6 Ottobre 1997, 22° udienza, processo, Compagni di Merende Mario Vanni, Giancarlo Lotti e Giovanni Faggi per i reati relativi ai duplici delitti del MdF e Alberto Corsi per favoreggiamento.
Link a Radio Radicale per sentire l’audio delle deposizioni
Dato che le registrazioni presentano un audio non perfetto possono sussistere errori di trascrizione, nel caso se ne trovino durante la lettura contattateci per la eventuali correzioni: redazione@mostrodifirenze.com
Fernando Pucci, Valdemaro Pucci
Presidente: Allora, buongiorno a tutti. Allora, c’è il signor Vanni con l’avvocato Filastò. Fenyes, per Faggi; Bertini per Lotti, presente. Zanobini per Corsi Alberto che continua a rimanere assente. Va bene. Poi c’è Pellegrini, c’è Curandai, Colao; c’è l’avvocato Saldarelli. Allora, per le altre parti civili facciamole rappresentare dall’avvocato Curandai. Va bene? Così poi, pian piano, arriveranno tutti quanti. Pubblico Ministero, chi abbiamo oggi?
P.M.: Sì, Presidente, abbiamo Pucci Fernando e Pucci Valdemaro, per ora. Volevo ricordare al Presidente, se fosse possibile, quando vengono sentiti i testi, ricordare di chiedere a ciascuno se vogliono essere ripresi dalle…
Presidente: Avete ragione, perché 1’altra volta mi era sfuggito.
P.M.: Ce ne siamo dimenticati.
Presidente: Mi era sfuggito, perché non vedevo la telecamera di fronte. Quindi non…
P.M.: È sfuggito a tutti. E quindi, magari, abbiamo avuto qualcuno che ha…
Presidente: Bene, domandiamo subito appena arrivano…
P.M.: … sia pure simpaticamente, ma si è lamentato.
Presidente: Okay.
P.M.: Allora sentirei Pucci Fernando, Presidente.
Presidente: Allora, può entrare Pucci Fernando. Buongiorno.
Fernando Pucci: Senza telecamere, eh, mi…
Presidente: Sì, sì. È Pucci Fernando, vero?
F.P.: Sì. Sì, sì.
Presidente: Allora, senza telecamere, me lo dice subito…
F.P.: Sì.
Presidente: Allora, per cortesia non riprendiamo il teste. Signor Pucci, dov’è nato lei?
F.P.: A Montefiridolfi nel Comune di San Casciano Val di Pesa
Presidente: Quando?
F.P.: L’8 novembre 1932
Presidente: Bravo. Residente? Dove risiede?
F.P.: A Montefiridolfi
Presidente: Ecco, ora legga quel foglio lì che… Ad alta voce.
F.P.: Aspetti, se non mi metto gli occhiali, non… Un momento, eh, c’ho gli occhiali.
Presidente: Sì, sì.
F.P.: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Allora, lei viene come testimone.
F.P.: Sì.
Presidente: Vero? Viene qui a raccontarci di quello che sa di questa vicenda su cui sarà interrogato.
F.P.: Sì.
Presidente: Lei ci deve dire la verità, qualunque essa sia, chiunque sia coinvolto. Va bene?
F.P.: Certo.
Presidente: Per la parte che conosce lei. Solamente i fatti. Non commenti, giudizi suoi, no.
F.P.: Per carità!
Presidente: Quel che ha visto, quel che gli hanno detto, pian piano. E non si preoccupi, non gli succederà nulla. Sarà interrogato, prima dal Pubblico Ministero, che lo ha già sentito; e poi dagli altri difensori che chiariranno.
F.P.: Sì.
Presidente: E poi anche dal Presidente, vedremo un po’… Stia calmo, tranquillo e nessuno gli farà nulla. Va bene? Okay. Pubblico Ministero, prego.
P.M.: Grazie, Presidente. Signor Pucci, volevo chiederle innanzitutto…
F.P.: Si.
P.M.: … che scuole ha fatto lei?
F.P.: Io, fino alla Quinta Elementare e basta.
P.M.: Ricorda in che scuola andava? Qual era la scuola.
F.P.: No, ma no…
P.M.: Il nome della scuola, no. Lei è stato in un istituto alla Madonnina del Grappa?
F.P.: Sì.
P.M.: E’ lì che ha fatto le scuole?
F.P.: Fino… fino alla Terza, feci.
P.M.: Le ha fatte alla Madonnina del Grappa.
F.P.: Sì.
P.M.: Qui a Firenze.
F.P.: Insomma, lassù a Rifredi…
P.M.: A Rifredi.
F.P.: … in via delle Panche, lassù.
P.M.: A via delle Panche.
F.P.: Sì.
P.M.: Lei ricorda in che periodo le ha fatte, quanti…
F.P.: Mah, ora non me lo ricordo.
P.M.: Quanti anni aveva?
F.P.: Mah.
P.M.: Era durante la guerra, dopo la guerra?
F.P.: Penso dopo la guerra, ma non me lo ricordo, via.
P.M.: Non lo ricorda. Poi però ha detto che ha fatto fino alla Quinta, quindi ha continuato a andare a scuola anche dopo la Madonnina del Grappa?
F.P.: A Montefiridolfi, sì.
P.M.: Ha fatto ancora la scuola. E ha fatto fino alla Quinta Elementare.
F.P.: Sì.
P.M.: Ha imparato, in queste scuole, alla Madonnina del Grappa, o dopo, qualche mestiere, lei?
F.P.: Io sì… No, dopo andavo all’Antinori a fare un po’ di falegname, ma… Insomma, a quei tempi davano anche poco di soldi.
P.M.: Di paga. Però lei lo sapeva fare il falegname.
F.P.: Sì.
P.M.: Dove lo ha imparato?
F.P.: All’Antinori.
P.M.: A fare il falegname.
F.P.: Sì.
P.M.: Conosce anche qualche altro mestiere, o… lei fa l’imbianchino, abbiamo sentito…
F.P.: Sì, questi lavoretti così. Sa… ma…
P.M.: Non fisso.
F.P.: No, no.
P.M.: Quindi, l’unico suo datore di lavoro fisso, è stato 1’Antinori.
F.P.: Sì.
P.M.: Ricorda quanti anni c’è stato dall’Antinori?
F.P.: Mah,non me lo ricordo Per dire la verità, non me ne…
P.M.: Tanto tempo, o poco tempo?
F.P.: Mah… poco tempo sono stato, sì.
P.M.: Poco tempo. Poi ha continuato a fare questi lavori di falegname…
F.P.: Sì, questi lavoretti, così… per non star fermo, ecco.
P.M.: Per non star fermo.
F.P.: Sì.
P.M.: Li fa per qualcuno, o li fa solo per gli amici…
F.P.: Anche per clienti, per gli amici, insomma…
P.M.: Cioè, la chiamano e le chiedono di fare…
F.P.: Sì, sì.
P.M.: Quindi lei, come lavori, fa un po’ di falegname e un po’ di imbianchino?
F.P.: Sì, questi lavoretti da poco.
P.M.: Da poco. Ha l’attrezzatura, ha un laboratorio…
F.P.: Sì, sì. C’ho una stanzina, insomma…
P.M.: Dove tiene le sue cose?
F.P.: Sì, sì.
P.M.: Senta, lei ha anche un mezzo di locomozione? Un motorino, un’Ape, qualcosa…
F.P.: C’ho un’Ape.
P.M.: C’ha un’Ape. Da tanto tempo?
F.P.: Sì, eh… Penso che sia un 13 anni che ce l’ho.
P.M.: Che c’ha l’Ape.
F.P.: Sì.
P.M.: Senta, lei ha anche una pensione di invalidità?
F.P.: Sì.
P.M.: Ricorda, ci sa dire a quanto ammonta questa pensione?
F.P.: Mi danno 650 e rotti ogni due mesi.
P.M.: Ogni due mesi. Quindi, poco più di 300mila lire al mese.
F.P.: Sì, poco…
P.M.: E per i lavori che fa, le viene dato qualche compenso?
F.P.: Sì, poco, insomma. Io prendo poco, perché sennò mi leverebbero la pensione, ha capito?
P.M.: Ecco, sennò le levano la pensione.
F.P.: Sì. Bisogna prenda poco.
P.M.: E quello che prende, cosa prende? Un tanto a ora…
F.P.: Sì, sì.
P.M.: E lo fa tuttora, questo…
F.P.: Sì, qualche volta. Ma non sempre, eh. Quando mi chiamano… Ha capito?
P.M.: Questi lavori li fa da solo, o insieme a…
F.P.: Da solo, solo.
P.M.: Completamente da solo. Senta ancora una cosa, lei conosce Lotti Giancarlo?
F.P.: Sì, eh, hai voglia se lo conosco!
P.M.: Lo conosce bene?
F.P.: Eh…
P.M.: Da quanto tempo lo conosce?
F.P.: Eh, da… Ora non me lo ricordo ma l’è parecchio tempo, eh.
P.M.: Dove lo ha conosciuto?
F.P.: A San Casciano.
P.M.: Lo ha conosciuto in piazza, al bar, o…
F.P.: Al bar, in piazza lì, dove c’è quell’orologio, sa, sotto 1’orologio.
P.M.: La piazza dell’orologio. Sa come si chiama il bar dove lo ha conosciuto?
F.P.: Come?
P.M.: Sa come si chiama questo bar dell’orologio?
F.P.: Ora, il bar, non me lo ricordo perché hanno cambiato gestore. E io non ci vo più, ecco.
P.M.: Non ci va più.
F.P.: No, non ci capito più, lì.
P.M.: E, invece, in questo bar ha conosciuto il Lotti.
F.P.: Sì.
P.M.: Quindi lei dice: tanto tempo fa…
F.P.: Tanto tempo fa, sì. Ma io non me lo ricordo quanto. Insomma, parecchio.
P.M.: Senta, e per quanto tempo lo ha… vi siete frequentati con il Lotti?
F.P.: Mah, ora… non glielo so dire, ecco. Perché…
P.M.: E cosa facevate insieme?
F.P.: E si andava a giro, a Firenze, la domenica sera… Insomma…
P.M.: Ci può dire dove? Andavate al cinema, andavate a prostitute…
F.P.: Si andava al cinema, si andava… a giro per la città, insomma, ecco. Non è che…
P.M.: Andavate anche dalle prostitute?
F.P.: Qualche volta sì, ci si andava. Questo l’è vero, sì. Eh.
P.M.: Questo è vero.
F.P.: Eh.
P.M.: Non c’è mica poi…
F.P.: No, no, non c’è mica nulla di…
P.M.: Di strano, eh?
F.P.: No, no. A quei tempi, sa, non c’era nemmeno pericolo…
P.M.: Di malattie, dice lei.
F.P.: Ecco.
P.M.: Ho capito. Senta una cosa, lei ricorda dove… vi trovavate per strada, andavate in qualche albergo?
F.P.: No, si andava in una casa. Ora non mi ricordo nemmeno come la si chiama.
P.M.: Lei ricorda, invece, se le trovavate in qualche strada della città? Andavate in qualche…
F.P.: No, si andava in una casa privata.
P.M.: In una casa privata. In qualche pensione siete mai andati?
F.P.: No, la pensione…
P.M.: Ad esempio, la pensione Tamerici, non le dice nulla, come nome?
F.P.: Mah, non me lo ricordo codesta. No, questa…
P.M.: Lei ricorda qualche nome di prostituta con cui andavate?
F.P.: Sì, eh.
P.M.: Ce lo può dire anche a noi?
F.P.: Una certa Gabriella, la si chiamava.
F.P.: Sì.
P.M.: E ci andavate insieme con il Lotti?
F.P.: Andavo… Sì, si andava insieme. Questo l’è vero. Sì, eh.
P.M.: Questo, è vero. Questa Gabriella riceveva in un posto dove c’erano altre prostitute?
F.P.: No, l’era sempre sola.
P.M.: Era sempre sola.
F.P.: Sì.
P.M.: Lei ricorda che compenso gli davate?
F.P.: E gli davo un po’ di soldi, capito?
P.M.: Lei ricorda quanto?
F.P.: Io sì, me ne ricordo.
P.M.: Quanto gli dava?
F.P.: Io gli davo 100mila lire.
P.M.: E Giancarlo?
F.P.: La metà.
P.M.: E lei ha capito come mai Giancarlo spendeva metà di lei?
F.P.: Eh, perché lui, ha visto, gli sembrava troppo. E allora…
P.M.: Lui spendeva… gli faceva pagare meno. Perché ci aveva meno soldi, lui?
F.P.: Sì.
P.M.: E lei, di questo fatto che lui spendeva meno, non brontolava?
F.P.: No.
P.M.: Gli andava bene così.
F.P.: Sì.
P.M.: Senta, da questa Gabriella ci andavate la domenica, o durante la settimana?
F.P.: La domenica sera. Dopo pranzo, ecco.
P.M.: Partivate insieme da San Casciano?
F.P.: Sì.
P.M.: Come andavate da San Casciano?
F.P.: Io andavo fino, insomma, con l’Ape fino a San Casciano, poi montavo con lui.
P.M.: In macchina?
F.P.: Da San Casciano, sì.
P.M.: E era lui che la portava a Firenze?
F.P.: Sì, eh, sì.
P.M.: Senta, ma questa Gabriella, l’ha conosciuta prima lei, o è lei… che l’ha fatta conoscere a Giancarlo…
F.P.: Io, prima l’ho conosciuta.
P.M.: E dove l’ha conosciuta lei?
F.P.: A Fire… Lì, a Firenze, perché era…
P.M.: Ma in qualche albergo, o per strada?
F.P.: No, no, per la strada. Insomma, così…
F.P.: Mah, ora non me lo ricordo.
P.M.: E come veniva a Firenze, lei, quando veniva senza Giancarlo?
F.P.: Io prendevo il pullman.
P.M.: Che pullman prendeva?
F.P.: Da San Casciano.
P.M.: La SITA.
F.P.: Sì, la SITA, sì.
P.M.: E veniva solo? Quando non c’era Giancarlo.
F.P.: Quando ‘un c’era lui, no, andavo solo.
P.M.: E ha trovato questa Gabriella.
F.P.: Sì.
P.M.: Poi, successivamente, l’ha fatta conoscere anche a Giancarlo.
F.P.: Sì.
P.M.: Senta, lei ha detto con Giancarlo andavate anche al cinema?
F.P.: Anche al cinema si andava, sì.
P.M.: Qualche cinema di questi a luci rosse, o…
F.P.: Di questi qui a luci rosse, questi film vietati, ecco.
P.M.: Lei ricorda in che sale andavate?
F.P.: Noi si andava… lassù a… come si chiama? Al Ponte Vecchio, là…
Presidente: Arlecchino.
P.M.: All’Arlecchino.
F.P.: Sì, all’Arlecchino si andava, sì. Ma non sempre però, eh. Quando si voleva andare al cinema, si andava al cinema e poi si andava…
P.M.: E la sera andavate con la prostituta.
F.P.: No, si andava a casa, allora.
P.M.: A casa.
F.P.: Sì.
P.M.: Senta, ma con Giancarlo siete venuti a Firenze anche in epoca antecedente, quando lui non aveva la macchina? Si ricorda di essere mai venuto o in autobus, o con altri mezzi?
F.P.: Con l’autobus, oppure si andava con il motorino.
P.M.: Ognuno con il suo motorino.
F.P.: Sì.
P.M.: Poi, quando lui ha avuto la macchina, venivate in macchina.
F.P.: Con la macchina, sì.
P.M.: Quindi, in epoca remota, perché…
F.P.: Eh… Eccome!
P.M.: Tanti anni fa.
F.P.: Sì.
P.M.: Lei ricorda quando comprò la macchina, o se ha avuto più macchine, il Lotti?
F.P.: Sì, ne aveva altre, sì, macchine.
P.M.: Altre, cioè, si ricorda qualche tipo di macchina?
F.P.: Ma io… chi se lo ricorda? Ora…
P.M.: Ora non se lo ricorda.
F.P.: … è parecchio tempo. Io…
P.M.: Ne ha avute più d’una?
F.P.: Sì.
P.M.: I colori se li ricorda?
F.P.: Mah, una l’aveva rossa, mi sembra. Poi una l’aveva… celestina, insomma, l’era un colore… quei colori di prima.
P.M.: Erano delle FIAT, o altre macchine?
F.P.: La FIAT, SÌ.
P.M.: Ricorda i modelli?
F.P.: Mah, il modello io… Non me lo ricordo.
P.M.: Il nome del modello, non se lo ricorda.
F.P.: No.
P.M.: Senta ancora una cosa: e da questa Gabriella, voi andavate a casa, ha detto. Lei si ricorda di essere andati a casa. E vi fermavate, per caso, la sera anche a cena, a mangiare?
F.P.: Sì, qualche volta sì. Si stava anche a mangiare da lei, sì.
P.M.: Ma mangiavate nella stessa casa dove lei il giorno si era prostituita, o in una casa diversa?
F.P.: Nella stessa casa.
P.M.: Lei ricorda dov’era questa casa? Vicino a…
F.P.: Ma mi sembra fosse vicino lì, in do’ fanno il mercato. Come si chiama…
P.M.: Il mercato di San Lorenzo?
F.P.: Sì, di San Lorenzo, sì.
P.M.: E lì come ci andavate? A piedi, lasciavate la macchina…
Presidente: A piedi. Si lasciava la macchina al posteggio e si andava a piedi.
P.M.: Senta un po’, sa se da questa Gabriella veniva anche il Vanni?
F.P.: No, no, lui non c’è mai stato.
P.M.: Non ci è mai stato.
F.P.: (diniego)
P.M.: Perché non ci è mai stato?
F.P.: Mah…
P.M.: Siccome lei ha riferito in modo leggermente diverso, volevo… Se ricordava se era mai venuto, o meno, il Vanni da questa Gabriella.
F.P.: Ma no. No, no. Lui non…
Presidente: Con lei, eh, con lei. Signor Pucci…
F.P.: Come?
P.M.: Signor Pucci…
Presidente: Se è venuto con voi, con lei e con Lotti.
F.P.: No. No, no.
P.M.: No.
F.P.: Difatti io non sono mai stati a far merenda con loro, eh.
P.M.: Sì, merenda…
F.P.: No, io…
Presidente: Merenda no.
F.P.: Io non ci sono mai stato con loro.
P.M.: Abbiamo capito. Poi vediamo dopo, un attimo.
Presidente: Bene.
F.P.: Questo, la ci può credere, perché…
Presidente: Sì, sì.
F.P.: … io andavo solamente con il Lotti a Firenze e basta, ecco. Capito?
P.M.: Sì, che abbiamo capito. Senta ancora una cosa, signor Pucci: lei ricorda quella domenica in cui poi ci fu a Scopeti quell’omicidio per cui ci sono questi processi?
F.P.: Sì. Eh…
P.M.: Ricorda come andarono le cose?
F.P.: E di notte, anche. C’era la luna, si vedeva proprio bene. Noi ci si fermò lì, a fare un bisogno, insomma…
P.M.: “Noi”, chi? Chi eravate?
F.P.: Io e il Lotti.
P.M.: E che cosa successe?
F.P.: Di notte. Poi si senti, si sentì due spari e… Insomma, uno sparo si sentì noi, vero. Dice: ‘andiamo a vedere icché c’è’. A volte sai? E ma io sentii una voce: ‘se ‘un vu’ n’andate via, vi si ammazza anche voi’. ‘Allora andiamo via’, dico. A questo punto, vero, si tornò via noi. Poi, dopo, si arrivò a San Casciano, dico io: ‘s’ha andare dai Carabinieri?’ ‘No’, dice, ‘un volse veni’ lui. E allora io presi e venni a casa, capito? E non ci pensavo più nemmeno. E allora…
P.M.: Ebbe paura lei, quella notte?
F.P.: Io… Porca miseria, eccome!
P.M.: Come mai ebbe paura?
F.P.: Eh, perché sentii quelle voci, poi sentii lo sparo, ha capito, io… Gli dissi: ‘andiamo via’. Pensavo a un tratto, sa, che fosse, venissero incontro, dico,: ‘bah, è meglio…’, e si tornò via.
P.M.: Lei però ha raccontato che foste un po’ presi dalla curiosità e andaste a vedere cosa succedeva là.
F.P.: Si andò a vedere.
Avv. Nino Filastò: Opposizione. La domanda formulata così è… suggerisce la risposta. “Foste presi dalla curiosità, andaste a vedere”, è la risposta anticipata. Quindi…
Presidente: Facciamogliela…
Avv. Nino Filastò: Il testimone ha raccontato le cose in un certo modo. Se…
F.P.: No, io racconto la verità.
Avv. Nino Filastò: Appunto. Ma chi lo nega, chi lo nega?
Presidente: Un momentino, avvocato.
Avv. Nino Filastò: Chi lo nega? Se il Pubblico Ministero vuol fare delle contestazioni, faccia delle contestazioni.
P.M.: Poi le facciamo, poi le facciamo.
Presidente: Ho capito, ho capito. Avvocato, ora facciamo raccontare un po’ meglio com’è andata la storia degli Scopeti. Racconti un po’ meglio com’è andata la storia degli Scopeti.
F.P.: Io…
Presidente: Lei è subito arrivato agli spari.
F.P.: Io…
Presidente: Prima di arrivare agli spari, penso che sia accaduto qualche altra cosa. Veda un po’…
F.P.: Io gliel’ho detto. Si andò a vedere, ma non proprio lì. Capito? Si arrivò a una certa distanza e poi si vide che ‘un l’era…
P.M.: Cosa vedeste?
F.P.: Eh, noi si vide, si vide la macchina e la tenda lì, c’era… capito?
P.M.: Quindi andaste a una distanza che vi consentiva di vedere la macchina e la tenda.
F.P.: Sì.
P.M.: Cosa successe? Queste due persone cosa facevano?
F.P.: Successe che io…
Presidente: Racconti… Scusi…
Avv. Nino Filastò: Quali due persone? Non ha parlato di due persone.
Presidente: Pubblico Ministero, scusi, Pubblico Ministero… Innanzitutto chi ha visto lei?
F.P.: Come?
Presidente: Ha visto qualcuno o no?
F.P.: Sì, eh.
Presidente: Quando arrivò, vide la macchina e la tenda. Ha visto qualche persona vicino alla tenda, vicino alla macchina? Insomma, c’era qualcuno, o no?
F.P.: Sì, io gli ho visti, li vidi io, proprio.
Presidente: E chi ha visto?
F.P.: Tutti e due, lui e…
P.M.: Lui chi?
F.P.: Il Vanni e il Lotti… E il Pacciani.
Mario Vanni: Non è vero nulla…
F.P.: Ma come non è vero nulla!
Mario Vanni: Tu sei un falso.
F.P.: No, è vero.
Presidente: No, no. Ora signor Vanni…
F.P.: Guardi, che gli è vero, eh.
Presidente: Signor Vanni, signor Vanni…
F.P.: Io ho detto la verità.
Presidente: Lei ha tutto il diritto di dire tutto quel che vuole…
Mario Vanni: No, perché lui mi accusa…
Presidente: Ora sentiremo se dice la verità, o no. Siamo qui apposta.
Mario Vanni: È un pazzo, gli è. Va messo in manicomio.
Presidente: Bene…
F.P.: No, no, gli è vero
Presidente: Ora stia calmo, ora stia calmo, sennò va fuori.
P.M.: Presidente, io chiedo che venga allontanato, perché è il momento…
Presidente: Ora lo abbiamo ammonito. Se continua lo allontaniamo, eh. Va bene?
F.P.: Guardi, gli è vero, eh.
Presidente: Sì, va bene. Ora spieghi un po’ com’è andata la cosa, per bene.
F.P.: Io ho visto tutto, vidi tutto quella sera.
Presidente: Bene.
F.P.: Tutto.
P.M.: Vuole raccontare allora cosa vide?
Presidente: E lo racconti.
P.M.: Ce lo racconti per benino. Cosa facevano? Lei dice: vide. Erano, c’era il Lotti che era insieme a lei, c’erano Pacciani e Vanni. Cosa facevano?
F.P.: Io… Io sentii fare “fu…”, come uno strappo a una tenda, ha capito?
P.M.: E con cosa fu fatto questo strappo? Lo vide…
F.P.: Con un coltello.
P.M.: Chi ce l’aveva in mano il coltello?
F.P.: Lui, il Vanni.
P.M.: Se lo ricorda com’era questo coltello?
F.P.: Ma io, il coltello, non me lo ricordo.
P.M.: Se era grande o piccolo?
F.P.: L’era il lume di luna, ma sa, con la paura e con tutto, insomma…
P.M.: Era grande, o piccolo, questo coltello?
F.P.: Non me lo ricordo.
P.M.: Non se lo ricorda.
F.P.: Ha capito, io…
P.M.: Lei vide, sentì e vide che apriva una tenda, il Vanni. L’altro, cosa faceva?
F.P.: La pistola.
P.M.: Ce l’aveva il Pacciani?
F.P.: Sì. L’aveva lui, la pistola.
Presidente: E dove stava, rispetto alla tenda?
F.P.: Come?
Presidente: Stavano tutti e due insieme, uno di qua e uno di là, come stavano?
F.P.: Uno di qua e uno di là, dalla tenda, c’erano.
Presidente: Uno di qua e uno di là.
F.P.: Sì. Uno, era di dietro alla tenda; uno, era davanti.
P.M.: Chi era dietro, scusi?
F.P.: Il Vanni.
P.M.: E aprì la tenda dal dietro. E Pacciani era davanti.
F.P.: Davanti.
Presidente: Cosa intende per davanti, lei?
F.P.: Come?
Presidente: Cosa vuol dire davanti, cosa vuol dire?
F.P.: Davanti, ha visto, dove si apre la tenda per entrare dentro.
Presidente: Bene.
F.P.: Capito?
Presidente: Okay.
P.M.: E cosa successe dopo che aprì la tenda dal dietro?
F.P.: Io ho visto…
P.M.: C’era qualcuno dentro la tenda?
F.P.: Mah, lì dentro non vidi nessuno.
P.M.: Vide se qualcuno scappava dalla tenda?
F.P.: No… non vidi nessuno. Perché…
P.M.: Vide se il Pacciani sparava nei confronti di qualcuno? Lei ha detto lo vide, sentì sparare e vide che aveva una pistola.
F.P.: Sì. Ma dopo noi si venne via. Ha capito? E…
P.M.: Lei ha raccontato, e io glielo faccio presente come contestazione, che, quando aprì – poi le leggo il verbale – la tenda, il Vanni, dal dietro, col coltello, dalla tenda uscì un ragazzo, un uomo, qualcuno e Pacciani gli andò dietro sparandogli. È così?
F.P.: Mah, codesto non me lo ricordo. Sa…
P.M.: Lei così ha dichiarato.
Presidente: Leggiamo cosa ha dichiarato, va….
F.P.: Come?
Presidente: Ora lei alla polizia, al Pubblico Ministero
P.M.: Al Pubblico Ministero.
Presidente: … ha detto una cosa diversa su questo punto.
F.P.: Sì. Sì, sì, ma…
Presidente: Aspetti, aspetti. Ora glielo legge, vediamo se lei se lo ricorda. E sennò dice: ‘non è vero, è vero…’, quello che sa. Va bene?
F.P.: Sì, sì.
P.M.: Lei, questo racconto che ha fatto ora, lo ha fatto in questo modo: “Si fermò la macchina quasi all’imbocco dello stradello che porta alla piazzola sul lato dello stradello in direzione San Casciano.”
Presidente: Legga piano, Pubblico Ministero, legga piano.
