serie di dubbi, che forse si trattava di un modo per identificare l’arrivo di una merce in negozio e fa meraviglia che il numero composto da due cifre possa essere accoppiato ad una data; infatti non porta alla certezza se si trattava del 1972 o 1982. Fra gli impiegati nessuno ricorda il significato di queste tre cifre e solo due di essi ammettono che potrebbero essere state loro a scrivere la cifra. Un perizia calligrafica conferma che i due numeri, sigla e prezzo sono scritte da queste due impiegate. Ma è accertabile con una perizia calligrafica l’appartenenza di grafia solo su un confronto di tre numeri scritti a lapis? Davvero si può condannare una persona su questi presupposti?