1 Luglio 1997, 12° udienza, processo, Compagni di Merende Mario Vanni,  Giancarlo Lotti e  Giovanni Faggi per i reati relativi ai duplici delitti del MdF e Alberto Corsi per favoreggiamento.

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James Taylor, Luisa GraciliGiovanni ZanieriAldo Nesi

Presidente: Vanni è presente. Difeso dall’avvocato Pepi che è presente. Faggi non c’è. È rappresentato da Bagattini e Fenies. Lotti, che è presente. L’avvocato Bertini. Corsi Alberto? C’è Corsi Alberto?
Avvocato: No, Presidente.
Presidente: Non c’è. Zanobini non lo vedo… Ah, Zanobini eccolo qua. Sì, sì, presente. Le parti civili sono poche, oggi. Allora, c’è il professor Voena che sostituisce un po’ tutti gli altri.
Avvocato Voena: Sì, d’accordo.
Presidente: Luca Saldarelli, da chi viene sostituito?
Avvocato Voena: Lo sostituisco io. Va bene?
Presidente: Bene. Guido Puliti, lo stesso? Quell’avvocatessa, come si chiama?
Avvocato Leonardi: Leonardi. Sostituisco l’avvocato Curandai. E sono disponibile…
Presidente: Ah, benissimo. Allora mi sostituisce un po’ anche gli altri, Bene. Ciappi, Colao, Pellegrini, Santoni Franchetti e Eriberto Rosso. Va bene. Pubblico Ministero…
P.M.: Sì, Presidente.
Presidente: … possiamo iniziare.
P.M.: Il teste che sentiamo per primo è il signor Taylor James.
Presidente: Lei parla italiano, parla italiano lui?
J.T.: Sì, sì.
Presidente: Bene. Senta vuole essere ripreso dalle telecamere, o no?
J.T.: Meglio di no.
Presidente: Meglio di no. Va bene, allora, niente telecamere, per cortesia. Come si chiama?
J.T.: James Taylor.
Presidente: Dov’è nato e dove risiede?
J.T.: Sono nato a Xxxxxx, negli Stati Uniti. E risiedo in Xxxxxx.
Presidente: In che data è nato?
J.T.: XX/XX/XX.
Presidente: Residente a Xxxxxxx. Bene. C’è quel foglio lì, lo legga, per cortesia ad alta voce.
J.T.: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di guanto è a mia conoscenza”.
Presidente: Ora sarà esaminato dal Pubblico Ministero e dagli altri difensori. Risponda con calma e ci dica solo appunto la verità. Bene?
J.T.: Bene.
Presidente: Pubblico Ministero, prego.
P.M.: Grazie, Presidente. Signor Taylor, può riferire alla Corte da quanto tempo lei abita o vive in Italia?
J.T.: Dall’80, più o meno. Ho perso il conto, ma più o meno…
P.M.: Lei ricorda dove abitava, o dove viveva nel 1985?
J.T.: Sì.
P.M.: Ce lo può dire?
J.T.: Via di Faltignano numero 1, dove risiedo ora.
P.M.: Tuttora. Lei ricorda di essersi recato il giorno 9 settembre dell’85, cioè il giorno in cui furono scoperti i cadaveri, quell’omicidio che avvenne in quella data, di essersi presentato lei dai Carabinieri?
J.T.: Sì.
P.M.: Può spiegar come mai si presentò dai Carabinieri quel lunedì e cosa riferì?
J.T.: Posso spiegare che quella sera appunto, tornando a casa la sera del delitto avevo visto una macchina parcheggiata.
P.M.: Mi perdoni. Sì, sì, è questo il racconto.
J.T.: Sì.
P.M.: Dobbiamo essere un attimo precisi.
J.T.: Sì, mi scusi.
P.M.: E quella sera, che sera è?
J.T.: Non mi ricordo.
P.M.: Le date, le disse ai Carabinieri.
J.T.: Sì.
P.M.: Cioè, lei si presenta ai Carabinieri il giorno in cui .viene scoperto l’omicidio. Dico bene?
J.T.: Senta, effettivamente sono passati un po’ di anni.
P.M.: Certo.
J.T.: Io, quello che vorrei dire, che quello che ho giurato al momento…
P.M.: È la verità.
J.T.: … è quello che posso dire. Oltre quello ormai sono passati, è passato qualche anno…
P.M.: Noi siamo pienamente consapevoli di questa sua dichiarazione.
J.T.: Ecco.
P.M.: Abbiamo un problema tecnico nostro.
J.T.: Sì.
P.M.: Cioè, nel nostro ordinamento abbiamo necessità, ove è possibile, di far ricordare a lei ciò che disse. Se lei lo ricorda e lo può riferire alla Corte, bene; altrimenti lei ha fatto addirittura un disegno all’epoca…
J.T.: Sì, mi sembra di sì.
P.M.: Lo dette ai Carabinieri, c’è la sua firma. Io poi glielo mostro. Volevo vedere, prima di…
J.T.: Non l’ho più visto.
P.M.: Non l’ha più visto. Prima di sollecitare a lei il suo ricordo con quello che dichiarò, vedere cosa ricorda lei.
J.T.: Sì.
P.M.: Cosa vide. Allora lasciamo pure il discorso di esattamente la data. Ricorda cosa stava facendo e che cosa vide, da dove veniva, dove stava andando?
J.T.: Allora, il giorno, la sera del delitto?
P.M.: Sì. Noi sappiamo che è la sera del delitto. . .
J.T.: Tornavo a casa da una…
P.M.: Quindi era una domenica
J.T.: Sì. Non…
P.M.: Non lo ricorda.
J.T.: Bene, bene, grazie.
P.M.: Stava tornando
J.T.: Tornavo a casa con la macchina.
P.M.: Da dove, da dove veniva?
J.T.: Da Firenze, credo. ,
P.M.: Ecco, e si stava dirigendo in direzione della sua casa verso San Casciano.
J.T.: Sì, esatto. Salivo via degli Scopeti, la strada solita…
P.M.: Saliva via degli Scopeti. Quella necessaria per arrivare a casa sua.
J.T.: Sì.
P.M.: Era da solo, o era in compagnia?
J.T.: Ero in compagnia della mia convivente.
P.M.: Si chiama?
J.T.: Luisa Gracili.
