Il 2 Dicembre 1992 il Sostituto Paolo Canessa riceve una telefonata, alle 16.30, da parte di Mariagrazia Frigo. Il colloquio telefonico viene sintetizzato da Canessa da una breve relazione.
Questa la relazione (Si ringrazia Vincenzo Aloisio):Questa la trascrizione:
PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI FIRENZE
Il sottoscritto P.M. da atto di avere ricevuto oggi alle ore 16.30. tramite centralino, la telefonata di una donna la quale dichiarava di chiamarsi FRIGO MARIA GRAZIA coniugata con Bertaccini G. Paolo, residente in Molin del Piano – Firenze, via di Montetrini 2, con telefono 83.64.014.
La stessa riferiva di avere notizie in merito ai delitti del “mostro di Firenze” e in particolare di avere riconosciuto, in un uomo incontrato la notte del delitto di Vicchio del 1984 l’individuo raffigurato in foto pubblicate sui giornali corrispondente a Pacciani Pietro.
In sintesi aggiungeva:
– di essersi trovata a casa di parenti la notte dell’omicidio del 29.7.1984;
– che tale casa si trova nelle immediate vicinanze del luogo dove furono rinvenuti i cadaveri;
– che intorno alle 23.30 circa si udì un colpo provenire da fuori cui nessuno fece caso;
– che usci di casa con il marito, che guidava una Citroen, una tornare alla propria abitazione, intorno alle ore 0.05/0.10;
– che per raggiungere la strada asfaltata dovevano percorrere pezzo di strada sterrata in discesa e che a un certo punto incontrarono, proveniente dalla direzione inversa, un’auto a fari spenti, forse una Ford o una Renault, non certo una Fiat;
– che l’auto rossa era condotta da un uomo con capelli brizzolati a spazzola che lei ebbe modo di vedere sia di diritto che profilo; indossava una camicia scozzese con maniche rimboccate. aperta sul collo;
– aveva uno sguardo deciso e determinato che somiglia in modo impressionante alla foto del Pacciani Pietro pubblicata sull’Unità di oggi e sulla Nazione di circa un mese e mezzo fa:
– che al momento in cui le due auto si incrociarono quella rossa anziché fermarsi per lasciar passare la Citroen si infilo in un campo e si fermò
– che la strada da loro percorsa in quel momento è quella che conduce alla fattoria La Rena e poi a S. Martino e che il punto in cui si incrociarono le auto dista in linea d’aria non più di 50/100 metri dal luogo in cui vennero trovati i cadaveri;
– che di queste cose parlò all’epoca col M.llo Risicato dei Carabinieri di Pontassieve che le riferì che gli inquirenti cercavano un’auto bianca per cui lasciò perdere:
– che questo ricordo l’ha sempre tormentata e che qualche mese fa ne ha parlato con l’avv. Vencura e l’avv. Polcri i quali, assistendo il Pacciani. le hanno consigliato di mettersi in contatto con ‘A.G.
Firenze, 2-12-1992
Vedi Storia delle merende infami pag. 224