2 Maggio 1994, 8° udienza, processo, Pietro Pacciani

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Michele Polito, Emanuele Sticchi, Giovanni Autorino, Giovanni Libertino

Dato che le registrazioni presentano un audio non perfetto possono sussistere errori di trascrizione, nel caso se ne trovino durante la lettura contattateci per la eventuali correzioni: redazione@mostrodifirenze.com

Presidente: Benissimo, allora, l’avvocato Fioravanti ha nominato sostituto processuale Francesco Bevacqua. Bene, signor Pubblico Ministero, prego.
P.M.: Oggi il P.M., Presidente, intende presentare alla Corte gli atti di sopralluogo relativi all’omicidio del 29 luglio ’84 a Vicchio, precisamente località Boschetta. Prima di fare questo, ci sono i testi citati dal P.M., già autorizzati dalla Corte, che provvidero a fare i primi rilievi e procederemo nello stesso modo: prima gli Ufficiali di Polizia Giudiziaria, poi i medici legali. Volevo assolvere a quell’impegno che mi ero preso nell’ultima udienza con la Corte, e cioè presentare quella documentazione che, al solo fine di consentire alla Corte di meglio valutare quella richiesta relativa a un esame comparativo sull’altezza dell’imputato, sui fori, su quel pulmino dell’altro giorno, e quindi ho qui con me un documento che noi dobbiamo valutare obbiettivo, perché proviene dalla direzione della Casa Circondariale di Pisa e riguarda gli accertamenti sulla persona, di routine fatti a Pacciani, in data 10/11/87 il giorno in cui, durante la detenzione, per motivi di salute, il Pacciani viene trasferito a Pisa dove c’è il centro clinico del Ministero di Grazia e Giustizia. Questo è il documento: la statura in questo documento è indicata in centimetri 1,68; il peso chilogrammi 75. Oltre a questo documento volevo, a completamento di quanto è emerso nell’ultima udienza relativamente agli accertamenti fatti sui fori che erano sul pulmino VOLKSWAGEN, perché negli atti del fascicolo del P.M. – per la verità in questo caso sono atti ripresi perché erano nel fascicolo del Giudice Istruttore – c’è a dir la verità una lunga attività fatta dai Carabinieri e dal Giudice Istruttore di allora relativamente alle misurazioni che erano state fatte già dai Carabinieri quella notte sul pulmino. Negli atti del Giudice Istruttore, quindi del P.M. , ci sono addirittura dei grafici in cui il pulmino è interamente ridisegnato al naturale e in cui, in colore giallo, sono evidenziati i fori, sia sul lato sinistro che al lato destro. Sia i Carabinieri che il Giudice Istruttore spiegano come e perché fecero quelle misurazioni, cioè abbiamo già allora indipendentemente da quello che ci ha fortunatamente chiarito il medico legale che fu incaricato di quelle misurazioni, abbiamo negli atti delle misurazioni fatte allora prima che venissero i dubbi che la Corte ha avuto l’altro giorno. C’è anche, ci sono due foto originali, che mi sembra la Corte abbia – ma mi sembrava di aver visto che una di quelle foto era poco leggibile, non so se mi sono sbagliato io – relativo a quell’episodio che lei, Presidente, l’altro giorno fece rilevare, cioè che i familiari dei tedeschi avevano poi mandato delle foto richiedendo una borsa, episodio già chiarito. Se quelle foto non fossero chiarissime, qua ci sono le foto originali mandate dai tedeschi che erano dai Carabinieri e che sono anche nel fascicolo del P.M., dalle quali foto, chiarissime, risulta quale era lo stato di quel pulmino o meglio la quantità di oggetti e di bagagli che c’era quando i ragazzi erano in vita. Non ho altre produzioni da fare, le ho già fatte vedere alla difesa.
Presidente: Alla difesa. Vi sono opposizioni?
A.B.: Sì, c’è un’opposizione di questo tipo: è vero che vi è quel documento che sotto un profilo strettamente formale è ineccepibile, cioè quello relativo alla misurazione dell’altezza del Pacciani. Pacciani mi dice in questo momento che si è misurato anche ieri sera ed è un metro e cinquantacinque. Io non credo che si possa ridurre di ben 12, 13 o 14 centimetri nell’arco di poco tempo. Quindi io chiedo…
P.M.: Faremo una querela di falso per il documento.
A.B.: Non lo so, non mi interessa. Il fatto è, certo, che questa altezza può avere importanza, non ha grande importanza, ma può averla. Io ho chiesto un esperimento sul punto e chiedo che la Corte eccellentissima provveda a far sì che si misuri regolarmente questo signore per vedere l’altezza qual è e quale non è.
Presidente: L’altezza attuale ovviamente.
P.M.: Nessuna opposizione sull’altezza, tanto poi discuteremo sul valore o meno.
Presidente: Va bene, allora su questa richiesta dell’avvocato Bevacqua ci riserviamo, tanto è anche semplice.
A.B.: Tanto ci vuol poco.
Presidente: Ci vuole poco, si. No, sul documento non si oppone ovviamente, salvo che chiede…
A.B.: Sul documento non mi oppongo, però…
Presidente: … questa misurazione.
A.B.: Presidente, è qui, si piglia un metro, si misura, c’è poco, ci vuol pochissimo anzi, quasi niente.
Presidente: Benissimo, e allora riservandoci su questa richiesta, acquisiamo allora questa documentazione. Io le do, invece, Pubblico Ministero, l’ennesimo anonimo che mi viene trasmesso.
P.M.: Che sarà preso nella considerazione che il Codice impone per gli anonimi nell’ambito di altri procedimenti, non in questo ovviamente.
A.B.: Ne ho ricevuti due anch’io, Presidente.
Presidente: E va be’, ormai qualunque bello spirito, qualunque matto, qualunque…
A.B.: Anche dall’estero arrivano.
Presidente: … si diverte a nostre spese, per modo di dire, perché poi a noi non ce ne importa niente.
Presidente: Dunque, fatto questo, signor Pubblico Ministero, chi introduciamo?
P.M.: Sì, introduciamo il maresciallo Polito Michele.
Presidente: Si accomodi, Maresciallo. Dia le sue generalità, per cortesia.



M.P.: Polito Michele, NNNNNNN, Ogliastro Cilento.
Presidente: Non parli troppo vicino al microfono perché ho l’impressione… Attualmente?
M.P.: Comandante della stazione di Vicchio.
Presidente: Comandante della stazione di Vicchio, benissimo. Vuol leggere quella formula per piacere?
M.P.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Bene, risponda per favore alle domande del Pubblico Ministero.
P.M.: Maresciallo, può dire innanzitutto alla Corte quali erano i suoi incarichi nel luglio dell’84 quando avvenne l’omicidio di Vicchio?
M.P.: Comandavo la stazione Carabinieri di Vicchio.
P.M.: Vuole raccontare alla Corte come fu informato di questo fatto e cosa fece, se lei, come sembra dagli atti, ha avuto una qualche parte nei primi accertamenti.
M.P.: Si, verso le 04.00 di mattina del 30, la Centrale Operativa di Borgo San Lorenzo telefonò in caserma. Il piantone mi chiamò nel mio alloggio dicendomi che c’era stato un omicidio in località la Boschetta. Io mi vestii e ci siamo portati in località la Boschetta. Lì, appena arrivato c’erano tre persone che aspettavano, cioè che aspettavano il nostro arrivo e mi accompagnarono alla macchina.
P.M.: Chi erano queste persone, civili o altri militari?
M.P.: No, civili.
P.M.: Li può indicare, al di là dei nomi, per capire chi sono queste persone e come mai erano lì?
M.P.: Erano persone che durante la notte si erano date da fare alla ricerca di questi ragazzi.
P.M.: Quindi erano altri giovani? Giovani e meno giovani, erano altre persone che lei identificò all’epoca. E cosa le raccontarono e cosa vide?
M.P.: No, appena arrivai sul posto mi accompagnarono lì alla macchina e mi dissero: ‘Guardi, Maresciallo, che in macchina c’è solo il ragazzo’.
P.M.: Perché loro sapevano che erano spariti…
M.P.: Sissignore.
P.M.: E lei cosa fece?
M.P.: Andai vicino alla macchina, guardai all’interno senza toccare nulla, visto che c’era solo il ragazzo sul fianco sinistro, era poggiato con le spalle rivolte verso il lato destro della macchina. E poi con una pila guardai un pochino in giro per vedere se trovavo la ragazza.
P.M.: Con una pila, quindi era un buio assoluto?
M.P.: Si, era le 04.15, 04.20 erano.
P.M.: Perfetto.
M.P.: Con una pila guardai e dietro la siepe, perché lì c’era una siepe, trovai la ragazza supina…
P.M.: La vide subito con la pila?
M.P.: Sì, subito, subito si è vista.
P.M.: Lei era con qualcuno o era solo?
M.P.: C’era un Carabiniere con me.
P.M.: Bene. Quindi cosa fece?
M.P.: Visto questo, dopo cinque minuti massimo arrivò il Comandante interinale della Compagnia, parlai un pochino con lui, dopo arrivò il capitano Telloni…
P.M.: Con il sottoscritto. Bene.
M.P.: Con lei.
P.M.: Benissimo. Lei poi provvide ad attività di sopralluogo, o non fece altro?
M.P.: No, non feci nulla perché il Capitano mi mandò via per sentire le persone che la notte avevano girato alla ricerca dei ragazzi.
P.M.: Ecco. È doveroso a questo punto chiarire alla Corte che il primo sopralluogo – per quel che può servire – è riassunto, penso dettagliatamente, in un processo verbale di ispezione luoghi autovettura e cadaveri che è stato fatto alle ore 05.30 del 30 luglio ’84, ovviamente scritto a macchina dopo; sono diverse pagine e l’ha fatte il sottoscritto. La Corte ce l’ha già, il quale dette certe disposizioni, ora vedremo. È per chiarezza come andarono, almeno quella sera, le cose. Quindi lei andò via?
M.P.: Sì, il capitano Telloni mi mandò via per sentire quelle persone che la notte avevano girato.
P.M.: Bene. Io non ho altre domande al teste.
Presidente: Vi sono domande signori?
A.B.: Ecco, scusi, Maresciallo…
Presidente: Avvocato Bevacqua.
A.B.: Grazie. Avvocato Bevacqua, difensore dell’imputato. Lei era Maresciallo che comandava la stazione di Vicchio.
M.P.: Sì.
A.B.: E fu praticamente il primo degli investigatori che arrivò sul luogo?
M.P.: Sì.
A.B.: Ebbe modo di parlare con delle persone lei, con quei ragazzi?
M.P.: Con le persone che avevano girato la notte?
A.B.: Sì, ebbe modo di parlare con quei ragazzi?
M.P.: Successivamente ci parlai.
A.B.: Ci parlò. Ecco, riuscì a ricostruire come mai questi ragazzi erano arrivati in quel luogo, come mai queste persone erano arrivate in quel luogo?
M.P.: Ma, dice che loro erano abituali andare in quel luogo.
A.B.: In quel luogo. Ecco, ricorda anche se la mamma dello Stefanacci, se non erro, e i genitori della Rontini aspettavano questi ragazzi per le ore 10.00 circa, la sera?
M.P.: Mah, da come dissero dopo, verso le 10.30, le 11.00, li aspettavano.
A.B.: Li aspettavano. Quindi si attivarono questi genitori per cercare di sapere come mai questi ragazzi non arrivavano, subito dopo le 10.30, le 11.00?
M.P.: Sì.
A.B.: Le 10.30, le 11.00. Si ricorda se fra queste persone vi era una in particolare, un certo signore il quale disse che sapeva, perché aveva visto un giorno uscire questa macchina da questa specie di tratturo, che erano usciti, questa strada che entra nella strada di Sagginale nella traversa del Mugello, vide questi ragazzi uscire e allora si rese conto che probabilmente, cioè pensò che potessero essere lì, se lo ricorda questo?
M.P.: Sì, queste sono dichiarazioni acquisite successivamente che me le fece la signora Stefanacci.
A.B.: Ecco, dato che lei ha acquisito quelle dichiarazioni, siccome credo che possa essere molto importante ai fini della valutazione di questo fatto, se lei ricorda anche di un certo signor Bardazzi, un tizio che aveva un bar, che aveva fatto dei riferimenti ben precisi su questi due ragazzi nel pomeriggio di quel giorno e su una persona che addirittura anche indicò e fece anche una sorta di identikit. Se lo ricorda questo?
M.P.: Ma, questo Bardazzi me lo ricordo però non…
A.B.: Si ricorda che c’era una persona che aveva seguito in maniera, con occhio torvo questi ragazzi, persona strana che non riusciva ad avere, e non ebbe la possibilità di potere identificare una macchina perché evidentemente questa persona l’aveva nascosta dietro, si ricorda questo particolare?
M.P.: Sì, ma mi ricordo, però non mi ricordo il fatto di averlo sentito io questo Bardazzi.
A.B.: Ah, non l’aveva sentito lei?
M.P.: No, non l’ho sentito io.
A.B.: Ma si ricorda di questo particolare?
M.P.: L’ho letto da qualche parte, ma non…
A.B.: Nel vostro fascicolo?
M.P.: Sì.
A.B.: Nel vostro fascicolo. Ecco, chi era che oltre lei faceva le indagini?
M.P.: Ma, io ripeto, io andai via subito, perciò non so chi abbia proceduto o meno a fare le indagini.
A.B.: Comunque pare che sia accertato – non lo so, ora lo dirà il medico legale – che questi due ragazzi sarebbero stati uccisi verso le 21.30, 22.00. Dalle 21.00 alle 22.00?
M.P.: Questo io non lo posso sapere.
A.B.: Va bene, nessun’altra domanda. Ecco, non ricorda, mi scusi, Presidente, se lei ricorda questo identikit che fu fatto proprio in caserma, non so se nella vostra caserma o presso un’altra caserma, di questo personaggio per il quale poi e del quale poi si sono perse le tracce, questo personaggio, un identikit, io posso mostrarlo signor Presidente?
Presidente: Prego.
A.B.: Piuttosto elegante vestito, con occhio torvo, impaziente, che bevve una birra velocissimamente; prima la tenne per mezz’ora guardando sempre costantemente questi ragazzi.
P.M.: Facciamolo dire a lui sennò facciamo l’errore che fa a volte il P.M. di raccontare prima i fatti.
A.B.: Lo fa molte volte l’errore, quindi mi rivalgo questa volta.
P.M.: SI, nei limiti del lecito. Presidente, per cortesia ci troviamo…
A.B.: No, ricorda questo identikit?
Presidente: Guardi un po’.
M.P.: Sì, ma non è stato fatto in Vicchio però quello lì.
A.B.: Dove è stato fatto?
M.P.: Questo non lo so io dove è stato fatto.
A.B.: Ma lei l’ha visto questo identikit?
M.P.: Ma l’ho visto agli atti perché…
A.B.: Agli atti. Quindi esiste agli atti questo identikit?
M.P.: Sissignore.
A.B.: Ecco, io chiedo alla Corte se può essere utilizzato, se può essere utilizzato perché questo identikit è importante, perché io ho citato un testimone Bardazzi, speravo vivamente che anche il signor Pubblico Ministero citasse dei testimoni a riguardo. Presidente, spiego perché. Questo signore è stato visto da ben tre persone, e cioè il proprietario di un bar, il genero del proprietario e la sorella, credo, di questo proprietario o del genero. Questo signore…
P.M.: Abbiamo il Capitano Sticchi che ha fatto il rapporto che parla di quelle cose, forse è più opportuno chiederlo a lui, così evitiamo…
A.B.: Benissimo, siccome è importante, volevo…
P.M.: Sì, sì, è citato.
A.B.: Comunque io chiedo l’utilizzazione, per quel che può valere, di questo anonimo ritratto.
Presidente: Non ci sono opposizioni?
P.M.: Nessuna, Presidente. Ci mancherebbe.
A.B.: Grazie.
Presidente: Altre domande?
A.S.F.: Ce ne sarebbe una, signor Presidente.
Presidente: Avvocato, se lo ricordi prima però, forza.
A.S.F.: Non so se lui è il diretto interessato per questo avevo chiesto lumi al P.M. Accanto al luogo del delitto esattamente imboccando lo stradello sulla sinistra, distante trecento metri, forse non di più, c’è una grande casa colonica.
M.P.: Sì, sì.
A.S.F.: Chi è che ha interrogato le persone, quelle persone che abitano la casa, ripeto non sono più lontane di trecento metri.
M.P.: Ma io sicuramente no.
A.S.F.: E quindi lei non sa nulla di cosa hanno risposto queste persone?
M.P.: No.
P.M.: Ripeto c’è l’Ufficiale che ha fatto il rapporto in cui si parla di queste cose. Sentiamo lui.
A.S.F.: Perfetto, grazie.
Presidente: Benissimo. Può andare il Maresciallo?
P.M.: Sì, senz’altro per il P.M.
Presidente: Può andare. Buongiorno.