P.M.: Anche all’epoca viveva con lei…
J.T.: Sì.
P.M.: Quella sera era con lei?
J.T.: Sì.
P.M.: Ho capito. Ricorda cosa vedeste, o cosa vide lei? Che cosa poi vi colpì che andaste l’indomani a raccontarlo ai Carabinieri.
J.T.: Lì per lì non mi colpì niente. Il giorno dopo, tornando a casa e vedendo quello che era successo, mi sono detto: ‘ah, ma io ieri sera mi sa di aver visto la macchina…’
P.M.: Ecco, allora cosa ha visto ce lo può raccontare?
J.T.: Senta, come vorrei dire, siccome poi i nomi delle date io non ho riletto la dichiarazione… Cioè, non l’ho riletta, me l’hanno fatta leggere qualche mese fa, io non mi ricordo nemmeno cosa c’è scritto.
P.M.: Ho capito. Se io le faccio vedere il disegno che fece all’epoca…
J.T.: Sì, volentieri, grazie.
P.M.: Eh? Possiamo mostrare quel disegno? Innanzitutto ci dice se lo ha fatto lei, o se… Vogliamo mostrarlo, per cortesia? Se possiamo centrarlo, ancora di più, perché c’è una firma in fondo.
J.T.: Sì, la firma la vedo, sì.
P.M.: Si può… ecco, ingrandire? Lei lo ricorda questo disegno?
J.T.: Se c’è la firma, va bene.
P.M.: Controlli, se c’è.
J.T.: No, la firma la vedo, la firma c’è, va bene.
P.M.: Il disegno lo ha fatto lei, o lo fece qualcuno?
J.T.: Io ho paura proprio di dire che lo ha fatto qualcuno, perché io disegno… bene. Quello non è…
P.M.: Ecco, ho capito. Le indicazioni per fare quel disegno le ha date lei?
J.T.: Sicuramente.
P.M.: Ecco, allora, vedendo ora il disegno…
J.T.: Sì.
Presidente: Possiamo farglielo vedere in originale, farglielo vedere così, in foglio, proprio… ;
P.M.: Sì, lo vogliamo mostrare direttamente?
Presidente: Si rende conto meglio?
P.M.: Ricorda ora vedendo il disegno qual era la situazione che lei dichiarò ai Carabinieri? Altrimenti io chiedo di essere autorizzato a sollecitarle il ricordo con quello che ha detto. Ma, sembra di capire, no? dal disegno, che lei aveva visto qualcosa, una macchina in un certo punto…
J.T.: Sì.
P.M.: Questi ricordi li ha oggi, o no?
J.T.: Molto vagamente, molto vaga… No, è un processo di un certo rilievo, insomma, io vorrei attenermi a quello che avevo sottoscritto, eccetera.
P.M.: Bene, penso a questo punto dobbiamo leggerlo.
Presidente: Lo legga, sì, sì, lo legga.
P.M.: Lei dichiarò, presentandosi dai Carabinieri di San Casciano il giorno 9 settembre, che è il giorno in cui fu scoperto il delitto, è un lunedì, lei – a leggere questo verbale – si presenta ai Carabinieri alle 19.50, cioè la sera.
J.T.: Sì.
P.M.: I Carabinieri intervengono sul posto intorno, alle una, le due. Più verso le 14.00. Quindi poche ore dopo la scoperta del delitto, lei si presentò ai Carabinieri e fa questa dichiarazione. Dice: “Verso le ore 0.15-0.45” – della notte, questo lo dico io – “non posso essere più preciso, transitavo con la mia ragazza, Luisa Gracili, che vive, in San Casciano all’indirizzo ove sono ospite, a bordo di una Citroen 2 cavalli di proprietà della mia ragazza” – lei disse – “sulla Statale che conduce a San Casciano provenendo da Firenze. Giunti in località Scopeti, nello stesso luogo ove oggi ripassando ho visto un assembramento di persone, ricordo di aver notato sul ciglio della strada, lato destro, direzione San Casciano, una FIAT 131 di colore argento. Data l’ora, non ho fatto molto caso alla vettura. Soltanto oggi, ritransitando dal posto, notando un assembramento di persone, ho saputo cosa fosse successo. Ed ho ricollegato la vista della vettura della notte precedente. Di quel mezzo ricordo solo che era una FIAT 131 di colore argento. Non so neppure se era targata Firenze. Ricordo a tale proposito di avere oggi, dopo aver appreso il fatto, discusso con la mia ragazza sulla presenza di quell’auto e di averle detto che la targa, per me, era di colore rosso. Lei invece sostiene che la targa era di colore bianco”. Non ha indicazioni da dare in fede di quanto sopra, mi sottoscrive: “Si dà atto che al verbale viene allegato un foglio ove è stata tracciata una piantina del luogo, è stata vista la vettura indicata”.
J.T.: Sì.
P.M.: È così?
J.T.: Sì.
P.M.: Conferma…
J.T.: Confermo molto volentieri, sì.
P.M.: Non ho altre domande.. Grazie.
Presidente: Parti civili? I difensori?
Avvocato: Io, una domanda, signor Presidente. Signor Taylor, lei disse ai Carabinieri di San Casciano – come le ha letto il Pubblico Ministero – che lei passò intorno alle 0.15, o 0.45.
J.T.: Sì.
Avvocato: Mi rendo conto che sono passati 12 anni…
J.T.: Grazie.
Avvocato: Ecco, lei è in grado di chiarire come mai questa differenza di mezzora, rispetto…
J.T.: Perché non avrò guardato certo l’orologio tornando a casa. Tanto non andavo a lavorare, insomma, ecco.
Avvocato: Comunque era dopo la mezzanotte.
J.T.: Presumo di sì, se è quello che ho dichiarato allora, sicuramente è abbastanza accurato.
Avvocato: Si ricorda se il ricordo suo e quello della sua ragazza, relativamente al colore dell’auto, coincideva? Immagino che avrete commentato questo fatto insieme. Ecco, se vi era un ricordo uniforme sul colore dell’auto.
J.T.: Mi potrebbe ripetere, che veramente non ho sentito…
Avvocato: Dico, signor Taylor, probabilmente immagino che lei avrà commentato con la sua ragazza la deposizione ai Carabinieri e avrete cercato di ricordarvi insieme quello che vedeste quella sera.
J.T.: Sì.
