27 Giugno 1997, 10° udienza, processo, Compagni di Merende Mario Vanni, Giancarlo Lotti e Giovanni Faggi per i reati relativi ai duplici delitti del MdF e Alberto Corsi per favoreggiamento.
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Michele Giuttari, Winnie Kristensen in Rontini, Renzo Rontini
Presidente: Allora, Vanni presente, difeso dall’avvocato Pepi. Faggi non comparso, difeso dall’avvocato Bagattini, presente. Lotti è presente, difeso dall’avvocato Bertini, presente. Corsi non c’è. C’è l’avvocato Zanobini che è presente. Le parti civili, abbiamo Luca Saldarelli, chi c’è? Facciamo come ieri, avvocato Curandai. Bene. Guido Puliti non c’è.
Avv. Andrea Capanni: Avvocato Capanni.
Presidente: Capanni, bene. Allora, Capanni per Puliti. Curandai è presente. Ciappi? C’è l’avvocato… sì, bene. Colao? Diamo Patrizio Pellegrini. Patrizio Pellegrini, ugualmente è presente. Luca Santoni?
Avv. Eriberto Rosso: Ci sono io, Presidente.
Presidente: Bene. Eriberto Rosso, diamolo sempre a Curandai. Bene. Può entrare il teste per il controesame, Giuttari c’è?
P.M.: Il dottor Giuttari, se qualcuno lo avverte. Grazie.
Presidente: Buongiorno, dottore.
M.G.: Buongiorno.
Presidente: Avvocato Pepi, prego.
Avv. Giangualberto Pepi: Sì. Il collega Bagattini fa un controesame più breve. Iniziava lui e poi…
Presidente: Io non ho nulla in contrario, avvocato. Poteva farlo anche ieri. In ogni modo, va bene.
Avv. Giangualberto Pepi: Va bene, sennò inizio io. Per me è uguale.
Presidente: No, no. Ieri abbiamo terminato l’udienza in anticipo per consentire a lei… Per carità! Si può sempre fare, no, però voglio dire: avrei preferito che lo facesse ieri. Ad ogni modo, avvocato Bagattini.
Avv. Federico Bagattini: Sì, molto veloce, signor Presidente. Dottor Giuttari, mi riferisco al delitto di Calenzano del 1981. Vuole riferire alla Corte, per cortesia, la data e possibilmente l’ora nel quale quel delitto ebbe a verificarsi?
M.G.: La data in cui è stato scoperto il delitto è il 23 ottobre del 1981.
Avv. Federico Bagattini: È vero che i ragazzi erano usciti di casa intorno alle 21.30 della sera precedente?
M.G.: Erano usciti, sì, verso quell’ora, sì. Verso quell’ora. 21.30-22.00. Comunque dopo cena.
Avv. Federico Bagattini: Dottor Giuttari, nel corso delle perquisizioni subite dal signor Faggi, avete rinvenuto delle agende.
M.G.: Sì.
Avv. Federico Bagattini: Ecco…
M.G.: Diverse agende anche di quegli anni.
Avv. Federico Bagattini: Esatto. E mi riferisco, in modo particolare, all’agenda del 1981.
M.G.: Sì.
Avv. Federico Bagattini: Lei ricorda che tipo di annotazioni vi erano alle pagine del 21 e del 22 ottobre 1981 dell’agenda del Faggi.
M.G.: Io ricordo bene – l’ho riferito ieri – questa annotazione “Bella girata a Travalle”, che c’era in questa agenda dell’81, ecco. E queste annotazioni a cui lei fa riferimento, ecco, non lo ricordo.
Avv. Federico Bagattini: Ecco, si ricorda se era una annotazione relativa a “Celano Fucino”.
M.G.: “Celano” sì. Sì, che poi abbiamo chiarito che…
Avv. Federico Bagattini: Ecco, sia per il 21 di ottobre…
M.G.: Sul giorno, ecco, questo non lo ricordo. Però questa annotazione “Celano Fucino” me la ricordo e abbiamo chiarito, sentendo anche…
Avv. Federico Bagattini: F.
M.G.: Sì, esatto, l’amico. Che si riferiva ad un recapito di un amico del Faggi, presso il quale il Faggi era stato in passato ospite, per breve tempo, ecco, un giorno così, per la raccolta dell’uva, ecco, per motivi di questo genere, ecco.
Avv. Federico Bagattini: Si ricorda se quella persona informata sui fatti, signor F., riferì di avere ricordo che effettivamente si era recato in quella località nel periodo ottobre-novembre 1981?
M.G.: Ma guardi, che ricordi io ha confermato che era stato ospite da lui. Aveva confermato questa circostanza, ma sul periodo ha fatto riferimento alla – se non ricordo male – genericamente al periodo in cui c’era o la raccolta dell’uva, o dei pomodori. Cioè, era legato, ha dato come riferimento temporale, ecco, una attività…
Avv. Federico Bagattini: Agricola, se…
M.G.: Sì, un riferimento agricolo, ecco.
Avv. Federico Bagattini: Ecco, queste annotazioni alla pagina del 21 ottobre, 22 ottobre 1981, fu una scoperta vostra, o vi fu indicata dal Faggi?
M.G.: No, no. Questo lo abbiamo notato noi che c’era. E infatti abbiamo sentito l’amico del Faggi, senza…
Avv. Federico Bagattini: Ecco, senza?
M.G.: Senza che ce lo abbia detto il Faggi, Lo abbiamo sentito noi per capire un po’, ecco, che cosa significasse questo “Celico”, ecco, questa località. E abbiamo individuato, identificato questo amico e lo abbiamo sentito.
Avv. Federico Bagattini: Quindi su iniziativa vostra.
M.G.: Sì, sì.
Avv. Federico Bagattini: È una località, questa, dell’Abruzzo, se non sbaglio.
M.G.: Dell’Abruzzo, sì. Provincia credo…
Avv. Federico Bagattini: De L’Aquila.
M.G.: De L’Aquila, di Chieti. Credo de L’Aquila.
Avv. Federico Bagattini: La ringrazio dottor Giuttari.
M.G.: Prego.
Avv. Federico Bagattini: Un’altra domanda: ieri lei riferiva… Ieri o ieri l’altro, forse, di aver fatto degli accertamenti a proposito delle auto possedute da parte del Faggi.
M.G.: Sì.
Avv. Federico Bagattini: La domanda che io le faccio è questa: se a seguito dei vostri accertamenti è risultato che Faggi abbia mai avuto in proprietà, ovvero la disponibilità di una Alfa Romeo GT di colore rosso.
M.G.: No, Alfa Romeo GT no. Infatti noi non lo scriviamo, no. Non ci è risultato questo, no. Come intestato a lui, no.
Avv. Federico Bagattini: Ecco, avete fatto accertamenti in ordine alla disponibilità, indipendentemente dalla titolarità formale di un’auto…
M.G.: Ma in ordine alla disponibilità su un episodio che risale all’81, a 15 anni prima, come si…
Avv. Federico Bagattini: Mi rendo conto, però ecco, io le chiedo se è risultato che avesse la disponibilità di un’auto di questo genere.
