Il 21 Febbraio 1996 viene interrogato Giancarlo Lotti presso gli uffici della procura di Firenze.
Questo l’interrogatorio: 1996 02 21 – Giancarlo Lotti interrogatorio
“Voglio dire, come ho riferito alla squadra Mobile, che ieri sera verso le 20/20.15 hanno bussato alla porta della stanza ove mi trovo nel luogo di protezione: io, lì per lì, non volevo aprire, poi ho aperto e erano due in divisa che però non sono nemmeno entrati nella stanza. Mi hanno chiesto per quanto tempo mi sarei trattenuto lì ed io ho detto che non lo sapevo e poi hanno fatto un discorso come dire “questo processo” e io sono rimasto un po’ perplesso; poi se ne sono andati; poi io ho detto loro che non potevo uscire da solo e che veniva uno della Questura per accompagnarmi a pranzo. Io, infatti, facevo il numero 9 col telefono e mi mettevo in collegamento con la Questura. Il solito giorno, dopo mezzogiorno subito, era passato di lì un altro, vestito anche lui in divisa, che però cercava solo di riavere il sapone perché prima aveva alloggiato in quella stanza dove mi trovavo io.
ADR – Per quanto riguarda la piazzola vicino a Vicchio che ho riconosciuto quando ci siamo recati il 18.2.1996 lì con la Squadra Mobile, io la trovai per caso andando a giro con la Filippa, nel senso che prima non c’ero mai stato. Sento che la Filippa ha detto che secondo lei la prima volta ci si andò nel 1981, ma a me non mi pare che quello sia l’anno in cui ci si andò la prima volta perché io la conobbi proprio nel 1981 e precisamente nell’agosto del 1981.
ADR – Quando si andò con la Polizia a vedere il posto il 18.2.96, io ho indicato il percorso da fare.
ADR – Non mi dice nulla il nome di Enzo Spalletti.
ADR – Il dott. Bicchielli, veterinario, prima stava a S. Casciano, poi andò a Calenzano e poi è tornato a S. Casciano ma sta male di salute.
ADR – Io non sono mai andato a trovare il dott. Bicchielli insieme al Vanni a Calenzano. Ricordo però che una volta il Vanni mi chiese il piacere di andare io a prendergli della roba dal dott. Bichielli a Calenzano e se non mi sbaglio si trattava di salsicce o carne. Ricordo che a quel tempo non avevo ancora l’automobile. Io feci la commissione e portai quella roba che mi dette il dottore al Mario. Non mi dice nulla il nome di Giovanni Faggi. Mi viene mostrato un foglio intestato al Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Firenze dove sono ritratte quattro persone: la prima non la riconosco (si da’ atto che si tratta del Faggi Giovanni); la seconda rappresenta il Pacciani, la terza il Vanni mentre il quarto, quello con gli occhiali, è il postino Oliviero Dori che ora è morto e faceva il giro a S. Pancrazio. Il P.M. dà atto, anche sulla base delle conferme della PG presente, che l’identificazione delle tre persone sono esatte. Il foglio con le quattro foto viene allegato al verbale e siglato dal PM e dal Lotti.
ADR – Per quanto riguarda la lettera ricevuta dal Vanni, ricordo che un giorno, di pomeriggio, il Vanni mi disse che aveva ricevuto una lettera che doveva portare a far vedere perché era minacciosa. Lui diceva che non sapeva se portarla ai Carabinieri o all’avvocato Alberto Corsi che anche io conosco. Mi diceva “dove la devo portare?” e io gli dissi che erano cose sue e di vedere come doveva far meglio. Gli dissi che doveva portarla ad una persona un po’ più̀ esperta che poteva dargli dei consigli. Dopo un paio di giorni o tre, Vanni mi disse che l’aveva portata a vedere all’avvocato che lo aveva un po’ tranquillizzato però poi, quando gli chiedevo come stava, si mostrava sempre impaurito della lettera e io gli dicevo “perché sei impaurito se ti hanno tranquillizzato?”.
