Il 10 Febbraio 1994 rilascia testimonianza Edoardo Iacovacci al PM Paolo Canessa ai sensi dell’art. 362 CPP.
Lo Iacovacci precisava di non essersi mai occupato delle indagini sul c.d. “mostro” ed anche quando erano comparse sui giornali le prime foto del Pacciani in relazione alla serie di duplici delitti non aveva mai fatto mente locale per cercare di ricordare se la persona effigiata sui giornali potesse essere la stessa che aveva visto nella situazione descritta il 10 settembre 1985. Tale associazione egli non l’aveva mai fatta, in primo luogo perché sui giornali si era parlato delle più svariate persone accusate di essere il mostro e poi scagionate, in secondo luogo perché la persona che lui aveva visto quel giorno e che aveva descritto nella sua relazione, come corporatura era più snella e appariva più alta rispetto alle foto del Pacciani pubblicate sui giornali.
Del fatto di cui era stato testimone aveva riparlato solo nell’ottobre-novembre 1993 durante un corso di aggiornamento in Questura tenuto dall’ispettore Lamperi: inutilmente però la relazione da lui stesa era stata ricercata sia presso l’archivio della SAM, sia in quello della DIGOS, ricerca resa difficile anche dal fatto che egli non sapeva sotto quale voce fosse stata archiviata: egli stesso poi, dopo aver inutilmente cercata la copia della relazione in suo possesso, l’aveva trovata casualmente in casa sua a Firenze dentro una cartelletta.
A richiesta del PM lo Iacovacci ripeteva di aver visto bene l’uomo, perché aveva appoggiato il motorino ad un pino a 15/20 metri di distanza. Egli aveva avuto la sensazione che costui fosse un guardone perché lo aveva udito camminare all’interno della macchia come se cercasse qualcuno e lo aveva sentito dirigersi all’altezza del piazzale dove si trovavano la Golf e la tenda, i cui occupanti egli riteneva fossero all’interno a dormire: lo sconosciuto si era trattenuto lì un po’ e poi era tornato indietro riprendendo il motorino e andandosene.
Lo Iacovacci ripeteva poi che la persona effigiata nelle foto che l’ispettore Lamperi gli aveva mostrato (erano le già ricordate immagini del Pacciani scattate in occasione della festa dell’uva del 1983 a Mercatale) assomigliava come fisionomia all’uomo che egli aveva visto quella mattina.
Interrogato sul punto dal PM aveva riferito che l’ispettore Lamperi gli aveva fatto vedere una foto del motorino sequestrato al Pacciani: in proposito egli precisava che il motorino in possesso dell’uomo era abbastanza malandato e lui aveva scritto nella relazione che gli sembrava un “Gilera” perché simile ad uno, anch’esso in sequestro, posteggiato nel cortile della Questura che gli sembrava fosse un “Gilera”. Comunque il motorino da lui visto era di un colore azzurro celestino sbiadito, il serbatoio era sicuramente a goccia, posto non orizzontalmente, parallelo alla strada, ma in posizione obliqua tra il manubrio ed i pedali. Quando l’ispettore Lamperi gli aveva mostrato le foto del motorino del Pacciani, gli era sembrato di riconoscere con sicurezza la forma del motorino dell’uomo, anche se i colori non erano quelli: le foto infatti raffiguravano un motorino giallo e celeste, mentre quello da lui visto non era sicuramente giallo ed il celeste gli era sembrato più sbiadito.
Vedi Sentenza Pacciani 1 novembre 1994 pag. 176/177