Il 12 marzo 1996, dopo il sopralluogo svolto il 12 marzo stesso, “il Lotti veniva avvisato dal Pubblico Ministero che, da quel momento, non era più un testimone, ma persona sottoposta ad indagini in relazione ai delitti di Vicchio e di Scopeti del 1984 e 1985. Riceve avviso di garanzia perché sottoposto ad indagini in ordine a quei delitti, nonché per detenzioni di armi e vilipendio di cadaveri.

Interrogato alla presenza del difensore, confermava tutte le precedenti dichiarazioni.

Riferiva, poi, in relazione alla lettera, ricevuta da Vanni da parte di Pacciani, quando quest’ultimo era detenuto, che, con quella missiva, Pacciani minacciava l’amico di ammazzarlo nel caso in cui avesse parlato. Come pure minacciava, per lo stesso motivo, anche la moglie  Angiolina. Affermava, inoltre, che, dalle notizie fornitegli da Vanni, le cartucce calibro 22 sarebbero state fornite da un certo FT., ex appuntato dei carabinieri in pensione, precisando, però, che lui non aveva mai assistito alla loro consegna materiale. Quest’ultima circostanza richiedeva una veloce verifica, considerato il fatto che F.T., sino a qualche anno prima, aveva espletato servizio presso la Stazione carabinieri di San Casciano, il cui personale si era interessato direttamente alle indagini sul conto del Pacciani.“. Vedi Compagni di Sangue pag. 101/102/216

12 Marzo 1996 Giancarlo Lotti da testimone diventa imputato
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