Il 27 dicembre 1995 rilascia testimonianza Norberto Galli, definito poi testimone delta.
Questa la sua testimonianza: 1995 12 27 – Norberto Galli Testimonianza
OGGETTO: Verbale di assunzione di informazioni da: GALLI Norberto, nato a Civitella Val di Chiana il 23.10.1947, residente in Bagni a Ripoli, via Vemalese, n. 30, coniugato, tel. 630422.
L’anno 1995 il giorno 27 del mese di dicembre, alle ore 23.00, negli Uffici della Squadra Mobile della Questura di Firenze;
Innanzi a noi sottoscritti Ufficiali di P.G., Dott. Michele Giuttari, V.Q., Isp. Riccardo Lamperi e Sovr. Alessandro Venturini, appartenenti al predetto ufficio, è presente GALLI Norberto, in oggetto meglio generalizzato, il quale, su delega del P.M. Dott. Paolo Canessa della locale Procura dellaRepubblica, viene sentito in relazione al procedimento penale n. 2374/94 mod. 44.
“Mi vengono chieste notizie sulla mia attività lavorativa espletata anche negli anni 80. Al riguardo, riferisco che, attualmente, esercito, la mattina, l’attività di portiere nello stabile di via Rica n. 56/58 e, la sera, di lavapiatti presso il ristorante Le Corti, sito in località Le Corti di Rignano sull’Arno. Negli anni 80, invece, lavoravo presso il ristorante Manuna Gina e da Donnini; in quest’ultimo locale dall’86 all’88, sempre come lavapiatti. Mi vengono chieste notizie sulla mia situazione familiare anche negli anni 80 e faccio presente, in proposito, che, dopo essermi separato dalla prima moglie, SANELLI Valentina, nell’82 conobbi una donna che si prostituiva tale Gabriella GHIRIBELLI, della quale mi innamorai e con la quale trascorsi un lungo periodo di convivenza protrattosi sino al 01.02.1988. Attualmente sono sposato regolarmente con una donna di origine filippina, con la quale iniziai ad intrattenere un rapporto sentimentale dopo essermi lasciato con la Gabriella, all’incirca nel mese di marzo 1989.
A.D.R.: Con la GHIRIBELLI ho vissuto circa un anno in un appartamento di San Casciano, in Borgo Sarchiani n. 80, mentre successivamente siamo venuti ad abitare a Firenze in un appartamento di via delle Belle Donne n. 5. La GHIRIBELLI faceva la vita a Firenze in via Fiume ed era solita portare i clienti alla pensione Tamerigi. Ero io ad accompagnarla a Firenze ed a riportarla a casa a San Casciano utilizzando una autovettura Polo di mia proprietà. Eravamo soliti venire a Firenze il primo pomeriggio e fermarci sino alle 23.00/23.30 nei giorni in cui la GHIRIBELLI aveva voglia di lavorare e ciò non era tutti i giorni, in quanto alcune volte non aveva voglia di muoversi da San Casciano. La domenica venivamo prima verso le 15/15.30 ed andavamo via la sera intorno alle 20/21I; talvolta anche oltre verso le 23.