P.M.: Sì, Presidente, grazie.
Presidente: Per lui, eh, non per noi.
P.M.: Certo. Quindi, lasciaste la macchina allo stradello, lei ha detto…
F.P.: Sì, vicino alla stradina, sì.
P.M.: Poi lei dice: “Si scese piano piano, come si faceva sempre in questi casi. Vidi subito una tenda di colore sul grigio.”
F.P.: Sì.
P.M.: Era grigia questa tenda.
F.P.: Sissignore.
P.M.: “E accanto, poco discosto, un po’ prima della tenda, una macchina di colore chiaro”, lei dice.
F.P.: Chiaro. Ma il colore non me lo ricordo.
P.M.: Non se lo ricorda. Era una macchina chiara.
F.P.: Chiara, una macchina chiara, ecco, di colore. Sì, 1’era.
P.M.: Lei ha detto: “La visibilità non era male, perché c’era la luna crescente.”
F.P.: La luna… sissignore, sì.
P.M.: “Quella buona perché nascano i funghi.”
F.P.: Sì.
P.M.: È così?
F.P.: Sì, sì.
P.M.: La luna c’era. “Appena ci si avvicinò vedemmo due persone tra la macchina che ho detto e la tenda.”
F.P.: Sì.
P.M.: “Uno, era più basso e tarchiato, e l’altro era più alto.”
F.P.: Sì.
P.M.: “Quello tarchiato aveva in mano una pistola; quello più alto aveva in mano un coltello da cucina.”
F.P.: Sì.
P.M.: È così?
F.P.: Sì.
P.M.: “Quello tarchiato ci vide e ci disse subito dietro: ‘vi ammazzo, vi ammazzo, andate via’.”
F.P.: Sì.
P.M.: “Noi si girò le spalle e si scappò.”
F.P.: Si scappò, sì.
P.M.: “Quando si fu tornati all’altezza della macchina, ero parecchio impaurito. Uno dei due mi parve Vanni. Anzi, era sicuramente il Vanni.”
F.P.: Sì.
P.M.: “Quello tarchiato con la pistola…”
Avv. Nino Filastò: Questa contestazione sta durando troppo, Presidente.
Presidente: Va be’…
Avv. Nino Filastò: Perché la contestazione si fa su un fatto determinato. Ora qui si sta passando ad una fase successiva.
Presidente: Va bene. Pubblico Ministero, lo facciamo punto per punto.
Avv. Nino Filastò: Quindi, il Pubblico Ministero la smette.
Presidente: Punto per punto. Bene.
P.M.: “Lo riconobbi come il Pacciani.” Questo, è il racconto che ha fatto finora. Io ora volevo fargli presente che, invece, lei ha raccontato un fatto più specifico dopo che fu aperta la tenda, dopo che il Vanni aprì la tenda.
F.P.: Sì.
P.M.: Lei dice addirittura: “Ricordo ancora il rumore…” – questo glielo contesto – lei dice: “… che ha fatto, che fece come di tela strappata.”
F.P.: Sì.
P.M.: È così. Allora io le dico: per quanto riguarda cosa successe dopo, lei dice: “A questo punto, l’uomo uscì fuori dalla tenda dalla parte anteriore, scappando verso il bosco. Cioè dalla parte opposta alla strada.”
F.P.: Sì, dalla parte opposta.
P.M.: Cioè verso il bosco.
F.P.: Sì.
P.M.: “L’altro, che aveva la pistola, cioè il Pacciani, andò verso il bosco.”
F.P.: Sì.
P.M.: Allora, lo ha visto.
Presidente: Allora, signor Pucci, lo ha visto quest’uomo uscire dalla tenda, o no?
F.P.: No, non me lo ricordo, ecco, se l’ho visto o no.
Presidente: Ecco, il Pubblico Ministero le sta dicendo che lei, alla Polizia, ha detto…
P.M.: Al P.M., Presidente.
Presidente: Al P.M. ha detto che, un uomo uscì dalla tenda e andò via, scappò. Questo, dice il Pubblico Ministero.
F.P.: Ah, sì, sì. Ecco, ora sì…
Presidente: Allora dichiarò questo. È vero o non è vero di quest’uomo che scappò dalla tenda?
F.P.: Gli è vero, si, è vero.
Presidente: È vero?
F.P.: È vero, sì.
Presidente: Oh.
F.P.: Io gli dico… vidi tutto, tutto ogni cosa.
Presidente: Appunto, quello ci deve dire a noi, quello ci deve dire.
F.P.: La ci può credere, perché io… io le bugie non le ho mai dette a nessuno. Sicché…
Presidente: Ora, questo non lo so. Comunque ora vediamo se le dice qui le bugie.
F.P.: E non ho mai fatto del male a nessuno. Intendiamoci.
Presidente: Ecco, ora che si ricorda… Senta, signor Pucci, ora che si ricorda che è uscito quest’uomo dalla tenda, che successe?
F.P.: Mah… quest’uomo poi gli scappò verso il bosco. Poi, noi si venne via, perché si era impauriti anche noi, ha capito?
Presidente: Ma quelli che erano, il Vanni e il Pacciani che erano lì, che hanno fatto loro? Quando quest’uomo è scappato, li ha visti, o no?
F.P.: Sì, li ho visti.
Presidente: E cosa hanno fatto loro?
F.P.: Ma io sentii dire che: ‘andate via, sennò vi si ammazza anche voi’, e basta. Noi si scappò.
Mario Vanni: Non è vero nulla.
Presidente: Un momento…
Mario Vanni: È un pazzo e un bugiardo.
F.P.: Gli è vero, gli è vero. Gli è vero, vai. Eh… Glielo dico io, l’è vero. Ho visto ogni cosa, vidi ogni cosa, ecco.
P.M.: Senta, ancora, lei dice avete avuto paura perché vi hanno minacciato dopo questo episodio e siete… vi siete allontanati.
F.P.: Sì.
P.M.: Dopo che vi eravate allontanati, lei cosa fece?
F.P.: Io… io montai in macchina, si montò in macchina e si venne via, eh.
P.M.: Lei ricorda se invece Lotti tornò su a vedere e lei rimase da solo alla macchina? Così ha dichiarato lei e così dichiara il Lotti.
F.P.: Sì. Lui ritornò a vedere, ma io aspettai in macchina, ecco.
Presidente: Quindi, lei tornò alla macchina insieme al Lotti.
F.P.: Sì.
Presidente: E poi lui tornò un’altra volta alla piazzola.
F.P.: Sì, tornò a vedere là. Ritornò là.
Presidente: E lei è rimasto in macchina.
F.P.: Io lo aspettai in macchina.
Presidente: Lì in macchina. E davanti alla macchina c’era qualche altra macchina?
F.P.: No.
Presidente: Non c’era nessun’altra macchina.
F.P.: No, no.
Presidente: Non c’era nessun’altra macchina.
F.P.: C’era solamente quella del Lotti e basta.
P.M.: Senta ancora una cosa…
Presidente: Non ha visto dopo nessun’altra macchina.
F.P.: No.
Presidente: Bene.
P.M.: Lei ricorda di aver detto – e questo glielo contesto – che, il periodo in cui lei restò alla macchina, il Lotti tornò su, fu piuttosto lungo? Lei ricorda quanto… lei addirittura ha detto, glielo leggo, stette circa una mezzora. Ora, una mezzora è un… Cioè, lei dice che Lotti tornò lassù a guardare, dopo che vi avevano mandato via.
F.P.: Sì.
P.M.: Lei, invece, ha visto la scena nel modo che ci ha descritto, spaventati. E lei è rimasto vicino alla macchina.
F.P.: Alla macchina, io.
P.M.: Lei dice che la macchina era chiusa. E lei non potè entrare…
F.P.: No, lo aspettai lì, alla macchina.
P.M.: Ecco, aspettò fuori.
F.P.: Sì.
P.M.: E non guardò lassù…
F.P.: No, no, non guardai.
P.M.: Sentì se c’erano delle grida?
F.P.: Mah, io… codesto non me lo ricordo, perché…
P.M.: Lei vide cosa avvenne alla tenda? Se il Vanni entrò dentro la tenda, o meno?
F.P.: No, codesto non lo vidi.
P.M.: Ecco, lei dice però – e questo glielo contesto…
F.P.: Sentii il rumore e basta, ecco, io.
P.M.: Però lei poi dice di aver visto il Vanni entrare dentro la tenda dal dietro, da dove aveva aperto. È così?
F.P.: Può darsi.
P.M.: No, “può darsi”, è…
F.P.: Se c’è scritto…
P.M.: Lei così ha detto, però a noi interessa sapere se lei lo ricorda, se è così.
F.P.: Io, io… ‘un me lo ricordo, perché…
P.M.: Ma lei ha ancora paura di quell’episodio?
F.P.: Ero talmente impaurito… ha capito, non… E di molte cose ‘un me le ricordo, ecco.
P.M.: Ma ha paura anche ora?
F.P.: Come?
P.M.: Ha ancora paura?
F.P.: No, mah, paura… Ora…
P.M.: Senta una cosa, allora veniamo a quando Lotti torna. Lei è lì che aspetta in macchina. Dopo, dice lei nel verbale, dopo una mezzora, dopo un certo tempo, Lotti tornò.
F.P.: Sì.
P.M.: Saliste in macchina…
F.P.: Si salì in macchina e poi si tornò a San Casciano.
P.M.: Lei, ha detto prima, che lei voleva andare dai Carabinieri. Come mai non ci è andato?
F.P.: Sì, quando si arrivò a San Casciano.
Presidente: Pubblico Ministero, se può puntualizzare…
F.P.: E lui disse: ‘no, io ‘un vengo.’ E allora… Se… andar solo mi sembrava una cosa… Ha capito?
Presidente: Bene. Senta, torniamo un po’ indietro. Lei ha detto poc’anzi, ha detto ora ora, che il Lotti tornò indietro per osservare.
F.P.: Sì.
Presidente: E poi è ritornato.
F.P.: Sì, e poi ritornò alla macchina.
Presidente: Alla macchina. Lei lo ha aspettato in macchina.
F.P.: Sì.
Presidente: Ecco, quanto tempo sarà passato?
F.P.: Sarà passato un… non lo so, una mezzoretta.
Presidente: Mezzoretta?
F.P.: Sì.
Presidente: Lo sa che mezzora è tanta, eh.
F.P.: Una mezzoretta sarà passata.
Presidente: C’ha l’orologio, lei?
F.P.: Io, icché fece là ‘un lo so, ecco.
Presidente: Senta, lei lo porta l’orologio?
F.P.: ‘Un lo vidi. Sì, sì, lo porto, ha’ voglia!
Presidente: Ce l’ha l’orologio. È passata una mezzoretta.
F.P.: Sì.
Presidente: E cosa disse quando tornò?
F.P.: Dissi: ‘andiamo via..’
Presidente: No…
P.M.: No, cosa disse il Lotti.
Presidente: Il Lotti, a lei, cosa gli ha detto? ‘Ho visto qui, ho visto là…’, che è successo, non disse nulla?
F.P.: Mah, io… io, a me, ‘un…
P.M.: Senta, signor Pucci…
F.P.: Non mi seppe dire…
P.M.: … io le faccio presente che lei ha dichiarato: “Quando siamo risaliti in macchina, il Lotti disse: ‘li hanno già ammazzati’.”
F.P.: Ah, sì, sì, ecco.
P.M.: Disse così?
F.P.: Sì. Proprio a codesta maniera.
P.M.: Quindi lei voleva andare dai Carabinieri per questo…
F.P.: Io volevo andare dai Carabinieri per questo fatto. Dice lui: ‘no, io non vengo’, e allora ‘un andai.
P.M.: Perché non ci andò da solo, lei?
F.P.: Mah… Feci lo sbaglio lì, ecco, a non andare da solo. Glielo dico proprio… Ecco.
P.M.: Aveva paura di loro perché lo avevano minacciato?
F.P.: Sì, eh, se l’era la paura, chi lo sa? Sa…
P.M.: Aveva paura che non la credessero, non lo so.
F.P.: Ecco. Può essere stato anche quello lì, perché io dissi: ‘se ho a andar solo, mi sembra una cosa…’ non so, capito?
P.M.: Senta ancora una cosa, ma lei…
F.P.: Non andai solo.
P.M.: … l’episodio… Ecco, a che ora tornaste quella sera?
F.P.: ora, l’ora…
P.M.: Quando tornaste…
F.P.: L’ora non me lo ricordo.
P.M.: Era notte?
F.P.: Di notte, sì. Ma…
P.M.: Lei ha dichiarato: “Erano circa le una quando tornai a casa.”
F.P.: Sì. Ecco, sì, quell’ora lì forse sarà stata, così…
P.M.: Era molto tardi, quindi.
Presidente: Quando andaste lì, quando andaste al posto, lì agli Scopeti, che ora era, grossomodo?
P.M.: Presidente… Scusi, eh, io ora ho chiesto quando vennero via.
Presidente: Ah, ah.
F.P.: Quando si venne via?
P.M.: Eh, lei ricorda, dice il Presidente, invece, quando andaste lì e vi fermaste a Scopeti, da dove venivate? Venivate da Firenze?
F.P.: Da Firenze, si veniva noi.
P.M.: Quindi eravate stati da quella Gabriella.
F.P.: Sì, noi si eramo stati… sì…
P.M.: E vi eravate trattenuti anche a cena dalla Gabriella?
F.P.: Ma no.
P.M.: Lei, così ha dichiarato, che avevate fatto tardi perché avevate mangiato e cenato dalla Gabriella.
F.P.: Sì, ma che c’è scritto lì?
P.M.: Lo ha dichiarato lei, lo ha dichiarato lei. C’è scritto qui, perché lo ha dichiarato lei.
F.P.: Allora, se c’è scritto costì, vuol dire che va bene.
P.M.: Ho capito, però vede, quello che è scritto qui, sono cose che ha detto lei.
F.P.: Ma che vuole, gli è passato un monte di tempo, ‘un me ne ricordo, ‘un me ne ricordo…
P.M.: Però, se così ha detto, vuol dire che…
F.P.: Capito? Non è possibile.
P.M.: Va bene. Era buio quando arrivaste lì.
F.P.: Sì.
P.M.: Quando Eh. Senta solo una cosa, lei ricorda se successivamente il giorno dopo con il Lotti ne avete parlato al bar che eravate stati lì la sera, e se c’era qualcuno?
F.P.: Ma io…
P.M.: Nel bar, eh?
F.P.: ‘Un me lo ricordo, codesto.
P.M.: Non si ricorda.
F.P.: No.
P.M.: Allora io le leggo quello che ha dichiarato e vediamo… Dunque, lei dice…
Presidente: Pubblico Ministero, punto per punto, eh, senza fare grandi discorsi. Va bene?
P.M.: Presidente, punto per punto.
Presidente: Sì, sì.
P.M.: Il punto è questo, del racconto relativo al fatto del bar, lo fa in due verbali diversi. In uno dice, relativamente al racconto che avrebbero fatto al bar. Lei dice: “Non ricordo le persone che si trovavano al Bar Centrale, quando raccontammo l’accaduto. Ricordo solamente che vi era il proprietario.” Da questo racconto che poi lei fa ancora più particolareggiato, sembra che l’abbiate fatto al bar. E, effettivamente, qualcuno del bar lo dice. Quindi… E ora le leggo il punto esatto. Lei dice ancora: “Ricordo perfettamente che, il giorno successivo a questo episodio, ho sentito parlare in paese del duplice omicidio. È stato proprio qualche giorno dopo l’omicidio. Io e Lotti abbiamo parlato del fatto al bar di San Casciano, anche con persone che erano presenti nel bar medesimo. Mi viene chiesto di indicare le persone che possono aver sentito i nostri discorsi, ma io non ricordo i nomi. Ricordo che c’era il titolare di un negozio di mobili che si trova nella piazza Perozzi di San Casciano, poco oltre il tabaccaio, e il negozio di spezie. E c’era anche un’orefice di nome Giovanni.”
F.P.: Sì.
P.M.: Questo orefice poi lo ha raccontato in questo dibattimento. È così?
F.P.: Sì, è così.
P.M.: Allora ne parlaste, al bar.
F.P.: Sì, davvero.
P.M.: Eh?
F.P.: Sì.
P.M.: Lei però dice ancora… La domanda è questa: ne parlò anche con i suoi familiari, o no? All’epoca, eh, non ora. In casa, lo raccontò questo fatto…
F.P.: Si, eh…
P.M.: Quando lo ha raccontato ai suoi familiari?
F.P.: Eh, ma… gli è parecchio. Insomma, ora non me lo ricordo nemmeno, ecco.
P.M.: Ma lo ha raccontato dopo che era stato sentito dalla Polizia?
F.P.: Dopo, sì.
P.M.: Senta ancora una cosa, signor Pucci.
F.P.: Sì.
P.M.: Relativamente a quel pomeriggio, quel giorno che siete andati dalla Gabriella e che poi la sera, tornando, vi siete fermati a Scopeti, lei ha fatto un racconto relativo al fatto che, dalla Gabriella, ci andava anche Vanni. Io le ho fatto la doma… C’è stato una volta per lo meno anche Vanni. Le ho fatto la domanda e lei mi ha detto: no. Lei, però, ha dichiarato cose un po’ diverse. Lei ricorda, allora, le rifaccio la domanda: se sa se il Vanni è stato mai dalla Gabriella?
F.P.: No, io ‘un me lo ricordo.
P.M.: Se la Gabriella… La domanda è questa, indipendentemente dal ricordo, siccome lei ha fatto questo racconto, se la Gabriella, per caso, era venuta a sapere, o avendo conosciuto il Vanni che aveva particolari tendenze, non lo voleva o meno. Lei sa niente di questo?
F.P.: Sì, qualche cosa so di codesto, ma…
P.M.: E allora, se lo sa, ce lo dica, no? Cosa sa? Perché, se dice che dalla Gabriella non ci andava, è un conto; se invece sa che la Gabriella non voleva Vanni, vuol dire che ci andava.
F.P.: Ora gliene dico.
P.M.: Allora ce lo dica per bene.
F.P.: La ‘un lo voleva perché ‘un gli garbava come, come si dice…
P.M.: Come faceva lui.
F.P.: Ecco.
P.M.: E come mai, cosa faceva lui?
F.P.: E come mai…
P.M.: Cosa diceva la Gabriella.
F.P.: Mah, ora… ‘Un l’ho in mente codesto…
P.M.: Allora, guardi, lei ha raccontato questo: “In effetti, è vero che la Gabriella non voleva di mezzo il Vanni”, dice lei, “E so anche il motivo. Infatti la Gabriella mi aveva detto che il Vanni era un soggetto parecchio strano; era uno che, con le donne, combinava poco e con lei voleva usare un vibratore. E si eccitava così.”
F.P.: Ecco. Ora sì.
P.M.: Ora sì. No.
F.P.: Allora c’è critto costì…
P.M.: … queste le ha dette lei, però, queste cose.
F.P.: Sì, ecco.
P.M.: E queste cose a lei chi gliele ha raccontate, la Gabriella?
F.P.: Sì, eh.
P.M.: Lei l’ha mai visto…
F.P.: A me mi sembra… Ora va bene, ‘un me ne ricordo bene, che la le abbia raccontate lei, la Gabriella, ha capito? Ecco.
P.M.: Il Vanni lei lo ha mai visto se aveva un vibratore, o meno?
F.P.: No. Mai.
P.M.: Lei lo sa cos’è un vibratore?
F.P.: Ma io ‘un lo so, perché io codeste cose costì… ‘Un li ho mai visti codesti cosi io, ecco. ‘un…
P.M.: Non li ha mai visti.
F.P.: Per dire la verità. Sicché ‘un…
P.M.: Senta, lei ancora dice che il giorno in cui avvennero i fatti di Scopeti, il pomeriggio che voi andaste dalla Gabriella, in realtà sembra che andaste in una pensione, o andaste a casa di lei?
F.P.: A casa di lei. Insomma, a casa di lei, non era nemmeno sua. Insomma, l’aveva una stanza, così, ha capito, a pagar l’affitto, così, e basta.
P.M.: Lei ricorda se quel giorno era venuto per conto suo, non con voi, anche il Vanni?
F.P.: ‘Un lo so.
P.M.: Non lo sa.
F.P.: Codesto…
P.M.: lei dice: “Questo episodio avvenne quando noi…” allora lei dice: “Effettivamente, quel giorno, dalla Gabriella era venuto anche il Vanni”, dice lei, “però lei lo mandò via.”
F.P.: Lo mandò via, sì.
P.M.: “Questo episodio avvenne quando noi eravamo già stati con la Gabriella. Insomma, il Vanni, che era arrivato per conto suo, salì su dopo Giancarlo. E un momento dopo, scese, perché la Gabriella lo aveva respinto.”
F.P.: Eh, sì.
P.M.: È così?
F.P.: Sì, si.
P.M.: Ma lei, questi episodi…
F.P.: Come?
P.M.: … li ricorda in questo modo.
F.P.: A codesta maniera, perché il Vanni l’andò da solo.
P.M.: Venne da solo, quel giorno.
F.P.: Da solo.
P.M.: Non era in macchina con voi.
F.P.: No.
P.M.: E sa come venne, con che mezzo venne?
F.P.: Mah, io codesto…
P.M.: Lui ci aveva una macchina, un… veniva con la SITA…
F.P.: Gli aveva la Vespa, lui, e basta.
P.M.: Non lo sa come venne.
F.P.: Poi, per come venne, non lo so, ecco.
P.M.: Lei ricorda se il Vanni, per il fatto che la Gabriella non lo aveva voluto era incazzato, o meno?
F.P.: Ma no.
P.M.: Non se lo ricorda. Lei però dice: “Il Vanni era arrabbiatissimo, ce l’aveva con la Gabriella. Noi lì ci separammo. Cioè, io e il Lotti andammo a fare i nostri soliti giri a Firenze; e Vanni se ne andò per conto suo.”
F.P.: Sì.
P.M.: “A quanto mi disse lui, Vanni era venuto con la SITA.”
F.P.: Sì, con la SITA, sì, venne, andò.
P.M.: “Quando andò via era incazzato fradicio con la Gabriella.”
F.P.: Sì. Perché il motivo non me lo seppe dire nemmeno La Gabriella a me, ecco. Sicché… ‘un… Io ‘un lo sapevo, perché…
P.M.: Ho capito. Senta ancora una cosa, signor Pucci…
F.P.: È chiaro, no?
P.M.: Sì, sì, più o meno.
F.P.: Eh, io…
P.M.: Lei ricorda di essere stato con il Lotti nel luogo dell’omicidio di Vicchio?
F.P.: No.
P.M.: Non lo ricorda
F.P.: Io ‘un ci sono mai stato là.
P.M.: Mi segua un attimo, signor Pucci…
F.P.: No, no, Vicchio…
P.M.: Lei non è mai stato dove c’è stato l’omicidio?
F.P.: No.
P.M.: Nel momento in cui c’è stato l’omicidio no.
F.P.: (diniego).
P.M.: Il Lotti le ha mai raccontato che a Vicchio era stata ammazzata una coppia che voi avevate visto, in una Panda celeste?
F.P.: (diniego).
P.M.: No.
F.P.: Io…
P.M.: Lei però ha raccontato questo.
F.P.: Icché ho raccontato?
P.M.: Lei, Pucci. Lei dice: “Nel 1984 a Vicchio ci sono andato, come ho già detto, con il Lotti. Ma prima dell’omicidio. E poi lui mi disse che era stata ammazzata la coppia che noi avevamo visto.” F.P.: Sì, me lo disse a me; ma io ‘un… io, io… le coppie ‘un le vidi, ecco, perché…
P.M.: Ma lei, con il Lotti a vedere una coppia che aveva una Panda celeste e c’erano due un pomeriggio che vi fermaste al bar…
Presidente: Pubblico Ministero, scusi un attimo. Facciamogli dire, facciamogli bene la domanda: il Lotti…
F.P.: Se vu’ mi fate di’ le cose che ‘un sono vere, abbia pazienza, io…
Presidente: No, no
P.M.: Se non sono vere, lei ce…
F.P.: Io vi dico icché so e basta. Icché ‘un so, ‘un lo dico di certo.
Presidente: Signor Pucci, signor Pucci…
F.P.: Se ‘un me lo ricordo, ‘un lo dico.
Presidente: Ho capito.
F.P.: Non è possibile.
Presidente: Signor Pucci, mi faccia fare la… Faccia…
F.P.: Mah, gli è passato tanto tempo, ‘un mi ricordo… Bah, eh…
Presidente: Ancora non sa cosa gli voglio domandare e lei già protesta. Allora, soprattutto calmi e sereni. Tutti.
F.P.: Sì, sì. Quello…
Presidente: Voglio sapere una cosa: il Pubblico Ministero parla ora di Vicchio, va bene?
F.P.: Sì, ma…
Presidente: Stia a sentire, va bene? Com’è che se n’è andato a Vicchio? Cosa gli disse Lotti, all’inizio, perché andaste a Vicchio? Cosa gli disse quando andaste a Vicchio?
F.P.: Mah, io…
Avv. Nino Filastò: Ma a Vicchio non ci è andato.
F.P.: … io ci andai per fare una girata. E basta.
Avv. Nino Filastò: Mi scusi, Presidente, questa domanda, abbia pazienza, la fa lei, ma è suggestiva lo stesso. Perché sta dicendo che a Vicchio non ci è andato, lui.
P.M.: Sta dicendo per fare una girata.
Presidente: No, ci è andato prima. Ha detto che ci è andato prima.
Avv. Nino Filastò: Come?
Presidente: Ha detto che ci è andato prima. Non ci…
Avv. Nino Filastò: No, no, alla contestazione del Pubblico Ministero, all’inizio, questo testimone ha detto che lui, a Vicchio, con Lotti, non c’è andato.
Presidente: Io voglio sapere come.. Ha detto che ci è andato a Vicchio, almeno io ho capito questo. Scusi…
F.P.: Scusi, come c’è scritto lì? Perché non mi ricordo mica icché c’è scritto, sa, l’abbia pazienza.
P.M.: Eh, no, però se vede quello che c’è scritto, poi glielo contesto io.
(brusio)
Avv. Nino Filastò: Non si ricorda quello che c’è scritto, pover’uomo. È questa la questione.
Presidente: Eh?
Avv. Nino Filastò: Non se lo ricorda. Glielo sta…
Presidente: Va bene, va bene. Allora, a questo punto, legga Pubblico Ministero, legga.
P.M.: Bene, Presidente.
Presidente: Vediamo un po’ com’è andata. Basta che si chiariscano gli episodi. Comunque sia.
F.P.: Se la lo legge, forse me ne posso ricordare.
Presidente: Bene.
F.P.: Ha capito, l’è cosi…
P.M.: Allora, la domanda che le fu fatta e la risposta fu questa. “Mi viene chiesto di raccontare nei dettagli cosa io sappia del delitto del 1984 a Vicchio. Io, come ho già detto nelle precedenti dichiarazioni, non c’ero. Ho assistito solo al delitto di Scopeti nell’85 nei modi che ho già descritto.”
F.P.: Quello, sì. Ma…
P.M.: Nell’84, lei non c’era.
F.P.: No.
P.M.: Però lei dice: “Nel 1984 a Vicchio, invece, ci sono andato, come ho già detto, con il Lotti, un giorno. Ma prima dell’omicidio.”
F.P.: Prima, eh, non dopo. Eh.
P.M.: “Andammo per fare una girata per…
F.P.: Per fare una girata e basta.
