Il 16 ottobre 1993 a seguito dell’incarico del G.I.P., in sede di incidente probatorio richiesto dal PM ei periti prof. Salvatore De Marco di Verona, prof.ssa Susanna Contessini di Milano e dott. Franco Lotti di Firenze questi hanno consegnato il risultato di una superperizia grafotecnica e grafoscopica i cui elaborati disgiunti riguardano la grafia dei numeri (“424” e “4.60”)  riportati in ultima pagina del blocco da disegno marca Skizzen Brunnen sequestrato Pietro Pacciani il 2 giugno 1992.

Questo dopoché una prima perizia collegiale, conferita ai periti Avv. Santi Calleri e Avv. Luigi Altamura, aveva condotto a risultati contraddittori per lo scarso coordinamento tra i periti stessi.

I periti De Marco-Lotti-Contessini hanno compiutamente descritto nelle rispettive relazioni e spiegato in udienza quale sia stato il rispettivo compito ed il metodo di indagine: in particolare il dott. Lotti, esperto di elaborazione di immagini, aveva il compito di fornire un ulteriore supporto grafico informativo ad uso dei periti grafologi, mettendo a disposizione del resto del collegio peritale una serie di rilevamenti effettuati con tecniche di tipo spettrofotometrico e con tecniche di tipo computerizzato. Il prof. De Marco, perito grafologo, ha operato su base grafonomica, metodologia che attualmente è considerata di maggiore attendibilità e che, non disattendendo nulla di quanto possono dare di illuminante le altre metodologie, quella grafoscopica e quella psicografica o grafologica, è rivolta alla valutazione di caratteristiche generali e di dettaglio che si possono enucleare da dizioni in accertamento e da dizioni comparative. La dott.ssa Contessini ha operato invece su basi grafologiche e grafonomiche, quindi su quelle che possono essere anche la gestualità, l’interpretazione della gestualità, oltre a quelli che rappresentano dati prettamente tecnici relativi a dei requisiti che sono facilmente valutabili da un’attenta e rigorosa osservazione dei tracciamenti stessi. 

Importa porre in risalto un dato della massima importanza che i periti hanno sottolineato nel corso del loro esame dibattimentale (vedi verbale udienza 29.6.1994, fasc. 57, pag. 4 e segg.) e cioè che sia il prof. De Marco che la dott.ssa Contessini non solo hanno presentato, preventivamente autorizzati dal giudice, elaborati separati, in armonia con la diversità già vista delle metodologie adottate, ma hanno condotto le rispettive indagini in modo del tutto autonomo e separato, giungendo alle rispettive conclusioni senza alcuna reciproca consultazione o scambio di informazioni intermedio, neppure telefonico.

Ebbene, al termine di tali indagini condotte separatamente con assoluta precisione, meticolosità e rigore scientifico, di cui fanno fede gli elaborati depositati corredati da tavole illustrative che sono già di per se stesse più che illuminanti, entrambi i periti hanno concluso nel senso che i caratteri grafici differenziali riscontrati nelle due indicazioni numeriche in accertamento, atteso l’elevato grado di spontaneità dinamografico/esecutiva di esse, indicano inequivocabilmente la riconducibilità delle stesse a due manifestazioni scrittorie distinte, a due diverse mani scriventi.

In particolare poi il prof. De Marco ha dettagliatamente riassunto il risultato delle sue indagini come segue:
1. la dizione “424” in accertamento, redatta con elevato grado di spontaneità e di naturalezza, anche se quantitativamente breve, è qualitativamente idonea al riconoscimento della mano che ha scritto.
2. Il saggio reso da Klenner Lohmann Mariane non presenta sintomi di artificiosità redattiva ed è pertanto idoneo alla determinazione delle caratteristiche grafiche personalizzanti (generali e in dettaglio).
3. La disamina grafonomico/comparativa di cifre omografe ha evidenziato corrispondenze dinamografiche di segni sostanziali (pressione/chiaroscuro, calibro e posizioni reciproche intergrammiche, indici curvimetrici, giacitura reciproca basale) accompagnate da significative concordanze di peculiarità di dettaglio.
4. Dalla disamina grafonomico/confrontuale non scaturiscono divergenze di grafismi attenuanti il valore delle corrispondenze rilevate e descritte.
5. Le concordanze grafiche, scaturite nella totalità degli elementi considerati ed enucleate da scritti non coevi, non possono valutarsi come “casuali”, soprattutto ove si consideri che talune di esse sono spinte fino alla identità di microvarianti nel tracciamento di gramma omografi.

Le corrispondenze di segni sostanziali e di meccanismi di tracciamento sono qualitativamente così significative da motivare il giudizio conclusivo di identità genografica.

Relativamente al numero “4.60”, il prof. De Marco ha così riassunto il risultato delle indagini svolte:
1. La manoscrittura della dizione “4.60” figurante nel reperto in atti, nonché quella acquisita a fini comparativi di pugno di Etgeton Stellmacher Annegret Magda sono manifestazioni personali, spontanee, idonee al rilevamento delle caratteristiche grafiche di identificazione.
2. Dalla disamina grafonomico/comparativa della dizione numerica “4.60” in accertamento posta in riferimento sia alla manoscrittura dei saggi che alle cifre omografe apparenti nei documenti di comparazione, sono scaturite significative corrispondenze di caratteristiche dinamografiche generali e di meccanismi di tracciamento, indici di “identità gestuale”.
3. In fase di disamina analitico/comparativa non sono state osservate divergenze o peculiarità differenziali di ordine dinamografico/esecutivo e/o di tracciamento grammico.
Le concordanze di grafismi sostanziali e di dettaglio, pur nella brevità della manifestazione scrittoria in accertamento, sono qualitativamente bastanti per motivare il giudizio di identità genografica.

A sua volta la dott.ssa Contessini ha posto in risalto come entrambe le cifre, pur se apposte da differenti mani, siano state vergate entrambe con scioltezza e fluidità di movimento, indicative della spontaneità ed immediatezza esecutiva dell’elaborazione, escludendosi qualsivoglia fenomeno di titubanza o di interruzione e successiva ripresa delle movenze compositive, denunziando le traiettorie formative omogeneità dell’incesso demografico. In particolare poi, per quanto riguarda la cifra “424”, l’impianto strutturale generale, per quel che riguarda i suoi principali aspetti (ritmia esecutiva, motricità elaborativa, impostazione assiale, proporzionalismi, calibratura segnica, dati pressori, sistema basale) confortano e convalidano il giudizio tecnico di monogenesi esecutiva con le scritture autografe della Klenner Lohmann Marina, mentre per analoghe caratteristiche la cifra “4.60” si pone a sua volta in un quadro comparativo di monogenesi esecutiva con le scritture autografe della Etgeton Stellmacher Annegret Magda.

Ed allora sulla base di tali motivatissime considerazioni le conclusioni a cui giungono separatamente i periti sono assolutamente concordi ed univoche:
1. la dizione numerica “424” manoscritta a lapis nell’ultima pagina di copertina del blocco Skizzen Brunnen sequestrato nel corso della perquisizione effettuata nell’abitazione del Pacciani Pietro è attribuibile alla mano operante di Klenner Lohmann Marina.
2. la dizione numerica “4.60” risultata anch’essa vergata a lapis accanto alla prima è da riferirsi alla mano operante di Stellmacher Etgeton Annegret Magda.

Vedi Sentenza Pacciani 1 novembre 1994 pag. 274/275/276/277/278

16 Ottobre 1993 Consegna super-perizia grafotecnica e grafoscopica album Skizzen Brunnen
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