Il 9 Aprile 1996 viene trasmessa alla Procura una nota su alcune dichiarazioni spontanee di Giancarlo Lotti.

Questa la nota: 1996 04 09 – Lotti nota dichiarazioni spontane

Questa la trascrizione:

QUESTURA DI FIRENZE Squadra Mobile
Oggetto: annotazione di P.G..

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA presso il Tribunale di FIRENZE

Noi sottoscritti Ufficiali ed Agenti di P.G., Dott. Michele Giuttari, dirigente della squadra mobile, ed Ass. Callisto Di Genova, dipendente dello stesso ufficio, col presente atto, riferiamo alla S.V. che oggi, alle ore 17.00, Giancarlo Lotti, indagato nel procedimento penale relativo all’inchiesta bis sui delitti del cd. “Mostro”, ha richiesto la nostra presenza per riferire alcuni particolari, relativi al delitto di Vicchio, ricordati in questi ultimi giorni.

Infatti, spontaneamente, ha dichiarato che:
1. prima del delitto avvenuto nella piazzola di Vicchio secondo le modalità e circostanze già riferite, era stato altre volte a Vicchio con Vanni sia prima che dopo il delitto;
2. dopo essere stato con Pucci alla piazzola di Vicchio ed aver visto la coppia sulla Panda celestina e dopo aver riferito ciò al VANNI, dopo pochi giorni, era tornato in quel posto insieme al VANNI. Lì avevano, quindi, notato la Panda celestina e, senza fermarsi dentro alla piazzola, si erano appostati in prossimità di un grosso albero nella discesina che conduce al torrente per attendere che andasse via la macchina della coppia. In effetti, dopo circa 10/15 minuti, l’auto era uscita dalla piazzola svoltava sulla sinistra in direzione di Vicchio e venne da loro seguita fino davanti ad un bar, proprio accanto alla stazione di Vicchio. Qui era scesa la ragazza, che a lui sembrò fosse bionda o castano chiaro, che entrava nel bar. Aveva, quindi, fermato l’auto dopo un edicola, di fronte alla stazione, e Mario, uscito dal mezzo, era entrato nel bar intrattenendosi per circa 10 minuti, mentre lui si era trattenuto in macchina. Una volta tornato alla macchina, Mario gli aveva detto che aveva parlato con quella ragazza e le aveva chiesto se voleva incontrarlo, ricevendo risposta negativa. Mario era rimasto male, perché, per come questi gli aveva riferito poi in macchina, la giovane gli aveva detto: “ma io sono troppo giovane per lei, che può essere il mio babbo”. Mario era molto incazzato e tornando a San Casciano per strada gli aveva detto qualcosa del genere “a quella la sistemo io, brutta scema, ninfomane, gliela faccio pagare e nel riferirgli ciò era su di giri. Egli aveva chiesto a Mario perché gliela dovesse far pagare, ma Mario non gli aveva risposto se non ripetendo solamente che gliela avrebbe fatto pagare. Mario era molto nervoso e verso Pontassieve egli voleva lasciarlo per strada perché era troppo nervoso ed allora Mario si stette zitto, non parlando più sino a quando arrivarono a casa;
3. riteneva che successivamente Mario era tornato a Vicchio con Pietro Pacciani per fare vedere a questo la ragazza. Il Pacciani era un depravato e maniaco e a San Casciano guardava spesso le ragazzine, tanto che lui lo aveva invitato più volte a lasciarle stare, ma era stato sempre zittito;
4. era tornato a Vicchio la sera dell’omicidio con la sua macchina e con Mario e Pietro sulla macchina di quest’ultimo, per come aveva riferito nei verbali di interrogatorio;
5. dopo qualche giorno dal delitto di Vicchio, una mattina Mario lo aveva incontrato nel piazzone di San Casciano e gli aveva detto di farsi trovare per la sera perché dovevano andare da Pietro per la questione di una lettera. Si videro la sera ed andarono a Mercatale da Pacciani, nella casa di Piazza del Popolo. Qui trovarono Pacciani che, al loro arrivo, aveva sul tavolo dei fogli di giornale ed alcuni ritagli. Poi, il Pacciani era sceso giù nel garage, tornando con una boccia di vetro dalla quale aveva prelevato un qualcosa, che era immerso in un liquido di colore scuro, ed aveva messo questa cosa in un foglio di carta piegato, avvolto poi in un foglio di giornale. Aveva, poi, messo il tutto in una busta, sulla quale aveva scritto un indirizzo e disse loro di provvedere ad imbucare questa lettera nella cassetta della posta che si trovava vicino alla stazione di Vicchio. Il giorno dopo, così, aveva portato Mario con la propria macchina a Vicchio e qui, fermatosi vicino alla stazione, Mario era sceso ed aveva imbucato la lettera in una cassetta che si trova lì nei pressi e che sarebbe in grado di poter indicare. Precisava di ricordare che l’indirizzo sulla busta era scritto a mano e la lettera era indirizzata ad una persona abitante a Firenze perché aveva notato che su di essa vi era segnata la località di Firenze. Sulla busta c’era anche il francobollo che era già attaccato quando venne confezionata da Pietro. Precisava anche che la lettera, per come potè vedere e per quello che poteva ricordare, conteneva una minaccia ad una donna. Egli aveva letto solo qualche parola ed aveva capito che il contenuto era minaccioso;
6. il giornale che aveva visto sul tavolo del PACCIANI del quale questi aveva utilizzato un foglio per avvolgere quello di carta chiaro contenente la cosa che gli aveva visto prelevare dalla boccia di vetro, non era un quotidiano, tipo La Nazione ma un periodico, che dalla grandezza gli era sembrato tipo L’Espresso.

Quanto sopra per dovere d’ufficio.
Nr.5047/95 Mod.21 Firenze, 9 aprile 1996

In risposta a questa nota il PM Paolo Canessa inviava delega per nuovo interrogatorio alla presenza del legale del Lotti:

Al Signor Dirigente la Squadra Mobile QUESTURA FIRENZE
Con riferimento alla annotazione in data odierna relativa a di LOTTI Giancarlo prego provvedere ad interrogare lo stesso, su delega del P.M. ex art. 370 C.P.P., con avviso al difensore Avv. Neri PINUCCI.
Ringrazio raccomandando l’urgenza.
Il Procuratore della Repubblica Dr. Paolo Canessa Sost.

L’interrogatorio viene fatto nella stessa data del 9 aprile 1996 e trasmesso il giorno dopo al procuratore.

 

9 Aprile 1996 Trasmissione alla Procura di una nota su dichiarazioni spontanee di Giancarlo Lotti
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