Avvocato: Ecco, si ricorda se i vostri ricordi – quelli suoi e della sua ragazza – coincidevano, coincidevano su tutto…
J.T.: Mi sembra che non coincidevano. Poi ora, cioè…
Avvocato: Cioè, lei non ricorda quali erano i fatti che non coincidevano?
J.T.: Ma mi sembra il colore della macchina. Ma poi c’è scritto tutto, ecco.
Avvocato: Grazie. Non ho altre domande.
J.T.: Prego.
P.M.: Presidente, avrei ancora una domanda.
Presidente: Prego. Bene, può riprendere, sì sì.
P.M.: Signor Taylor, lei ricorda se poi vi siete… Cioè, anzi, partiamo da questo: la sera in cui fu sottoscritto quel verbale, cioè il lunedì sera abbiamo visto alle 19.50, lei andò da solo o c’era anche la Gracili dai Carabinieri?
J.T.: Dai Carabinieri lì a San Casciano?,
P.M.: Sì.
J.T.: No, non mi ricordo.
P.M.: Non ricorda. Lei ricorda se successivamente, cioè il giorno dopo, il 10 di settembre, siete nuovamente andati, o se è andata la Gracili per conto suo?
J.T.: Non mi ricordo.
P.M.: Non si ricorda. Lei ricorda se la signora Gracili le ha parlato di aver visto, nei giorni precedenti l’omicidio, nel luogo Scopeti, una 128 rossa?
J.T.: Non mi ricordo.
P.M.: Non ricorda. No, c’è una…
J.T.: Mi dispiace. Veramente non vorrei rispondere così, ma…
P.M.: No, no, ma noi…
J.T.: Ecco.
P.M.: Ci sono dei documenti che attestano questo.
J.T.: Appunto.
P.M.: E quindi non è la difficoltà di provare cosa avvenne allora. È per vedere se lei lo ricorda ora.
J.T.: Sì,.
P.M.: C’è un appunto relativo alla signora Gracili che avrebbe visto questa 128 rossa. Io le chiedo se lei, di questo fatto, ricorda qualcosa. Se lo ha visto anche lei, allora.
J.T.: Non potrei giurare niente.
P.M.: Bene. Io non ho altre domande, grazie.
Presidente: Bene. Può andare allora, grazie.
J.T.: Grazie. Buongiorno.

Presidente: C’è la Gracili, no?
P.M.: Sì, Presidente. Gracili Luisa.
Presidente: Buongiorno. Come si chiama?
L.G.: Gracili Luisa.
Presidente: Dov’è nata?
L.G.: A Xxxxx il XX/XX/XX.
Presidente: Residente a Xxxxxxx?
L.G.: Via Xxxxxxx.
Presidente: Senta, legga lei.
L.G.: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione’, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.”
Presidente: Le telecamere la possono riprendere, o no?
L.G.: Boh,.va be’, facciamo…
Presidente: Va bene. Allora può rispondere alle domande del Pubblico Ministero e poi dei difensori, eh.
P.M.: Una preliminare, signora. Può spiegare alla Corte qual è la sua professione?
L.G.: Io faccio l’avvocato.
P.M.: Senta una cosa: nel 1985 dove viveva, lo ricorda?
L.G.: Ero residente a Prato, ma vivevo a Xxxxxx, dove risiedo tuttora.
P.M.: Lei ricorda di essere passata dalla via degli Scopeti la sera prima dell’omicidio che fu…
L.G.: Si, questo…
P.M.: La sera prima del giorno che fu scoperto l’omicidio che era…
L.G.: Sì, mi ricordo di essere passata. È un ricordo che ho soprattutto per il fatto che ne abbiamo parlato varie volte in casa. Cioè, non ho un ricordo diretto e immediato, però mi ricordo, sì.
P.M.: Il ricordo che ha lei, indipendentemente dal fatto che…
L.G.: Comunque, sì, sono passata…
P.M.: Ecco, come è questo ricordo? Se ce l’ha ora ancora, sennò…
L.G.: Appunto, le dico: cioè, io ho tenuto questo ricordo un po ‘ nel cassetto per molto tempo, per cui non è. . . non è vivido. Ora non saprei come spiegarmi, però mi ricordo che la sera del giorno precedente a quello in cui fu scoperto l’omicidio, io passai lì da via degli Scopeti, la notte.
P.M.: Insieme al Taylor?
L.G.: Al signor Taylor.
P.M.: Eravate in macchina?
L.G.: Eravamo in macchina.
P.M.: Guidava lui, o guidava lei?
L.G.: Guidava lui.
P.M.: Ricorda che macchina avevate?
L.G.: Avevamo, mi sembra, una 124 bleu. O una. . . Non me lo ricordo, via, non…
P.M.: Vede, lui si ricorda un’altra macchina…
L.G.: Eh, non…
P.M.: Lei ricorda da dove venivate e in che direzione?
L.G.: Tornavamo da Firenze, eravamo stati forse, mi sembra, al cinema, ad un cinema all’aperto e tornavamo a casa.
P.M.: E siete passati davanti, per la strada che passa, che costeggia la piazzola dell’omicidio?
L.G.: Sicuramente.
P.M.: Cioè, lei…
L.G.: Noi passiamo… quella lì è la strada per andare a casa nostra, la più breve da Firenze.
P.M.: Ecco, la casa vostra, rispetto, venendo da Firenze, rispetto alla piazzola, è più. avanti…
L.G.: È verso San Casciano.
P.M.: Molto oltre, o…
L.G.: No, non molto oltre. Al primo bivio noi giriamo a destra e lì c’è casa nostra.
P.M.: Ricorda innanzitutto se lei, davanti alla piazzola dell’omicidio, o nei pressi, lei vide qualcosa, oppure il ricordo che ha è perché glielo ha riferito poi il Taylor?, innanzitutto.
L.G.: Mah, questo è difficile da dire. Io non… Lei mi chiede una cosa pressoché impossibile, perché…
P.M.: Benissimo.
L.G.: … sono ricordi…
P.M.: Allora, il ricordo che lei ha ora, indipendentemente dal fatto che sia suo personale…
L.G.: Indotto da…
P.M.: … o indotto da Taylor, di cosa parlaste?