P.M.: “Vedemmo la piazzola con la macchina con i due giovani che poi furono uccisi che facevano l’amore. Mi sembra che la macchina fosse chiara, prima di andare a vedere la macchina ci si fermò in un bar. Al bar andammo che era ancora giorno. Quando invece si vide la coppia era già buio, saremmo stati a guardare la coppia una decina di minuti. Avevamo lasciato la nostra macchina e ci siamo avvicinati alla coppia a piedi. Seppi poi che era avvenuto l’omicidio, dopo pochi giorni, dai giornali e dalla televisione. Dopo che era successo l’omicidio, Lotti, di sua volontà, mi disse che quelli che erano stati uccisi erano quelli che avevamo visto noi.” È così? Eh? È questa la verità?
F.P.: Sì, sì.
P.M.: E perché prima, da solo, aveva difficoltà a raccontarla?
F.P.: Eh, bah…
P.M.: Ha ancora paura, signor… le chiedo.
F.P.: No, paura no.
P.M.: E allora
F.P.: Paura, ma sa…
P.M.: Sono fatti brutti, ci rendiamo conto.
F.P.: Ecco.
P.M.: Ma noi vogliamo capire qua quanto lei oggi abbia difficoltà a dire la verità e quanto questa sia la verità.
F.P.: Mah, questa è la verità, abbia pazienza.
P.M.: Va bene. lei dice ancora, relativamente a quell’episodio: “Quando noi eravamo, ci eravamo avvicinati a vedere i due ragazzi che facevano l’amore in macchina era tardettino”, lei dice. “Non so che ora fosse esattamente, non avevamo luci per illuminarli. Vedemmo con la luce naturale. Dopo l’omicidio, fu lo stesso Lotti che mi disse che lui era stato presente all’omicidio.” – lui Lotti.
F.P.: Lui, ma io no.
P.M.: “E aveva visto ammazzare i due giovani.”
F.P.: Ecco.
P.M.: “Mi disse che a commettere l’omicidio erano stati Pacciani e Vanni.” Le disse così?
F.P.: Sì.
Mario Vanni: ‘Un è vero nulla.
F.P.: Ma come non è vero nulla?
Presidente: Aspetti, cosa gli ha detto il Lotti a lei?
P.M.: Chi aveva fatto quell’omicidio?
F.P.: Come mi disse, ‘un me ne ricordo.
Mario Vanni: ‘Un ho paura di nessuno.
P.M.: Lei aggiunse: “Mi disse che era andato, Lotti, con la sua macchina; mentre Pacciani e Vanni erano andati con la macchina del Pacciani.”
Mario Vanni: Sono innocente. Io ‘un ho fatto nulla. ‘Un sono stati buoni di trovare il “Mostro”…
Presidente: Signor Vanni, quando vuol parlare, parla con me. E non faccia commenti, perché si sentono.
P.M.: Senta, le faccio ancora qualche domanda. Lei, poi, con il Lotti, ha parlato di altri omicidi? Degli altri omicidi del “Mostro”? Con il Lotti.
F.P.: (diniego) Ma io… Ma che c’è mica scritto, costì?
P.M.: Eh
F.P.: No, lo voglio sapere, perché vu’ scrivete un monte di robe, io ‘un me lo ricordo…
P.M.: Noi, queste robe, per fortuna le abbiamo anche registrate. Quindi…
F.P.: Abbia pazienza… ‘Un mi posso ricordare di ogni cosa.
P.M.: No, ma lei non si deve ricordare cosa c’è scritto qui, capito, signor Pucci?
F.P.: Ecco…
P.M.: Lei si deve ricordare se questi discorsi li ha fatti e se sono veri.
F.P.: Ma io non me lo ricordo.
P.M.: Però, vede, se non se lo ricorda ora, è un fatto; se non se lo ricordava nemmeno prima, è un altro.
F.P.: Eh, non è possibile…
P.M.: Ecco.
F.P.: … non me ne ricordavo nemmeno prima, sicché… Ora, che vuole, è da tanto tempo che… Chi se ne ricorda! Bah…
P.M.: Ho capito.
F.P.: … ‘un è possibile, eh. Gli è inutile… eh.
P.M.: Senta un po’, io le contesto che lei invece ha dichiarato qualcosa in più. Lei ha detto che il Lotti gli ha riferito che avevano fatto anche un omicidio a Montespertoli.
F.P.: Ma io a Montespertoli ci andavo quando c’era la festa dell’uva, la festa del vino, e basta.
P.M.: Ci è andato anche a spiare coppie?
F.P.: No, io ‘un sono andato.
P.M.: No, va bene. Lei, così ha detto…
F.P.: No, no…
P.M.: Così ha detto. Ora…
F.P.: Io, con il Lotti, ci andavo alla festa del vino e quando c’era la festa dell’uva, insomma…
P.M.: Signor Pucci, io ho l’impressione che lei, in questo momento, ci sia qualche motivo. Sarà il ricordo, o sarà qualche altro…
F.P.: No, no…
P.M.: … motivo. Però io gliele devo contestare, eh?
F.P.: Sì, sì, ma lei… Bah, io…
P.M.: Riguardo all’episodio di Vicchio, lei ha raccontato un sacco di altri particolari, eh, che nessuno sapeva quindi… li ha raccontati lei. Io glieli leggo, perché…
F.P.: Sì, sì, la può leggere, ha’ voglia!
P.M.: . . . sono particolari completamente sconosciuti che lei racconta. Allora dobbiamo vedere come mai lei, l’anno scorso, esattamente nel ’96, li ha raccontati e oggi non li ricorda. Io glieli contesto. Sono esattamente questi, dopo che lei dice che: “Mi disse che lui era andato con la sua macchina, “ – Lotti – “mentre Pacciani e Vanni erano andati con la loro.” Lei aggiunge: “Lei mi chiede, a questo punto, se io credetti al ‘ racconto di Lotti.” Lei dice: “Io ci crederti sì, ma non ricordo se mi disse com’era avvenuto l’omicidio.” Poi dice: “Il Lotti non mi disse se erano già stati prima a ; spiare la coppia, né mi disse come gli avevano ammazzati. Io gli chiesi se era andato dai Carabinieri, dopo aver assistito all’omicidio. Lui mi disse che aveva paura. Io gli chiesi perché era andato con loro la sera dell’omicidio di Vicchio, e lui mi disse solo che era andato a vedere cosa facevano.” Questo, è il suo racconto. Poi…
F.P.: Lui solo. Io no.
P.M.: Questo lo abbiamo capito. E io non vorrei che ora…
F.P.: Non andai io con il Lotti, sicché…
P.M.: Va bene. Lei è stato solo nell’85.
Presidente: È andato lì per vedere.
F.P.: Lui, io no. Non andai insieme io.
Presidente: Cosa gli disse il Lotti? Cosa gli ha detto il Lotti a lei?
F.P.: Come?
Presidente: Cosa gli ha detto il Lotti, che era andato per vedere?
F.P.: Lui era andato per vedere, sì, e basta.
Presidente: Lei ha detto: ‘lui sì e io no’, questo voleva dire?
F.P.: Io no, ‘un c’andai, perché quel giorno ‘un c’ero nemmeno, sicché.
P.M.: Lei aggiunge – e glielo contesto – esattamente: “Lotti mi ha però detto che, nei giorni precedenti l’omicidio di Vicchio, avevano seguito i due giovani, loro. Per la precisione mi disse che, nelle sere precedenti a quella in cui io e Lotti andammo a guardare la coppia di Vicchio, Pacciani e Vanni erano stati a vedere come potevano fare per ammazzarli. Mi disse che li avevano seguiti per strada, avendo così scoperto…”
Presidente: Piano, piano, Pubblico Ministero. Piano, piano.
P.M.: “Avendo così scoperto dove facevano l’amore quei ragazzi.” Le viene chiesto se conosce il motivo per il quale Vanni e Pacciani volessero ammazzare i due giovani. Lei dice: “Che, successivamente…”
Avv. Nino Filastò: Cos’è, è una contestazione, oppure è una lettura…
P.M.: La contestazione è già stata fatta.
Avv. Nino Filastò: … di un fatto nuovo…
Mario Vanni: Bravo, avvocato.
(brusio)
Avv. Nino Filastò: Vanni, non ci si metta anche lei…
Presidente: Andiamo sul primo punto, sul primo punto.
F.P.: Sicché gli è tutto vero, io ho visto tutto, ha capito?
Presidente: Signor Pucci, non parli con la Corte, perché non…
F.P.: Le un sono bugie, queste, glielo dico io.
Presidente: Oh, senta un po’, allora cos’è… Non sono bugie. Allora, cos’è vero?
F.P.: Come?
Presidente: Il Pubblico Ministero gli ha letto quello che dichiarò l’anno scorso a lui, allo stesso Pubblico Ministero.
P.M.: Prima, alla Polizia e poi…
Presidente: Prima, alla Polizia e poi a lui. Noi non abbiamo verbali, ecco perché non lo sappiamo.
F.P.: Sì, ecco.
Presidente: Ecco.
F.P.: Poi, se c’è critto, gli è vero.
Presidente: Ecco. Si dice in quei verbali che il Vanni e il… Come si chiama…
F.P.: Lotti.
Presidente: … il Pacciani, erano andati per fare un sopralluogo, per vedere, verificare. Ecco, cosa c’è di vero in questa storia? Lo dica. E’ come dice il Pubblico Ministero, o c’è qualcosa di diverso?
F.P.: No, ma io… Io ‘un c’ero quel giorno, io non andai insieme, ecco perché…
Presidente: Ma quello che gli ha detto… Ho capito che lei non c’era. Ma per quello che gli ha detto il Lotti, perché lo ha saputo dal Lotti. E’ così, o no?
F.P.: Sì, io l’ho saputo dal Lotti.
Presidente: E cosa gli ha detto il Lotti?
P.M.: Cosa ha saputo dal Lotti? Perché lei ha raccontato tante cose che nessuno sapeva – le faccio presente – quindi, tutte le cose che sono scritte in questo verbale, che io poi le leggo come contestazione, le ha raccontate lei e nessuno le sapeva. Non le aveva dette nemmeno Lotti. Capisce? Quindi lei come…
F.P.: Ma allora la mi legga, perché io non me ne ricordo mica.
Presidente: Pubblico Ministero, parli piano, per cortesia…
F.P.: Abbia pazienza, sennò io…
Presidente: Con lui va parlato piano.
F.P.: … ‘un me lo posso ricordare.
Presidente: Piano, piano, perché non…
P.M.: Ha ragione, Presidente.
Presidente: Eh..
P.M.: Forse può essere che…
Presidente: Vede, che ha difficoltà poi a rendersi conto di tutto.
F.P.: No, vu’ mi fate dire le cose che ‘un le stanno bene, abbia pazienza… Io…
Presidente: No, no, ma nessuno le fa dire niente. Per carità!
F.P.: Io…
Avv. Nino Filastò: Ma il testimone non si dovrebbe mica rendere conto di nulla, sa, Presidente. Dovrebbe raccontare quello che sa. Senza rendersi conto di nulla.
F.P.: Va bene, ma io… Io ‘un mi ricordo nemmeno icché mangiai ieri sera, la si figuri se mi ricordo dell’anno scorso…
(brusio)
Avv. Nino Filastò: … questo signore, finora.
Presidente: Pubblico Ministero…
Avv. Nino Filastò: E io chiederei che il testimone venisse interrogato sulle cose che sa.
Presidente: Eh, appunto.
Avv. Nino Filastò: Non sulle cose che sono scritte, come dice lui.
P.M.: No, Presidente…
Presidente: E noi non gli abbiamo fatto la domanda apposta.
P.M.: La verità è che gli si contesta quello che ha già detto. Quindi, il difensore,. ..
Presidente: Ora dice che non si ricorda. Gli si contesta quello che ha detto e lui deve confermare o dire…
Avv. Nino Filastò: Le contestazioni…
(brusio)
Avv. Nino Filastò: Io insisto – avvocato Filastò, difensore di Vanni – perché a testimone vengano fatte contestazioni su punti specifici.
Presidente: Benissimo.
Avv. Nino Filastò: Di contrasto rispetto a quello che sta dicendo ora…
Presidente: O non sta facendo questo, il Pubblico Ministero.
Avv. Nino Filastò: … e non letture fiume dei verbali com’è stato fatto finora.
Presidente: Bene. Facciamo la lettura più…
Avv. Nino Filastò: Al termine delle quali il testimone dice: ‘si, allora se c’è scritto, è così.’ Questo interrogatorio sta andando avanti così, questo esame, finora.
Presidente: Allora, facciamo contestazioni più brevi, punti, circostanze più precise e basta. Comunque, l’interrogatorio sta venendo nella forma in cui prevede la legge. Mi scusi, eh, avvocato.
F.P.: Sì, sì…
Avv. Nino Filastò: No, secondo me, no, Presidente.
Presidente: E va bene. Lei poi farà le sue osservazioni, le commenterà, impugnerà…
F.P.: Per me la può fare le osservazioni che la vuole. Se ‘un me lo ricordo, io…
Presidente: Un momentino. Lei risponda alle domande e basta, eh. Che non faccia commenti, per cortesia.
F.P.: No, no, per carità di Dio!
Presidente: Allora, Pubblico Ministero, per cortesia, vuol rileggere il punto della storia del Vanni e del Lotti quando…
P.M.: Allora, la domanda è questa: lei sa se Pacciani e Vanni, nei giorni precedenti l’omicidio di Vicchio, erano stati a vedere il posto? Lotti le ha mai fatto un racconto simile?
F.P.: Ma no…
P.M.: Non riguarda lei.
F.P.: Non è possibile.
P.M.: Non è possibile che lo abbia detto lei? Lei ha detto questo: “Il Lotti mi disse solo che Pacciani e Vanni la avrebbero ammazzata” – addirittura lei sa il motivo – “perché la ragazza non voleva fare l’amore con loro.”
Avv. Nino Filastò: Questa è una circostanza completamente nuova che non ha formato oggetto precedente…
P.M.: Ha ragione, chiedo scusa…
Presidente: Bene, bene…
Avv. Nino Filastò: … di nessuna affermazione del teste. E quindi non si era formata…
(brusio)
P.M.: Ha perfettamente ragione.
Avv. Nino Filastò: No, ma questa è una cosa molto grave…
Presidente: Va be’
P.M.: Presidente…
Avv. Nino Filastò: Perché qui si sta discutendo di un ergastolo ad un imputato, eh. Questo signore rischia l’ergastolo, mica sei mesi di galera con la condizionale, eh.
P.M.: Presidente…
Presidente: Bene. Pubblico Ministero.
P.M.: … ho letto il rigo prima, tutto qua.
Presidente: Esatto, ha sbagliato.
P.M.: Lo conosce anche l’avvocato, eh?
Presidente: Bene. Ma siamo calmi, perché non c’è motivo di allarmarsi.
F.P.: No, no, poverino, quello… Io, io si può fare anche le due, tanto, se ‘un mi ricordo delle cose…
Presidente: Bene.
F.P.: ‘Un mi ricordo nemmeno icché mangiai ieri sera, la si figuri un pochino. Ecco. Sicché…
Presidente: Pubblico Ministero, vuole rileggere, per cortesia?
P.M.: Volevo rifare la domanda, così forse è meglio.
Presidente: Eh, rifaccia la domanda.
P.M.: Le chiedo, lei sa se Lotti, Pacciani, o Vanni, nei giorni precedenti l’omicidio di Vicchio erano stati sul posto a vedere la coppia che poi fu ammazzata? Il Lotti le ha mai raccontato…
F.P.: Mah, io no, ‘un me lo ricordo se me l’ha raccontato o no, ecco.
P.M.: Non se lo ricorda.
F.P.: No.
P.M.: Lei si ricorda se il Lotti le ha raccontato perché fu uccisa quella ragazza?
F.P.: Io…
P.M.: Lei si
Avv. Nino Filastò: Abbia pazienza, signor Pucci, bisognerebbe che lei dicesse…
F.P.: Sì, porca miseria, ha’ voglia!
Avv. Nino Filastò: … o sì, o no. Perché se lei bofonchia…
F.P.: Io… La senta, io ‘un mi ricordo nemmeno icché mangiai ieri sera, la si figuri se mi ricordo di un anno fa. Ecco.
Avv. Nino Filastò: Va bene. Però questa domanda, il Pubblico Ministero…
F.P.: Mi scusi, ‘un me lo posso ricordare, abbia pazienza.
Avv. Nino Filastò: Ma lei deve rispondere sì, o no. Perché se lei fa “uhm, uhm”, a verbale non risulta nulla, capisce? Ecco.
P.M.: Poi gli facciamo le contestazioni.
Avv. Nino Filastò: Sì, o no, signor Lotti
F.P.: No, ‘un me lo ricordo.
Avv. Nino Filastò: …alla domanda che gli ha fatto… No, benissimo.
P.M.: Non ricorda. Lei ha detto non ricorda.
F.P.: Eh.
P.M.: Lei ricorda se il Lotti le ha raccontato di aver saputo dove lavorava e che mestiere faceva la ragazza? Dove lavorava la ragazza?
F.P.: No. No, no.
Presidente: Parli forte: “No.”
F.P.: No.
Presidente: Eh, bravo.
P.M.: Lei ricorda se il Lotti le ha detto che Pacciani e Vanni volevano far l’amore con quella ragazza e lei non voleva e per questo l’hanno ammazzata?
F.P.: O, non me lo ricordo nemmen codesto. Gliel’ho detto, non me lo ricordo. È inutile… Eh.
P.M.: Signor Pucci, però le volevo far presente che queste cose le ha dichiarate lei e nessuno…
F.P.: Sì, ma la senta, io non mi ricordo nemmeno icché ho mangiato ieri sera a cena, sicché…
P.M.: Di questo sono pienamente convinto, se lei lo dice. Però, questi racconti qua li ha fatti lei, capisce, Pucci?
F.P.: Sì, ma io non me lo ricordo icché dissi.
P.M.: Non ricorda cosa disse il Lotti?
F.P.: No, non me lo ricordo.
P.M.: Bene.
F.P.: Bah, come si fa?
P.M.: Le dice, però, e questo glielo contesto per bene. Le viene chiesto la stessa domanda: “Se Pucci conosce il motivo per il quale Vanni e Pacciani volessero ammazzare i due giovani.” Lei dice che: “Il Lotti ha raccontato qualche cosa in proposito.” E lei dice: “Li hanno ammazzati, perché anche loro volevano fare l’amore con quella figliola. Aggiungo che il Lotti mi disse che Pacciani e Vanni avrebbero ucciso quella ragazza ancor prima che fosse commesso l’omicidio.” Cioè, il Lotti glielo anticipò. È così?
F.P.: Mah…
P.M.: Queste cose però le ha dette lei, signor Pucci.
F.P.: Sì, ma…
P.M.: Non lo ricorda.
F.P.: Eh, non me ne ricordo.
P.M.: Lei dice, le viene chiesto: “Non so dire come Pacciani e Vanni conoscessero la ragazza uccisa a Vicchio. Il Lotti mi disse solo che Pacciani e Vanni l’avrebbero ammazzata perché non voleva fare l’amore con loro.” Capisce, signor Pucci, sono tutte cose che nessuno conosce; Lotti non le ha mai dette e…
Presidente: Va bene. Commenti no, però. Domandiamo a lui…
P.M.: No, faccio per far ricordare al teste…
Presidente: Eh, lo so.
P.M.: … come mai le ha dette.
Presidente: Non se lo ricorda.
Mario Vanni: Signor Presidente…
Presidente: Non se lo ricorda.
F.P.: Non me lo ricordo.
Presidente: Non se lo ricorda.
P.M.: Lei dice ancora: “Lotti mi diceva che era Pacciani che aveva conosciuto la ragazza per primo.”
Avv. Nino Filastò: Presidente, qui Vanni dice che lui, sennò salta il banco, vuole la parola. Che vuole che le dica.
Presidente: Signor Vanni, è inutile che si arrabbi, perché non c’è motivi di arrabbiarsi. Stiamo accertando la verità.
Mario Vanni: Ma posso parlare con il signor Canessa?
Presidente: Ma lasci star Canessa, perché ora non ci può parlare. Allora… Dopo, dopo parlerà quando sarà in carcere.
Mario Vanni: … me ne rammento.
Presidente: Se continua a disturbare, lo mando via. Capito?
Mario Vanni: E la mi mandi via!
Presidente: E allora vada via, vai. Via…
Mario Vanni: Vo via anche subito.
Presidente: Bene. Accompagnatelo fuori.
Mario Vanni: No, prima ci parlo, e poi vo via.
Presidente: Portatelo fuori, portatelo fuori. Si calmi un pochettino e poi ritorna, se vuol tornare.
Mario Vanni: Bella Giustizia l’è questa. Nemmeno in Cina.
Presidente: Eh, lo so. Lo ha detto anche l’altro giorno che nemmeno in Cina.
P.M.: Vorrei contestare ancora…
Presidente: Bene.
P.M.: . . . una circostanza riferita da Pucci, che è la seguente. Lei dice: “Lotti mi diceva che era Pacciani che aveva conosciuto la ragazza per primo, ma non mi disse come. Aggiungeva che Pacciani e Vanni andavano a Vicchio a trovarla, ma lei non cedeva alle loro proposte e per questo la volevano ammazzare”. Lotti le ha fatto questi discorsi a lei?
F.P.: Io…
Presidente: Voce, voce.
F.P.: Mah, può darsi che mi abbia fatto questi discorsi, ma io…
P.M.: “Può darsi”, è già diverso dal “non ricordo”, capisce?
P.M.: Non me ne ricordo. Non mi ricordo di nulla…
P.M.: E come mai, quando lo ha raccontato, se lo ricordava? Che motivo ha oggi? Ha paura di qualcosa?
F.P.: No, non è questione della paura. Non mi ricordo nemmeno icché mangiai ieri sera a cena, glielo dico un’altra volta.
P.M.: Questo, ce lo ha già detto.
F.P.: Bah.
Avv. Nino Filastò: Questo è la quarta volta che il Pubblico Ministero chiede al testimone se ha paura. E il testimone gli risponde di no.
F.P.: Per me la può essere anche la quinta. Io…
Avv. Nino Filastò: Se dobbiamo continuare fino a tutta la mattinata…
Presidente: Avvocato, sono domande possibili che vanno fatte.
Avv. Nino Filastò: È la quarta volta…
(brusio)
F.P.: Va bene, sì, sì…
Avv. Nino Filastò: Basta, tre volte chiedere se ha paura, per sentirsi rispondere. .. Tre volte sono sufficienti?
Presidente: Allora…
Avv. Nino Filastò: Quattro sono sufficienti? Ce ne vuole una quinta, ancora?
Presidente: È un teste particolare, che va usato un particolare modo di interrogare. Eh, santo cielo!
P.M.: A proposito del posto…
Presidente: L’essenziale è che dica la verità. Tutto qui. Poi, come ci si arrivi, non importa.
P.M.: A proposito del posto dove era stata conosciuta la ragazza…
Avv. Nino Filastò: … qual è la verità, però, Presidente. Capito? Per dire: “Importante è che dica la verità, come ci si arriva non importa”, bisogna, prima di tutto, come ci si arriva, lo prescrive il Codice, in ogni caso…
Avvocato: Presidente, mi perdoni…
Avv. Nino Filastò: … e poi…
Presidente: Ma non certo per via illegale. Questo volevo dire, no? Ci vuole un po’ di pazienza, in questo senso.
Avv. Nino Filastò: … non è la verità.
Presidente: E allora, e allora!
Avvocato: Presidente, non si può intimorire il teste…
Presidente: No. No, no, avvocato, per cortesia, non cominciate anche voi a fare… Perché…
Avvocato: No, sto dicendo questo che…
Presidente: Nessuno sta intimorendo il teste.
Avvocato: Il tono dell’avvocato Filastò e le continue interruzioni rischiano di intimorire il teste. C’è il pericolo di intimorire il teste, ecco. Lasciamolo un po’ tranquillamente rispondere alle domande, senza interrompere con quel tono di voce da intimorimento.
Presidente: Ho capito, avvocato. Grazie. Basta. L’unica cosa che voglio dire, Pubblico Ministero, delle volte si accavallano due, tre…
P.M.: Ma infatti ho cercato…
Presidente: … circostanze insieme. Allora, è bene che ogni circostanza: la contestazione e la risposta; la contestazione e la risposta.
P.M.: È quella che stiamo…
Presidente: Sennò si fanno troppi discorsi e lui ha difficoltà a ricordarsi.
P.M.: Può darsi che sia questo il motivo. E infatti ho cercato…
Presidente: Eh, vediamo un po’ se…
P.M.: … almeno credo, di cambiare metodo.
Presidente: Bene.
P.M.: A proposito del luogo in cui sarebbe stata trovata questa ragazza conosciuta da Pacciani e Vanni, lei dice: “Fu Lotti a dirmi che Pacciani e Vanni andavano a trovare quella ragazza, ma non mi disse come l’avevano conosciuta esattamente. Disse solo, Lotti, che l’avevano conosciuta in un bar, perché loro frequentavano solo bar per bere e mangiare.”
Presidente: Fermiamoci qui.
P.M.: Si ricorda questa circostanza?
F.P.: Sì, ma io non andavo.
P.M.: Lei non andava. Vedi?
F.P.: Questo l’è vero.
P.M.: Andavano loro.
F.P.: Andavano loro e basta.
P.M.: Questo è vero.
F.P.: Capito? Questo l’è vero, perché andavano loro e basta a fare le merende. Sì.
Presidente: No, lasci stare le merende, lasci stare le merende.
P.M.: Presidente…
F.P.: Io non sono mai stato a far merenda con loro.
Presidente: Il Lotti, il Lotti… Gliela faccio io la domanda: il Lotti le ha parlato che avevano conosciuto questa ragazza a un bar e a quale bar?
F.P.: Sì, codesto sì.
Presidente: O no? Lo sappiamo che lei non c’è stato, sennò stava anche lei qui. Va bene?
F.P.: Sì. Questo me lo ha raccontato. Sì.
Presidente: Gliel’ha detto?
F.P.: Sì.
Presidente: E cosa le ha detto esattamente? Com’è che venne fuori…
F.P.: No, a me mi disse che questa ragazza l’hanno conosciuta, così, per andare a farci all’amore e basta. Ecco.
P.M.: Vede, allora gliel’ha detto.
F.P.: E fine. Eh. Va bene o no?
P.M.: Le disse così?
F.P.: A me mi disse a codesta maniera.
P.M.: Che l’avevano conosciuta in un bar.
F.P.: L’avevano conosciuta loro. Io no, perché non c’ero.
P.M.: Ho capito benissimo qual è il suo…
F.P.: Non andai, capito?
Presidente: E “loro” chi? Chi erano?
F.P.: Poi io smisi di andare con il Lotti – capito? – a giro.
Presidente: E “loro” chi? “Loro” chi?
F.P.: Lui e Pacciani e il Vanni.
Presidente: Lui, Pacciani e il Vanni.
F.P.: Tutti e due.
Presidente: “Lui”, sarebbe il Lotti.
F.P.: Il Lotti, sì.
Presidente: Lotti, Pacciani e Vanni.
F.P.: Sì, eh. No, la un sta così?
P.M.: Ah, non lo deve chieder a me.
F.P.: Come no!
P.M.: Questo, io le dico cosa ha dichiarato.
F.P.: Io…
Presidente: Senta, lei…
F.P.: No, io gliel’ho detto.
Presidente: Senta, signor Pucci, non faccia domande ora lei, eh.
F.P.: Icché ho saputo, gliel’ho detto.