M.G.: No, abbiamo fatto l’accertamento: al ,PRA. Quelli, i dati ufficiali del PRA non hanno portato ad attribuire il possesso di una autovettura Alfa Romeo al Faggi, ecco. Non abbiamo potuto fare altro.
Avv. Federico Bagattini: Benissimo. Lei ricorda che cosa ebbe a dichiarare la signora Parisi Rossella a proposito di un incontro di costei che avrebbe avuto insieme a questo fidanzato dell’epoca…
M.G.: Sì, sì. . .
Avv. Federico Bagattini: Ecco, se vuol riferire alla Corte che tipo di incontro, in quale contesto e qual era l’auto, a bordo della quale, fu individuata una certa persona.
M.G.: Sì, sì. Dunque, la signora Parisi Rossella la identifico partendo da un appunto che era presente nel fascicolo processuale allegato all’identikit fatto all’epoca di una persona. Che adesso spiegherò perché si era resa necessaria questa, si era reso necessario questo identikit. C’era un appunto manoscritto di questo nominativo: Parisi Rossella. Ritengo che potesse essere collegata all’identikit, anche perché negli atti trasmessi all’epoca, si diceva che l’identikit era stato formato sulla base delle dichiarazioni di una coppia. Quindi la identifico, la sento. E effettivamente c’è il verbale sia della Parisi Rossella che del marito, oggi marito, all’epoca, nell’81 fidanzato. Erano insieme in quella circostanza…
Avv. Federico Bagattini: Mi perdoni, dottor Giuttari.
M.G.: Prego.
Avv. Federico Bagattini: Eventualmente le altre parti potranno fare altre domande, però la domanda…
M.G.: Sì, sì, arrivo… No…
Avv. Federico Bagattini: … che io le faccio è questa: se la persona poi ritratta nell’identikit era a bordo di un’auto e che tipo di auto ebbe a riferire si trattasse – la signora Parisi?
M.G.: Sì, era…
Avv. Federico Bagattini: Ecco, vorrei soltanto rispondesse a questa domanda.
M.G.: Sì, mi aveva chiesto anche la circostanza in cui si era…
Avv. Federico Bagattini: Sì, certo…
M.G.: Io stavo rispondendo alla circostanza prima del particolare. La Parisi Rossella stava scendendo quella sera intorno alla mezzanotte da Calenzano Alta. Giunta in prossimità, guidava il fidanzato, ecco, oggi l’attuale marito – credo si chiami Tozzini – giunti in prossimità di un ponticello nelle immediate proprio vicinanze ad un incrocio che a sinistra verso Calenzano conduce, a destra verso la località Le Bartoline dove poi si è verificato il delitto, era intorno alla mezzanotte e vedono una macchina a forte velocità che proveniva da Le Bartoline, svoltare a sinistra verso di loro. E hanno avuto subito paura, perché hanno notato che era una macchina che procedeva molto forte e che il marito, il fidanzato, nonostante cercasse di abbagliare per richiamare l’attenzione, avevano visto che non rallentava, questa sua corsa folle proprio. Per evitare lo scontro, proprio su questo ponticino, il marito, all’ultimo momento proprio fa una brusca sterzata sulla destra. E quindi riesce ad evitare l’impatto. Il marito era impegnato più nella guida, quindi… La moglie, invece, ha avuto modo di vedere questa persona che era alla guida dell’auto. La vede anche bene perché il marito l’aveva proprio abbagliato, illuminato con i fari della macchina. E vede anche la macchina. Il marito anche, sulla macchina la riconosce, dice: ‘era un’Alfa GT di colore rosso – dice – ‘anche con i cerchi’ – credo – ‘in lega’, abbia detto. Sì, dà anche un particolare sui cerchi. La moglie descrive questa persona come una persona, dalla posizione in cui stava seduta, che toccava con la testa quasi sul soffitto, come una persona alta. La descrive anche dalle caratteristiche del viso. ‘Sui capelli’ – dice – ‘era stempiato davanti. Però non sono in grado di dire se avesse, se fosse calvo, oppure avesse dei capelli’, perché appunto dell’altezza toccava col capo sul tetto dell’auto e quindi, l’abitacolo dell’auto, e quindi non aveva avuto la possibilità di…
Avv. Federico Bagattini: Ecco.
M.G.: Fornisce i dati memorizzati di quest’uomo e, sulla base di queste indicazioni, viene fatto l’identikit. che esiste agli – atti e che ;poi è stato anche riferito come: riscontro nell’ annotazione che abbiamo fatto all’ufficio del Pubblico Ministero.
Avv. Federico Bagattini: Un’ultima domanda, dottor Giuttari…
Presidente: (voce non udibile)
Avv. Federico Bagattini: Prego?
M.G.: Disse che era una macchina sportiva un’Alfa Romeo, credo anche lei, un’alfa Romeo GT di colore rosso. Ecco, questo… Sul tipo di macchina, se non ricordo male, il marito è anche più preciso. Comunque era questa la macchina segnalata dalla coppia.
Avv. Federico Bagattini: Un’ultima domanda, dottor Giuttari, è questa: se nell’ambito della vostra attività di indagine avete mai preso in considerazione, o in concreto, svolte indagini, attività, su un veterinario di Calenzano.
M.G.: Sì, l’abbiamo svolta perché il B., credo si chiami. L’abbiamo svolta perché bisognava riscontrare se effettivamente, come risultava da un verbale di interrogatorio dell’imputato, se il B. era amico del Vanni. C’era, in un verbale, questa circostanza che il Vanni ed anche il Lotti, il Lotti era stato una volta da questo veterinario mandato da Vanni per prendere della carne, non ricordo adesso il motivo esatto di questa visita. Abbiamo, lo abbiamo identificato. Adesso sta a san Casciano, il B.. E effettivamente c’era questo rapporto di conoscenza, ecco. Era un veterinario, all’epoca, in servizio a Calenzano, stava a Calenzano. ancor prima abitava a San Casciano, poi è andato a Calenzano, poi è tornato a San Casciano. Attualmente è a San Casciano, perché era anche ammalato. Lo abbiamo sentito a casa, lì a San Casciano, quando abbiamo fatto il riscontro su questa circostanza.
Avv. Federico Bagattini: Ecco, forse il mio ricordo è sbagliato, ma…
M.G.: Prego.
Avv. Federico Bagattini: Mi risultava che fosse morto, questo…
M.G.: No, no. Se è morto adesso, non lo so, però l’anno scorso alla data in cui…
P.M.: No no…
Avv. Federico Bagattini: Gli allunghiamo la vita.
M.G.: Noi abbiamo fatto anche una perquisizione domiciliare e poi lo abbiamo sentito lì a casa, perché era seriamente ammalato ed aveva le flebo, insomma. Non era trasportabile, quindi lo abbiamo, abbiamo assunto le informazioni a casa del B. stesso. Poi, se è morto da allora, non lo… Io, l’anno scorso era vivo di sicuro. Ci sono gli atti.
Avv. Federico Bagattini: La ringrazio, dottore.
M.G.: Prego.
Avv. Federico Bagattini: Presidente, non ho altre domande.
