Il 23 Gennaio 1996 viene convocato per rilasciare testimonianza Fernando Pucci. Denominato poi testa Alfa, nell’occasione interrogato presso la Procura alla presenza del Dr. Francesco Fleury e del PM Paolo Canessa coadiuvati dal Commissario della PS Dr. Fausto Vinci, Ispettore Superiore della PS Riccardo Lamperi, Sovrintendente della PS Alessandro VENTURINI ed Agente Scelto della PS Lidia SCIROCCHI.
Questa la testimonianza: 23 Gennaio 1996- Fernando Pucci testimonianza
“Ci eravamo fermati per fare un bisogno, ma anche nell’intento di guardare qualche coppia che poteva essersi appartata in macchina nello spiazzo. Abbiamo lasciato la macchina sul bordo della strada e ci siamo avviati a piedi per il viottolo in salita. Ricordo di avere visto una macchina ferma, a luci spente, con la parte anteriore rivolta nella direzione di San Casciano e, più oltre la macchina, una tenda. Non posso fornire particolari sulle caratteristiche della tenda e sul suo colore dato che era buio; posso però dire che la forma era “a capanna”. Mentre ci stavamo avvicinando alla parte posteriore della macchina sono usciti fuori da questa due individui, venendoci incontro. Uno di essi ci ha urlato delle frasi minacciose dicendo più o meno che se non fossimo andati via ci avrebbero ammazzati. Ho potuto vedere che quello che diceva così aveva in mano una pistola. Mi viene chiesto se io sia sicuro che si trattasse veramente di una pistola ed io dico che ho proprio visto una pistola: era notte fonda però c’era un po’ di “albore”. Noi ci siamo subito allontanati; siamo risaliti sulla macchina e siamo andati via dirigendoci a San Casciano. A San Casciano il Lotti mi ha lasciato nella piazza ove io avevo posteggiato la mia APE 50 con la quale sono poi tornato a casa. Nel commentare l’episodio il Lotti mi ha detto: “io, uno l’ho riconosciuto!” ed abbiamo discusso se era il caso di andare a denunciare il fatto ai carabinieri dato che eravamo stati minacciati con una pistola. Il Lotti disse che non era il caso dato che lui non intendeva fare la spia. Non mi disse chi era la persona che egli aveva riconosciuto. Quando ci lasciammo a San Casciano era circa l’una di notte: dico ciò perchè quella sera avevamo cenato a casa della Gabriella e quindi eravamo partiti da Firenze piuttosto tardi. Ricordo perfettamente che il giorno successivo a questo episodio ho sentito parlare in paese del duplice omícidío. È stato proprio qualche giorno dopo l’omicidio che io ed il Lotti abbiamo parlato del fatto al bar di San Casciano anche con persone che erano presenti nel bar medesimo. Mi viene chiesto di indicare le persone che possono aver sentito i nostri discorsi, ma io non ne ricordo i nomi. Ricordo che c’era il titolare di un negozio di mobili che si trova nella piazza Pierozzi di San Casciano, poco oltre il tabaccaio ed il negozio di spezie. C’era anche un orefice di nome Giovanni, che ha il negozio sempre in Piazza Píerozzi. La sera dell’episodio che ho narrato, mentre ci fermavamo con la macchina, abbiamo visto dal lato opposto della strada, dove c’è un cancello un motorino posteggiato. Tale motorino l’avevamo visto anche nei giorni precedenti. Mi viene chiesto se io, in altre occasioni, sia andato fuori la sera per spiare le coppie: ciò è successo ed aggiungo che il Giancarlo mi disse che qualche volta andava a vedere le coppie anche col Vanni e col Pacciani. Mi viene ora in mente un episodio avvenuto al bar di Montefiridolfi. Io vidi arrivare il Lotti, il Vanni,il Pacciani e un maresciallo molto anziano che era in pensione. Si misero tutti a bere e poi ho saputo che non trovavano più dove avevano posteggiato la macchina. Non so di chi fosse questa macchina. So che il maresciallo aveva una 500. Mi viene chiesto se nei giorni successivi all’omicidio io abbia riparlato di quello che ci era capitato la notte con il Lotti. Ne abbiamo parlato a San Casciano ed era presente anche il Vanni. Quest’ultimo disse che il Pacciani aveva una pistola. Più precisamente disse: “attento che il Pacciani ha una pistola!”. Si dà atto che a ripetute ríchieste di precisare gli esatti termini di questo colloquio e chiestogli se il Vanni si riferisse all’episodio dei due in macchina, risponde: Noi parlammo delle persone che ci avevano minacciato chiedendo al Lotti se aveva riconosciuto qualcuno. Il Lotti disse: – Io credo che uno dei due fosse il Pacciani – aggiungendo, come per mettermi in guardia, attenzione, il Pacciani ha la pistola! A nuove richieste di riferire tutto ciò che sa e tutto ciò che vide quella sera, il Pucci risponde: Uno aveva il coltello e l’altro aveva la pistola. Quello che aveva il coltello era il Vanni e io non ho riconosciuto l’altro. Invitato a dire se egli abbia capito che il delitto era già stato commesso, risponde: Il Vanni disse che li avevano già ammazzati. Chiestogli dove e in che circostanza, gli è stato detto ciò risponde: Il Vanni me lo ha detto al bar di San Casciano qualche giorno dopo e ciò in presenza anche del Lotti. A richiesta di precisazione dice: Il Vanni non disse che erano stati loro ad uccidere, ma disse semplicemente, che i due della coppia erano stati uccisi. Chiesto ancora al Pucci se sia sicuro di aver visto il Vanni con un coltello in mano risponde: Io vidi due persone; se poi uno dei due fosse proprio il Vanni non sono sicuro. Io il Vanni l’ho visto in un’altra occasione a Montefiridolfi con un coltello in mano; era ubriaco e diceva che avrebbe ammazzato qualcuno. Io ho fatto la quinta elementare ma ho finito le scuole a 15 anni, alla Madonnina del Grappa, dove sono stato per 7/8 anni in collegio. Non ho mai svolto un lavoro stabile. Qualche tempo fa ho fatto qualche lavoretto saltuario, ma da molti anni non svolgo alcun lavoro. Riscuoto una pensione per invalidità civile. Non so dire da quale invalidità io, sia stato affetto. Ricordo che tanto tempo fa mi venne fatto un certificato. La mia pensione è circa 630 mila lire ogni due mesi, e mi aíutano finanziariamente i miei fratelli che abítano vícino a me. Io conosco il Pacciani superficialmente e mi è capitato di scambiarci qualche parola, ma non l’ho più incontrato dopo che venne arrestato per la violenza alle figlie.“