8 Giugno 1994, 19° udienza, processo, Pietro Pacciani

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Gino Bruni, confronto tra Gino Bruni e Giampaolo Cairoli, Lorenzo Nesi, Bruna Arcusi, (Paolo?) Fanfani

Le testimonianze di Bruna Arcusi e (Paolo?) Fanfani non sono presenti nell’audio. La testimonianza di (Paolo?) Fanfani non è presente nemmeno in forma scritta.

Dato che le registrazioni presentano un audio non perfetto possono sussistere errori di trascrizione, nel caso se ne trovino durante la lettura contattateci per la eventuali correzioni: redazione@mostrodifirenze.com

Presidente: Ci siamo tutti, benissimo, buongiorno.
P.M.: Buongiorno Presidente.
Presidente: L’udienza è aperta, bene signor Pubblico Ministero proseguiamo con l’esame dei testimoni.
P.M.: Si Presidente, grazie, sentiamo Bruni Gino.
Presidente: Il famoso guardiacaccia.
P.M.: Se non sbaglio l’ha ammesso la Corte.
Presidente: Bruni Gino, Antonio me lo giri verso di me per bene. Ecco signor Bruni venga pure s’accomodi. Lo accompagni Romano. Ecco, sieda pure signor Bruni, si metta comodo. Senta consente la ripresa televisiva?
G.B.: 
Presidente: Cioè autorizza la ripresa televisiva? Vuol essere ripreso dalle telecamere o no? E’ un po’ sordo?
 Che acconsente i televisori che la riprendono?
Presidente: Cominciamo male.
 Si le telecamere.
G.B.: No.
Presidente: Che dice allora?
 No.
Presidente: No, quindi nessuna ripresa, senta, io cerco di parlare forte…
 Cerca di parlare forte lui, eh? Il Presidente parla forte.
G.B.: Si.



Presidente: Portiamolo vicino qui. Portatelo vicino a me.
 Venga.
Presidente: Venga vicino, venga vicino. Lo metta pure a sedere perché sennò… Senta, se le parlo così lei mi sente?
G.B.: Si.
Presidente: Oh, benissimo, però si metta a sedere, stia comodo, ecco mettete… Possiamo dargli un po’ di cavo ancora… Benissimo, senta lei è il signor Bruni Gino…
G.B.: Si.
Presidente: Nato dove?
G.B.: A Vicchio.
Presidente: In che data?
G.B.: Né NNNNNNN.
Presidente: NNNNNNN. Dove risiede signor Bruni?
G.B.: Io a Dicomano.
Presidente: Senta, è in grado di leggere questa dichiarazione? Guardi un po’… Metta pure gli occhiali.
G.B.: Consapevole della responsabilità morale e…
Presidente: …e giuridica…
G.B.: …giuridica che assu… assumo con la mia…
Presidente: …deposizione…
G.B.: …depo…
Presidente: …deposizione…
G.B.: …siane… mi impegno a dire tutta la verità…
Presidente: Benissimo.
G.B.: … e a non nas…
Presidente: …nascondere…
G.B.: nascondere nulla di quel… di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Conoscenza, benissimo, va bene, va bene così. Senta signor Bruni il Pubblico Ministero e poi gli avvocati vogliono farle delle domande a cui lei deve rispondere e dire la verità.
G.B.: Si.
Presidente: Ora, cercherò io di fare naturalmente da…
P.M.: Si, si Presidente faccio… do notizia alla Corte e alle altre parti che il signor Bruni, esattamente la sera del 2 giugno scorso, alle 22:15 si è presentato al Comando Stazione di Dicomano dei Carabinieri dove ha reso spontaneamente una lunga deposizione nella quale erano presenti alcuni ufficiali e sottoufficiali dell’arma e sembra che abbia detto un sacco di cose senza alcun problema, lo hanno capito in molti, quindi…
Presidente: Capire si capisce è l’orecchio che…
P.M.: Spontaneamente, nessuno l’ha… anzi, 22:15… si è presentato lui, vedremo, ci spiegherà perché si è presentato, quello lo vedremo dopo, per dire che nessuno da problemi di capirsi con questo signore, comunque noi…
Presidente: No, il problema è che non ci sente, capire capisce perfettamente mi pare, quindi, allora signor Pubblico Ministero ponga le domande ed io cercherò di…
P.M.: Grazie Presidente, io volevo sapere innanzitutto qual è, qual è stata la professione del signor Bruni, che lavoro ha fatto? Qual era il suo lavoro? Se ora è pensionato?
Presidente: Sente?
G.B.: No.
Presidente: Allora, dice, lei ora è pensionato lei?
G.B.: Si.
Presidente: Che professione faceva un tempo? Il Pubblico Ministero dice.
G.B.: Facevo il contadino.
Presidente: Facevo il contadino.
P.M.: In che periodo?
A.B.: Mi perdoni…
Presidente: Avvocato siccome…
A.B.: No, no, no sto chiedendo soltanto una cosa della quale credo di aver diritto.
Presidente: Prego.
A.B.: Io non conosco la dichiarazione resa dal signor Bruni.
Presidente: Nemmeno noi.
A.B.: Ma io ho diritto di averla per le eventuali contestazioni.
Presidente: Certo.
A.B.: Prego la cortesia del Pubblico Ministero di fornirmene copia.
P.M.: Ecco una copia.
A.B.: Grazie.
P.M.: Ne avrei anche per le altre parti se…
A.B.: Grazie.
P.M.: Andrebbe fatta una fotocopia di quella se cortesemente qualcuno provvede.
Presidente: Benissimo, allora lei faceva il contadino…
G.B.: Si.
P.M.: In che periodo, mi scusi, ha fatto il contadino? Ha fatto solo il contadino o qualche altra attività?
Presidente: Ha fatto solo il contadino o anche qualche altra attività?
G.B.: Anche il guardia anche.
Presidente: Ha fatto anche il guardia.
G.B.: Dopo tornato dalla guerra m’hanno chiesto di fare la guardia…
P.M.: Alle dipendenze di chi?
Presidente: Prima della guerra faceva il contadino, dopo la guerra gli hanno chiesto di fare il guardia.
P.M.: Il guardia dove e alle dipendenze di chi?
Presidente: Ecco, dove ha fatto il guardia? Alle dipendenze di chi?
G.B.: Ho fatto da Riconi nella fattoria Riconi?
Presidente: Riconi?
G.B.: Masieri Masiero.
Presidente: Ha fatto il guardia nella fattoria di Riconi?
G.B.: 25 anni.
Presidente: Per 25 anni.
P.M.: Alle dipendenze di questa fattoria?
Presidente: Masiero Masieri?
G.B.: Masieri Masiero.
P.M.: Quindi era dipendente di un privato e guardiacaccia volontario?
Presidente: Guardiacaccia dipendente…
P.M.: Lo chiedo… no, no, chiedo perché in alcuni atti c’è scritto volontario.
Presidente: Lei era alle dipendenze di questo Masiero anche come guardia?
G.B.: No facevo anche il contadino ma siccome mi obbligò di fare il guardiacaccia anche… e mi faceva fare il contadino e il guardiacaccia.
Presidente: Bene e questo però è previsto perché normalmente il guardia in periodo fuori caccia fa l’operaio agricolo.
P.M.: In che periodo ha fatto il guardiacaccia?
Presidente: In che periodo ha fatto il guardiacaccia? L’ha bell’è detto però.
P.M.: Fino a quando?
Presidente: Fino a quando ha fatto il guardiacaccia signor Bruni?
G.B.: Sino… dunque… ho smesso ni ’94.
Presidente: Quest’anno quindi.
G.B.: Si.
Presidente: Fino a quest’anno.
P.M.: Fino a quest’anno ha fatto il guardiacaccia ma è pensionato o ha fatto il guardiacaccia dipendente fino a quest’anno? Ce lo vuole spiegare? Io…
Presidente: Ma…
P.M.: Eh lo so, Presidente…
Presidente: Ascolti ma lei ha fatto il guardia fino a quest’anno ma non era pensionato?
G.B.: Si ero pensionato ma io siccome ho sempre avuto passione di fare il guardia…
P.M.: Passione o è un’attività?
Presidente: Quindi faceva la guardia volontaria…
G.B.: Volontaria.
P.M.: Ha visto era volontaria!
Presidente: Che succede? Il microfono? Allora sistemiamoglielo, ecco, così va bene, benissimo. Proseguiamo signor Pubblico Ministero.
P.M.: Si certo. Quindi come datore di lavoro unico ha avuto questo proprietario della fattoria?
Presidente: Ecco, lei come datore di lavoro quindi, come padrone ha avuto solo questo Masiero Masieri?
G.B.: Si.
P.M.: Unico?
Presidente: Solo questo qua?
G.B.: Si poi ho fatto la guardia volontaria.
Presidente: Sempre per questo Masieri?
G.B.: No per la sezione della zona di ripopolamento.
P.M.: Non dipendente, non prendeva compenso per questa attività?
Presidente: Non veniva compensato?
G.B.: Mi rimborsava la benzina.
Presidente: Gli rimborsavano la benzina.
P.M.: Quindi gli unici datori di lavoro sono stati questo proprietario. Lei ha avuto in passato una pensione di invalidità o ha solo quella di vecchiaia?
Presidente: Domanda il Pubblico Ministero: lei oltre alla pensione di vecchiaia aveva e ha anche una pensione di invalidità?
G.B.: No, sempre quella di contadini.
Presidente: Solo quella di contadini.
P.M.: E’ mai stato alle dipendenze della società cooperativa portabagagli di Firenze?
Presidente: Porta…?
P.M.: Portabagagli di Firenze.
Presidente: E’ mai stato alle dipendenze della cooperativa… della società cooperativa portabagagli di Firenze?
G.B.: C’è stato i’ mi’ figliolo.
Presidente: Suo figlio.
P.M.: Senta una cosa, in questa sua attività di guardiacaccia volontario ha mai posseduto armi?
Presidente: Quando faceva il guardia volontario o prima?
P.M.: Allora, prima quando faceva il guardia volontario…
Presidente: Senta quando lei faceva il guardia… dividiamo… alle dipendenze del Masiero Masieri…
G.B.: Si.
Presidente: … lei ci aveva una pistola?
G.B.: Si.
Presidente: Che pistola era
G.B.: 7.65
Presidente: 7.65
G.B.: Si poi dopo la ricomprai era il calibro 22.
Presidente: Dunque la 7.65 era una Beretta?
G.B.: Si.
Presidente: Poi successivamente invece acquistò una calibro 22?
G.B.: Si.
P.M.: In che periodo l’acquistò, in che periodo aveva l’altra e che fine ha fatto l’altra.
Presidente: Dunque, allora andiamo con ordine, quindi lei prima aveva una Beretta calibro 7.65, cosa fece poi di questa Beretta? La diede via?
G.B.: No dopo io l’ho consegnata alla caserma.
P.M.: Dopo quando?
Presidente: La 7.65…
G.B.: E la calibro 22.
Presidente: Si, no ma quando, scusi, cominciamo… Lei aveva… iniziò con questa Beretta calibro 7.65…
G.B.: Si, prima.
Presidente: Prima, poi che fece?
G.B.: Dopo io… il Masieri mi dette… così… di andare via… d’andare via e rubonno la zona insomma…
Presidente: Scartellarono la riserva?
G.B.: Si scartellarono allora io mi chiessano questi… come si dice?
Presidente: Della sezione cacciatori?
G.B.: Ecco!
Presidente: La guardia volontaria.
G.B.: Si io andavo volontario andavo a fargli il servizio.
Presidente: Benissimo.
G.B.: A me m’è sempre garbato fare il guardia e gli dissi di si.
Presidente: Ha fatto un bel mestiere, allora…
P.M.: Le armi ci interessano.
Presidente: Ritorniamo… ci vuole un po’ di pazienza…
P.M.: Si, si ma io…
Presidente: Ha 85 anni…
P.M.: Presidente io… tutto il tempo che lei crede, la ringrazio per l’intermediazione.
Presidente: Senta, quindi scartellarono questa riserva lei aveva sempre quella famosa Beretta calibro 7.65?
G.B.: 7.65.
Presidente: Che cosa ne fece? Se lo ricorda?
G.B.: Dopo quando io ho smesso di fare la guardia volontaria l’ho consegnata alla caserma.
Presidente: Allora quindi, scusi, lei tenne questa 7.65 e comprò anche una calibro 22?
G.B.: Si.
Presidente: La comprò lei?
G.B.: Si.
Presidente: Quando la comprò? Si ricorda? Dopo che era stato alle dipendenze dei Masieri?
G.B.: Dopo andato via dalla fattoria io ho comprato anche questa calibro 22.
Presidente: Questa calibro 22 che sarebbe una modello 70 poi sempre?
G.B.: Si, insomma…
Presidente: Va be’ questo tanto risulta da… Ecco lei si ricorda in che anno andò via dal Masieri per poi diventare guardia volontaria?
G.B.: Ni’ 70… ni’ ‘69/’70.
Presidente: Negli anni ‘69/’70. Ecco e questa pistola lei la comprò, come ha detto, il Masieri, andando via gli diede una liquidazione, una buona uscita…
G.B.: Mi dette, insomma…
Presidente: Un po’ di soldi.
G.B.: Un po’ di soldi e comprai questa pistola.
Presidente: E comprò questa pistola
G.B.: Per fare la guardia volontaria a Scopeto.
Presidente: Per fare la guardia volontaria.
P.M.: Ricorda l’anno?
Presidente: ‘69/’70 dice.
P.M.: Se serve alla Corte e alle parti, io ho la denuncia da lui fatta per la detenzione ai Carabinieri di Dicomano di questa arma di cui dice, con tanto di numero di matricola, è datata 13.10.1969, è un documento che offro alla Corte…
Presidente: Quindi si ricorda bene.
P.M.: Si ricorda molto bene, è questo che volevo dimostrare… tenendo anche l’altra arma, è questo che ci ha detto.
Presidente: Che poi consegnò… lei poi, quando smise, consegnò entrambe le pistole?
G.B.: Quando smisi di fare il guardia?
Presidente: Mhmm.
G.B.: Consegnato alla caserma.
Presidente: Consegnate alla caserma.
P.M.: E quando?
Presidente: Si ricorda quando le consegnò? Si ricorda in che epoca consegnò queste armi?
G.B.: No io ci dovrei avere anche…
P.M.: Ha detto che ha smesso l’anno scorso, se non ho capito male.
G.B.: 
P.M.: Quindi l’anno scorso? Quest’anno?
Presidente: Forse l’anno scorso? Quest’anno?
G.B.: No un po’ più…
Presidente: Prima?
G.B.: Prima.
Presidente: Va be’ ora…
P.M.: Non importa. Io voglio chiedere al signor Bruni se ricorda se la sua pistola calibro 22, Beretta, è stata controllata dai Carabinieri nell’ambito delle indagini svolte e delle prove di sparo di cui ho fornito documentazione la volta sco… l’udienza scorsa e comunque è in atti, l’ho indicata e se la sua pistola è stata data ai Carabinieri per le prove di sparo.
Presidente: Parliamo della 22 naturalmente.
P.M.: La 22.
Presidente: Senta signor Bruni a proposito di questa calibro 22 lei ricorda se nell’ambito di quelle indagini che facevano per gli omicidi famosi, il cosiddetto mostro di Firenze, tra le altre pistole controllarono anche quella pistola sua?
G.B.: Si, si.
Presidente: Ecco, come andò la faccenda?
G.B.: Mah a me me la riportonno.
Presidente: Quindi vennero a prenderla
G.B.: Non c’era nulla di male.
Presidente: Quindi i Carabinieri vennero a prenderla…
G.B.: No gnene portai io, poi dopo diverso tempo me la riportarono, me la ridessano, non c’era nulla di… di…
P.M.: I Carabinieri di Dicomano no?
Presidente: I Carabinieri di Dicomano?
G.B.: Si.
P.M.: Era l’anno ’82 se lo ricorda?
Presidente: Può essere che fosse il 1982?
G.B.: Eh si, giù di lì.
P.M.: Senta signor Bruni lei conosce Pietro Pacciani?
Presidente: Conosce Pacciani?
G.B.: Si
P.M.: Come mai lo conosce?
Presidente: Ecco, come mai lo conosce? Da quando?
G.B.: L’ho conosciuto quando sono stato a fa la guardia io passavo di lì, passavo con la macchina di lì e ogni tanto lo trovavo sulla strada a fa due parole…
P.M.: Dove questo? Dove siamo e in che epoca siamo?
Presidente: Ecco, in che epoca lei l’ha conosciuto e dove? In che zona eravate?
G.B.: San Martino Scopeto.
Presidente: San Martino Scopeto, nel Mugello. In che epoca pressappoco lo ricorda quando…
G.B.: ‘69/’70.
Presidente: ‘69/’70.
P.M.: Lui abitava lì?
Presidente: Abitava lì il Pacciani?
G.B.: Si faceva il contadino.
P.M.: Ha avuto dei rapporti di conoscenza o solo vi vedevate perché lei passava di lì?
Presidente: Oltre che a incontrarvi così occasionalmente avevate anche dei rapporti di conoscenza? Vi conoscevate? Vi frequentavate?
G.B.: No lui arrivava, salutava, a volte era lì, si metteva a parlare così…
Presidente: Ecco, ma non è per esempio uscivate insieme, andavate a giocare a carte all’osteria…
G.B.: No, no, no, no.
P.M.: Ha avuto nessun motivo di contrasto con il signor Pacciani?
Presidente: Senta, ma con il Pacciani lei ha mai avuto a che dire? Contrasti…
G.B.: Si, si.
P.M.: Per quale motivo?
Presidente: Perché? Se lo ricorda?
G.B.: Si, allora, questo Pacciani mi chiese di andare a aiutare a ramare le vite, io son andato, poi dopo finito verso le undici, io devo andare a comprare un po’ di ramato perché ci avevo 7/8 o dieci viti…
P.M.: Cioè sta narrando un episodio particolare?
G.B.: … mi rispose e mi disse: «Te lo do io» e va bene (…) dopo, il giorno dopo incontrai il su’ padrone e mi disse: «non ti sei accorto di nulla Gino?», dico: «Siii», dico: «Mi manca una cesta», dice: «Te l’ha presa il Pacciani».
P.M.: Una cesta di cosa scusi?
Presidente: Una cesta?
G.B.: Una cesta per fare delle catture della selvaggina.
Presidente: Ah le catture della selvaggina.
G.B.: Dice: «Gli è lì guarda…», andetti a vedere, c’era!
Presidente: Quindi, qualcuno le aveva preso questa cesta che serviva per catturare i fagiani…
G.B.: No l’aveva presa lui!
Presidente: L’aveva?
G.B.: I Pacciani m’aveva portato via questa cesta…
Presidente: Si ho capito, qualcuno e questo qualcuno era il Pacciani.
G.B.: Andai a vedere e la c’era … i su posto io… ora gli dissi io: «Verrò domani o domall’altro a piglia’ questo…» e andetti il terzo giorno a pigliare questo ramato…
P.M.: A prendere?
Presidente: Il ramato, il ramato.
G.B.: Lui un c’era a casa allora io suonai in su, quando arrivai a mezzo di questa salita per la casa… eccolo… «ero venuto a piglià questo ramato» dico…
Presidente: Ma un c’eri…
G.B.: Disse: «Te lo do».
Presidente: Te lo darò, con fare burbero…
G.B.: Stetti due o tre passi e mi disse: «Ho trovato due leprini…»
P.M.: Due leprini?
Presidente: Due leprotti…
Presidente: Vivo o morti?
G.B.: Si, leprotti, dico, come guardia: «Lascigli fare, perché se tu gliene porti via poi la mamma non li ritrova più…», «E gli ho messi qua, li ho messi qua…» disse, «Vieni a vedi» e andai.
Presidente: E andò a vedere.
G.B.: Gli aveva messo una cesta, non si voleva ripiegare, era piegata così e disse «Guarda c’è la mi’ mamma che l’ha arrovesciato la cesta e i leprini sono andati via»
Presidente: Gli fece vedere dove avrebbero dovuto essere questi leprini, sotto questa cesta, invece un c’erano più…
G.B.: Un c’erano no, l’ha fatto la finta! Allora io…
Presidente: Lei capì che lo faceva per finta.
G.B.: Si, allora… fo così per guardare se erano dentro la stanza sentii…
P.M.: Sentì?
G.B.: Inforcato! Trah…!
Presidente: Un colpo in testa?
G.B.: Si.
Presidente: In testa. Con cosa gliela diede questa botta?
G.B.: Col forcato.
Presidente: Col forcato.
G.B.: Col forcato.
Presidente: Col manico spero.
G.B.: No, no con la… con la…
Presidente: Col ferro?
P.M.: In testa.
G.B.: Col ferro, io andetti giù…
Presidente: Alla tempia, alla tempia sinistra.
G.B.: Si alla tempia, qui e io andetti giù, persi i sensi, quando fui giù… «Qui tu ci devi morire» disse, «Qui non si scappa», «Te tu devi morì qua» e io persi i sensi…
Presidente: Tu devi morire… ma poi mica gliel’ha piantato questo…
G.B.: «Posa la pistola, posa la pistola!»
Presidente: Ascolti, ascolti, ma lei ci aveva la pistola?
G.B.: Non l’avevo, l’avevo lasciata a casa e lui mi obbligava di posare la mia pistola… «E un ce l’ho e un ce l’ho» allora con una mano mi teneva così il forcato puntato a il corpo e con quell’altra mi tastava per vedere se dicevo la verità e lì a quel momento io ripresi un po’ i sensi, fo uno scatto gli chiappo il manico…
Presidente: Del forcato?
G.B.: Del forcato, ora così alla porta non passa… …ora gli racconto la verità, tutta la verità…
P.M.: Meno male.
G.B.: Così non passa, allora io presi Zza’… Di taglio e lo buttai fuori…
Presidente: Gli addirizzò il manico e riuscì a sgattaiolare fuori?
G.B.: Fuori e poi lui tirava e io tiravo e mi tirava sempre pedate così, tum, tum, ma non mi pigliava, poi mi prese, mi prese qui guardi, al reno…
Presidente: Al rene sinistro.
G.B.: Allora tornai giù un’altra volta.
P.M.: Con cosa lo prese al rene?
Presidente: Con un calcio.
P.M.: Con un calcio.
G.B.: Dopo gli presi e mi ririzzai dal ciglione e gli dissi io: «Guarda se tu la finisci bellino, io ti denunzierò» gli dissi, allora disse: «Lasciala a me», «No lascialo te»«No tu te lo laci te sennò te lo buttò nell’ossa» io lo lascia…
Presidente: Lasciare che cosa?
G.B.: Il forcato.
Presidente: Il forcato, perché era una specie di tira e molla…
G.B.: Si, si e lo buttò nell’orto. S’avviava lassù, su, io non camminavo perché m’aveva ferito qui e qui… «Se tu avessi i’ coraggio di denunciarmi che vo in galera se esco la mattina t’ammazzo la mattina, se torno la mattina t’ammazzo la sera».
Presidente: Se torno la sera t’ammazzo la mattina e se torno la mattina t’ammazzo la sera.
G.B.: Allora a mezzo di questa salita c’era una cannella dell’acqua, «Va’ a lavati», mi disse, ero tutto sangue… Io dissi: «Mi lavo a casa», «Vai a lavati o ti ammazzo qui».
P.M.: Cosa… scusi io ho perso…
Presidente: “Vai a lavarti sennò ti ammazzo qui”
G.B.: Allora io… mi disse: «Se qui sopra ci fusse cento militari in un quarto d’ora li ammazzo tutti», mi disse.
P.M.: “In un quarto d’ora li ammazzo tutti”?
Presidente: Se qui sopra ci fossero cento militari in un quarto d’ora li ammazzo tutti.
G.B.: Mi son dimenticato di qualcosina io gnene direi ora, la posso dire?
Presidente: Sentiamo.
G.B.: L’ultima parola, disse: «T’hai avuto fortuna t’ho trovato qui se ti trovavo nel bosco io ti facevo a pezzi e ti buttavo dentro nel pozzo nero».
P.M.: Come disse scusi io non ho capito.
Presidente: Se ti trovavo nel bosco io ti facevo a pezzi…
G.B.: …e ti buttavo dentro ni’ pozzo nero.
Presidente: …e ti buttavo poi nel pozzo nero.
P.M.: L’ha detto qualche giorno prima mi sembra, l’abbiamo letto ieri.