L.G.: Parlammo che avevamo visto una macchina. Io mi ricordavo appunto, io non riconosco molto bene le macchine, però… che era sicuramente mi sembra una FIAT abbastanza grossa. E poi mi ricordo appunto, noi discordavamo sul colore di questa macchina.
P.M.: Fra voi.
L.G.: Fra noi. Uno, diceva grigia; e uno diceva bianca. Mi sembra.
P.M.: Ecco, siccome dal verbale…
L.G.: Mi sembra.
P.M.: … mi scusi, risulta, da quello che dice Taylor, che la discordanza era sul colore della targa, lei non è per caso che confonde sul colore della targa, o confonde anche il colore della macchina? Il verbale di allora, redatto la sera stessa, sembra che la discordanza sia sul colore della targa.
L.G.: No, a me sembra sul colore della macchina, perché… Io ho questo ricordo. È strano, mi ricordo solo questa cosa: che nel pomeriggio in cui fu scoperto l’omicidio, lui mi telefonò, io ero a lavoro, da casa. Abbastanza agitato mi disse: ‘ma te che ti ricordi, cosa abbiamo visto ieri sera tornando a casa?’. E io gli dissi… sulla piazzola degli Scopeti, ovviamente. E io gli dissi: ‘una macchina’. ‘Ma di che colore era…’, ecco, questo è il ricordo che io ho più vivido della vicenda.
P.M.: Però, questo ricordo, glielo sollecitò lui. Sembra che fu lui.
L.G.: Sì, mi telefonò, mi disse perché appunto lui era passato di lì, aveva…
P.M.: Aveva avuto cognizione di questo fatto.
L.G.: Sì, di questo fatto.
P.M.: Senta ancora una cosa: lei ricorda poi le occasioni immediate, dopo l’omicidio in cui si è presentata ai Carabinieri, o le ha sfumate anche queste? Se c’è stata una, o due volte…
L.G.: Io mi ricordo che ero andata dai Carabinieri, proprio per dire quello che avevo visto. Però non mi ricordo… Cioè, nei giorni sicuramente, o il giorno successivo, o il giorno dopo, due giorni dopo, questo non mi ricordo esattamente quando. Mi ricordo che sono andata.
P.M.: Senta, io le ho mostrato qualche tempo fa, un appunto che era stato trovato nella caserma de Carabinieri di San Casciano datato 10/09/95. S
L.G.: Sì.
P.M.: In cui i Carabinieri danno hanno che è stato steso dall’allora comandante della Stazione. Ma è un appunto del comandante in cui non c’è nessuna sua sottoscrizione. In questo appunto io le dissi che si parlava di una determinata circostanza che sembra aver riferito lei. Ed è una circostanza diversa da quella di quella notte. Lei, quando io le ho mostrato questo appunto, mi ha detto: ‘se così è scritto, lo avrò detto io. Ma non lo ricordo’.
L.G.: Sì.
P.M.: Le chiedo: lei, di questi fatti, indipendentemente dalla FIAT vista quella sera, ricorda di aver riferito ai Carabinieri, su quella piazzola, qualcosa? Lo ricorda di suo, indipendentemente da…
L.G.: No, purtroppo no. Io ci ho ripensato… Cioè, purtroppo, purtroppo non lo so, ma insomma… Io ho ripensato in questo mese più o meno che è trascorso, ma non, veramente non ho ricordo di quella cosa.
P.M.: Posso leggerle questo appunto, così lei mi dice cosa ricorda. L’appunto è apparentemente redatto – anzi, direi non apparentemente, perché c’è una annotazione dei Carabinieri di San Casciano – dal maresciallo di allora. È a carte 927, ma è un documento, datato 10/09/85, cioè il giorno successivo ancora alla scoperta. E c’è questa annotazione, dice: “Gracili Luisa, nata…”
Avvocato Pepi: Presidente, Presidente, mi scusi. Ci sarebbe opposizione. Non è un atto…
Presidente: Non è una contestazione, avvocato.
Avvocato Pepi: Eh, ho capito, ma…
Presidente: Per sollecitare il ricordo…
Avvocato Pepi: … è un atto informale. Non si sa nemmeno esattamente bene la provenienza.
P.M.: No, la provenienza la conosciamo, io ho fornito il documento. Il difensore lo sa, perché è depositato. Sono: carte 926 e 927. La provenienza è certa, E la teste è già stata interrogata sul fatto, Presidente. Quindi, su questo, mi sembra che…
Presidente: Va bene. Vada avanti.
P.M.: Grazie. L’appunto dice, appunto fatto dal comandante, sembra il maresciallo, allora comandante della Stazione, che viene allegato in originale agli atti, dice: “Gracili Luisa, nata a Xxxxxxx il XX/XX/XX, residente a Xxxxxx via Xxxxxxx, domiciliata in Xxxxxxxx via Xxxxxxx, telefono XXXXXXX”.
L.G.: Sì.
P.M.: Le si riconosce in queste generalità?
L.G.: Sì.
P.M.: È lei. E nell’appunto viene annotato: “Dice di aver notato, visto spesso nel luglio e ultimamente, un’auto FIAT 128 rossa. Non ricorda la targa, con nessuno a bordo”. Questo appunto, può nascere da dichiarazioni sue, fatte da lei a questo comandante? Perché così apparentemente sembra, ma indipendentemente da questo, di questa circostanza di una 128 rossa che lei avrebbe visto nel luglio e ultimamente… C’è da presumere, ma questa è una presunzione, ovviamente se scrivono il suo nome in quegli atti lì, in relazione a quell’omicidio e a quel luogo, le ricorda qualcosa questo fatto?
L.G.: No, non mi ricorda niente. Cioè, mi ricordo di quel foglietto che lei mi ha fatto vedere, e sicuramente sono io la persona lì indicata, perché appunto coincide tutto, però io non… di una 128 ro… cioè, di quello di cui si dice, che io ho visto lì, nella piazzola degli Scopeti, una 128…
P.M.: Non le viene in mente?
L.G.: Non mi viene in mente nulla.
P.M.: Bene, grazie. Non ho altre domande. Chiedo di produrre il documento.
Presidente: Le altre parti? Avvocato Bagattini?
Avvocato Bagattini: Sì, grazie. Signora, il suo compagno, il signor Taylor, riferendosi alla sera nella quale passaste nella via degli Scopeti, ha parlato di un orario che è, ricordo, fra la mezzanotte e un quarto e l’una meno un quarto, lei è in grado di riferire qualcosa di più preciso. Anche, voglio dire, ricostruendo quello che voi faceste la sera.
