Il 8 febbraio 1996 rilascia testimonianza Norberto Galli, definito poi testimone delta.
Questa la sua testimonianza: 1996 02 08 – Norberto Galli Testimonianza
PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI FIRENZE
VERBALE DI ASSUNZIONE DI INFORMAZIONI – art. 362 C.P.PL’anno 1996 il mese di febbraio il giorno 08 alle ore 17.00 in Firenze – Procura della Repubblica Innanzi ai P.M dr. Francesco Fleury, dr. Alessandro Crini e Dr. Paolo Canessa, assistiti dal Mar.ord.CC. Stefano BONUCCI, è comparso: GALLI Norberto, nato a Civitella Val di Chiana, il 23.10.1946, residente in Bagno a Ripoli (FI) Via Vernales nr.30 che dichiara:
“Confermo le dichiarazioni rese lo scorso mese di Dicembre il 27 presso la Questura di Firenze.
A.D.R. Conobbi la GHIRIBELLI dopo poco che ero venuto a Firenze e subito lei mi disse che esercitava la prostituzione. Nel periodo che ho trascorso con la GHIRIBELLI, ho fatto anche della galera sempre per problemi legati al lavoro della GHIRIBELLI. Ricordo che questo suo lavoro aveva creato delle complicazioni anche ad un certo avvocato VENDRAME, con il quale aveva avuto una relazione.
A.D.R. Il periodo in cui ci trasferimmo a San Casciano via Borgo Sarchiani nr. 80, dovrebbe essere i primi mesi dell’85. Dico questo per due ragioni: la prima perché mi ricordo che provenivamo da una sistemazione presso la fattoria di Montagnana subito sopra Cerbaia e che ivi avevamo avuto dei problemi per la famosa gelata dell’85. La seconda ragione che mi fa collegare a quel periodo il trasferimento a San Casciano, è legata al fatto che sono stato circa un anno prima di essere arrestato di nuovo per un mesetto, nel maggio dell’86. Ricordo che dove abitavamo era una corte interna con un meccanico. Di fronte ci stava una certa BAGNOLI, una donna separata che aveva un negozio a Scandicci e sopra a noi abitava un certo RUSSO, un pregiudicato. Il nostro padrone di casa era una persona magrolina con i baffetti.
A.D.R. Circa l’INDOVINO Salvatore ribadisco che la Gabriella conosceva lui ed il fratello da ben prima che ci trasferissimo a San Casciano. Mi pare che il fratello lavorasse per un’impresa di pulizie di Prato che si chiamava VIOLA. Può darsi che anch’io abbia visto il Salvatore qualche volta prima che andassi a San Casciano, probabilmente in Via Faenza. Però l’ho certamente visto con maggiore continuità nel periodo che ho abitato a San Casciano. A questo punto vengono mostrate delle foto al GALLI a colori nelle quale egli riconosce l’abitazione dell’INDOVINO.
A.D.R. La casa la ricordo piuttosto bene, anche come era fatta dentro e sono disponibile a fare anche uno schizzo della medesima. In quel periodo ricordo che l’INDOVINO Salvatore era molto malato e difatti la Gabriella andava anche a fargli le iniezioni.
A.D.R. Non so come la Gabriella ed il Salvatore si sono conosciuti so comunque che il Salvatore faceva o almeno diceva di fare delle pratiche di magia. Ricordo che in un angolo della casa, nella parte in fondo, c’era una stanzina che doveva essere il suo studio. Lì, sopra un tavolo c’erano un libro ed un pendolino.
A.D.R. Non so che pratiche di magia facesse il Salvatore. Ricordo solo che un paio di volte era venuta da lui una bella donna di Pistoia, che credo lavorasse in un ristorante, e che il Salvatore mi disse che aveva problemi con il marito. in sostanza capii che il Salvatore era stato professionalmente interessato per un storia di rappacificamento tra la donna ed il marito.
A.D.R. Non mi risulta che il Salvatore economicamente se la passasse molto bene. Ricordo che stava pagando un’auto Sierra di colore marrone chiaro e della quale io una volta gli pagai il superbollo diesel.
A.D.R. A casa di Salvatore mi è capitato di incrociare alcuni meridionali residenti a Prato: un certo Luciano un tipo grassottello, con la sua donna Grazia, ed un certo Domenico che fa il fruttivendolo a Prato.
A.D.R. Il Manolo o Manolito, che riconosco nelle foto a colori che mi mostrate, l’ho visto due o tre volte alla casa del Salvatore. Il Salvatore me lo presentò dicendomi che era anch’egli un mago e comunque un suo amico. Capii però che le cose al Manolo andavano molto meglio, anche a quanto a lui diceva. Infatti aveva un bellissimo camper di quelli molto grandi. Pare avesse lo studio in zona San Marco a Firenze e diceva che si stava interessando per l’acquisto di un’attico verso via Cerretani o via Panzani. A proposito del suo lavoro, nell’occasione in cui me lo presentarono disse che aveva guadagnato molto bene con una signora ricca della zona di Tavarnelle.
A.D.R. Non ricordo se quando io ho visto il Manolo a San Casciano dal Salvatore c’era anche la GHIRIBELLI. D’altra parte è capitato che io mi sia fermato a casa del Salvatore anche senza la Gabriella.