Presidente: Senta, scusi ma quale era il motivo perché ce l’aveva così tanto con lei?
P.M.: Non l’abbiamo capito.
G.B.: Per via della cesta
Presidente: Per via della cesta.
P.M.: Signor Bruni per carità!
G.B.: Gli aveo riportato via la cesta…
P.M.: Signor Bruni ci ha promesso di dire la verità… signor Bruni…
Presidente: Senta ma non le pare un po’, dice il Pubblico Ministero, eccessivo perché lei gli aveva ripreso una cesta per catturare i fagiani…
G.B.: Si perché gli aveo ripreso questa cesta che m’aveva rubato.
Presidente: Bene, questo è appurato ma non è che, dice il Pubblico Ministero, credo…
P.M.: Si, si.
Presidente: Non c’era mica dell’altro?
P.M.: Poi gli spiegherò perché ora volevo ce lo dicesse lui anziché contestarlo.
Presidente: Non è che le imputava anche qualche cos’altro forse anche di più personale, di più grave il Pacciani a lei? Giustamente, ingiustamente non lo so.
G.B.: Questo io…
Presidente: Le domando se lei lo sa. L’accusava anche di qualche cosa?
G.B.: Mai ma io ma lui non m’ha mai chiesto nulla, io non ci ho riparlato più perché mi disse mi voleva ammazzare…
P.M.: Signor Bruni ci pensi, a 84 anni deve dire la verità.
Presidente: Lei ci ha raccontato con grande precisione un sacco di particolari, un sacco di minacce…
P.M.: Anche troppi.
Presidente: Anche troppi, ma possibile che, uno può essere irascibile, iracondo eccetera ma possibile che uno ce l’avesse così con lei fino a ridurla in quello stato?
G.B.: Perché davanti… davanti non mi sentiva… si faceva due chiacchiere… da quel momento…
Presidente: Da quel momento no ma dice il Pubblico Ministero: Ma è sicuro che non l’accusasse anche di qualche cos’altro? Nei suoi confronti? Di avergli fatto un torto e quale?
P.M.: Proviamo in un altro modo.
G.B.: No mai.
P.M.: No, allora signor Bruni…
Presidente: Senta…
P.M.: Per caso lei non è che nella sua attività di guardiacaccia aveva trovato il Pacciani a cacciare e lui non era contento di questa…
A.B.: No questa domanda non l’accetto, mi scusi Presidente.
P.M.: Non l’accetti, io…
A.B.: No non l’accetto non la può fare non che non l’accetto, lei deve fare la domanda.
Presidente: Facciamo la domanda.
P.M.: L’aveva mai trovato Pacciani a cacciare?
Presidente: A cacciare di frodo l’aveva trovato in riserva il Pacciani?
G.B.: No.
Presidente: Mai?
G.B.: Mai.
P.M.: Aveva mai visto Pacciani con un fucile?
G.B.: E’ la verità, questa è la verità mai trovato.
Presidente: Con un fucile l’aveva mai visto?
G.B.: No
Presidente: No
G.B.: La sera quando andavo via a Dicomano a casa mia lui la notte poteva fare i’ su’ comodo…
P.M.: Eh… eh… eh…
Presidente: Perché lei la sera tornava a Dicomano e la notte…
P.M.: Beh no questo… questo… come mai signor Bruni fa questa distinzione? Che bisogno ce l’ha di dire… Sembra dire: Se ce l’aveva quando io non lo vedevo… Cosa vuol dire questa precisazione?
Presidente: Beh, lui dice così.
P.M.: E io volevo capire che ci spiegasse cosa vuol dire…
Presidente: La sera tornava a casa a Dicomano, dice lui, quindi…
P.M.: E quindi vuole dire che lei sapeva che cacciava di notte? Cosa vuol dire questo? Lo domando.
Presidente: Questo no, lui dice: se poi lui…
P.M.: Presidente me lo fa domandare?
Presidente: …ci aveva il fucile…
P.M.: Voglio sapere come mai fa una distinzione fra quando lui non c’era, cosa lo spinge a fare questa distinzione? Dice: quando io tornavo a Dicomano… Cosa vuol dire?
Presidente: No, no questa domanda non la… questa può portare fuori…
P.M.: Bene, bene, non c’è problema.
Presidente: E’ una domanda troppo generica, vaga…
P.M.: Sii, per carità, stiamo parlando di cose che non hanno interesse.
Presidente: Quindi, quello che lui ha detto è questo.
P.M.: Noi ne prendiamo atto.
Presidente: Dice: se poi ce l’aveva quando io non c’ero perché ero tornato a casa…
P.M.: Sii…
Presidente: Lei faceva servizio la notte in riserva qualche volta?
G.B.: No, ero una guardia volontaria, non mi davano niente… anche la notte… va bene ci avevo una gran passione io…
P.M.: Senta signor Bruni lei per quelle ferite alla testa e se non ho capito male al rene si è curato o furono cose che passarono da se in breve?
Presidente: Senta, lei per quelle ferite alla testa e per quella al rene guarì da se o fu curato?
G.B.: Son stato 26 giorni all’ospedale di Val di Sieve.
P.M.: All’ospedale? Addirittura?
Presidente: Val di Sieve.
P.M.: E disse cos’era successo?
Presidente: Lei lo disse cosa le era successo?
G.B.: Mah, io gli dissi… che io… e per con questo Pacciani se io lo denunziavo lui m’ammazzava… io anche a Val di Sieve gli dissi che ero cascato… in una balla… ero caduto…
Presidente: Quindi gli disse che era inciampato in una balla, era caduto perché aveva una paura matta del Pacciani che lo aveva minacciato di ucciderlo.
A.B.: Una balla?!
P.M.: Io ho qui la cartella clinica della Val di Sieve con il referto in cui lui dice appunto “caduta accidentale” e le offro alle parti e alla Corte, si parla proprio di “trauma cranico” e di “lesione renale”, un excursus piuttosto lungo e grave, sono proprio quelle ferite lì, sono a disposizione e chiedo di produrle.
P.M.: Senta una cosa e quindi lei non denunciò questo fatto, com’erano andate le cose, perché aveva paura in quel momento?
Presidente: Quindi lei, dice il Pubblico Ministero, lo ha già detto veramente, non lo denunziò questo fatto, com’erano andati i fatti insomma perché aveva paura…
G.B.: Non l’ho denunziato per la mi’ famiglia anche…
Presidente: “Per la mi’ famiglia.”
P.M.: Proprio qui volevo arrivare
G.B.: Poi lui dice m’ammazza… a quello che mi fece…
P.M.: Senta una cosa signor Bruni…
G.B.: Io gli pigliavo la mia roba… che la vorrebbe pensare…
P.M.: Signor Bruni ma ai suoi familiari disse la verità o anche a loro disse che era cascato?
Presidente: Ai suoi familiari gliela disse la verità o gli disse…
G.B.: No l’hanno saputo ora, saputo ora, gli ho sempre detto di no io.
P.M.: Gliel’ha detto ora, ora quando signor Bruni?
Presidente: Quindi quando l’hanno saputo? Ora quando?
G.B.: Sarà una settimana…
Presidente: In questi giorni quindi.
G.B.: Gli ho sempre detto di no io.
P.M.: Signor Bruni la settimana scorsa sono venuti dei funzionari di Polizia a chiederle queste cose lei non le ha dette, come mai? Le ha dette solo spontaneamente due giorni fa, cos’è successo in questa settimana che le ha fatto cambiare idea?
Presidente: Senta, una settimana fa, dice il Pubblico Ministero, sono venuti dei funzionari di Polizia da lei ma lei queste cose non gliel’ha dette…
G.B.: Si, si, si…
Presidente: Le ha dette solo due giorni fa. Come mai, dice il Pubblico Ministero, prima non le ha dette si è deciso ora all’ultimo momento a dirle?
G.B.: Si son venuti ma siccome la signora Carrioli là, quella la entrò in casa mia, l’aveva in custodia la pistola, dice: «Te Bruni hai visto la pistola del Pacciani?»
P.M.: Si ma un attimo…
A.B.: Sentiamo che dice.
A.F.: La domanda!
P.M.: La domanda gliela vorrei fare io, se consentono poi questa domanda gliela vorrei fare io!
A.B.: Sentiamo quello che dice.
P.M.: Volevo sapere…
Presidente: Vogliamo far parlare il teste signori? State zitti voi così…
P.M.: La domanda era innanzitutto come mai prima l’ha detto e poi… prima non l’ha detto e ora poi l’ha detto, questa è la domanda.
Presidente: Ricominci da capo, perché prima non l’ha detto e poi l’ha detto, dice perché è venuta questa signora Carrioli, la chiama lui…
P.M.: Che lei conosce?
G.B.: Quando l’è entrata in casa mia la m’ha detto subito che io avevo visto la pistola del Pacciani, dunque a qui punto lì… io non l’ho mai vista e mai parlato con nessuno.
P.M.: E come mai però alla Polizia non ha raccontato i fatti che ha raccontato ieri l’altro?
Presidente: Ecco ma tutto questo non spiega…
P.M.: Non ha niente a che vedere con la pistola questo fatto.
Presidente: A parte la pistola, come mai lei prima non l’ha detto, tutta la faccenda del litigio con Pacciani…
P.M.: Dei leprotti insomma, particolari così…
Presidente: I leprotti, la cassetta rubata, eccetera, eccetera e invece l’ha detto ora? Due giorni fa? Perché prima tutta questa cosa…
G.B.: Io quando ho fatto il verbale l’ho detto.
P.M.: Due giorni fa.
Presidente: Il Pubblico Ministero dice che non l’ha raccontato subito una settimana fa…
P.M.: C’è un motivo? Io, no, no, no… Son decisioni sue, voglio vedere se c’è un motivo.
G.B.: L’ho saputo solamente quando è venuto… come si chiama? … Che è venuto a interrogammi… Come si chiama?
Presidente: Chi è venuto ad interrogarla? Non lo so.
P.M.: Non lo so, sentiamo da lui io non ne ho la più pallida idea.
Presidente: Poliziotti?
G.B.: Eh?
Presidente: Poliziotti? Gente della Polizia?
G.B.: Si.
Presidente: Comunque lei all’inizio non l’ha detto, l’ha detto solo due giorni fa.
G.B.: Allora lei la m’ha imputato così e allora io pe’ dirgli la verità a lui di questo…
P.M.: Si ma è una mezza verità così! Non si capisce qual è quella vera!
G.B.: …con questa pistola …io non l’ho vista per nulla mai…
Presidente: Quindi lei avrebbe mantenuto, diciamo, il silenzio su queste circostanze perché questa signora le avrebbe imputato, come dice lei, l’avrebbe accusato, non lo so…
G.B.: Accusato, insomma
Presidente: …d’aver visto la pistola del Pacciani.
G.B.: Io gliene dicevo tutto.
Presidente: Che non è assolutamente vero, lei ha detto.
P.M.: Però perché non ha detto allora se è andato da lui qualche funzionario di Polizia quello che si è deciso a dire la settimana dopo? Se la signora era già venuta, come dice lei…
Presidente: Ma, dice: se la signora era già venuta a dirle queste cose del Pacciani…
P.M.: Che l’avevano impressionato…
Presidente: …che motivo c’era che lei non dicesse alla Polizia che era venuta queste cose che dice ora e ha detto due giorni fa?
G.B.: No, io ero per confessare tutto i fatto di Pacciano che m’ha picchiato me, siccome lei appena l’entrò dentro mi accusa di io aveo visto la pistola di Pacciani, io gli dissi la verità…
Presidente: Signor Bruni ma questa.. la signora Carrioli venne dentro quando c’era la Polizia?
G.B.: Si.
Presidente: Ecco.
P.M.: E come mai allora non le disse queste cose? Come mai ha messo una settimana a ripensarci?
Presidente: Dice, siccome, signori la logica di quest’uomo è questa: siccome lei entrò dentro, dice, quando c’era la Polizia…
P.M.: Avrà bussato spero…
Presidente: Entra questa… viene fatta entrare e dice: Tu Pacciani ci hai detto della pistola e via dicendo… a questo punto io mi sono irrigidito e non ho più parlato.
A.B.: Ecco, mi scusi Presidente, chi è questa signora, mi perdoni, per capire noi…
P.M.: Dovrebbe essere la teste…
A.B.: La signora Cairoli quella che è venuta qui?
Presidente: Lui la chiama Carrioli ma è Cairoli.
A.B.: Ecco, è quella che non ha visto nulla.
Presidente: Certamente.
A.B.: E’ soltanto derelato anche lei perché lei avrebbe sentito dal marito.
P.M.: Forse la conosce lei questa signora, facciamo prima.
Presidente: La conosce questa signora Cairoli?
G.B.: Si è!
P.M.: Ah, la conosce.
Presidente: La conosce.
P.M.: Senta una cosa, è una signora…
Presidente: Quello che abbiamo sentito era il marito, vi ricordate no?
P.M.: Allora signor Bruni vediamo un’altra cosa, il Pacciani in un memoriale che ha inviato al dr Banci, nel corso delle indagini, al giudice del tribunale, dice, tra le tante cose…
A.B.: Scusi Presidente questo chi l’ha fatto?
P.M.: Il signor Pacciani.
A.B.: Ah Pacciani, si.
Presidente: E’ un memoriale del Pacciani…
P.M.: E’ in atti.
Presidente: Mandato al G.I.P.
P.M.: Fra le tante cose dice: “Sposai una donna seminferma di mente ma credendola onesta ma mi sbagliai appena sposata cominciò a farmi le corna, era incinta, la sorpresi in un capanno del fieno, allora eravamo contadini a Vicchio di Mugello in frazione Badia a Bovino, era disteso nel fieno con un guardia-boschi, certo Bruni di Dicomano, a lui gli diedi una palata nella schiena e gli rompei un rene, lei la perdonai.” Lei per l’appunto è andato in ospedale perché gli hanno rotto un rene, lei ci da una versione completamente diversa da quella che da Pacciani di quel rene.
Presidente: Senta, guardi però, dice il Pubblico Ministero, che il Pacciani da una versione…
P.M.: Non avendo mai sentito quel che dice oggi lui, è in epoca talmente lontana… non c’era contrasto.
Presidente: Dà una versione del tutto differente dei fatti e cioè ammette, è vero che gli ha dato una palata, non parla di forcato, parla di pala…
P.M.: “Gli rompei un rene”
Presidente: “Gli rompei un rene” quindi ammette di avergli fatto questa…
P.M.: Era proprio nella frazione Badia a Bovino.
Presidente: E si trattava di un fatto avvenuto in frazione Badia a Bovino dove lui stava…
P.M.: Stesso fatto, Presidente, Pacciani lo contesta alla moglie in una lettera che gli è sequestrata e che è in atti, è lo stesso identico caso, Pacciani lo dice due volte.
Presidente: Allora dice: Ma perché questo? Perché, dice, io sorpresi mia moglie, la Angiolina, stia a sentire, stesa in un capanno assieme ad un guardia, che poi sarebbe lei.
G.B.: Lui fa per scolparsi ma tutto quello che ho detto io è tutta verità.
P.M.: E’! Scolparsi, non l’ha ancora detto… Scolparsi di che?
G.B.: E’ tutta verità, lui fa per scolparsi, però io a su’ moglie mai parlato, mai.
P.M.: Di cosa si deve scolpare il Pacciani? Ancora questa cosa non l’aveva detta lei.
Presidente: Scolpare, scolpare del fatto di avergli fatto così male.
P.M.: Nessuno ne ha mai parlato, se non ce ne parlava oggi lui nessuno sapeva di questo fatto.
A.B.: Esisteva anche l’omicidio per causa d’onore.
Presidente: Va be’ signori, comunque, gli abbiamo contestato la versione del Pacciani, lui dice: Unnè vero nulla, la verità è quella che ho detto io.
P.M.: A me questo interessa. Senta una cosa…
G.B.: Mai parlato io…
Presidente: Mai parlato con l’Angiolina.
G.B.: Mai parlato.
Presidente: Prego.
P.M.: L’ultima domanda, lei conosce la signora… gliel’abbiamo già chiesta ma vorrei andare nel particolare, conosce la signora Consigli Emanuela? Che convive con il signor Cairoli ma non è Cairoli?
Presidente: Senta, allora diciamo se conosce il Cairoli…
P.M.: Prima se è quella signora di cui ha parlato lui.
Presidente: Dunque questa signora Cairoli chi sarebbe? Con chi sta? Con chi vive?
P.M.: Lui la conosce come Consigli no?
G.B.: Con Gianpavolo.
Presidente: Con Gianpaolo.
P.M.: Bene.
Presidente: Si chiama Gianpaolo il Cairoli?
P.M.: Come mai conosce questo signor Gianpaolo?
Presidente: Come mai lo conosce questo Gianpaolo, signor Bruni?
G.B.: Lo conosco perché i’ su’ babbo gli ha cominciato un podere lì… che io gli ho fatto due vigne a i’ su’ babbo…
Presidente: Ecco, al babbo del Gianpaolo…
G.B.: Poi dopo il babbo gli è morto, gli hanno diviso e a lui gli è toccato là.
Presidente: Quindi questo aveva una proprietà lì, che gli derivava dal padre, lei gli ha fatto due vigne, dice, due vigneti.
G.B.: «Guarda Bruni fammi questo lavoretto, fammi quest’altro» una degna persona, bravissimo.
P.M.: Una bravissima persona questo Gianpaolo.
Presidente: Lei andava per opra quindi lì?
G.B.: Passavo un’ora, due il giorno, sapevo di fargli piacere perché era tanto bravo quest’uomo.
P.M.: Una degnissima persona.
Presidente: Era tanto bravo.
P.M.: Con questo signor Cairoli si è mai fermato a fare due chiacchiere? A parlare?
Presidente: Ci parlava lei con questo Cairoli?
G.B.: Con Gianpaolo?
Presidente: Si.
G.B.: Buongiorno e buonasera passava di lì, io ci ho una baracchina lì
P.M.: Una baracchina?
G.B.: Di giorno quando piove io mi rifugio lì. Passava da quella strada: «Buongiorno Gino», «Buongiorno» e via.
P.M.: Si è mai fermato il signor Cairoli da questa baracchina un po’ più del buongiorno/buonasera a far qualche parola?
Presidente: Dico ma se lei lo conosceva e ci andava anche per opra, sia pure saltuariamente, dice il Pubblico Ministero, ma qualche volta a questa baracchina si sarà anche fermato a far due parole no?
P.M.: Oppure a fissare il lavoro, non so…
G.B.: A volte… una volta m’aiutò che non m’era andata in moto la macchina, mi pigiò, me la messe in discesa e ripartì, poi… Il piacere m’ha fatto quello lì, poi io con lui mai parlato.
Presidente: Mai parlato.
G.B.: Mai parlato.
P.M.: Mai parlato. Quindi, io le faccio l’ulteriore domanda, ha mai parlato lei nella baracchina, anziché col Cairoli con qualche altra persona del Pacciani?
Presidente: Senta ma in quella baracchina, allora Pubblico Ministero scusi facciamogli… Si fermavano altre persone oltre ai Cairoli?
G.B.: I cacciatori, il Presidente veniva a trovammi…
Presidente: Contadini…
G.B.: No gli è il Presidente della sezione.
Presidente: Il Presidente della sezione cacciatori.
G.B.: I cacciatori venivano a aiutammi a mettere… a fare un viottolo…
Presidente: Soprattutto cacciatori…
P.M.: Con questi cacciatori o Presidente, in tempi non molto lontani cioè due o tre anni fa, due anni fa, ha mai parlato così, discorsi sul Pacciani, dopo che il Pacciani era… il suo nome era venuto sui giornali?
Presidente: Senta ma con queste persone con cui lei ovviamente qualche discorso ce lo faceva no? Domanda il Pubblico Ministero, in tempi recenti, un paio d’anni fa per esempio, ha mai parlato del Pacciani quando… stia a sentire… quando il nome del Pacciani era sui giornali, sulle cronache perché se ne parlava nell’ambito dell’inchiesta, gli è mai venuto di…
G.B.: Mai parlato di queste cose, mai.
Presidente: Mai, anche così, per fare due chiacchiere…
G.B.: Eh?
Presidente: Due parole si fanno sempre, l’argomento del giorno…
G.B.: Va bene ma si parlava de…
P.M.: Del Pacciani mai insomma signor Bruni, nemmeno casualmente?
Presidente: Si parlava di…?
G.B.: Di fagiani, delle lepre, pe’ andà a mangià le lepre…
P.M.: Ma il Pacciani era un vostro exconcittadino, va sui giornali e non ne parlate?
Presidente: Il Pubblico Ministero trova strano che essendo…
P.M.: Molto strano.
Presidente: …il Pacciani uno che voi avevate conosciuto, che ha abitato lì eccetera e che si trovava in quella situazione di cui tutti ne parlavano, voi non ne parlaste…
G.B.: No, mai parlato.
P.M.: Come mai era tabu in quel momento? Come mai signor Bruni?
G.B.: Mai parlato, m’ha dato tante di quelle palate! M’ha picchiato, se io sapessi qualcosa la si figuri se…
P.M.: No è proprio il contrario! Non mi figuro proprio niente io!
Presidente: Comunque lui dice: M’ha dato tante di quelle palate che se io sapessi qualcosa la si figuri se non lo direi.
P.M.: No, no proprio perché gli ha dato le palate!
Presidente: Ha detto così.
A.B.: Ora non gliele vuol dare le palate…
P.M.: Chi lo sa?
Presidente: Senta signor Bruni…
Presidente: Non ne avete parlato quindi?
G.B.: Mai, mai.