L.G.: No, perché come ho prima detto, io penso che noi siamo andati al cinema. Lei si rende conto, sono ormai 12 anni fa. Sicuramente non ricordo né che film. Dico un cinema all’aperto, per cui l’orario probabilmente, presumibilmente è giusto e oscilla su quell’ora. Però io non…
Avvocato Bagattini: Ecco, lei ricorda se all’uscita dal cinema faceste qualche cos’altro, tornaste subito…
L.G.: Mi sembra di no, anche perché poi il giorno dopo dovevamo andare a lavorare, insomma…
Avvocato Bagattini: Il signor Taylor, per la verità, ha detto che il giorno dopo non sarebbe dovuto andare a lavorare.
L.G.: Io sì, sicuramente. Perché ho questo ricordo, non so se ha sentito prima, che lui mi chiamò al lavoro e mi chiese…
Avvocato Bagattini: Sì. Sì, infatti.
L.G.: … di questo. Per cui io sicuramente dovevo andare a lavorare…
Avvocato Bagattini: Comunque questo orario: mezzanotte e un quarto, una meno un quarto, ecco, è compatibile, verosimile.
L.G.: È presumibilmente verosimile, sì.
Avvocato Bagattini: La ringrazio.
Presidente: Altre domande? L’avvocato Pepi niente? Allora può andare, grazie. ?
L.G.: Grazie.

P.M.: Sentiamo, Presidente, Zanieri Giovanbattista.
Presidente: Come si chiama lei?
G.Z.: Giovanni Zanieri.
Presidente: Battista, no? Anche Battista?
G.Z.: Sì, sì.
Presidente: Va bene. Dov’è nato?
G.Z.: Xxxxxxxxxx, il XX/XX/XX.
Presidente: Residente, a Xxxxxx?
G.Z.: Sì. “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.”
Presidente: Bene. Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Grazie. Signor Zanieri, può spiegare innanzitutto alla Corte qual è la sua professione?
G.Z.: Sono commerciante, orefice.
Presidente: Ah, scusi, vuol essere ripreso dalle telecamere, o no?
G.Z.: No.
Presidente: No. Allora, per cortesia, niente telecamere.
P.M.: Ha un negozio, quindi?
G.Z.: Sì, ho un negozio…
P.M.: Dove?
G.Z.: In piazza Pierozzi a San Casciano Val di Pesa.
P.M.: Senta, lei conosce in qualche modo le persone imputate in questo processo? Mi riferisco al signor Vanni e al signor Lotti.
G.Z.: Sì, li conosco perché sono…
Presidente: Per cortesia, un po’ di voce, alzare il tono di voce.
G.Z.: Sì. Li conosco perché sono del mio paese, insomma. Sono paesani, così.
P.M.: Senta lei ha occasione, ha mai avuto occasione in passato, o ora, di frequentare il Bar Centrale di San Casciano?
G.Z.: Sì. Tuttora sono frequentatore del bar.
P.M.: Cosa, ci va la sera, non so…
G.Z.: Ci vo la sera, la sera per giocare al biliardo.
P.M.: E lei ricorda se all’epoca dell’omicidio dell’85, lei frequentava questo bar?
G.Z.: Sì, io l’ho sempre frequentato.
P.M.: All’epoca lo frequentavano anche il Lotti e il Vanni, che lei ricordi? Indipendentemente dai giorni, eh, dico come frequenza.
G.Z.: Sì, qualche volta ce li ho visti.
P.M.: Lei conosce Pucci Giancarlo?
G.Z.: Pucci?
P.M.: Pucci Fernando, chiedo scusa.
G.Z.: Sì.
P.M.: Anche lui frequentava il bar ed è amico…
G.Z.: Non ce l’ho mai visto lui, lì. Al bar lì non ce l’ho mai visto.
P.M.: L’ha mai visto il Pucci in compagnia del Lotti?
G.Z.: Sì, mi sembra qualche volta di averlo visto.
P.M.: Anche in compagnia del Vanni ?
G.Z.: Sì.
P.M.: Anche tutti e tre insieme?
G.Z.: Sì, mi sembra qualche volta di averlo visto anche tutti e tre insieme.
P.M.: Il Pacciani in quel bar, Pacciani Pietro in quel bar ce l’ha mai visto?
G.Z.: No, mai visto.
P.M.: Ha mai visto il Pacciani in compagnia del Lotti, o del Vanni, o del Pucci?
G.Z.: No.
P.M.: Senta, lei è in grado di indicare qualche persona che, come lei e come quelle che abbiamo indicato finora, frequentava all’epoca il bar di San Casciano? Indicativamente, quelli che lei…
G.Z.: Io tutti non me li ricordo.
P.M.: Può dire quelli che ricorda?
G.Z.: Ho detto…
P.M.: Lei l’ha già detto e volevo…
G.Z.: Sì, appunto, ci siamo trovati, ci si trovava la sera al bar.
P.M.: Può indicare…
G.Z.: Con alcune persone: c’era l’avvocato Corsi… chi c’era poi? P. A. No? Sbaglio?
P.M.: Non lo so io.
G.Z.: Non lo so, io non mi ricordo, l’avevo già detto…
P.M.: Mi perdoni. Mi perdoni signor Zanieri, lei se non lo ricorda vediamo il verbale, però è bene che ricordi quello. Se chiede a me sbaglio, mi dà l’indicazione che io l’ho avuto da lei quindi…
G.Z.: Sì, ci si trovava la sera… Sì, ho capito. La sera ci si trovava con queste persone.
P.M.: Lei ricorda qualchedun altro?
G.Z.: Sì. Poi chi c’era? M. R., N. G. mi sembra. Poi ora, tutti non me li ricordo.
P.M.: Comunque alcuni li ha indicati al P.M..
G.Z.: Sì.
P.M.: Senta, lei ricorda di aver sentito, nel bar, da qualcuno degli avventori, o da qualcuno di specifico, che la sera dell’omicidio dell’85, dalla piazzola degli Scopeti, il Lotti era passato di lì?
G.Z.: Se l’ho sentito dire, qualche giorno dopo, non la sera.
P.M.: Sì, sì. No, no, qualche giorno dopo.