Presidente: Bene. Allora avvocato Pepi, c’è lei?
Avv. Giangualberto Pepi: Sì, Presidente. Avvocato Pepi. Buongiorno, dottore.
M.G.: Buongiorno.
Avv. Giangualberto Pepi: Io faccio, prima di farle delle domande specifiche, lei, nella sua relazione che è stata ampia, che ci ha impegnato in tutte queste udienze, si è sostanzialmente limitato a riferire una parte, io ritengo, delle indagini da lei svolte. Parte relativa alle dichiarazioni che le sono state rese da varie persone informate sui fatti. Ora, siccome l’articolo 348 prevede anche un’altra forma di indagine che è quella relativa alla ricerca delle cose, delle tracce pertinenti al reato, ecco che il mio controesame sarà rivolto esclusivamente e particolarmente a questo tipo di indagini. Fatta questa premessa, partiamo da una delle sue prime affermazioni proprio dalla parte introduttiva del primo giorno. Lei ha detto, in un certo momento, che come intuizione di investigazione, è stato, sono state effettuate – e avrebbero portate poi a dei risultati — una serie di intercettazioni telefoniche su varie utenze, fra l’altro parlando anche dell’utenza del Vanni. Ora, siccome nella sua relazione lei non ha menzionato i risultati di queste indagini, io le chiedo a – che risultati hanno portato le intercettazioni telefoniche compiute a casa di Vanni?
M.G.: Io già ho riferito in quella occasione e ho fatto esplicito riferimento alla mia prima nota del 4 dicembre ’95, di una richiesta di intercettazione mirata su due utenze: l’utenza dell’abitazione del Vanni e l’utenza dell’abitazione della Nicoletti Filippa. E ho spiegato anche i motivi per i quali avevo chiesto questa attività tecnica di intercettazione. Nel corso della mia deposizione ho riferito anche che l’intuizione che da questa intercettazione, da questa attività tecnica fosse stato possibile acquisire elementi utili per l’indagine, ben presto io l’avevo avuta. E ho richiamato tutte quelle telefonate che erano intercorse il giorno subito dopo le assunzioni testimoniali di alcuni testi, o addirittura lo stesso giorno, sull’utenza della Filippa Ghiribelli (NdR: Filippa Nicoletti). Mi riferisco, ho riferito e richiamo qui le intercettazioni del 16 dicembre ’95 tra Lotti e la Filippa Nicoletti…
Presidente: (voce non udibile)
M.G.: Sì, della Filippa Nicoletti. L’intercettazione, la registrazione delle conversazioni del 21 dicembre ’95 tra la Gabriella Ghiribelli e la Filippa Nicoletti; quella successiva del 23 dicembre ’95. E quindi, da questa attività tecnica acquisivo notizie che confortavano il mio intuito. Se vuole sapere, se la sua domanda mirava poi in maniera più specifica l’esito di intercettazione sul Vanni…
Avv. Giangualberto Pepi: Esatto.
M.G.: … allora io le rispondo per come, per quello che è emerso. L’attività tecnica. Il Vanni in quel periodo è mancato da casa per un certo tempo. Noi partiamo ai primi di dicembre, con l’attività tecnica, del ’95. È stato operato all’occhio, non so, ha avuto un periodo di… un intervento chirurgico, un periodo comunque di degenza ospedaliera, quindi non usava il telefono. E quindi non avevamo modo di poter ascoltare il Vanni in questa attività. E poi è stato arrestato il 12 di febbraio ’96. Quindi diciamo che è stata una attività molto ristretta nel tempo. Ricordo però, da questa attività, in maniera particolare, una conversazione che è dei primissimi giorni. Ecco, dei primissimi giorni – possiamo anche vedere eventualmente di rintracciarla e di dare le coordinate precise – dei primissimi giorni in cui la moglie del Vanni, la signora Luisa, parlando con una parente – non so se fosse una nipote – e parlando proprio del Vanni, riferiva che era nervoso, che insomma era agitato in quel periodo. Non spiegava i motivi di questo stato d’animo. Però poi, nel contesto della conversazione, c’è un passaggio, una frase di questo tipo, se non ricordo male. Comunque la telefonata è trascritta, si può andare a prendere. ‘Ma sai, non ce la fa più, finisce, che parla’ o qualcosa del genere. Cioè, poteva far capire a chi ascoltava che la tensione del Vanni potesse essere ricondotta anche a questa vicenda…
Avv. Giangualberto Pepi: Mi scusi se la interrompo. Questo mi sembra che sia una impressione sua, una opinione sua su cui si potrà discutere a lungo.
M.G.: Va beh…
Avv. Giangualberto Pepi: No…
M.G.: Sì, comunque io ricordo questa telefonata che abbiamo noi sottolineato nella nota di trasmissione al P.M., come telefonata che poteva essere utile per le indagini specifiche che stavamo facendo sul Vanni.
Presidente: Io volevo sapere…
M.G.: Poi, come altro, non ne ricordo, perché…
Avv. Giangualberto Pepi: Ecco, quindi, nella sostanza, al di fuori di questa telefonata-..
M.G.: Che ricordi io, che ricordi io.
Avv. Giangualberto Pepi: …non c ‘ è altro.
M.G.: Poi, ecco, sicuramente ci ha materialmente seguito l’attività tecnica potrebbe anche ricordare qualche altra telefonata. Però che ricordi io, come telefonata insomma in qualche caso, non esprimo ecco la mia…
Avv. Giangualberto Pepi: Ecco.
M.G.: Come telefonata che ho memorizzato è questa qua. Poi, ripeto, non c’è stata la possibilità di poter ascoltare Vanni per via di questa malattia, di questo ricovero, di questa assenza da casa…
Avv. Giangualberto Pepi: Va be’, basta questa… Mi basta come risposta.
Presidente: Scusi avvocato Pepi, un attimo. lei ha detto che queste frasi che ha ripetuto ora il teste, sono un suo giudizio. Io non lo so, non abbiamo la trascrizione di questa telefonata. Se avete interesse, la potete produrre, vediamo.
P.M.: Per… così per chiarire. L’intendimento del P.M., dato che siamo in controesame, è quello di sentire i testi specifici indicati nella lista testi del P.M. che hanno coordinato, alle dipendenze del dottor Giuttari le operazioni di intercettazione e in particolare coloro che le hanno eseguite. In quella sede, quando sentiremo quelle persone, se non prima, il P.M. chiede di depositare…
Presidente: Va bene. No, io facevo presente questo: l’utilità di avere questa trascrizione.
P.M.: Chiederà di depositare quella trascrizione.
Presidente: Bene.
P.M.: Se necessario e il difensore lo ritiene, lo facciamo da subito, l’andiamo a cercare.
Presidente: No, no, va bene, va bene. Per chiarire questo particolare.
P.M.: Ecco, sarà un particolare che sarà oggetto di testimonianza e ovviamente di controesame in un momento successivo.
Presidente: Bene.
Avv. Giangualberto Pepi: La domanda era solo mirata a domandare se da queste intercettazioni era emerso qualcosa di importante relativo alle indagini. Perché…
Presidente: Sì.