Presidente: Chi introduciamo?
P.M.: Il colonnello Sticchi dei Carabinieri.
Presidente: Colonnello Emanuele Sticchi. Si accomodi, Colonnello, prego.



E.S.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Benissimo. Vuol dare le sue generalità, Colonnello?
E.S.: Sì. Emanuele Sticchi, nato Maglie provincia di Lecce, XX/XX/XX. Attualmente residente a NNNNNNNNNN.
Presidente: Vuol rispondere alle domande del Pubblico Ministero?
E.S.: Sì.
P.M.: Colonnello, può precisare alla Corte qual era il suo incarico alla data del 29 luglio ’84, nell’Arma dei Carabinieri e che cosa ebbe materialmente a fare in occasione del rinvenimento di quei cadaveri e eventuali indagini successive dal momento che il rapporto che fu inviato all’Autorità Giudiziaria è a firma sua.
E.S.: Sì. A quel tempo ero Comandante della Compagnia di Pontassieve. Verso le 04.00 circa venni incaricato dal Comando gruppo di recarmi sul posto a Vicchio dove erano stati rinvenuti i cadaveri di due ragazzi in quanto il…
P.M.: Vuole spiegare… Ecco…
E.S.: In quanto il collega territorialmente competente, il maggiore Anzà, era assente per licenza.
P.M.: Bene, perfetto. Quindi lei era l’Ufficiale più vicino sul luogo prima che arrivasse qualcuno da Firenze, è questo il concetto?
E.S.: Esatto.
P.M.: Bene.
E.S.: Sono arrivato sul posto dove c’era già il Comandante della stazione di Vicchio e il Comandante interinale della compagnia di Borgo San Lorenzo, maresciallo La Moratta. Faccio una ricognizione del luogo, vedo…
P.M.: È notte quando arriva lei? È notte o è già l’alba?
E.S.: Cominciava a schiarire.
P.M.: Bene.
E.S.: Mi avvicino alla vettura, noto il ragazzo disteso sul fianco, sul sedile posteriore; vedo nei pressi della vettura un bossolo, per terra, un bossolo che sembrava chiaramente un 22, mi porto poi dietro la siepe dove giaceva la ragazza, la Rontini e dal tipo delle lesioni che erano immediatamente evidenti e dalla presenza del bossolo calibro 22, insomma l’insieme della circostanza di quanto avevo visto mi aveva indotto a ritenere che si fosse trattato dell’ennesimo delitto del cosiddetto “mostro di Firenze”.
P.M.: Bene.
E.S.: Viene disposto che non si avvicini nessuno. Quindi con del nastro a doppio colore viene ostruito l’accesso al viottolo. Mi reco in caserma per informare il Comandante del gruppo di quanto avevo constatato, dopodiché sono tornato sul luogo dove abbiamo atteso l’arrivo del Magistrato, Capitano Telloni del nucleo operativo, poi è intervenuta anche la Polizia Scientifica per i rilievi…
P.M.: Quindi lei rilievi non ne ha fatti. La prima cosa che ha fatto lei è fare si che prima che arrivasse qualchedun altro fosse conservato lo stato dei luoghi.
E.S.: La conservazione dello stato dei luoghi, esatto.
P.M.: Benissimo. Io non ho altre domande al teste.
Presidente: Avvocato Bevacqua, prego. Allora, avvocato Santoni.
A.S.F.: Chiedo scusa. È la solita domanda di prima: guardando lo stradello di accesso al luogo del delitto, sulla sinistra a trecento metri c’è una grandissima casa colonica, anzi credo che siano più d’una raggruppate.
E.S.: C’è una casa che dista 300-400 metri circa…
A.S.F.: Esatto.
E.S.: . . . era abitata da una persona che venne interpellata e che disse di non aver udito nulla. Dovrebbe essere una donna anziana.
A.S.F.: C’era una sola persona? Sono più case a dire il vero, son due.
E.S.: Questo mi era stato, così, riferito.
A.S.F.: Non fece lei direttamente l’accertamento?
E.S.: Lo chiesi al Comandante della stazione della compagnia del luogo.
A.S.F.: Ho capito, grazie.
Presidente: Avvocato Bevacqua, prego.
A.B.: Senta, Colonnello, lei ha fatto…
Presidente: Ah, un’altra parte civile. Scusi, avvocato Colao, mi scusi.
A.C.: Colonnello, scusi, lei prese visione della borsetta della Rontini?
E.S.: No.
A.C.: Non ne prese visione, quindi non si ricorda né il contenuto, non si ricorda…
E.S.: Precisamente no, perché all’interno della vettura non…
P.M.: È la prova che nessuno toccò nulla.
A.C.: D’accordo, grazie. Basta così.
A.B.: Ringrazio il collega Colao per questa mia improvvisa dimenticanza. Ricorda lei sul posto se furono trovati una borsa in pelle marrone della Rontini contenente documenti della stessa, banconote da 10.000 italiane, tre banconote di valute straniera, un pezzo da 100 e uno da 50 e se ricorda ancora che c’era un orologio da uomo in metallo; e se vi era ancora nel portafoglio dello Stefanacci – che poi fu trapassato anche da un proiettile – denaro contante e la somma complessiva di lire 47.000 lire contenuti nel portafoglio trapassato? Se lo ricorda?
E.S.: Non ho avuto modo di constatare nulla di tutto questo, e quindi non posso…
P.M.: Ci sono gli agenti della Scientifica che hanno fatto quel verbale, ce lo diranno.
A.B.: No, ma volevo… grazie, Colao. Dunque, allora un’altra cosa volevo domandarle, Colonnello. Lei ha fatto le indagini nell’immediato, diciamo cosi.
E.S.: Sì.
A.B.: E ha fatto anche delle indagini perché il suo, il colonnello maggiore Anzà non c’era, quindi ha seguito un po’ la fase…
E.S.: Sì.
A.B.: … originaria di queste indagini, e ricorda da una qualche parte di questo processo esiste addirittura una indicazione di questo tipo, che cioè sarebbero stati uditi due o tre colpi di pistola da qualcuno.
E.S.: Sì, due persone.
A.B.: Due persone.
E.S.: Due persone da posizioni distinte…
A.B.: Avrebbero sentito due o tre colpi di pistola.
E.S.: Sì.
A.B.: Quindi, pur essendo un luogo piuttosto aperto qualcuno aveva sentito.
E.S.: Sì.
A.B.: Si ricorda quando furono sentiti questi colpi?
E.S.: Sì, ricordo che gli interessati dichiararono di averli uditi tra le 21.40 e le 21.45.
A.B.: Ecco, 21.40 e 21.45. Ricorda lei se in relazione a questo dato cronologico fu anche fatto un accertamento con la mamma del ragazzo e con i genitori della ragazza? Fu ricostruito quella sera, e quel giorno anzi, il movimento di questi due ragazzi. Si ricostruì in qualche modo, perché la Corte non ci ha nulla.
E.S.: Sì, direi di sì. I ragazzi erano usciti alle 21.00 circa da casa. La Rontini esce alle 21.00 circa, va poi dal fidanzato, dal Claudio Stefanacci e dopo di allora non si hanno più notizie. C’era la previsione del loro rientro verso le 22.30 perché lo avevano detto e perché era nelle abitudini, tant’è che passato quell’orario i genitori e dell’uno e dell’altra cominciano ad impensierirsi.
A.B.: Cominciano ad impensierirsi. Dopodiché c’è quella ricerca di questi ragazzi, c’è un signore che si ricorda – se lei lo ricorda, io non è che voglia suggerirle anche se posso sotto certi profili farlo, il Codice quasi me lo consentirebbe – comunque lei ricorda che a un certo punto una persona, avendo visto tempo prima quella macchina, la stessa macchina, fuoriuscire da questo stradello, pensò, dice: ‘Forse saranno lì’.
E.S.: Si. Esatto.
A.B.: Ecco, si ricorda questa persona? Si ricorda degli altri ragazzi che dissero questo?
E.S.: Sì.
A.B.: E quindi vi orientarono.
E.S.: Infatti fu poi la persona che materialmente ritrovò i ragazzi…
A.B.: La macchina.
E.S.: … nella fase delle ricerche.
A.B.: Ricorda se la notte era buia oppure luminosa?
E.S.: Non c’era luna, c’erano…
A.B.: Era molto buia, così dite voi, vero?
E.S.: Sì, comunque era sereno, era una notte serena, d’estate quindi…
A.B.: Serena, però molto buia.
E.S.: Buia.
A.B.: Eh certo. Oh, una circostanza che voi avete rilevato sentendo una serie di persone.
E.S.: Sì.
A.B.: Noi abbiamo prima parlato del momento in cui la ragazza va via di casa, va dal suo fidanzato, dice alla mamma che sarebbe ritornata entro le 22.30 – è una circostanza pacifica, loro tornavano sempre non più tardi delle 22.30, almeno questo risulterebbe dal suo rapporto – e voi fate anche un’indagine relativa alle ore che aveva trascorso prima la ragazza cioè…
E.S.: Nel pomeriggio.
A.B.: Nel pomeriggio. Ecco, ci vuol spiegare che cosa succede nel pomeriggio?
E.S.: Nel pomeriggio la ragazza esce di casa alle 16.00, viene incaricata dal padre di portargli una birra, esce e ritorna dopo qualche minuto con la birra poi va via con il fidanzato…
A.B.: Con il fidanzato.
E.S.: … e rientrano verso le 16.50 circa.
A.B.: Sì.
E.S.: Dove siano stati in questo tempo non è certo; c’è però che i gestori di un bar, del bar la Torre della zona…
A.B.: Ecco, ci dice dove sta questo bar, chiedo scusa, perché non l’ho capito bene. Questo bar dove è? Perché è un bar un po’ isolato.
E.S.: Sì, è un bar un po’ isolato nella zona di Vicchio.
A.B.: Di Vicchio.
E.S.: Sì.
A.B.: Ma al di qua o al di là della Sieve?
E.S.: Non le so dire esattamente, ecco, il luogo. Comunque il gestore di questo bar il giorno successivo, vedendo sui giornali le immagini dei ragazzi, ritiene di riconoscere nelle due vittime i due giovani che attorno alle 16.45, mi pare che lui dica, erano stati nel suo esercizio.
A.B.: Quindi compatibilmente con l’assenza dei due da casa. Compatibilmente l’orario, pressappoco.
E.S.: Beh, pressappoco, ci sono… perché loro sarebbero tornati a casa alle 16, 16.50, circa. Quindi…
A.B.: Va bene, quindi nel pomeriggio, comunque.
E.S.: Sì.
A.B.: Prego.
E.S.: Il gestore, là, anche il padre che era presente, notano in quella circostanza la presenza di una persona…
A.B.: Sì.
E.S.: E la notano perché. . . per il modo insistente con il quale osservava i due ragazzi che si sono intrattenuti lì per una consumazione. Tra l’altro pensavano che questo potesse essere uno della Finanza e quindi gli dedicarono una certa attenzione, anche per questa ragione. Rilevarono questa osservazione costante, ininterrotta da parte di quest’uomo nei confronti dei ragazzi e notarono anche che dopo che i ragazzi uscirono questo individuo bevve d’un fiato la mezza birra che gli era ancora rimasta, mentre in precedenza l’aveva sorseggiata lentamente. Non venne notata autovettura di questo individuo e comunque non è stata parcheggiata lì nei pressi – almeno così sostengono queste persone – la vettura di quest’uomo. Di quest’uomo danno una descrizione in base alla quale poi il maggiore Anzà redige anche un’immagine grafica. Esatto.
A.B.: Fu fatto questo identikit.
E.S.: Sì.
A.B.: Ora l’abbiamo già visto prima. Comunque se lo ricorda lei questo identikit.
E.S.: Sì.
A.B.: Ecco, Colonnello, le volevo domandare una cosa: nel verbale – ora la domanda è un po’ sotto il profilo formale, non so se mi passerà, ma stiamo cercando la verità un po’ tutti – questo signore, quando venne a dire, cioè il Bardazzi, uno di questi signori, specificò esattamente, in maniera particolare, come questo signore, questo signore di cui si è tracciato l’identikit, guardasse questi due ragazzi. Io le ricordo, se è vero, che disse che ‘aveva la faccia burbera come – scusate il turpiloquio – incazzato’. Poi ‘Lo sconosciuto era un po’ più truce, del tipo di persona a cui girano le scatole. Ci sembrò un finanziere, non so perché…’
P.M.: Chiedo scusa, il Bardazzi è indotto dalla difesa come teste?
A.B.: E’ indotto, è indotto.
P.M.: Allora sentiamolo da lui, no?
Presidente: Prosegua, Avvocato.
A.B.: Ecco, ‘E aveva, li scrutava con intensità, amarezza, rabbia, continuità’. Se lo ricorda questo?
E.S.: Sì, non l’ho verbalizzato io. Lo ricordo come conoscenza degli atti.
A.B.: Ma si ricorda questa circostanza?
E.S.: Certo. Avendo fatto il rapporto…
A.B.: Ecco, e ricorda se anche – questo ai sensi dell’articolo 195, Codice di procedura penale, lo formulo – se, oltre al Bardazzi che io ho citato sul punto, questo stesso modo di atteggiarsi di questo signore, di questo tipo, fu riferito, ribadito anzi, più che altro anche da un altro testimone, che cioè era l’altro…
E.S.: Il padre, mi pare, del Bardazzi.
A.B.: Il padre, ecco, Bardazzi Piero… Se lo ricorda? E da una ragazza.
E.S.: Sì.