G.Z.: E’ chiaro. Sì, però io… forse, gliel’ho detto, che non mi ricordo bene, ma qualcuno l’avrà detto, non il Lotti. L’ha detto qualcuno che era lì, che il Lotti si sarebbe fermato… però sono voci di bar, ecco.
P.M.: Sì, le voci di bar però lei le ha potute sentire da qualcuno delle persone che abbiamo indicato finora?
G.Z.: No, dalle persone… no, da loro no.
P.M.: Da loro, no.
G.Z.: L’ho sentito dire da qualcuno nel bar. Da chi di preciso non lo so dire.
P.M.: Probabilmente anche qualcuno di questi indicati, o non è in grado di dirlo?
G.Z.: No, no, questo non…
P.M.: Chi esattamente non è in grado di dirlo.
G.Z.: Non sono in grado di dirlo.
P.M.: Senta, ricorda se, in questo racconto che facevano, dicevano che erano il Lotti e il Pucci che erano passati di li, o solo il Lotti?
G.Z.: No. Semmai solo il Lotti.
P.M.: Io, signor Zanieri, la vorrei invitare a ricordare. Perché lei dice: “Questo discorso l’hanno fatto diverse persone ed anche il Lotti. Non rico…” (voce fuori microfono)
P.M.: Prego? (voce fuori microfono)
P.M.: Siamo al verbale del 24 gennaio al P.M. . Dice: “Questo discorso” – quello che abbiamo detto finora – “l’hanno fatto diverse persone ed anche il Lotti. Non ricordo se egli abbia detto che era insieme al Pucci, ma è possibile perché costoro erano sempre insieme. In altre circostanze li ho visti andare via insieme e qualche volta anche insieme al Vanni, che conosco, anche lui frequenta il bar”. È così?
G.Z.: Sì…
P.M.: Non ho altre domande. Chiedo l’utilizzazione del verbale, nella parte relativa alle contestazioni.
Presidente: (voce fuori microfono)
Avvocato Zanobini: Avvocato Zanobini per avvocato Corsi. Signor Zanieri, lei ha detto che conosce, come paesano, il Vanni, vero?
G.Z.: Sì.
Avvocato Zanobini: Può dire la stessa cosa anche dell’avvocato Corsi immagino, o no?
G.Z.: L’avvocato Corsi lo conosco.
Avvocato Zanobini: Ecco.
G.Z.: Lo conosco bene.
Avvocato Zanobini: Ecco.
G.Z.: Insomma, così.
Avvocato Zanobini: Eh. Può dire quali erano i rapporti fra l’avvocato Corsi e il Vanni, per quel che è a sua conoscenza?
G.Z.: Io non lo posso dire perché non lo so che rapporti c’erano fra loro.
Avvocato Zanobini: No, dico. come… mi pare di aver capito che lei ha detto che lei frequenta, frequentava il bar Centrale ed è lei che ha detto che lo stesso bar Centrale era frequentato anche da altri paesani, fra i quali l’avvocato Corsi, vero?
G.Z.: Sì.
Avvocato Zanobini: Fra i quali anche il Vanni, va bene?
G.Z.: Sì.
Avvocato Zanobini: Li conosce bene l’avvocato Corsi, come paesano voglio dire, il Vanni?
G.Z.: L’avvocato Corsi lo conosco bene, il Vanni lo conosco anche lui perché è paesano.
Avvocato Zanobini: Oh. Allora dico, è in grado di dire, quando io le domando quali erano i rapporti, voglio dire, come paesano può dire se questi rapporti erano rapporti di amicizia, intensa amicizia, di semplice conoscenza, come lei con l’avvocato Corsi, come lei con il Vanni?
G.Z.: No, per me fra loro si conoscevano e basta, non erano amici.
Avvocato Zanobini: Ecco. Così come con altri paesani, eh?
G.Z.: Certo, certo. Sì. Sì.
Avvocato Zanobini: Sa che l’avvocato Corsi nel 1981 si è sposato?
G.Z.: Sì.
Avvocato Zanobini: Sa se da quando si è sposato il paese di San Casciano non lo frequenta più come lo frequentava prima?
G.Z.: Sì.
Avvocato Zanobini: Perché poi si è trasferito dove, che lei sappia?
G.Z.: A Firenze, in via Trieste credo.
Avvocato Zanobini: Ecco, e quindi lo frequentava solo in funzione di che cosa, dello studio?
G.Z.: Lo frequentava, non è che fosse tutte le sere lì. Io ho detto che qualche sera ci siamo trovati, non è che…
Avvocato Zanobini: No, no, scusi, allora mi sono spiegato male io. No, dicevo, in paese poi ci veniva come ci veniva prima, come ci stava prima di sposarsi? Oppure con una frequenza minore?
G.Z.: No…
Avvocato Zanobini: Non il bar, il paese intendevo io, capito?
G.Z.: Sì, sì. Ci veniva con una frequenza minore.
Avvocato Zanobini: Ecco.
G.Z.: Sì.
Avvocato Zanobini: Ho capito. Nessun’altra domanda.
P.M.: Presidente, grazie, vorrei…
Avvocato Pepi: (voce fuori microfono)
P.M.: Ah, prego.
Avvocato Pepi: Senta, lei è stato sentito dalla Procura della Repubblica, o dalla Polizia soltanto una volta?
G.Z.: Sì… No, due volte.
Avvocato Pepi: Due volte. Senta, ma lei è stato sentito, si è presentato lei spontaneamente, oppure è stato chiamato?
G.Z.: No, io sono stato chiamato.
Avvocato Pepi: Senta, io le volevo chiedere questo: lei nel verbale del 24 gennaio ’96, quindi a 11 anni di distanza, lei fa determinate affermazioni relative al fatto che il Lotti avrebbe detto… qualcheduno avrebbe detto che il Lotti sarebbe passato agli Scopeti la notte dell’omicidio. Ecco, dico, come mai, come le è venuto in mente dopo tanti anni, come faceva a ricordarsi un particolare obiettivamente molto modesto?
G.Z.: Io non è che l’ho detto… ho detto solamente che può darsi che qualcuno al bar abbia detto che il Lotti era passato quella sera dagli Scopeti, cosi, per sentito dire. Questa è una cosa che…
Avvocato Pepi: Ecco, ma io vorrei capire meglio perché non ho compreso bene: ma fu il Lotti a riferire questa circostanza, o viceversa fu qualchedun altro a riferire indirettamente la circostanza? E se se lo ricorda, chi fu a riferire?