M.G.: Credo, in questa telefonata che ricordo io, che io ricordi…
Avv. Giangualberto Pepi: Se lei ritiene importante…
M.G.: Questa telefonata che ho fatto trascrivere e che ho mandato quindi agli atti. Quindi…
Avv. Giangualberto Pepi: Passiamo avanti.
M.G.: La frase che io ricordo è quella che ho riferito.
Avv. Giangualberto Pepi: Bene. Senta, dottore, lei sa sicuramente – perché credo le abbia predisposte e comunque stabilite lei – sono state fatte delle perquisizioni in casa di Mario Vanni.
M.G.: Sì. Abbiamo…
Avv. Giangualberto Pepi: In che numero, che data, se lo ricorda o no? Questo comunque non ha molta importanza. Subito dopo l’arresto, prima dell’arresto, durante l’arresto…
M.G.: No, guardi, nell’ambito dell’inchiesta Bis, questa qua che, per intenderci, è partita, ho seguito io dopo il 15 ottobre ’95, il Vanni è stato perquisito sicuramente il giorno dell’arresto ed ero anch’io presente a casa Vanni. Quindi il 12 febbraio 1996. E ricordo che era stato perquisito anche prima, nell’occasione in cui abbiamo eseguito i decreti di perquisizione del P.M. nei confronti anche degli altri personaggi che erano emersi dalle prime indagini di questa inchiesta Bis. Cioè, la Gabriella Ghiribelli, Filippa Nicoletti, eccetera. Ed è la perquisizione del 23-24 gennaio ’96. Non ricordo esattamente il giorno… Comunque o 22, 23… 22-23 gennaio 1996. Quindi, nell’ambito di questa inchiesta sono state eseguite due perquisizioni domiciliari.
Avv. Giangualberto Pepi: Ecco, quello…
M.G.: Nell’ambito della prima inchiesta, risulterà poi dagli atti…
Avv. Giangualberto Pepi: Va be’, no, no. La domanda, dottore, era rivolta alla sua attività, non…
M.G.: Sì.
Avv. Giangualberto Pepi: …del presente procedimento. Nel quale Vanni ne ha avute parecchie di perquisizioni e di interrogatori vari. Io le chiedevo, in relazione proprio a questa perquisizione, è stata…
M.G.: È quella… Mi scusi, quella del gennaio, o quella del febbraio?
Avv. Giangualberto Pepi: Di tutte e due: gennaio e febbraio.
M.G.: No… A febbraio c’ero io, quindi…
Avv. Giangualberto Pepi: Va bene.
M.G.: A gennaio comunque è stata fatta dal mio ufficio. Mi dica, sì.
Avv. Giangualberto Pepi: Comunque i risultati lei li conosce.
M.G.: Sì, sì, certo.
Avv. Giangualberto Pepi: Ecco, io volevo sapere: è stato, in queste due perquisizioni, rinvenuto in casa Vanni, o nelle pertinenze di casa Vanni qualche cosa che attenga, strettamente agli omicidi che gli vengono contestati? Più precisamente: sono state trovate armi da fuoco, sono stati trovati reperti particolari? Perché questo la Corte non lo sa, è bene che gli venga riferito che cosa obiettivamente stato trovato e sequestrato in casa Vanni.
M.G.: Sì, sì. Armi da fuoco non ne sono state trovate. Sono stati trovati dei coltelli. Ricordo in particolare un coltello abbastanza grande, tipo da macellaio che era nel forno della cucina.
Avv. Giangualberto Pepi: esatto.
M.G.: Era messo dentro il forno della cucina. Poi delle… Non so come definirle, dei… Non proprio dei coltelli, falce. Comunque sono anche fotografati, potremmo anche far vedere la fotografia.
Avv. Giangualberto Pepi: Sì.
M.G.: Cioè, degli arnesi da taglio un po’ particolari.
Presidente: Falcetto, proprio.
M.G.: Eh?
Presidente: Falcetti.
M.G.: Tipo falcetti, però con la parte posteriore con un prolungamento, tipo una gobba affilata, proprio. Sinceramente non… Se possiamo farla vedere, ecco. È…
P.M.: Io lo voglio fare con l’altro teste. Comunque, dato che c’è l’argomento, se abbiamo… Forse l’unica cosa le dobbiamo prendere dal…
Presidente: Sì, allora vada a prendere il fascicolo di là.
P.M.: Ecco. Così magari questa volta siamo sicuri che è autorizzato.
Presidente: Le mette lì, e le utilizza tutte insieme.
P.M.: Bene.
Presidente: Porti tutto il volume. Mi pare che sia lì, non so.
P.M.: Allora tutte le cose fotografate. Ce ne sono altre, poi nel caso…
(voce non udibile)
Presidente: Allora. Ecco sì.
M.G.: Sì, questi sono gli oggetti che abbiamo sequestrato il 12 febbraio del 1996, coltello che era nel forno della cucina è quello contrassegnato dalla lettera.
P.M.: Forse abbiamo una foto anche particolare…
Avv. Giangualberto Pepi: Sì, sì, c’è.
P.M.: (voce non udibile)
Presidente: Piano, piano.
M.G.: Questo è quello che dicevo io.
Presidente: Una specie di pennato. Pennato, si dice in termine…
Avv. Giangualberto Pepi: Tipico per tagliare la legna.
Presidente: Sì.
P.M.: (voce non udibile)
M.G.: No, ce ne sono due di questo.
Presidente: Uno più grande e uno più piccolo, sì.
P.M.: Questo che cos’è…
M.G.: Questo è per affidare le lame, un affilalame.
Presidente: Sì, sì. Una pietra focaia.
M.G.: Sì. Pietra che è usata…
P.M.: (voce non udibile)
M.G.: Questo è il coltello…
Presidente: Questo è il coltello famoso.
M.G.: Sì. Abbastanza vecchio, non aveva tracce recenti. Abbastanza vecchio, tenuto però, trovato proprio quasi nascosto dentro la cucina, i fornelli sopra, il forno grande. Ecco, dentro il forno, sotto proprio, nascosto c’era questo coltello.
Avv. Giangualberto Pepi: Più che nascosto era, diciamo, nell’interno del forno.
Presidente: Nel forno.
M.G.: Sì, ma c’era qualcosa sopra. Cioè, aprendo lo sportellone non l’abbiamo visto, era…
P.M.: Dottore, ricorda chi materialmente lo ha rinvenuto, così lo chiederemo a lui…
M.G.: Uno dei miei collaboratori che era lì presente. Credo che sia stata la Scirocchi, credo. Se non ricordo male proprio la Scirocchi. Comunque uno dei miei collaboratori. Ma la Scirocchi…
P.M.: Grazie.
M.G.: O il dottor Vinci, comunque uno…
Presidente: Sempre il particolare…
M.G.: Questo è sempre il particolare del coltello. Questo è il fallo di gomma.
P.M.: (voce non udibile)
M.G.: Questo è l’altro particolare. Con le pile, perché era a batteria questo.
Presidente: Ah, batteria, sì.
M.G.: Un paio di scarponi. Questo è il particolare degli scarponi.
