Il 14 maggio 1997 G.T. e A.C., titolari di una villa nei pressi di San Casciano Val di Pesa denominata V.V. ed adibita a pensionato per anziani, contattano la Squadra Mobile per denunciare la fuga di un loro cliente. Riferirono che tale Jean Claude Falbriard, di origine svizzera e di professione pittore, era fuggito nottetempo. Le due donne entrate nelle stanze occupate dal Falbriard avevano rinvenuto riviste pornografiche, una serie di coltelli, una pistola calibro 38, dei quadri raffiguranti delle donne dipinte con amputazioni varie ed un blocco da disegno Skizzen Brunnen similare a quello sequestrato nell’abitazione di Pietro Pacciani. Jean Claude Falbriard fu iscritto nel registro degli indagati.
Questi alcuni degli oggetti sequestrati presso V.V.:
“Quel giorno al dottor Giuttari arriva la telefonata di due donne, madre e figlia, proprietarie di una villa in aperta campagna, su una collina tra San Casciano e Mercatale. Due donne già conosciute mesi prima, proprio in occasione delle indagini sugli omicidi, già interrogate per un vecchio rapporto di lavoro che Pacciani aveva avuto con loro. Dicono di avere qualcosa di molto interessante. Qualcosa che avevano trovato in due stanze della villa occupate, fino a qualche giorno prima, da un artista francese.
Sopra ad un tavolo di grandi dimensioni, lungo oltre quattro metri, avevano disposto parecchi oggetti. Armi e un’abbondante documentazione pornografica. C’era un revolver calibro 38, alcuni coltelli particolari, foto raffiguranti scene pornografiche impressionanti molto simili ad alcune scene dei delitti. C’erano numerosissime riviste pornografiche di edizione francese, disegni e quadri raffiguranti prevalentemente una femminilità violentata e deturpata.
Tutto quel materiale appartiene ad un pittore, tale C. F., di origine svizzera, ma abitante in Francia, che, per circa tre anni, aveva occupato due suites della loro villa. Qualche giorno prima, il pittore aveva lasciato lì, nelle camere, quegli oggetti e se n’era andato via a bordo di una moto di grossa cilindrata, senza saldare il conto Un personaggio strano, che finché aveva occupato quelle stanze si era fermato lì per la notte solo pochissime volte, soprattutto negli ultimi tempi, perché di solito dormiva in un furgone tipo camper, attrezzato per l’occasione. In pratica il pittore si intratteneva di giorno nella villa, dove riceveva i suoi clienti, ma poi andava via, ritornando solo il giorno successivo.
L’uomo possedeva un terreno e una casa colonica in Emilia, e una casa a Cannes. Di queste proprietà, prima di andare via, aveva lasciato alle due donne una procura speciale rilasciata presso un notaio di Scandicci, per venderle e potere in quel modo pagare l’affitto delle stanze.
Il racconto è strano e poco convincente. Michele Giuttari sequestra tutto il materiale e fa accertamenti ma il pittore risulta incensurato agli atti di Polizia.” Vedi Compagni di Sangue pag. 199