Da una serie di testimonianze si estrinseca la seguente vicenda.
Il 22 Gennaio 1996 comparse nel paese di Mercatale, circa alle 12.30, una signora bionda di un’età approssimativa di settant’anni e vestita di una pelliccia. La capigliatura bionda venne descritta con una “ricrescita” ad indicare che il biondo derivasse da una tintura. I testimoni affermarono che aveva un accento veneto, mentre uno disse che gli sembrava lombardo.
La donna fu vista presso un supermercato dove comprò svariati generi alimentari. Uscita dal supermercato chiese ad un passante la strada per raggiungere l’abitazione di Angiolina Manni, moglie di Pietro Pacciani.
Questa donna si presentò dalla Manni dicendole che era stata inviata dalla figlia per portarle la spesa. La Manni che normalmente era molto restia verso gli sconosciuti la fece entrare.
Verso le 17.00 la signora bionda si recò alla farmacia per acquistare una scatola di tavor, ma dato che il farmaco necessitava di prescrizione medica la dottoressa Maria Antonietta Piscitelli si rifiutò di venderglielo. La Signora Bionda si recò allora presso un ambulatorio medico dove si fece prescrivere il farmaco e con la ricetta tornò presso la farmacia dove ottenne il tavor.
Nel pomeriggio inoltrato la donna bionda fu notata a passeggio per le strade di Mercatale insieme ad Angiolina Manni.
Segue il giorno dopo: 23 gennaio 1996
Il responsabile dell’aggressione, la misteriosa donna bionda, stando al contenuto della telefonata intercettata fra Marzia Rontini e Foggi Gina del 28 novembre 1997, sarebbe stata la moglie di Giulio Cesare Zucconi e cioè Maria Ines Pietrasanta.
Vedi: Nota informativa n°500/2001 del 3 dicembre 2001
“Era il 23 gennaio 1996, sei giorni prima dell’inizio del processo d’appello. Intorno alle ore 11, in Mercatale, via Sonnino, nei pressi della propria abitazione, Manni Angiolina venne soccorsa da alcuni vicini poiché si presentava malferma sulle gambe e con il viso segnato da escoriazioni sanguinanti. Raccontò che una persona le aveva portato via il denaro che custodiva in casa. Furono avvertiti i carabinieri. Un sopralluogo all’interno dell’appartamento della donna consentiva di accertare che tutti gli ambienti si presentavano in ordine, ad eccezione della camera. Il letto era disfatto
come se ci avessero dormito due persone. Su un guanciale e sul lenzuolo c’erano tracce di sangue. Nei luoghi, indicati dalla donna, dove doveva trovarsi il denaro, non c’era niente.
Più testimoni riferirono di aver visto Angiolina, il pomeriggio e la sera precedente, in compagnia di una donna di anni 65-70 circa, statura m 1,70 circa, di normale corporatura, dall’accento settentrionale, capelli biondi verosimilmente tinti, non molto lunghi e mal pettinati, che indossava una pelliccia scura di visone.
Era arrivata in paese verso le ore 12,40 del 22 gennaio con l’autobus della Sita proveniente da Firenze. Si accertava anche che la sconosciuta era stata notata nel giardino della casa di Pacciani insieme ad Angiolina e, nel pomeriggio di quello stesso giorno, presso l’ambulatorio medico e la farmacia del paese, dove aveva acquistato una confezione di Tavor.
Angiolina non sapeva, o non voleva, dare spiegazioni su quanto era successo. Dopo quell’episodio, però, appreso che il marito stava per essere assolto dalla Corte di Assise d’Appello, non attendeva il ritorno dell’uomo a casa, ma andava via chiedendo, nei giorni successivi, il divorzio.” Vedi Compagni di Sangue pag. 206