Presidente: Ecco, mi tolga una curiosità. Quando si è parla… Scusi se mi inserisco un attimo. A proposito di quegli scarponi. Io credo, io già immagino la risposta, ma in ogni modo è bene farla. Parlando, del delitto di Giogoli, la Polizia riferisce che c’era un’orma fresca di uno scarpone, eccetera.
M.G.: 44..
Presidente: Che ha lasciato una certa impronta, un certo segno…
M.G.: Ma io ho preso gli scarponi ricordandomi quel particolare.
Presidente: Siccome ne parlano tanti, che veniva da prima della…
M.G.: Ma là, leggendo gli atti all’epoca, sinceramente questa circostanza poi non si capisce cosa…
Presidente: No, no, volevo sapere una cosa. L ‘orma è diversa da quello scarpone lì?
M.G.: Questo non…
Presidente: L’avete verificato o no?
M.G.: Io l’orma di allora non l’ho vista, non ho trovato negli atti l’orma di allora. Io, sapendo che c’era questo particolare dello scarpone 44, trovandoli li ho sequestrati e poi li ho trasmessi al P.M.. Però, ecco, quell’episodio specifico non l’ho trovato io poi agli atti per fare il raffronto.
P.M.: Non c’è la possibilità…
Presidente: Non c’è perché non c’è la fotografia, o la descrizione.
M.G.: Per questo. Però ricordandomi, per averlo letto, quel particolare, trovando gli scarponi, li presi.
Presidente: Senta, senta, almeno questo: che numero di scarpa è quella lì?
M.G.: È molto grande, 44, 45. È grande…
P.M.: (voce non udibile)
M.G.: Sì, come misura corrispondeva, per questo…
P.M.: (voce non udibile)
M.G.: Poi avevo letto anche negli atti che la para di sopra era proprio disegnata e avevo visto i disegni qua, per questo l’ho sequestrata. Sì, l’ho sequestrata a posta.
P.M.: Se noi grattiamo c’è esattamente il numero.
M.G.: Sì, sì, è grande, 44, 45. Ah, 45.
Presidente: 45 .
M.G.: 45
Presidente: Bene.
Avv. Giangualberto Pepi: È anche più’ grande, ne prendiamo atto.
P.M.: Erano comode.
Avv. Giangualberto Pepi: O strette, non si sa… perquisizione… Ho dimenticato poc’anzi, signor Presidente, a proposito delle perquisizioni, ho detto nell’ambito dell’inchiesta bis due perquisizioni, 22 e 23 gennaio ’96, 12 febbraio ’96 – che è questa – c’è una terza perquisizione, in cui abbiamo sequestrato lo spolverino. Perché risultava dagli atti di interrogatorio che bisognava ricercare come riscontro uno spolverino dei Vanni, di quelli che solitamente si mettono per fare le pulizie e…
Avv. Giangualberto Pepi: Riscontro alle dichiarazioni del Lotti.
M.G.: Va a riscontro delle dichiarazioni del Lotti. Non l’ho citato per non creare sempre…
Presidente: No, ma la fonte la può citare, non può citare il contenuto.
M.G.: Ah, a riscontro delle dichiarazioni del Lotti in riferimento al delitto di Vicchio dell’84, quindi si è trovato poi in questa perquisizione lo spolverino.
P.M.: Bene.
M.G.: Non so, ci dovrebbe essere anche la foto dello spolverino in un altro fascicolo.
P.M.: È andato a…
M.G.: In un altro fascicolo della scientifica.
Presidente: Ecco, questo Spolverino ha un certo colore, no?
M.G.: Sì, credo che sia…
Presidente: Il Lotti parlò di un certo colore, o no? O disse uno spolverino e basta.
M.G.: Scuro disse, di quelli che si mettono gli operai. Non disse chiaro, bianco o coso… di quelli… E questo era credo bleu o grigio scuro, ma credo bleu che sia. Comunque lo possiamo vedere.
Presidente: Ora lo vediamo.
Avv. Giangualberto Pepi: Possiamo intanto andare avanti, o no?
Presidente: Sì, sì. Intanto possiamo andare avanti, poi dopo lo riprendiamo.
Avv. Giangualberto Pepi: Senta dottor Giuttari, poi, sempre in relazione all”abitazione e alle pertinenze del signor Vanni, visto che lei è stato appunto incaricato di dare riscontri alle dichiarazioni sia del Lotti che di altre persone che hanno parlato – in questo caso mi riferisco al Nesi – ha mica fatto delle indagini relative a un garage che il Vanni avrebbe, avuto in locazione da tal Guidotti Gino, dove avrebbe ricoverato la propria Vespa, o motociclo e che esito hanno avuto queste indagini?
M.G.: Sì. Posso?
Presidente: Sì, sì.
M.G.: La circostanza del garage è una circostanza che è (…)
M.G.: Prego.
Avv. Giangualberto Pepi: Siccome lei è molto abile nel rispondere, però non mi risponde esattamente a quello che io le chiedo. Io avevo chiesto, siccome Nesi parla che Vanni aveva in locazione, quindi dà anche un discorso giuridico, un garage di tal, come si chiama, appunto Guidotti Gino, io volevo sapere: lei ha riscontrato questa circostanza, esisteva un contratto di locazione con questo Guidotti Gino che dava in locazione a Vanni un fondo?
M.G.: Ma io ho già risposto che abbiamo riscontrato positivamente la circostanza. Che è stato trovato questo garage, che il titolare è morto, abbiamo sentito la moglie. Credo che abbia detto che pagava cinque mila lire, ma il contratto era un contratto cosi, verbale, contratto scritto non ne abbiamo trovato.
Avv. Giangualberto Pepi: Quindi però, da quello…
M.G.: Però la circostanza è stata confermata positivamente.
Avv. Giangualberto Pepi: Da quello che capisco però non c’è una conferma precisa da parte della signora e ne…
M.G.: No, la signora l’ha confermato, come no? Dice: ‘ sì, metteva la Vespa là il Vanni’, credo per cinque mila lire al mese, non so quanto poteva pagare all’epoca. Il locale oggi è diverso perché è stato ristrutturato, è chiaro che… il proprietario è morto quindi non è stato possibile assumere dirette informazioni. Però il locale è stato trovato.
Avv. Giangualberto Pepi: Senta…
M.G.: E stavo io aggiungendo, quella circostanza è relativa sempre al riscontro del locale del Nesi che diceva, riferisce questo fatto perché si era insospettito: ‘non mi ha fatto mai entrare in questo… Io qualche volta l’ho accompagnato, anche quando aveva qualche problema di candele la Vespa, per controllargliela, ebbene, il Vanni mi faceva aspettare fuori, tirava fuori dal garage la Vespa, la controllavo fuori, senza: farmi entrare dentro’ Ecco che alla luce di tutti questi fatti nuovi il Nesi ha ritenuto, il 26 febbraio del ’97, di riferire questa circostanza, che ripeto è stata riscontrata positivamente anche se è morto il titolare, ma con altri accertamenti.