A.D.R. Quanto a LOTTI, lo conosco come una persona molto amica della Filippa, moglie di Salvatore. A quanto so i due sono stati insieme. Io però il LOTTI non l’ho mai visto dall’INDOVINO, ricordo solo di aver visto una volta una discussione fuori al bar di Ezio a Spedaletto tra il LOTTI e l’INDOVINO, però non una discussione accesa. A quanto capii parlavano della Filippa. Il LOTTI è effettivamente quello della fotografia che mi viene mostrata.
A.D.R. In effetti quando sono stato sentito dalla polizia io mi ricordavo che il LOTTI aveva una Fiat 124 o 125 di colore acqua marina. Quando poi me lo hanno rammentato i poliziotti mi è però tornato in mente che prima di quel periodo aveva avuto un 128 di quelli coupé a coda tronca, mi sembra che fosse di colore rossiccio.
A.D.R. Ricordo che il LOTTI era sovente in compagnia di un tipo piuttosto magro, che riconosco nella foto che mi viene mostrata. Era un tipo riccioluto.
A.D.R. È probabile che questo Fernando si sia accompagnato con la Gabriella, mentre non credo che ci sia andato mai il LOTTI. Mi viene fatto presente a questo punto che la Gabriella ha detto il contrario ma io ribadisco che non lo so. Confermo che quando io ho conosciuto il LOTTI si accompagnava con la Filippa che all’epoca era già in provincia di Arezzo.
A.D.R. Quanto alla sera del fatto degli Scopeti confermo che stavamo tornando a San Casciano da Firenze ed io avevo accanto l’INDOVINO e dietro, anche se tuttora non ne sono certissimo, la Gabriella.
A.D.R. A Firenze eravamo scesi come di consueto per portare la Gabriella al lavoro e l’INDOVINO non ricordo bene se l’ho preso da casa o l’ho trovato a Firenze. Io normalmente, quando la Gabriella lavorava, stazionavo al cinema Italia.
A.D.R. Confermo che siamo ripassati sulla strada di ritorno verso la mezzanotte, mi par di ricordare che c’era ancora la musica della festa degli HARE CHRISNA, credo fosse la festa del fuoco o del matrimonio.
A.D.R. Confermo che all’altezza della stradina che porta alla piazzola dove poi è avvenuto il fatto delittuoso, notai un’auto in sosta in direzione San Casciano. Peraltro, stavo guidando e la potei scorgere solo perché l’INDOVINO disse la frase che ho già riferito (beati loro che scopano). Fu in relazione a questa osservazione che girai lo sguardo per guardare la macchina che mi parve di colore sul chiaro e comunque una vettura un po’ più grande della mia che all’epoca era una Polo, però della stessa fisionomia. Escludo categoricamente che si trattasse di una macchina a tre volumi, di grossa cilindrata anche familiare, o di una macchina con linee tipo il vecchio Maggiolone. Un momento dopo incrociammo un’auto che mi parve anch’essa chiara e non di grossa cilindrata.
A.D.R. Di quest’auto non sono in grado di indicare né la fisionomia del conducente, né se vi era un altro passeggero.
A.D.R. Quanto alla macchina parcheggiata all’imbocco dello stradello che porta alla nota piazzola, mi pare proprio che avesse i fari spenti e neanche di questa non ho notato se vi erano passeggeri.
A.D.R. Per me era in effetti inconsueto passare per quella strada, tornando a San Casciano, perché di solito facevo la superstrada. In quell,occasione è probabile che sia passato di là perché dovevo accompagnare a casa l’INDOVINO.
A.D.R. Non mi ricordo se fu l’INDOVINo a suggerirmi di passare di lì.
A.D.R. Non mi risulta che la GHIRIBELLI avesse all’epoca un appoggio in Via Borgo San Lorenzo e che la sera del fatto degli Scopeti abbia cenato da quelle parti.
A.D.R. Il VANNI lo conosco di vista per averlo notato svariate volte in San Casciano. Ritengo che come me lo conoscesse anche l’INDOVINO, anche se non l’ho mai visto a casa sua. Il VANNI è un tizio di cui in paese si prendevano un po’ gioco perché una volta sulla SITA gli cascò di tasca un vibratore che si mise in moto. Solo ora mi viene in mente un episodio che è accaduto in San Casciano più o meno verso l’estate dell’85. Ricordo che era una sera abbastanza tardi, comunque di buio, ed io stavo già dormicchiando. Ad un certo punto sentii la Gabriella gridare aiuto aiuto, mi alzai e feci a tempo a notare una persona che la spingeva verso la camera con un coltello in mano ed un cappuccio in testa. Affrontai questa persona e feci a tempo a toglierli di testa il cappuccio che era costituito da una manica di un maglione. Notai una persona riccioluta piuttosto giovane, magra, ma non la potei riconoscere perché scappò subito e la corte era buia. La Gabriella rimase scioccata e mi disse di aver notato dietro a questo tizio un’altra persona anch’essa incappucciata, che sembrava più alta di quella che l’aggredì. con il coltello. La scena fu notata da una nostra vicina BAGNOLI e subito dopo chiamammo anche il Maresciallo dei Carabinieri.“