A.D.R.: Con la GHIRIBELLI spesso avevo dei litigi per via del suo carattere anche perchè si ubriacava. Mi viene chiesto se sono a conoscenza del duplice omicidio avvenuto agli Scopeti nell’anno 1985 e se, al riguardo, ricordo qualche particolare. Posso affermare di ricordare bene che la notte precedente al giorno in cui si seppe di tale delitto mi trovai a passare, intorno alle ore 24, da quel posto con la mia auto Polo di colore bianco, in compagnia di INDOVINO Salvatore e forse – ma non ne sono di questo sicuro – anche di Gabriella. Ricordo bene che, passando da quel posto, con senso di marcia da Firenze verso San Casciano, notammo ferma a bordo della strada proprio in corrispondenza della stradina che conduce allo spiazzo degli Scopeti ove, poi, ho appreso vennero uccisi due turisti, un’autovettura di media cilindrata della quale non ricordo il tipo e che credo fosse di colore chiaro, forse bianca. Vidi questa macchina nella sua parte posteriore e mi ricordo che, a questa vista, il Salvatore o forse la Gabriella, nel caso in cui questa fosse stata anche presente, esclamò: “beati loro che almeno scopano” ritenendo che, data l’ora ed i posti, nell’auto da noi notata ci fosse una coppia. Devo però precisare che, nel transitare da quel posto, io non ebbi modo di notare se all’interno dell’auto ci fossero o meno persone. Poco più avanti e subito dopo incontrai un’altra autovettura che veniva nel senso di marcia opposto al nostro ed era di colore chiaro e di media cilindrata. Ricordo che accompagnai il Salvatore a casa e poi mi recai nella mia abitazione. Il giorno dopo – non ricordo però l’ora precisa e cioè se era prima o dopo aver mangiato – mi recai a casa del Salvatore in quanto così mi aveva detto la sera precedente e, nel tragitto, vidi che al bivio degli Scopeti c’erano i carabinieri e delle persone. Mi sono fermato ed appresi che si era verificato in quel posto il duplice omicidio. Tornato a casa raccontai a Gabriella quello che avevo sentito agli Scopeti e cioè che vi era stato un delitto. Vengo invitato a ricordare meglio i particolari descritti poc’anzi in relazione al mio transito dagli Scopeti la notte precedente al giorno in cui seppi del delitto. Posso dire che le cose di cui sono certo sono: – l’orario: era circa mezzanotte, cinque minuti prima o dopo. – mi trovavo alla guida della mia autovettura Polo di colore bianco. – con me c’era sicuramente INDOVINO Salvatore, che non so se l’avevo incontrato per strada a Piazza Stazione ovvero l’avevo preso a casa per fare una passeggiata e lo stavo riportando nella sua abitazione. – l’autovettura da me notata agli Scopeti ferma era di media cilindrata, a forma un po’ squadrata, di colore chiaro, almeno credo, e fu da me vista nella sua parte posteriore; era in sosta con il muso verso la piazzuola degli Scopeti. Non sono invece sicuro se con me vi era anche la Gabriella.
A.D.R.: Frequentai l’INDOVINO negli ultimi tempi; mi fu presentato dalla Gabriella e poichè era di cattiva salute lo andavo spesso a trovare anche perchè la Gabriella gli faceva le iniezioni. Mi risulta che tra gli amici dell’INDOVINO vi erano prevalentemente persone di origine meridionale che abitavano a Prato o verso Pistoia e che lo andavano a trovare anche perchè aveva fama di essere mago. Tra le persone di San Casciano che conoscevano l’INDOVINO ricordo che vi era un certo Giancarlo, che abitava al Ponte Rotto e che aveva avuto degli screzi con il Salvatore in quanto si era messo con la Filippa che era la donna dell’INDOVINO. Ricordo che la Filippa era andata poi ad abitare in provincia di Arezzo ed il Giancarlo provvedeva a prenderla o al treno o dove abitava nell’aretino per portarla a San Casciano. Ricordo che questo Giancarlo all’epoca aveva una 124 colore verde o acqua marina ed un 128 coupè di cui non ricordo il colore. Il Giancarlo lo notavo spesso a San Casciano con una persona anziana, alta e magra, che credo si chiamasse Fernando.
A.D.R.: La strada degli Scopeti non era solitamente da me percorsa, ìn quanto per le curve avevo paura di passare da lì; sì e no, in un anno, l’avrò fatta dieci volte in andata e dieci in ritorno. Non ricordo se quella notte di cui vi ho parlato sia passato da quella strada perchè richiesto dall’INDOVINO. Penso però che me lo abbia chiesto lui perchè era la strada più breve per poterlo accompagnare a casa.
A.D.R.: A casa dell’INDOVINO ebbi modo di vedere due o tre volte un altro mago che viaggiava con un camper molto bello e costoso e che se non ricordo male aveva il nome d’arte Manolito. Questa persona mi diceva di abitare a Firenze nella zona di San Marco ed era di origine meridionale della stessa provincia di origine dell’INDOVINO. Non ho riferito a nessuno nè nell’imnediatezza nè successivamente il particolare da me notato la notte precedente alla scoperta del delitto, in quanto, pur capendo che poteva essere un elemento importante per gli investigatori, avevo paura di avere noie con la giustizia a causa della vita che all’epoca conducevo con la Gabriella.
A.D.R.. Può darsi che abbia riferito detto particolare solamente alla Gabriella, in quanto all’epoca di lei mi fidavo.”