Avv. Giangualberto Pepi: Io le chiedo ora, restando sempre a fatti strettamente connessi agli omicidi del “mostro, lei ha detto che sostanzialmente la sua attività è stata quella di riscontrare le dichiarazioni di Lotti. Però io le chiedo: ha per caso, nella sua attività investigativa, anche compiuto ulteriori indagini rispetto a quelle già fatte per il precedente processo, per’ cercare di individuare sia- la pistola che i famosi reperti?
M.G.: Ma guardi, la mia attività io ho detto, mi sembrava di essere stato chiaro soprattutto la prima volta, non è che si è basata soltanto a riscontrare le dichiarazioni del Lotti. È stata un’attività dapprima di analisi e poi di integrazione anche di quegli atti.
Avv. Giangualberto Pepi: Ecco, appunto…
M.G.: E quindi è stata un’attività complessa. Sui feticci, a cui lei fa riferimento, non li abbiamo trovati chiaramente. Speriamo che nel prosieguo possano essere chiariti anche questi aspetti. Però i feticci non li abbiamo trovati.
Avv. Giangualberto Pepi: Questo è un fatto certo e lo sapevamo tutti, la Corte lo stesso. Io le chiedevo soltanto, specificatamente, se lei si è occupato anche di questo aspetto. M.G.: Io mi sono occupato, sto continuando ad occuparmi anche di questo aspetto.
Avv. Giangualberto Pepi: Ecco. E allora senta, in base a questa circostanza e qui si rientra proprio nel concetto di riscontri alle dichiarazioni di Lotti in relazione al discorso feticci – lei ha fatto indagini di riscontro per accertare se una signora di nome Emanuela amica della Pia Rontini, abbia o meno ricevuto una lettera contenente parti anatomiche?
M.G.: Noi abbiamo identificato una Manuela che lavorava lì al bar di Vicchio, ma questa circostanza non emerge. Chiaramente bisogna anche comprendere che è un fatto che si riferisce all’84, non denunciato all’epoca, difficilmente la persona che ha ricevuto, se la Manuela o un’altra…
Avv. Giangualberto Pepi: No, dottore mi scusi, questa è un’osservazione assolutamente non sta…
Presidente: Va bene, va bene.
Avv. Giangualberto Pepi: Un fatto di questo genere una persona se lo ricorda, se viene sentita su questo punto. Quindi prendo…
P.M.: (voce non udibile)
Presidente: Non l’ha accertato.
Avv. Giangualberto Pepi: Prendo atto che non c’è stato un riscontro a dichiarazioni di Lotti, perché il Lotti ha fatto una dichiarazione ben precisa sul punto e non è riscontrata, ed io ne prendo atto.
M.G.: No, io la dichiarazione di Lotti, non è che dice… ‘una donna forse…’, non è preciso sulla… non è come la sta ponendo lei, così precisa…
Avv. Giangualberto Pepi: Eh, beh, insomma.
M.G.: … l’affermazione del Lotti, avvocato, mi consenta.
P.M.: (voce non udibile)
M.G.: No, assolutamente. Ma neppure… Dice: ‘forse una Manue. .. ho sentito parlare di una certa Manuela, ho sentito parlare di una certa Manuela’.
Avv. Giangualberto Pepi: Però se si vuole girare intorno, giriamoci intorno. (voci sovrapposte)
M.G.: Ma non è che dice: ‘la donna a cui è stato mandato il reperto si chiama così, così e così’. Non dà questi riferimenti Lotti.
Avv. Giangualberto Pepi: Siamo a Vicchio e non a Milano o a New York, per favore.
Presidente: Avvocato Pepi.
Avv. Giangualberto Pepi: Una Manuela…
Presidente: Non parliamo contemporaneamente. Se lei sa il nome di Questa donna ce lo dica, chiariremo e chiariremo la cir…
Avv. Giangualberto Pepi: L’ho fatto. L’ho bell’e fatto Presidente. Sarà sentita o Indicata anche come teste.
Presidente: Allora non c’è problema.
Avv. Giangualberto Pepi: Io ho preso atto che una dichiarazione di Lotti non è stata riscontrata, cioè ha dato esito negativo.
P.M.: Ecco, questo è importante il “sicuramente a Vicchio”, lei capisce. Ricorda o è in grado di focalizzare qualche luogo di Vicchio o…
Avv. patrizio Pellegrini: Avvocato Pellegrini, signor Presidente. Signora, chissà quante volte avete rivissuto nei 13 anni trascorsi, le ore e i minuti che hanno preceduto la notizia della morte di Pia. Io le devo chiedere, nella speranza che questo possa risultare utile alla comprensione di quei fatti, di ricordare per la Corte, dicendoci tutto quello che lei sa, ricorda, di quella giornata del 29 luglio 1984 che era una domenica. Ecco, cosa ha fatto Pia, quando lei l’ha vista, quando è stata l’ultima volta che l’ha vista. Tutto quello, credo che non ci sia bisogno di farle delle domande specifiche, ma soltanto chiederle di ricordare nel modo più sintetico, ma anche più completo possibile, tutto quello che di Pia lei ricorda in quella giornata.
P.M.: Sentiamo il signor Rontini.
Presidente: Allora, la signora può stare in aula, a questo punto, se vuole. Poteva avvertirla.
P.M.: Se crede. Forse non ha…
Presidente: Eh, lo immagino.
Renzo Rontini: Buongiorno.
Presidente: Buongiorno.
R.R.: Buongiorno, signor Pubblico Ministero.
P.M.: Buongiorno, signor Rontini.
Presidente: Signor Rontini, scusi vuole essere ripreso dalle telecamere? Signor Rontini, sono io.
R.R.: Sì, sì…
Presidente: Ha problemi, no?
R.R.: Nessun problema.
Presidente: Bene. Dov’è nato, signor Rontini?
R.R.: A NNNNNNNN, il 16 ottobre 1930.
Presidente: Ivi residente. Bene.
R.R.: Ivi residente. NNNNMMM.
Presidente: Sì, sì. Legga quel foglio che è davanti a lei.
R.R.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.”
Presidente: Bene. Ora pian piano risponda alle domande del Pubblico Ministero e poi degli altri difensori, di tutti i difensori. Va bene? Il Pubblico Ministero può partire.
P.M.: Una domanda a monte: lei è il papà di Pia Rontini?
R.R.: Sì.
P.M.: La domanda è una, sostanzialmente, che io le voglio fare, signor Rontini: lei ha mai visto prima che fosse noto nei processi l’imputato Vanni?
R.R.: Sì.
P.M.: Vuole spiegare dove, quando, in quale circostanza e come se lo ricorda.
R.R.: Allora, il giorno 29 di giugno io ho visto Vanni, precedentemente all’omicidio di Pia – le voglio ricordare che Pia era solo 25 giorni che lavorava in quel bar – due o tre volte. E mi sembra di averlo anche dichiarato nei miei verbali…
P.M.: Sì, è vero, signor Rontini.
R.R.: … dopo le 21.30 la sera. Girare da un’albero all’altro fuori del bar della Stazione, dove io ero seduto con degli amici. E voglio precisare anche questo: che, riconobbi il Vanni nel processo di Corte di Assise, quando Vanni venne a fare il testimone, testimoniò. E l’avvocato Patrizio Pellegrini fu l’unico a far dire a Vanni che aveva paura e che Pacciani lo aveva minacciato.
