In scena l’ultimo mistero la fuga del mago Manolito

FIRENZE – Il mago è scomparso con i suoi segreti. Il mago è Manolito, medium siciliano, che frequentava la casa dei misteri e delle messe nere di via di Faltignano, a pochi chilometri dagli Scopeti, la piazzola dell’ ultimo duplice delitto del mostro della calibro 22. La squadra mobile lo cerca per aggiungere altre piccole verità alla trama inquietante scritta dall’ inchiesta bis sui sedici omicidi. Lo scenario è stato aperto da Gabriella Ghiribelli, 45 anni, il supertestimone dell’ inchiesta-bis sui delitti del maniaco, conosciuto con il nome in codice “Gamma”. Gabriella era una prostituta, frequentava la vecchia colonica sulle colline ed è stata lei a raccontare alla squadra mobile di aver visto in quella casa i resti di messe nere e riti satanici. Uno dei protagonisti delle serate dal profumo di zolfo era proprio Manolito, amico del padrone di casa, un altro mago, Salvatore Indovino, anche lui catanese come Manolito. Indovino è morto dieci anni fa, stroncato da un tumore. Dunque non può raccontare più niente. Manolito invece potrebbe parlare, ma non si trova. Di lui la squadra mobile conosce molti particolari, tutti ricavati dalle deposizioni dei nuovi super testimoni dell’ inchiesta-bis. Ha detto Norberto Galli, nome in codice “Delta”, nei suoi interrogatori: “Manolito era amico di Salvatore Indovino. Aveva un bellissimo camper di quelli molto grandi. Pare avesse lo studio nella zona di piazza San Marco a Firenze. A proposito del suo lavoro, quando me lo presentarono mi disse che aveva guadagnato molto bene con una signora ricca di Tavarnelle”. Ha aggiunto Gabriella Ghiribelli: “Manolito aveva una relazione con Milva Malatesta, la ragazza uccisa nell’ agosto del 1993 con il bambino Mirko, nei boschi di Poneta”. Un bosco a pochi chilometri dalla casa di via di Faltignano. Manolito era conosciuto con il nome di mago del Messico, ed aveva incontrato nel 1981 Salvatore Indovino nel carcere delle Murate. Una volta usciti, i due hanno continuato a frequentarsi nella casa di via di Faltignano. La vecchia colonica teatro di riti satanici a base di sangue, croci a cinque punte, lunghi ceri. Era il sabato il giorno delle messe nere. E in quella casa sono passati in tanti. Qualcuno dice Pietro Pacciani, altri dicono di aver visto spesso Mario Vanni. Ma non solo. Molti altri personaggi hanno intrecciato vite e circostanze con la casa dei misteri, disegnando un quadro zeppo di coincidenze inquietanti. Accanto a quella casa viveva Maria Antonietta Sperduto, ex amante di Pacciani e Vanni, madre di Milva Malatesta, la donna uccisa con il figlio di tre anni nel 1993. Maria Antonietta era del giro, così come Domenico Agnello, 42 anni, catanese come Indovino. Agnello potrebbe sapere molte cose, ma non può parlare. Perché è scomparso dall’ estate di due anni fa. La moglie l’ ha visto uscire dalla sua casa di Prato la mattina del 4 agosto 1994. “Vado a prendere un caffè” disse chiudendo la porta. Da quel giorno è sparito. L’ unica traccia: la sua Alfa 164, trovata bruciata in un bosco del Mugello, quarantotto ore dopo la scomparsa. Di Agnello parla nell’ inchiesta bis Gabriella Ghiribelli. Dicendo che “aveva un banco di frutta in piazza a Mercatale” e che il sabato era a casa di Indovino durante i riti satanici. E che “quando stavo a Prato, fino al 1978-79, frequentava un sardo di cognome Sanna ed un tale di soprannome Draculino”. Altri personaggi da trovare, altri misteri da chiarire.

GIANLUCA MONASTRA

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20 Febbraio 1996 Stampa: La Repubblica – In scena l’ultimo mistero la fuga del mago Manolito
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