P.M.: Senta una cosa e a volte conversando con questi signori, cacciatori, il Presidente, si è mai fermato e voi parlavate di caccia, si è mai fermato il signor Cairoli Gianpaolo?
Presidente: Mentre eravate con questi cacciatori…
P.M.: Un paio di anni fa eh… nemmeno una vita fa.
Presidente: In questi frangenti… un paio di anni fa, insomma quando c’erano questi avvenimenti, mentre lei era a parlare con i cacciatori eccetera, eccetera si è mai fermato il Cairoli?
G.B.: No mai.
Presidente: Gianpaolo?
G.B.: Mai, quando si stava con i cacciatori si stava dentro la baracchina, se c’era un bicchiere di vino si beveva sennò…
P.M.: Lei ha mai parlato con questi cacciatori del fatto che Pacciani aveva una 22 Beretta come la sua?
Presidente: Con questi cacciatori lei ha mai parlato che il Pacciani aveva una 22? Una 22 Beretta come la sua?
G.B.: No.
P.M.: Che era stata controllata dai Carabinieri?
Presidente: Che era stata controllata dai Carabinieri… la sua…
G.B.: Si.
Presidente: E che il Pacciani ne aveva una uguale?
G.B.: No mai, questo non lo posso dire perché non lo so.
P.M.: Presidente a questo punto io chiedo che sia lo stesso Cairoli… un confronto a dirglielo.
Presidente: Guardi che… posso?
P.M.: Prego, prego.
Presidente: Questo Gianpaolo, il Cairoli…
P.M.: E’ una brava persona!
Presidente: Brava persona… dice, riferisce un fatto che così, non si capisce perché riferirebbe sennò…
P.M.: E come fa a saperlo sennò il signor Cairoli!
Presidente: Come farebbe poi a saperlo…
P.M.: A sapere della sua pistola controllata dai Carabinieri.
G.B.: Avrebbe tirato fora queste frasi?
P.M.: Come fa il signor Cairoli a sapere che gli è stata controllata la pistola se non da lui?
Presidente: Capito? Riferisce che…
P.M.: E’ la cosa più importante Presidente!
Presidente: …lei avrebbe detto… dice: Ma quando si parlava, sui giornali, alla radio del Pacciani, di questa calibro 22, del mostro, di tutte queste cose qua, avrebbe detto, dice: A me me l’hanno controllata la pistola al Pacciani non gliel’hanno controllata perché figuriamoci se lui…
G.B.: Queste son tutte…
P.M.: Come fa il signor Cairoli a sapere che le hanno controllato la pistola, Bruni? Se non gliel’ha detto lei?
G.B.: Mai, mai, mai.
Presidente: Senta, senta…
P.M.: Signor Bruni!
Presidente: Stia a sentire a me…
P.M.: Lei deve dire la verità in quest’aula!
Presidente: E’ un po’ strano!
P.M.: Come fa a inventarsela?
Presidente: Questo signore riferisce una cosa, una circostanza molto chiara, dice il Pubblico Ministero e cioè che a lei hanno controllato la pistola nell’ambito dell’indagine per il mostro e via dicendo…
G.B.: Si.
Presidente: Poi dice anche che lei avrebbe detto della pistola del Pacciani…
G.B.: No, no, no…
Presidente: Ho capito ma dice il Pubblico Ministero: Come fa a sapere…
P.M.: Se non da lei!
Presidente: …una circostanza come quella della pistola sua controllata se non gliel’ha riferita lei?
G.B.: Non credo non…
Presidente: Vede? La cosa non torna.
G.B.: Non torna no, non torna perché io non ho detto niente!
Presidente: Non ci segue… No, mi segue, mi segue perché…
P.M.: Segue benissimo, anche troppo bene.
Presidente: I contadini hanno il cervello fino ma certe volte vede qui lei sta negando una circostanza… francamente…
G.B.: Se io le avessi dette…
Presidente: Quantomeno quella che a lei gli avevano controllato la pistola il Cairoli come poteva saperla se non da lei?
G.B.: Io pe’ i che ricordo non ho mai detto certe cose, mai, mai dette, lo posso giurare…
P.M.: Non giuri, non giuri, lasci fare.
G.B.: Cairoli per me m’ha calugnato!
Presidente: Ma scusi, che motivo aveva il Cairoli di calunniare lei? Il Cairoli…
P.M.: O di sapere questa circostanza…
Presidente: Assolutamente ininfluente…
G.B.: Gli ho fatto tanto di qui bene anche a lui… E di venire a inventare queste cose…
P.M.: Che male le fa scusi? Dice, gli ho fatto del bene…
Presidente: Avrebbe ragione di venire ad inventare queste cose?
G.B.: Non lo so.
Presidente: Non lo so, ma neanche noi lo sappiamo e il Pubblico Ministero dice che lei non sta dicendo la verità.
P.M.: Non l’ha detta a suo tempo quando andò in ospedale! Non l’ha detta, quindi il teste è quel che è.
A.F.: Il teste…
A.B.: Quando vi fa comodo… quando non vi fa comodo…
Presidente: Calma, calma, calma, state molto calmi, non è per esempio… posso…
P.M.: Prego, prego, prego.
Presidente: Non è che lei tante volte, mentre si parlava giustappunto del Pacciani, della pistola, di quello e di quell’altro, lei tanto per fare buon peso, nelle campagne o anche in un crocchio di amici si parla del più e del meno, dice: Guarda il Pacciani… la pistola… Non è che lei per fare buon peso ha aggiunto questa storia della pistola?
G.B.: No mai, mai.
Presidente: Dice: Si ce l’aveva, l’ho vista anch’io ma…
G.B.: No, no, no mai.
Presidente: Lei del bene al Pacciani non gliene voleva di sicuro!
Presidente: Del bene lei non gliene voleva al Pacciani sicuramente, no?
G.B.: M’ha spaccato la testa! M’ha mandato all’ospedale 26 giorni!
Presidente: Allora le domando, siccome lei sta negando dei fatti effettivamente… molto difficili da negare… Non è che per caso gli abbia voluto, nel contesto del discorso, aggiungere qualche cosa, che magari non era vero…
P.M.: Non serviva a nulla Presidente parlandone fra due persone, lei ha ragione nel caso in cui fosse andato a dirlo ai Carabinieri ma dirlo al Cairoli non serviva a nulla, non aggiungeva nulla, mi scusi se mi permetto la considerazione. E’ giusta la sua…
Presidente: E’ una domanda che gli faccio…
P.M.: Si, si
A.B.: Fate quello che volete, io non lo conosco questa persona…
Presidente: E’ una delle ipotesi possibili.
A.B.: Fate quello che volete, però questo dice di no.
P.M.: Noi lo stiamo facendo avvocato.
A.B.: Noi stiamo assegnando a questo signore una presunzione di mendace rispetto ad altri testimoni, non so perché…
P.M.: Se permette…
Presidente: Certamente… Avvocato, avvocato le circostanze sono due, la prima è…
A.B.: Qualcuno dice
Presidente: La questione che hanno controllato la sua pistola, la seconda è la storia che lui avrebbe raccontato della pistola del Pacciani…
P.M.: La terza è che lui sicuramente ha mentito nel 1970 quando andò in ospeale e disse che era caduto accidentalmente.
Presidente: Ma lì diciamo ha mentito per paura e quindi…
P.M.: Beh appunto!
A.B.: Anche per evitare qualche altra cosa…
Presidente: Chi lo sa?
P.M.: Non lo so, cosa?
Presidente: Guardi che qui c’è il Cairoli e lo possiamo fare venire per vedere…
P.M.: Chiedo espressamente che… il Cairoli è qui che glielo dica…
A.B.: Ecco, prima dell’eventuale confronto, al quale io mi oppongo Presidente, perché? Perché il Cairoli ha detto certe cose, di averle sentite non direttamente…
P.M.: L’ha sentite direttamente da lui!
A.B.: Scusi, sto parlando! Un minuto.
Presidente: Facciamo parlare l’avvocato Bevacqua.
A.B.: Non riferite da lui, da questo signore a lui ma mentre lui stava parlando con un’altra persona quindi…
P.M.: Ma era presente.
A.B.: Ma… Quindi lui sarebbe…
Presidente: Avvocato non è mica derelato questa eh?!?
A.B.: No e abbiamo sentito questo signore. Questo signore dice certe cose, le ha riferite ai Carabinieri e io siccome il Pubblico Ministero ha fatto il suo esame sulla base della doverosa mia richiesta di controesame volevo… volevo signor Presidente, se non le spiace, domandare al signor…
Presidente: O, innanzitutto un momento, gli avvocati di parte civile? Il Pubblico Ministero per il momento ha concluso il suo esame…
P.M.: Ha concluso, chiedo il confronto.
Presidente: Il confronto. Gli avvocati di parte civile devono domandare qualcosa al teste?
A.C.: Qualche domanda se possibile.
Presidente: Allora avvocato Bevacqua un attimo, avvocato Colao.
A.C.: Prego, scusi, signor Bruni, la cesta da cui scapparono i leprotti di chi era?
Presidente: Senta, l’avvocato voleva sapere: quella cesta dove sarebbero stati questi leprini che poi erano scappati di chi era? Era sua o del Pacciani?
G.B.: Era della sezione era.
Presidente: Era della sezione, sezione cacciatori.
A.C.: Aveva un’esca questa cesta quando lei la trovò e la riprese?
Presidente: Momento ma allora…
A.C.: Aveva un’esca…
Presidente: Questa è la cesta per catturare i fagiani…
A.B.: Lombrichi!
A.C.: E’ la cesta dove c’erano i leprini.
Presidente: No quella era un’altra cosa. In una c’erano i leprini e quella non era per catturarli e la prima era quella dei fagiani…
A.C.: E allora un’altra domanda, si possono avere dei leprini in una cesta?
Presidente: Come sarebbe? Come.. Cioè avvocato?
A.C.: I guardiacaccia se trova dei leprini piccoli in una cesta lo deve considerare una… tenere questi leprini per frodo? Come li aveva presi i leprini il fagiani? Il Pacciani?
Presidente: Pacciani aveva detto… questo lo ha belle detto però avvocato, per non ripetere cose… già è difficile mantenere il dialogo…. Aveva detto che Pacciani gli aveva detto: Ho trovato questi leprini li ho messi una cesta, eccoli qua. Invece un c’erano.
A.C.: La domanda è questa, lui come guardiacaccia doveva contestare al fagiani…
Presidente: Al fagiani…
A.C.: Che aveva preso questi leprini? Li doveva portare alla sezione? Era un cacciare di frode?
Presidente: Bah… Avvocato non lo so… io gliela faccio poi… ma mi sembra sia totalmente inutile.
Presidente: Il fatto che il Pacciani avesse preso questi due leprini, l’avesse messi nella cesta, lei come guardiacaccia poteva fargli un verbale o no? Per questo fatto solo.
G.B.: Io potevo fargli il verbale.
Presidente: Dice lui poteva fargli un verbale e infatti un animale selvatico…
G.B.: Mica roba sua, l’è rubata!
A.C.: E glielo fece il verbale? Non glielo fece perché fu colpito alla testa…
Presidente: Non glielo fece perché poi successe tutto quello…
G.B.: Lui mi disse: Se mi denunzi io ti ammazzo.
Presidente: Non glielo fece perché dice: Se tu mi denunzi ti ammazzo.
G.B.: Vengo la mattina fori dalla galera io t’ammazzo la sera…
Presidente: E va be’ e poi tutto il resto.
A.C.: Come si chiamava la tenuta?
Presidente: Come si chiamava la tenuta l’ha già detto, Riconi? La tenuta come si chiamava?
G.B.: San Martino a Scopeto.
Presidente: San Martino a Scopeto.
A.C.: Bene grazie non ho altre domande.

Presidente: Prego, avvocato Bevacqua prego.
A.B.: Grazie signor Presidente, aldilà del dato fondamentale di questi leprini credo che risolvere il processo di 18, di 16 duplici omicidi… dico sempre 18 chissà perché… senta signor Presidente…
P.M.: 17 in realtà.
A.B.: 17 perché l’altro… l’altra vittima è lui (indicando Pacciani).
Presidente: Va be’ speriamo che siano 16, la vittima è lui.
P.M.: E’ il Bonini Severino per il P.M.
A.B.: Signor Presidente la domanda che volevo fare a questo signore è questa: lui ha accennato, mi pare, ad una presenza durante questo interrogatorio, va bene?
P.M.: Quale interrogatorio scusi?
A.B.: Un interrogatorio che ha reso…
P.M.: Gliel’ho dato l’interrogatorio, l’unico interrogatorio che c’è stato è lì verbalizzato.
Presidente: Vada avanti, vada avanti.
A.B.: Ha accennato ad un’improvvisa presenza di una signora durante questo interrogatorio, giusto? Non è giusto?
Presidente: Si.
A.B.: Mi pare che questo l’ha detto, la presenza di questa signora, che non era…
Presidente: La Consigli.
A.B.: La Consigli non era ufficiale di Polizia, non era di Polizia giudiziaria, non era nessuno, dove fu? Si verificò nella caserma dei Carabinieri?
Presidente: Senta, lei ha detto prima che mentre la stavano interrogando su questi fatti, la Polizia la stava interrogando, entrò la Consigli, la Cairoli insomma…
G.B.: Si.
Presidente: E le disse appunto: Te hai visto la pistola, ci ha riferito… eccetera…
G.B.: Appena l’entrò in casa… la mi fa quest’accusa.
Presidente: Un momento, dove vi trovavate mentre succedevano questi fatti? Nella caserma dei Carabinieri o dove?
G.B.: A casa mia.
Presidente: A casa sua, a Dicomano quindi.
G.B.: Si.
A.B.: Quando?
Presidente: Si ricorda quando?
G.B.: Viensero un venerdì.
Presidente: Viensero venerdì.
A.B.: Ecco signor Presidente quindi la signora Consigli venne con la Polizia Giudiziaria? Perché mi pare…
Presidente: Questa Consigli, questa Cairoli era insieme a questi agenti di Polizia?
G.B.: Si c’era Gianpaolo e c’era questa…
Presidente: C’era Gianpavolo… c’era la Cairoli, la Consigli e c’erano gli agenti.
A.B.: Ohoo, questo volevo sapere Presidente. Quindi c’era Paolo, il bello…
Presidente: Gianpaolo.
A.B.: Gianpaolo, Consigli…
G.B.: Il vice-questore…
A.B.: …più i signori della SAM o il Maresciallo anche…
Presidente: Il vicequestore chi era? Perugini?
P.M.: No, no, no per carità, non è ufficiale di Polizia Giudiziaria Perugini attualmente!
G.B.: Uno basso, non gli presi mica il nome.
Presidente: No, domando, vice-questore praticamente… Lui lo chiama vice-questore…
P.M.: Lo faremo dire…
Presidente: Vedremo chi era.
A.B.: Senta, c’era qualcuno con la barba? Altri con i capelli rossi? Qualcuno con la pipa?
P.M.: Se la cosa è influente io non mi oppongo.
A.B.: E’ influente si perché lei vuole un confronto…
P.M.: Ma il Bruni ha detto due cose diverse…
Presidente: C’erano 2 uomini e una donna.
A.B.: Ohoo, poi è venuto un altro uomo e un’altra donna, cioè Consigli e signora…
P.M.: Forse al contrario, chiediamo se non erano prima…
Presidente: Sono venuti tutti insieme cioè il Consigli… Gianpaolo, la…
G.B.: Tutti dentro, tutti insieme.
Presidente: Tutti insieme.
A.B.: Quando son venuti dentro, mi scusi Presidente, per capire un pochino perché noi siamo qua, ogni tanto arriva, piomba una nuova prova eccetera…
Presidente: Avvocato non è una nuova prova.
A.B.: No, no è giusto, no Presidente.
Presidente: Debbo dire che molte lingue sono state cucite e molto lo sono ancora ho la vaga sensazione.
P.M.: Menomale Presidente ha la mia stessa sensazione almeno lei.
Presidente: No, no, no, cucite anche a danno dell’imputato, sia ben chiaro.
P.M.: Si, si.
A.B.: Io queste cuciture… ricucitura… io… so che ci sono… si ricuciono i vestiti signor Presidente ma le lingue…
Presidente: Però guarda strano qui… allora quindi vennero tutti insieme.
G.B.: Come?
Presidente: Vennero quindi questi signori della Polizia, due uomini e una donna più il Gianpaolo e la Cairo… la Consigli.
G.B.: E la signora, appena l’entra la mi fa questa cosa…
Presidente: Abbiamo accertato almeno questo fatto.
A.B.: Quanto tempo sono stati in casa sua questi signori tutti insieme?
Presidente: Ecco, quanto tempo durò tutto questo?
G.B.: Un’ora.
Presidente: Un’ora.
A.B.: Un’ora, allora, c’era una vecchia canzone, “Un’ora sola ti vorrei” però questa volta pare non è andata bene, ecco signore…
P.M.: Chi lo sa? Questo lo lasci giudicare.
A.B.: Non lo so.
P.M.: Se non è andata bene…
Presidente: Andiamo avanti signori.
A.B.: Ecco senta, lei poi dopo questa ora di meditazione insistita…
P.M.: Nel quale non ha rilasciato nessun verbale.
A.B.: Non rilascia nessun verbale.
P.M.: Così per… Siccome si parla di un verbale!
A.B.: Non c’ero né io né lei.
Presidente: Ecco, dunque…
A.F.: Ma non abbiamo il verbale!
Presidente: Dopo questa conversazione, dopo quest’ora le fecero domande, che cosa gli fecero?
G.B.: A me mi domandavano…
A.F.: Di quello che ha fatto.
G.B.: …come… mi domandavano del fatto di Pacciani.
Presidente: Cioè? Spieghi quale fatto del Pacciani.
A.B.: Ecco, le faccia lei le domande Presidente.
Presidente: Sapete io…
G.B.: M’aveva picchiato e io dicevo…
Presidente: Di che cosa?
G.B.: In casa.
Presidente: Se l’aveva picchiato in casa, se l’aveva picchiato.
G.B.: Che m’aveva picchiato quando io sono andato… m’ha portato questa cesta… lui l’ha fatto precisamente per la cesta che gli avevo riportato via… E’!
Presidente: Quindi gli chiedevano tutte queste cose.
P.M.: Della cesta, menomale.
Presidente: L’avvocato dice: Ma dopo tutte queste domande che gli hanno fatto, gli hanno fatto firmare un verbale?
P.M.: Oppure lei volle firmare un verbale?
Presidente: Mentre l’interrogavano, parlava di queste cose, c’era qualcuno che scriveva?
G.B.: Nooo, niente, niente, no, no.
Presidente: E non le fecero firmare niente?
G.B.: Niente.
A.B.: Ecco signor Presidente la domanda non è tanto della cesta che mi interessa poco, la cesta né i leprini mi interessano molto, ecco se in quell’occasione le fu domandato espressamente, tant’è che c’era la signora… la signora, non so come si chiami, l’amica, la moglie…
P.M.: Comunque il signore e la signora.
A.B.: Chiedo scusa…
Presidente: Lasciamo parlare il difensore.
A.B.: Mi perdoni, la signora venne dentro per contestare, se lo ricorda, a questo signore, la signora…
P.M.: Chiediamo perché venne dentro non glielo dice lei.
A.B.: L’ha già detto lui, venne dentro a casa sua per contestargli che cosa?
P.M.: No per contestare lo dice lei.
Presidente: Pubblico Ministero lasciamo parlare l’avvocato.
P.M.: Allora chiediamogli cosa venne a fare.
A.B.: La signora venne dentro a dirle che cosa?
P.M.: Ohoo.
Presidente: La Consigli, la Cairoli, come la vuol chiamare lei, venne dentro a dirle che cosa? L’aveva già detto.
G.B.: M’accuso di questo… di questo pistola e io…
Presidente: L’accuso che lui aveva visto la pistola.
Presidente: L’aveva già detto.
P.M.: L’aveva già detto.
A.B.: Si certamente. Senta e allora… poi a un certo punto il signor Bruni il 2 di giugno, la festa della Repubblica, va in caserma, è vero? E rende questa dichiarazione.
Presidente: Lei poi, dice l’avvocato, il 2 di giugno andò in caserma, lei, a rendere dichiarazioni.
A.B.: Alle ore 10:15.
G.B.: Io no.
A.B.: Di sera.
Presidente: Caserma di e dove avvocato.
A.B.: Caserma stazione di Dicomano alle 10:15 di sera.
G.B.: Lei andò alla caserma dei Carabinieri a Dicomano, il 2 giugno, alle 10:00 di mattina…
A.B.: Di sera Presidente.
Presidente: Di sera, pardon.
A.B.: Le 22:00, la colpa è mia., la colpa è mia.
G.B.: Mi so’ deciso di…
Presidente: Andò la sera del 2 giugno, alle 10:00, 10 e un quarto, dai Carabinieri di Dicomano a rendere dichiarazioni.
G.B.: Si
P.M.: Spontanee vero? Si.
A.B.: E trovò il capitano Cuccuino
P.M.: Cos’ha detto scusi?
Presidente: Lui ha detto: Mi son deciso a dire la verità.
P.M.: Ha’ visto! Quindi fino a quel momento lui pensava di non averla detta.
Presidente: Beh ora…
G.B.: Quello che gli dico ora è verità sacrosanta.
Presidente: Cioè quello che disse ai Carabinieri insomma?
G.B.: Si, quello che gli ho raccontato io ai Carabinieri.
Presidente: Quello che gli ha raccontato ai Carabinieri è verità sacrosanta.
A.B.: Ecco, siccome ai Carabinieri, dopo insistite domande…
P.M.: Bah, dove son le insistite domande?
A.B.: Eh si perché alle 10:15…
P.M.: Ma se s’è presentato spontaneamente…
Presidente: Ma volete evitare i commenti!
A.B.: Presidente ma insomma qua…
Presidente: Guardate è tardi!
A.B.: Si certamente ma…
Presidente: E si fa una gran fatica!
P.M.: Ma “insistite domande” scusi!
A.B.: Alle 10 e mezzo la sera non viene a Dicomano se non c’è qualche cosa.
P.M.: Ci sono tre domande su un verbale di due pagine perché deve dire “insistite”? Io chiedo di fornire il verbale alla Corte così capisce…
A.B.: E io questo voglio fare io.
Presidente: Andiamo avanti, andiamo avanti.
P.M.: Ci sono tre domande e dice “insistite domande”! Ora glielo diamo però non diciamo le cose non vere!
Presidente: Evitiamo i commenti, facciamo domande.
P.M.: Non sono commenti Presidente.
Presidente: Sennò non si finisce più, vi tengo fino a stasera tardi.
P.M.: E io ci sto Presidente, io faccio formale eccezione che la difesa dica che qui si sono fatte insistite domande,
A.B.: La SAM gliele ha fatte le domande?
P.M.: Siccome la Corte non è in possesso del verbale qui ci sono tre domande dopo una deposizione spontanea di una pagina e mezzo fitta…
A.B.: Ma ci sono domande di un’ora della SAM!
Presidente: Evitate i commenti, evitiamo i commenti, li farete in sede di discussione al momento opportuno.
P.M.: Benissimo, però non si può dire alla Corte cose non vere.
Presidente: Ma la Corte figuriamoci se la Corte dorme con la serva Pubblico Ministero.
P.M.: Meno male, no, no ma mi fa piacer che dorma come crede la Corte.
Presidente: Andiamo avanti.
P.M.: Però io voglio sottolineare dei fatti.
Presidente: O frigge con l’acqua.
P.M.: Faccia come crede lei Presidente.
Presidente: Quindi per favore, col caldo che fa oltretutto.
P.M.: Io faccio il mio mestiere, come mi riesce.
Presidente: Si va bene però ora lasciamolo parlare il difensore.
P.M.: Bene.
Presidente: Il difensore eviti commenti per piacere.
P.M.: Menomale
A.B.: Presidente grazie, mi scusi ma si deve un po’… Ecco… Se è vero che lui disse su domanda, non insistita… va bene? Su domanda di colui che verbalizzava, credo un Capitano, un Maresciallo e non so che cos’altro, che personalmente lui non aveva mai visto la pistola di questo signor Pacciani e “quando mi minacciò non fece mai riferimento ad arma”.
Presidente: Ecco dunque, allora lei disse ai Carabinieri che questa pistola del Pacciani che loro gli dicevano: “Tu l’hai vista”, “Hai detto che l’hai vista” eccetera, lei negò assolutamente di averla mai vista né sentito parlare?
G.B.: Non ne so niente.
Presidente: E quando lei fu minacciato, anche di morte, mai Pacciani fece riferimento a armi, in particolare a pistole.
G.B.: Me lo chiedeva a me «Posa la pistola, posa la pistola!»
Presidente: Ecco.
G.B.: «Posa la pistola»
A.B.: Pacciani glielo diceva a lui posa la pistola.
Presidente: Posa la pistola, l’ha già detto…
G.B.: Con una mano mi teneva il forcato qua…
Presidente: Frugava perché capito, dice…
A.B.: Benissimo grazie, se vuole lo posso produrre questo documento…
G.B.: Questa è verità!