P.M.: Ecco, questa è una circostanza diversa, signor Rontini. Ne prendiamo atto. Volevo un attimo tornare sul suo ricordo di aver visto il Vanni. lei, se non ho capito male, dice: “l’ho visto due o tre volte nei giorni precedenti l’omicidio”, quindi ha lavorato 25 giorni, quindi è da presumere in quel periodo.
R.R.: Sì, una quindicina di giorni prima che succedesse l’omicidio di Pia.
P.M.: Lei ricorda di averlo visto più volte di seguito, o… cioè, in giorni successivi, o…
R.R.: In giorni successivi.
P.M.: Ecco, è diverso. Grossomodo l’orario era sempre quello.
R.R.: Le 21.30. Faccio presente però che da Vicchio, dopo le 21.30, non esiste mezzi di trasporto che riportano in una città, per esempio Firenze. Penso tantomeno a San Casciano.
P.M.: Va be’, questa è una sua deduzione su come era potuto venire lì. È questo che vuol dire?
R.R.: Sì, però…
P.M.: Ecco, allora la mia domanda è questa: lei ricorda di averlo visto con qualcuno, o l’ha visto solo?
R.R.: No, solo.
P.M.: Lei lo ha visto solo.
R.R.: Però, leggendo dalla stampa, so che il signor Vanni non ha la patente.
P.M.: Va bene…
R.R.: Di conseguenza qualcuno.
P.M.: Sì, sì, questa è una circostanza diversa. Noi dobbiamo rimanere un attimo al suo ricordo di allora. E il signor Vanni, o la persona che lei ha riconosciuto per Vanni, lo ha visto nella piazza o all’interno del bar?
R.R.: Non all’interno del bar, fuori del bar. Dove esistono degli alberi grossi dei tigli, mi pare. E lui girava in su e in giù.
P.M.: E lei ricorda, mi sembra abbia detto, aveva le mani in tasca…
R.R.: Sì.
P.M.: Mi sembra, ecco.
R.R.: Quasi il suo solito modo di camminare.
P.M.: Ecco, allora ci vuol far capire come a lei viene in mente questo ricordo? Come mai ha focalizzato… lei dice: ‘l’ho visto in televisione e mi sono ricordato…’
R.R.: No…
P.M.: No, lei lo ha visto qui, lo ha visto in aula.
R.R.: Io l’ho visto qui. E l’ho riconosciuto qui.
P.M.: In aula personalmente.
R.R.: Personalmente.
P.M.: Di questa circostanza ha poi parlato con sua moglie?
R.R.: No. Passò, mi pare, un giorno o due. E io avevo comprato il giornale L’Unità, dove c’era la fotografia del signor Vanni. E mia moglie mi disse: ‘io, quest’uomo, l’ho visto a Vicchio. Praticamente asserì quanto io avevo detto, all’avvocato Pellegrini appena visto il signor Vanni.
P.M.: Cioè, quando lei vide in aula il Vanni riferì la circostanza subito all’avvocato Pellegrini.
R.R.: Sì, immediatamente.
P.M.: Poi, successivamente, sua moglie le fece lo stesso tipo di confidenza, se si può dire, sulla sensazione che aveva avuto anche lei vedendolo in televisione.
R.R.: E fra l’altro, altre persone che conosco, dopo aver visto la fotografia di Vanni su l’Unità, dissero di averlo visto.
P.M.: Lei ricorda qualcuno di queste persone? Uno, indotto come teste.
R.R.: Io, ecco, io ricordo un certo P. S..
P.M.: Ricorda qualcun altro? siccome lei ha detto alcune persone…O ci sono persone che su questa circostanza hanno preferito defilarsi?
R.R.: Purtroppo Vicchio è stato un paese molto buono con noi, ma di una omertà incredibile, mi creda. Specialmente da coetanei di Pacciani.
P.M.: Senta una cosa, se non ho capito male, lei ha detto: ‘quando ero al bar la sera e ho fatto questo incontro, ero con degli amici’.
R.R.: Sì.
P.M.: Con questi amici lei ha parlato, ha cercato di sapere da questi amici se avevano un ricordo come lei, o non l’ha nemmeno fatto?
R.R.: Signor Pubblico Ministero, a quel momento chi è che poteva immaginarsi che Pia fosse uccisa…
P.M.: No, io le dico: successivamente se lei ha… Certamente, su questo… Forse mi sono spiegato male io nella domanda.
R.R.: No, forse sono io che ho capito male, dottore.
P.M.: Non si preoccupi, ci arriviamo. Quando poi lei ha questo ricordo, ne parla con l’avvocato Pellegrini, ne parla con sua moglie, lei si è ricordato la circostanza e ha detto: ‘uno che mi ha confermato di averlo visto anche lui è un certo S. P.. Però lei poi ha detto: ‘ci sono anche altri amici… ‘
R.R.: Me lo disse da sé, di questo…
P.M.: Ecco, lo disse…
R.R.: Questo S. P….
P.M.: Glielo disse…
R.R.: … non gli feci la domanda io, ma lui fu a dirmi: ‘ho visto il signor Vanni anch’io diverse volte’.
P.M.: Ricorda il S. quando le ha… Questo è importante. Ricorda quando il S. le ha fatto questo discorso? Dopo che lo aveva già riconosciuto anche lei, o anche il S. gli nasce questa…
R.R.: No, S. lo aveva visto sul giornale.
P.M.: Ecco, benissimo.
R.R.: Oltre il S. lei e sua moglie – le chiedo – lei dice: ‘c’erano anche altri amici, o coetanei’, o qualcosa del genere, mi sembra di capire, del Pacciani, o di queste persone, che lo avevano visto, però non sono state, almeno dalla Polizia identificate. Lei ha segnalato qualcuno, o è una cosa, una strada impercorribile, questa sua?
R.R.: No, io no….
P.M.: Per il motivo che lei dice dell’omertà.
R.R.: La certezza mia era sufficiente.
P.M.: Questo ne siamo…
R.R.: Di conseguenza…
P.M.: Però, nei processi se c’è…
R.R.: Io lo capisco benissimo, però l’investigatore non lo so fare.
P.M.: Benissimo. Io le chiedo: c’è qualcuno che lei ricorda che le abbia fatto un discorso simile a quello del S., o non c’è nessuno?
R.R.: No, anche perché non ho domandato a nessuno.
P.M.: Bene. Non ho altre domande. Grazie.
Presidente: I difensori?
Avv. Patrizio Pellegrini: Se anche il signor Rontini, come la signora, ci può ricordare i movimenti di Pia nella giornata del 29 luglio fino al momento in cui lei è stato a Vicchio quella sera.