A.B.: Ecco. Ricorda anche, se lei lo ricorda, che questo signore, questo tizio, si era fatto vivo anche presso, in quei giorni, qualche giorno prima, qualche sabato prima si era fatto vivo, presso un bar del luogo con Bazzi Manuela e Lelmi Luciana.
E.S.: Sì.
A.B.: Si ricorda? Chiedendo qualche cosa di particolare, di strano.
E.S.: Ricordo che aveva… così, aveva dimostrato interesse per le ragazze… Ora, Si parla di un soggetto che corrisponderebbe come descrizione a quello effigiato…
A.B.: Ecco, voi date le descrizioni di questo tizio, come persona che aveva – voi date, danno questi signori – descrizione di un tizio che aveva queste caratteristiche somatiche, in particolare aveva: corporatura robusta, dice che era più alto di 1,75, perché questo signore pare che fosse 1,68, era più alto di lui, ben più alto di lui; e aveva occhi regolari, marroni, naso normale, fronte ampia stempiata, capelli molto corti biondi sul rossiccio. Se la ricorda questa circostanza?
E.S.: Sì.
A.B.: Oh, le volevo domandare anche un’altra cosa: questo signore, questo signor Bardazzi, ma non soltanto lui, il figlio, ma anche il padre, fecero riferimento alla somiglianza di questo tizio con un certo signore…
E.S.: Con una persona del luogo che loro conoscevano.
A.B.: Una persona del luogo. Un certo Vignini, qualcosa del genere, che poi non c’entrava nulla, però assomigliava, assomigliava…
E.S.: Giusto per dare indicazione delle fattezze.
A.B.: Ecco, io faccio questa domanda: sono state attivate in tal senso poi delle indagini? Oppure no?
E.S.: Mah, ritengo proprio di sì, insomma, anche se è stato divulgato…
A.B.: Pensa, cioè, non c’è stato…
E.S.: Non ho avuto poi notizia di esiti positivi di questi accertamenti.
A.B.: Ecco, io, signor Presidente, a questo punto, ai sensi dell’articolo 195 del Codice di procedura penale, sulla base delle dichiarazioni che ha reso oggi il Colonnello, chiedo che vengano sentite, come persone informate sui fatti, e come testi di riferimento, oltre che il Bardazzi già da me indicato come teste, anche Bardazzi Baldo…
Presidente: Ubaldo?
A.B.: No, Bardazzi Baldo è il testimone che io ho già… Bardazzi Piero, Bardazzi Baldo, Bazzi Manuela…
Presidente: Piano, piano, Avvocato.
A.B.: E Lelmi Luciana. Ma mi interessano Bardazzi Baldo e Bardazzi Piero, in maniera particolare.
Presidente: Sulle circostanze oggi riferite dal teste?
A.B.: Sulle circostanze oggi riferite dal teste. Un’altra domanda, signor Colonnello, e poi credo di dovermi chetare. Dunque, la domanda è questa: lei ricorda se quella notte pervennero alla Stazione di Borgo San Lorenzo una serie di stranissime telefonate. Io ho una relazione di servizio, non so se è agli atti. Ce n’è una delle 00.45 che informano, da voce femminile che si qualifica per la signora Stefanacci di Vicchio, che il proprio figlio Claudio, stranamente ancora non aveva rincasato ed era in compagnia della fidanzata Rontini Pia. Mi pare che questa è… Poi ce n’è una alle 03.45 che informa voi che venite subito; a Vicchio, località Boschetta, si sono trovati due ragazzi morti. E poi ce n’è una ancora – veramente questa strana – delle 04.28, dove si dice – lei se la ricorda questa? – che c’era stato un incidente…
E.S.: Viene segnalato un incidente…
A.B.: Stradale.
E.S.: E chi telefona si qualifica come…
A.B.: Certo Farina.
E.S.: Fornaio Farina, della zona, e segnala appunto la presenza di un incidente, di un autocarro nella zona di Sagginale.
A.B.: Quella zona là, insomma.
E.S.: Quella… si. E ovviamente non c’è stato nessun incidente, e il soggetto…
A.B.: Non era il Farina…
E.S.: … con le indicazioni fornite, non esiste.
A.B.: Non era il Farina. Grazie, non ho altre domande, signor Presidente.
Presidente: Altro? Su questa richiesta, piuttosto, signori?
P.M.: Mah, Presidente, se posso dire qualcosa io. Sembra che usare lo strumento dei testi di riferimento è un po’ improprio, perché questi testi sono stati sentiti regolarmente dalla Polizia Giudiziaria. La difesa, tutte le parti avevano gli atti, sono stati depositati, quindi se avevano un interesse a sentirli lo dovevano fare al momento opportuno. Ciò detto, remissivo.
A.B.: Mi scusi signor Presidente…
Presidente: Va bene, va bene, Avvocato.
A.B.: No, no, non voglio fare una polemica col Pubblico Ministero, il quale mi ha messo a disposizione tutti gli atti. Ma siccome, lei lo sa meglio di me, tutti gli atti erano cento faldoni, la stessa Polizia Giudiziaria, perché si poteva fare soltanto attraverso la SAM, non riusciva a darci tutti gli atti. Noi non siamo “padreterni”, non vediamo nulla, e questi atti ce li stiamo leggendo via via, signor Presidente. Via via abbiamo la copia degli atti. Siccome a me pare che noi dobbiamo soltanto accertare la verità, qualunque essa sia, a me sembra opportuno sentire questi signori, perché è importante che questi signori, se è vero quello che hanno visto, hanno visto qualcosa di importante per il processo.
Presidente: Avvocato Santoni?
A.S.F.: È remissivo, è remissiva anche questa parte civile che ovviamente faccio proprie le considerazioni svolte dall’avvocato Bevacqua. Per tutti noi è molto difficile avere presente, Presidente, tutti gli atti e avere compilato esattamente liste testimoniali per cui chiediamo sempre venia alla Corte perché evidentemente le lacune, anche di chi ha seguito il caso, da moltissimo tempo sono evidenti. Proprio a questo proposito io volevo, se la Corte…
Presidente: Avvocato, però stiamo… eh, sennò…
P.M.: Scusate, questi sono stati sentiti. No, questa non l’accetto, eh, “le lacune sono evidenti”. Questi sono stati sentiti, sono lì…
A.S.F.: No, le lacune dei difensori.
P.M.: Non c’è nessuna lacuna.
Presidente: Va bene, basta.
A.S.F.: Lacune dei difensori, cos’ha capito il P.M.? Ha capito male. Ho detto, le lacune dei difensori nel conoscere gli atti.
Presidente: Basta, Avvocato. Ci sono altri? Va bene, lasciamo stare le polemiche, per carità!
A.S.F.: No, non era una polemica. Ha capito male il Pubblico Ministero, o mi sono espresso male io.
Presidente: Va bene, va bene. Altri, signori?
A.S.F.: No, appunto a questo proposito volevo dire, Presidente, mi sia consentito di fare una domanda perché evidentemente non so bene le cose. Volevo chiedere una delucidazione al teste. La domanda era questa, se la Corte l’ammette, scusi un momento. La domanda è questa: questo luogo dov’è avvenuto l’omicidio, a quanti metri è dalla strada?
E.S.: Dalla strada c’è un viottolino che ha uno sviluppo di circa 60 metri, poco meno.
A.S.F.: 50, 60 metri massimo. E sulla destra…
E.S.: E la vettura era proprio al…
A.S.F.: E sulla destra vi sono delle frasche?
E.S.: Sulla destra…?
A.S.F.: Vi sono delle frasche, degli arbusti, se lo ricorda?
E.S.: Sì, c’è vegetazione… c’è un terrapieno qui, alto, e c’è della vegetazione.
A.S.F.: Ecco, perfetto. Avete controllato se questo posto dov’era la macchina – e sono sicuro di sì, perché me lo ricordo a mente dai vecchi verbali – era visibile percorrendo la strada comunale? Da qualche parte della strada…
E.S.: Non era visibile percorrendo la strada, la Sagginalese.
A.S.F.: Era quello che le volevo chiedere. La ringrazio. Non era visibile. Grazie, tutto qui.
E.S.: Non era visibile.
A.B.: Ecco, mi scusi, Presidente…
Presidente: Signori, però qui, intendiamoci bene, ognuno deve… vero, rispettare, eh, il proprio momento. Sennò qui si fa prima io, poi te, poi quell’altro. Un pò’ va bene… avanti!
A.B.: Le chiedo scusa, Presidente, non è una domanda.
Presidente: No, non ce l’ho con lei.
A.B.: No, no, per carità! Ma non è una domanda, è una precisazione. Siccome non sapevo se questo foglio che poi, a parte, è di pugno del P.M. che è anche un ottimo pittore, evidentemente, l’ha fatto il Pubblico Ministero, mi pare che…
P.M.: Se ne sono fatti di meglio, eh, oltre quelli, sempre sul questo caso. Quello è uno schizzo.
A.B.: Io e lei ci divertiamo.
P.M.: Bene, bene.
A.B.: Ecco, a proposito di questo schizzo…
P.M.: Alleggeriamo…
A.B.: … è importante, siccome credo che non ci siano altri testi sul luogo in cui si è verificato questo fatto, ci sono soltanto i Carabinieri e lei…
P.M.: No, no, c’è la Polizia Scientifica che ha fatto invece…
A.B.: I rilievi.
P.M.: … i rilievi con le misurazioni. Solo che è arrivata dopo il P.M., e allora abbiamo fatto due verbali. Prima è arrivato il P.M. a fare qualcosa, è lì.
A.B.: L’importante è questo, se…
P.M.: No, c’è la Polizia Scientifica nei dettagli, quindi ci sono…
A.B.: Anche per sapere dov’era questa macchina…
P.M.: Ci sono tre o quattro…
A.B.: … dove c’era la montagna.
P.M.: Ci sono… a parte che il verbale che ho fatto io lo spiega – no perché l’ho fatto io chiaramente -ma ci sono tutti i testi di Polizia scientifica.
A.B.: Ecco, volevo sapere se c’era questo a verbale.
P.M.: Certo.
A.B.: Grazie. Nient’altro.
Presidente: Avvocato Colao.
A.C.: Sì, senta, dicevo, sono remissivo sulla richiesta dell’avvocato Bevacqua, ma nel contempo vorrei domandare al teste se alle volte si ricordasse se la famiglia Rontini lamentò la sparizione delle chiavi di casa, nella borsetta, che erano ivi contenute. Lei ricorda nulla? Come precisò anche a suo tempo che la Rontini non portava denaro. Lei, a questo proposito, non ricorda nulla?
E.S.: Non ricordo…
A.C.: Bene, grazie.
Presidente: Va bene. Allora, per quel che riguarda la richiesta dei testimoni dell’avvocato Bevacqua, la Corte, ritenuta nell’ammissibilità la rilevanza, li ammettiamo, e lei poi ce li porterà, Avvocato. Va bene?
A.B.: Grazie.
Presidente: Può andare il teste?
P.M.: Senz’altro, Presidente.
Presidente: Grazie, buongiorno.
Presidente: Chi introduciamo ora?
P.M.: Allora, introduciamo il teste Autorino della Polizia Scientifica che abbiamo già sentito. Volevo far presente due cose, a proposito della testimonianza che ora ascolteremo. Come appare evidente, in questo caso si verifica una situazione dal punto di vista dei rilievi un po’ anomala rispetto agli altri. Perché, per fortuna, gli ufficiali di Polizia Giudiziaria che arrivano sul posto fanno sì che nessuno tocchi niente, e il secondo ad arrivare, terzo, è il P.M.. Il quale P.M. fa un verbale d’ispezione – il codice di allora lo prevedeva, lo imponeva – ed è lì negli atti. Ovviamente è un lungo verbale in cui sono descritte molte cose e dà risposta a quelle domande che venivano fatte. È ovvio che pubblicamente non ci possiamo ora metterci a leggere questo lungo verbale, né il P.M. può fare teste di se stesso. La Corte ce l’ha, lo leggerà se lo ritiene opportuno. Volevo mettere in evidenza un dato solo, al fine di capire perché poi viene sentito l’ispettore Autorino e altri della Scientifica. In questo verbale, il P.M. che dice – il sottoscritto – di essere arrivato lì alle 05.30, mette in evidenza due cose: primo, che gli Ufficiali di Polizia Giudiziaria, arrivati, assicurano che l’autovettura e i due cadaveri si trovano esattamente nelle stesse condizioni e posizioni in cui sono stati rinvenuti. È altresì presente, si dà atto le altre persone. Il P.M. dà atto che si dà innanzitutto, si provvede innanzitutto a far isolare il luogo del ritrovamento, onde consentire l’ispezione aggiunge il P.M. – ufficiali di P.G. presenti, predispongono tre transennamenti successivi sul viottolo, partendo dalla strada provinciale fino all’autovettura”. Poi dà atto il P.M. che viene incaricata la Polizia Scientifica di fare i rilievi con foto e di prendere le misurazioni.
Presidente: Va bene.
P.M.: Ecco perché ho introdotto il teste Autorino.
Presidente: Finalmente abbiamo cominciato a lavorare seriamente.
P.M.: Io… si prescinde dalle persone, Presidente.
Presidente: Va bene. Ovviamente, come sempre. Ispettore, lei è già stato sentito come teste, quindi, sempre in quella veste, risponda alle domande del Pubblico Ministero.