Presidente: Avvocato Fioravanti prego.
A.F.: Può chiedere signor Presidente anche se non è diretta perché non so se mi sente bene il signor Bruni…
Presidente: Ci penso io avvocato, faccio il Cireneo da un’ora o due, quant’è non lo so.
A.F.: Può chiedere se si ricorda di un certo Generino.
Presidente: Si ricorda, chiede l’avvocato, di un certo Generino? Generino… Il tale si chiamava Generino.
G.B.: Si.
Presidente: Si, se ne ricorda.
A.F.: Ecco, conosceva anche le figlie di Generino?
Presidente: Conosceva anche le figliole di questo Generino?
G.B.: Si aveva 4 o 5 figliole.
Presidente: Dice di si.
A.F.: Ecco, Generino…
Presidente: Quante erano queste figlie?
G.B.: Eh?
Presidente: Quante erano queste figlie?
G.B.: Erano 5 o 6.
Presidente: 5 o 6.
A.F.: Erano belle queste figlie di Generino?
P.M.: No, scusate fatemi capire se serve io sto zitto…
A.F.: Ma se serve lei me lo dice dopo, non me lo può dire prima.
P.M.: Le figlie belle di Generino Presidente…
A.F.: Io ho chiesto se erano belle e a lui piacessero le figlie di Generino, ho chiesto questo.
Presidente: Allora faccia la domanda, faccia la domanda perché questa…
A.F.: Le piacevano le figlie di Generino a lei? Può dirmi di no o dirmi di si. Se le piacevano le figlie di Generino.
Presidente: Non l’ammetto avvocato.
A.F.: Benissimo allora un’altra domanda, lei è stato mai in un fossato, vicino alla casa di Pacciani mentre la moglie, Manni Angiolina, stava a lavare?
Presidente: Avvocato mi faccia capire…
P.M.: Se la cosa…
Presidente: Cos’è Boccaccio ’94? Non lo so.
A.F.: Ecco, Boccaccio ’94.
Presidente: Spieghi meglio le circostanze.
A.F.: Ecco allora signor Bruni lei
Presidente: Ci dica l’episodio e noi…
P.M.: Cosa avviene in quest’episodio?
A.F.: L’episodio è semplicissimo e avviene tutto, dunque… ed è il secondo episodio, lei…
P.M.: Secondo…
A.F.: Lei è stato mai con la Manni Angiolina nel fossato mentre stava a lavare i panni?
Presidente: Quindi lì c’era una specie di torrentello…
A.F.: Si dove andava a lavare i panni l’Angiolina…
Presidente: Domanda l’avvocato: la Manni Angiolina andava a lavare i panni in un torrentello che passava lì sotto…
G.B.: Chi l’è?
Presidente: La Manni Angiolina… la Angiolina, la moglie del Pacciani.
G.B.: Si.
Presidente: Andava… Facciamogliela per gradi avvocato. Andava a lavare i panni in un torrentello lì vicino… Lo ricorda lei?
G.B.: Mai vista io, mai.
Presidente: Dice non l’ha mai vista, questo gli dico io…
A.F.: Non ha mai visto l’Angiolina…
Presidente: Mai vista a lavare i panni?
G.B.: Mai parlato io a lei.
A.F.: Ecco, non è per caso che il Pacciani diede a lei il colpo di pala ai reni proprio in quel fossato mentre lei aveva tolto le mutandine, strappate le mutandine alla Angiolina?
G.B.: Farso come gliè!
Presidente: L’avvocato le dice questo, lei dice di non aver mai visto la Manni Angiolina, dice lui: Ma non è mica che lei una volta, nel fossato dove questa donna lavava i panni, gli si era avvicinato strappandogli le mutandine?
G.B.: No.
Presidente: Il Pacciani avendola sorpresa in questa situazione le ha dato un colpo di pala?
G.B.: No, no, no, no, lui m’ha picchiato per via della cesta e lui voleva catturare i mi’ fagiani, ecco fatto, perché lui gli ha messo questa cesta lì che gli ha detto che c’era i fichi sotto invece non era vero niente… non era vero niente che aveva messo… l’ha fatto perché io andassi là a vedere di questi leprini e quando gli ho guardato per vedere se c’era i leprini m’ha tirato.
Presidente: Quindi non è vero che lei sarebbe stato sorpreso con la Manni in questi atteggiamenti?
G.B.: No, no, no, guardi preferirei di morire.
A.F.: Non voglio sapere più niente perché anche il fienile… volevo parlare del fienile ma lasciamo perdere… Tanto la risposta è sempre la stessa.
P.M.: Presidente insisto per il confronto.
Presidente: Si dunque allora a questo punto disponiamo… perché mi pare che a questo punto vada chiarita la circostanza della pistola, vera o presunta che sia quindi disponiamo il confronto con il Cairoli Gianpaolo.
P.M.: Che è presente Presidente.
Presidente: Lo vogliamo fare venire? Ecco qui però ci vuole un altro microfono…
P.M.: E un’altra sedia magari.
Presidente: E un’altra seggiola Romano ho l’impressione. Funziona quel microfono? Si? Filippo… Ecco ora regoliamolo, ecco signor Cairoli Gianpaolo buongiorno.
G.B.: Buongiorno.
Presidente: Si vuole accomodare lì per cortesia? Dunque, allora siamo qui con la circostanza… ce lo vuole riferire di nuovo per favore? La circostanza su cui lei ebbe già a rispondere l’altro giorno? Ce lo vuole riferire in maniera succinta la storia della pistola, le chiacchiere che erano state fatte in quella famosa occasione, da chi, ce la ripeta un’altra volta in maniera succinta ma naturalmente…
G.B.: Magari che parli forte così lui lo sente…
Presidente: Non funziona il microfono?
P.M.: Non funziona.
Presidente: E abbiamo sempre problemi… C’è un altro microfono in giro? Sennò andiamo a pigliarlo di là…
A.B.: Mi scusi signor Presidente, mi perdoni, no, mi scusi tanto, siccome c’è un articolo 212 del codice di procedura penale… mi perdoni… Il quale recita espressamente in questo modo “Il giudice richiamate le precedenti dichiarazioni ai soggetti tra i quali deve svolgersi il confronto chiede loro se le confermano o le modificano invitando ove occorra alle reciproche contestazioni”
Presidente: Va be’ avvocato…
A.B.: Se lei cortesemente gli dice: lei conferma le sue? Lui conferma le sue…
P.M.: Io chiedo che le ripeta.
A.B.: Ma io credo che sia…
P.M.: Io chiedo espressamente che le… addirittura se gliele facciamo ridire mi sembra altro che 212, lo applichiamo…
A.B.: Nooo, no…
P.M.: Lo applichiamo… come no?
Presidente: Avvocato è la stessa cosa se lei… se vogliamo perdere dell’altro tempo prendiamo le dichiarazioni e gliela rileggo…
P.M.: E gli facciamo confermare… Facciamolo dire a lui.
Presidente: Lo facciamo dire a lui che è una garanzia ulteriore.
P.M.: Lo spirito del confronto è che fra le due persone se lo dicono in faccia, questo è lo spirito del nostro codice.
Presidente: Il problema naturalmente sarà che per dirglielo in faccia bisogna che io lo ridica poi a lui.
P.M.: Proviamo, proviamo Presidente, se funziona il microfono abbiamo…
Presidente: E ora ci abbiamo questo problema di microfono non di codice di procedura. Funziona ora? No. Aspettate allora, abbiate fede. Ma perché non lo eliminiamo quel microfono?
No e sono tutti difettosi.
Presidente: Allora sostituiamo l’intero impianto.
Ecco, difatti.
Presidente: Proviamo quello lì, tanto siamo a spendere… Ora funziona?
– Si, si perfetto.
Presidente: Ecco allora si avvicini il più possibile al microfono, se lei potesse parlare a voce abbastanza alta che il signor Bruni la possa sentire sennò glielo ridiremmo. Allora, cosa successe quel giorno?



G.C.: Tornando a casa, come ogni giorno, passo davanti..
G.B.: Non lo sento.
Presidente: Non lo sente?
G.B.: No.
Presidente: Va be’ glielo ridi… Allora, tornando a casa
G.C.: Pass… se… da casa mia, per andare a casa mia passo sempre davanti alla sua baracca…
Presidente: Dice, un giorno tornava a casa e passava come sempre, per andare a casa sua, davanti alla baracchina che aveva lei.
G.C.: Vidi il signor Bruni che stava parlando con un’altra signora… un signore, che non mi viene in mente assolutamente chi poteva essere.
Presidente: Vide lei che stava parlando con un’altra persona che lui però non ricorda chi fosse.
G.C.: Scesi dalla macchina e mi unii a loro, come di solito facevo.
Presidente: E lui scese dalla macchina e si unì a lei e a quell’altro per fare due chiacchiere, come in genere faceva…
G.B.: …
P.M.: Sta già dicendo di no, menomale.
Presidente: Questo quanto tempo fa? Vogliamo dirlo?
G.C.: Circa un anno e mezzo, due fa
Presidente: Circa un anno e mezzo/due anni fa. Prosegua, lei dica, io trasmetto poi dopo…
G.C.: Sentii che stavano parlando… siccome in quei giorni era uscito sul giornale di questo nome del signor Pacciani e stavano parlando appunto tra loro degli eventi che erano… cioè del Pacciani praticamente.
Presidente: Siccome in quei giorni, sui giornali si parlava del Pacciani il Gianpaolo dice sentì che voi ne stavate parlando di questi fatti…
G.B.: No.
Presidente: …che parlavano del Pacciani. Lui sta dicendo di no a tutta birra eh… Prego. Silenzio signori.
G.B.: La la stato l’esame delle cose che non è vero niente, ha capito Gianpaolo?
G.C.: Non avrei nessun…
G.B.: Non è vero niente.
Presidente: Non è vero niente.
G.B.: Ecco fatto.
G.C.: E stavan dicendo appunto… stavan spiegando il delitto che è successo nel ’51, cioè il signor Bruni raccontava che era amico del signor Pacciani, che lo conosceva bene…
Presidente: Stavano parlando del delitto del ’51, stavate parlando del delitto del ’51.
G.B.: Del ’51 cosa?
Presidente: Del ’51 quello commesso da Pacciani.
G.B.: Ecco anche questa io…
Presidente: E lei diceva che il Pacciani lo conosceva bene, quello sarà stato vero…
G.B.: No perché lui gli stava… io facevo la guardia ai… come posso fa a a vede’… a piglia’ i’ Pacciani…
Presidente: Continuiamo.
G.B.: Io non ci andavo mai da quelle parti là, mai. Io ol’ho conosciuto solamente quando facevo la guardia.
Presidente: Continuiamo, continuiamo.
G.C.: Diceva appunto come si era… il Pacciani gli aveva raccontato come si era svolto quel delitto e a un certo punto saltava fuori di questa pistola, diceva: E lui la spiatola ce l’ha e una calibro 22 Beretta come la mia.
Presidente: Dunque, il Pacciani gli avrebbe raccontato come si era svolto il delitto, quello commesso da lui…
G.B.: A me?
Presidente: Si.
G.B.: No.
Presidente: Lo diceva lei. Secondo il signore lei stava parlando di questo fatto che il Pacciani le avrebbe raccontato come si era svolto questo delitto com’erano andate le cose.
G.B.: Mai.
Presidente: E a un certo punto salta fuori questo discorso che il Pacciani aveva una calibro 22, una pistola Beretta calibro 22 come la sua.
G.B.: No, mai, mai detto io, mai detto e mai vista.
G.C.: E poi mi disse anche che a lui gli era appena stata ritirata la pistola per fare la prova balistica e poi…
Presidente: La pistola lei raccontava in quell’occasione, la sua, gliel’avevano ritirata per fare le prove balistiche, quelle di cui si parlava…
G.B.: Io lo dicevo?
Presidente: Lo diceva lei, si, io no di sicuro!
G.B.: Mai parlato di questa cosa, mai parlato, tutte cose…
G.C.: E ad un certo punto disse che queste prove non l’avevano fatte perché sicuramente non l’aveva denunciata. Ecco, poi…
Presidente: E lei ad un certo momento avrebbe detto: “A Pacciani queste cose, cioè di ritirargli la pistola per le prove balistiche, non l’hanno fatta perché di sicuro lui la pistola non l’ha denunziata.
G.B.: Non l’ho mai dette queste cose io. Loro lo dicono per fare del male a me.
Presidente: Per fare del male a lei?
P.M.: E che male le fanno?
Presidente: E per quale motivo? Avrebbe questo signore e l’altra signora di fare del male a lei?
P.M.: E che male le viene, non ho capito, a dire la verità?
G.B.: Non ho mai visto la pistola.
P.M.: Il signor Bruni ha paura di qualche male che…
A.B.: Facciamolo parlare!
Presidente: Silenzio, silenzio. Io le contesto che male può… Che motivo ha il Gianpaolo di fare del male a lei?
P.M.: E qual è il male? Non abbiamo capito.
Presidente: E che male?
G.B.: Se io queste cose non le so come posso fare a dire che l’ho vista?
Presidente: perché costui verrebbe qui a raccontare queste cose? Ma vede che lei non sta dicendo la verità?
A.B.: Presidente…
Presidente: Avvocato lei non dice nulla! Non m’interrompa avvocato! Per nessun motivo! Lei non sta dicendo la verità! E questo è grave! Che sia vero o che non sia vero della pistola ma lei non sta dicendo la verità! Perché non c’è nessun motivo che questo signore raccontasse una cosa specifica…
G.B.: Allora lei non crede a quello…
Presidente: … come quella… No non le credo! Lei sta mentendo! Perché una cosa specifica come quella dei Carabinieri che le ritirano la pistola questo signore non poteva saperla se non da lei!
G.B.: Io non l’ho detto a nessuno.
Presidente: Capito!
P.M.: Meglio ancora! Se non l’ha detto a nessuno il signor Cairoli…
Presidente: E allora se non l’ha detto a nessuno come lo sa costui se non l’ha saputo da lei? Lo vede che lei sta dicendo una bugia! E grossa anche!
G.B.: E grossa ma io non l’ho detto e non ho visto niente.
P.M.: Sono tutti uguali Presidente.
Presidente: No io non faccio commenti ma questo è estremamente grave!
P.M.: io si me li posso permettere.
G.B.: Non lo posso dire e non ho detto niente se lo saranno levato dalla su’ testa…
P.M.: Come fa ad essersi levato dalla sua testa della pistola se lei non l’ha raccontato a nessuno?
Presidente: Senta lei ha 85 anni, io mi rendo conto di tutto, ma si rende conto che le cose che sta dicendo proprio non stanno in piedi?
G.B.: Se io non lo so come posso fa a dire?
Presidente: E come fa costui a sapere queste cose?
G.B.: E lui…
Presidente: Se non gliele ha dette lei?
G.B.: Io non gli ho fatto niente ma perché lui mi…
P.M.: Ma che male le sta facendo? E’ questo che non si capisce. Lui dice: “Mi fanno del male”…
Presidente: perché le dovrebbe fare del male questo signore che lei stesso ha detto “bravo ragazzo” eccetera, eccetera?
G.B.: A me…
Presidente: Che motivo ha? Lo capisce? Lei non sta dicendo la verità, lei me la deve dire!
G.B.: Io non l’ho visto e non gli posso dire la verità, ecco, guardi.. io non ho visto e non ho sentito niente.
Presidente: E quindi questo se l’è sognato un giorno di dire cose così specifiche che naturalmente…
P.M.: Che non può che aver saputo da lei.
G.B.: Non glielo posso dire. Io non lo so, non ho visto niente e bell’è fatto.
Presidente: Signori questa è la situazione, guardi è sconfortante eh…
P.M.: Per quel che possa servire…
Presidente: Tra l’altro lei può danneggiare anche l’imputato perché questa potrebbe essere stata una sua vanteria, tanto per fare buon peso eh? Capito?
G.B.: ma quello che m’ha fatto a me il Pacciani cosa pensi? Che lo direi.
P.M.: L’ha detto solo ora! L’ha detto solo domenica 2 giugno alle 22:15, prima non l’ha mai detto signor Bruni. Come mai?
Presidente: Chi menta può danneggiare chiunque, compreso l’imputato.
P.M.: Lo sa perché l’ha detto? Perché noi avevamo trovato i certificati della casa Val di Sieve sennò non avrebbe detto nemmen quello.
G.B.: ma se io non ho detto niente a lui! Devo dire una cosa che non so?
Presidente: Accidenti! Si capisce chiaramente chi dice il vero e chi il falso e gliel’ho bell’è detto.
G.B.: Io…
Presidente: Avvocato mi scusi, io mi sono riscaldato, chiedo scusa, in certi momenti…
A.B.: No, Presidente, lei capisce chiaramente, io non ho capito nulla.
Presidente: Chiedo scusa.
A.B.: Ma veda io non sono maniicheo, da qui ci sta il bianco da qui ci sta il nero, io cerco di capire.
Presidente: ma anche noi avvocato.
A.B.: Io cerco di capire.
Presidente: Ho cercato anzi di vedere se…
A.B.: Io credo che un uomo di 85 anni… non voglio fare… non so per quale motivo avrebbe dovuto dire una cosa diversa dal vero, siamo d’accordo che oggi ci sono tutti quelli del GAM, il Gruppo Acchiappa Mostri, c’è molta gente…
P.M.: Non vedo cosa c’entri.
A.B.: Gruppo… ci sono quelli del GAM, Gruppo Acchiappa Mostri… C’è la SAM e la GAM.
Presidente: L’ultimo anonimo…
A.B.: Si arrivano anche a me!
Presidente: Il mostro di Firenze è Vittorio Gassman, quindi figuriamoci.
A.B.: Povero Gassman, senta Presidente…
Presidente: Quindi figuriamoci un po’…
A.B.: Certamente.
Presidente: Lo sappiamo ma qui si tratta di fatti e che costui menta è una cosa pacifica.
A.B.: Presidente io non lo so se mente però le domande…
P.M.: Mente è lampante! L’ha dimostrato lui.
A.B.: Ma questo lo dice lei! Lei non me.
P.M.: Mi scusi, mente sul fatto del ricovero in ospedale nel 1970, c’è venuto a dire lui che ha mentito.
A.B.: Che sia andato in ospedale non c’è dubbio.
P.M.: E ha mentito o no?
Presidente: Avvocato.
A.B.: ma ha mentito perché doveva, doveva…
Presidente: Signori scusate
A.B.: …evidentemente dire che non ci aveva una relazione con la Manni Angiolina!
P.M.: No, no, no.
Presidente: Lasciamo stare.
A.B.: Rientriamo nell’ambito del confronto. Il pubblico Ministero se vuol fare delle domande…
Presidente: Era proprio quello che volevo dire io.
A.B.: Grazie Presidente.
Presidente: Non riscaldiamoci più tanto…
P.M.: Per carità è già caldo.
A.P.: Avvocato Pellegrini, signor Presidente, sempre suo tramite, può chiedere al signor Bruni se a seguito si quelle lesioni riportate a causa del Pacciani, dal Pacciani, egli ebbe… fece una pratica per il riconoscimento di pensione di invalidità?
Presidente: Scusate, qui però siamo nell’ambito del confronto, poi se volete fare altre domande non ho nulla in contrario ma qui siamo nell’ambito del confronto…
A.P.: Si tratta di accertare…
Presidente: Se poi dopo vogliamo fare altre domande a lui…
A.P.: Va be’ si può anche rimandare ad un secondo momento.
Presidente: Nell’ambito del confronto se avete domande.
A.P.: Allora nell’ambito del confronto se la pistola che Bruni aveva, la sua Beretta calibro 22, gli fu realmente richiesta per le prove balistiche.
Presidente: Avvocato questo per la verità il Bruni l’ha detto e ridetto…
P.M.: E’ documentato.
A.P.: Mi pare d’aver capito che l’aveva portata, quando ha chiuso la sua attività di guardiacaccia, in caserma.
Presidente: Quello successivamente.
A.P.: Gli è stata richiesta per le prove balistiche?
Presidente: Si, lui l’ha portata in caserma e dopo un po’ gliel’hanno ridata, dopo aver espletato queste prove.
A.P.: Io questo non l’avevo sentito comunque mi fa piacere che sia confermato.