G.Z.: Ora, di preciso non me lo ricordo. Però mi sembra di aver detto che l’ho sentito dire da delle persone al bar, ma non dal Lotti.
Avvocato Pepi: Ma queste persone lei è in grado di…
G.Z.: No, no.
Avvocato Pepi: Nemmeno approssimativamente?
G.Z.: No, no.
Avvocato Pepi: Bene. Non ho altre domande.
Presidente: (voce fuori microfono)
P.M.: Prego, Presidente.
Presidente: Lei parlava con Vanni, l’ha incontrato, ci ha chiacchierato, parlava…
G.Z.: Vanni lo conosce…
Presidente: Eh?
G.Z.: Col Vanni a volte ci ho anche parlato. Era anche un mio cliente, veniva al negozio sicché, non è che…
Presidente: Ha mai sentito parlare di minacce che erano arrivate al Vanni?
G.Z.: No.
Presidente: In qualche forma particolare?
G.Z.: No.
Presidente: No.
G.Z.: No.
Presidente: Nessuno gli ha mai parlato di lettere minacciose che riceveva, che ha ricevuto?
G.Z.: No, io non ho mai sentito dire.
Presidente: Bene. Pubblico Ministero?
P.M.: Sì, Presidente. Lei ricorda se dopo l’omicidio il Vanni frequentava il bar? Su questo lei ha risposto, evidentemente aveva qualche ricordo.
G.Z.: Mi sembra di averlo visto qualche volta, ma raramente.
P.M.: Ecco. Lei dice – almeno così le faccio presente – a domanda, dice: Il “Nei giorni successivi al delitto non ho notato il Vanni nel bar“.
G.Z.: Ora, insomma, di preciso non me lo ricordo bene.
P.M.: Senta, lei ricorda se il Lotti riceveva telefonate in quel bar, da parte di…
G.Z.: Lotti qualche volte veniva chiamato al telefono dal proprietario del bar perché c’era qualcuno che lo desiderava.
P.M.: Lei ricorda chi era questo qualcuno?
G.Z.: Sì, si trattava di una…
P.M.: Lei ricorda il nome di questa…
G.Z.: Io so solo questo, che si trattava di questa donna che si chiamava Filippa.
P.M.: Lei lo sentiva dire dal proprietario…
G.Z.: Lo sentivo dire… certo.
P.M.: Quindi allora, lei in questo bar era abbastanza presente. Addirittura riusciva a capire che il proprietario, che chiamava il Lotti, gli diceva un nome.
G.Z.: Io ero lì vicino al banco quando il proprietario del bar chiamava il Lotti: ‘Giancarlo, al telefono’. E c’era qualcuno che diceva: ‘vai, “c’è” , la Filippa’, ecco.
P.M.: Lei sa chi è questa Filippa?
G.Z.: No, non la conosco.
P.M.: Non la conosce. Senta ancora una cosa, relativamente all’avvocato Corsi: lei è mai stato cliente, o ha mai avuto rapporti con l’avvocato Corsi?
G.Z.: Sì, ho avuto dei rapporti di lavoro. Lui è cliente mio, io anche ho avuto bisogno di lui alcune volte per degli incidenti di macchina.
P.M.: Anche recentemente, o sono cose remote nel tempo?
G.Z.: No, no, molti anni fa.
P.M.: Comunque è in buoni rapporti?
G.Z.: Sì, sono in buoni rapporti.
P.M.: Senta, lei sa se l’avvocato Corsi, ha uno studio a San Casciano?
G.Z.: Sì.
P.M.: Sa se ha anche tuttora un’abitazione? Al di là dello studio. ?
G.Z.: Ora io questo non lo so.
P.M.: Non lo sa. Va be’, c’è un verbale di perquisizione da cui risulta. Non ci sono altre domande, grazie.
Presidente: (voce fuori microfono) Può andare, grazie.

P.M.: Sentiamo Nesi Ado.
Presidente: Senta, vuole essere ripreso dalle telecamere?
A.N.: Non importa, faccino come vogliono. Va bene.
Presidente: Non c’è problema allora, va bene. Come si chiama lei?
A.N.: Nesi Ado.
Presidente: Dove è nato?
A.N.: Xxxxxxx il XX/XX/XX.
Presidente: Residente a Xxxxxxx?
A.N.: Sì.
Presidente: Legga quel foglio che gli porge l’Ufficiale Giudiziario.
A.N.: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.”
Presidente: Senta, risponda alle domande che le saranno fatte, per cortesia.
P.M.: Grazie, signor Presidente. Signor Nesi, lei abita tuttora a Xxxxxxx?
A.N.: Sì.
P.M.: Ha un’attività?
A.N.: Commerciante, cioè c’ho l’armeria lì in piazza Pierozzi.
P.M.: C’è un’armeria sola a San Casciano? 
A.N.: Sì, armeria insomma con un po’ di… coltelleria e tutto in genere insomma. Caccia, pesca e via.
P.M.: Vendete anche armi da sparo?
A.N.: Sì.
P.M.: Da quanto è che ha questa armeria?
A.N.: Dal ’64.
P.M.: Lei conosce il signori Vanni Mario?
A.N.: Diamine! Fin dalla nascita!
P.M.: Dalla nasci…
A.N.: Da sempre, perché sancascianese.
P.M.: Senta, lei ricorda se il signor Vanni è mai venuto per acquistare un’arma? 
A.N.: Sì.
P.M.: Ricorda particolari su queste visite, o questa visita?
A.N.: I particolari, che voleva acquistare una pistola però non avendo un porto d’armi io lo informavo sempre che doveva recarsi alla Stazione Carabinieri e chiedere il nullaosta per l’acquisto di quest’arma.
P.M.: Lei dice “sempre”, nel senso è venuto più” di una volta?
A.N.: Sì.
P.M.: Ricorda quante?
A.N.: È venuto
P.M.: Lei…
A.N.: Quattro, non lo so perché l’ultima volta l’ho visto che è entrato in caserma e ho detto: guarda, forse l’è intenzionato proprio…
P.M.: A comprare.
A.N.: Poi le altre volte, non lo so.