P.M.: Ispettore Autorino, ricorda i rilievi che fece quella mattina?
G.A.: Perfettamente.
P.M.: Perfettamente. Per fortuna ha fatto delle ottime fotografie, lei o chi per lei. E quindi fra un po’ le vediamo. Vuole un attimo descrivere nei dettagli la scena che lei si trova di fronte e che ha a sua volta descritto in un lunghissimo verbale con misurazioni che sono forse addirittura oggi sovrabbondanti. Comunque ci sono, è bene che l’Ispettore ne dia atto. Vediamo poi tutto nei dettagli nelle numerosissime foto, compresi i transennamenti, per fortuna, questa volta. Ci sono addirittura quando arrivano a fare le foto. Ci sono già. Grazie, Ispettore.
G.A.: Allora, la località del rinvenimento è la Boschetta, e si trova a 5 chilometri e 400, partendo da Dicomano in direzione Vicchio, sulla sinistra. Infatti lì osserviamo che c’è un largo nella cui parte anteriore si riparte una stradina…
P.M.: Deve andare lentamente, eh, Ispettore.
G.A.: … di una sessantina di metri, nella cui parte terminale è delimitata a destra e anteriormente da un terrapieno, caratterizzato da una rigogliosa vegetazione. Il lato sinistro di questa strad…
P.M.: Scusi, quando arriva lei è già mattina, no?
G.A.: Sì, sì.
P.M.: C’è già la luce. Benissimo.
G.A.: Il lato sinistro è delimitato, di questa stradina, è delimitato da uno sbarramento costituito da siepi e da cespugli di rovo. L’autovettura, che si tratta di una Panda 30 di colore celeste, è parcheggiata con la parte posteriore, quasi a ridosso del terrapieno che delimita anteriormente la stradina. Mentre la parte anteriore dell’autovettura è rivolta alla provinciale. Ora io inizierò una descrizione generale e poi passerò ai particolari.
P.M.: Bene, grazie. Cioè la scena che ha visto lei.
G.A.: Certo. In generale la… innanzitutto dobbiamo dire che c’era un bossolo, perché è quello che notiamo per prima, ed era fuori dell’autovettura, sullo sterrato. Si trovava a 40 centimetri dalla ruota anteriore destra…
P.M.: Guardando l’autovettura?
G.A.: Sì. Per chi osserva l’autovettura, arretrando verso lo sportello. Quasi perpendicolarmente al basamento dell’autovettura.
P.M.: Bene.
G.A.: Ora passiamo all’autovettura propriamente detta nella descrizione. L’autovettura presentava lo sportello destro chiuso, ma senza la sicura innestata; mentre lo sportello sinistro e il portellone posteriore erano l’uno chiuso con la sicura e l’altro chiuso a chiave.
P.M.: Bene.
G.A.: Lo sportello destro aveva il finestrino frantumato completamente frantumato. Residuavano ancora nelle guide laterali, nella guida laterale destra per chi osserva, qualche residuo nella canaletta inferiore e nello spigolo inferiore sinistro, frammenti di vetro. Qualche frammento di vetro stazionava a terra, proprio all’esterno, nella parte sottostante lo sportello. La maggior parte dei vetri, invece, erano all’interno.
P.M.: All’interno dell’autovettura.
G.A.: All’interno dell’autovettura.
P.M.: Bene.
G.A.: Il Finestrino, il vetro del finestrino sinistro era abbassato di un otto centimetri. Ora passerò a elencare ciò che abbiamo notato sullo sportello destro. Si tratta di soli due sportelli sulla Panda, per cui quando citerò gli sportelli non dirò quelli anteriori o posteriori, perché…
P.M.: Il posteriore, tanto, era chiuso a chiave.
G.A.: Allora, lo sportello destro, in prossimità dello sportello destro si evidenziavano alcune cose. Io inizierò, com’è nostra consuetudine, dal basso verso l’alto. Nel predellino, cioè quella striscia che corre sotto lo sportello, nella parte mediana, si vede una macchia di sostanza ematica a superficie striata verticalmente, dalla quale sono colate alcune gocciolature che hanno imbrattato, e un fazzoletto di carta, e alcuni fili d’erba che lì erano. Passando più sopra noi notiamo che la fascia paracolpi…
P.M.: Di plastica?
G.A.: Di plastica di colore nero, che all’atto del sopralluogo era uniformemente ricoperta da una polverulenza bianca – sicuramente doveva essere polvere di campagna, era il periodo estivo per cui si può affermare che era quello – si notava sul terzo medio, e parte sul terzo sinistro, due aloni, due aloni di forma semicircolare che noi abbiamo misurato ed avevano una base di dieci centimetri e un’altezza di sei centimetri.
P.M.: Perfettamente misurati sul posto.
G.A.: Misurati sul posto.
P.M.: Bene, grazie.

