Il 28 Febbraio 1997 rilascia testimonianza di Giuseppe Fazzina, vicino di cella di Pietro Pacciani.
Questo uno stralcio della testimonianza: “In data 28.02.97, ristretto in un carcere siciliano, interrogato, riferiva situazioni totalmente coincidenti con le dichiarazioni di M.R. (NdR: vedi 20 maggio 1996). Affermava, infatti: (…) Una sera il Pacciani, convinto della mia prossima scarcerazione, disse testualmente: sei disposto a fare un lavoretto per me? Aggiunse inoltre: perchè quello non è riuscito a fare niente, ti pago bene (…) mi chiese testualmente, a proposito del discorso fattomi la sera precedente: Ammazzeresti una coppia per me? Ti do cinquanta milioni (…) Rimanemmo d’accordo quindi che, una volta uscito io dovevo mandargli una lettera in cui gli dicevo che ero il siciliano e gli indicavo un recapito di un bar, l’utenza telefonica dello stesso e l’orario in cui sarei stato rintracciabile a quell’utenza. A quel punto il Pacciani mi avrebbe fatto sapere il luogo dove avrei trovato la coppia da uccidere, fornendomi anche una pistola calibro 22 e i milioni pattuiti (…) Gli feci osservare inoltre che la pistola che mi avrebbe fornito sicuramente era arrugginita o inutilizzabile, ma lo stesso mi disse che la pistola era ben conservata e oliata, nascosta in un luogo vicino a casa sua. Mi disse inoltre di portare un coltello in quanto, oltre ad uccidere la coppia, avrei dovuto anche effettuare sui corpi dei tagli di cui mi avrebbe spiegato successivamente. E infine, una settimana dopo il nostro accordo, ricordandomi sempre quello che avevamo pattuito, mi disse espressamente: Quel postino lo devo schiacciare.
C’era così una perfetta coincidenza tra le dichiarazioni dei detenuti in relazione alla pistola del Pacciani. Tutti e due, infatti, avevano riferito che si trattava di un’arma in perfetta efficienza e nella materiale disponibilità di Pacciani, nascosta nelle immediate vicinanze della sua abitazione.”
Vedi anche Compagni di Sangue pag. 188/189