Presidente: Avvocato Bevacqua prego.
A.B.: Chiedo scusa signor Cairoli? Ecco, senta signor Cairoli lei poc’anzi mi pare che abbia detto, non so se sbaglio, che nell’occasione in cui avrebbe sentito questa conversazione c’era un’altra persona che lei non si sa come mai… va be’ non se la ricorda, non sa chi era e non era… com’era questa persona che parlava con questo signore? Com’era? Giovane, vecchio, anziano…
G.C.: Non glielo so dire assolutamente…
A.B.: Ah quindi non si ricorda né che era giovane, né che era vecchio, né che aveva la barba, né che era…
G.C.: No.
A.B.: Perché tutti qua ricordano tutto eccetera, lei non si ricorda questo dato?
G.C.: No perché non è che ho fatto molto caso a quello.
A.B.: Ah, ha fatto caso invece alla pistola…
G.C.: Beh insomma non era…
A.B.: Siamo d’accordo.
G.C.: …circa venti minuti, non so… dieci/quindici…
A.B.: E lei per venti minuti non si ricorda neppure le fattezze di questa persona? Mi consenta di avere qualche perplessità?
G.C.: Perfetto.
A.B.: Tutti ce l’hanno, posso averla anch’io?
G.C.: Si, si…
A.B.: Grazie. Allora senta…
Presidente: Avvocato il teste falso è colui che ricorda alla perfezione tutto.
A.B.: Presidente allora il teste falso è anche quello che dice io questo non l’ho detto, è teste falso perché dice di non averlo detto…
Presidente: Chi dice una cosa avvocato che è talmente riscontrata…
A.B.: Sono dei punti di vista, mi perdoni.
Presidente: No avvocato non sono punti di vista questi sono fatti e il fatto è che lui gli era stata ritirata quella pistola dai Carabinieri…
P.M.: E dice di non averlo detto a nessuno, l’ha detto oggi, dice: Non l’ho detto a nessuno.
Presidente: Sul resto possiamo discutere.
A.B.: Certo Presidente.
Presidente: E si può discutere ma su questo no.
A.B.: Mi consente la Corte di fare un’altra domanda?
Presidente: Prego.
A.B.: Grazie. Senta signor Cairoli lei ha detto poc’anzi, mi pare che abbia detto così, che nell’occasione avrebbe sentito questo signore perché parlava con quest’altro di cui lei, nonostante venti minuti l’avesse visto, non ricorda nulla né se era alto, basso, eccetera, mi perdoni, che gli era stato appena ritirata la pistola…
G.C.: Non ho detto appena.
A.B.: Non ha detto appena, ha detto app… Io ho capito… Lei ha detto app..
G.C.: Gli era stata ritirata la pistola ma non è che ho approfondito quando, come, perché.
A.B.: Ecco, va bene, allora…
G.C.: Non mi interessava.
A.B.: Siccome ho sentito app… io mi sono attaccato… non è Ascoli Piceno… senta allora, mi scusi tanto, lei dopo quella sua venuta qui a Fi… a Firenze e la sua dichiarazione alla Corte di Assise, lei si è dato da fare mi pare no? Con la SAM per andare a parlare con il signor Bruni o no?
G.C.: Come dato da fare? In che senso?
A.B.: No, è stato portato, trasportato…
G.C.: No, no…
A.B.: Mi spieghi che cosa è successo, lei si è visto altre volte col signor Bruni?
G.C.: Se ho visto?
A.B.: Si è visto in questi giorni col signor Bruni?
G.C.: Il signor Bruni l’ho visto a casa sua, si.
A.B.: Ecco, mi spieghi perché è andato a casa sua.
G.C.: Perché uscendo dalla… scusi… dalla… mi sembra dal giudice, il signor giudice ha detto…
A.B.: Da quale giudice?
G.C.: Dal dottor…
A.B.: Canessa?
P.M.: Il P.M.
G.C.: Canessa.
A.B.: Il P.M.
G.C.: Ci presentò tre persone che andavano, mi sembra che andavano a fare un’intervista a questo Bruni…
P.M.: Non un’intervista…
G.C.: Non un’intervista…
A.B.: Un’intervista, va be’ chiamiamola intervista.
G.C.: Un interrogatorio, ecco.
A.B.: E allora?
G.C.: E siccome era sulla strada…
Presidente: Agenti di Polizia.
G.C.: Non lo so, erano tre persone… agenti di Polizia… poi… nel vederle non potevo sapere che fossero agenti di Polizia…
A.B.: E allora?
G.C.: E allora ha detto: Siccome sono sulla strada posso accompagnare io perché so dov’è. Poi siamo andati…
A.B.: C’era anche sua moglie? La signora?
G.C.: Si, si.
A.B.: E allora?
G.C.: Niente siamo andati in casa sua e li hanno accolti non tanto bene queste persone qui, poi siamo entrati…
A.B.: Li hanno accolti perché? Cosa hanno detto? Scusi, per capire…
G.C.: Perché li avevano scambiati per giornalisti, perché venti giorni prima, dopo ci han detto che erano arrivati i giornalisti e cominciarono ad importunare questa famiglia.
A.B.: E quindi dopo si sono…
G.C.: Dopo si son presentati e niente hanno fatto delle domande e mi pare che il signor Gino Bruni negasse tutto…
A.B.: Negasse tutto.
G.C.: E a quel punto i tre signori hanno detto: Andiamo via che tanto non serve più, ormai continua a negare, andiamo via.
A.B.: Ecco senta in quell’occasione c’era anche lei presente con questi signori?
G.C.: Si c’ero presente.
A.B.: C’era anche la sua signora?
G.C.: Si.
A.B.: Quindi anche lei diceva al signor Bruni… contestava al signor Bruni…
G.C.: No, io, io non ho mai detto niente.
A.B.: E che ci sta a fare?
P.M.: L’ha spiegato, li ha portati.
G.C.: Li ho portati, poi ho visto che…
A.B.: Non capisco anche la signora che ci stava a fare, li portava solo lei?
G.C.: Li avevo accompagnati, non è che…
A.B.: Ma la signora…
G.C.: Non vedevo niente di speciale…
A.B.: E quanto tempo ci sono stati là?
G.C.: Non tanto.
A.B.: Cioè quanto? Cinque minuti? Dieci?
G.C.: Un dieci minuti, si.
A.B.: Solo dieci minuti?
G.C.: Grosso modo si.
A.B.: Forse un’ora o no?
G.C.: Un’ora? No.
Presidente: Un’ora lo dice lui.
G.C.: No, no, no assolutamente.
A.B.: Va bene, cinque minuti.
G.C.: Non dica cinque minuti per sfottò, saranno stati dieci, quindici minuti non…
A.B.: Guardi io non sfotto nessuno, qua c’è uno che rischia tanto, capisce?
G.C.: Ho capito ma io…
Presidente: Avvocato… Comunque la circostanza è…
A.B.: Si, siamo d’accordo.
Presidente: Altre domande signori nell’ambito del confronto? Possiamo licenziare…
A.B.: Si si può licenziare tutto.
P.M.: Chiedo la trasmissione degli atti del confronto Presidente.
Presidente: Può andare anche il Bruni naturalmente.
P.M.: Senz’altro.
A.P.: Per la domanda che facevo prima?
Presidente: Ah scusi.
A.P.: Se lei ritiene di poterla ammettere e cioè se a seguito di quelle lesioni riportate nella colluttazione con Pacciani il signor Bruni fece richiesta di pensione di invalidità adducendo che si era procurato quelle lesioni durante il servizio di guardiacaccia o comunque durante il suo lavoro.
Presidente: Non posso porre questa domanda avvocato, capito? Sarebbe un reato prescritto ma insomma… Dovrebbe confessare un reato pur se prescritto.
A.B.: Ecco c’è un articolo… 83..84…
Presidente: Dunque possiamo licenziare il Bruni o no?
P.M.: Senz’altro Presidente. Vada signor Bruni, vada. Lo accompagna per piacere? Naturalmente la Corte dispone la trasmissione di copia del verbale al Pubblico Ministero. Vogliamo andare avanti?
P.M.: Presidente due minuti per organizzare, per vedere quali testi sono venuti perché ho qualche certificato anche stamani.
A.B.: Anche per calmarci un pochino…
Presidente: Cinque minuti.
P.M.: La camomilla!
Presidente: Dieci minuti di sospensione.
(PAUSA)
 Presidente: Dei famosi verbali della Manni Angiolina ci occorrerebbe che lei ci desse gli atti in suo possesso relativamente ai fatti del ’70.
P.M.: Ho gli atti del procedimento come inizia, cioè gli atti del P.M.
Presidente: Quelli che lei ha.
P.M.: Si senz’altro.
Presidente: Solo in visione ovviamente a soli questi fini…
A.B.: Presidente potrei fare un’istanza? Mi permetto di chiedere… in ordine all’ultimo confronto che vi è stato.
Presidente: Si, scusi avvocato che concludiamo questo…
A.B.: Certo.
Presidente: Era già qualche tempo che glielo volevamo dire e invece…
P.M.: Si è un procedimento che era pendente davanti al Pretore di Borgo San Lorenzo, qua c’è tutto.
Presidente: Va bene, gli atti in suo possesso a questi soli fini e unicamente in visione ovviamente. Prego avvocato Bevacqua.
A.B.: Grazie signor Presidente, le chiedo scusa, subito dopo la… durante l’interruzione di questa udienza il signor Assenti Mauro, residente in Dicomano, Viale don Bosco, n.10, nipote acquistato del signor Bruni, mi ha riferito alla presenza di tante persone che in realtà la durata di quel colloquio è stata di oltre un’ora/un’ora e mezza, questo se eventualmente la Corte lo volesse sentire, non so se sia ancora qui…
P.M.: Potremmo sentire Presidente chi l’ha fatto questo colloquio? Sono tanti…
A.B.: Non ho finito, non ho finito, chiedo scusa signor Pubblico Ministero.
Presidente: Sentiamo, sentiamo, facciamo parlare l’avvocato Bevacqua.
A.B.: Mi perdoni.
P.M.: Prego.
A.B.: Poi lei faccia correttamente tutto quello che lei deve dire; questa è una prima circostanza che può avere un valore o non avere un valore. Mi diceva anche che questo signor Bruni è affetto di un grossissimo male…
Presidente: Questo purtroppo lo sappiamo.
A.B.: Poi un’altra circostanza che io chiedevo alla corte di verificare è questa, chiedevo, chiedo alla Corte, in ordine a questa deposizione Cairoli-Consigli, sembrerebbe che i signori Cairoli e Consigli, anzi questo è certo, avrebbero reso una dichiarazione al Pubblico Ministero il giorno 27 maggio 1994, questi signori mi pare che sono stati sentiti dalla Corte eccellentissima esattamente il primo di giugno, se non sbaglio, che si può verificare?
Presidente: Si può verificare avvocato. Primo di giugno, si.
A.B.: Ecco quindi sono stati sentiti il primo di giugno, il due di giugno sarebbe stato sentito spontaneamente recatosi dai Carabinieri il signor Bruni…
P.M.: 2 giugno era domenica se non sbaglio…
A.B.: 2 giugno.
P.M.: Ah, chiedo scusa, si, si era festivo.
A.B.: Sembrerebbe…
Presidente: 2 giugno era giovedì.
P.M.: Giovedì.
A.B.: Grazie Presidente, sembrerebbe che prima quindi che questi signori fossero stati sentiti dalla Corte si sarebbero recati, ecco volevo sapere questo, presso il signor Bruni, perché così dice il signor Bruni, con i signori della SAM e questi due signori, prima ancora che questi signori dovessero essere interrogati dalla Corte; io volevo che la Corte accertasse questa circostanza e perché questi signori Consigli e Cairoli si son recati prima di essere sentiti dalla Corte con i signori della SAM dal signor Bruni. Se è vero, io questo volevo innanzitutto accertare…
Presidente: Se non ricordo male ciò che ha detto il Cairoli, lui ha detto che dopo essere stato interrogato dalla Corte…
A.B.: Però Presidente dopo quando? Il signor Bruni mi dice… Il signor Bruni dice…
Presidente: E ‘stato… dunque…
A.B.: io mi sono recato…
Presidente: Sono stati sentiti quando?
A.B.: Il signor Bruni dice davanti ai Carabinieri, ce l’ha detto oggi, lui si reca davanti ai Carabinieri il 2 di giugno, il 2 di giugno… dice che si reca dai Carabinieri dopo che presso di lui si sono recati tre persone della Polizia giudiziaria + Consigli e il signor… la signora… e il signor Cairoli.
Presidente: Dunque allora Consigli e Cairoli sono stati sentiti il primo di giugno, nella mattina…
A.B.: Ohoo…
Presidente: Secondo quello che ha detto, mi pare di aver capito, il Cairoli, dopo essere stato sentito dalla Corte lui avrebbe accompagnato questi tizi eccetera..
A.B.: Quindi… ecco bisognerebbe accertare se dopo significa la sera stessa o, signor Presidente, come dice il Bruni: qualche giorno prima sono venuti da me questi signori della SAM con i due, cioè prima che questi signori erano stati sentiti… sarebbero stati sentiti dalla Corte di Assise.
Presidente: Lui dice poi di averli accompagnati eh naturalmente…
A.B.: Presidente, il Bruni ha detto che c’era la signora che gli diceva: Digli della pistola! Non me lo sono inventato io, quindi ecco, volevo capire perché, quindi le circostanze vorrei che fossero verificate se la Corte lo ritiene opportuno…
P.M.: Presidente chiedo di poter dire qualcosa.
A.B.: E’ questa: Uno – se questi signori sono stati per oltre un’ora o un’ora e mezza e non i cinque o dieci minuti presso la casa del signor Bruni e quando questo fatto si sia verificato tenendo presente che i due, il signor Bruni rende dichiarazioni cosiddette spontanee ai Carabinieri è il primo giugno…
Presidente: (fuori microfono) Questa è una circostanza che non ho chiara nemmeno io.
A.B.: …i signori vengono sentiti…
P.M.: Se mi consentono Presidente… Presidente mi scusi… mi scusi Presidente…
Presidente: Prego.
P.M.: Se mi consentono forse si può…
Presidente: Comunque possiamo chiarire facilmente.
P.M.: Ecco, non solo, se permettono io chiarirei l’andamento di come sono andati i fatti, lo conosco e poi invito la Corte a fare le verifiche se le ritiene opportune. Un certo giorno, che ora non ricordo ma comunque è lì il verbale, questi signori si presentano in Procura, quindi siamo ben lontani dal pensare se saranno poi ammessi dalla Corte, bene questo è l’ottica, questi signori dicono una certa cosa, il signor Bruni non è identificato, viene incaricata la Polizia Giudiziaria dal sottoscritto, di identificare questo signor Bruni e di verificare alcune delle circostanze che vengono dette, quella più importante in quel momento è quella relativa al possesso di quel Bruni o di un certo Bruni la cui pistola sia stata o meno controllata. Quel giorno lì viene incaricata la Polizia giudiziaria di questo e mi risulta, perché lo so, che lo stesso giorno che sono stati sentiti, si sono presentati, la Polizia Giudiziaria la stessa sera ha svolto questa attività che penso, anzi senz’altro, l’ha svolta per identificarlo con la collaborazione di quei signori. Quindi per chiarezza e sentiremo… io li inviterò come testi… gli agenti della Polizia giudiziaria che hanno fatto questo accertamento alfine della verifica se esiste un Bruni, se quei signori hanno detto qualcosa che può interessare per la Corte perché prima che il P.M. possa chiedere alla Corte l’ammissione di un teste bisogna vedere se la cosa interessa, questa attività fu fatta lo stesso giorno in cui si sono presentati dal sottoscritto, che sia durata un’ora o cinque minuti il sottoscritto non lo sa. Quando al rientro, il giorno successivo mi sembra c’era una domenica, io ho verificato che le persone potevano dire quel che dicevano aveva un riscontro nell’esistenza di una persona fisica che effettivamente aveva una pistola di quel tipo che era stata controllata, ho chiesto io alla Corte l’ammissione di quei testi ed ecco quindi spiegato tutto il mistero aldilà della durata di un’ora o di cinque minuti. La Corte ha ammesso quei testi quindi sono venuti dopo che loro testi hanno indicato alla Polizia chi era questo Bruni e dove abitava, abbiamo appreso oggi che ci sono andati a casa insieme. Io sapevo un racconto simile dalla Polizia ma era un racconto che io volevo che fosse fatto davanti a loro, quindi come data, la data in cui sono avvenuti tutti questi fatti è la data di quel verbale del P.M.. I Testi hanno deposto davanti a loro dopo che io ho offerto a loro Corte il motivo per sentirli, finché non avevo la possibilità di dire era un argomento che a loro poteva interessare e che un Bruni, teste derelato, esisteva io non ne ho chiesta la citazione, nel tutto mi sembra siano passate 48 ore o il tempo… il lunedì, dopodiché loro sanno cos’è successo.
A.B.: Ecco quindi un dato, almeno cronologico, di scienza del signor Pubblico Ministero che lo stesso 27, giorno in cui alle ore 16:00…
P.M.: Per i fini che abbiamo detto è così.
A.B.: 27 maggio alle 16:30 questi signori si presentano… volevo sapere questo… alle 16:30 dal Pubblico Ministero… 5/10 minuti, mezz’ora forse di più…
P.M.: Due ore, tre ore non lo so.
A.B.: La stessa notte questi signori, così dice il Pubblico Ministero, si sarebbero recati…
P.M.: Perché notte? Perché la dobbiamo far diventare notte?
A.B.: L’ha detto lei il 27…
P.M.: La sera. Io ho parlato di sera…
A.B.: La sera.
P.M.: E’ un orario… ma c’è un orario!
Presidente: Non litighiamo sulle parole, la sera.
A.B.: Sabato sera è subito sera…
P.M.: Bene, spero di aver chiarito e che non c’è necessità di accertamento. I signori della SAM saranno da me sentiti…
Presidente: Venerdì 27 maggio.
A.B.: Non era sabato?
P.M.: Se non sbaglio il lunedì, il lunedì io ne ho chiesto l’ammissione.
Presidente: Si questo lo possiamo verificare.
A.B.: C’era un grosso poeta siculo che diceva…
P.M.: Quindi come loro vedono è tutto lì, faccio presente il motivo per cui i signori, a mio giudizio perché poi la SAM ha fatto… la Polizia ha fatto una sua scelta nel farsi portare per fare prima, il signor Cairoli e la signora Consigli fecero presente e è scritto nel verbale che io ho fornito loro che a loro conoscenza c’era una circostanza che il teste, il signor Bruni, era in gravi condizioni di salute, spiegarono in quel verbale che tipo di conoscenza era a loro nota circa questo stato di salute e fecero presente della necessità che forse era bene non aspettare troppo, è l’ nel verbale.
A.B.: Si certo ma io volevo…
P.M.: Poi il signor Bruni ha ritenuto opportuno andare lui dai Carabinieri, ha detto che poteva venire, è venuto…
A.B.: Questo lo sappiamo.
P.M.: Quindi questo è lo svolgimento lineare dei fatti, possono essere sentiti anche subito coloro che sono andati così ci togliamo il dubbio se è importante per me… non credo proprio che abbia alcuna rilevanza.
Presidente: Avvocato Bevacqua.
A.B.: Scusi signor Presidente, aldilà della linearità o delle curve che ci sono per arrivare a Dicomano e quindi di notte, di sera, io volevo sapere signor Presidente e il Pubblico Ministero me ne da atto che questi signori che erano stati sentiti dal signor Pubblico Ministero…
P.M.: Si erano presentati.
A.B.: O si erano presentati, per carità, sono…
P.M.: Ma è diverso.
A.B.: Ma lei li ha sentiti prima si…
Presidente: Va bene, va bene…
P.M.: Se si presentano che devo fa? Gli chiudo la porta?
A.B.: No…
P.M.: E allora? Dov’è il problema?
A.B.: Che si erano presentati e poi sentiti dal signor Pubblico Ministero dopo la sera stessa evidentemente si sono recati, loro, con i signori della SAM, sono stati un’ora, due ore, un quarto d’ora…
P.M.: Abbiamo spiegato perché.
A.B.: Siamo d’accordo, si sono recati la sera stessa presso il signor Bruni, cioè questo accadeva il 27…
P.M.: Come poteva il P.M….
A.B.: Il 27, potevano andare senza questi, la SAM e basta.
P.M.: Come faceva la Polizia a sapere chi era questo Bruni se non davano…
Presidente: Va bene, signori va bene, la cronologia è questa, va bene?
A.B.: Perché la Corte lo sappia, lo so anch’io, ora finalmente…
Presidente: Lo sappiamo tutti..
A.B.: Grazie Presidente.
P.M.: Se è un problema lo sappiamo…
A.B.: E poi c’è in quella circostanza, riferita a me così davanti a tantissime persone, che questa durata, la durata di questo colloquio con il signor Bruni è stata superiore certamente ad un’ora, le dirò ancora che è stata sentita, voce riferita, addirittura signor Presidente, circa l’attendibilità delle persone più per bene di questo mondo, che la moglie o la convivente del signor Cairoli avrebbe detto al marito: “Ma non sono stati cinque minuti”, mentre usciva da là ma è stato oltre un’ora. Questo se la Corte vuole accertare…
P.M.: Se è questo il succo della deposizione del Bruni io non ho nessun problema.
A.B.: Non è il succo della deposizione, il Bruni non ricorda venti minuti, io ho una persona con la quale parlo per venti minuti mi ricordo i baffi, le sopracciglia, mi ricordo tutto, basta!
P.M.: Se è il problema della durata io…
A.B.: No
P.M.: …chiedo che venga
A.B.: Non è della durata! Lei è troppo intelligente per…
P.M.: …che questo nipote che dovrebbe dire su questa ora, chiedo che venga sentito subito perché… se questo è rilevante… io…
A.B.: Non è rilevante.
P.M.: Non so cosa fare Presidente, di una deposizione come questa l’importante è che ha parlato per un’ora…
A.B.: Ed è importante…
P.M.: E’ ironia, comunque sentiamolo subito.
Presidente: Va bene, se siete, se non avete nulla in contrario…
P.M.: Per carità! Allora chiedo di sentire tutti quelli della SAM per sapere quanto ci sono stati, scusi Presidente… Sentiamo insieme.
Presidente: Se dobbiamo sentire sentiamo tutti.
A.B.: Non ci sono problemi.
P.M.: Non serve assolutamente sapere quanto è durato comunque siccome ci sono anche quelli che ci sono andati sentiamo la signora Consigli, perché abbiamo sentito solo il signor Cairoli, sentiamo questo nipote e tutti quelli della SAM, non vedo… secondo me è assolutamente… Chiedo scusa Presidente io ho numerosi testi citati per oggi, alcuni si sentono male e sono qua, non ho nessun problema per fare la prova che il difensore richiede, per me è assolutamente ultronea perché è su una circostanza, sulla durata, che credo di aver chiarito, allora chiedo di sentire prima i nostri testi poi per la volta che concorderemo facciamo venire tutti questi signori e li sentiremo sull’orario.
A.B.: O li si sentono subito questi o non li si sentono più, mi scusi Presidente, io rinuncio alla… o si sentono immediatamente, così non hanno modo di parlare tra di loro, mi scusi, non mi fido di nessuno, abbia pazienza, non di lei, lei fa il suo dovere come cerco di fare io.
Presidente: A parte la scarsa rilevanza…
A.B.: Siamo d’accordo, allora niente Presidente.
Presidente: Però se volete… ma siccome ci sono testi già citati per oggi, come giustamente mi ricorda il consigliere…
A.B.: Presidente allora rinunzio…
P.M.: Rinunzio anch’io.
A.B.: Come si dice a Satana, nei battesimi si rinunzia…
P.M.: Abbiamo rinunciato.