G.A.: L’altezza da sotto l’arco della semi-circolarità, a finire sullo sterrato sottostante, era di 60 centimetri.
P.M.: Poi vediamo le foto.
G.A.: Andando ancora più oltre, sempre…
P.M.: Quindi lei le misurò su quel terreno.
G.A.: Noi abbiamo misurato…
P.M.: Oh, misurato come era quel terreno lì, avvallato non avvallato, fu misurato lì.
G.A.: Certo, perché al momento in cui non ci sono stati disturbi nell’operatività, abbiamo potuto fare…
P.M.: Bene. Bene, bene.
G.A.: In prossimità della canaletta dove corre il vetro, nella parte mediana, o a 25 centimetri mi sembra di ricordarmi, dal bordo sinistro, si apprezza una macchia di sangue.
P.M.: Bene.
G.A.: Mentre invece, secondo sempre la nostra procedura che è quella prima di passare al sopralluogo diciamo come descrizione e tutto il resto, seguiamo delle fasi. La nostra prima fase è stata quella di rilevare eventuali impronte latenti, al fine di non far sì che qualcuno potesse apporre una mano involontariamente e poi rilevavamo qualcosa che non era pertinente al fatto.
P.M.: Quindi per cercare queste impronte, cosa avete fatto?
G.A.: Abbiamo cosparso con polveri esaltatrici le superfici utili, e proprio nella parte superiore dello sportello, la cornice – sempre sto parlando dello sportello destro – si sono evidenziate due serie di frammenti di impronte.
P.M.: Bene.
G.A.: Tre, più due. Che a mio ricordo sembra però che non siano utili per confronto.
P.M.: Così avete scritto successivamente. Quindi abbiamo chiarito: due impronte c’erano. Le uniche rilevate. Fu fatto quel che si doveva fare, non erano utili per confronti. Andiamo avanti.
G.A.: Successivamente poi abbiamo aperto l’autovettura. E anche qui, ora, passerò ad una disamina generale di quello che io ho osservato.
P.M.: Bene.
G.A.: Dunque, l’aletta parasole sinistra era abbassata; i due sedili anteriori…
P.M.: In stoffa.
G.A.: In stoffa, erano ribaltati verso il cruscotto. i frammenti di vetro erano e sui tappetini anteriori, ma con più accentuazione stazionavano su quelli posteriori. E alcuni di essi si rinvennero imbrattati di sostanza ematica. Un’altra macchia di sostanza ematica noi la rinveniamo sulla bordatura che sta sotto lo sportello, sempre destro, in corrispondenza di quelle che ho citato per primo.
P.M.: Per chiarezza per la Corte, poi tutte queste macchie sono repertate?
G.A.: Questo, c’era il medico legale sul posto, hanno provveduto loro.
P.M.: Bene, bene. No, no, era per anticipare, insomma…
G.A.: Queste hanno una configurazione sul triangolare, e le due sono unite da un istmo, sempre ematico, e sono contornate da micro-gocciolature. Sempre sullo sportello, all’altezza del pulsante di chiusura, si apprezza una striatura ad andamento semicircolare verso l’alto che parte lineare per arrivare, nella parte terminale superiore, come sbavatura.
P.M.: Bene.
G.A.: A cinque o sei centimetri al di sotto di questa macchia ematica, vi è un’altra blanda apposizione ematica che trattiene delle formazioni pilifere, di colore nera, almeno apparivano così, perché forse erano imbrattati, io non lo so poi il vero colore quale era. Anche questo è stato oggetto di repertazione da parte di medicina legale.
P.M.: Ecco, premetto, per la Corte, che uno dei testi è un perito medico-legale, il dottor Marini, che ha provveduto non solo a repertare tutte le macchie di sangue, ma a identificarne i gruppi di provenienza, così come per i gruppi dei ragazzi. Ci sono testi su questo argomento; fra un po’ li sentiamo.
Presidente: Benissimo.
P.M.: Questo è il motivo per cui il teste Autorino non ne sa di più.
G.A.: Poi abbiamo notato che, sotto il sedile anteriore destro, erano riposti dei pantaloni, un paio di jeans di colore blu; una borsa da donna, e un paio di scarpe, dovevano essere di quelle scarpe tipo Espadrillas, una cosa del genere…
P.M.: Bene.
G.A.: Di colore rosso. Mentre, sotto il sedile sinistro, cioè lato guida, noi rinveniamo un paio di scarpe ginniche di color bianco a chiusura ermetica. Il sedile posteriore…
P.M.: Ricorda se i cadaveri erano entrambi scalzi?
G.A.: I cadaveri erano entrambi scalzi.
P.M.: Bene, bene. Per capire subito la scena.
G.A.: Benissimo. Sia il sedile, che la spalliera posteriore sono stati tolti dalla loro naturale sede, chiusi a libretto, e appoggiati lungo la paratia sinistra, in modo da far sì che il pianale sia più grande. E poi dirò che proprio su quel pianale rinveniamo il cadavere del ragazzo. Sotto questo… sia il sedile, che la spalliera, noi rinveniamo un pantalone di colore verde, tipo militare, mi sembra maculato di sostanza ematica, e una coperta. All’interno delle pieghe della coperta vi è un contenitore di profilattici, vuoto, e un orologio di metallo bianco funzionante. Inoltre le superfici della spalliera che io ho detto che era addossata alla paratia è imbrattata di sostanza ematica con configurazione a rigagnoli, oltre ad un’altra sostanza organica che apparentemente sembrava vomito.
P.M.: Ci spiegheranno poi nei dettagli i medici legali. Vada pure avanti.
G.A.: Il cadavere del ragazzo poggiava sul fianco sinistro, con la regione parietale addossata al portellone posteriore, e poggiava inoltre con la regione zigomatica e temporale sinistra. Gli arti superiori li abbiamo rinvenuti abdotti, cioè più avvicinati al corpo, e piegati sotto il tronco. Aderiva inoltre con l’anca, con l’anca sinistra, mentre gli arti inferiori assumevano quasi una figura fetale, perché erano flessi verso l’alto e sporgevano… erano sovrapposti, e sporgevano all’esterno soltanto i piedi. Il ragazzo aveva, indossava – e questo forse è più importante, per quello che poi dovrò dire – indossava una maglina di colore bianca a righe, un paio di slip, e un paio di calzini tipo sportivo, quelli bianchi. Tutti questi indumenti si rinvennero intrisi di sangue, con più accentuazione e per gli slip e per la maglina. La superficie corporea del ragazzo era ricoperta da una patina di sostanza ematica, tanto che si ovviò nel cercare di documentare accuratamente le eventuali soluzioni di continuo che potesse avere, d’accordo con l’autorità che era presente, compresi i medici legali, di differire questo tipo di operazione, anche perché era già intervenuto il “rigor mortis” e non si poteva attuare certe cose. Altre configurazioni di sangue le rinveniamo sul lunotto destro posteriore. Queste assumono una configurazione a costellazione e sono di tipo puntiforme. Penso che all’interno dell’autovettura, sui vetri, sul piancito posteriore, rinvenimmo anche una torcia elettrica di colore blu o azzurro, la quale presentava delle macchie di sangue. Questa torcia abbiamo appurato che è funzionante, però all’atto era spenta. Posso?
P.M.: Fu repertata da Medicina Legale per il sangue?
G.A.: Sì, fu repertata.
P.M.: Andiamo all’esterno.
G.A.: Andiamo all’esterno. Dunque, come ho detto, lo sbarramento del lato sinistro della stradina – che era costituita da cespugli e altro all’altezza della parte terminale destra dell’autovettura, posteriore destra, si diradava. Abbiamo notato che i cespugli… che l’erba era calpestata, e i cespugli presentavano un abbassamento verso il campo che si estendeva oltre, oltre questi cespugli.
P.M.: Bene.
G.A.: Oltrepassata questa barriera che delimitava il lato sinistro, abbiamo rinvenuto il corpo della ragazza. La prima operazione è stata quella di localizzarla; pertanto, prendendo come punto di riferimento la cicatrice ombelicale e il centro del tetto dell’autovettura, abbiamo localizzato che la ragazza si trovava a 7 metri da essa. La posizione era supina, la testa era ruotata a sinistra. Gli arti superiori erano: il destro si trovava in linea con la spalla, era disteso e si trovava in linea con la spalla e la mano stringeva alcuni indumenti intimi intrisi di sangue; il sinistro era abdotto, piegato ad angolo acuto e ruotato verso l’alto. Abbiamo visto che aveva un orologio di metallo bianco ed era spezzato in prossimità della chiusura. Il bacino, la schiena, aderivano al sottostante terreno e gli arti inferiori erano divaricati e distesi. Le soluzioni notate sulla ragazza, almeno così, dobbiamo tener conto delle macchie di sangue, eccetera, parlerò prima di quelle da arma da taglio.
P.M.: Bene.
G.A.: Sulla regione anteriore del collo quasi a scala e in diagonale. Poi le lesioni da arma da fuoco, apparentemente sulla regione zigomatica destra e una sul braccio sinistro, mi sembra all’altezza del gomito. Poi abbiamo rigirato il corpo e abbiamo notato che le regioni scapolari, sottoscapolari, lombari e i glutei e le cosce presentavano delle ecchimosi quasi da trascinamento.
P.M.: Ecco, le vediamo nelle foto, così ci leviamo il dubbio. A parte ce lo dice il medico legale.
G.A.: Ed inoltre, sempre nel…
P.M.: Cioè, si vede subito, a occhio nudo, che può essere il trascinamento.
G.A.: Sono graffi.
P.M.: Sono graffi.
G.A.: Graffi che assumono varie direzionalità.
P.M.: Bene, le vediamo nelle foto e lo facciamo spiegare dal medico.
G.A.: Poi, sulla regione lombare sinistra si apprezza un’altra soluzione da arma da fuoco.
P.M.: Prego.
G.A.: Gli oggetti ornamentali – perché la ragazza era nuda – gli oggetti ornamentali: ai lobi aveva degli orecchini di metallo giallo; aveva degli anelli, non vorrei sbagliarmi, all’anulare e al medio, destro o sinistro, non mi ricordo; una catenina spezzata nella parte anteriore; e un braccialetto, mi sembra. Le mutilazioni. Le mutilazioni hanno interessato il seno sinistro e la regione pubica. Apparentemente sembrano prodotte da uno strumento molto affilato.
P.M.: Molto affilato.
G.A.: Molto affilato.
P.M.: Cioè, questo lo vede anche lei che non è esperto.
G.A.: Cioè, i lembi, quando non è tanto affilato, si presentano frastagliati.
P.M.: Qui sono invece netti.
G.A.: Mentre invece in questo caso sono netti.
P.M.: Sia al seno che al pube.
G.A.: Sia al seno che al pube. Al pube sicuramente, perché è penetrato in cavità.
P.M.: Lo facciamo descrivere dal medico. Andiamo avanti.
G.A.: Sicuramente l’arma doveva essere anche a punta, secondo un mio giudizio.
P.M.: Bene, andiamo avanti. Lasciamo fare. Altro che possa interessare prima di passare alle foto?
G.A.: Penso di no.
P.M.: Presidente, se mi consente, vorrei verificare qualcosa nelle foto, anche perché così…
Presidente: Prego.
P.M.: … la Corte si rende conto di come fu trovato quel luogo. Dandoci atto, almeno questa volta, alla Polizia Scientifica, che il sopralluogo, Presidente, almeno è descritto nei particolari. Vediamo prima magari le didascalie, così l’Ispettore ce le legge e ci spiega come le foto corrispondano o meno a quello che ci ha detto, e se, attraverso le foto, il ricordo è migliore e può spiegarci qualche altra cosa.
G.A.: Allora, Rilievo numero 1: insieme dell’autovettura vista anteriormente. La freccia numero 2 indica il punto ove è stato rinvenuto il bossolo “Z”. Questa è la parte terminale del viottolo.
Presidente: Via gli obiettivi, eh, da queste foto!
G.A.: Come avevo detto, questo sulla sinistra è lo sbarramento che delimita il lato sinistro, e il terrapieno è ricoperto da abbondante vegetazione.
P.M.: Andiamo avanti.
A.B.: Si può domandare, chiedo scusa, dato che c’è la foto, mi scusi…
P.M.: Prego, prego.
A.B.: Se dietro la macchina c’è proprio la montagna.
G.A.: Diciamo che si trova quasi alle falde del…
A.B.: Ecco. E c’è proprio questo balzo con tutta…
G.A.: Sì sfiora… quei cespugli che si ergono sulle falde del terrapieno.
P.M.: Forse c’è qualche foto migliore.
G.A.: Mi sembra che ce n’è una.
A.B.: Bene.
G.A.: “Rilievo numero 2: altro insieme dell’autovettura, per evidenziare i sedili ribaltati e l’aletta parasole sinistra abbassata.
P.M.: Andiamo avanti, grazie. Vediamo la didascalia.
G.A.: “Rilievo numero 3: particolare del bossolo 2Z di cui al rilievo numero 1.”

P.M.: Lo avevamo visto nella foto precedente in quale posizione si trovava, vero?
G.A.: Sì, mi sembra di sì.
P.M.: Rispetto all’altro. Bene, andiamo avanti. Questa è una panoramica.
G.A.: Questa vista dal terrapieno, ecco.
P.M.: Così leggiamola.
G.A.: “Rilievo numero 4: l’autovettura vista dal terrapieno. La freccia numero 3 indica il punto ove è stato rinvenuto il cadavere della Rontini; il tratteggio verde indica il piccolo sentiero che va dall’autovettura al campo.”

P.M.: Vediamo di fare qualche ingrandimento, perché così si riesce a capire meglio. Queste, per ora, sono in bianco e nero. Poi ne abbiamo qualcuna anche a colori, però si comincia già…
G.A.: Queste due rette.
P.M.: Andiamo avanti, grazie.
G.A.: Rilievo numero 5: insieme dell’autovettura vista dalla sua destra.”

P.M.: Per fortuna non c’è nessuno intorno, si può fotografare.
G.A.: Rilievo numero 6: insieme dello sportello destro. La freccia numero 1 indica la macchia di sostanza ematica a superficie striata; la numero 2 le due macchie lasciate per asportazione di polvere; la numero 3 una goccia di sangue coagulata. Le frecce A e B il punto ove sono state evidenziate due serie di impronte digitali.”
P.M.: Ecco, vediamole nei dettagli, cosi lei ce le ha già descritte. Sulla 3, quindi, cosa c’è?
G.A.: C’è una macchiolina di sangue rappreso.
P.M.: Bene. Le altre…
G.A.: Di 5 centimetri sono.
P.M.: Grazie. Si vede meglio, sono?
G.A.: Qui sono circoscritti i due aloni.
P.M.: Bene, andiamo avanti. Là in alto?
G.A.: Su in alto sono le due serie di impronte digitali.
P.M.: Bene. Poi tanto le avete fotografate. Una volta tolte, si vedono dopo. Lì?
G.A.: Lì è l’altra maculazione di sangue a superficie striata.
P.M.: Mi sembra abbastanza chiaro e quindi possiamo andare avanti.
G.A.: “Rilievo numero 7: particolare della parte mediana dello sportello destro, ove si notano due aloni derivati da asportazione di polvere.”
P.M.: Purtroppo la foto in bianco e nero non ci aiuta molto.
G.A.: Eh, sì.
P.M.: Però almeno la localizzazione la abbiamo. Andiamo avanti.
G.A.: “Rilievo numero 8: insieme della metà anteriore interna dell’autovettura. Si può intravedere sotto il sedile destro il pantalone.” Poi ci dovrebbe essere la borsa. Prima ho omesso di descrivere la posizione dei bossoli.”