R.R.: Volentieri. La domenica 29 luglio ’84 io ero a casa, guardavo una corsa di Formula 1. Non era… Pia aveva avuto la richiesta dal proprietario del bar di andare lì alle cinque di pomeriggio perché mancava un’altra persona, e Pia accettò. Pia era stata a casa quella domenica fino alle 16.30. Nel frattempo io avevo chiesto a Pia di andarmi a comprare una birra. Pia andò e poi fece una giratina con il suo fidanzato, una giratina di un quarto d’ora avendo l’impegno di andare a lavorare alle cinque. Mi portò la birra, ritornò a casa sicchè sarà stato venti alle cinque, un quarto alle diciassette, insomma, cinque. Si cambiò e io l’accompagnai a casa, l’accompagnai al bar insieme a mia moglie e mio cognato. Ci dammo un bacino, Pia mi disse, perché avevo d’andare a Livorno, ‘vai piano babbino’.
Avv. Patrizio Pellegrini: Nient’altro? Pia mostrava turbamento in quei giorni?
R.R.: Assolutamente no.
Avv. Patrizio Pellegrini: Assolutamente no. E lei era solito, o comunque capitava, è capitato, in quel breve periodo in cui Pia ha lavorato al bar, che lei la portasse al lavoro, la riaccompagnasse a casa soprattutto la sera tardi? Ci può dire qualcosa su queste abitudini?
R.R.: No. Io andavo lì al bar, perché Pia erano i primi giorni che aveva incominciato a lavorare, senza disturbarla stavo fuori su una seggiola e scambiavo qualche parola con delle persone, conoscenti. Perciò aspettavo che finisse di lavorare e poi me la riaccompagnavo a casa, ma senza disturbarla nel suo lavoro.
Avv. Patrizio Pellegrini: Certo. Questo quando si trattava del dopocena.
R.R.: Quando si trattava del dopocena.
Avv. Patrizio Pellegrini: E fu in una di queste occasioni, se ho ben capito, che lei vide che la persona che poi è stata…
R.R.: Sì, il signor Vanni.
Avv. Patrizio Pellegrini: Il signor Vanni.
R.R.: No una persona, il signor Vanni. Sicurissimo.
Avv. Patrizio Pellegrini: Bene. Il signor Vanni lei lo ha visto in qualche altra circostanza?
R.R.: Sì, l’ho visto in un’altra circostanza.
Avv. Patrizio Pellegrini: Ce la vuol descrivere?
R.R.: Sì.
Avv. Patrizio Pellegrini: Quando? Più o meno.
R.R.: Nel ’95, mi pare.
Avv. Patrizio Pellegrini: Dopo il Processo Pacciani?
R.R.: Dopo il Processo Pacciani. Cioè il 29/06 del ’95, questa è la ricevuta del ristorante dove io sono stato a mangiare.
Avv. Patrizio Pellegrini: Sì.
R.R.: Poi non nego che avrei avuto piacere di incontrarlo, il signor Vanni. Feci una giratina per San Casciano e lo trovai in un bar. Ma non avevo voglia di discutere. Entrai dentro questo bar e chiesi al proprietario del bar una birra. Mi trattenni. E quando Vanni mi vide si mise il giornale in capo, così, coprendosi e cambiando di colore. Fu il proprietario del bar – non so il proprietario, che era un signore che non riconoscerei – che mi disse, che ricordo benissimo: ‘signor Rontini, se lei aspetta che quel signore lì si levi il giornale dalla testa io chiudo tardi’. Mi trattenni ancora una decina di minuti, sorseggiai la birra lentamente. Ma avevo capito che mi aveva riconosciuto.
Avv. Patrizio Pellegrini: Sempre con il giornale in testa.
R.R.: Sempre con il giornale in testa.
Avv. Patrizio Pellegrini: Grazie signor Rontini, nient’altro.
R.R.: Prego.
Presidente: Altre domande?
P.M.: Nessuna, Presidente, il P.M.
Presidente: Va bene. Ma il giornale se lo mise così davanti o se lo mise in testa?
R.R.: Se lo mise così, tanto il giornale è bello largo.
Presidente: No, no tanto per… siccome lei parla sopra la testa. Sopra il volto…
R.R.: Ma va bene, mi perdoni sono un po’ ignorante in materia.
Presidente: No, no. Per capire, per capire noi dobbiamo accertare i fatti.
R.R.: Lui si coprì la faccia con il giornale.
Presidente: Bravo. È quello che vogliamo sapere.
R.R.: Però io con la coda dell’occhio lo vedevo che era rosso, verde e turchino, di tutti i colori.
Presidente: Bene. Non ho altre domande. Se non hanno domande può andare o può stare in aula se crede, va bene?
R.R.: La ringrazio, Presidente, ringrazio…
Presidente: Grazie. Niente, al lei. Pubblico Ministero ci sono altri testi?
P.M.: Non abbiamo altri testi per stamani. Avevamo…
Presidente: E allora…
P.M.: … fatto un po’ di calcoli sulla base della…
Presidente: Allora, dico subito, si riprende lunedì mattina alle 9.00.
P.M.: Bene.
Presidente: Mi raccomando porti i teste perché lavoriamo mattina e pomeriggio.
P.M.: Bene.
Presidente: Lunedì, mercoledì e venerdì, lo dico anche per la difesa, in modo che si possa regolare con i testi…
Avv. Giangualberto Pepi: Presidente, c’è un problema, c’è un piccolo problema.
Presidente: Dica.
Avv. Giangualberto Pepi: Mercoledì…
Presidente: Un momento per cortesia.
Avv. Giangualberto Pepi: Mercoledì, se non vado errato, è il due.
Presidente: Il due, sì.
Avv. Giangualberto Pepi: Mercoledì. .. perché mercoledì inizia il processo in Appello del cosiddetto processo Clan Nicotra. Tant’è che anche il Processo delle Stragi in quei giorni viene sospeso perché i difensori, specialmente nel Processo delle Stragi, sono tutti impegnati – me compreso – anche in quel processo lì. Io chiederei la cortesia, quantomeno per il due, che non si facesse udienza perché avrei dei grossissimi problemi, perché quest’altro processo non può essere rinviato.
Presidente: Allora possiamo fare martedì mattina.
Avv. Giangualberto Pepi: Martedì mattina io…
Presidente: Lunedì e martedì mattina e lasciamo mercoledì, come no? Ecco, io questo lo posso fare.
Avv. Patrizio Pellegrini: E poi anche giovedì e venerdì? No, per saperlo, per programmare.
Presidente: E poi venerdì, e poi venerdì.
Avv. Patrizio Pellegrini: Allora, lunedì, martedì e venerdì. Questi sono i tre giorni della prossima settimana.
Presidente: Possiamo recuperare il mercoledì facendo venerdì mattina, però, dico subito che io venerdì dalle due e mezzo in poi non posso, ho altri impegni, ho altre cose da fare. Quindi martedì mattina, primo luglio, fino alle due si può stare tranquillamente. Almeno da parte mia. Si può assecondare in questo l’avvocato Pepi. Il mercoledì possiamo saltare e poi si vede se andare a giovedì o venerdì.
P.M.: Per ora è sicuro che siamo lunedì tutto il giorno, martedì solo il mattino. Bene grazie.
Presidente: Allora, l’udienza è rinviata a lunedì 30, ore 9.00. Ordino nuova traduzione del Vanni.