P.M.: Io chiedo di sentire ora, è qui, un teste che è già stato sentito, ammesso, il quale qualche giorno dopo la sua deposizione ha chiesto di parlare col Procuratore della Repubblica il quale era occupato, ha chiesto di parlare più volte con la SAM, con i funzionari della SAM e ci ha parlato dicendo in sostanza: Io ho già deposto davanti alla Corte però ho un’altra circostanza da dire che mi pesa e la voglio dire…
Presidente: Non ci dica qual è naturalmente.
P.M.: No, no, no, è una circostanza relativa a una persona che lui ha visto in un certo giorno, in un certo posto molto importante come orario e come posto per il processo, questa persona ha riferito poi alla SAM nei dettagli questi particolari di ciò che ha visto, la persona è il signor Nesi…
Presidente: Chi?
P.M.: Nesi.
Presidente: Che udienza era?
P.M.: Era un’udienza delle prime Presidente.
A.B.: Ah il nemico di Pacciani!
P.M.: Il nemico di Pacciani, perfetto.
A.B.: Ho capito.
Presidente: 23 maggio.
Consigliere: Nesi Lorenzo.
Presidente: 23 maggio.
A.B.: E’ quello che gli voleva tirare la scarpellata.
Presidente: No quello era Ricci mi pare. Quello era il Ricci Walter avvocato.
A.B.: Ah!
Presidente: Quello coi baffi…
P.M.: Nesi è per intendersi quel signore che ha detto di avere un’industria di… un’attività di camicie, cose del genere che, per ricordare alla Corte, si era già spontaneamente presentato al P.M. nel corso delle indagini, aveva detto di aver saputo dal Pacciani che tirava ai fagiani con una pistola…
Presidente: Quello che “cadevano come sassi”.
P.M.: Come sassi.
Presidente: Ho capito. Di aver saputo dal Pacciani?
P.M.: Di aver saputo da Pacciani e poi è nell’udienza… Questo signore che si era già presentato allora si è ripresentato e ha detto: “Mi devo levare un peso perché ho una…”
A.B.: Ho una soddisfazione!
P.M.: Forse una soddisfazione, vediamo che soddisfazione è. Questo è quanto, chiedo di sentirlo su questo nuovo fatto di cui… è un teste già ammesso, io questa circostanza… siccome l’ha riferita successivamente chiedo che venga…
Presidente: Ha reso dichiarazioni a verbale?
P.M.: No Presidente, ha detto…
A.B.: Mi oppongo Presidente perché tutti possono venire a questo punto, sono stati sentiti ampiamente…
P.M.: Chiedo scusa, chiedo scusa, ha reso delle lunghe dichiarazioni che sono state sintetizzate in una annotazione, io ve la do, eccola qua…
A.B.: Vorrei averla anch’io, un’annotazione che non può essere utilizzata Presidente…
Presidente: Vediamo che cos’è.
A.B.: Sentiamo quello che dice eventualmente chi l’ha presa questa annotazione poi essendo teste derelato… perché oggi arrivano tutti Presidente.
P.M.: Se arrivano noi…
A.B.: Certo, dopo 30 anni!
Presidente: Dia pure all’avvocato.
A.B.: Non è possibile questo.
Presidente: Non possiamo riceverla chiaramente.
A.B.: Io mi oppongo Presidente perché così come lei riceve le lettere anonime che il povero Gassmann…
P.M.: Questa non è anonima!
A.B.: Questa è la stessa cosa.
P.M.: Queste sono persone che hanno chiesto di parlare col Procuratore della Repubblica di Firenze per motivi attinenti deposizioni importanti su questo processo.
A.B.: Ecco Presidente può iniziare un altro procedimento, iscrivere un altro numero, inizia un procedimento…
P.M.: No per questo procedimento.
Presidente: Allora sono dichiarazioni che si riferiscono a fatti pertinenti a questo processo.
P.M.: Senz’altro.
Presidente: Allora lei…
P.M.: E io ho già detto quali sono, di aver visto una persona in un luogo, in un giorno attinente ai fatti di cui è imputazione a carico di Pacciani in questo processo. Questo è l’oggetto della…
A.B.: Io mi oppongo perché è assolutamente inaffidabile, mi consenta…
P.M.: Perché inaffidabile?
A.B.: Perché è inaffidabile, uno è già stato sentito lo poteva dire subito.
P.M.: Ci spiegherà perché non l’ha detto.
Presidente: Avrebbe visto una certa persona…
P.M.: Un certo giorno, a una certa ora, che è…
Presidente: Ci dica perlomeno il giorno e l’ora e la circostanza.
P.M.: Esattamente il 9 settembre 1985, via di Scopeti, alle ore 23:00.
A.B.: 23:00.
Presidente: Quindi praticamente sarebbe la sera in cui sarebbero stati…
P.M.: Secondo quello che ci hanno spiegato il professor Maurri bisogna far risalire…
A.B.: 23:00 c’era anche lui, questo signore.
P.M.: Certo e spiegherà perché.
A.B.: Certo.
Presidente: Si tratta di queste circostanze…
P.M.: Spiegherà perché lui.. io non so se…
Presidente: Gli avvocati di parte civile?
A.P.: Si associano alla richiesta del Pubblico Ministero, almeno credo… si associano alla richiesta del Pubblico Ministero, evidentemente è un teste che si è ricordato in un secondo momento circostanza che ritiene rilevante…
P.M.: Se è strano capiremo perché.
A.P.: Però mi pare indispensabile visto che abbiamo iniziato questo processo dicendo che vogliamo accertare la verità non possiamo nasconderci dietro un dito di una testimonianza resa in due tempi.
Presidente: Signori avvocati difensori.
A.B.: No la difesa, signor Presidente, si oppone perché credo che si stia completamente inquinando il materiale probatorio, non voglio dire che questa sorta di inquinamento, non soltanto atmosferico, sia opera del signor Pubblico Ministero ma qua non so perché, io non l’ho mai detto né lo penserei mai, perché questo non è un gioco signor Presidente, questo è un processo, chi deve dire le sue cose le dica, le deve dire nell’immediatezza delle varie contestazioni che vengono fatte, mi scusi signor Pubblico Ministero, che vengono fatte nel corso del dibattimento pubblico. Io non credo a questi ripensamenti dell’ultima ora.
P.M.: Sentiamoli e poi li valuteremo.
A.B.: Assolutamente non ci credo.
Presidente: Va be’ lei è libero di crederci o no.
A.B.: Per questo… certamente, io son libero di credere però mi consenta che è estremamente singolare questo tipo di ricordo improvviso, addirittura delle ore 23:00…
P.M.: Per fortuna…
A.B.: Perché la sera, alle 9:00 il giorno 9.
P.M.: Per fortuna spiega come e con chi era.
A.B.: Va be’ per fortuna spiegherà, ora vedremo questo signore…
Presidente: Avvocato Fioravanti?
A.B.: Io comunque mi oppongo.
Presidente: Vi opponete.
A.F.: L’avvocato Fioravanti si oppone ma vorrebbe chiedere al Pubblico Ministero che giorno era il 9 settembre alle ore 23:00, mi parla lui, che giorno era?
P.M.: Facciamocelo dire da questo qui…
A.F.: No, no, no, no me lo dice lei perché è una circostanza…
Presidente: Avvocato guardi che questo non c’entra assolutamente nulla.
A.F.: No io chiedevo soltanto…
Presidente: Lei si oppone e motiva oppure…
A.F.: Si è lunedì… Mi oppongo per le stesse ragioni per cui si oppone il collega.
Presidente: Benissimo.
A.F.: Alle ore 23:00 del 9…
P.M.: Chiedo scusa, ovviamente ho sbagliato data, volevo dire solo il sabato precedente l’omicidio…
A.F.: Ah ecco! Io volevo questa precisazione, mi basta questo.
P.M.: E’, menomale, menomale, ho sbagliato un numero.
A.F.: Menomale.
P.M.: Ho sbagliato un numero la data è il sabato, qualunque sia il giorno, probabilmente il 7…
A.F.: 7 settembre.
P.M.: E’ la data del… No chiedo scusa è la domenica, sennò facciamo veramente confusione. E’ la notte fra la domenica e lunedì.
A.B.: E lui si ricorda tutte queste cose?
P.M.: E’ la notte fra la domenica e il lunedì.
A.F.: Preciso, preciso.
Presidente: A parte di valutarne l’attendibilità anche in relazione a questa sopravvenienza, certamente è ammissibile e rilevante questa testimonianza di questo signore quindi la Corte lo ammette e naturalmente ne valuteremo tutti insieme l’attendibilità, quindi lei lo vuole introdurre subito signor Pubblico Ministero?
L.N.: Si, si.
Presidente: Facciamolo tornare questo signore.
A.B.: (poco udibile) Ma l’ha visto sparare! Ora lo dirà: L’ho visto sparare.
P.M.: (poco udibile) Può darsi c’era anche lui, facciamoglielo dire.
A.B.: (poco udibile) Speriamo!
A.F.: (poco udibile) Può darsi che era lui solo!
P.M.: (poco udibile) E accusa gli altri?
A.F.: (poco udibile) E può darsi che ne ha bisogno!
Presidente: (poco udibile) Ah ora me lo ricordo, ora me lo ricordo.



Presidente: Sieda, vuole essere ripreso o no dalle telecamere? Non gliene importa nulla quindi… Senta, le ricordo l’obbligo di dire la verità…
L.N.: E’ chiaro.
Presidente: lei è sempre sotto il vincolo..
L.N.: E’ chiaro.
Presidente: …di quella dichiarazione… allora Pubblico Ministero vuole iniziare per cortesia?
P.M.: Signor Nesi lei dopo aver deposto l’altra volta ha fatto sapere e ha detto che aveva necessità, aveva bisogno di parlare di dire altre cose, le vuol dire alla Corte?
L.N.: Esatto, cioè… mi riorganizzo un attimo le idee…
A.B.: Ecco, bravo si organizzi.
Presidente: Avvocato per favore.
L.N.: Dunque il giorno che ci fu l’assassinio degli Scopeti o i morti agli Scopeti, io sapevo già questa cosa da quando venne fuori il nome Pacciani, questa cosa consiste in questo, la sera del delitto degli Scopeti io passai dagli Scopeti, tornando di fuori, in quanto che era chiuso la superstrada Firenze-Siena dalla Certosa all’uscita di San Casciano e passai dagli Scopeti.
P.M.: Dov’era stato? Scusi vuol dire…
L.N.: Ero stato in montagna in una casa…
P.M.: Dove?
L.N.: In una casa in montagna, il posto dottore non glielo so specificare…
P.M.: Era stato con qualcuno?
L.N.: Si, si, si.
P.M.: Poi ci dirà… Andiamo avanti, tornava da questa… Era la domenica.
L.N.: Era una domenica.
Presidente: Era una domenica.
L.N.: Una domenica si, una domenica sera, l’ora bisognerebbe quantificarla dopo in seguito in base a…
P.M.: ci spiegherà come.
L.N.: Perché mi ricordo bene di questa cosa? Perché il lunedì venne fuori il delitto degli Scopeti…
P.M.: Venne fuori come? Lei come lo seppe?
L.N.: Lo seppi in quanto che il delitto di Scopeti fu scoperto da Luca… noi si chiama Pecchioni, ma comunque Luca Santucci cui abitava a 100 metri da casa mia, venne questo ragazzo con la vespa e disse c’era un morto agli Scopeti, verso le tre e mezzo, le quattro… o così. Bene, dopo in secondo tempo, subito dopo nelle prossime ore venne fuori che il delitto apparteneva alla serie dei delitti del mostro che viene chiaro dire: “Porca miseria guarda son passato di lì ieri sera!” Viene chiaro e rimane nella mente, questo sia chiaro. Bene, passa il tempo, passano gli anni, viene fuori il Pacciani che è sospettato di questi delitti, viene fuori ripensando nel cervello, forse c’è delle cose che rimangano, viene fuori di tirare ai fagiani con la pistola, viene fuori, ripensando, viene fuori la lettera di Vanni, viene fuori insieme a queste cose anche che quella sera al bivio che si va… che si viene dagli Scopeti da Firenze e che si viene da Chiesanova, diciamo.. non so se lei conosce la zona…
P.M.: Con la via di Faltignano.
L.N.: Non so come la si chiama.
P.M.: Va bene.
L.N.: Viene fuori che a questo incrocio, mentre io torno…
P.M.: Quella domenica.
L.N.: Quella domenica, vedo Pacciani a quest’incrocio c’è un vis a vis, vedo Pacciani. Allora dico: Bah Pacciani è andato, non mi ricordo come la chiamavano la Sperduto…
P.M.: Che abitava lì la Sperduto?
L.N.: La Sperduto abitava da quest’incrocio ora non so se abitava allora, nell’85, quand’è? Abitava a 7/800 metri da quest’incrocio. Dissi, Pietro…
P.M.: Pensò lei…
L.N.: Pensai, pensai, io trovo lei, trovo lui, Pietro è andato a mangiare la pizza a coso, o Pietro è andato a… Pensai Pietro è andato da questa… la chiamavan Pririlla, Tririzza…
P.M.: Perché lei sapeva che ci andava, scusi? Come mai?
L.N.: Si, si sapevo che ci andava perché me lo raccontava i’ Vanni.
P.M.: Glielo raccontava?
L.N.: Il Vanni.
P.M.: Il postino Vanni. Quindi lei pensò: Va be’ il Pacciani sarà andato dalla Sperduto.
L.N.: Sarà andato dalla Sperduto, che vuole che io nell’85… io prendo, passo Spedaletto, sorpasso la macchina.
P.M.: Lo vide bene? E in che modo lo vede?
L.N.: Mhmm attenzione, facciamo una distinzione chiara, personalmente io… non confondiamo… dottor Canessa non confondiamo… personalmente io, io personale Nesi Lorenzo son convinto che era Pacciani Pietro.
P.M.: Come mai ne è convinto?
L.N.: Allora, mi scusi, perché non l’ho detto nell’udienza del… Non l’ho detto perché ero sicuro per un tribunale, per me personale sicuro al massimo, però per un tribunale gli davo un 20 o anche 30% di scarto perché in un tribunale va detto cose vere, precise, inequivocabili. Quando è venuta in me la cosa che ha fatto scattare un 10% o anche un 20% in più? Quando Pacciani Pietro il 22… 21… quando son venuto qui non mi ha riconosciuto, Pacciani Pietro non mi ha riconosciuto perché credeva che gli dicessi questa cosa, perché Pacciani Pietro a me mi conosce bene, gli si può domandare se mi conosce.
Pietro Pacciani: Va ‘ia buffone! Buffone!
Presidente: Allontanatelo. Allontanatelo dall’aula immediatamente.
L.N.: Pietro di buffone non lo voglio.
Presidente: Fuori, gli atti al Pubblico Ministero per questo ennesimo oltraggio.
P.M.: Si Presidente.
Presidente: No, no lei va fuori, Pacciani ora lei va fuori, glielo avevo già detto e adesso basta.
A.B.: Presidente chiedo scusa, ha ragione anche lei…
Presidente: Certamente è la quarta volta che oltraggia i testi.
A.B.: Lui sta zitto ma mi scusi…
P.M.: E’ la quarta volta che oltraggia i testi.
A.B.: Ma capisce, oltraggia una persona che gli dice che lui può esse’ l’assassino, ha diritto di difendersi.
P.M.: Avvocato ma non gli dice “buffone”! Non ha diritto di oltraggiare.
A.B.: Ma si! Io non voglio dire che ha fatto bene…
Presidente: In ogni caso questo è un provvedimento di competenza mia, siccome l’avevo già ammonito…
A.B.: Certamente signor Presidente.
Presidente: Adesso sene sta un po’ lì, non abbia paura lo farò rientrare poi.
A.B.: No perché io volevo che lui stesse a sentire quello che dice questo signore, è molto importante per lui…
L.N.: Si, si ma…
Presidente: Se il buongiorno si vede dal mattino avvocato…
L.N.: Per me Pacciani può benissimo stare basta che non mi offenda perché io non lo offendo.
A.B.: Eh no, certamente, siccome non gli sta facendo proprio nulla a lui…
Presidente: Pacciani è fuori, è meglio per tutti, lo faremo rientrare, non ora più in là, nel frattempo vada avanti per favore.
L.N.: Allora… gliel’ho già spiegato…
Presidente: Ci stava spiegando come mai…
L.N.: Come mai, cioè… Pacciani, ripensando dopo, perché non mi riconosce? Perché Pacciani ne… ne… ne… in questo incrocio che io vidi Pacciani… vidi Pacciani così, nel 1985… ’84…
P.M.: Ma aveva una macchina? Aveva qualcosa?
L.N.: Si, si erano in macchina e erano due. Erano due. Che erano due sono sicuro.
Presidente: Vediamo di finire questo ragionamento perché…
P.M.: Bene.
Presidente: Ecco, quindi lei dice…
L.N.: Era una cosa, signor Presidente…
Presidente: Non mi ha riconosciuto… ha fatto finta di non riconoscerla…
L.N.: Ha fatto finta perché il Pacciani non mi può non riconoscere perché…
P.M.: Perché non può riconoscerla? Perché lei è uguale ad allora?
L.N.: Perché non mi può riconoscere, perché io se fosse stato 10 anni fa o 20 anni fa magro e oggi fosse diventato grasso non mi poteva riconoscere, se avessi avuto i capelli e oggi son calvo non mi poteva riconoscere ma io…
P.M.: Ma vi vedeste bene a quest’incrocio perché eravate quasi fermi?
A.B.: No Presidente non accetto… Non ammetto queste domande!
Presidente: Avvocato lasciamolo…
P.M.: Ma non le ammetta!
A.B.: No Presidente queste domande non le ammetto.
Presidente: Perché no avvocato?
A.B.: No “perché eravate quasi fermi” e dice o si o no!
Presidente: Avvocato…
A.B.: No Presidente.
Presidente: Io vorrei… io vorrei…
A.B.: Stiamo zitti tutti.
Presidente: Per il momento che non si ponga nessuna domanda, vogliamo far raccontare al teste tutto quello che sa? E poi dopo cominciamo con le precisazioni.
P.M.: Benissimo.
Presidente: Senza fare domande suggestive, va bene?
P.M.: Benissimo Presidente.
Presidente: Ecco, prego.
L.N.: Chiaramente ogni poco si perde il filo…
Presidente: Lei racconti tutto, poi le domande…
L.N.: Teoricamente io gliel’ho già detto. La molla che ha fatto scattare questa mia seconda testimonianza e mi creda in tutta onestà, in tutta sincerità… è… è… dico, Pacciani non mi riconosce perché lui quando m’ha visto salire quei tre scalini lì gli ha detto: Questo mi dice che m’ha visto agli Scopeti. E io questo non lo dicevo…
Presidente: Questo lo ha pensato lei.
L.N.: L’ho pensato io si, si, si, si, ah per l’amor di Dio! L’ho pensato io. L’ho pensato io. Non mi riconosce perché lui sa che lui m’ha visto al bivio degli Scopeti, che dopo era… sia chiaro, era a un chilometro di dove son stati ammazzati i francesi, cioè unn’era… io unn’ho mica visto… e metta in questa cosa uno scarto a oggi del 10% come tribunale, come… perché se Pacciani gli avesse avuto la 500 era inconfondibile, non c’era possibilità di sbagliarlo. Perché non c’era possibilità di sbagliarlo? Perché Pacciani nella 500… un omone grosso…
Presidente: La riempiva tutta.
L.N.: La riempiva… gli aveva… gnene può domandare… gli aveva uno sterzino di questi tipo corsa che … no in senso dispregiativo, Dio me ne guardi, sembrava di questi fumetti, queste… di questi omini grossi che son su quelle macchinine piccole che guidano, Pacciani nella 500 gliel’avrei dato…
Presidente: Invece quella sera?
L.N.: Eh?
Presidente: Invece quella sera? Perché non ci ha ancora detto, scusate se… Non ci ha ancora detto come lo vide.
L.N.: Come come lo vidi?
Presidente: Era a piedi? In macchina?
L.N.: No in macchina.
Presidente: In macchina.
L.N.: In macchina. Ora la macchina nuova di Pacciani, in questa Ford io… Al tempo l’avevo vista meno della 500 sicché… ho questi dubbi per un tribunale, ho questi dubbi però per me era Pacciani.
P.M.: Ma che macchina era?
L.N.: Era una Ford Fiesta.

Presidente: Ora facciamo domande specifiche.
P.M.: Era una Ford Fiesta?
L.N.: Si.
P.M.: Menomale.
Presidente: Era una Ford Fiesta.
L.N.: Si.
P.M.: Senta una cosa e l’orario lei come lo può ricostruire? Voi tornavate… perché eravate più persone no? Tornavate da una gita in montagna?
L.N.: L’orario glielo ricostruisco un po’ male.
P.M.: Proviamo, cosa avevate fatto? E tornavate a casa?
L.N.: Noi si stette tutto il giorno in montagna in questa casa, la sera… la sera diciamo al tramonto, all’imbrunire si venne via, dunque questa è una casa che si esce dall’autostrada a Roncobilaccio, si fa un pezzo di statale, non mi ricordo come si chiama il posto, si fa un pezzo di statale e la sera si venne via all’imbrunire.
P.M.: Andaste subito a casa?
L.N.: No ci si fermò a mangiare una pizza. Ci si fermò a mangiare una pizza… eravamo due macchine e tre amici
P.M.: Su due macchine, eravate tre amici o tre nuclei familiari?
L.N.: Tre nuclei familiari.
P.M.: Nella sua macchina c’era anche qualchedun altro? Un altro nucleo familiare?
L.N.: Si, si, si. Si tornò, si mangiò questa pizza, si riprese la…
P.M.: La pizza dove la mangiaste? Ci serve per l’ora.
L.N.: L’ora io non gliela so quantificare…
P.M.: No, la pizza l’ha mangiata?
L.N.: …di preciso, ora bisognerebbe fare un discorso.
Presidente: Dove mangiaste la pizza? Voleva sapere il Pubblico Ministero.
L.N.: Eh no, non me lo ricordo.
P.M.: Sulla strada…
L.N.: Si in un paese vicino a questa casa che…
P.M.: Ah, prima di entrare in autostrada?
L.N.: Si, si, si, si.
P.M.: Poi uscite a Certosa? Dove uscite?
L.N.: A Certosa.
P.M.: E fate la via normale, via Scopeti…
L.N.: Noi per tornare a San Casciano si fa la superstrada, nel momento c’era la superstrada chiusa dalla Certosa all’uscita di San Casciano.
P.M.: Quindi foste costretti a pigliare via degli Scopeti?
L.N.: Va bene, si può fare…
P.M.: Va be’ prendeste via degli Scopeti.
L.N.: Noi che si va a San Casciano… io ho sempre fatto gli Scopeti.
P.M.: Quindi che orario, così ricostruito approssimativo, poteva essere stato?
L.N.: Diciamo dalle nove e mezzo alle dieci e mezzo.
P.M.: Un orario di questo genere.
L.N.: Però questo non glielo so dire.
P.M.: Di sera, dopocena.
L.N.: Voglio che vu capisca bene, cioè mi ricordo…
A.B.: Eh s’è capito!
Presidente: Guardi, guardi noi.
L.N.: Voglio vu capisca bene la tennica e come gli è stato fatto… come è avvenuta, cioè a questo bivio, se lo conoscete vu vedete benissimo…
P.M.: Noi andremo, porteremo la Corte se necessario e faremo una…
L.N.: Vu vedete benissimo.
A.F.: La difesa lo conosce benissimo.
P.M.: Noi lo vogliamo far conoscere alla Corte avvocato…
Presidente: Se necessario ci andremo, comunque…
L.N.: Io se non c’è altre domande…
P.M.: Magari è questo, lei dice…
L.N.: E’ un ripensamento su quello che Pacciani non mi conosce, ecco.
P.M.: A lei è rimasto in pres… le è venuto in mente per questo. Senta una cosa…
L.N.: Non mi conosce perché, per vista mia personale, non mi conosce perché come ho visto lui, lui ha visto me.
P.M.: Perché vi siete guardati negli occhi?
L.N.: E’ chiaro quello gli è un… gli è un…
A.B.: Palle degli occhi.
P.M.: Un bivio. C’è un po’ di luce…
L.N.: Oh avvocato guardi, mi perdoni io ho tutta la stima che… ma io non voglio mica lei la mi pigli pe’ i’ culo eh!!
Presidente: Nesi, Nesi, Nesi, no, no, no, guardi lei non…
A.F.: Ma chi è lei?
A.B.: Cos’ha detto lei?
L.N.: La mi fa così… Eh no è! Abbia pazienza!
Presidente: Lei non guardi l’avvocato. Per favore, per favore signori
A.F.: Il teste sta offendendo la difesa.
A.B.: Cos’ha detto questo?
L.N.: Ma scusi lei mi faccia tutte le domande che vuole, non mi faccia gesti, le ripeto con tutta la stima di lei.
Presidente: Nesi, Nesi non parli, non parli con nessuno, lasci stare le battute, parli con noi e basta.
L.N.: Sennò l’è…
P.M.: Senta una cosa signor Nesi, lei se non ho capito male, ha detto eravate due nuclei familiari, tre nuclei familiari su due macchine…
L.N.: Si.
P.M.: Lei era davanti o era dietro? Erano due macchine in fila?
L.N.: No una macchina alla Certosa… un nucleo abitava a Firenze sicché…
P.M.: Andò a Firenze per conto suo.
L.N.: A Firenze.
P.M.: E un nucleo invece abitava a San Casciano?
L.N.: Un nucleo abitava a San Casciano.
P.M.: L’accompagnò lei?
L.N.: Si.
P.M.: Quindi a quest’incrocio anche questi signori videro questa macchina o no?
L.N.: No, no, non lo conoscevano.
P.M.: Non conoscevano…
L.N.: No perché non conoscan i’ Pacciani. Capisca i’ discorso dottor Canessa, fu un coso…
P.M.: Fu un coso mio.
L.N.: Un coso mio, Pietro è andato dalla…
Presidente: Dalla Sperduto.
P.M.: Lei pensò.
L.N.: La chiamavano Trilla, Pizzilla o…
P.M.: Abitava lì lei fece…
L.N.: Abitava lì, gli è andato lì, basta.
P.M.: Fece due più due. Un’altra cosa ma con questi signori ch erano con lei in macchina, quest’altro nucleo familiare, quando il giorno dopo lei si accorse che era avvenuto questo fatto, per caso, ebbe modo di dire: Mah, ieri sera mi sembra d’averci visto Pietro!
L.N.: No, no, no.
P.M.: Non ne ha mai parlato?
L.N.: No perché nel 1985…
P.M.: Nessuno parlava di Pacciani.
L.N.: Figuri se si pensi che noi Pietro… è inquisito…
P.M.: Giusto ha perfettamente ragione, questi signori hanno una casa a Roncobilaccio?
L.N.: Ce l’avevano allora.
P.M.: Ce l’avevano allora.
L.N.: A Roncobilaccio… è un paese… non mi ricordo come si chiama.
Presidente: Da quelle parti.
P.M.: Per vedere se questi signori ricordano della gita ci vuole dire chi sono questi signori?
L.N.: Qui la mi mette in imbarazzo.
P.M.: Come mai?
L.N.: La mi mette in imbarazzo in questo senso…
P.M.: E’ una gita…
L.N.: Si, si, in questo senso, che non voglio… uno gli escì alla Certosa sicchè quello…
P.M.: Anche se è uscito alla Certosa…
L.N.: Non voglio, non voglio mettere in imbarazzo persone…
P.M.: Che imbarazzo è? Si tratta di chiedergli se avete fatto una gita a Roncobilaccio.
L.N.: Si, si per l’amor di Dio! Per l’amor di Dio!
P.M.: Il resto ce l’ha detto lei.
Presidente: Capisco che non è piacevole venire davanti ai giudici…
P.M.: Però dovranno solo dire…
L.N.: Loro mi possan dire domani… io i nomi… mi possan di’ domani: Oh Nesi ma a te chi te l’ha data l’autorizzazione a far questo?
P.M.: Ma andaste a Roncobilaccio o no?
Presidente: Lei capisce, lei lo capisce bene no? L’importanza di quello che si fa in quest’aula, no?
L.N.: Si.
Presidente: Quindi ha capito…
L.N.: Sennò unn’ero qui.
Presidente: E allora ci dica i nomi, anche perché lei è tenuto a dirli quindi… Comunque ce li dica…
L.N.: Senta una cosa Presidente, è possibile fare… Tanto questi hanno da dire… E’ possibile far verbalizzare questi signori per esempio in una caserma dei Carabinieri?
Presidente: No, no, non è possibile. Guardi, al limite… lei ce li deve dire poi dopo quello che sarà… Non si può fare una trattativa privata capito?
L.N.: Si, va bene.
A.B.: Troppo abituato a dare… (incomprensibile)
Presidente: Non commentiamo, non commentiamo, avvocato…
L.N.: Come? Come l’ha detto?
Presidente: Non stia a sentire quello che si dice in giro. Allora per favore ci dica chi sono questi nomi, lei è tenuto a dirli.
L.N.: La mi mette… la mi mette in imbarazzo… va bene, io guardi… Io glieli scrivo su un foglio di carta, gliene consegno a lei…
A.B.: No, no lei non scrive…
Presidente: Ce li dica via su tanto, come si chiamano?
L.N.: Non glielo posso dare a lei e lei…
Presidente: Io la do al cancelliere e lo leggo poi alla Corte, se si vuol togliere…
P.M.: Signor Nesi guardi che lei diventa poco credibile se non lo dice, se ne rende conto?
Presidente: Capisce?
L.N.: Onestamente di esse’ credibile o non credibile… insomma… e mi importa perché io quello che ho detto…
Presidente: Appunto.
P.M.: Lo capisce da se.
Presidente: Quindi allora, come si chiamano via…
L.N.: Una è mia moglie Nannicini Paola Lolita, era in macchina con me. Un altro signore è Nesi Rolando abitante a San Casciano, ora non so se ha cambiato indirizzo perché…
Presidente: Suo parente?
L.N.: No, no, no.
Presidente: E’ un omonimo. E poi?
L.N.: E sua moglie.
Presidente: E sua moglie.
L.N.: E suo figliolo ma insomma… i’ su’ figliolo l’aveva 5 o 6 anni…
Presidente: Era piccolino.
L.N.: L’altro, l’altro andò a Firenze sicchè quello…
Presidente: Sua moglie…
A.B.: L’altro vorrei sapere io, quello di Firenze.
Presidente: Diciamo anche gli altri, via.
A.B.: Eh…
L.N.: Avvocato…
Presidente: No lei non può parlare con l’avvocato. Lei parla solo con me che rappresento la Corte.
L.N.: Va be’…
Presidente: Basta. Quindi allora… Non importa se sono andati a Firenze…
L.N.: Massoli Pasquale…
Presidente: Quindi l’altra auto c’era Massoli Pasquale…
L.N.: E sua moglie che un so come…
Presidente: E sua moglie di cui… sconosciuta.
A.B.: Residente in?
Presidente: Questi signori dove stanno?
L.N.: Eh Massoli ora… Io mi sono spostato da San Casciano a Tavarnelle sicchè gli ho un po’ persi di vista.
Presidente: All’epoca dove stava questo signore?
L.N.: Prima? Chie?
Presidente: Massoli Pasquale.
L.N.: Gli stava a Firenze, però io mi sono spostato e lavoravo a San Casciano, mi sono spostato da San Casciano a Firenze e di conseguenza… a Tavarnelle, scusi, e di conseguenza li ho un po’ persi di vista, sicché…
Presidente: Va be’ comunque il nome è questo qui: Massoli Pasquale, lavorava a San Casciano…
L.N.: Lavorava a San Casciano, gli aveva un negozio a San Casciano o ce l’ha ancora, non lo so.
Presidente: Un negozio di che cosa?
L.N.: Di tappezzeria.
Presidente: Tappezzeria a San Casciano, bene, credo che non sarà difficile… penso… di trovarli eventualmente ce ne fosse bisogno. Vogliamo andare avanti con le domande?
P.M.: Si, che sono veramente poche, lei ha aggiunto, mi sembra, quando diceva queste cose che oggi ha riferito, anche che si era… su quell’episodio, a questo punto marginale dei fagiani, che lui sparava con una pistola ai fagiani, ha aggiunto qualcosa, di aver visto qualcosa, qualche fagiano lei? Che aveva qualche…
L.N.: Una volta ma con il beneficio dell’inventario, un fagiano che era sotto una fascina, che era sotto una fascina morto. Con un buco qui, questo.
P.M.: E era un buco di arma?
L.N.: Eh io…
P.M.: Come mai l’ha raccontato dopo? Cosa le è sembrato questo? L’ha raccontato per questo motivo? Come se avesse nella sua mente una qualche attinenza con il racconto…
A.B.: La domanda per cortesia.
P.M.: E’ così?
A.B.: Pubblico Ministero la domanda, mi perdoni
P.M.: Le sembrò che era un colpo?
L.N.: Io non ho mai visto un colpo di pistola.
P.M.: Su un animale?
L.N.: No, di fucile tanti ma di pistola…
P.M.: Era un colpo di fucile?
Presidente: Non lo sa?
L.N.: Non glielo posso…
A.B.: O un colpo di cannone? Che sono le famose calunnie Presidente.
Presidente: Va bene.
P.M.: Non ho altre domande grazie.