P.M.: Eh, ma io le dico cosa ha riferito lei di aver saputo dal Lotti, capisce?
Presidente: Lo ha detto già. Ora ha detto questo. Vediamo un po’, passiamo oltre.
F.P.: E allora? Sennò qui…
P.M.: Lei dice che quella ragazza l’avevano ammazzata perché non voleva stare con loro.
F.P.: Ecco.
P.M.: Cosi le ha detto Lotti?
F.P.: Così gli ha detto, sì. Come non è vero?
P.M.: Io lo chiedo a lei.
F.P.: Eh, allora… E allora l’è inutile.
P.M.: Non è questione di essere utile, o inutile. Io la credo, però noi dobbiamo cercare di capire cosa ricorda lei, capisce?
F.P.: Sì, ma lei l’ha ragione. Però io, io non gli posso dire icché non mi ricordo.
P.M.: Benissimo.
F.P.: Qualche cosa mi posso ricordare. Capito?
P.M.: Senta una cosa: io le avevo fatto anche… Lasciamo ancora Vicchio, abbiamo capito che lei ricorda questo e comunque tiene a sottolineare che lei non c’era.
F.P.: Non c’ero no, non c’ero no.
P.M.: Io le chiedo: il Lotti, nei suoi racconti – lui Lotti – ha mai parlato del fatto che – lui Lotti – sapeva qualcosa anche dei precedenti omicidi, quello dei tedeschi? Che lui, Lotti, c’era stato?
F.P.: Mah, sì…
P.M.: Le ha detto così?
F.P.: Sì.
P.M.: Come le ha detto Lotti?
F.P.: Ora…
Avv. Nino Filastò: Ma la domanda così, io mi oppongo, ovviamente. Perché la domanda va formulata così: “Lotti le ha mai parlato dell’omicidio dei tedeschi?”
P.M.: Gliel’ho già fatta questa domanda, prima.
Presidente: Gliel’ha fatta così.
Avv. Nino Filastò: Come?
P.M.: Gliel’avevo fatta anche prima, questa domanda.
Avv. Nino Filastò: Se Lotti gli aveva mai parlato dell’omicidio dei tedeschi?
P.M.: Sì, esatto.
Avv. Nino Filastò: Bah, vedremo la registrazione. Io non mi ricordo di aver sentito una domanda del genere.
Presidente: No, la registrazione la vedrà. La domanda l’ha fatta anche ora in questi termini, scusi, eh.
Avv. Nino Filastò: No, non l’ha fatta in questi termini, Presidente. Ha detto: ‘Lotti le ha detto di aver partecipato all’omicidio dei tedeschi, di essere stato presente?’ È diversa la cosa.
P.M.: Si sta parlando di Lotti.
Presidente: Veramente non ha detto così. Comunque…
F.P.: Ma l’abbia pazienza. Ora…
Presidente: Allora, sull’omicidio dei tedeschi, sull’omicidio dei tedeschi, cosa sa lei?
F.P.: No, ma io di questo dei tedeschi non sapevo niente, io.
Presidente: Un momentino, un momentino…
F.P.: Ecco.
Presidente: Sull’omicidio dei tedeschi, cosa sa lei?
Avv. Nino Filastò: Oh, così, così.
F.P.: Niente, niente.
Presidente: Niente. Allora, lei non sa nulla. E il Lotti cosa le ha detto su questo punto? Le ha detto qualche cosa sull’omicidio dei tedeschi, il Lotti?
F.P.: No, l’abbia pazienza un momento. Costì, come c’è scritto sul foglio?
Presidente: Scusi, eh…
F.P.: Perché io non me ne ricordo mica icché c’è scritto, costì.
Presidente: Cosa ha detto?
Avv. Nino Filastò: Ha chiesto come c’è scritto sul foglio. Perché per lui il punto di riferimento è il foglio scritto là, che ha il Pubblico Ministero.
F.P.: Appunto.
Avv. Nino Filastò: Ecco, appunto, giusto. È cosi, Pucci?
F.P.: Ma io… Ma io… Se…
Presidente: Allora, allora scusi, facciamo un’altra domanda…
F.P.: Sì, sì.
Presidente: Facciamo un’altra domanda. Lei, lei ha detto, all’inizio nel corso di questa deposizione, che lei ha detto sempre la verità.
F.P.: Sempre.
Presidente: Che dice la verità.
F.P.: Porca miseria! Eh, ci credo.
Presidente: Ecco. Quando fu interrogato dai Carabinieri, dalla Polizia, dal Pubblico Ministero, da chiunque sia, l’ha detta allora la verità?
F.P.: Sì, hai voglia se l’ho detta!
Presidente: Ecco. Allora vediamo un po’ cosa disse allora.
P.M.: Lei dice: “Lotti mi diceva che” – riferito a Pacciani e Vanni – “avevano ammazzato anche quelli delle altre coppie degli anni precedenti.”
F.P.: Sì.
P.M.: È così che le diceva Lotti?
F.P.: Sì.
Presidente: Voce, voce.
F.P.: Proprio così diceva.
Presidente: Oh.
Avv. Nino Filastò: Ora il Pubblico Ministero mi deve dire che, in precedenza, aveva formulato la domanda in questo modo: ‘che cosa le ha riferito Lotti sugli omicidi precedenti ‘, era così la domanda?
Presidente: Sì, esatto.
Avv. Nino Filastò: No, non era così, Presidente. Mi dispiace.
F.P.: Ma lei la può continuare a leggere, perché io non me ne ricordo…
Avv. Nino Filastò: È una domanda molto suggestiva quella che è stata fatta…
P.M.: La domanda…
Avv. Nino Filastò: … prima della contestazione. È una opposizione formale. Io mi oppongo a come viene condotto questo esame di questo testimone. Mi riservo di fare delle eccezioni formali.
Presidente: Bene. Lei, dopo, fa l’eccezione, farà le domande come crede lei.
Avv. Nino Filastò: Ma anche su… come?
Presidente: Benissimo. Le farà come vuole.
Avv. Nino Filastò: Certamente, Presidente. Ma anche su come si è diretto questo dibattimento…
Presidente: Bene, bene.
Avv. Nino Filastò: … farò delle eccezioni.
Presidente: Sì, sì…
Avv. Nino Filastò: Ci può contare.
Presidente: Eh, ci sono le nullità, ci sono le impugnazioni, quello che volete.
Avv. Nino Filastò: Ci può contare. Comunque mi riservo di farlo, lo dico fin da ora.
Presidente: Ho capito.
Avv. Nino Filastò: Non è un modo…
P.M.: Presidente…
Avv. Nino Filastò: … in cui è prescritto dal Codice, come si svolge questo esame.
P.M.: Presidente, volevo, in proposito, far presente questo…
Presidente: Ma non sta facendo le contestazioni e poi fa la domanda? Com’è che si svolge, me lo insegni lei, me lo insegni lei. Lo insegni lei alla Corte e a tutti gli avvocati…
Avv. Nino Filastò: Si fa la domanda e dopo si fa la contestazione.
Presidente: Eh!
Avv. Nino Filastò: E non si fa la domanda suggestiva che prevede quello che già è stato detto, quello che…
Presidente: Ma se lui ha detto già che non ricorda, come devo fare, allora? Lui non ricorda, allora gli si fa la domanda…
Avv. Nino Filastò: E come non ricorda, e perché non ricorda?
Presidente: Allora si fa la contestazione.
Avv. Nino Filastò: E perché non ricorda, Presidente? Questo è un testimone che sta riferendo su pagine e pagine di verbali che ha già fatto. E qui non ricorda niente. Ma come mai?
Presidente: Eh, appunto. Noi quando il teste non ricorda… Avvocato…
(brusio)
Avv. Nino Filastò: … trovato in un certo posto, una sera, di aver sentito uno sparo e di essere scappato…
Presidente: Ora basta, ora basta.
Avv. Nino Filastò: … e successivamente, poi, sulla base di queste letture che vengono fatte. E il teste dice sì…
Presidente: Va bene, abbiamo capito. Via, così si fa. Se a lei, per lei non è fatta regolare, fa le sue osservazioni, le sue impugnazioni, e vada avanti come vada.
Avv. Nino Filastò: Ma certamente!
Presidente: Si capisce.
Avv. Nino Filastò: È quello che sto facendo.
Presidente: E allora? Non c’è bisogno di riscaldare, né di alzare l’atmosfera, perché non è proprio il caso.
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
P.M.: Anche perché…
Avv. Nino Filastò: Ma io sto discutendo una questione, Presidente.
Presidente: Eh, appunto.
Avv. Nino Filastò: E certo.
Presidente: Noi abbiamo un teste, un teste che, dice lui: ‘io ora non mi ricordo nulla.’ Benissimo. E questo viene verbalizzato e conservato. E il Pubblico Ministero, che ha avuto diverse dichiarazioni, gliele legge, ci contesta quello che ha dichiarato. E noi vogliamo sapere cosa ha detto: se è vero, non è vero, in che termini è vero. È questo che facciamo, che vogliamo sapere noi. E Allora…
P.M.: E mi sembra, che se non lo intimoriamo troppo…
Presidente: Lui potrà dire: ‘non mi ricordo’, oppure ‘è vero’… Poi, sono valutazioni in sede di discussione, quando sarà in gioco di stabilire se quel teste ha detto la verità o non ha detto la verità, allora verrà fuori tutte le osservazioni dalle parti di tutti voialtri.
Avv. Nino Filastò: No…
P.M.: Anche perché sennò lo intimoriamo, Presidente, con questo modo di fare. Vorrei fare questa opposizione io.
Avv. Nino Filastò: Certo, lo intimoriamo.
Presidente: Sospendiamo 10 minuti.
P.M.: Bene, Presidente, grazie.
Avv. Nino Filastò: Poi dopo mi dà la parola, però, Presidente.
Presidente: No…
Avv. Nino Filastò: Perché devo chiarire meglio il mio pensiero.
Presidente: No, no.
F.P.: Mah, io…
Presidente: Continui, Pubblico Ministero.
P.M.: Lei, alla domanda che il P.M. le fa nel corso del verbale, dice: “L’ho visto una volta a San Casciano.”
F.P.: Sì.
P.M.: Io le chiedo di descriverlo. E lei me lo descrisse. Ricorda come lo ha descritto? Come lo vide a San Casciano? Era uno alto, basso… Lei dice: ‘ho visto la faccia, la faccia me la ricordo.’ Ricorda anche la fisionomia?
F.P.: Mah, no.
P.M.: Che età poteva avere?
F.P.: Come?
P.M.: Che età poteva avere.
F.P.: Mah… No, un lo so.
P.M.: Io le contesto che lei ha detto: “L’ho visto, come ho già detto, tanti anni fa. Aveva la mia età, su per giù la mia corporatura. Era più alto di me, che sono 1,70. Mi sembra che avesse i capelli pettinati all’indietro. L’ho visto, poi, in televisione al processo Pacciani.”
F.P.: Sì. Sì, sì.
P.M.: Le viene poi mostrata una foto e lui la riconosce nel Faggi. Lei sa, ha mai saputo il nome di questa persona?
F.P.: No.
P.M.: No.
F.P.: Mai, no, no.
P.M.: Lei ha saputo da Lotti che questo di Calenzano ha partecipato a qualche altro omicidio, oltre quello di Calenzano?
F.P.: Mah…
P.M.: Le ha detto Lotti se quello di Calenzano era presente la sera dell’omicidio di Scopeti?
F.P.: Mah, codesto io non lo so.
P.M.: Lei questo ha detto.
F.P.: Icché ho detto?
P.M.: Lo ha detto lei. Lo dice anche Lotti. Lei dice: “Per la verità, voglio aggiungere che il Lotti mi diceva che quello di Calenzano se lo portavano dietro in tutti gli omicidi. Ma io non so dire perché se lo potassero dietro.” Poi dice, relativamente a quello…
Presidente: Se lo ricorda… Scusi. Se lo ricorda questo che dice il Pubblico Ministero? Che lei avrebbe detto a lui.
F.P.: Sì, ma io quest’uomo non lo conosco.
Presidente: Secondo il Lotti, secondo il Lotti… Lei si dice che avrebbe detto questo: ‘secondo il Lotti, questo signore di Calenzano lo portavano dietro anche negli altri omicidi.’
F.P.: Sì.
Presidente: E questo le ha detto il Lotti?
F.P.: Sì.
Presidente: Glielo disse a suo tempo o no?
F.P.: Sì, sì.
P.M.: Lei, la sera dell’omicidio di Scopeti, in cui era presente, non lo ha visto.
F.P.: No.
P.M.: Lotti le ha detto, però, che anche quella sera…
Presidente: È già fatta la domanda, è già fatta, Pubblico Ministero. Già lo ha detto.
P.M.: Va bene, Presidente. È così.
Presidente: Nei termini che si esprime lui.
F.P.: Sì.
P.M.: Senta, lei ricorda se relativamente all’omicidio di Calenzano era stato quello di Calenzano, questa persona, a indicare a loro la coppia da ammazzare?
F.P.: Sì.
P.M.: È così. Così le ha riferito il Lotti.
F.P.: Sì.
P.M.: Io, Presidente, allo stato non ho altre domande.
Presidente: Allora, le parti civili?
Avv. Stefano Bertini: Presidente, perdoni. Il signor Lotti vuole fare dichiarazioni spontanee.
Presidente: Sì, bravo.
Giancarlo Lotti: Presidente.. .
Presidente: Allora a questo punto interviene il Lotti per fare una dichiarazione spontanea. Mi raccomando, mi dica.
Giancarlo Lotti: Sì. Devo dire…
Presidente: Che riguardi questo processo qui.
Giancarlo Lotti: No, per le cose che… le ho dette io a Fernando.
Presidente: Come?
F.P.: Me l’ha dette tutte lui queste cose.
Presidente: No, no. Aspetti. Lei non parli più ora, eh.
F.P.: Va bene.
Presidente: Lei si metta a sedere e parli al microfono. E mi dica cosa vuol dire.
Giancarlo Lotti: Quelle cose che successero, le ho dette io a Fernando. Non so se ha capito.
Presidente: Sì, sì. Ho capito quello che stava dicendo ora lei.
Giancarlo Lotti: Sì, sì. Poi su quello di Vicchio, quello, s’eramo insieme. Noi s’è stati a fare una girata e s’è visto questa macchina.
F.P.: Sì.
Giancarlo Lotti: E basta.
F.P.: È vero.
Giancarlo Lotti: S’è fatto il giro…
P.M.: Sta dicendo: è vero il signor…
Giancarlo Lotti: Non è che si è andati preciso là per veder la macchina e basta.
F.P.: È vero.
Presidente: Lui dice: ‘è vero’. Interviene il teste dicendo ‘è vero’. Va bene. C’ha altro da dire?
Giancarlo Lotti: No, no. Basta così.
Presidente: Tanto poi, sentiremo lei dopo e ci chiarirà meglio la storia.
F.P.: È vero.
P.M.: È vero?
F.P.: Sissignore. È vero.
Presidente: Allora, le parti civili?
P.M.: Siamo convinti, almeno noi.
Presidente: Parti civili se vogliono fare qualche domanda… sempre con serenità.
Avv. Giampaolo Curandai: Avvocato Curandai, parte civile. Senta signor Pucci.
F.P.: Sì, mi dica.
Avv. Giampaolo Curandai: Per ritornare al delitto degli Scopeti.
F.P.: Sì.
Avv. Giampaolo Curandai: Lei dianzi ha detto di aver detto di aver visto il Vanni tagliare il tessuto della tenda.
F.P.: Sì, sì.
Avv. Giampaolo Curandai: Ecco, lei ricorda anche il gesto: se era dall’alto verso il basso o dal basso verso l’alto?
F.P.: A me mi sembra da i’ basso verso l’alto.
Avv. Giampaolo Curandai: Benissimo.
F.P.: Eh?
Avv. Giampaolo Curandai: Bene.
F.P.: Va bene?
Avv. Giampaolo Curandai: Questo lei lo ha già dichiarato. Grazie. Questo particolare lei lo ricorda molto bene.
Presidente: No, no, avvocato. Senza commenti.
Avv. Giampaolo Curandai: Grazie.
Presidente: Circostanze e risposte.
Avv. Giampaolo Curandai: Nessun commento, Presidente.
Presidente: Grazie.
F.P.: Sissignore.
Presidente: Se poi l’ha dichiarato o non l’ha dichiarato, non importa.
F.P.: No, no. Sì, sì.
Avv. Giampaolo Curandai: Seconda domanda tranquillamente…
F.P.: Sì, sì. Porca miseria!
Presidente: No, no…
Avv. Giampaolo Curandai: Non ci sono problemi. Lei ricorda signor Pucci, cortesemente, di aver visto quella sera eh, sempre quella sera…
F.P.: Sì, sì.
Avv. Giampaolo Curandai: … di aver visto un motorino appoggiato da qualche parte?
F.P.: Un motorino appoggiato a i’ muro dalla parte destra per anda’ verso Firenze.
Avv. Giampaolo Curandai: Benissimo, bravo.
F.P.: C’era il cancello, no? Un po’ più in là del cancello, c’era il motorino appoggiato al muro.
Presidente: Scusatemi, scusatemi. Mi son distratto perché avevo la segretaria qui a parlare di un’altra cosa, quindi non ho sentito né la domanda né la risposta.
Avv. Giampaolo Curandai: La domanda è questa: se ricorda di aver visto un motorino.
F.P.: Sì. Appoggiato al muro. C’è il cancello, un po’ più in là del cancello, c’era questo motorino. Appoggiato al muro.
P.M.: La sera dell’omicidio di Scopeti.
Presidente: La sera dell’omicidio di Scopeti.
F.P.: Sì. C’era il motorino.
Avv. Giampaolo Curandai: Gradirei non essere interrotto, Presidente. Ecco, e quindi esattamente si trovava ovviamente, se era sulla strada verso Firenze, dalla parte opposta…
F.P.: Sì.
Avv. Giampaolo Curandai: … dell’ingresso verso la piazzola.
F.P.: Sì.
Avv. Giampaolo Curandai: Perfetto.
F.P.: Benissimo, sì.
Avv. Giampaolo Curandai: Ecco, una domanda. Lei ha detto di non aver mai frequentato il Vanni e il Pacciani. Vero?
F.P.: No, sì.
Avv. Giampaolo Curandai: Ecco. C’è qualche motivazione particolare, signor Pucci?
F.P.: Come?
Avv. Giampaolo Curandai: C’è qualche motivo particolare per cui lei non frequentava il Vanni e il Pacciani?
F.P.: No, perché io ‘un volli andare insieme…
Avv. Giampaolo Curandai: Ecco.
F.P.: … anzi, dissi: ‘no, ‘un vengo’ e non andai. Capito?
Avv. Giampaolo Curandai: Ho capito, sì. Ma lei non c’andava perché non gli piacevano, che motivo c’era?
F.P.: No, ‘un mi piaceva.
Avv. Giampaolo Curandai: Lei più esattamente ha dichiarato: “Non ci sono mai voluto andare perché è gente che mi mette paura.”
F.P.: Sì. Ecco. Preciso, sì.
Avv. Giampaolo Curandai: Grazie. Terza domanda. Lei è mai stato presente in aula durante il primo processo Pacciani?
F.P.: No, è la prima volta che vengo oggi, qui.
Avv. Giampaolo Curandai: Sì, ma lei parlò con un amico esprimendo… e questo amico gli disse: ‘via, andiamo al processo Pacciani’. È vero questa circostanza?
F.P.: Sì, ma io…
Avv. Giampaolo Curandai: Ecco, per quale motivo lei non volle andare al processo Pacciani…
F.P.: No, perché avevo…
Avv. Giampaolo Curandai: Aveva?
F.P.: … un po’ di. . . come si dice? Ora…
Avv. Giampaolo Curandai: Che sentimento provava? Aveva paura?
F.P.: Sì, avevo un po’…
Avv. Giampaolo Curandai: Lei esattamente ha detto. . .
Presidente: Non se la sentiva di venire.
F.P.: Non me la sentivo di venire, ecco.
Presidente: Bravo.
Avv. Giampaolo Curandai: Lei ha detto esattamente: “Avevo talmente paura che lui mi rivedesse. Preferii non andare.”
F.P.: Sì.
Avv. Giampaolo Curandai: È vero questo?
F.P.: Sì, è vero. Ecco, ora, sì.
Avv. Giampaolo Curandai: Quarta domanda. Si va verso la conclusione, eh, stia tranquillo.
F.P.: Sì, sì.
Avv. Giampaolo Curandai: Tra un po’ è finito.
F.P.: ‘Un ho mica furia!
Avv. Giampaolo Curandai: Senta signor Pucci, lei in San Casciano ha visto un certo Salvatore di professione mago?
F.P.: Sì, l’era un… come l’era?… Siciliano, napoletano. Non me lo ricordo ora.
Avv. Giampaolo Curandai: Dove abitava?
F.P.: Mah, dove l’abitava, non lo so.
Avv. Giampaolo Curandai: A via di Faltignano, lei ha detto, glielo ricordo io. È vero?
F.P.: Sì, credo sì. Credo di sì. Sì, sì.
Avv. Giampaolo Curandai: Senta signor Pucci, lei quando fu… queste cose… lei tutte le dichiarazioni le ha fatte, quelle più importanti – glielo ricordo – davanti addirittura a due magistrati: dottor Fleury, dottor Paolo Canessa e dottor Alessandro Crini. Poi successivamente, il 9 aprile del ’97 è stato interrogato dalla Polizia. E lei ha espresso il sentimento che ha provato dopo aver raccontato tutti questi fatti. Che sentimento provò?
Presidente: No, giudizi no.
Avv. Giampaolo Curandai: No, non è un giudizio, Presidente. È un fatto storico. Allora, faccio la domanda in termini diversi.
Presidente: Faccia come vuole.
Avv. Giampaolo Curandai: Dopo aver fatto tutte queste dichiarazioni, lei ha provato qualche tipo di sentimento?
Avvocato: È uguale.
Avv. Giampaolo Curandai: No, non è uguale.
Avvocato: È identico.
Presidente: No, no.
Avv. Giampaolo Curandai: Allora, faccio un’altra domanda. Presidente, ripeto la domanda: si è sentito liberato?
F.P.: Come?
Avvocato: Si è sentito come liberato…
Avv. Nino Filastò: Opposizione formale. La domanda è suggestiva.
Avv. Giampaolo Curandai: No, si è sentito come liberato dopo aver fatto tutto questo…
Avv. Nino Filastò: No, no, addirittura non suggestiva; suggerisce la risposta. Opposizione.
(brusio)
Presidente: Allora…
F.P.: Non mi so spiegare, ecco.
Presidente: Scusi, scusi.
P.M.: Forse non ha capito la domanda, Presidente.
Presidente: L’esame, diciamo, è indiretto. Si può fare anche domanda suggestiva. Dopo la può fare l’avvocato Filastò quando sarà il suo momento. Dica.
Avv. Giampaolo Curandai: Presidente, io riformulo la domanda…
Presidente: Allora, la domanda era questa: si sentì come liberato da questa rivelazione o no?
F.P.: Sì.
Presidente: Oppure ha provato altra roba?
F.P.: Sì.
Presidente: Sì, cosa?
F.P.: Eh?
Avv. Giampaolo Curandai: Si è sentito liberato?
F.P.: Sì, eh.
Avv. Giampaolo Curandai: Perché ha dichiarato, ha fatto delle dichiarazioni precise proprio sotto il profilo psicolo…
Presidente: Io non c’ho i verbali, non lo so.
Avv. Giampaolo Curandai: Va bene.
(brusio)
Avv. Nino Filastò: Opposizione alla domanda della parte civile, alla domanda del Presidente da parte del difensore di parte civile.
P.M.: Opposizione alla domanda del Presidente…
Presidente: Io ho ripetuto, ho chiarito la domanda che ha fatto…
(brusio)
Avv. Nino Filastò: Ci mancherebbe altro!
P.M.: Può far le domande che crede, avvocato.
(brusio)
Presidente: Cosa non può fare il Presidente?
Avv. Nino Filastò: Non può fare le domande che ritiene…
Presidente: Il Presidente…
Avv. Giampaolo Curandai: Presidente, mi perdoni.
Presidente: Avvocato, per cortesia.
Avv. Giampaolo Curandai: Senta Presidente, qui noi non prendiamo lezioni da nessuno.
Presidente: Benissimo.
Avv. Giampaolo Curandai: L’avvocato Filastò fa opposizione senza fare commenti.
Presidente: Benissimo.
Avv. Giampaolo Curandai: Lei decide sull’opposizione.
Presidente: No, no.
(brusio)
Avv. Giampaolo Curandai: Sennò, se si fa lunga, si intimorisce anche il teste.
Presidente: Avvocato…
Avv. Nino Filastò: … anche lei avvocato Curandai.
Presidente: Allora, avvocati, per cortesia, non facciamo il mercato perché non è proprio il caso. Ricordo all’avvocato Filastò, a me stesso e agli avvocati che il Presidente può, intanto chiarire il senso delle domande che il difensore fa al teste quando lui non riesce a capirlo. Tutto qui. Poi, al momento opportuno, il Presidente ha la parola e farà le domande che crede.
Avv. Nino Filastò: Presidente, a me…
Presidente: In sede di esame indiretto, si può fare anche le domande cosiddette suggestive.
Avv. Nino Filastò: A me è stato obiettato che non potevo oppormi a una domanda formulata da lei. Mi scusi, ma io credo di poterlo fare.
Presidente: Lei fa la sua opposizione e basta. Non era una domanda, era un chiarimento a una domanda che faceva l’avvocato…
Avv. Nino Filastò: Io ho un microfono che non funziona, fra parentesi…
Presidente: Avvocato, se parliamo insieme non si conclude nulla. Allora, chiarisco che il senso della mia domanda era solamente per chiarire quello che voleva sapere l’avvocato Curandai. Tutto qui. Io le domande, le farò alla fine. Ora no. Finito, avvocato Curandai?
Avv. Giampaolo Curandai: Perché, Presidente, mi perdoni…
Presidente: No, no. Ha finito o no?
Avv. Giampaolo Curandai: Ho finito, grazie.
Presidente: Antonio, l’avvocato Filastò?
(voce non udibile)
Presidente: Senta la scorta, per cortesia, potete interpellare il Vanni se è calmo, se vuole rientrare. Se è calmo. Pubblico Ministero, ormai che ci siamo, il difensore è arrivato. Ecco, lei, mi sembra di aver capito, che c’ha anche la registrazione di questo…
P.M.: Dunque, c’è…
Presidente: … esame del teste.
P.M.: Chiedo scusa, eh. C’è la registrazione senz’altro del sopralluogo a Scopeti che abbiamo fatto, dove praticamente nel corso del sopralluogo ha detto le stesse cose che ha detto oggi, rispetto all’episodio di Scopeti nel quale lui era presente. Per quello che riguarda le altre testimonianze, vorrei essere sicuro di quel che dico…
Presidente: No, appunto. Questo lo possiamo vedere e eventualmente si possono produrre e riascoltare.
P.M.: Magari, magari le avessi tutte. Sicuramente quella di Scopeti ce l’ho, perché ricordo di averla fatta come sopralluogo. Delle altre… di Lotti le abbiamo fatte tutte; di Pucci, in fondo, furono solo due…
Presidente: Sì, sì.
P.M.: Presidente, se le abbiamo, stia tranquillo, è mio interesse fornirle.
Presidente: No, per evitare, per sapere come si è espresso all’origine, diciamo.
