FIRENZE – Un documento aggrava la posizione del carabiniere indagato per alcuni delitti del mostro e per la strana morte di Renato Malatesta, trovato impiccato il 24 dicembre 1980 in una stalla del Chianti, odiato da Vanni e Pacciani che si contendevano la moglie Maria Sperduto. Malatesta è sempre stato considerato un suicida. Ma intorno a quella morte si stanno scoprendo ora un sacco di bugie che sanno di depistaggio. C’ è stato il ritrovamento delle fotografie, mai inviate alla procura, che facevano vedere i piedi del morto toccare terra. Un dettaglio che esclude il suicidio. Di quella vicenda si occupò la stazione dei carabinieri di San Casciano. Filippo Toscano, l’ ex appuntato indagato dal 18 marzo scorso, ha sempre detto di non essersi mai occupato della storia. Invece dagli archivi dell’ Arma è saltato fuori un fonogramma, firmato da Toscano, spedito alle dieci di quel 24 dicembre al comando provinciale. Si seganalava “un sicuro caso di suicidio”. Perché Toscano ha mentito? Non tornano neppure gli orari. Il medico legale, che vide il cadavere alle 10 del 25 dicembre, disse che la morte risaliva ad almeno 36 ore prima. Maria Sperduto ha sempre dichiarato di essere stata informata della morte del marito alle dieci del 24 mattina. I carabinieri hanno sempre sostenuto di aver trovato il cadavere fra le 12 e le 13 del 24 dicembre. Il fonogramma parla di due ore prima. Una girandola di orari. Anche la procura fu avvisata in ritardo: sei giorni dopo.
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