Presidente: Signori avvocati di parte civile avete domande? Avvocato Pellegrini.
A.P.: In quella occasione dell’incontro all’incrocio chi guidava la macchina? La Ford Fiesta?
L.N.: Pacciani.
A.P.: Accanto a lui, ha detto lei, che c’era un’altra persona?
L.N.: Esatto.
A.P.: Un uomo?
L.N.: Un uomo.
A.P.: Lo conosceva lei quella persona?
L.N.: No. No perché l’uomo… cioè capisca questo, nell’incrocio si vede bene la persona che guida perché c’è una sinis… e un sinis… non si vede l’altro. Le ripeto, se Pacciani avesse avuto la 500 era inconfondibile, con questa macchina io non l’avevo vista più tanto perché Pacciani l’avevo perso un po’ di vista perché lui era tornato a Mercatale, io ero tornato alla Sambuca come ditta…
Presidente: Comunque lei è sicuro che… lei non ha visto chi fosse ma accanto c’era un’altra persona?
L.N.: Si, questo senza ombra di dubbio.
A.P.: Una delle due macchine…
L.N.: Pacciani lo tenga sempre con una riserva, come gli ho detto avanti, del 10%, riserva…
A.P.: Quindi al 90% lei è sicuro?
L.N.: Esatto.
P.M.: Era una Fiesta?
L.N.: Si.
A.P.: Era una Fiesta. Come avvenne questo incontro? Le due macchine si incrociarono? Una delle due si fermò a uno stop per far passare l’altra? Come avvenne?
L.N.: Ma lei… abbia pazienza… ora bisognerebbe… come le posso spiegare?
A.P.: Io non lo conosco l’incrocio al quale lei si riferisce.
Presidente: Per chi non lo conosce bisogna lei si spieghi un pochino.
L.N.: Allora c’è una strada che la viene da Chiesanuova e la immette a un dato punto nella strada che la viene da Scopeti, cioè che da Scopeti, dalla via Cassia, si gira, si fa la salita degli Scopeti e si…
Presidente: E si va a San Casciano.
L.N.: E si va a San Casciano. C’è questo incrocio, l’è una cosa… l’è un imbuto…
Presidente: Questo incrocio rispetto alla sua direzione di marcia…
L.N.: No incrocio, non è un incrocio, due strade che le si connettano. A quest’incrocio si arriva, per esempio venendo da Scopeti, si arriva, per esempio uno che gli è tardi, cammina un po’ più veloce, gli arriva a una certa velocità, a quest’incrocio vien fatto… come le posso spiegare? Dio bono, ci avessi una persona lì… ecco! Tu vedi quella persona! Tu la conosci e tu dici: “Ma guarda un po’, c’è Pietro! Gli è andato dalla Tirilla”. Bene. La piglia la su’ strada, la continua la strada, la passa Spedaletto, la continua, la fa appena una salitina dopo… io mi ricordo bene passai la… Perché le dico questo? E glielo ripeto, perché i’ giorno dopo venne in ballo i morti di Scopeti e allora si disse: “Porca miseria siamo passati di lì iersera.”
A.B.: “Siamo” chi?
L.N.: Perché lei la può vedere un tamponamento sull’autostrada pe’ anda’ a Bologna…
Presidente: Si, si ho capito.
L.N.: La può vedere invece un incidente, disgraziatamente, dove c’è 3 morti… la si ricorda di quell’incidente!
Presidente: Insomma, vi incrociaste.
L.N.: Si.
A.P.: Ecco lei lo vide di lato o di fronte?
L.N.: Di lato.
A.P.: Di lato.
L.N.: Si, si.
A.P.: Bene, grazie.
Presidente: Altre domande signori avvocati? Avvocatessa?
A.?.: Mi scusi solo una precisazione, di che colore era questa Ford Fiesta che lei vide?
L.N.: Per me nel bu… era un… un… un… ross… come gli posso dire? Un amaranti… Unnnn… un ro… un…
Presidente: Un lo sa. Chiaro o scuro?
L.N.: Ma più sul chiaro che sullo scuro.
Presidente: Più sul chiaro che sullo scuro.
A.B.: Il rosso non è molto chiaro.
L.N.: Le ho detto un rosso… Guardi io faccio maglieria avvocato sicché i colori gliene so decifrare bene. Non gli posso dire il colore preciso perché non guardai il colore.
Presidente: Gli sembrava piuttosto sul chiaro.
A.B.: Ohoo, lei non guardò il colore.
P.M.: Meglio di così.
A.?.: Grazie.
Presidente: Avvocato Colao prego.
A.C.: Quest’incrocio, questo bivio era illuminato?
L.N.: No.
A.C.: C’era però la possibilità… una visibilità tale da potere vedere?
L.N.: Con i fari.
A.C.: Eh?
L.N.: Con i fari… eh c’è i fari s’incrociano. Cioè se io ci ho… mi comprenda, se io ci ho una macchina qui e io vengo così ci ho i fari che mi illuminano.
A.C.: Quindi lei lo illuminò con i fari della macchina?
L.N.: Ssi.
A.C.: Ma era aperto o c’erano alberi intorno?
L.N.: No, no, non ci sono alberi.
A.C.: Lei lo ha illuminato con i fari della macchina.
L.N.: E’ chiaro, siamo a un incrocio… lei… vedete, tutti vu mi domandate dei dettagli, il dettaglio che io posso dire e che son sicuro a il 90% di dire è che Pacciani quella sera era lì. Se dopo Pacciani tornava da Chiesanuova, tronava da Pun… di dove volete, io feci una considerazione mia, dissi: “Pacciani è andato…” perché la Sperduto, non so se abitava sempre lì, ma la sta lì a 500 metri… siccome sapevo che andava, dissi: “Pacciani…”, basta.
A.C.: E la Ford Fiesta era ferma o in movimento?
L.N.: No la Ford Fiesta… Nooo camminava! La Forde… gli è un affare… gli arriva così avvocato.
A.C.: Piano?
L.N.: Io codesto non gliene posso dire, non lo so; cioè non lo so non me ne rammento. E’ venuto dopo che è venuto fuori Pacciani a me del discorso come i fagiani, come la lettera di Vanni, come tutto, è venuto fuori dopo: “Porca miseria ma lì e c’era anche Pacciani” e io lo sapevo la volta che venni qui, voglio vu capisca questo voi.
A.C.: Però essendo un bivio ci fu un rallentamento…
L.N.: E’ chiaro, lì un po’ mica passa’ a 100 all’ora! C’è un… un qualcosa che ti porta… sia quello che viene da Scopeti, sia quello che viene da Chiesanuova, ti porta… a… a… a fermarsi.
A.C.: A rallentare.
L.N.: A rallentare è chiaro!
A.C.: Grazie non ho altre domande.
Presidente: Altre domande signori?
P.M.: Nessuna il P.M.
Presidente: Avvocato Bevacqua prego.
A.B.: Senta signor Nesi… che pizza mangiò quella sera lei?
L.N.: 
A.B.: Che pizza mangiò quella sera?
L.N.: Avvocato… guardi le posso dire che sabato mangiai il lesso…
A.B.: Quella sera che pizza ha mangiato lei? E dove l’ha mangiata?
L.N.: Si… va bene oh avvocato non lo so che pizza ho mangiato come fo a dirgli che pizza ho mangiato?
A.B.: Ohooo e allora non lo sa, lei dice che non lo sa, giusto?
L.N.: Si, non lo so.
A.B.: Dove l’ha mangiata questa pizza?
L.N.: In un paese che… forse che se viene a testimoniare chi ci ha la casa lì gli può dire anche il nome del paese. La mi domanda che pizza ho mangiato dieci anni fa…
A.B.: Certo.
L.N.: Ma… ma… mi perdoni.
A.B.: Certo. Ohoo.
Presidente: Senta, senta, l’avvocato fa il suo lavoro, capisce? E quindi…
L.N.: Ma io gli rispondo.
A.B.: E mi risponda. Lei non mi risponde.
Presidente: No lei deve rispondere.
L.N.: Le ho detto “non so che pizza ho mangiato”.
A.B.: Sua moglie che pizza ha mangiato?
L.N.: La provi a domandagnene a lei se la si ricorda…
A.B.: No lei me lo deve dire.
L.N.: Avvocato le mi sembrano domande ridicole…
A.B.: Sii? Non si preoccupi.
L.N.: Ma come fo a sapere che pizza ho mangiato dieci anni fa?
A.B.: Ohoo e come fa a sapere lei… Ecco questo volevo che lei dicesse! Non volevo altro che questo.
L.N.: Si, per l’amor di Dio!
A.B.: Ohoo benissimo, allora…
L.N.: Io volevo che i’ Pacciani dicesse che mi conoscesse…
A.B.: Noo, il Pacciani ha già detto quello che doveva dire.
Presidente: Va bene, va bene.
L.N.: Va bene…
Presidente: Cioè è stato buttato fuori…
A.B.: Ha già detto…
L.N.: Ma lei faccia il suo lavoro…
A.B.: Stia tranquillo che lo sto facendo, da tanto tempo, con molta fatica..
Presidente: Senta, senta…
A.B.: Con molta fatica.
Presidente: Calma eh…
L.N.: No, no faccia il suo lavoro nei miei confronti
A.B.: Perché anche se sorrido qualche volta lo faccio con serietà.
L.N.: Nei miei confronti.
A.B.: Io vorrei che tutti si facesse il nostro dovere eh? In tutti i sensi.
L.N.: Io penso d’averlo fatto.
Presidente: Siamo qui per questo.
A.B.: Presidente sto parlando con il testimone.
Presidente: Facciamo domande…
A.B.: Allora senta signor…
Presidente: …e non commenti.
A.B.: Lei veniva dalla destra e questo signore veniva dalla sinistra, com’eravate così?
L.N.: La mano dove ha l’anello lei venivo io, l’altra veniva Pacciani.
A.B.: Bene, benissimo. Allora, lei viene da qua e lui viene da qua.
Presidente: Pacciani veniva quindi dalla sua destra…
L.N.: Si, così, destro e io sinistro.
A.B.: Chi è passato prima? Lei o lui?
L.N.: Lui.
A.B.: E’ passato prima lui.
L.N.: E’ passato perché io dopo lo sorpassai in un pezzetto di diritta…
A.B.: Lì non si può sorpassare da quello che mi risulta.
L.N.: Come?
A.B.: Non si può sorpassare là.
L.N.: Ma avvocato senta, avvocato senta io sono una persona… se lei mi fa domande…
Presidente: Nesi, Nesi, Nesi… Stia zitto, stia zitto!
L.N.: …domande… Se lei mi fa domande precise…
A.B.: Sono tutto preoccupato e impaurito dalle sue… dalle sue… Una paura, guardi, sto tremando tutto! Ma sapesse come tremo io!
L.N.: Però la mi dice che pizza ho mangiato dieci anni fa, permetta!
A.B.: Ohoo io glielo devo dire io perché ho sentito troppe cose…
Presidente: Glielo deve dire perché naturalmente l’avvocato, di fronte a una circostanza che lei riferisce, ha il diritto di verificare se lei è attendibile o no.
L.N.: E io gli rispondo, d’accordo.
Presidente: Ora lei non stia a polemizzare con lui.
L.N.: No, no.
Presidente: Non risponda, nel senso “non lo so”, “non me lo ricorso” o se lo sa lo dica.
A.B.: Quindi lei lo avrebbe sorpassato, questa è venuta ora perché arrivano come le ciliegie…
Presidente: No perché lui ha detto avvocato c’era un pezzo di diritta…
A.B.: Si ma prima non l’ha detto che l’aveva sorpassato, l’ha detto ora.
Presidente: “Poi lo sorpassai” non è mica incompatibile con quello che ha detto prima.
A.B.: Lo sorpassò e quindi lei dove si dirigeva?
L.N.: A San Casciano.
A.B.: E quindi anche lui si dirigeva a San Casciano? Questa macchina si dirigeva a San Casciano?
L.N.: Per me si almeno che non arrivi… non arrivi all’entrata di San Casciano, giri e torni giù per i Falciani… sennò gli andava a San Casciano.
A.B.: Andava a San Casciano, verso le nove e mezza/le dieci? Che ora erano?
L.N.: Gliel’ho detto, io questo non glielo posso dire preciso al minuto ma facendo un conto di quando siamo venuti via da questa casa in montagna, da quando si poteva esse’ lì l’ora la doveva esse’ quella. Nove e un quarto, nove e mezzo, nove e dieci… Son dettagli questi non ci se ne può ricordare.
A.B.: Poteva essere una donna quella che stava accanto al signor Pacciani? A questo signore anzi perché lei ha un 10% di errori suoi… Poteva essere anche una donna o no?
L.N.: Io vidi due persone se dopo l’era una donna… non credo.
A.B.: Lei vide due persone e non si ricorda bene se poteva essere anche una donna?
P.M.: Non crede.
A.B.: Scusi, permette? Abbia pazienza, permette, aspetti.
L.N.: Non credo la sia una donna, perché una donna la ci ha i capelli lunghi… insomma la si vede… dopo… le ripeto: se Pacciani fosse stato nella 500 non ci sarebbe stato alcun dubbio.
A.B.: Ohoo, quindi lei ricorda… fa mente locale… nonostante le pizze lei fa mente locale su quella macchina in relazione a questa sagoma che poteva essere del Pacciani che sarebbe stata, secondo lei, del Pacciani sicuramente se lui stava in una 500, vero?
L.N.: Vero.
A.B.: Ohoo, però la macchina era diversa.
L.N.: Esatto.
A.B.: La macchina era diversa, lì per lì lei non sapeva che macchina fosse…
L.N.: No la Fiesta di Pacciani io l’avevo vista… la 500, per dire, la vedevo tre volte la settimana o quattro, la Fiesta l’aveo vista meno in quanto che c’è la solita storia, ci s’era trasferiti, io non andavo più a Montefiridolfi, Pacciani era tornato a Mercatale, non era una macchina che avevo sott’occhio. Lei una macchina, per esempio, dietro la la può riconoscere perché, posso dire, ipotesi… la macchina del signore dietro la ci ha un pupazzino, la ci ha un fanalino in più, la cu ha… la Fiesta io l’avevo vista qualche volta, non l’avevo vista…
A.B.: Quindi lei…
L.N.: Io vidi Pacciani un vidi la Fiesta!
A.B.: Eh?
L.N.: Io vidi Pacciani non vidi la Fiesta, non so i… non posso quantificare il colore della Fiesta…
A.B.: Senta ma lei che lavoro fa? Appia pazienza.
L.N.: Io fo maglieria.
A.B.: Maglieria. Ma lei accompagnava delle persone qualche volta anche in quelle sere… dei ragazzi, delle persone… in Firenze, le ha mai accompagnate?
L.N.: Dei ragazzi a Firenze?
A.B.: Ragazze a trovare delle persone…
L.N.: Io le ragazze?
A.B.: Si.
L.N.: Si spieghi meglio.
A.B.: No dico, accompagnava dei ragazzi a Firenze…
L.N.: I che l’antende per ragazzi?
A.B.: Uomini, degli uomini, no volevo sapere…
L.N.: I che l’antende?
Presidente: Questa è una domanda vaghissima quindi… Lei la precisi…
P.M.: Grazie, grazie.
L.N.: Ragazzi come? Che ragazzi? Io ho accompagnato il Vanni dalla Manfredi Gina…
A.B.: Ecco, qualche volta…
L.N.: Ma i Vanni unn’era mica un ragazzo!
A.B.: Si, io li chiamo i ragazzi…
L.N.: La mi dice i ragazzi… sennò sembra pigli gli adolescenti… mi abbia pazienza…
A.B.: I ragazzi del ’99 o dell’88 o del… cioè… lei li accompagnava qualche volta dal … eh?
L.N.: Chie?
A.B.: Lei questi amici, questi suoi li accompagnava per fare queste…
L.N.: Amici miei?
P.M.: Facciamo la domanda Presidente?
L.N.: Ma chi amici miei?
A.B.: Lei ha accompagnato Vanni una volta?
L.N.: Ma l’avrò accompagnato anche tre o quattro o cinque o ugnene sto dicendo?
A.B.: Ohoo, senta chi la pagava la benzina?
Presidente: Via risponda…
L.N.: Senta, Vanni veniva da me io presempio ho dei fornitori in via Corridoni a Firenze, diceva: “Che vai a Firenze?”, “Si Mario vo a Firenze”, perché Vanni, tenetelo bene… è un mite, un buono, unn’è un…
A.B.: Non è un?
L.N.: Vanni è un buono, per quello che lo conosco io, lo conosco da una vita.
Presidente: Lei ha detto un buono e un?
L.N.: E un mite, un…
A.B.: Un mite orto solingo, rinverdì tutto or ora…
P.M.: E giungno lo ristora…
L.N.: Avvocato guardi se lei la seguita a pigliammi pe’ i’ culo guardi la.. la… …si fa una quistione…
Presidente: E’ una poesia… Nesi, Nesi!
L.N.: Lei mi faccia le domande non mi faccia dell’ironia! Non mi faccia dell’ironia!
A.B.: E’ una poesia, faccia lavanderia io faccio poesia!
Presidente: Avvocato, avvocato.
L.N.: Non mi faccia dell’ironia!
Presidente: Stia zitto, stia zitto, lei stia zitto.
L.N.: Vanni? Perbacco! Vanni mi diceva: “Che vai a Firenze Renzino stasera?”, “Si”, “No vo domani”, “Bene mi porti?” e io lo portavo a Firenze, ora mi dice dei ragazzi… Abbia pazienza…
A.B.: Del ’99 volevo dire.
Presidente: Va bene, va bene.
L.N.: Nel ’99?
A.B.: Io e lei non ci si capisce, io e lei non è possibile…
L.N.: Poco.
P.M.: E’ lei che usa un linguaggio che difficilmente…
A.B.: Nooo…
Presidente: Avvocato, adesso per favore… l’ironia, lo spirito vanno bene perché servono ad alleggerire…
A.B.: Scusi Presidente…
Presidente: Ora non esageriamo.
L.N.: Come la mi domanda lei, mi perdoni, sembra che abbia preso due bambini e portati a puttana…
(RISATE)
A.B.: Bambini no…
L.N.: Ragazzi la mi dice, non lo so!
A.B.: Bambini no ma altra gente si, me lo consenta, l’ha detto lei prima, o no?
P.M.: Ha detto il Vanni.
A.B.: Altra gente, io non so se il Vanni o altra gente.
L.N.: Altra gente.
A.B.: E’ vero o non è vero? L’ha detto lei prima, più volte l’ho portati, la sera, quando sono chiusi tutti… eh? O no?
L.N.: Chie chiuso tutti?
A.B.: I suoi fornitori.
L.N.: No, no, no, no. I’ Vanni quando gli andava dalla Manfredi Gina o come so che la si chiama Gian perché… s’andava in orario di lavoro perché io andavo a Firenze e portavo i’ Vanni e gli’è qui che la un m’intende. Io andavo a Firenze da un fornitore in Via Corridoni e i’ Vanni lo scaricavo… qualche volta ci sono stato anch’io… per l’amor di Dio!
A.B.: Ohoo, finalmente.
L.N.: La mi fa un monte di discorsi bambini, cosi…
A.B.: Altre persone le ha portate giù? Oltre il Vanni? No perché le verifichiamo eventualmente.
P.M.: Mah, se ci servono.
A.B.: Ci può servire tutto, ci serve.
L.N.: Io non me lo ricordo.
A.B.: Non se lo ricorda?
Presidente: Può darsi?
L.N.: Può darsi ma non me lo ricordo.
A.B.: Che le hanno pagato anche la benzina?
L.N.: A me m’hanno pagato la benzina?
A.B.: O qualche altra cosa…
L.N.: No, no, no, no.
A.B.: Nessuno?
L.N.: No, no, no, no.
A.B.: Possiamo citare questa gente o no?
L.N.: Perbacco!
P.M.: Se serve che abbiano pagato la benzina al… No, se serve citiamoli!
A.B.: Se lo ricorda… E’ sicuro lei?
L.N.: Che m’abbin pagato la benzina a me?
A.B.: O qualche altra cosa, una specie di mercede, non Mercedes, mercede, o no? Dica di no…
L.N.: Senta avvocato lei faccia…
A.B.: No io faccio una domanda…
L.N.: E io gli rispondo, negli anni tutto può essere… succedere… ma che io mi sia fatto paga’ la benzina da uno che l’ho portato da una prostituta… ma guardi la se lo scordi.
A.B.: Lei lo sapeva che andava dalla prostituta?
L.N.: E perbacco, il Vanni mi diceva…
A.B.: Sa che c’è un reato
L.N.: “Voglio andare a pulire i’ fucile!” E vai a pulire il fucile.
A.B.: Ma lo sa che esiste un reato che si chiama… articolo 8 numero 3…
P.M.: Bene, bene, bene.
A.B.: …della legge del ’75?
P.M.: Lo denunci, lo denunci.
A.B.: Che si chiama… Io lo denuncio? Lo dovete denunciare voi!
Presidente: Avvocato, avvocato…
P.M.: E allora a cosa serve?
L.N.: In questo processo si scivola sempre nel truce! Si scivola in particolari a danno dei testimoni che vengano a fare i’ su’ dovere…
Presidente: Comunque… comunque… Nesi, Nesi, Nesi!
L.N.: Perché lei la fa delle domande che le un sanno nemmeno d’acqua carda! Lei la faccia le domandi inerenti…
A.B.: Insomma io faccio la domanda lei portava…
L.N.: La mi vo dire a me che io porto le gente e gli fo pagare la benzina? Ma lei la sogna!
Presidente: Stia zitto.
A.B.: Io non sogno l’ha detto lei che andava a portare queste persone che andavano a fare all’amore da queste prostitute! E’ questo è un reato.
L.N.: La prostituzione…
A.B.: E questo è un reato.
Presidente: No, non è un reato…
L.N.: Ma la vada a fare un giro! La mi faccia il piacere!
Presidente: Basta così, basta così, basta così.
P.M.: Veramente…
A.B.: Certamente.
L.N.: No si va ni’ ridicolo.
Presidente: Avvocato lei non può minimamente minacciare il teste in questa maniera. Questo non è assolutamente corretto…
L.N.: Le persone fanno i’ su’ dovere…
Presidente: Basta! Basta! Basta!
L.N.: Va a cerca’ delle cose che un sanno nemmeno d’acqua carda!
A.B.: Senta…
Presidente: Se mettiamo l’esame del teste su questo piano, l’avverto, che lo interrompiamo qui.
A.B.: Presidente certamente, il discorso è questo, volevo capire un po’ la personalità del testimone.
Presidente: Ma mi sembra evidente.
L.N.: La me lo domanda seriamente e correttamente gli spiego io come sono e come non sono.
A.B.: No, no l’ho belle capito!
L.N.: Stia tranquillo, onesto sicuro!
A.B.: Sicuramente.
Presidente: Avvocato…
A.B.: Che lei sia una persona onesta non c’è dubbio. Senta lei ha dei motivi di asti contro il signor Pacciani?
L.N.: Nessuno, Pacciani è una persona simpaticissima, affabile, gliel’ho già detto, quello che era Pacciani è venuto fuori solo dopo che venne fuori la storia della violenza alle figlie.
A.B.: Ho capito.
L.N.: Perché Pacciani si sapeva, gli era una persona gli aveva avuto un trascorso, io sapevo gli aveva tirato una curtellata in un braccio a uno, Pacciani era una persona simpaticissima.
A.B.: Quindi dopo che lei ha saputo della cosa delle figlie è mutato il suo…
L.N.: Non ha mutato nulla perché io Pacciani non lo vedevo più perché…
A.B.: Da dove veniva lei, scusi? Quella sera da dove veniva? Non si agiti, via…
P.M.: Beve un po’ d’acqua non è mica agitato.
Presidente: Avvocato, avvocato
L.N.: Da dove venivo?
Presidente: Per favore, guardi le rammento l’avvertimento che le ho dato prima.
P.M.: Veramente…
A.B.: Grazie signor Presidente, mi scuso.
L.N.: Venivo da una casa in montagna.
A.B.: No, no, no l’ha in prossimità di quell’incrocio.
L.N.: Venivo dagli Scopeti.
A.B.: Dagli Scopeti.
L.N.: Esatto, perché gli era chiusa la superstrada.
A.B.: certo.
L.N.: Dannatamente, sennò sarei passatio di lì.
A.B.: Ho capito, poi lei se n’è andato e ha fatto… da questo bivio a San Casciano quanto c’è?
L.N.: Ci sarà tre chilometri, quattro…
A.B.: Quattro?
L.N.: Oh come fo a sapello?
Presidente: Pochi chilometri.
A.B.: Pochi chilometri. Va bene, c’è il collega che fa domande.