P.M.: Sicuramente. Volevo far presente alla Corte – l’ho già detto – che sono tutti fatti di cui il Lotti non aveva mai parlato, quindi nessuno li sapeva così come li raccontò il signor Pucci.
Presidente: Signor Vanni, cosa c’ha? Cosa c’è? Cosa dice, lei?
Mario Vanni: Sono sordo, io, la scusi.
Presidente: Lei parlava con quel signore dietro a lei, che cos’è?
Mario Vanni: Posso parlare?
Presidente: No, no. Stava parlando: cosa diceva?
Mario Vanni: Sì, non ho finito, la m’ha detto, la m’ha fatto portar via.
Presidente: Appunto.
Mario Vanni: Volevo parlare con Canessa.
Presidente: Ma Canessa non gli posso autorizzare… Canessa, quando è al carcere, lei chiede il colloquio e il Canessa verrà a parlar con lei.
P.M.: Senz’altro..
Presidente: Non può parlare in aula, capito?
Mario Vanni: Ma la scusi, posso parlare…
Presidente: Ora il Pubblico Ministero lo sa, che deve venire a parlar con lei, e ci verrà.
Mario Vanni: Posso parlare da il banco?
Presidente: Come?
Mario Vanni: Posso parlare da il banco senza andare là?
Presidente: Me lo ha detto già. Va be’, mi dica, cosa vuol dire? Che non riguardi personalmente Canessa, che riguardi il processo, non Canessa. Mi dica.
Mario Vanni: Come io non ho diritto a parlare?
Avv. Nino Filastò: Sì… via, dica icché la vuol dire, Vanni, su.
Mario Vanni: Sì, lo dico.
Avv. Nino Filastò: Con calma, con calma.
Mario Vanni: Dico con calma che io voglio…
Presidente: Calma, calma, si metta a sedere e stia calmo.
Mario Vanni: Io voglio tutte le lettere che avete voi in Corte di Assise. Voglio la libertà per andare alla banca e alla posta.
Presidente: Ecco.
Mario Vanni: Poi, ci sarà il Signore che punirà il signor Canessa con un malaccio inguaribile…
Presidente: Va bene, va be’. No, no… No, questo non lo può fare, eh.
P.M.: E io chiedo che venga espulso, Presidente.
Presidente: Basta, basta.
P.M.: Fra l’altro, dobbiamo sentire un teste importante. Sa, le minacce a me è acqua calda…
Presidente: Allora? Non si fanno minacce, non si fanno minacce. L’ultima volta… Dirò subito, è stato ammonito, è stato allontanato, poi sarà espulso dall’aula e non ci mette più piede!
P.M.: Presidente, ha commesso un reato, secondo me.
Presidente: Fino a quando…
Mario Vanni: (voce non udibile) … ritorneremo!
Presidente: Basta, basta! Portatelo fuori, vai. Via, via!
P.M.: Grazie, Presidente.
Presidente: No, no, Vanni, fuori fuori!
Mario Vanni: (voce non udibile)
Presidente: Bene.
Mario Vanni: (voce non udibile)
Presidente: È registrato, Pubblico Ministero. Quello che ha detto è registrato, quindi lei può chiedere la copia del verbale e far quel che crede.
P.M.: Sì, senz’altro, Presidente.
Presidente: Sì, sì.
P.M.: Perché io faccio presente che il clima, per sentire un teste così difficile, tra una minaccia dietro l’altra del Vanni… Interpretazioni…
Presidente: Va bene, ora si capisce che la…
Avv. Nino Filastò: No, la minaccia…
Presidente: … è anche comprensibile.
Avv. Nino Filastò: La minaccia è nei suoi confronti, Pubblico Ministero.
P.M.: No, il teste ha qualche difficoltà, lo abbiamo già capito. Non so se è il clima migliore…
Presidente: Senta, aspetti un po’. Si sente di deporre ancora, o si…
F.P.: Porca miseria, hai voglia!
Presidente: Va bene? È stato impressionato da questo?
F.P.: No, no… Sì…
Avv. Nino Filastò: Mi sembra proprio di no.
F.P.: Ma che scherza davvero!
Presidente: No. Bene a saperlo, perché sennò…
F.P.: No, no.
Presidente: Pubblico Ministero, può riprendere il discorso.
F.P.: Io non ho paura di nulla.
P.M.: Vorrei, Presidente, che lei – ora che il teste è così determinato e lucido – richiedesse nuovamente al teste se quello che ha detto alla Polizia e al P.M. è la verità.
Presidente: Sì, gliel’ha fatta lei la domanda.
F.P.: Sì.
Presidente: No?
P.M.: È la verità.
F.P.: Sì, sì.
P.M.: E allora, oggi, le cose che non ricorda, come mai non le ricorda?
F.P.: Mah… Dianzi di che si parlava?
P.M.: Va be’, ora questo lo vediamo.
F.P.: Ecco, sì.
P.M.: Io avrei solo due domande.
Presidente: Bene.
P.M.: Vorrei chiedergli questo, lei ha già risposto in parte. Vorrei chiederle ancora se ricorda: il Lotti le ha mai parlato dell’omicidio che loro hanno fatto a Montespertoli?
F.P.: Sì.
P.M.: Cosa le ha detto?
F.P.: Boh, icché mi disse…
P.M.: Chi lo aveva fatto?
F.P.: Madonna ora, io non me lo ricordo.
P.M.: Chi erano le persone?
F.P.: Madonna, l’è un casino…
P.M.: Erano le stesse persone, o erano…
Presidente: Parli un po’ forte, perché non si sente. “È un casino”, non vuol dire nulla.
F.P.: Come?
Presidente: Lei ha detto: “è un casino”.
P.M.: Lei c’era a Montespertoli, quando avvenne 1’omicidio?
F.P.: No, non c’ero.
P.M.: E chi c’era? Cosa le disse il Lotti: chi c’era?
F.P.: Ma lui mi pare che abbia detto: lui…
P.M.: Lui?
F.P.: … e il Pacciani?
P.M.: Non me lo chieda a me. Il Vanni c’era?
F.P.: Il Vanni, credo ci fosse stato anche il Vanni, sì.
P.M.: Dell’omicidio di Calenzano le ha detto qualcosa, il Lotti?
F.P.: No, questo no.
P.M.: Io le contesto che lei ha detto: “Una volta Lotti mi disse: ‘hanno morto anche quelli di Calenzano’.”
F.P.: Ah, sì, sì, sì. Ora sì, me lo ricordo. Sì.
P.M.: Senta un po’, relativamente a “quelli di Calenzano”, il Lotti le ha riferito che a Calenzano loro conoscevano una persona che stava lì?
F.P.: Sì.
P.M.: E chi era questa persona, cosa le hanno detto?
F.P.: Sì, ma io questa persona…
P.M.: L’ha vista da qualche parte, questa persona?
F.P.: No.
P.M.: Lei ha dichiarato di averla vista una volta a San Casciano e di averla vista in televisione quando ha deposto al processo Pacciani. È così? Lo ha detto lei, eh.
F.P.: Sì, e difatti… Ma questa persona, io…
P.M.: Lei ha dichiarato…
Presidente: Pubblico Ministero, lui avrebbe? Cosa avrebbe fatto?
P.M.: La prima cosa che dice è: “Lotti mi ha detto che loro” – riferendosi alle tre persone di cui si sta parlando: Lotti, Pacciani e Vanni – lui dice: “‘hanno morto anche quelli di Calenzano.”
Presidente: “Hanno morto”, sì.
P.M.: E lui oggi ci ha detto: ‘sì, mi ha detto così.’
Presidente: No, parlo della quarta persona.
P.M.: La quarta persona, io gli chiedo e gli ho chiesto: “Lei, questa quarta persona sa chi è? Lotti le ha detto chi è?” Lui ha riferito, e glielo stavo contestando, che questa quarta persona…
Presidente: Mi dica un po’.
P.M.: Dice: “Quello di Calenzano” – ha fatto il discorso che è la quarta presente – “l’ho visto una volta a San Casciano. Ma io non lo conosco. Era tanto tempo fa. Era nella piazza dell’orologio con gli altri tre. “
F.P.: Sì, l’ho visto, l’ho visto così, di faccia, ma conoscere… Capito?
P.M.: Lei lo ha visto di faccia.
F.P.: Sì.
P.M.: E poi dice…
Presidente: No, no, su questo punto: come fa a dire “quello di San Casciano”, era quello che ha fatto il delitto di Calenzano? Com’è, spieghi un po’?
F.P.: Come?
Presidente: Quello che ha visto a San Casciano era quello di Calenzano. La quarta persona. Come fa a dire questo? Chi glielo ha detto? Siccome lei non lo conosceva questo signore, chi glielo ha detto che era lui quello d Calenzano?
F.P.: Mah, mi sembra il Lotti.
P.M.: Ha sempre riferito che glielo aveva detto Lotti, infatti.
F.P.: Come?
Presidente: Lì, a San Casciano.
F.P.: A San Casciano.
Presidente: Dove lo ha visto, al bar? Dove lo ha visto, dove lo ha visto?
F.P.: Lì al bar, a San Casciano.
Presidente: Quando si è parlato del processo, l’altro processo. È venuto al processo, lei?
F.P.: No. Non ci sono mai stato.
Presidente: Non ci è venuto.
F.P.: È la prima volta che vengo qui.
Presidente: Continui, Pubblico Ministero.
P.M.: Lei, alla domanda che il P.M. le fa nel corso del verbale, dice: “L’ho visto una volta a San Casciano.”
F.P.: Sì.
P.M.: Io le chiedo di descriverlo. E lei me lo descrisse. Ricorda come lo ha descritto? Come lo vide a San Casciano? Era uno alto, basso… Lei dice: ‘ho visto la faccia, la faccia me la ricordo.’ Ricorda anche la fisionomia?
F.P.: Mah, no.
P.M.: Che età poteva avere?
F.P.: Come?
P.M.: Che età poteva avere.
F.P.: Mah… No, un lo so.
P.M.: Io le contesto che lei ha detto: “L’ho visto, come ho già detto, tanti anni fa. Aveva la mia età, su per giù la mia corporatura. Era più alto di me, che sono 1,70. Mi sembra che avesse i capelli pettinati all’indietro. L’ho visto, poi, in televisione al processo Pacciani.”
F.P.: Sì. Sì, sì.
P.M.: Le viene poi mostrata una foto e lui la riconosce nel Faggi. Lei sa, ha mai saputo il nome di questa persona?
F.P.: No.
P.M.: No.
F.P.: Mai, no, no.
P.M.: Lei ha saputo da Lotti che questo di Calenzano ha partecipato a qualche altro omicidio, oltre quello di Calenzano?
F.P.: Mah…
P.M.: Le ha detto Lotti se quello di Calenzano era presente la sera dell’omicidio di Scopeti?
F.P.: Mah, codesto io non lo so.
P.M.: Lei questo ha detto.
F.P.: Icché ho detto?
P.M.: Lo ha detto lei. Lo dice anche Lotti. Lei dice: “Per la verità, voglio aggiungere che il Lotti mi diceva che quello di Calenzano se lo portavano dietro in tutti gli omicidi. Ma io non so dire perché se lo potassero dietro.” Poi dice, relativamente a quello…
Presidente: Se lo ricorda… Scusi. Se lo ricorda questo che dice il Pubblico Ministero? Che lei avrebbe detto a lui.
F.P.: Sì, ma io quest’uomo non lo conosco.
Presidente: Secondo il Lotti, secondo il Lotti… Lei si dice che avrebbe detto questo: ‘secondo il Lotti, questo signore di Calenzano lo portavano dietro anche negli altri omicidi.’
F.P.: Sì.
Presidente: E questo le ha detto il Lotti?
F.P.: Sì.
Presidente: Glielo disse a suo tempo o no?
F.P.: Sì, sì.
P.M.: Lei, la sera dell’omicidio di Scopeti, in cui era presente, non lo ha visto.
F.P.: No.
P.M.: Lotti le ha detto, però, che anche quella sera…
Presidente: È già fatta la domanda, è già fatta, Pubblico Ministero. Già lo ha detto.
P.M.: Va bene, Presidente. È così.
Presidente: Nei termini che si esprime lui.
F.P.: Sì.
P.M.: Senta, lei ricorda se relativamente all’omicidio di Calenzano era stato quello di Calenzano, questa persona, a indicare a loro la coppia da ammazzare?
F.P.: Sì.
P.M.: È così. Così le ha riferito il Lotti.
F.P.: Sì.
P.M.: Io, Presidente, allo stato non ho altre domande.
Presidente: Allora, le parti civili?
Avv. Stefano Bertini: Presidente, perdoni. Il signor Lotti vuole fare dichiarazioni spontanee.
Presidente: Sì, bravo.
Giancarlo Lotti: Presidente.. .
Presidente: Allora a questo punto interviene il Lotti per fare una dichiarazione spontanea. Mi raccomando, mi dica.
Giancarlo Lotti: Sì. Devo dire…
Presidente: Che riguardi questo processo qui.
Giancarlo Lotti: No, per le cose che… le ho dette io a Fernando.
Presidente: Come?
F.P.: Me l’ha dette tutte lui queste cose.
Presidente: No, no. Aspetti. Lei non parli più ora, eh.
F.P.: Va bene.
Presidente: Lei si metta a sedere e parli al microfono. E mi dica cosa vuol dire.
Giancarlo Lotti: Quelle cose che successero, le ho dette io a Fernando. Non so se ha capito.
Presidente: Sì, sì. Ho capito quello che stava dicendo ora lei.
Giancarlo Lotti: Sì, sì. Poi su quello di Vicchio, quello, s’eramo insieme. Noi s’è stati a fare una girata e s’è visto questa macchina.
F.P.: Sì.
Giancarlo Lotti: E basta.
F.P.: È vero.
Giancarlo Lotti: S’è fatto il giro…
P.M.: Sta dicendo: è vero il signor…
Giancarlo Lotti: Non è che si è andati preciso là per veder la macchina e basta.
F.P.: È vero.
Presidente: Lui dice: ‘è vero’. Interviene il teste dicendo ‘è vero’. Va bene. C’ha altro da dire?
Giancarlo Lotti: No, no. Basta così.
Presidente: Tanto poi, sentiremo lei dopo e ci chiarirà meglio la storia.
F.P.: È vero.
P.M.: È vero?
F.P.: Sissignore. È vero.
Presidente: Allora, le parti civili?
P.M.: Siamo convinti, almeno noi.
Presidente: Parti civili se vogliono fare qualche domanda… sempre con serenità.
Avv. Giampaolo Curandai: Avvocato Curandai, parte civile. Senta signor Pucci.
F.P.: Sì, mi dica.
Avv. Giampaolo Curandai: Per ritornare al delitto degli Scopeti.
F.P.: Sì.
Avv. Giampaolo Curandai: Lei dianzi ha detto di aver detto di aver visto il Vanni tagliare il tessuto della tenda.
F.P.: Sì, sì.
Avv. Giampaolo Curandai: Ecco, lei ricorda anche il gesto: se era dall’alto verso il basso o dal basso verso l’alto?
F.P.: A me mi sembra da i’ basso verso l’alto.
Avv. Giampaolo Curandai: Benissimo.
F.P.: Eh?
Avv. Giampaolo Curandai: Bene.
F.P.: Va bene?
Avv. Giampaolo Curandai: Questo lei lo ha già dichiarato. Grazie. Questo particolare lei lo ricorda molto bene.
Presidente: No, no, avvocato. Senza commenti.
Avv. Giampaolo Curandai: Grazie.
Presidente: Circostanze e risposte.
Avv. Giampaolo Curandai: Nessun commento, Presidente.
Presidente: Grazie.
F.P.: Sissignore.
Presidente: Se poi l’ha dichiarato o non l’ha dichiarato, non importa.
F.P.: No, no. Sì, sì.
Avv. Giampaolo Curandai: Seconda domanda tranquillamente…
F.P.: Sì, sì. Porca miseria!
Presidente: No, no…
Avv. Giampaolo Curandai: Non ci sono problemi. Lei ricorda signor Pucci, cortesemente, di aver visto quella sera eh, sempre quella sera…
F.P.: Sì, sì.
Avv. Giampaolo Curandai: … di aver visto un motorino appoggiato da qualche parte?
F.P.: Un motorino appoggiato a i’ muro dalla parte destra per anda’ verso Firenze.
Avv. Giampaolo Curandai: Benissimo, bravo.
F.P.: C’era il cancello, no? Un po’ più in là del cancello, c’era il motorino appoggiato al muro.
Presidente: Scusatemi, scusatemi. Mi son distratto perché avevo la segretaria qui a parlare di un’altra cosa, quindi non ho sentito né la domanda né la risposta.
Avv. Giampaolo Curandai: La domanda è questa: se ricorda di aver visto un motorino.
F.P.: Sì. Appoggiato al muro. C’è il cancello, un po’ più in là del cancello, c’era questo motorino. Appoggiato al muro.
P.M.: La sera dell’omicidio di Scopeti.
Presidente: La sera dell’omicidio di Scopeti.
F.P.: Sì. C’era il motorino.
Avv. Giampaolo Curandai: Gradirei non essere interrotto, Presidente. Ecco, e quindi esattamente si trovava ovviamente, se era sulla strada verso Firenze, dalla parte opposta…
F.P.: Sì.
Avv. Giampaolo Curandai: … dell’ingresso verso la piazzola.
F.P.: Sì.
Avv. Giampaolo Curandai: Perfetto.
F.P.: Benissimo, sì.
Avv. Giampaolo Curandai: Ecco, una domanda. Lei ha detto di non aver mai frequentato il Vanni e il Pacciani. Vero?
F.P.: No, sì.
Avv. Giampaolo Curandai: Ecco. C’è qualche motivazione particolare, signor Pucci?
F.P.: Come?
Avv. Giampaolo Curandai: C’è qualche motivo particolare per cui lei non frequentava il Vanni e il Pacciani?
F.P.: No, perché io ‘un volli andare insieme…
Avv. Giampaolo Curandai: Ecco.
F.P.: … anzi, dissi: ‘no, ‘un vengo’ e non andai. Capito?
Avv. Giampaolo Curandai: Ho capito, sì. Ma lei non c’andava perché non gli piacevano, che motivo c’era?
F.P.: No, ‘un mi piaceva.
Avv. Giampaolo Curandai: Lei più esattamente ha dichiarato: “Non ci sono mai voluto andare perché è gente che mi mette paura.”
F.P.: Sì. Ecco. Preciso, sì.
Avv. Giampaolo Curandai: Grazie. Terza domanda. Lei è mai stato presente in aula durante il primo processo Pacciani?
F.P.: No, è la prima volta che vengo oggi, qui.
Avv. Giampaolo Curandai: Sì, ma lei parlò con un amico esprimendo… e questo amico gli disse: ‘via, andiamo al processo Pacciani’. È vero questa circostanza?
F.P.: Sì, ma io…
Avv. Giampaolo Curandai: Ecco, per quale motivo lei non volle andare al processo Pacciani…
F.P.: No, perché avevo…
Avv. Giampaolo Curandai: Aveva?
F.P.: … un po’ di. . . come si dice? Ora…
Avv. Giampaolo Curandai: Che sentimento provava? Aveva paura?
F.P.: Sì, avevo un po’…
Avv. Giampaolo Curandai: Lei esattamente ha detto. . .
Presidente: Non se la sentiva di venire.
F.P.: Non me la sentivo di venire, ecco.
Presidente: Bravo.
Avv. Giampaolo Curandai: Lei ha detto esattamente: “Avevo talmente paura che lui mi rivedesse. Preferii non andare.”
F.P.: Sì.
Avv. Giampaolo Curandai: È vero questo?
F.P.: Sì, è vero. Ecco, ora, sì.
Avv. Giampaolo Curandai: Quarta domanda. Si va verso la conclusione, eh, stia tranquillo.
F.P.: Sì, sì.
Avv. Giampaolo Curandai: Tra un po’ è finito.
F.P.: ‘Un ho mica furia!
Avv. Giampaolo Curandai: Senta signor Pucci, lei in San Casciano ha visto un certo Salvatore di professione mago?
F.P.: Sì, l’era un… come l’era?… Siciliano, napoletano. Non me lo ricordo ora.
Avv. Giampaolo Curandai: Dove abitava?
F.P.: Mah, dove l’abitava, non lo so.
Avv. Giampaolo Curandai: A via di Faltignano, lei ha detto, glielo ricordo io. È vero?
F.P.: Sì, credo sì. Credo di sì. Sì, sì.
Avv. Giampaolo Curandai: Senta signor Pucci, lei quando fu… queste cose… lei tutte le dichiarazioni le ha fatte, quelle più importanti – glielo ricordo – davanti addirittura a due magistrati: dottor Fleury, dottor Paolo Canessa e dottor Alessandro Crini. Poi successivamente, il 9 aprile del ’97 è stato interrogato dalla Polizia. E lei ha espresso il sentimento che ha provato dopo aver raccontato tutti questi fatti. Che sentimento provò?
Presidente: No, giudizi no.
Avv. Giampaolo Curandai: No, non è un giudizio, Presidente. È un fatto storico. Allora, faccio la domanda in termini diversi.
Presidente: Faccia come vuole.
Avv. Giampaolo Curandai: Dopo aver fatto tutte queste dichiarazioni, lei ha provato qualche tipo di sentimento?
Avvocato: È uguale.
Avv. Giampaolo Curandai: No, non è uguale.
Avvocato: È identico.
Presidente: No, no.
Avv. Giampaolo Curandai: Allora, faccio un’altra domanda. Presidente, ripeto la domanda: si è sentito liberato?
F.P.: Come?
Avvocato: Si è sentito come liberato…
Avv. Nino Filastò: Opposizione formale. La domanda è suggestiva.
Avv. Giampaolo Curandai: No, si è sentito come liberato dopo aver fatto tutto questo…
Avv. Nino Filastò: No, no, addirittura non suggestiva; suggerisce la risposta. Opposizione.
(brusio)
Presidente: Allora…
F.P.: Non mi so spiegare, ecco.
Presidente: Scusi, scusi.
P.M.: Forse non ha capito la domanda, Presidente.
Presidente: L’esame, diciamo, è indiretto. Si può fare anche domanda suggestiva. Dopo la può fare l’avvocato Filastò quando sarà il suo momento. Dica.
Avv. Giampaolo Curandai: Presidente, io riformulo la domanda…
Presidente: Allora, la domanda era questa: si sentì come liberato da questa rivelazione o no?
F.P.: Sì.
Presidente: Oppure ha provato altra roba?
F.P.: Sì.
Presidente: Sì, cosa?
F.P.: Eh?
Avv. Giampaolo Curandai: Si è sentito liberato?
F.P.: Sì, eh.
Avv. Giampaolo Curandai: Perché ha dichiarato, ha fatto delle dichiarazioni precise proprio sotto il profilo psicolo…
Presidente: Io non c’ho i verbali, non lo so.
Avv. Giampaolo Curandai: Va bene.
(brusio)
Avv. Nino Filastò: Opposizione alla domanda della parte civile, alla domanda del Presidente da parte del difensore di parte civile.
P.M.: Opposizione alla domanda del Presidente…
Presidente: Io ho ripetuto, ho chiarito la domanda che ha fatto…
(brusio)
Avv. Nino Filastò: Ci mancherebbe altro!
P.M.: Può far le domande che crede, avvocato.
(brusio)
Presidente: Cosa non può fare il Presidente?
Avv. Nino Filastò: Non può fare le domande che ritiene…
Presidente: Il Presidente…
Avv. Giampaolo Curandai: Presidente, mi perdoni.
Presidente: Avvocato, per cortesia.
Avv. Giampaolo Curandai: Senta Presidente, qui noi non prendiamo lezioni da nessuno.
Presidente: Benissimo.
Avv. Giampaolo Curandai: L’avvocato Filastò fa opposizione senza fare commenti.
Presidente: Benissimo.
Avv. Giampaolo Curandai: Lei decide sull’opposizione.
Presidente: No, no.
(brusio)
Avv. Giampaolo Curandai: Sennò, se si fa lunga, si intimorisce anche il teste.
Presidente: Avvocato…
Avv. Nino Filastò: … anche lei avvocato Curandai.
Presidente: Allora, avvocati, per cortesia, non facciamo il mercato perché non è proprio il caso. Ricordo all’avvocato Filastò, a me stesso e agli avvocati che il Presidente può, intanto chiarire il senso delle domande che il difensore fa al teste quando lui non riesce a capirlo. Tutto qui. Poi, al momento opportuno, il Presidente ha la parola e farà le domande che crede.
Avv. Nino Filastò: Presidente, a me…
Presidente: In sede di esame indiretto, si può fare anche le domande cosiddette suggestive.
Avv. Nino Filastò: A me è stato obiettato che non potevo oppormi a una domanda formulata da lei. Mi scusi, ma io credo di poterlo fare.
Presidente: Lei fa la sua opposizione e basta. Non era una domanda, era un chiarimento a una domanda che faceva l’avvocato…
Avv. Nino Filastò: Io ho un microfono che non funziona, fra parentesi…
Presidente: Avvocato, se parliamo insieme non si conclude nulla. Allora, chiarisco che il senso della mia domanda era solamente per chiarire quello che voleva sapere l’avvocato Curandai. Tutto qui. Io le domande, le farò alla fine. Ora no. Finito, avvocato Curandai?
Avv. Giampaolo Curandai: Perché, Presidente, mi perdoni…
Presidente: No, no. Ha finito o no?
Avv. Giampaolo Curandai: Ho finito, grazie.
Presidente: Bene. Allora, altri difensori?
Avv. Nino Filastò: Difensore di Vanni, si.
Presidente: Bene.
Avv. Nino Filastò: Signor Pucci, torniamo a quel giorno. Che giorno era della settimana, se lo rammenta?
F.P.: Indove?
Avv. Nino Filastò: Sto parlando del giorno in cui sono state uccise quelle due persone agli Scopeti. Che giorno era della settimana, se lo rammenta?
F.P.: La domenica era.
Avv. Nino Filastò: Domenica.
F.P.: Domenica, sì.
Avv. Nino Filastò: Benissimo. Ora lei ha detto di essere andato a Firenze quella domenica.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Si rammenta l’ora più o meno in cui avvenne l’incontro con questa Gabriella, che ora era?
F.P.: Ma, ora… Non me la ricordo l’ora.
Avv. Nino Filastò: Più o meno.
F.P.: Mah, quando s’andò a Firenze?
Avv. Nino Filastò: Quando vi incontraste con la prostituta. Voi andate a Firenze, cioè a dire lei prenderà l’Ape. E così, va a San Casciano, lì incontra il Lotti che lo porta a Firenze. Arrivate a Firenze e vi incontrate con questa prostituta. Va bene? Che ore erano?
F.P.: Noi s’andò via dopo pranzo. Alle due si partì da San Casciano.
Avv. Nino Filastò: Quindi, a Firenze sarete stati verso le 3 e mezzo.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: E la incontraste subito questa prostituta?
F.P.: No, noi la si incontrò avanti. Prima.
Avv. Nino Filastò: Avanti che cosa, signor Pucci?
F.P.: Noi si partì alle due da San Casciano.
Avv. Nino Filastò: Sì.
F.P.: E s’andò a Firenze, s’arrivò verso le 3 e mezzo insomma.
Avv. Nino Filastò: Benissimo.
F.P.: E poi s’andò su da…
Avv. Nino Filastò: Da questa signora.
F.P.: Da questa donna, sì.
Avv. Nino Filastò: Dove la incontraste? A casa sua o per la strada?
F.P.: Lì in casa sua l’era, insomma, in questa…
Avv. Nino Filastò: Beh, contestazione. Lei ha dichiarato a verbale di averla incontrata in via Fiume.