P.M.: Senta…
A.N.: Perché l’ho sempre mandato su.
P.M.: Lei lo ha visto entrare nella caserma?
A.N.: Sì.
P.M.: E poi è tornato da lei…
A.N.: No.
P.M.: Non è più tornato.
A.N.: No.
P.M.: Diceva un’arma da sparo in gene… una pistola in generale, o anche…
A.N.: Lui diceva una pistola.
P.M.: Una pistola. Le spiegava perché?
A.N.: Io cercavo solamente di dissuaderlo sempre, gli dicevo: ‘cosa ne fai?’
P.M.: E lui cosa diceva? A che cosa gli serviva?
A.N.: E lo mandavo sempre…
P.M.: Diceva che aveva paura di qualcuno, doveva difendersi…
A.N.: Mah, questo non… non mi ricordo di queste cose.
P.M.: Lei però ha detto che, testualmente, glielo contesto : “Io gli chiedevo cosa mai volesse fare di una pistola e lui mi rispondeva che aveva paura, mi pareva preoccupato”, è così?
A.N.: E infatti,, era preoccupato.;
P.M.: Non diceva perché.
A.N.: Ma non diceva perché.
P.M.: In passato era mai venuto con la stessa paura a acquistare armi?
A.N.: No, le volte precedenti mi sembrava più… cioè, insisteva meno, ecco.
P.M.: Cioè, è venuto più volte. All’inizio insisteva meno e poi in un certo momento insisteva di più.
A.N.: Sì, sì.
P.M.: Lei sa collocare nel tempo queste visite?
A.N.: L’ultima è stata nel periodo che c’era… che fu la sostituzione dei marescialli a San Casciano, cioè nel periodo quando c’era il maresciallo Lodato.
P.M.: Il maresciallo Lodato stava andando via?
A.N.: Sì, e subentrava…
P.M.: Il maresciallo…
A.N.: … quello di ora, che c’è ora. Il periodo era quello lì.
P.M.: Siamo agli inizi degli anni ’90, non lo sa? Lo verificheremo…
A.N.: No, perché quando vennero su da me, io dissi sarà due o tre anni, però mi ricordo che c’era questo cambio della caserma.
P.M.: Sembra
A.N.: Dissero: ‘guarda che Lodato è andato via nel ’90-’91. Dico: ‘allora è quel periodo lì’.
P.M.: Ho capito. Senta una cosa, lei dice all’inizio, le prime volte che veniva sembrava meno insistente, meno preoccupato, poi a un certo momento era più preoccupato tant’è che lo vidi andare veramente nella Stazione Carabinieri.
A.N.: Sì.
P.M.: Tra queste visite che lasso di tempo può essere passato? Erano una successiva all’altra, o…
A.N.: No, è passato non so, un paio di mesi, ora chi se lo ricorda?
P.M.: In un paio di mesi tutte le visite?
A.N.: No, anche una distanza di due o tre mesi l’una dall’altra.
P.M.: Lei rico…
A.N.: E io gli ripetevo: ‘e te l’ho bell’e detto, se non hai il nullaosta o il porto d’armi, non ti posso dare niente’.
P.M.: E lei ha detto, in passato era mai venuto in armeria Vanni?
A.N.: Vanni?
P.M.: Sì.
A.N.: Sì, perché veniva qui da me, abitava lì… insomma era di San Casciano, veniva, mi portava le forbici a riparare insomma.
P.M.: Però di pistole non ne aveva mai…
A.N.: No, no, no, mai niente.
P.M.: E lei non ha mai insistito a tal punto per capire perché volesse un’arma? Se eravate amici. Non si è insospettito?
A.N.: No amici. Amici fin da ragazzi, diciamo conosciuto sempre bene, però gli dicevo io: ‘cosa ne fai di una pistola?’
P.M.: Lui era…
A.N.: Tant’è vero che io c’ho anche la licenza di agenzia per il disbrigo di pratiche, non gli ho mai detto: ‘portami questi documenti che ti preparo, che ti fo la pratica per il nullaosta’. L’ho mandato sempre alla caserma dei Carabinieri.
P.M.: Come mai? Qual era questa sua… Se aveva un’agenzia, all’amico perché non gliel’ha fatta lei?
A.N.: Perché era il periodo che beveva un pochino anche, aveva ripreso un pochino a bere. Lo vedevo lì al bar. Tant’è vero che lì gli davano più nemmeno da bere. E allora dicevo: ‘stiamo un pochino cauti’.
P.M.: Attenti. E sa perché beveva?
A.N.: Questo no.
P.M.: Lei sa che era amico di Pacciani?
A.N.: L’ho saputo tramite, insomma, tutto… la televisione e compa…
P.M.: Dove?
A.N.: Tutto, da quando c’è insomma tutte queste cose. Pacciani, Vanni e compagnia.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Altri? Difensori? Può andare, grazie.
A.N.: Fatto?
Presidente: Sì.
P.M.: Presidente, le avevo accennato stamattina che era intenzione del P.M. citare altri testi stamani un po’ più complessi, ma mi sarei messo d’accordo con il difensore del Vanni per soprassedere stamani. Quindi avrei terminato e…
Presidente: Non ce ne sono altri?
P.M.: No. È stato velocissimo stamani.
Presidente: Allora dico subito, così non si può andare. Noi dobbiamo accelerare un pochettino.
P.M.: Sono…
Presidente: Per non perdere giornate di cui ci pentiremo poi alla fine.
P.M.: Presidente, è una situazione contingente che è dovuta a più fattori.
Presidente: Va bene. Ora il programma era stato fatto, è saltato.
P.M.: Quindi giovedì e venerdì c’è…
Presidente: Giovedì e venerdì facciamole piene tutte e due perché domani salta per consentire all’avvocato Pepi di partecipare al processo Nicotra.
P.M.: Bene, grazie.
Presidente: Allora a dopodomani, giovedì mattina alle ore 09.00 qui.
P.M.: Bene, grazie.
Presidente: L’udienza è tolta.
(voce fuori microfono)
Presidente: Mattina e pomeriggio. Vediamo un po’, perché sennò…
(voce fuori microfono)
Presidente:  . . . per tutto il giorno. Semmai qualcuno va via, sennò…

1 Luglio 1997 12° udienza processo Compagni di Merende

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