Messe nere, alcool e sesso in quella casa nel bosco

FIRENZE – Jean Michel e Nadine non lo sapevano, non potevano saperlo. Ma nel bosco dove montarono la loro tenda canadese, nei primi giorni di settembre di undici anni fa, ogni sabato notte si celebravano oscuri e inquietanti riti satanici dal profumo di zolfo. Nadine fu uccisa in quella tenda, Jean Michel a pochi metri di distanza dopo una affannosa e inutile fuga: la sera dell’ 8 settembre 1985, una domenica. Furono massacrati dal mostro della calibro 22 nelle campagne di San Casciano, nel bosco di Scopeti. Il bosco degli orrori, delle messe nere, della casa dalle stelle disegnate sui pavimenti col carbone, dal sangue rappreso sulle lenzuola dei letti. Ci sono voluti undici anni per scoprirlo. Undici anni e una nuova deposizione, quella di Gabriella Ghiribelli, 45 anni, la supertestimone dell’ inchiesta-bis sui delitti del maniaco, nome in codice “Gamma”. Gabriella è una prostituta, conosceva quei posti, s’ incontrava con quel sottobosco di personaggi ambigui che popolavano le campagne intorno a Firenze. Di cose Gabriella ne ha viste tante. E tante ne ha raccontate ai magistrati e ai poliziotti della squadra mobile di Firenze. Gabriella Ghiribelli due volte al giorno andava a fare le iniezioni a Salvatore Indovino, convivente di Filippa Nicoletti, un’ altra prostituta perquisita qualche settimana fa dalla polizia, durante l’ inchiesta. Indovino e Filippa abitavano in via di Faltignano, strada stretta fra faggi e vecchie case coloniche, a cinque minuti di macchina dagli Scopeti. Ogni domenica mattina, racconta Gabriella, nell’ appartamento dei due c’ erano i resti di messe nere: “Vedevo cose strane, c’ erano inequivocabili tracce di cosa era successo il sabato sera e la notte. Nella stanza appena si entrava, c’ erano ceri spenti, una stella a cinque punte disegnata in terra con il carbone, una indicibile sporcizia e confusione dappertutto, preservativi, bottiglie di liquori”. Gabriella Ghiribelli non si ferma, aggiunge altri particolari, altri flash di quel mondo sotterraneo: “Sulle lenzuola del letto grande c’ erano tracce di sangue. Erano macchie larghe quanto un foglio di carta da lettera. Queste tracce di sangue le ho viste praticamente tutte le domeniche mattine fra l’ 84 e l’ 85, e le prime dell’ 86. In quella casa oltre a Filippa e Indovino ci passava spesso una coppia di Prato. Tutte persone che credevano molto nella magia nera”. La casa di Salvatore Indovino, morto nel 1986 di cancro, era frequentata anche da “un certo Domenico, un siciliano”, da Antonietta Sperduto, ex amante di Pietro Pacciani e Mario Vanni, e da un medium. Il mago si chiamava Manolito, arrivava ogni volta con un vecchio camper ed aveva una relazione con la figlia di Antonietta Sperduto, Milva Malatesta: la donna uccisa e bruciata nel 1993 con il figlioletto Mirko di tre anni, a Tavarnelle. Ad una decina di chilometri dal bosco degli Scopeti. Ricorda la testimone: “La Sperduto, la mamma di Milva, credeva nella magia e con le carte cercava di conquistare qualcuno che non so bene chi fosse”. Salvatore, Antonietta, Milva, il medium, un giro frequentato anche da due amici per la pelle della zona. Un contadino che da giovane aveva ucciso l’ amante della fidanzata e un postino dallo sguardo spento. Quei due in paese li chiamavano il Vampa e il Torsolo, ma all’ anagrafe rispondevano al nome di Pietro Pacciani e Mario Vanni. “Vanni – dice la testimone – andava in quella casa di Indovino e della Filippa. L’ ho visto anch’ io personalmente. E Vanni, per quel che ne so io, era sempre con Pacciani”. Il racconto di Gabriella Ghiribelli è lungo, zeppo di particolari che illuminano almeno in parte un mondo rimasto per anni nell’ ombra. Prima di chiudere la sua deposizione la donna precisa un’ ultima, importante, cosa. “Voglio aggiungere che dopo l’ omicidio degli Scopeti dell’ 85, a poco a poco, quasi tutti gli amici che frequentavano la casa il sabato si allontanarono. Salvatore diceva ‘ ‘ Begli amici che sono!’ ‘ . Ed io gli dissi: ‘ ‘ Vuol dire che hanno la coscienza sporca’ ‘ “.

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18 Febbraio 1996 Stampa: La Repubblica – Messe nere, alcool e sesso in quella casa nel bosco
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