F.P.: Sì. Prima l’andava lì, sì.
Avv. Nino Filastò: Quindi, era esatto quello che lei ha dichiarato in un verbale, ora non so citarglielo esattamente. Credo sia il primo, quello del 2 gennaio ’96. Quindi è vero la incontraste in via Fiume, per la strada?
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: E che ora erano se lo ricorda, più o meno?
F.P.: Mah, che ora l’era, ora ‘un me lo ricordo di preciso.
Avv. Nino Filastò: Diciamo, prima di andare in via Fiume a incontrare ‘sta Gabriella, andaste da qualche altra parte lei e il Lotti?
F.P.: No.
Avv. Nino Filastò: Va beh, quindi, presumibilmente l’avrete incontrata abbastanza subito dopo essere arrivati?
F.P.: Sì, sì. Insomma, poco subito, quando s’arrivò ecco.
Avv. Nino Filastò: Bene. E poi faceste con lei, aveste…?
F.P.: Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: Che lei si ricordi, mentre eravate con questa Gabriella… lei dice a casa di questa Gabriella, non in una pensione, vero?
F.P.: No, una pensione no.
Avv. Nino Filastò: Lo conferma questo?
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Mentre eravate da questa Gabriella, arrivò anche il Vanni o non arrivò il Vanni? Ora, cerchi di far mente locale. Ce lo dica con sicurezza.
F.P.: No il Vanni no. Perché s’eramo io e lui e basta. Io e il Lotti e basta s’eramo quel giorno lì.
Avv. Nino Filastò: Beh, contestazione rispetto a precedenti dichiarazioni per le quali ha detto che, invece, arrivò anche il Vanni. Quella sera…
Presidente: No, scusi cos’ha detto su questo punto lui prima?
Avv. Nino Filastò: Una contestazione, gli faccio una contestazione rispetto a un precedente verbale in cui ha detto che arrivò anche il Vanni dalla Gabriella.
Presidente: Rileggiamoglielo.
Avv. Nino Filastò: Sì. Dunque a pagina 2 del verbale del 2 gennaio del ’96: “Con me… che eravamo coppia fissa… qualche volta è venuto anche il Vanni”. Dunque, un attimo eh, Presidente. Devo trovarlo.
Presidente: Sì, sì. Non c’è problemi. Lei capisce, avvocato? Noi non conosciamo quei verbali.
Avv. Nino Filastò: Certo, certo Presidente.
Presidente: E quindi non…
Avv. Nino Filastò: Certo, certo.
Presidente: … siccome sembrava che fosse un commento suo…;
Avv. Nino Filastò: Ha ragione, Presidente.
(brusio)
Presidente: Ecco, no.
Avv. Nino Filastò: Dunque è a pagina 2 del verbale – ho sbagliato a citare il verbale precedente – del 9 febbraio del 1996. Il Pucci…
F.P.: ’96.
Avv. Nino Filastò: ’96, sì, l’anno scorso.
F.P.: L’anno scorso.
Avv. Nino Filastò: Un po’ di più. Lei è stato interrogato.
F.P.: Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: “Effettivamente quel giorno dal Gamma” – io ho scritto Gamma, ma credo che sia Gabriella, perché insomma a quell’epoca…
P.M.: Ma il verbale depositato è giusto, avvocato.
Avv. Nino Filastò: Eh?
P.M.: Lei ha un verbale che non è di questo processo. Lei ha un verbale di un altro processo. Perché nel verbale depositato c’è scritto Gabriella.
Avv. Nino Filastò: Va beh, io c’ho questo.
P.M.: No, se contesta, contesti un verbale di questo processo. Sennò siamo un po’…
Presidente: E che verbale è quello lì?
P.M.: Dice: Gamma, quindi l’ha preso da un altro processo.
Presidente: Ah, quello prima che venisse individuato il teste.
Avv. Nino Filastò: Ah, sì. Probabilmente l’ho preso dal processo Pacciani.
(brusio)
P.M.: … contestare roba di questo processo.
Avv. Nino Filastò: Va beh, ma il verbale è lo stesso. C’è semplicemente…
Presidente: Ora, glielo dà il Pubblico Ministero un attimo.
P.M.: Senz’altro. Anche perché gliel’ho già…
Presidente: A questo punto così…
P.M.: Sì, gliel’ho già contestato.
Presidente: Facciamoci questa cortesia.
Avv. Nino Filastò: Posso proseguire, Presidente…
Presidente: Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: … con la contestazione? “Effettivamente quel giorno da Gabriella, era venuto anche il Vanni”. Però, lei lo mandò via.
F.P.: Sì. Lo mandò via, sì.
Presidente: Se lo ricorda questo?
F.P.: Sì. La lo mandò via… perché non gli piaceva come… come si dice? come fare all’amore, ecco. . Capito?
Avv. Nino Filastò: Quel giorno lì, oppure nei giorni successivi?
F.P.: Quel giorno lì..
Avv. Nino Filastò: Allora, quel giorno lì venne anche il Vanni.
P.M.: Vede lo fa anche con lei, avvocato Filastò.
Avv. Nino Filastò: Sì, sì. Lo vedo, lo vedo. Ora, però, vorrei… va bene.
P.M.: Era così per. . . Io non faccio tutto il can can che ha fatto lei.
Presidente: Va bene.
Avv. Nino Filastò: Io non faccio can can, Pubblico Ministero. Abbia pazienza.
Presidente: Avvocato, per cortesia.
Avv. Nino Filastò: Ma scusi, dice che faccio can can. Io non faccio can can.
Presidente: Commento…
Avv. Nino Filastò: Il can can lo fanno le ballerine di can can. Io faccio l’avvocato di mestiere. Allora, lei a parte quello che lei ha visto, lì… come l’ha saputo di questo omicidio degli Scopeti? Chi gliene ha parlato?
F.P.: Io l’ho saputo perché, appunto, ci si fermò lì, noi, io e il Lotti.
Avv. Nino Filastò: Sì.
F.P.: E ci si fermò, insomma, a fare un bisogno.
Avv. Nino Filastò: Sì, ho capito. Dico: quindi, lei l’ha constatato quella volta lì?
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: E era sicuro che queste.. cos’è che aveva constatato? Che erano state ammazzate due persone?
F.P.: Sicurissimo.
Avv. Nino Filastò: E come ha fatto?
F.P.: Eh, come ho fatto? Bene.
Avv. Nino Filastò: Ha visto morti, lei?
F.P.: S’andò a vedere…
Avv. Nino Filastò: Quindi, lei ha visto i morti?
F.P.: Sì, s ‘ andò a vedere, appunto.
Avv. Nino Filastò: No, la domanda è questa: se lei ha visto i morti?
F.P.: No, i morti no, ‘un li ho visti. Io vidi il Pacciani e il Vanni e basta.
Avv. Nino Filastò: Sì, questo l’ho capito. Ma i morti non l’ha visti?
F.P.: (diniego)
Avv. Nino Filastò: Ha visto qualche persona colpita?
F.P.: No.
Avv. Nino Filastò: Allora, come ha fatto a sapere che lì c’erano stati due morti?
F.P.: Si sentì insomma… come si chiama? lamentarsi, capito.
Avv. Nino Filastò: Ah, lei sentì lamentarsi, chi?
F.P.: Le persone che c’eran dentro lì, nella tenda.
Avv. Nino Filastò: E nella tenda c’eran tutte e due le persone che si lamentavano?
F.P.: Due coppie
Avv. Nino Filastò: Eh?
F.P.: C’eran la coppia là dentro.
Avv. Nino Filastò: La coppia dentro la tenda era?
F.P.: Dentro la tenda.
Avv. Nino Filastò: È sicuro di questo, signor Pucci?
F.P.: Porca miseria, son sicuro si! Son sicuro, vai.
Avv. Nino Filastò: Quindi, lei ha saputo, ha constatato che queste due persone son state ammazzate dentro la tenda?
F.P.: Dentro la tenda.
Avv. Nino Filastò: Tutti e due.
F.P.: Tutti e due.
Avv. Nino Filastò: Signor Pucci, glielo richiedo un’altra volta: è sicuro di questo? Ci pensi bene. Ci rifletta quanto le pare, poi ce lo dice. A
Avv. Stefano Bertini: Presidente, mi perdoni. Forse al teste gli andrebbe un pochettino spiegato…
Avv. Nino Filastò: Sto facendogli l’esame. Per cortesia.
Presidente: No, no. Le domande…
Avv. Nino Filastò: Per piacere.
Avv. Stefano Bertini: Di cosa deve essere sicuro, Presidente, il teste? Non si capisce di cosa deve essere sicuro.
Avv. Nino Filastò: Come?
Avv. Stefano Bertini: Non si capisce di cosa deve esser sicuro.
Avv. Nino Filastò: È sicuro se…
(brusio)
Presidente: Avvocato, per cortesia. Ora, non…
Avv. Nino Filastò: Si sta cercando…
Presidente: Si sta aspettando la risposta e poi chiariamo.
Avv. Nino Filastò: Ecco, per cortesia avvocato.
F.P.: Io ‘un son sicuro, ma mi sembra che siano stati dentro la tenda.
Avv. Nino Filastò: Ecco, benissimo.
F.P.: ‘Un son tanto sicuro, vero? Quello, come si fa?
Presidente: Allora, prima avrebbe dichiarato una cosa un po’ diversa. Un po’ prima.
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: Mah, no, Presidente. Le cose dichiarate gli son state, secondo me, contestate anche troppo. La contestazione, io ho intenzione di farla. Se…
Presidente: Bene.
Avv. Nino Filastò: .. posso condurlo io questo esame, vorrei concluderlo a modo mio.
Presidente: Come no.
Avv. Nino Filastò: E allora, io vorrei la contestazione fargliela dopo che il testimone abbia dato una risposta precisa su un punto.
Presidente: Benissimo.
Avv. Nino Filastò: Precisa e ribadita. Allora, dopo gli si fa la contestazione. Come con la circostanza della presenza di Vanni dalla Gabriella quel giorno. Senta, lei…
Avvocato: Presidente, mi scusi.
Presidente: No, no.
Avvocato: Devo dire una cosa. Presidente.
Presidente: No.
Avvocato: Ho diritto di parola.
Presidente: No, voi dovete lasciar far l’esame.
Avvocato: Voglio dire, la contestazione va fatta subito. Che significa dopo?
Presidente: È una cosa…
Avvocato: Lui dice dopo. L’avvocato Filastò, sempre molto, ortodosso, per carità, di Dio, ma l’ortodossia del Codice vale anche per le altre parti.
Presidente: Va bene.
Avvocato: Quindi, se hai da contestare, contesta subito.
Avv. Nino Filastò: Ma certo, subito dopo la risposta.
Presidente: Ora sta aspettando la risposta di lui.
Avv. Nino Filastò: Ho detto che io ho intenzione di fare la contestazione dopo la risposta. Certo. Dopo. Sennò dopo quando? Dopo una settimana? Non ho capito…
Presidente: Bene. Riprendiamo.
Avv. Nino Filastò: Senta signor Pucci, lei vide la tenda.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Ce la può descrivere questa tenda?
F.P.: L’era una tendina di queste da due persone, l’ha visto, di quelle che mettono per andare a far merenda nel bosco, insomma. Questa roba qui. Una tendina in quella maniera l’era. Non era grande.
Avv. Nino Filastò: Non era grande. Ma la forma com’era?
F.P.: L’era di quelle fatte, visto…
Avv. Nino Filastò: A spigo, a punta?
F.P.: Sì, a codesta maniera sì.
Avv. Nino Filastò: Lei ha fatto un verso con le mani…
F.P.: Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: … indicando una tettoia spiovente.
F.P.: Sì, a capanna l’era, insomma, fatta così.
Avv. Nino Filastò: Va bene. Quindi, non era tonda.
F.P.: Tonda, no.
Avv. Nino Filastò: È sicuro?
F.P.: Porca miseria, son sicuro sì. Sennò, allora…
Avv. Nino Filastò: Qui non ho contestazioni da fare. Evidentemente si può andare oltre. Lei quindi, vide Vanni che aveva un coltellaccio. È così?
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Ce lo può descrivere questo coltellaccio com’era fatto?
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: Questo coltello, di Vanni, che aveva Vanni…
F.P.: Mah, il coltello io ‘un lo vidi.
Avv. Nino Filastò: Ah, non lo vide?
F.P.: Io vidi lui e basta.
Avv. Nino Filastò: Ah, il coltello non lo vide.
F.P.: Il coltello no. Sentii il rumore, ha visto, “brrr”, così. E basta.
Avv. Nino Filastò: Senta, e poi dopo aver fatto… ha sentito questo rumore. Ma Vanni non lo vide mentre… lei ha pensato che avesse tagliato la tenda.
F.P.: No.
Avv. Nino Filastò: Non lo vide tagliare la tenda?
F.P.: No, ‘un lo vidi il Vanni.
Avv. Nino Filastò: Non lo vide tagliare la tenda. E vide che avesse fatto qualche cosa dopo aver tagliato la tenda?
F.P.: Mah, no…
Avv. Nino Filastò: Ora, anche su questo, signor Pucci, la pregherei di pensarci bene.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Eh? Voglio sapere se lei ha sentito questo rumore del taglio alla tenda, non ha visto né il coltello e neppure il Vanni tagliare la tenda. D’accordo?
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: È così?
F.P.: Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: Dopo di questo, lei ha visto il Vanni fare qualche cosa, svolgere qualche… insomma, fare qualche altra cosa?
F.P.: No.
Avv. Nino Filastò: È sicuro?
F.P.: Mah, no perché io scappai subito. Venni via. Sicché…
Avv. Nino Filastò: Ci pensi un po’ meglio, abbia pazienza. Perché è una cosa molto importante per noi questa, sa. Se lei ha visto Vanni dopo aver sentito questo rumore del taglio della tenda, vorrei che lei pensasse meglio se ha visto, se gli ha visto fare qualche cosa a Vanni.
F.P.: Mah, bisogna vedere come qualche cosa.
Avv. Nino Filastò: Non lo so, un movimento… Capisce? Uno taglia la tenda e poi..’, non so, quello che ha fatto dopo. Se l’ha visto lei, eh; se non l’ha visto dice: non l’ho visto.
F.P.: Io ‘un l’ho visto.
Avv. Nino Filastò: È sicuro?
F.P.: Porca mi… Sicurissimo.
Presidente: Contestazioni, se ci sono.
Avv. Nino Filastò: Certamente. Verbale del 9 febbraio del ’96, pagina 3, il testimone ha detto: “Nello stesso tempo il Vanni si introdusse nella tenda dal lato posteriore attraverso un’apertura che aveva praticato.” Ora che gliel’ho letto…
F.P.: Ecco, ora sì.
Avv. Nino Filastò: Ora si ricorda di questo.
F.P.: Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: Ed è sicuro di questo, signor Pucci?
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: Ora che le ho ricordato questo particolare, cioè a dire che Vanni si introdusse nella tenda dal lato posteriore attraverso l’apertura che aveva praticato.
F.P.: Sì, ecco. Di dietro, dalla parte di dietro della tenda.
Avv. Nino Filastò: Dalla parte…
F.P.: Dalla parte di dietro.
Avv. Nino Filastò: Fece questo taglio e si introdusse nella tenda dal taglio. Sì o no?
F.P.: Come? ‘Un si capisce bene, Giudice.
Avv. Nino Filastò: Signor Pucci, abbia pazienza. È molto semplice: c’è la tenda, no?
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Nella parte posteriore lei ha sentito questo taglio nella tenda.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Va bene?
F.P.: Con uno strappo, eh.
Avv. Nino Filastò: Poi io gli ho chiesto se aveva visto fare, dopo questo taglio, il Vanni qualche cosa. Ha detto di no. Ora poi io gli ho letto che lei ha detto di aver visto il Vanni infilarsi dentro la tenda da questo taglio, e lei cos’ha risposto? D’averlo visto o no?
F.P.: Mi sembra di averlo visto, sì.
Avv. Nino Filastò: Sì.
F.P.: Entrar dentro. Ecco.
Avv. Nino Filastò: Da questo taglio.
F.P.: Da quel taglio, sì.
Avv. Nino Filastò: Si può fermare qui il discorso.
F.P.: Io…
Avv. Nino Filastò: Guardi non c’è tanto da ridere, abbia pazienza.
F.P.: No, no. ‘Un rido.
Avv. Nino Filastò: Non è che voglia intimorirlo, ma insomma, qui, questo poveretto rischia l’ergastolo. Lo sa questo lei, vero?
Presidente: Va be’, domande.
P.M.: Questa è una forma…
Presidente: Va beh, domande, domande.
Avv. Nino Filastò: No, io, è una forma… Non è una forma, è un richiamo al testimone che sta ridacchiando, per fargli capire perché non è il caso di ridacchiare.
Presidente: Va beh, si dica di non ridere più e basta. Senza commenti, senza fare altre insinuazioni.
Avv. Nino Filastò: Dopo… allora, siamo arrivati al punto che questo Vanni si infila nella tenda. Va bene?
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Ecco, dopo essersi infilato nella tenda, lei sente qualche cosa? Dopo che il Vanni si è infilato nella tenda?
F.P.: Mah, io, mi sembra di ‘un ave’ sentito niente. Ecco…
Avv. Nino Filastò: È sicuro?
F.P.: ‘Un son nemmen tanto sicuro.
Avv. Nino Filastò: Sto parlando di quello da dentro la tenda, se ha sentito qualcosa dentro la tenda.
F.P.: Ma, no. ‘Un lo posso ricordare.
Avv. Nino Filastò: Beh, però un anno fa se n’è ricordato. Potrebbe far uno sforzo e ricordarselo anche ora.
P.M.: Contestiamo.
Avv. Nino Filastò: No, no. Un momento. Le contestazioni le faccio io quando ritengo opportuno.
P.M.: Eh, no…
Presidente: Quando la risposta è negativa, le contestazioni vanno fatte. Perché lui deve…
(brusio)
Avv. Nino Filastò: Ma sto cercando di insistere per veder se il testimone si rammenta una circostanza. Abbia pazienza, scusi.
P.M.: No, avvocato, non ho pazienza. Perché quando l’ho fatto io, m’ha contestato che era quattro volte. Lei è già a tre e ora gliela faccio io per evitare la quarta.
Presidente: Bene.
Avv. Nino Filastò: No, no. La faccio io la contestazione.
P.M.: No, no. Io la faccio a lei.
Avv. Nino Filastò: Vede, Pubblico Ministero, io sto cercando con tutta la calma possibile, di tirar fuori da questo testimone quello che ha visto. Voglio dire, capisce? Quindi le contestazioni, io aspetto a farle ; proprio quando il testimone mi ha dato la sicurezza di una risposta. . Quindi, glielo richiedo per l’ultima volta: lei non ha sentito nulla dopo…
F.P.: (diniego).
Avv. Nino Filastò: E allora le contesto che lei ha detto: “Sentii delle grida di donna provenire da dentro la tenda.” Questo l’ha dichiarato in quel verbale, lo stesso verbale al quale facevo riferimento prima: 9 febbraio.
Presidente: Non se lo ricorda se l’ha dichiarato o no. È questo?
F.P.: Io, mi sembra di aver sentito, si, delle grida ma sa… di preciso ‘un me lo ricordo…
Avv. Nino Filastò: Ora, senta, siamo a questo punto qua: le sembra. Va be’, ora dice che le sembra…
F.P.: Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: Dopo di questo lei ha visto qualche altra cosa di particolare? Siamo sempre al momento in cui: taglio della tenda, lei sente questo rumore, poi vede o non vede il Vanni entrare dentro la tenda, poi sente le grida. Dopo di questo, dopo questo, momento qua, se lei ha visto qualche altra cosa.
F.P.: No, io ‘un ho visto più niente, perché scappai subito.
(voce non udibile)
F.P.: Dopo aver sentito dire ‘andate via, perché vi s’ammazza anche voi’, io venni via.
Avv. Nino Filastò: Ecco, questo quando l’ha sentito?
F.P.: Ecco.
Avv. Nino Filastò: Sì.
F.P.: Sicché…
Avv. Nino Filastò: E questo “andate via, sennò s’ammazza anche voi”, quando l’ha sentito dire?
F.P.: L’ho sentito, io, quando s’eramo lì vicino, insomma vicino…
Avv. Nino Filastò: Ma prima o dopo aver sentito il taglio della tenda?
F.P.: Dopo.
Avv. Nino Filastò: Dopo.
F.P.: Eh.
Avv. Nino Filastò: Dopo.
F.P.: Dopo, sì.
P.M.: Eh: “Vi s’ammazza anche voi”.
F.P.: “Vi s’ammazza anche voi”, io sa…
Presidente: Spari? Ce ne son stati di spari?
Avv. Nino Filastò: Presidente, abbia pazienza, mi scusi, mi permetta.
Presidente: Per chiarire.
Avv. Nino Filastò: Ho capito, poi, voglio dire… Quindi, dopo il taglio della tenda, lei ha sentito dire “Andate via, sennò vi s’ammazza anche voi”?
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Però non ha visto nulla.
F.P.: Come ‘un ho detto nulla.
Avv. Nino Filastò: Sì, non ha visto… Ha visto…
F.P.: No…
Avv. Nino Filastò: Ha visto qualcuno fare qualche cosa…
F.P.: No, no, non ho visto più nulla.
Avv. Nino Filastò: … rispetto alla tenda? Uhm?
F.P.: No.
Presidente: Signori, ci vuole un po’ di pazienza.
F.P.: Come?
Presidente: No, non è per lei.
Avv. Nino Filastò: Ah. Allora, le contesto che lei ha dichiarato sempre in questo verbale, il 9 febbraio che: “Ricordo ancora il rumore che fece, come di tela strappata.” E su questo siamo d’accordo.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: “Il gesto che io vidi mi sembrò come fatto dal basso verso l’altro.” Ed è quello che ha detto anche oggi.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: “A questo punto, l’uomo uscì fuori dalla tenda dalla parte anteriore, scappando verso il bosco, cioè dalla parte opposta della strada.”
F.P.: Ma la parte anteriore è davanti…
Avv. Nino Filastò: No, lasci perdere la parte anteriore o la parte posteriore. Io volevo sapere se lei ha visto un uomo scappare dalla tenda oppure no, ora che gliel’ho contestato perché così ha dichiarato a verbale. L’ha visto o no?
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: L’ha visto?
F.P.: Sì, sì. Ecco, ora…
Avv. Nino Filastò: Ce lo vuol descrivere quest’uomo che scappava?
F.P.: No, tanto…
Avv. Nino Filastò: Alto, basso, piccino, giovane, magro, grasso?
F.P.: Ma sa, in quel momento lì, capito, dalla paura… Fu un attimo, capito?
Avv. Nino Filastò: Lei aveva molta paura?
F.P.: Bene ‘un vidi, ha capito? Sicché mi impaurii, sicché io venni via, scappai subito, ecco.
Avv. Nino Filastò: Una cosa particolare di quest’uomo, una cosa che abbia attirato la sua attenzione? F.P.: La cosa particolare, bah, ‘un feci nemmen caso, non lo guardai nemmen per bene, capito, per sapere…
Avv. Nino Filastò: Ma lo vide uscire dalla tenda sì o no?
F.P.: Sì, lo vidi uscire, ma però…
Avv. Nino Filastò: Però non si ricorda niente di particolare.
F.P.: No, no. ‘Un ho in mente quello come l’era quest’uomo, ecco.
Avv. Nino Filastò: Era nudo o vestito, signor Pucci?
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: Era vestito o era nudo?
F.P.: Come?
Presidente: Era vestito o era nudo, quest’uomo?
F.P.: Mah, ‘un gliel’ho detto che ‘un me lo ricordo come gl’era.
Avv. Nino Filastò: Non se lo ricorda, eh?
F.P.: (diniego)
Avv. Nino Filastò: E quest’uomo cosa fece, scappò verso… Scappò. E poi che successe?
F.P.: Poi sentii lo sparo, io.
Avv. Nino Filastò: Ho capito. Poi uno sparo.
F.P.: Pacciani gli sparò.
Avv. Nino Filastò: Pacciani gli sparò.
F.P.: Sentii lo sparo.
Avv. Nino Filastò: Quante volte gli sparò?
F.P.: A me mi sembra un paio di volte, ecco.
Avv. Nino Filastò: Gli sparò dietro?
F.P.: Sparare, sì. Sparare. Un paio di volte.
Avv. Nino Filastò: E a questo punto lei ha molta paura.
F.P.: Madonna se ebbi paura, eccome!
Avv. Nino Filastò: E che cosa fece?
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: Che cosa fece?
F.P.: Io andai alla macchina subito. E il Lotti dice: ‘vai, io voglio andare a vedere’. ‘Io’ -‘dissi – ‘non ci ritorno’. Ecco. Andò a vedere lui, andò in là.
Avv. Nino Filastò: E lei restò lì alla macchina?
F.P.: Io restai a aspettarlo alla macchina.
Avv. Nino Filastò: Per quanto tempo?
F.P.: Bah, il tempo ora… Sarà stato quanto? Un pochino.
Avv. Nino Filastò: Ha detto mezz’ora, lei.
F.P.: Sì, una mezz’oretta a aspettare, perché non lo vedevo arrivare, lui; sicché…
Avv. Nino Filastò: Ma la macchina era lontana da questo posto?
F.P.: L’era sul ciglio della strada.
Avv. Nino Filastò: Sì. A che distanza, rispetto al posto dove lei aveva visto sparare?
F.P.: A quale distanza sentii sparare? Sarà stato a quante: quattro o cinque metri. Ma nemmeno.
Presidente: No quando ha visto sparare: la macchina a che distanza era?
F.P.: No, la macchina?
Presidente: Almeno questo mi sembra di aver capito.
Avv. Nino Filastò: Sì, certo. Grazie, Presidente.
P.M.: Chiariamo prima cos’era quattro-cinque metri, però.
F.P.: La macchina…
P.M.: Sennò…
Presidente: … ha sentito lui.
F.P.: No, la macchina la sarà stata distante… Da di dove, dalla tenda?
Presidente: Dalla tenda, sì; dalla piazzola dove c’era…
Avv. Nino Filastò: Sì, dalla tenda.
F.P.: Dalla piazzola?
Presidente: Eh.
F.P.: Una trentina di metri, nemmeno.
Avv. Nino Filastò: E lei, con tutta questa paura, dopo aver visto sparare, sta lì mezz’ora fermo alla macchina.
F.P.: No, lui…
Avv. Nino Filastò: No, sto parlando di lei. Lei. Sente sparare e sta lì mezz’ora?
F.P.: Eh, no, io scappai e venni alla macchina.
Avv. Nino Filastò: Alla macchina.
F.P.: Eh.
Avv. Nino Filastò: Però la macchina ha detto che è a trenta metri, cioè a dire come da qui a laggiù.
F.P.: Sì, appunto.
Avv. Nino Filastò: Sono stato ieri, l’ho visto: brevissima distanza.
F.P.: Eh.
Avv. Nino Filastò: Quindi tanta paura non ce l’aveva lei.
F.P.: Come.
Avv. Nino Filastò: Scusi, se io sento sparare in un posto, abbia pazienza… No, sono in un posto, vedo tutta questa scena, coltellacci, spari, gente che scappa e tutto il resto, ho paura e poi che mi vo a star fermo, sto fermo a trenta metri di distanza per mezz’ora? È un po’ difficile da immaginare.
P.M.: Ha detto la macchina…
Presidente: E va be’.
F.P.: Io aspettai il Lotti mezz’ora, alla macchina lì. Ecco.