ADR – Mario mi disse che quella lettera veniva da Firenze ma non mi disse da chi e neppure mi fece vedere la lettera.
ADR – Non mi spiegò di preciso cosa c’era scritto nella lettera perché era impaurito e mi disse solo che era minacciosa, ma non mi disse altro. Altre volte, può essere anche prima che gli arrivasse la lettera, il Mario mi diceva che gli arrivavano telefonate a casa senza che poi nessuno rispondeva al telefono. Lui pensava però che fosse il Pacciani. Un’altra volta poi mi disse che gli aveva proprio telefonato il Pacciani e che lo aveva minacciato dicendo che andava a casa e lo ammazzava: io gli chiedevo perché, ma lui non sapeva più̀ che dire.
ADR – A parte quella sera del settembre 1985 di cui ho già parlato, mai ho visto una pistola in mano del Pacciani e neppure del Vanni.
ADR – Io, il Pacciani, l’ho conosciuto tramite Mario. Sono stato varie volte a casa del Pacciani a passare un quarto d’ora a chiacchiera, sia nella prima casa dove stava e poi anche a Mercatale e ricordo che a Mercatale lui anche rimetteva a posto un quartiere.
ADR – Mai sono stato a Lastra a Signa con Vanni o con Pacciani: io solo ci sono passato una volta per andare ad una cena con amici.
ADR – Quando lavoravo alla draga c’era un camionista che stava a S. Piero a Sieve e mi è capitato di passare dal venerdì̀ sera al lunedì̀ mattina a casa sua a S. Piero: ciò è successo una volta sola.
ADR – Da Baccaiano sono passato per andare a Montespertoli da una mia zia e a volte prendevo anche la strada di Poppiano, per andarci.
ADR – Non mi sono mai fermato, in quella zona, a vedere coppiette.
ADR – La mia zia è sorella di mio padre, faceva la sarta e le ho portato a cucire dei pantaloni: ora ha circa 80 anni e sta a Cerbaia, presso una figliola, da qualche tempo. Ricordo che qualche volta ho portato il Vanni dalla mia zia, quando io ci andavo, a Montespertoli: questo è avvenuto parecchio tempo prima dei fatti del 1985.
ADR – Vanni e il dott. Bicchielli si conoscevano da prima che io conoscessi il dottore, che mi fu fatto conoscere dal Vanni. Qualche volta sono stato anche alla casa di S. Casciano del dottore e la casa che aveva a Calenzano era bella, c’era anche l’ascensore. Vanni e il dottore stavano spesso insieme e tanti, tanti anni fa, andavano anche a Firenze a trovare uno che aveva una bottega di mattonelle o marmo a S. Casciano e che abitava a Firenze ma non so’ dire dove.
ADR – Io, parlando col Vanni come ho già riferito alla polizia giudiziaria, di quel che avevo veduto nella piazzola di Vicchio, gli dissi che c’era questa piazzola dove ci si poteva fermare con la macchina, che io e Puci si era visto una Panda bianchina o celestina con un uomo ed una donna. La targa non la presi perché non si poteva andare troppo vicino alla macchina, altrimenti ci vedevano.
ADR – Dissi a Vanni il punto preciso dove era questa piazzola. Lui mi chiese come mai vai là e io gli dissi che ero andato a fare una girata e lui ribattè: “ una girata un po’ lunga!”. Confermo, per il resto, quanto ho detto alla P.G. dopo averne ricevuta lettura.
ADR – Non sono stato mai con Pacciani in Mugello.
ADR – Di Nesi conosco solo uno che ha un’armeria e vende roba da caccia a S. Casciano: non so’ come fa di nome; sta’ proprio nella piazza di S. Casciano con la bottega.
ADR – Non ho mai prestato la mia macchina nè al Pacciani nè al Vanni nè a nessun altro tranne ad uno, che conosco da anni e che sta’ dalle parti di Città di Castello e che frequenta anche S. Casciano dove ha una casa. Me la chiese una volta e gliela detti.
ADR – Qualche volta sono andato alle feste dell’uva a Mercatale e anche con Mario Vanni.”