Il 14 Luglio 1992 viene eseguita un sopralluogo e rilascia testimonianza Giuseppe Bevilacqua. (NdR: Indicato però come Giovanni Bevilacqua)
Il sopralluogo fatto in auto riguarda la posizione dei francesi secondo la sua testimonianza e la posizione dell’uomo da lui visto. Davanti alla P.G., in sede di s.i.t., ha dichiarato di riconoscere una certa somiglianza tra l’individuo che egli aveva visto quel giorno ed una foto del Pacciani che gli era stata mostrata dai verbalizzanti.
Questo il verbale con la deposizione di Bevilacqua: RT-Giuseppe Bevilacqua 14 luglio 1992
In sintesi questa la sua testimonianza ripetuta poi in sede processuale:
Due o tre giorni prima del fatto, forse il mercoledì precedente, assieme a sua moglie verso le nove e mezzo del mattino stava salendo in auto per via degli Scopeti in direzione di S. Casciano quando, dopo aver percorso un paio di curve, in corrispondenza di un piccolo slargo sulla destra da cui si dipartiva un viottolo che si inoltrava nel bosco, aveva visto una macchina di media cilindrata, tipo VW Golf o Peugeot, con targa francese, vicino alla quale era stata montata una tenda di tipo canadese, forse di colore blu. Accanto vi era una donna giovane e molto carina, in bikini nero di stoffa lucida, con i capelli corti e neri, sdraiata sopra un sacco a pelo con la testa rivolta verso il tronco di un albero e le gambe verso la strada. Il Bevilacqua precisava di non avere visto altri lì fuori se non la testa di un’altra persona che sporgeva da un sacco a pelo all’interno della tenda. L’auto era di vecchio tipo, di colore bianco o grigio chiaro, ed era posteggiata in posizione più arretrata della tenda rispetto alla strada. Verso mezzogiorno aveva ripercorso la stessa strada per tornare a casa e aveva rivisto la tenda nello stesso luogo, notando che era chiusa e mancavano sia le persone che la macchina.
Uno o due giorni dopo, quindi giovedì o venerdì, era ripassato dalla strada degli Scopeti salendo verso S. Casciano ed aveva notato che la tenda dei francesi non era più nel luogo dove l’aveva vista la prima volta ma alcune centinaia di metri più avanti, nel posto che egli aveva poi riconosciuto essere la piazzola ove era avvenuto il delitto. La tenda era collocata peraltro non all’interno della piazzola, ma nelle vicinanze ed appena al di sopra della strada asfaltata, tanto che egli aveva riflettuto che in quella posizione gli occupanti erano completamente scoperti ed impossibilitati a dormire per il rumore delle auto che passavano la notte. Aveva visto oltre alla tenda, la stessa macchina, la stessa giovane donna con un paio di pantaloni corti e una camicetta a maniche corte ed un giovane che non aveva potuto osservare bene perché gli volgeva le spalle.
Aveva poi proseguito giungendo al segnale di Stop posto all’incrocio con via di Faltignano svoltando a destra in direzione di Chiesanuova. Percorse alcune centinaia di metri, in un punto ove vi era una curva a sinistra e delle abitazioni sulla destra, da una stradina sterrata che confluiva sulla destra aveva visto una persona venire a piedi verso la sua direzione. Il Bevilacqua descriveva l’individuo come di corporatura robusta, età sui 50 anni, incipiente calvizie, capelli pettinati all’indietro, colorito abbronzato sul roseo, come di persona abituata a stare all’aria aperta. Costui indossava un paio di pantaloni ed una camicia di colore tra il verde e il marrone, tanto da sembrare la divisa di una guardia forestale o di un dipendente Anas. Poiché nei lunghi anni di servizio nella zona aveva conosciuto molte di tali persone, aveva rallentato la marcia fino a fermarsi, guardando l’individuo che distava da lui circa una decina di metri. Questi peraltro, sentendosi osservato, aveva fatto un repentino dietro-front e si era inoltrato nel campo coltivato sottostante la strada, allontanandosi verso il bosco. Mentre l’uomo si voltava egli aveva potuto notare che aveva un naso di forma aquilina: comunque non era persona da lui conosciuta.
Due o tre giorni dopo aveva appreso la notizia dell’uccisione dei due giovani francesi. Vedi Sentenza Pacciani 1 novembre 1994 pag. 167/168/169
Il mio è un presentimento, nessuna prova, nessuna indagine è stata fatta nei confronti di quest’uomo. Il Bevilacqua doveva essere indagato. La sua testimonianza è arrivata troppo tardi, in un momento propizio per poter indiziare il Pacciani.