Avv. Nino Filastò: Senta, lei sa a che distanza – poca distanza da lì – c’è un ristorante?
F.P.: Il ristorante gl’è lì, sì, a poca distanza gl’è.
Avv. Nino Filastò: Quanto?
F.P.: Di lì ci sarà, ‘un so…
Avv. Nino Filastò: 50 metri.
F.P.: No, un po’ di più c’è.
P.M.: (voce non udibile)
F.P.: Un po’ di più c’è, lì.
Avv. Nino Filastò: Glielo sto chiedendo.
P.M.: Ah, ecco.
Avv. Nino Filastò: 60, 100 metri.
F.P.: Di lì ci sarà un 100 metri boni. Ma di più.
Avv. Nino Filastò: 100 metri. Come si chiama?
F.P.: “La Baracchina”, la chiamano “La Baracchina”, ma ‘un lo so se…
Avv. Nino Filastò: “La Baracchina”, benissimo.
F.P.: Sì. La chiamano “La Baracchina”, quella.
P.M.: Non è a 100 metri, eh, per la Corte, se lo…
Presidente: Va be’, ma sono indicativi…
F.P.: Insomma lì…
Avv. Nino Filastò: Si può anche andare, sarà a 150 metri.
Presidente: Bene.
F.P.: Sì, insomma, ora ‘un è mica…
P.M.: Pigliamola come affermazione dell’avvocato Filastò, via.
Avv. Nino Filastò: No, no…
F.P.: La chiamano “la Baracchina”, quella lì.
Avv. Nino Filastò: La chiamano…
Presidente: “La Baracchina”, lì vicino…
F.P.: Ci fanno i pranzi, merende, Capito? Gl’è vicino lì, insomma.
Presidente: Bene.
F.P.: A pochi metri, ecco.
Presidente: Bene. Non è quello il punto che ci interessa. Andiamo.
Avv. Nino Filastò: Non le venne in mente d’andare lì?
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: Non le passò in mente di andare lì a dirgli: ‘guardi, qui sta succedendo…’.
F.P.: (diniego).
Avv. Nino Filastò: No. Come mai?
F.P.: Come mai! Ero impaurito, ‘un andai mica… ‘un ritornai mica in su, io.
Avv. Nino Filastò: Scusi, lei è impaurito e sta lì a 30 metri da un punto dove volano le pallottole?
F.P.: Ma io sentii sparare. Sa, ha visto…
Avv. Nino Filastò: Sì. E sta lì a 30 metri, quando…
Presidente: Avvocato, non facciamo il processo, ora, ai testimoni, eh.
Avv. Nino Filastò: No, come non facciamo… Lo faccio sì…
(brusio)
Presidente: Lui è impaurito ed è rimasto in macchina.
F.P.: Sì, ma…
Avv. Nino Filastò: Non è rimasto in macchina, perché…
F.P.: Ma non sparò mica in qua verso di noi, gli sparò in là.
Avv. Nino Filastò: Ah, ecco.
F.P.: Ecco.
Avv. Nino Filastò: È per questo.
F.P.: Perché se gli sparava in qua, l’ammazzava anche noi, l’è logica. E s’era vicino quanto di qui io e lei, noi, a vedere.
Avv. Nino Filastò: Ma non gliel’avevan detto, Pucci? Gliel’avevan detto: “andate via, sennò vi s’ammazza”.
F.P.: Sì, appunto.
Avv. Nino Filastò: E allora lei resta lì a 30 metri con questa gente che…
F.P.: Eh, a pochi metri. Gliel’ho detto. 30 metri son pochini, eh. ‘Un lo so, io.
Avv. Nino Filastò: A lei le sembra normale questo.
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: Questo fatto di star lì a 30 metri da delle persone che stanno sparando e che pochi minuti prima le hanno detto: “andate via, sennò vi s’ammazza”.
F.P.: Sì, sicuro. M’ha detto proprio a questa maniera.
Avv. Nino Filastò: Quindi lei non aveva paura, abbia pazienza.
F.P.: Come ‘un avevo paura!
Presidente: No, avvocato, i commenti no, per cortesia.
F.P.: Eh.
Avv. Nino Filastò: No, io gli sto chiedendo…
Presidente: No, documentiamo le risposte e basta.
Avv. Nino Filastò: Non è un commento, era una domanda.
Presidente: Cerchiamo… lei, s’è tanto lamentato del Pubblico Ministero che fa domande…
Avv. Nino Filastò: Ma io gli sto chiedendo…
Presidente: … e domande e poi usa lo stesso metodo, pari pari.
Avv. Nino Filastò: No.
Presidente: E allora!
Avv. Nino Filastò: Io sto chiedendo al testimone se aveva paura oppure no.
Presidente: Appunto. È rimasto vicino alla macchina. È entrato dentro o fuori della macchina? Com’è stato?
F.P.: Io fuori alla macchina, a aspettare il Lotti. L’era chiusa.
Avv. Nino Filastò: Eh, fuori, perché era chiusa, Presidente.
F.P.: L’era chiusa, la macchina sicché aspettai lui.
Avv. Nino Filastò: E va be’. Senta, questa è un’altra domanda molto importante. Bisogna che lei ci senta bene, ci pensi per bene prima di rispondere. Prima che quest’uomo scappasse dalla tenda, ha presente, no?
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Ora gliel’ho ricordato, lei se lo ricorda questo fatto.
F.P.: Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: Lei sentì sparare?
F.P.: Sì, sentii sparare.
Avv. Nino Filastò: Prima?
F.P.: Prima, sì.
Avv. Nino Filastò: Quante volte?
F.P.: Un paio di volte. Due volte sentii sparare.
Avv. Nino Filastò: Solamente due?
F.P.: Due, sì.
Avv. Nino Filastò: Dopo che lei ha detto di aver visto il Vanni entrare nella tenda, lei vide se dentro questa tenda c’era una luce accesa?
F.P.: No, ma la luce accesa ‘un la vidi.
Avv. Nino Filastò: Non vide nessuna luce?
F.P.: (diniego)
Avv. Nino Filastò: Da nessuna parte?
F.P.: Come? No.
Avv. Nino Filastò: Di questo è sicuro?
F.P.: Mah, son sicuro, vai.
Avv. Nino Filastò: Senta, quando lei s’è fermato lì agli Scopeti, lei si è fermato, lei e il Lotti vi siete fermati lì agli Scopeti…
F.P.: Ci si fermò lì, sì.
Avv. Nino Filastò: Per quale motivo?
F.P.: Per il motivo che per fare un bisogno, l’hai visto… Ci si fermò dieci minuti, per andare a pisciare, per andare… E si sentì questi… perché, ora…
(brusio)
Avv. Nino Filastò: No, no, guardi. Io volevo sapere il motivo per il quale vi eravate fermati.
F.P.: Bisogna ritornare un passo addietro.
Presidente: Non si capisce, non si capisce.
P.M.: …parlare, per piacere.
F.P.: E si sentì questi spari. Ha capito?
Avv. Nino Filastò: Prima sentiste degli spari.
F.P.: Sì, prima si sentì gli spari. E si andò a vedere là, insieme. Capito?
Avv. Nino Filastò: Ah. Quindi…
F.P.: E poi si sentì fare: “zum”, come strappo, no. La tenda.
Avv. Nino Filastò: Sì, sì. Ho capito.
F.P.: E allora, poi, dice, noi si videro, io li vidi tutti e due…
Avv. Nino Filastò: Sì, sì, l’ho capito, questo.
F.P.: Dice: “se non andate via, vi s’ammazza anche voi”. A questo punto qui… Dissi: ‘andiamo, scappiamo, andiamo via’.
Avv. Nino Filastò: Eh.
F.P.: E lui ritornò in là per esser più sicuro.
Avv. Nino Filastò: Sì.
F.P.: E io l’aspettai alla macchina, lì.
Avv. Nino Filastò: Sì, signor Pucci, ma abbia pazienza.
F.P.: E poi ritornò via anche lui.
Avv. Nino Filastò: Ho capito.
Presidente: L’ha già detto, l’ha già detto. Andiamo.
F.P.: Avv. Nino Filastò: Questo ce l’ha già detto. La domanda era diversa: la ragione per cui vi eravate fermati lì. Perché voi, se non sbaglio, in quel momento, stavate tornando a casa da…
F.P.: Sì, si stava tornando a casa, sì.
Avv. Nino Filastò: E quindi la ragione è perché avete sentito gli spari?
F.P.: E si sentì gli spari.
Avv. Nino Filastò: No, ma insomma, bisogna che lei ce lo dica.
F.P.: Glielo dico.
Avv. Nino Filastò: Ce lo dica.
F.P.: Glielo dico, noi per curiosità s’andò a vedere là, no?
Avv. Nino Filastò: Ma dopo aver sentito gli spari.
F.P.: Dopo aver sentito gli spari. S’andò a vedere.
Avv. Nino Filastò: Ah.
F.P.: Capito?
Avv. Nino Filastò: Quindi, dopo aver sentito gli spari siete andati a vedere.
F.P.: Sì. S’andò a vedere.
Avv. Nino Filastò: Non rida, per piacere, Pucci. Non c’è da ricìere.
F.P.: E mi scappa da ridere… Io ‘un lo so, ma…
Avv. Nino Filastò: Le scapperà da ridere, ma non va bene se ride.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Se vuole farsi… Sé vuole che si interrompa, me lo dica, ma non rida, per piacere, perché non c’è niente da ridere, sa.
Presidente: Va bene.
F.P.: Va bene.
Avv. Nino Filastò: E da dove li sentiste questi spari, da dentro la macchina?
F.P.: Noi si sentirono appena si sortì fori dalla macchina.
Avv. Nino Filastò: Ah, allora siete usciti dalla macchina per un’altra ragione, non per aver sentito gli spari.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: E qual’è questa ragione?
F.P.: S’andò a ved… Noi si partì e s’andò a vedere là, da quanto? quanto di lì alla televisione; ma nemmeno. Insomma, la telecamera lì. Poi si sentì dire: “andate via, sennò vi s’ammazza anche voi”.
Avv. Nino Filastò: L’abbiamo già sentita tre o quattro volte questa cosa.
F.P.: Oh.
Avv. Nino Filastò: Volevo sentire questo qui, volevo sapere questo da lei: perché vi siete fermati?
F.P.: Noi ci si fermò per riposarci cinque minuti, dieci minuti, per fare un po’ d’acqua, per… Ha capito? E poi si sentì questi spari, no?
Avv. Nino Filastò: Quindi, gli spari l’avete sentiti dopo.
F.P.: Dopo, sì.
Avv. Nino Filastò: Dopo esservi fermati.
F.P.: Sì, dopo.
Avv. Nino Filastò: Due minuti fa aveva detto “prima”.
F.P.: No, dopo.
Avv. Nino Filastò: Sicuro dopo? Lo mettiamo così, che l’avete sentiti dopo.
F.P.: Eh.
Avv. Nino Filastò: Fermo così, dopo.
F.P.: Sì. Dopo, sì.
Avv. Nino Filastò: E quindi, la ragione per cui vi siete fermati quale è? Per riposarvi, ora ha detto.
Presidente: Per riposarsi.
F.P.: Per riposarsi dieci minuti. Dice: ‘guarda…’.
Presidente: Scusi, l’ha già detto e ripetuto. Ci siamo fermati per fare un po’ d’acqua…
Avv. Nino Filastò: No
F.P.: Per andare a pisciare, oh! Ora, sennò, ora… Allora…
Avv. Nino Filastò: No, ora ha detto per riposarsi.
F.P.: Sennò ‘un ci siamo.
Avv. Nino Filastò: Ha detto “per riposarci”. E io gli devo fare una contestazione su questo punto. Riposarvi come? Eravate a due minuti da San Casciano, lì, non potevate riposarvi a casa?
F.P.: Ma no, eh!
Avv. Nino Filastò: Presidente, queste domande hanno un loro significato preciso. Non sono per far perdere tempo a nessuno, ma hanno un significato preciso.
Presidente: Antonio, scusi, si può accendere il ventilatore qui?
F.P.: Ora, abbia pazienza, se a noi ci montò l’idea di fermarci un pochino? E vien fatto, no, che ci si ferma per riposarsi un pochino; ha visto, per… come si dice…
Avv. Nino Filastò: Allora, senta, le faccio una domanda precisa. Vi siete fermati per riposarvi…
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Tutti e due. E l’idea a chi è venuta di fermarsi: a lei o al Lotti?
F.P.: A tutti e due.
Avv. Nino Filastò: A tutti e due insieme.
F.P.: Sicuro, eh.
Avv. Nino Filastò: Allora non è vero che vi siete fermati perché lei voleva fare un bisogno.
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: Se vi siete fermati perché a tutti e due è venuta l’idea di fermarvi per risposarvi, non è vero che vi siete fermati perché lei voleva fare un bisogno.
F.P.: Sì, no, gl’è vero, perché mi volevo fermare io, poi gli scappava, insomma, c’aveva bisogno anche lui, l’aveva, sicché… Allora fermiamoci qui’, si disse, no. Lì alla stradina…
Avv. Nino Filastò: Insomma, senta Pucci, è in grado di dirci se vi siete fermati perché dovevate fare un bisogno o per riposarvi? Scelga una delle due cose, ma ce la dica.
F.P.: Allora ci si fermò per fare un bisogno, e per riposarsi un pochino, dieci minuti.
Presidente: Va be’.
F.P.: Più chiaro che così, non lo so io. Gliene domandi al Lotti, per vedere se ‘un è vero.
Avv. Nino Filastò: In effetti non è vero quello che lei…
F.P.: Gl’è vero, gliene dico perché gl’è vero.
Avv. Nino Filastò: Sì, solo che lei ha dichiarato – le faccio una contestazione – lei ha dichiarato in un verbale che vi siete fermati perché il Lotti voleva andare a spiare la coppietta che aveva visto precedentemente nella tenda.
F.P.: Come? Non ho capito.
Avv. Nino Filastò: Lei ha fatto una dichiarazione, in un verbale precedente, per cui…
Avv. Giampaolo Curandai: (voce non udibile)
Avv. Nino Filastò: Sì, la sto cercando, avvocato Curandai. Grazie dell’indicazione.
Avv. Giampaolo Curandai: Bisogna leggerla.
Avv. Nino Filastò: No, si può anche dire…
F.P.: Ma icché, ‘un capisce mica nulla quello lì.
Avv. Nino Filastò: Ecco. Se poi dico una cosa per un’altra, vien contestato, dice: avvocato Filastò, lei si inventa le cose. Ha capito?
F.P.: ‘Un capisce mica nulla.
Avv. Nino Filastò: Sicché io non sono obbligato a leggerla. Posso anche contestare senza essere obbligato a…
Presidente: Ma la Corte non sa, il Presidente non sa, cosa è scritto nei verbali.
Avv. Nino Filastò: Ha ragione, signor Presidente.
Presidente: Per quello…
Avv. Nino Filastò: Allora, si deve trattare o del verbale del 23 gennaio, o del 9 febbraio…
P.M.: (voce non udibile)
Avv. Nino Filastò: Benissimo.
P.M.: È del 9 febbraio.
Avv. Nino Filastò: Perfettamente. Grazie, Pubblico Ministero.
P.M.: Anzi, fono pagina.
Avv. Nino Filastò: È la prima volta che apprezzo lo stile.
P.M.: È distratto.
Presidente: Prendere atto.
Avv. Nino Filastò: Ha capito? Lei ha detto, in quel punto che gli ha riferito il Pubblico Ministero, che fu il Lotti a dire: ‘fermiamoci qui, perché qui c’è una coppietta, andiamo a vedere’.
F.P.: No, ‘un è stato…
Avv. Nino Filastò: Non è vero?
F.P.: No, ‘un sta a codesta maniera.
Avv. Nino Filastò: Non è sta… l’ha detto lei, non l’ho mica detto io.
F.P.: Ora gliene ripeto un’altra volta. Noi ci si fermò per pisciare. Va bene?
Avv. Nino Filastò: Oh, finalmente.
F.P.: E si senti due spari. ‘Andiamo a vedere icché c’è’, si disse.
Avv. Nino Filastò: Oh!
F.P.: Oh! S’arrivò lì e si vide tutta la scena, tutto… hai visto, tutto icché t’ho detto ora.
Avv. Nino Filastò: Uhm.
F.P.: Appunto. Oh! Sennò, allora…
Avv. Nino Filastò: Senta, lei pensò che qualcuno potesse essere rimasto ferito da questi spari?
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: A lei, in quel momento, le venne in mente che qualcuno poteva essere rimasto ferito da questi spari?
F.P.: No.
Avv. Nino Filastò: No? Che poteva aver bisogno di essere soccorso?
F.P.: No. Macché.
Avv. Nino Filastò: Perché?
F.P.: Perché, oh…
Avv. Nino Filastò: Perché non ci ha pensato? Ha pensato che quelle persone potevano essere soccorse – per esempio, qualcuna poter esser ferita, perdere del sangue – e morire, se nessuno le soccorreva.
F.P.: No.
Presidente: Fa segno con la testa. Cos’è, non ci ha pensato?
F.P.: No, perché noi non si pensò a quella maniera, capito?
Avv. Nino Filastò: Eppure lei ha detto che aveva sentito lamentare la donna.
F.P.: Sì, ma noi s’era, s’aveva paura, si scappò, si venne via subito, appena si sentì il lamento.
Avv. Nino Filastò: No, subito: dopo mezz’ora, lei ha detto. Rimase…
F.P.: Ma come dopo mezz’ora?
Avv. Nino Filastò: Come?
F.P.: Macché! Dopo mezz’ora l’arrivò lui, il mio amico, lì alla macchina. L’aspettai lì, io.
Avv. Nino Filastò: Per quanto tempo?
F.P.: Gliel’ho detto, una mezz’oretta.
Avv. Nino Filastò: E allora? Allora non siete scappati subito.
Presidente: Scappò dalla piazzola, dalla piazzola alla macchina.
P.M.: (voce non udibile)
F.P.: Ma dalla piazzola alla macchina sono venuto via, si venne via. Lui ritornò là, dopo, per esser più sicuro.
Avv. Nino Filastò: Ma dalla piazzola alla macchina c’è pochissimi metri, l’ha detto prima lei.
F.P.: Ma come l’ho detto prima io!
Avv. Nino Filastò: Quanto c’è dalla piazzola alla macchina?
F.P.: Gliel’ho detto quanto c’è, c’è 30-40 metri nemmeno.
Avv. Nino Filastò: 30-40 metri.
F.P.: Però, allora…
Avv. Nino Filastò: Allora…
F.P.: E allora?
Avv. Nino Filastò: E allora?
F.P.: Eh!
Avv. Nino Filastò: Quindi, lei sta lì ad aspettare per mezz’ora e poi, quando siete arrivati a San Casciano cosa avete fatto?
F.P.: Quando siamo arrivati a San Casciano, gli dissi: ‘si va dai Carabinieri?’, Disse lui: ‘no’.
Avv. Nino Filastò: No.
F.P.: E allora, dico, presi e venni a casa, io. Capito? Venni via.
Avv. Nino Filastò: Senza parlarne con nessuno.
F.P.: No. Dopo, insomma, la domenica dopo se ne parlò. E basta. Poi… più chiaro che così ‘un lo so, io… Bah!
Avv. Nino Filastò: E il fatto che qualcuno poteva essere rimasto ferito e c’era bisogno di aiuto, non le passò nemmeno per la testa?
Presidente: Va bene.
F.P.: No.
Presidente: (voce non udibile)
Avv. Nino Filastò: Lei ha mai sentito… Presidente?
Presidente: No, gli stavo facendo una domanda: se era stanco, se si sentiva di deporre ancora oppure no.
F.P.: La domanda la la faccia, ormai tanto…
Presidente: Bene.
Avv. Nino Filastò: No, ma io ce n’ho diverse altre. Non è una sola.
Presidente: Vuole che si faccia un riposino?
F.P.: Come? No, no.
Presidente: Un rip…
F.P.: No, no. Sie!
Presidente: Bene.
Avv. Nino Filastò: Le è mai capitato di vedere il Lotti parlare insieme al Vanni e al Pacciani?
F.P.: Quando, indove?
Avv. Nino Filastò: A San Casciano, lì al bar, da qualche altra parte.
F.P.: Sì, se ne parlava, ma l’ha visto…
Presidente: No, no. Ha visto parlare loro tre insieme? Il Lotti, il Vanni e il Pacciani.
F.P.: Eh, l’ho visti parlare, sì. Sì, sì, l’ho visti.
Presidente: Insieme a parlare.
F.P.: Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: E di cosa parlavano?
F.P.: Ma di che cosa parlavano… Io ero distante, da poco, non sentivo bene. Sicché non…
Avv. Nino Filastò: Non ha mai sentito Pacciani e Vanni parlare, fissando per andare a vedere le coppie in macchina?
F.P.: (diniego).
Avv. Nino Filastò: Sì o no?
F.P.: No.
Avv. Nino Filastò: È sicuro?
F.P.: Eh, come?
Avv. Nino Filastò: È sicuro di questo? Di non averli mai sentiti parlare per fissare per andare a vedere le coppie?
F.P.: Mah, codesto ‘un me ne ricordo.
Avv. Nino Filastò: E Lotti, tutti e tre. Lotti, Pacciani e Vanni: fissare per andare a vedere le coppie.
F.P.: Sì, parlavano tra sé, ma io ‘un capivo icché dicevano, capito? Io ‘un ci facevo nemmen caso, ecco.
Avv. Nino Filastò: Quindi non è vero che lei non ci voleva andare insieme a loro, perché…
F.P.: No, io non ci andavo perché non mi piacevano con quel sistema che gl’avevano loro, ecco.
Avv. Nino Filastò: Che sistema avevano?
F.P.: Mah, oh…
Presidente: Che facevano?
F.P.: Per prima cosa cominciavano a bere e io niente, sicché…
Avv. Nino Filastò: Uhm.
F.P.: E poi l’andavano, cominciai a vedere che loro si imbriacavano, insomma si imbriacavano, bevevano, e ecco, e io ‘un andavo. Insomma, questo motivo costì.
Avv. Nino Filastò: E lei insieme al Lotti a guardare coppie c’è mai andato?
F.P.: Io?
Avv. Nino Filastò: Ah, su questo contestazione, Presidente.
Presidente: No, ma ha la risposta. Bisogna lasciarlo parlare.
P.M.: (voce non udibile)
Presidente: Ha fatto un cenno.
Avv. Nino Filastò: Sì, sì.
Presidente: Ci è andato col Lotti a guardare le coppie o no?
F.P.: No.
Avv. Nino Filastò: Alla domanda precedente mi sono dimenticato di fare la contestazione.
Presidente: Eh?
F.P.: No.
Presidente: No.
Avv. Nino Filastò: Comunque, c’è una domanda precedente che le contesto che lei, nel verbale del 9 febbraio, ha detto : “Il Lotti mi è capitato di vederlo parlare insieme a Vanni e a Pacciani mentre fissavano per andare a vedere delle coppie in macchina. Io, però, insieme al Vanni e al Pacciani non ci sono mai potuto andare, perché è gente che mi mette paura.” Lei ha dichiarato questo.
F.P.: Ecco. Ha capito come?
Avv. Nino Filastò: Ho capito, ho capito.
F.P.: Ora…
Presidente: Ora cosa dice?
F.P.: Eh?
Presidente: Ora che l’avvocato gli ha letto quello che dichiarò, cosa dice?
Avv. Nino Filastò: A me quello che dica ora, Presidente, a dire la verità mi interessa poco, perché gliel’ho chiesto due volte, ha detto di no.
Presidente: Ora gliel’ha riletto in modo specifico, vediamo cosa dice.
Avv. Nino Filastò: Specifico, certo… Come ha fatto per tutto l’esame: uno gli ha contestato le cose…
Presidente: No, no, no. Lei, prima, gli ha riassunto, gli ha fatto la domanda…
Avv. Nino Filastò: Sì.
Presidente: … ora gliel’ha letta in modo specifico e sentiamola.
Avv. Nino Filastò: Ha risposto: ‘no, io non ho mai visto o sentito parlare fra di loro, però stavo lontano, non sentivo quello che dicevano’, così ha dichiarato.
Presidente: Sentiamo lui, sentiamo lui.
Avv. Nino Filastò: A un contestazione, certo…
Presidente: Sentiamo lui.
P.M.: Gliela rifaccia.
Presidente: L’ha sentito quello che ha detto a verbale prima? Ora l’avvocato le ha letto un pezzo delle sue dichiarazioni, ecco, che dice: il Lotti, il Vanni e il Pacciani parlavano di andare a osservare delle coppiette.
F.P.: Sì.
Presidente: È vero, questo, o non è vero?
F.P.: Sì, l’è vero, ma io non ci stavo mai attento, ha capito, non… come si dice, non me ne interessavo nemmeno di icché dicevano loro.
Presidente: Va bene, lei non si interessava a cosa facevano, ma è vero che andavano a osservare le coppiette o no?
F.P.: No.
Presidente: Non è vero.
P.M.: C’è la contestazione. È su questo, Presidente.
Presidente: Bene.
P.M.: Penso il difensore gli ha fatto una domanda, deve fare anche la contestazione.
Presidente: Sì, sì.
P.M.: Sul punto è esatto. Lui dice che col Lotti andavano a spiare le coppiette. Lo dice più volte nei verbali. Gli si può contestare.
Avv. Nino Filastò: Sì, sì, eccolo qua, l’ho contestato, infatti. La contestazione è quella che fa il Lotti, le parole precise sono queste riportate dal verbale: “Mi è capitato di vederlo parlare insieme al Vanni e al Pacciani, mentre fissavano per andare a vedere delle coppie in macchina. “
(voce non udibile)
Avv. Nino Filastò: “Io, però, insieme al Vanni e al Pacciani non ci sono mai voluto andare, perché è gente che mi mette paura.”
P.M.: La successiva era, che lei gli ha fatto, è quella se è andato mai lui con il Lotti.
Avv. Nino Filastò: Ma questo è una domanda…
Presidente: Va be’, a quello ha già detto di no.
Avv. Nino Filastò: Questa è una domanda nuova…
P.M.: Gli si può fare la contestazione, perché anche questo ha detto di sì nel verbale, mi sembra. Io…
F.P.: Non me lo ricordavo.
Presidente: Facciamo rispondere su quell’altra. Ha già risposto prima.
F.P.: Quale?
Presidente: Eh, domani.
P.M.: Su quell’altra siamo a posto, Presidente, sennò non andiamo più via.
Avv. Nino Filastò: Lei da bambino è stato ricoverato in un’istituto? A parte il Don Facibeni, in un altro istituto a Fiesole.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Che istituto era?
F.P.: Ma, ora ‘un me lo ricordo l’istituto. ‘Un me lo ricordo.
Avv. Nino Filastò: Non si ricorda nemmeno che istituto.
F.P.: Ero ragazzetto, bambinetto ero, sicché… di codesto ‘un ho ricordanza. Mi dispiace ma codesto la può domandare quanto la vuole, ma io codesto fatto costì… Eh, mi dispiace, guardi.
Avv. Nino Filastò: Quanto tempo se lo ricorda, quanto tempo?
F.P.: No, no.
Avv. Nino Filastò: Senta, prima di avvicinarsi alla tenda, per scendere dalla macchina insomma, il Lotti disse qualche cosa a lei?
F.P.: No.
Avv. Nino Filastò: No, non se lo ricorda, oppure il Lotti non disse nulla?