P.M.: Bene, vediamo se ce li descrive ora. Per ora ne abbiamo trovato uno fuori.
G.A.: Sì. Noi li abbiamo indicati…
P.M.: Aspetti un attimo! Fermo un attimo a spostare le foto. L’Ispettore ci spiega i bossoli.
G.A.: I bossoli, lato interno, li abbiamo indicati con le lettere “O”, “R”, “S” e “T”.
P.M.: Quanti sono dentro.
G.A.: Sono 4, più 1 esterno: 5.
P.M.: Bene.
G.A.: Sono tutti Long Rifle, con fondello percosso.
P.M.: Quindi in questo omicidio abbiamo 5 bossoli.
G.A.: In questo omicidio, almeno noi abbiamo rinvenuto 5 bossoli.
P.M.: Sì, sì, poi ci spiegherà il medico quante sono le ferite.
G.A.: Benissimo.
P.M.: Vada avanti. È un anomalo anche come numero.
G.A.: Quello che noi indichiamo…
P.M.: … rispetto all’arma bianca, alla quale fa la prevalenza. Lo vediamo dopo.
G.A.: Posso?
P.M.: Prego, prego.
G.A.: Quello che noi indichiamo con la lettera “O” era posizionato in prossimità della borsa, cioè sotto il sedile anteriore destro. Poi, quello da noi indicato con la lettera “R” si trova nel binario di scorrimento del sedile sinistro – lato esterno – porzione terminale posteriore.
P.M.: Bene.
G.A.: Mentre “S” e “T”, quasi vicino – quasi vicino – si trovano a ridosso dello sportello.
P.M.: Bene, vediamo allora nelle foto se c’è qualcosa da aggiungere rispetto a questo.
G.A.: Sportello sinistro, correggo.
P.M.: Bene. Vediamo le foto. Ecco, ora lei le descrive, descrive i bossoli.
G.A.: “Rilievo numero 9: altro insieme, come il precedente, per evidenziare la parte retrostante i sedili anteriori. Sul tappetino posteriore destro si nota una piccola torcia a pile. Le lettere “O”, “T”, “S” indicano il punto ove sono stati rinvenuti numero 3 bossoli calibro 22.”
P.M.: Bene. Andiamo avanti. Si vedono… bene.
G.A.: Rilievo numero 10: particolare dei bossoli “S”, “T”” e..
P.M.: Sono i 2 bossoli. Vediamo chiaramente rispetto al ragazzo e all’auto come sono messi, si può andare avanti.
G.A.: “Rilievo numero 11” è la continuazione del precedente, e pertanto dice: “del bossolo “R” sulla guida del sedile anteriore sinistro”.
P.M.: Come lei ci aveva già anticipato a voce.
G.A.: Sì.
P.M.: Bene. Possiamo andare ancora avanti.
G.A.: “Rilievo numero 12: particolare della macchia di sostanza ematica a superficie striata; nella parte sottostante si notano alcuni peli di colore nero”.
P.M.: Bene. Ecco, abbiamo anche dei peli – andiamo avanti – sono stati repertati, esaminati, Presidente, quindi…
G.A.: Da Medicina Legale.
P.M.: … non abbiamo nessun problema a dare il dettaglio, perché abbiamo cercato di fare quel che si poteva.
G.A.: “Rilievo numero”, mi sembra di vedere, “13: insieme del cadavere dello Stefanacci visto dallo sportello destro. Sulla coscia destra faccia esterna si nota una strisciata di sostanza ematica. Altre macchie sono sulla superficie della spalliera a destra della foto”.
P.M.: Andiamo avanti.
G.A.: “Rilievo numero 14: altro insieme del cadavere visto dallo sportello sinistro”.
P.M.: Ecco. Vediamo tutta la posizione che lei ci ha detto come fetale, molto rannicchiato, e come è stato spostato il sedile.
G.A.: Sì.
P.M.: Bene. Qui sono foto di diverso… Leggiamo la didascalia.
G.A.: “Rilievo numero 15: insieme del cadavere della Rontini. Trattenuti nella mano destra alcuni indumenti intimi, intrisi di sangue”.
P.M.: Andiamo avanti.
G.A.: Rilievo numero 16: particolare del volto, con riferimento all’asportazione della mammella sinistra”.
P.M.: Andiamo avanti, andiamo avanti. Queste sono le impronte papillari, dico bene?
G.A.: Sì.
P.M.: Le impronte…
G.A.: Vuole che le leggo?
P.M.: Sì grazie, così…
G.A.: “Rilievo numero 17: i due adesivi “A” e “B” con frammenti di impronte asportate dal montante superiore dello sportello destro. Gli stessi – al 18 – gli stessi fotografati a grandezza naturale ed invertiti – al 19 – di posto e di colore per eventuali confronti”.
P.M.: Andiamo avanti.
A.B.: (fuori microfono).
P.M.: Sì, c’è tutta l’analisi su tutte le impronte. Quindi, finiamo e poi tutte le domande le facciamo alla fine. C’è il medico legale, loro che le hanno guardate. Abbiamo per fortuna, spero tutti.
Presidente: Proseguiamo, proseguiamo.
G.A.: “Rilievo numero 20: particolare dei fondelli dei 5 bossoli repertati fotografati a grandezza naturale e in rapporto di 2 a 1 per meglio evidenziare le tracce”. Logicamente le “tracce” si riferisce specialmente alla percussione.
P.M.: Vediamo già quella percussione che ormai conosciamo anche noi. Ora abbiamo… ecco, andiamo avanti.
G.A.: “Rilievo numero 1: particolare della parte interna dello sportello”. All’interno vi poggiava – io prima non l’ho detto – vi poggiava un giornale, mi sembra “La Gazzetta dello Sport”, che presentava una macchia su una delle pagine. Sotto vi era un coltello da cucina con filo seghettato.
P.M.: Abbiamo la foto. È stato repertato e esaminato.
G.A.: Sì, che presentava anche degli imbrattamenti.
P.M.: Andiamo avanti.
A.B.: Chiedo scusa. Mi scusi, mi fermo un attimo?
P.M.: Prego.
A.B.: Sotto l’alloggiamento dove si mette, dove c’è… che cos’è quella roba là?
G.A.: Ah, quella è una linguetta di lattina.
A.B.: Ah, ora l’ho capito.
P.M.: Una lattina.
A.B.: Grazie. Siccome non si vedeva bene.
G.A.: “Rilievo numero 2: particolare del coltello rinvenuto nel portaoggetti di cui al rilievo precedente”. Si vedono degli imbrattamenti di sostanza ematica.
P.M.: Ecco, magari lì lei non lo sa, perché il medico legale dice che non è sostanza ematica, quindi possiamo andare avanti.
A.B.: Scusi, la lattina, scusi, la lattina che lattina era? Birra o Coca Cola?
P.M.: Non lo so. Domandi pure lei, perché io non lo so.
A.B.: Evidentemente erano stati al bar.
G.A.: Non saprei dire.
P.M.: Chissà quando. Bene, il dato è lì.
G.A.: “Altro particolare del coltello fotografato in questi laboratori”.
P.M.: Andiamo avanti.
G.A.: “Particolare di due macchie di sangue di forma ovoidale e di alcuni schizzi sulla parte mediana della sottoporta destra”.
P.M.: Andiamo avanti.
G.A.: “Rilievo numero 5: particolare di alcuni schizzi di sangue sul vetro laterale posteriore destro e di alcune striature sulla superficie metallica circostante”.
P.M.: Quel bianco che si vede l’avete messo voi per contrasto?
G.A.: Quello l’ha messo il collega che ha redatto questo verbale, perché l’autovettura poi fu portata in Questura e fu effettuata un’ulteriore ispezione.
P.M.: Interna.
G.A.: Cioè, questo è a corredo di un altro sopralluogo.
P.M.: Sì, sì. Comunque, dicevo, è un foglio o qualcosa messo a contrasto.
G.A.: Sì, è un foglio per creare un contrasto e meglio evidenziare le maculazioni di sangue.
P.M.: Le macchie, bene.
G.A.: “Rilievo numero 6: particolare della parte terminale dei pantaloni, di colore verde militare, sul pianale posteriore dell’auto, sotto il sedile posteriore.”
P.M.: Bene.
G.A.: “Rilievo numero 7: particolare dei pantaloni di cui al rilievo precedente”. Dovrebbe essere scritto: fotografato in questi laboratori.
P.M.: È un pantalone che interessa poi perché il medico legale ci spiegherà come un colpo li ha interessati. Andiamo avanti. Eccolo qua. Vogliamo leggere la didascalia?
G.A.: “Rilievo numero 8: particolare del foro da colpo di arma da fuoco sulla tasca posteriore del pantalone di cui al rilievo precedente”.
P.M.: Bene, andiamo avanti.
G.A.: “Rilievo numero 9: particolare dei pantaloni jeans di colore blu fotografati in questi laboratori per evidenziare le chiazze di sangue sulla parte posteriore”.
P.M.: Andiamo ancora avanti.
G.A.: “Rilievo numero 10: particolare del portafoglio”.
P.M.: Ecco, cosa ha di particolare?
G.A.: Di particolare ha una soluzione passante, è stato usato quello specillo, appunto, per tracciarvi il tramite.
P.M.: Ricorda dove era, o l’ha fatto il suo collega?
G.A.: No, no, non l’ho fatto io questo.
P.M.: L’ha fatto il suo collega.
G.A.: Sì, perfetto.
P.M.: Lo sentiamo dopo. Bene, andiamo avanti.
G.A.: Qui mancano le didascalie.
P.M.: Vediamo, sono scritte a mano, se non sbaglio. Non si vede, va bene.
G.A.: Dice: “a idem di cui rilievo numero 6 per il terreno adiacente all’auto”.
P.M.: Sono delle foto a colori. Dovrebbe essere il bossolo, se non ricordo male. Lei non ricorda nulla? È vicino alla macchina.
G.A.: Sì.
P.M.: Proviamo a ingrandire la foto più in alto, forse ci aiuta. Ecco, lì c’è una macchia.
G.A.: Quella che le dicevo a superficie striata.
P.M.: E qua c’è il bossolo.
G.A.: Ecco lì il bossolo.
P.M.: Bene. Sono delle foto a colori, sono leggibili in maniera migliore. Andiamo avanti. Questa?
G.A.: Questo è il particolare della torcia, per evidenziare le maculazioni di sostanza ematica.
P.M.: Si vedono molti vetri. Il “T”, “S” sono gli altri bossoli?
G.A.: Sì.
P.M.: Andiamo ancora avanti.
G.A.: “Idem di cui al rilievo 11 per il bossolo “R””.
P.M.: Andiamo avanti, grazie.
G.A.: “Di cui al rilievo numero 12 per le tracce ematiche e i peli”.
P.M.: Furono repertati dei peli. Il perito ci dirà se hanno dato qualche risultato in termini di appartenenza. Questo è il ragazzo.
G.A.: “Idem di cui al rilievo 14”.
P.M.: Andiamo avanti. Possiamo anche… e queste sono foto che, direi, parlano da sole, e possiamo omettere i dettagli, tanto ce li spiegherà il medico. Vediamo, scusi per cort… ecco basta, grazie. Il P.M. non ha altro da mostrare. Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Signori Avvocati di parte civile? Avvocato Colao.
A.C.: Il teste ispezionò anche i posti circostanti?
G.A.: Noi ci siamo limitati a ispezionare il luogo, diciamo, del rinvenimento e si è fatto, sì, una ricerca al fine di rinvenire eventuali impronte plantari, ma non ne abbiamo rinvenute. Se era questa la sua domanda.
A.C.: La mia domanda è questa: le risulta che nei pressi ci sia un corso d’acqua?
G.A.: Non l’abbiamo fatto, anche perché generalmente noi ci limitiamo all’area colpita. L’altro, questo tipo, diciamo, più a largo raggio, lo fanno gli altri ufficiali di Polizia Giudiziaria.
A.C.: Che era prima, forse bisognava rivolgerla prima. D’accordo, grazie.
G.A.: Prego.
P.M.: Comunque, c’è scritto nei verbali di sopralluogo, c’è descritto…
Presidente: Sì, c’è la Sieve lì.
P.M.: … quelli non fatti dalla Scientifica.
Presidente: Altre domande signori?
A.P.: Prendo un attimo una toga, Presidente.
Presidente: Ah, sì ,sì. C’è carenza di toghe in aula?
A.P.: No, c’è carenza di attenzione da parte mia.
Presidente: Benissimo, allora avvocato Guido Puliti di parte civile.
A.P.: Ecco, se si ricorda il teste se fu repertata nella macchina la custodia vuota degli occhiali dello Stefanacci.
G.A.: Devo dire la verità, io di questa custodia ne ho sentito parlare al telegiornale, però non me ne ricordo. E visto che ho giurato di dire la verità: io non me ne ricordo.
A.P.: Comunque, non si ricorda di aver trovato degli occhiali?
G.A.: Non mi ricordo se c’erano, io non li ho visti. O ne ho perso il ricordo e non l’ho documentato.
P.M.: Nelle foto non si vede, però?
G.A.: Non la vedo.
P.M.: Bene. Le vogliamo rivedere, Avvocato?
A.P.: No, non importa. Poi possiamo rileggerci con attenzione i verbali.
P.M.: Sì, sì, certo. No, per evitare dubbi, capito?
A.P.: Dunque, se la telefonata delle 4.28…
P.M.: Non c’entra nulla, il teste.
A.P.: Non ha…
P.M.: È uno della Scientifica. Non ha niente a che vedere con…
A.P.: Ha ragione signor Pubblico Ministero, ha ragione. Dunque, se la collanina – quella che fu repertata rotta – era indosso alla signorina Rontini?
G.A.: Noi la indichiamo come “al collo”, soltanto che presentava questa rottura nella parte anteriore.
A.P.: Lei sa se fu poi restituita dagli Uffici di Medicina Legale?
G.A.: Mah, generalmente in questi casi, quando vengono traslati i cadaveri a Medicina Legale, tutto ciò che è a corredo dei corpi viene portato a Medicina Legale. Poi la restituzione se la fanno loro o la fanno altri ufficiali di Polizia Giudiziaria, non lo so. Noi comunque non l’abbiamo presa.
A.P.: Bene, no non volevo dire questo.
G.A.: Presa nel senso di acquisizione giuridica, eh?
A.P.: Certo.
P.M.: Portata a Medicina Legale.
A.P.: Certo. Senta, un’altra domanda in relazione a quella che può essere stata la rumorosità del luogo quella notte. Vi risulta che vi era una pompa che adduceva l’acqua dalla Sieve fino alla fattoria “Il Forteto”?
G.A.: Non lo so.
A.P.: Sulla luminosità del luogo e sulle cose che si potevano vedere, le risulta che quella sera fu attivata la grande croce luminosa di Monte Senario? E se si vedeva dal luogo?
G.A.: Io quando sono arrivato, c’era già luce naturale, cioè c’era il sole. Pertanto se durante la notte c’era quest’altra luminosità, io non ne sono a conoscenza.
A.P.: Bene e le risulta se quel luogo fosse di proprietà della Curia, per caso?
G.A.: Non lo so.
A.P.: Bene, grazie.
G.A.: Prego.
Presidente: Altre domande, gli Avvocati di parte civile? Avvocato Bevacqua, prego.
A.B.: Io sono… mi incaglio sempre. Evidentemente il mio amore per il mare mi costringe anche… Dunque, io le faccio due domande. Una mi pare che lei ha già risposto, però volevo che fosse più chiaro, se possibile. Se furono trovati sul posto a questi ragazzi, cioè a questi poveri ragazzi che non ci sono più, furono trovati e il portafoglio, l’abbiamo visto, e la borsetta e dentro la borsetta e il portafoglio vi fosse del denaro.
G.A.: Come ho detto prima, l’autovettura fu portata in Questura. In Questura è stata fatta un’altra ispezione. Io so, così per sapere…
P.M.: Abbiamo il teste, c’è il teste. Il successivo teste ci parla di queste cose qui.
Presidente: Va be’, l’avvocato non lo sapeva.
G.A.: Comunque, per conoscenza mia, so che c’era qualcosa dentro.
A.B.: Che c’era dentro dei denari, 40…, si, va be’. Lo dirà l’altro teste.
G.A.: Lo dirà l’altro.
A.B.: Furono trovati anche degli anellini.
G.A.: Non ho guardato io personalmente, perciò non vorrei dirle poi una cosa che non corrisponde al vero.
A.B.: Senta, lei che è molto esperto in materia di rilevamenti di impronte e quindi, comunque, di attività di indagine di Polizia Scientifica, queste papille dermali che furono trovate, furono trovate soltanto sulla parte anteriore del tettino o anche sul vetro?
G.A.: No, non sul tettino. Furono trovate sulla cornice dello sportello.
A.B.: Ecco, queste papille, che erano lasciate lì come impronte, facevano, cosi, davano la possibilità di ricostruire il movimento delle dita, della mano, rispetto alla mano? Oppure no?
G.A.: Sì, Avvocato, si tratta di frammenti, io ho detto frammenti.
A.B.: Ecco.
G.A.: Quando si tratta di frammenti sono, apparentemente possono, cioè, si vede che sono lasciate dalle dita, però a dire poi quale posizione avesse assunto e chi ha apposto la mano, non glielo so dire.
A.B.: Quindi non c’era il numero delle 17 papille, non c’era niente?
G.A.: A parte che questo poi è di competenza dei dattiloscopisti, io eseguo soltanto il rilievo dell’impronta.
A.B.: I rilievi di queste papille: cioè, praticamente quante papille dermali c’erano?
G.A.: Ce n’erano due serie: su una serie, abbiamo trovato 3 frammenti, 3 frammenti distinti; sull’altra serie 2 frammenti e sto parlando sempre di frammenti distinti.
A.B.: Ecco, avete fatto dei confronti, così, sui…
G.A.: Io le parlo per esperienza.
A.B.: … sulle papille dermali dei poveretti che sono morti, oppure no?
G.A.: Le impronte furono portate subito in sezione e effettuate le manipolazioni di laboratorio per portarle, diciamo, ad una lettura del tecnico specializzato, questi emise subito il giudizio di non utilità delle impronte.
A.B.: Ho capito.
G.A.: Pertanto non fu necessario che noi prelevassimo le impronte ai due cadaveri.
A.B.: Le faccio un’altra domanda: queste impronte stavano sulla parte superiore della cornice, che poi chiude…
G.A.: Questa è la cornice che sta intorno al finestrino.
A.B.: Al finestrino.
G.A.: Sì, nella parte superiore.
A.B.: Il finestrino era rotto oppure no?
G.A.: E questo è il finestrino rotto, perché siamo sul lato destro.
A.B.: Dalle altre parti non si vede nulla?
G.A.: No. Abbiamo, diciamo, cosparso le polveri sulle superfici utili. Potrebbe trovarsi una spiegazione abbastanza, diciamo, utile, forse: quella che, essendoci stata la rugiada, un po’ le impronte non sono rimaste. Cioè, la superficie non è stata ricettiva per le impronte.
A.B.: Ecco, oh, e proprio della rugiada io le volevo…
G.A.: Mi scusi, mi può spostare quel coso che mi va il sole negli occhi?
Voce : È questo?
G.A.: Sì, grazie.
A.B.: Perché gli avvocati già disturbano sempre, anche la Polizia.
G.A.: È come un interrogatorio di tipo americano.
A.B.: Ma le volevo domandare: a proposito di rugiada, ecco, lei ha fatto anche un rilievo che può avere una sia pur modesta importanza di questi aloni di forma semicircolare dal diametro di 10 per 6 e derivati da asportazione di polvere, i quali distano dal suolo circa 50-60 centimetri.
G.A.: 60 centimetri.
A.B.: Di questa parte della carrozzeria, su questa parte, sulla parte destra.
G.A.: Sì, sul fascione. Se ha presente il fascione paracolpi, su questa parte.
A.B.: Quindi sembrerebbe che questi – siccome lei parla di rugiada, e in questo punto la rugiada non c’era, perlomeno era stata… – sembrerebbe che questi…
G.A.: Ma scusi, Avvocato, sono due cose diverse. Là ci va via in un’asportazione di sostanza; nell’altro caso vi è una sovrapposizione di sostanza. Perché dalle papille digitali si secerne una sostanza, degli aminoacidi che formano la configurazione poi dattiloscopica.
A.B.: Certo, dattiloscopica.
G.A.: Mentre nell’altro caso non facciamo altro…
A.B.: … che rilevare.
G.A.: Chi si è appoggiato ha asportato della polvere che c’era, pertanto la rugiada, che poi ci fosse o non ci fosse, ha poco importanza.
A.B.: Non ha nessuna… oh, quindi è molto probabile che questa impronta sia stata lasciata da qualcuno che ha aperto lo sportello.
G.A.: Qualcuno che si è appoggiato.
A.B.: Oh, che si è appoggiato aprendo lo sportello. Perché lo sportello poi sicuramente è stato aperto. Colui che ha ucciso ha aperto lo sportello.
G.A.: Certo, non credo che si sia infilato dal finestrino.
A.B.: No, ma era meglio perché ci restava. Dunque, comunque quindi questa impronta è molto probabile che sia stata lasciata da colui che – è abbastanza probabile – colui che ha commesso l’omicidio.
P.M.: Perché, scusate? Chiediamolo ma…
A.B.: E io sto domandando.
P.M.: Eh, no è “l’abbastanza probabile” che mi lascia perplesso.
Presidente: Da che cosa lo deduce Ispettore? Sentiamo.
G.A.: Cioè io non direi mai che quegli aloni…
P.M.: Poteva essere il benzinaio.
Presidente: Silenzio per favore, sennò…
G.A.: Signor Presidente, io non direi mai che quegli aloni sono stati lasciati dall’assassino, perché nessuno ha visto chi si è avvicinato a quell’auto.
P.M.: Oh, bene!
G.A.: Quegli aloni potevano essere stati fatti anche, potevano essere pregressi al fatto. Perché se il ragazzo si è fermato vicino a un bar – dove poi noi troviamo pure quel cosino della lattina, la linguetta – chi ci dice che qualcuno si è appoggiato vicino alla macchina? Ed ecco lì che troviamo…
A.B.: Sì, ma guardi io non voglio la difesa della tesi dell’accusa. Io voglio domandarle soltanto una cosa: se quest’alone poteva essere – sì o no – anche opera dell’appoggio di gamba di colui che ha aperto lo sportello per tirar via questo corpo. Poi sarà…
P.M.: Come fa a dirlo?
G.A.: Bene Avvocato. Non necessariamente.
A.B.: E di chi allora?
G.A.: Che ne so io, scusi!
A.B.: Non necessariamente. Lei mi dice: è possibile o non è possibile?
P.M.: Forse il teste non è che ci può aiutare, via Avvocato. Teniamocela fra noi.