Presidente: Avvocato Fioravanti prego.
A.F.: Senta signor Nesi lei veniva da via degli Scopeti…
L.N.: Esatto.
A.F.: Quando è arrivato all’incrocio, via degli Scopeti/Chiesanuova/San Casciano, lei ha due strade che si immettono in una…
L.N.: Si.
A.F.: Cioè Chiesanuova e Scopeti vanno nell’unica via verso San Casciano…
L.N.: Esatto.
A.F.: Lei uscendo da via degli Scopeti per immetersi sulla via di San Casciano…
L.N.: No immetersi, teroicamente è una via unica.
A.F.: Si, si, si, lei sta su una piccola salitella e poi riscende.
L.N.: Esatto.
A.F.: Ha uno stop lei prima di immetersi nella via verso San Casciano…
L.N.: Penserei di si.
A.F.: Ecco, quindi Pacciani che veniva… secondo lei quella persona con quella macchina che veniva da Chiesanuova aveva la precedenza su di lei? Perché lei ha uno stop…
L.N.: Ora bisogna vedere, non so…
A.F.: Quindi lei l’ha fatto passare, lei stava leggermente in salita… i suoi fari… mi lasci chiedere a me… i suoi fari… i fari della sua macchina stando in salita andavano in alto mentre la strada Chiesanuova verso San Casciano scendeva leggermente…
L.N.: Si però io…
A.F.: Come ha illuminato la macchina che lei ha visto?
L.N.: L’ho trovato… l’ho trovato… mi capisca… è stato un incontro così, cioè lì c’è questo scollina mento di conseguenza questo vien di qua è un po’ anticipato… l’ho trovato un po’ così… Ora non mi dica il metro…
A.F.: No ma quale metro. Lei ha visto la macchina dal lato, dal davanti, o dal dietro?
L.N.: Laterale, diciamo.
A.F.: Lei era affacciato… lei era a fare uno stop, lei era a fare uno stop.
L.N.: Quasi laterale.
A.F.: Ecco e ha illuminato la macchina o no coi suoi fari? Perché lei era in salita…
L.N.: Non ero in salita…
A.F.: E guardi allora…
P.M.: E lo saprà lui se era in salita o in discesa!
L.N.: O la venga con me, si va lì e ci si mette due automobili insieme…
A.F.: Ma le domande le faccio io non le fa il Pubblico Ministero.
L.N.: Va bene, io gli rispondo.
A.F.: Lei deve rispondere a me, permettendo la Corte, permettendo la Corte. Lei mi deve dire con la macchina che è leggermente in salita…
P.M.: Ma se gli ha detto che è in discesa!
A.F.: Signor Pubblico Ministero voglio che lui risponda, io sto facendo delle domande!
P.M.: Ma lei gli sta dicendo con la macchina in salita, le ha già detto di no, che domanda è?
Presidente: Ma è il Presidente che mi deve interrompere non lei.
Presidente: Lasciamo fare la domanda poi risponderà.
A.F.: E’ il Presidente che mi interrompe, lei è una parte processuale come me.
P.M.: Menomale.
A.F.: Ecco, menomale, una volta tanto…
L.N.: Avvocato…
Presidente: Signori ma per favore via smettiamola.
A.F.: No io volevo una precisazione…
Presidente: Avvocato lei più che una domanda sta facendo una lunga considerazione.
A.F.: No io Presidente non faccio una considerazione…
Presidente: Le domande allora le faccia…
L.N.: Guardi io forse conosco…
Presidente: Nesi stia zitto! Lei stia zitto. Allora, lei cominci a fare le domande un po’ per volta, la strada dov’era lei era in salita? In discesa? La strada dove veniva il presunto Pacciani…
P.M.: Ohoo!
Presidente: Così piano, piano…
A.F.: Io ho domandato, la prima domanda mia: uscendo da via degli Scopeti verso San Casciano lei aveva uno stop?
Presidente: E lui ha detto: Presumo di si.
L.N.: Io credo di si perché quello viene da destra sicchè gli ha lo stop.
A.F.: Lei ci ha lo stop, l’altro che veniva da sinistra, ma non aveva lo stop aveva la precedenza su di lei? Questa è la seconda domanda.
Presidente: L’auto veniva da dove?
A.F.: Veniva da Chiesanuova
Presidente: Del Pacciani, del Pacciani presunto, sia chiaro questo…
L.N.: Da Chiesanuova.
A.F.: Da Chiesanuova.
Presidente: Dalla sua destra o dalla sua sinistra?
L.N.: C’è una strada, dove si viene da Chiesanuova la strada in discesa, dove si scollina venendo… ma io qui un ci ho fatto…
A.F.: E’ in salita.
L.N.: L’ho fatta migliaia di volte.
A.F.: Io volevo sapere questo.
L.N.: Dove c’è uno scollinamento ci si trova con due strade in discesa
A.F.: Dopo aver scollinato ci si trova in discesa ma lei era ad uno stop…
L.N.: Ma due macchine le ci passano, se m’arriva una macchina di là io arrivo un po’ più lungo e gli è una vita vo in macchina, vedo una macchina, freno, guardo la macchina, vedo il Pacciani, cosa gli devo fare io?
A.F.: Ma lasci stare Pacciani lei! Lei ci ha dentro il cervello Pacciani lo lasci stare!
L.N.: No un ce l’ho dentro il cervello il Pacciani!
A.F.: Mi risponda a me, lei è andato dritto o ha fatto passare l’altra macchina che veniva?
L.N.: Ho fatto passare l’altra macchina, era un po’ avvantaggiata su di me.
A.F.: Se la macchina sua… ecco, benissimo… se la macchina sua era svantaggiata e è passata l’altra e lei era in salita prima di scollinare…
L.N.: Noeeee…
(…)
P.M.: E’ quattro volte che dice in discesa!
Presidente: Andremo a vedere…
P.M.: Ohoo senz’altro, Presidente mi sembrano tutte domande uguali, identiche…
A.F.: E’ uno schema semplicissimo, quanta distanza c’è da questo bivio, quando lei ha visto questa macchina che a lei sembrava essere una Ford di colore rosso chiaro, così ha detto…
L.N.: Rossiccio…
A.F.: Rosso chiaro…
Presidente: Rosso chiaro avvocato, il rosso era molto così…
A.F.: Ha detto rosso chiaro e non ha detto chiaro, quando lei ha visto questa macchina, da quel punto, quale era la distanza per la casa della signora Sperduto?
L.N.: Fecero un sopralluogo…
A.F.: No, no a me non mi interessa del sopralluogo…
L.N.: Va bene ma gnene posso dire almeno! Saranno 500 metri…
A.F.: Allora non lo sa…
L.N.: Come unno so? E saranno 500 metri.
A.F.: 500 metri.
L.N.: E saranno 600, come fo a sapere i metri?
Presidente: Prima aveva detto 700…
L.N.: 700… eh… misuriategli! Unno so mica io!
A.F.: Chi ha fatto il sopralluogo?
Presidente: Che sopralluogo?
L.N.: L’ispettore Lamperi…
A.B.: Quando l’ha fatto?
A.F.: Quando è stato fatto?
L.N.: Un paio di settimane fa.
A.F.: Ah… dopo il suo interrogatorio? Con lei presente?
A.B.: Guardi là, guardi là….
L.N.: No io guardo in do voglio!
A.B.: lei ha fatto il sopralluogo?
L.N.: E’ chiaro!
A.B.: Dopo che era stato sentito?
L.N.: Si.
A.B.: Grazie.
P.M.: Perché si è presentato lui spontaneamente!
A.B.: Si, si certamente.
A.F.: Sicuramente.
P.M.: Scusi Presidente si fanno delle illazioni su delle cose…
A.F.: Sicuramente…
L.N.: Ma la miglior cosa l’è la verità nelle cose!
A.B.: Sii
A.F.: Ma non deve rispondere…
P.M.: Io ho detto: il signor Nesi si è presentato… ha chiesto di parlare con il Procuratore capo della Repubblica il quale era occupato…
Presidente: Come al solito.
P.M.: L’ha invitato a andare dalla SAM al quale ha esposto qualcosa, penso abbia esposto le cose che ci ha detto oggi e per verificare hanno fatto le misure, è così?
L.N.: Non hanno fatto misure, ho detto domandatelo a loro ci sono stati anche loro lo possan sapere.
P.M.: Ma a verbale, a verbale, mettiamo a verbale anche questo? Non ho capito…
A.B.: Tutto dovrebbero mettere a verbale.
Presidente: Ma non era stato anticipato dal Pubblico Ministero?
P.M.: Ma mi sembra!
A.B.: No ma il sopralluogo non lo sapevo Presidente. Il sopralluogo quando l’ha fatto?
P.M.: E’ ola cosa più… di tutta la storia quello che interessa è il sopralluogo!
A.F.: Per noi è importante tutto.
A.B.: Mi interessa tutto, come a lei interessa tutto, interessa anche a me.
P.M.: Però l’ho detto io capisce?
A.B.: Si, si, no non capi…
P.M.: L’ho detto io, l’ho detto io all’inizio.
A.B.: Ho capito.
P.M.: Quindi non si mette a verbale con quel tono che dice lei…
Presidente: Basta, basta signori!
A.B.: Presidente…
Presidente: Basta!
A.B.: Certamente.
Presidente: La circostanza è chiara…
P.M.: E’ talmente pacifico!
A.B.: Scusi signor Presidente…
P.M.: Non lo so, tutte le volte questi della SAM sono…
Presidente: Va bene, va bene…
P.M.: No… giustamente questi signori hanno il loro giusto risentimento, ogni volta che si dice SAM sembra, da parte della difesa, che siano delle persone che hanno fatto chi sa cosa! Sono dei signori che loro sentiranno e spiegheranno alla difesa, se lo ritiene opportuno, tutto quello che crede ma smettiamo di fare illazioni in questo momento!
A.B.: Non sto facendo illazioni…
A.F.: Ma non sono illazioni! Questo lo dice lei!
P.M.: Mettiamo a verbale… ma cosa vuol mettere a verbale cose che ho detto io?
Presidente: Signori basta così, basta così, basta così sennò sospendo l’udienza.
P.M.: La sospenda Presidente! Mi scusi!
Presidente: No perché già abbiamo lavorato poco…
P.M.: E ho capito!
Presidente: Due testi abbiamo, nemmeno…
A.B.: Scusi signor Presidente io non è che voglia fare eccezioni di sorta, volevo sapere se… qua non si sente nulla Presidente…
Presidente: Ah scusi, le avevo tolto il microfono…
A.B.: Grazie, volevo sapere soltanto, siccome voce dal sen fuggita… è fuggita…
Presidente: Non è fuggita avvocato…
A.B.: Siamo d’accordo, siamo d’accordo volevo…
P.M.: Cosa? Continuiamo con le illazioni! Ma cosa è fuggito? Ma cos’è queste cose da mettere a verbale?
Presidente: Signori basta! Sospendo l’udienza. Sospendiamo l’udienza e così vi calmate. Va bene? Ci rivediamo tra un quarto d’ora.
L.N.: Io posso andare?
Presidente: No lei non va per favore, si ritiri nella stanza dei testimoni, non parli con nessuno per nessun motivo. Va bene?
L.N.: Son prigioniero di guerra.

P.M.: Allora, mi dice quelli che ci sono? Arcusi? Arcusi Bruna. Sono testi… sono gli ultimi testi del P.M., quindi la logica è solo perché erano… avevano in tempi diversi, quando si affrontava quell’argomento, presentato certificati medici. Quindi vengono sentiti ora… |
Presidente: Ho capito, ho capito.
P.M.: … solo a chiusura.
P.M.: Arcusi Bruna c’è?
Presidente: Mandiamo, introduciamo chi c’è, e vediamo un po’.
P.M.: Infatti è quello…
Presidente: È più facile.
P.M.: Ognuno, dico che c’è, arriva un certificato e quindi si vede… Guardi, in questo momento ne ho quattro, qui.
Presidente: Ecco, accompagniamo questa signora, qui, per favore. Aiutiamola se ne ha bisogno. Stia attenta lì, signora. Buongiorno.
B.A.: Buongiorno.
Presidente: Ecco, stia attenta ai fili.
B.A.: Sì.
Presidente: Si accomodi pure, si metta comoda. Ecco signora, lei si chiama?
B.A.: Arcusi Bruna.
Presidente: Accusi?
B.A.: Arcu.
Presidente: Arcusi Bruna.
B.A.: Col “C”, sì.
Presidente: Nata signora, dove?
B.A.: A Vicchio Mugello.
Presidente: Vicchio di Mugello, il?
B.A.: Il NNNNNNN.
Presidente: NNNNNN. Residente?
B.A.: A NNNNN.
Presidente: Residente a NNNNNN. Signora, vuole leggere… gli vogliamo dare quella formula magica da leggere?
B.A.: Che è scritto in grande? Eh? Sì, sì… “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto a mia conoscenza. ” Mi si capisce poco, scusate, perché ho un raffreddore tremendo.
Presidente: Si capisce perfettamente.
B.A.: Grazie.
Presidente: Ce l’ho anch’io il raffreddore, non si preoccupi. Senta, vuol essere… consente la ripresa televisiva o no?
B.A.: Oh, per me è uguale. Io non ho… no, no.
Presidente: Va be’, ecco allora signora il Pubblico Ministero e i difensori le faranno alcune domande.
B.A.: Sì.
P.M.: Signora…
Presidente: Prego.
P.M.: Lei è di Vicchio, ha detto.
B.A.: Sì.
P.M.: E lei conosce qualcuno nella banda delle Majorettes di Vicchio?
B.A.: Sì, c’ho anche la fi… a quell’epoca c’avevo anche la figlia, e l’ho già depositato.
Presidente: Deposto.
B.A.: Sì, Sottili Marzia.
P.M.: Ecco quindi lei è la mamma della signorina Sottili che ha già deposto…
B.A.: Sì.
P.M.: Amica di Pia Rontini, era.
B.A.: Sì.
P.M.: Senta una cosa, lei seguiva la… con sua figlia andava alle manifestazioni… a quella di Mercatale andò?
B.A.: In particolare.
P.M.: Ecco.
B.A.: Sì, perché lì c’avevo un cugino parroco a quell’epoca che fece questo…
P.M.: A quell’epoca, in che anno siamo?
B.A.: Eh… in che anno siamo? non so se siamo nell’83, io con esattezza…
P.M.: Sembra l’83 dalle foto e dai documenti.
B.A.: Mi sembra, sì.
P.M.: Bene, lei lo ricorda cosi vagamente.
B.A.: Sì, vagamente.
P.M.: Lei aveva un cugino parroco e quindi andò a Mercatale.
B.A.: Sì, perché andava la banda, perché c’era questa festa dell’uva. Allora sì disse io e mi’ marito: ‘Andiamo a trovare anche questo cugino parroco’.
P.M.: Approfittaste della…
B.A.: Approfittammo…
P.M.: … dell’occasione, come si suo, dire.
B.A.: Si, e la banda andò a suonare in questa piazza, e noi andammo dal mio cugino alla parrocchia. Poi si stette un po’ lì; poi si andò anche noi a vedere un po’ di festa, e si andò là che ballavano di già. le Majorettes erano sul palco…
P.M.: Sua figlia c’era?
B.A.: Sì, sì, sì.
P.M.: Ricorda… lei conosceva Pia Rontini?
B.A.: Sì.
P.M.: Ricorda se c’era?
B.A.: No.
P.M.: Non lo ricorda.
B.A.: No.
P.M.: Bene, signora. Lei conosce il signor Pacciani?
B.A.: No, no, io l’ho visto lì, perché me lo hanno insegnato.
P.M.: Gliel’hanno indicato, sì.
B.A.: Indicato.
P.M.: Cioè? Ci vuol spiegare?
B.A.: Cioè, la mia cugina, questa sorella del parroco, disse, guarda, c’era il Pacciani che dava da bere.
P.M.: E come mai le indicò proprio il Pacciani?
B.A.: Eh, perché dava da bere.
P.M.: Sì, ma…
B.A.: Ah, perché, perché sapeva che era di Vicchio.
P.M.: Ah, ecco, sotto questo…
B.A.: Perché sapeva che era di Vicchio. Ce n’era tanti, ma non mi disse mica ‘guarda, quello è il tale e quello è il tal altro’. Mi indicò quello di Vicchio, il vicchiese. E lui era tutto tranquillo, contento. Pareva partecipasse proprio con gioia a questa festa paesana.
P.M.: Bene. E dava da bere.
B.A.: Sì, e dava da bere.
P.M.: Non ho altre domande, grazie. Non ho altre domande. Grazie, signora.
B.A.: Prego.
Presidente: Gli Avvocati di parte civile, avete domande? Nessuna. Nessuna. Avvocato Bevacqua.
A.B.: Lei signora precisò che sembrava Bacco, vero?
B.A.: Sì, sì, si.
A.B.: Sembrava Bacco.
B.A.: Bacco tra…
A.B.: Grazie, signora.
B.A.: Sì.
Presidente: Nessun’altra domanda?
A.B.: Nessuna.
P.M.: Nessuna.
Presidente: Grazie signora, può andare.
B.A.: Ho già fatto? Grazie.
Presidente: Buonasera.
B.A.: Buonasera.

Nella registrazione di Radio Radicale manca la fine dell’interrogatorio a Lorenzo Nesi e quello di (Paolo?) Fanfani.

8 Giugno 1994 19° udienza processo Pietro Pacciani

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