Presidente: Dunque, dunque signori, calma! Che qui andiamo nel regno delle ipotesi.
A.B.: Siamo d’accordo.
Presidente: Comunque potrebbe non essere escluso, potrebbe non essere escluso.
G.A.: Certo, che uno si è appoggiato sì.
Presidente: Oh.
G.A.: Però…
Presidente: Certo.
A.B.: Presidente, siccome è stato oggetto di indagine, questo, ben precisa su richiesta della Procura della Repubblica…
P.M.: Per carità! Non è vero assolutamente nulla. È il perito che di suo ha fatto delle considerazioni e nessuno gliele aveva chieste. Punto.
A.B.: Il perito non l’ho nominato io.
P.M.: Sì, ma nessuno gliel’ha chiesto.
A.B.: Non gliel’ha chiesto, ma l’ha fatto, perché vuole accertare la verità.
Presidente: Va bene, va bene.
P.M.: Benissimo, è lì abbiamo lì. E allora non diciamo che è la Polizia Giudiziaria che fa queste cose.
A.B.: La Polizia Giudiziaria si è…
Presidente: A suo giudizio potrebbe anche, ipoteticamente.
G.A.: Potrebbe anche essere.
Presidente: Ipoteticamente. Sapete, se navighiamo con le ipotesi, dove arriviamo?
P.M.: Appunto, io volevo rimanere… son diversi giorni che dico rimaniamo ai fatti. Figuriamoci!
Presidente: Va bene.
A.B.: Però qua ci sono misfatti, non fatti.
Presidente: Allora, altre domande?
A.B.: No.
P.M.: Nessuna il P.M.
Presidente: Può andare, Ispettore. Arrivederci.

G.A.: Grazie.

P.M.: Sentiamo il teste Libertino.
Presidente: Si accomodi, il suo nome?
G.L.: Libertino Giovanni.
PRESIDENTE: Vuol dare le generalità per cortesia?



G.L.: Sì, nato a NNNNNNNNNNN. “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di guanto a mia conoscenza.”
P.M.: Libertino, agli atti della Scientifica, del sopralluogo, abbiamo un verbale in cui si parla di un’ispezione esterna ed interna dell’autovettura, successiva. C’è un ulteriore approfondimento? Non ho capito bene. Ci vuole spiegare cosa ha fatto lei e cosa ha repertato?
G.L.: Fu fatta un’ispezione per vedere se c’era qualcosa.
P.M.: Quando?
G.L.: Questo il giorno successivo.
P.M.: Quando la macchina si trovava?
G.L.: In Questura.
P.M.: Bene, grazie.
G.L.: Il 31, mi sembra.
P.M.: Bene, bene, sì.
G.L.: Per vedere se c’era qualcosa in più di quello che già avevano repertato i colleghi intervenuti sul posto.
P.M.: Benissimo. Vuole raccontare un po’ cosa trovò di interessante, o comunque, focalizzò la sua attenzione e che lei ha comunque repertato, o portato a Medicina Legale? Cosa ne ha fatto?
G.L.: Sì. Allora nello sportello anteriore destro, nel portaoggetti, diciamo no?, della Panda c’era un giornale – “La Gazzetta dello Sport” – e nella parte sottostante c’era un coltello seghettato.
P.M.: Vogliamo ritrovare quelle due foto? Così… È quando le foto iniziano nuovamente la numerazione da 1. La foto precedente indica dove si trovava. Ancora quella prima, mi sembra, ancora prima abbiamo il giornale. Ecco. Ricorda questo, questo era il giornale?
G.L.: Sì, era il giornale.
P.M.: Aveva qualche caratteristica? Cosa ne fece di questo giornale?
G.L.: Mah, aveva delle macchioline di sangue.
P.M.: Di sangue, macchioline di sangue rosse?
G.L.: Rosse, rosse.
P.M.: Ecco, scusi eh.
G.L.: Mi scusi.
P.M.: Bisogna essere un attimo precisi.
G.L.: Sì, sì.
P.M.: Questo suo dubbio se lo fece togliere da altri o…? Nel senso…
G.L.: No, ma mi sembra che poi il giornale fu mandato a Medicina Legale, quindi, per rilevamenti.
P.M.: Ecco, questo volevo sapere. Bene. E il coltello?
G.L.: E il coltello aveva, anche, delle macchioline o striature.
P.M.: Se lo ricorda? Fu trovato da lei così? Si giri pure.
G.L.: Sì, sì.
P.M.: Ecco. Facciamo anche l’altra foto. Stesso discorso, fu mandato a Medicina Legale?
G.L.: Fu mandato a Medicina Legale anche questo, sì.
P.M.: Bene. Ricorda di aver repertato qualche altro oggetto in quella macchina?
G.L.: No. C’era nel…
P.M.: Oggetti personali dei ragazzi?
G.L.: Sì, sì.
P.M.: Portafogli, denaro?
G.L.: Sì. C’era nella tasca dei pantaloni da uomo, di colore verde mi sembra, un verde militare, c’era un portafoglio nella tasca posteriore destra.
P.M.: Oh, stia a sentire me. Questo portafoglio e questi pantaloni non erano sul ragazzo?
G.L.: No, erano nella macchina, perché i cadaveri non c’erano, quindi…
P.M.: Bene, ecco, benissimo. No, è per evitare dubbi. E questo portafoglio e questi pantaloni presentavano qualche rilievo interessante dal punto di vista del sopralluogo della Scientifica, o erano del tutto indifferenti?
G.L.: No, no, questo pantalone verde, sulla tasca posteriore destra c’era un foro da colpo da arma da fuoco di sicuro. Perché poi il proiettile era ritenuto all’interno, diciamo si era fermato nella parte interna della tasca.
P.M.: Ecco.
G.L.: Cioè, aveva oltrepassato il portafoglio e si era fermato vicino alla fodera della tasca dei pantaloni, all’interno.
P.M.: Vuol vedere il port… sia… ecco, è questo qua?
G.L.: Sì, sì, esatto.
P.M.: Giriamo. Questo è il portafoglio?
G.L.: Questo è il portafoglio, per far vedere il punto.
P.M.: Ecco, spieghi, spieghi. Quello è un tramite che ha messo lei?
G.L.: Sì.
P.M.: Per far vedere la direzione di questo foro?
G.L.: Sì, esatto. E diciamo che ha un andamento obliquo, dall’alto verso il basso.
P.M.: Non ricordo, o meglio non ho capito. Del proiettile, lei ha detto, fu trovato?
G.L.: Sì, mi sembra di sì. Perché si è fermato, se non mi sbaglio, ora dovrei vedere gli atti.
P.M.: Lo ha scritto nel verbale.
G.L.: Ci dovrebbe essere scritto: all’interno della tasca.
P.M.: Se c’era, ecco, l’ha portato, anche quello, a Medicina Legale o ai balistici.
G.L.: No, no, quello fu rimasto in ufficio per le perizie.
P.M.: Per le perizie balistiche. Bene, andiamo avanti. Quindi apparentemente lì non c’erano tracce di sangue, dico bene?
G.L.: No, no, sul pantalone c’erano tracce di sangue.
P.M.: Sul portafoglio?
G.L.: Sul portafoglio mi sembra di no.
P.M.: Bene. Andiamo avanti. Ricorda di aver trovato qualche altra cosa in quella macchina, lei?
G.L.: Nel portafoglio trovato nella tasca c’erano i documenti del ragazzo.
P.M.: Con del denaro?
G.L.: Sì, mi sembra quattro pezzi da dieci mila lire.
P.M.: L’ha descritto nel verbale.
G.L.: Sì, sì, c’è nel verbale. Altre monete da mille lire, ora non è che mi ricordo la cifra esatta, diciamo.
P.M.: Bene, non ha importanza. Benissimo. Altri oggetti li ricorda?
G.L.: Poi c’era una borsa da donna.
P.M.: Ecco.
G.L.: E all’interno c’era un portafoglio, diciamo.
P.M.: Con del denaro anche in quel caso lì?
G.L.: Sì, del denaro.
P.M.: Lei lo ha repertato, ricorda? Lo ha descritto.
G.L.: Sì. sì, è descritto, sequestrato. Ora non so che fine ha fatto. Ma fu sequestrato.
P.M.: Benissimo, sì, sì, non importa. Comunque lei l’ha repertato.
G.L.: Il documento della ragazza, mi sembra una carta di identità.
P.M.: Benissimo. Qualche altro reperto che a lei sembrò interessante ai fini del suo supplemento di…?
G.L.: No, mi sembra non fu trovato più niente.
P.M.: Non ho nessun’altra domanda, grazie.
Presidente: Domande? Avvocato Colao, prego.
A.C.: Prego, lei quel pantalone di cui si parlava, lo ha rinvenuto nella macchina. Può indicare dove l’ha trovato?
G.L.: Un momento. Mi sono dimenticato di dire che nella macchina c’erano due pantaloni: uno da uomo di colore verde militare, e un jeans da donna che era…
A.C.: Io mi riferisco a quello forato dal proiettile.
G.L.: Sì. Nella parte sottostante il sedile posteriore.
A.C.: Ecco, se non erro, dalle foto – e non so se lei ci ha fatto anche caso – il pantalone circostantemente al foro è macchiato di sangue.
G.L.: Sì, l’ho detto.
A.C.: E allora, scusi, come ritiene possibile questa circostanza col fatto che il pantalone non fosse stato indosso al povero giovane?
P.M.: I medici legali dicono che andò un colpo a vuoto, eh, Avvocato. Poi lo spiegano dettagliatamente.
G.L.: Io… Posso rispondere?
P.M.: Sì, si, no facevo per non prendere strade traverse.
G.L.: I pantaloni, quando ho visto la macchina, i pantaloni erano in quella posizione. Certamente non so all’atto del sopralluogo i pantaloni dove erano, perché io non c’ero. La macchina è stata portata in Questura, e io dove ho trovato gli oggetti, così li ho documentati e descritti.
A.C.: Però è certo che intorno a questo foro da proiettile il pantalone è macchiato di sangue?
G.L.: No, no, ho detto: i pantaloni, nella parte posteriore c’erano delle macchie di sangue. Ho detto che sono incerto se sul portafoglio, all’interno della tasca, c’erano delle macchie di sangue.
A.C.: Vicino al foro del proiettile.
G.L.: Sulla tasca posteriore c’erano delle macchie di sangue.
A.C.: E allora le dico ancora: il foro del proiettile è sulla tasca posteriore?
G.L.: Esatto, destra.
A.C.: Grazie. A.B.: Senta lei…
A.B.: Un attimo. Avvocato Bevacqua.
P.M.: Ci sarebbe ancora la parte civile.
A.P.: Sì, un attimo.
Presidente: Un attimo.
A.B.: Ah, scusa.
Presidente: Avvocato Puliti.
A.P.: Sì, se fu repertato un paio di occhiali.
G.L.: Prego?
A.P.: Se fu repertato un paio di occhiali.
G.L.: Nella macchina, quando è stata portata in Questura, non c’era nulla. Non c’era nessun paio di occhiali.
A.P.: Una custodia da occhiali?
G.L.: Nemmeno.
A.P.: Grazie.
A.B.: Senta, lei ha fatto le foto e l’ispezione della macchina anche quando fu portata in Questura?
G.L.: Sì, il giorno successivo.
A.B.: Ecco. Lei ha trovato, il suo collega ha trovato una traccia di asportazione di polvere all’altezza della banda laterale destra dello sportello. Se lo ricorda lei?
G.L.: Sì, io questo l’ho notato. Però ho premesso che, escluse le cose che già erano state fatte, io ho fatto altre cose per vedere se c’era un qualcosa in più di quello che già era stato fatto.
A.B.: E comunque non ha trovato altri momenti, cioè, altri punti della macchina nella quale era stata asportata della polvere? Solo quello e basta?
G.L.: No.
A.B.: Solo quello.
G.L.: Sì.
A.B.: Va be’, e lei deve dire quello che…
G.L.: Sì, sì, sto dicendo. Oltre quello che già è stato fatto, io altre cose diverse da quelle che erano state scritte…
A.B.: Non le ha trovate.
G.L.: … e in più di quelle che ho scritto e visto non…
A.B.: Non ha trovato. Ecco, questa a pagina 18, c’è una foto a pagina 18 – scusi, se la può… è il rilievo numero 12 – che mostra lo sportello anteriore destro con una grossa strisciata di sangue verso l’in su, e due macchie tamponate, quelle di cui parlava prima il suo collega. 12, ecco, lo vede quella?
G.L.: Sì, sì.
A.B.: L’ha fatta lei quella?
G.L.: Sì, penso.
A.B.: Questa fa parte della portiera anteriore, se lo ricorda? Della portiera anteriore? Che non si sa, qua non c’è scritto, dovrebbe essere la portiera anteriore destra. O no?
G.L.: Sì, penso di sì. Però non mi ricordo se l’ho fatto io questo rilievo.
A.B.: Cioè, la portiera attraverso la quale…
P.M.: È il rilievo dell’altro teste, eh?
A.B.: Sì.
P.M.: Che non l’ha fatto questo.
G.L.: Che non mi ricordo se…
A.B.: Che non l’ha fatto lei?
G.L.: Mi sembra di no. Perché, ripeto…
A.B.: Comunque quella è portiera destra, perché sono due sole le portiere.
P.M.: Richiamiamo. C’è ancora il teste?
A.B.: Sì. Se si può…
P.M.: Sì, sì.
A.B.: Per un attimo, grazie.
G.L.: Cioè, io la foto l’ho vista, ma non credo di averla fatta.
A.B.: No, io non ho altre domande da fare. Solo questa dovevo fare.
P.M.: Bene.
A.B.: Mi scusi Presidente.
P.M.: Nessun’altra domanda il P.M. Possiamo…
A.B.: Io nessun’altra. Soltanto se c’era quel teste Autorino.
P.M.: C’è, se non è andato via c’è.
A.B.: Sennò va be’. Non c’è?
P.M.: C’è. Possiamo licenziarlo questo teste?
A.B.: Sì, sì, grazie.
P.M.: Presidente, questo teste lo possiamo licenziare?
Presidente: Per me sì. Ispettore Autorino, le dispiace un attimo ancora?
A.B.: Scusi se la importuno, ma siccome non risulta nel rilievo 12 il particolare delle portiere di quale dovrebbe essere la portiera destra, giusto?
G.A.: Sì.
A.B.: Ecco. Siccome sembrerebbe che la portiera destra fu quella adoperata perché soltanto da quella parte si poteva, qualcuno poteva passare e portare via il corpo.
G.A.: Era più accessibile.
A.B.: Era accessibile perché dall’altra parte c’era questa specie di scarpata, quindi non era accessibile.
G.A.: Sì, ha ragione.
A.B.: Sembrerebbe così ipotizzarsi che l’autore di questo duplice delitto abbia preso il corpo della ragazza che stava dentro e lo abbia trascinato fuori. E quindi lì la parte del corpo…
G.A.: Le striature sembrerebbero di…
A.B.: Le striature?
G.A.: … uno che ha strusciato vicino. Sembrerebbero così.
A.B.: Ho capito. Questo, quindi sembrerebbe che sia successo questo.
G.A.: Almeno dà questa impressione.
A.B.: Ed è lo stesso sportello che ha, guarda caso, quel pezzettino di polvere che manca.
G.A.: Sì. È lo stesso.
A.B.: Questo è sicuro.
G.A.: Sì, sì.
P.M.: L’unico aperto.
A.B.: All’interno c’è questo…
G.A.: All’esterno, all’esterno. Sul paracolpi esterno.
A.B.: E all’esterno c’è…
G.A.: Abbiamo gli aloni per asportazione. A.B.: va bene. Grazie. Prego avvocato, domandi. Io non lo so…
Presidente: Altro? Possiamo rimandare il teste?
P.M.: Senz’altro Presidente. Grazie.
Presidente: Si accomodi ispettore, grazie.
P.M.: Occorrerebbero…
A.B.: Scusi, scusi…
Presidente: Ah.. ah… un attimo ancora.
A.B.: Un suggerimento che mi fa il collega. Dunque sa se le mani dei ragazzi erano imbrattate di sangue?
G.A.: Sì.
A.B.: Tutte e due? -Perché la ragazza aveva… stringeva nella mano destra degli indumenti intimi intrisi di sangue. L’altra mano che era quella dove era l’orologio spezzato, la sinistra, aveva delle maculazioni di sangue. Così come il viso.
A.B.: Ecco, mi scusi, e quindi le papille dermali che voi avete trovato erano papille non imbrattate di sangue?
G.A.: No, no, sono stati, erano latenti, cioè significa che non si vedono.
A.B.: Latenti.
G.A.: Noi le abbiamo evidenziate con le polverine.
A.B.: Evidenziate, bravissimi. Però quindi erano soltanto delle papille dermali… guardi me.
G.A.: Sì sì, no no…
A.B.: Guardi me.
G.A.: Io non ho bisogno di suggerimenti.
A.B.: No, no.
Presidente: Avvocato via, su via, smettiamo.
A.B.: No, che aiuti, Presidente. Ho detto: guardi me.
Presidente: E allora? Forza. Ora figuriamoci se il Pubblico Ministero…
A.B.: Noooo.
P.M.: Grazie Presidente, perché sennò si esagera, eh?
A.B.: No, no, assolutamente.
G.A.: Mi è andato l’occhio di là, così. Cercherò di non guardare di là. Dica.
P.M.: No, lasci lasci, si senta libero di rispondere come crede, eh.
Presidente: Signori via! Che qui poi perdiamo tempo con queste diatribe.
A.B.: Senta, quindi erano macchie delle papille dermali di una persona normale che avesse lasciato questa specie di grasso.
G.A.: Sì, come potrebbe capitare a me, a lei, di toccare qualcosa.
A.B.: Nient’altro, grazie.
Presidente: Può andare, Ispettore.
G.A.: Grazie.
Presidente: Bene, proseguiamo.
P.M.: Sì, Presidente, la difficoltà è enorme. Il professor Maurri ha promesso di essere qua alle tre, ancora non c’è.
Presidente: Alle tre.
A.B.: Facciamo cinque minuti.
P.M.: Facciamo cinque minuti, provo a capire cosa può esser successo.
Presidente: Non abbiamo nessun’altro?
P.M.: Capirà che è necessario sentire, a questo punto, il professor Maurri. Ora vediamo, e sennò andiamo avanti. Controlliamo. Abbiamo un altro teste, però sarebbe opportuno… Ora verifico, se mi dà cinque minuti.
Presidente: Va be’, dieci minuti solamente.
P.M.: Grazie, grazie Presidente.

2 Maggio 1994 8° udienza processo Pietro Pacciani

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