F.P.: Mah, io per dire la verità ‘un me lo ricordo, sicché…
Avv. Nino Filastò: Che disse per caso, il Lotti: ‘andiamo, si va a vedere un pochino, ci sono due in una tenda?’
F.P.: No.
Avv. Nino Filastò: Lo disse, non lo disse, se lo ricorda, non se lo ricorda, mi dica qualche cosa.
F.P.: No, ‘un me lo ricordo nemmen codesto.
Avv. Nino Filastò: Nemmeno questo. Le contesto che lei, il 9 febbraio del ’96, ha detto: “Fu Lotti a dire: andiamo, si va a vedere un pochino, ci sono due in una tenda.” Va be’.
Presidente: Se lo ricorda ora? Oh, Pucci, Pucci, non deve fare segno così, allargando le mani…
F.P.: Eh, io, la guardi, io se delle cose ‘un me ne ricordo…
Presidente: Non se la ricorda.
F.P.: … è inutile vu insista. Se ‘un me ne ricordo delle cose, l’è inutile.
Presidente: Ma qualche altra volta si è ricordato.
F.P.: Come fo se ‘un me le ricordo.
Presidente: Scusi, qualche altra volta, in altre… prima, se gli hanno letto qualcosa dice: sì, è così. E allora, ora è così come dice l’avvocato o no?
F.P.: Sì. Ma… Va bene, ma se ‘un me ne ricordo io è inutile… Eh.
Presidente: Va bene.
F.P.: ‘Un c’è nulla da fare, mi dispiace, io…
Presidente: Prego.
Avv. Nino Filastò: Signor Pucci, la sua mamma di che cosa è morta?
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: La sua mamma è morta, no?
F.P.: La mi’ mamma è un po’ che l’è morta.
Avv. Nino Filastò: Di che cosa?
F.P.: Ma io ‘un me ne ricordo nemmen di codesto. Sarà vent’anni boni.
Avv. Nino Filastò: Quando è morta era in ospedale?
F.P.: No, la mori a casa. Ma di che ‘un lo so.
Avv. Nino Filastò: Ma prima di andare a casa era stata ricoverata in un ospedale?
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Sì o no?
F.P.: Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: Che tipo di ospedale, signor Pucci?
F.P.: A Careggi.
Avv. Nino Filastò: In che reparto?
F.P.: Ma io, se devo dire, io d’ospedali… ‘un ci son mai stato.
Avv. Nino Filastò: Lei ha riferito a dei periti che sua madre prima di morire sbagliava la notte con il giorno. Cioè a dire, che vuol dire?
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: Lei ha riferito ai periti… Lei è stato interrogato da delle persone, da dei periti, se ne ricorda?
F.P.: (diniego)
Avv. Nino Filastò: No?
F.P.: (diniego)
Avv. Nino Filastò: Non si ricorda di aver fatto dei colloqui con dei medici?
F.P.: (diniego)
Presidente: Di Genova, di Genova…
Avv. Nino Filastò: Dica di sì o di no, non faccia.. .
F.P.: Ho detto di no, ‘un me lo ricordo io, perché io d’ospedali ‘un…
Avv. Nino Filastò: Ma guardi che sto parlando di recente, fatti avvenuti recentemente, poco tempo fa.
F.P.: Se ‘un me ne ricordo ‘un c’è nulla da fare.
Presidente: Allora, l’anno scorso sono venuti dei medici da Genova e da Torino, due…
P.M.: L’hanno portato a Genova, signor Presidente.
Presidente: L’hanno portato anche a Genova, è andato con sua sorella, chi non so, insomma, fratelli. Che l’hanno interrogata, eccetera…
F.P.: Sì, ma…
Presidente: Lei non ha voluto rispondere, non voleva ris… È stato a sentire queste persone.
F.P.: Sì, sì, ma…
Avv. Nino Filastò: Ma cosa?
Presidente: Se le ricorda? Hanno fatto delle domande? Le hanno fatto delle domande?
F.P.: Sì, ma delle domande ‘un me ne ricordo che domande.
Presidente: No, ma nessuno gli chiede che domande. Se c’è stato a Genova e ha visto queste persone.
F.P.: Sì, sì, ci sono stato, ma le domande ‘un me le ricordo.
Avv. Nino Filastò: Non si ricorda di avere detto che la sua mamma, prima di morire…
F.P.: No, no.
Avv. Nino Filastò: Non gliene ha parlato proprio di sua madre a questi signori?
F.P.: (diniego)
Avv. Nino Filastò: Sì o no? Gliene ha parlato?
F.P.: Io no, ‘un glie n’ho parlato.
Avv. Nino Filastò: E di questi fatti di cui abbiamo parlato stamattina gliene ha parlato a questi signori?
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: Di questi fatti di cui abbiamo parlato stamattina, lei ne ha parlato con i periti? Con questi due signori di Genova?
F.P.: No.
Avv. Nino Filastò: Non gli ha detto nulla di questi fatti?
F.P.: Nulla.
Avv. Nino Filastò: Pucci, è sicuro di questo?
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: È sicuro di questo?
F.P.: Io sono sicuro, sì, hai voglia.
Avv. Nino Filastò: E di cosa avete parlato, allora?
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: Di che cosa avete parlato, allora, con questi periti?
F.P.: ‘Un lo so.
Avv. Nino Filastò: Come non lo sa? Mi scusi, abbia pazienza, c’era lei lì, è stato interrogato, sembrerebbe anche a lungo.
Presidente: Se lo ricorda o no? Se lo ricorda?
F.P.: Come?
Presidente: Se lo ricorda o no?
F.P.: (diniego)
Presidente: Vuol dire no? Vuol dire sì? Cosa vuol dire?
F.P.: No.
Presidente: No.
Avv. Nino Filastò: Signor Pucci, si ricorda di essere stato interrogato dalla Polizia?
F.P.: (diniego)
Avv. Nino Filastò: Sì o no?
F.P.: No.
Presidente: Come no?
P.M.: Comincia a essere, probabilmente, stanco, Presidente.
Presidente: È stanco? Pucci, è stanco lei?
F.P.: No, no.
Presidente: No. E no, invece sì. Perché che è stato interrogato dalla Polizia l’ha confermato poc’anzi quando gli hanno letto i verbali – anche di contestazioni che fa il Pubblico Ministero – sono della Polizia, del Pubblico Ministero. Quindi è stato interrogato. Qui non ci piove. Ora, se lei non ricorda più, è un altro discordo.
F.P.: No, ‘un me lo ricordo.
Avv. Nino Filastò: Si ricorda che venivano a prenderla a casa?
F.P.: Eh?
Avv. Nino Filastò: Sto parlando dell’anno scorso. L’anno scorso, d’inverno, sono venuti mai a prenderla a casa quelli della Polizia? Sì o no?
F.P.: Sì, sì, ma…
Avv. Nino Filastò: “Ma” che cosa?
Presidente: Io vedo che il teste è stanco. Va bene?
F.P.: (espressione di assenso)
Presidente: Veramente stanco. O si prosegue, se c’ha molte altre domande, avvocato…
Avv. Nino Filastò: Eh, sì.
Presidente: … si va al pomeriggio. Che ore sono? È l’una.
Presidente: Si ripiglia alle tre e vediamo un po’. Bene?
P.M.: Possiamo fare intanto l’altro teste.
Presidente: Quale teste?
P.M.: C’è il fratello.
Avv. Nino Filastò: … che finisse questo di testimoniare.
Presidente: E quali altre domande c’ha, avvocato? Quante altre domande c’ha, avvocato? Ce ne ha molte altre?
Avv. Nino Filastò: Ne avrò ancora qualcuna.
Presidente: Appunto, però il teste è stanco. Non è più in grado di seguire. È da stamattina che sta qui. Io credo che se era una o due domande.. . Vede che il teste è stanco, non si rende conto più, quindi, per cortesia allora si va alle ore 15.00.
P.M.: Bene, Presidente, senz’altro.
Presidente: Bene. Allora, lei stia qui, c’è sua sorella, e poi dopo alle tre ci vediamo qui. Va bene? Allora, ci vediamo alle 15:00, bene.
Avv. Nino Filastò: Presidente, mi scusi. Mi sono fatto promettere formalmente da Vanni, non apre più bocca.
Presidente: Sì, infatti l’abbiamo richiamato.
Avv. Nino Filastò: Grazie.
Presidente: Prego. Me l’aveva parlato già… l’avevo detto già al custode di farlo rientrare.
Avv. Nino Filastò: Grazie Presidente.
Presidente: Bene. Mi sono preoccupato solamente di domandare se era calmo, tutto qui.
Avv. Nino Filastò: No, no, è calmo.
Presidente: Ecco, bene. Signor Pucci, si è riposato, calmo. Bene, allora avvocato Filastò, può riprendere.
Avv. Nino Filastò: Avvocato Filastò. Grazie Presidente. L’avvocato Filastò difensore di Vanni. Signor Pucci, lei ha detto – l’ha ripetuto anche poco fa – di aver visto lì agli Scopeti quella sera due uomini.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Le chiedo, questi uomini erano a piedi quando li ha visti lei?
F.P.: Sì, a piedi gl’erano.
Avv. Nino Filastò: Quindi non erano a bordo di un’auto chiara, che era vicina alla tenda?
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: Lei ha detto anche di aver visto un’auto chiara vicino alla tenda, è vero?
F.P.: Sì, è vero.
Avv. Nino Filastò: Quindi questi due uomini non erano a bordo di quest’auto?
F.P.: No.
Avv. Nino Filastò: Sicuro?
F.P.: Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: Allora io, prima di tutto le contesto che a pagina 2 e a pagina 3 del suo interrogatorio, del suo esame del 2 gennaio del ’96, lei ha detto: “Una volta fermatici all’inizio della stradina”, mi segue? “Fermatici” lei e Lotti, ovviamente.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: “Che conduce nella piazzola, ricordo bene che notammo una macchina di colore chiaro, ferma a pochi metri di distanza da una tenda…”
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: “E alla nostra vista due uomini, che si trovavano a bordo di quell’auto, scesero da essa e si misero a vociare contro di noi con atteggiamento minaccioso.”
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Sì?
F.P.: Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: Allora scesero dalla macchina.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Sì?
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Scesero dalla macchina?
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Poi è una cosa che lei ha ripetuto anche dopo, perché le è stata mostrata la piantina e lei ha detto : “Eravamo appena scesi – questa è la pagina 3 di questo verbale – “dal mezzo, quando ci vennero incontro due uomini, che si trovavano su un’auto sulla stradina che conduce alla piazzola, ferma a metà strada fra l’asfalto e la piazzola stessa ove notammo anche una tenda da campeggio.” Quindi erano su quest’auto queste due persone?
F.P.: Sissignore.
Avv. Nino Filastò: E scesero dalla macchina.
F.P.: Sì.
Presidente: Cioè, non ho capito ora io qui il… un attimo, avvocato, me lo spieghi lei, questa macchina dov’era?
Avv. Nino Filastò: Ecco Presidente, qui c’è un contrasto…
Presidente: Eh, lo vedo, lo vedo.
Avv. Nino Filastò: … abbastanza grave, su come erano, come si trovavano queste due persone che lui ha visto, avrebbe visto. Perché qui, in questo verbale, che poi è ripetuto questo, e la contestazione riguarda, senza stare a leggere, con la buona pace dell’avvocato Curandai, e anche il 23 gennaio lui ripete la stessa cosa. Che queste due persone…
P.M.: Possiamo leggerla, perché forse non è evidente. Non so.
Avv. Nino Filastò: Sì, dunque.
P.M.: Nella seconda non mi sembra che sia proprio così. Tant’è che noi… gli viene chiesto quante macchine c’erano, c’era una macchina sola.
Avv. Nino Filastò: Lo dice, lo dice.
F.P.: Ce n’era una sola delle macchine.
P.M.: C’era una macchina sola…
Avv. Nino Filastò: Sì, una macchina sola però…
P.M.: È risolto il problema. :
Avv. Nino Filastò: Sì, sì. No, non è risolto il problema perché o queste due persone sono scese da questa macchina, o. ..
P.M.: Se c’era una macchina sola, quella dei francesi è pacifico che ci fosse.
Presidente: Ho capito, però lui dice di aver visto delle persone scendere da quella macchina.
(brusio)
P.M.: E se c’erano saliti Presidente, non…
Avv. Nino Filastò: Va be’, ma insomma, ma che senso ha far così.
Presidente: Va bene, le domande avvocato, non facciamo polemiche.
Avv. Nino Filastò: Io sto chiedendo a questo testimone di dirci se queste due persone erano a piedi o stavano su questa macchina, prima di farsi vedere e sono scese dalla macchina, oppure no. Questa è la domanda.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Allora sono scesi dalla macchina?
F.P.: Sono scesi dalla macchina sì.
Avv. Nino Filastò: E allora perché oggi ci ha detto di no?
F.P.: Come no?
Avv. Nino Filastò: No.
F.P.: Ma chi gliel’ha detto di no?
Avv. Nino Filastò: Lei.
Presidente: Avvocato… Signor Pucci.
F.P.: Io ho detto sì.
Avv. Nino Filastò: C’eravamo tutti qui, guardi, me lo ricordo molto bene e poi vedremo la deregistrazione, ma lei ha detto di no. Che queste due persone, che la macchina… non c’era nessuno sulla macchina.
F.P.: Ho detto di sì io.
Avv. Nino Filastò: Ha detto di sì.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Va be’, si vedrà dopo.
Presidente: Va be’, documentiamo quel che dice, poi i commenti, le valutazioni, i contrasti, le effettività sono…
(brusio)
Avv. Nino Filastò: Quindi insomma, queste due persone scendono dalla macchina.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Chiara. L’unica macchina.
F.P.: Chiara. Sì, chiara l’era.
Avv. Nino Filastò: Benissimo.
F.P.: Una macchina chiara, sì.
Avv. Nino Filastò: Su questo lei è sicurissimo insomma.
F.P.: Sì, sicurissimo.
Avv. Nino Filastò: Molto bene.
F.P.: Certo.
Avv. Nino Filastò: Dopo che lei… Ecco ora, mi dica una cosa, scusi, lei mi sa dire che cosa vuol dire “albore”? Se io le dico la parola “albore”, che vuol dire?
F.P.: Amore. Amore…
Avv. Nino Filastò: No, amore. No, amore. Albore.
F.P.: No.
Avv. Nino Filastò: Non lo sa?
F.P.: No.
Presidente: La legge dal verbale?
Avv. Nino Filastò: Sì. L’ha detto lui.
Presidente: Dica, dica.
Avv. Nino Filastò: L’ha detto sempre in questo interrogatorio del 23 gennaio del ’96. Ha detto: “C’era un po’ d’albore” – fra virgolette eh, ha detto – “era notte fonda però c’era un po’ di albore”. Che vuol dire?
F.P.: Ah, albore vuol dire l’alba, insomma.
Avv. Nino Filastò: Ah.
F.P.: Io sono stato…
Presidente: Non era buio fondo…
F.P.: A scuola sono stato testone, ma…
Avv. Nino Filastò: Sicché era la mattina presto?
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: Questo fatto è avvenuto la mattina presto?
F.P.: La macchina…?
Avv. Nino Filastò: No, questa cosa che lei ha visto è accaduta la mattina presto?
F.P.: Sì, la mattina presto.
Avv. Nino Filastò: Pigliamola così, la mattina presto. Senta signor Pucci, lei ha detto che dopo aver visto queste due persone scendere dalla macchina bianca, chiara… no bianca, chiara, scusi. Il Lotti disse qualche cosa, di aver riconosciuto qualcuno?
F.P.: Io…
Avv. Nino Filastò: Va be’, le faccio una domanda più precisa: il Lotti disse ‘io uno l’ho riconosciuto?’
F.P.: Sì, lo disse a quella maniera.
Avv. Nino Filastò: Disse così? Ma lei come interpretò questa frase, che non li aveva riconosciuti tutti e due?
F.P.: No, io lo riconobbi uno solo.
Avv. Nino Filastò: Anche lei ne riconobbe uno solo?
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: E chi riconobbe dei due lei?
F.P.: A me mi sembrava il Pacciani, ‘un lo so.
Avv. Nino Filastò: Quindi anche lei riconobbe solo il Pacciani, è così?
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Il Vanni no.
F.P.: No, Vanni no.
Avv. Nino Filastò: Vanni non l’ha riconosciuto.
F.P.: No, no.
Avv. Nino Filastò: Va bene. Senta, quindi questa è una contestazione… Va be’, non è una contestazione perché il testimone ha risposto esattamente come aveva detto il 23 gennaio ’96, che il Lotti gli disse: ‘io uno l’ho riconosciuto’. Ecco, ci dica un po’ come l’aveva conosciuto lei il Pacciani: quando, dove lo incontrava, quando lo vedeva. Così, a ruota libera, ci racconti…
F.P.: Io lo conobbi una volta quando gli stava vicino a Montefiridolfi.
Avv. Nino Filastò: Anche lei sta…
F.P.: In fondo alla discesa, laggiù.
Avv. Nino Filastò: Benissimo. L’ha conosciuto allora.
F.P.: E basta. Poi…
Avv. Nino Filastò: E poi l’ha frequentato altre volte?
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: Da allora, da quando lei l’ha conosciuto a Montefiridolfi, Pacciani l’ha frequentato, l’ha visto altre volte?
F.P.: Sì, qualche volta l’ho rivisto a Mercatale, ma…
Avv. Nino Filastò: Poche volte…
F.P.: Poche volte sì.
Avv. Nino Filastò: Poche volte?
F.P.: Poche volte.
Avv. Nino Filastò: Va bene. E Vanni invece? L’ha conosciuto Vanni ?
F.P.: Sì, eh, ha’ voglia!
Avv. Nino Filastò: Lo conosce bene?
F.P.: Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: Posso dire che lo vedeva quasi tutti i giorni?
F.P.: Come?
Presidente: Se lo vedeva tutti i giorni.
Avv. Nino Filastò: Che lei il Van… Siccome faceva il postino, quando faceva il postino veniva a portare la posta anche…
F.P.: Veniva a Montefiridolfi a portare la posta.
Avv. Nino Filastò: A portare la posta. Posso dire che lo vedeva quasi tutti i giorni?
F.P.: Quasi tutti i giorni, sì.
Avv. Nino Filastò: Va bene.
F.P.: Giusto.
Avv. Nino Filastò: Quindi Vanni lo conosceva bene?
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Però in questa occasione lei non l’ha riconosciuto lì agli Scopeti ci ha detto?
F.P.: No in quella occasione lì no.
Avv. Nino Filastò: No. Senta, ha mai fatto dei lavori per conto del Vanni lei?
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Che cosa?
F.P.: Andai a imbiancargli casa…
Avv. Nino Filastò: A rimbiancargli la casa.
F.P.: No, quando ‘un me lo ricordo.
Avv. Nino Filastò: Vediamo un po’, perché è importante ricostruirla questa cosa. Lei sa che Vanni è andato in pensione da un certo momento in poi? Vediamo un po’ se l’aiutiamo a ricordare, eh signor Pucci, abbia pazienza.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Quando lei è andato a rimbiancargli la cucina al Vanni…
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: … il Vanni era presente mentre lei lavorava?
F.P.: No, lì lui, c’era la su’ moglie quando ero… lui veniva a mangiare e basta.
Avv. Nino Filastò: Lui veniva a mangiare il giorno.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Di giorno?
F.P.: Sì., il giorno.
Avv. Nino Filastò: Si ricorda se era andato in pensione, oppure se doveva andare in pensione? Se c’era già andato quando gli ha fatto questi lavori?
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: Io voglio sapere se lei si rammenta per caso se, quando lei gli ha fatto questi lavori a Vanni, Vanni era già andato in pensione.
F.P.: Sì, eh.
Avv. Nino Filastò: Sì?
F.P.: Aveva smesso di fare il postino, sì.
Avv. Nino Filastò: Oh.
F.P.: Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: Grazie, signor Pucci.
F.P.: Prego.
Avv. Nino Filastò: E in questa occasione, quando lei lo vide, lei faceva i lavori di imbiancatura, gli chiese nulla di quella notte degli Scopeti a Vanni?
F.P.: No.
Avv. Nino Filastò: No?
F.P.: No, no.
Avv. Nino Filastò: Va bene. Senta, e Lotti invece lo frequentava molto?
F.P.: Il Lotti sì.
Avv. Nino Filastò: Ora io volevo sapere questo: in genere, più spesso, quando andavate in giro insieme a Lotti…
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: … il Lotti veniva a prenderlo la sera, o il pomeriggio?
F.P.: Io andavo a San Casciano…
Avv. Nino Filastò: Sì. No, ma dove andava non importa.
F.P.: Il pomeriggio.
Avv. Nino Filastò: Il pomeriggio.
F.P.: Il pomeriggio sì.
Avv. Nino Filastò: Che è vero che i suoi familiari, in particolare la su’ sorella Marisa, non volevano che lei uscisse la sera?
F.P.: Eh sì, la ‘un voleva.
Avv. Nino Filastò: La ‘un voleva.
F.P.: Sì, è vero, sì.
Avv. Nino Filastò: E se per caso gli capitava di uscire la sera, lei doveva rientrare presto a casa, si o no?
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: Va be’, lei non voleva, la sorella non voleva, ma lei qualche volta di sera usciva?
F.P.: Sì, eh, ma gl’era difficile eh.
Avv. Nino Filastò: Molto difficile.
F.P.: Non tutte le sere.
Avv. Nino Filastò: Ecco. Ma quando lei usciva di sera, doveva , rientrare presto a casa?
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: A che ora tornava in genere a casa quando usciva di sera?
F.P.: Quando tornavo?
Avv. Nino Filastò: Sì.
F.P.: Tardi. Verso mezzanotte, l’una a volte.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Va bene. Senta, bisognerebbe che ci aiutasse, non solo me, ma anche la Corte…
F.P.: Se lo so, volentieri.
Avv. Nino Filastò: Va be’.
F.P.: Se ‘un so niente…
Avv. Nino Filastò: Sì, ma guardi che ora così si va abbastanza bene, per dir la verità.
F.P.: Sì, va bene, grazie.
Avv. Nino Filastò: Nel senso che, insomma, risponde…
F.P.: Sì, va bene, grazie.
Avv. Nino Filastò: A ricostruire i movimenti di quella sera famosa degli Scopeti, perché siamo arrivati al punto che lei alle tre e mezzo è a Firenze, va bene?
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Poi andate con questa prostituta.
F.P.: Con questa donna, sì.
Avv. Nino Filastò: Quanto durerà questa cosa con questa signora? Tanto per dire.
F.P.: Noi si veniva via sempre…
Avv. Nino Filastò: No, no, quella sera, guardi, cerchi di far mente locale, quella sera.
F.P.: Quale sera?
Avv. Nino Filastò: Quella sera degli Scopeti, quella che poi siete andati a fare un po’ d’acqua lì vicino agli Scopeti.
F.P.: Ah, sì.
Avv. Nino Filastò: È di quella sera che parlo, le altre sere non mi interessano. Volevo sapere: alle tre e mezzo siete da questa signora. Fate certe cose con questa signora, lei.
F.P.: Noi ci si fermò lì agli Scopeti per fare…
Avv. Nino Filastò: No, no, no, abbia pazienza.
F.P.: Come no?
Avv. Nino Filastò: Cerchi di capire la domanda. Io sto parlando di cosa faceste e quindi quanto tempo ci metteste a, diciamo, far l’amore con questa signora. Per dire far l’amore per chiarire un po’ le cose.
F.P.: Ma noi si stava tutta la sera lì insieme a lei in casa, tutta la sera.
Avv. Nino Filastò: Sì, anche quella sera?
F.P.: Sì, anche quella sera.
Avv. Nino Filastò: Non c’aveva da lavorare questa donna di domenica?
F.P.: No eh.
Avv. Nino Filastò: No?
F.P.: (diniego). Si stava lì in compagnia in casa la sera.
Avv. Nino Filastò: Ah.
F.P.: Ha capito?
Avv. Nino Filastò: Facevate quello che dovevate fare e poi restava…
F.P.: Sì, sì, sì, si stava a chiacchierare di quella cosa, di quell’altra no, insomma.
Avv. Nino Filastò: E lei in via Fiume non ci andava a battere scusi?
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Ci andava o no?
F.P.: Sì, sì, ha’ voglia!
Avv. Nino Filastò: Quella sera ci andò dopo aver fatto con voi?
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Sì o no?
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: E allora chiacchierare in che modo, scusi, faccia capire?
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: Insomma, questa donna fa la prostituta sì o no Pucci?
F.P.: Sì. |
Avv. Nino Filastò: Ovvia.
F.P.: Ora ‘un lo so, ora ‘un lo so mica.
Avv. Nino Filastò: Ora… All’epoca lo faceva. Siamo nell’85, lo faceva, sì.
F.P.: Sì, eh, ha’ voglia!
Avv. Nino Filastò: Allora, dopo aver fatto con voi, è andata in via Fiume a continuare a…
F.P.: No, no, la stava lì in casa.
Avv. Nino Filastò: La restò lì in casa…
F.P.: Sì, lei la stava in casa lì, e basta. Poi quando l’era l’ora s’andava via, veniva via, a casa.
Avv. Nino Filastò: In casa sua.
F.P.: Sì, in casa sua.
Avv. Nino Filastò: In casa di questa donna.
F.P.: Ma noi quande si voleva venire via, si veniva via.
Avv. Nino Filastò: Ah.
F.P.: Ha capito?
Avv. Nino Filastò: No, ma io sto parlando di quella sera. Lei dovrebbe ricordarsi di quella sera, signor Pucci. Non importa, non me ne interessa…
F.P.: Quale sera?
Avv. Nino Filastò: Questa sera che’poi vi siete fermati agli Scopeti lei e Lotti.
F.P.: Sì, noi ci si fermò agli Scopeti.
Presidente: Mi posso inserire io? Vediamo se si facilita il compito. L’avvocato vuol sapere…
F.P.: Sì.
Presidente: … come avete trascorso il tempo da quando siete stati con questa donna a quando poi siete andati agli Scopeti. Questo è il senso.
F.P.: Non capisco.
Presidente: Quella sera, è di domenica? La notte è avvenuto il delitto agli Scopeti.
F.P.: Sì, l’era di domenica.
Presidente: Ecco, lei nel pomeriggio è andato con Lotti da questa signora.
F.P.: Sì.
Presidente: Bene. Avete fatto quello che avete fatto.
F.P.: Sì.
Presidente: Poi dice vi siete intrattenuti lì a chiacchierare. Cosa avete fatto prima di andare agli Scopeti, di tornare agli Scopeti. Tutto qui.
F.P.: Noi ‘un s’andò da questa donna quella domenica lì, s’andò al cinematografo e si tornò tardi e ci si fermò agli Scopeti, capito?
Presidente: Ah, allora non è più…
F.P.: Non s’eramo andati da quella donna.
Presidente: Ma se lei poc’anzi ha detto che era venuto anche il Vanni e poi la signora l’ha mandato via.
F.P.: No, ‘un fu quella sera lì.
Presidente: Ah, quella sera non andaste dalla…
F.P.: No, no.
Presidente: Andaste al cinema a luci rosse?
F.P.: S’andò al cinema, sì.
Avv. Nino Filastò: All’Arlecchino?
F.P.: Al cinema s’andò.
Presidente: Dove?
Avv. Nino Filastò: Questa è nuova.
F.P.: A Firenze.
Presidente: Si ricorda il cinema?
F.P.: Sì.
Presidente: E dov’è?
F.P.: Su… come si chiama? All’Arlecchino.
Presidente: All’Arlecchino.
Avv. Nino Filastò: Quindi ora, in pratica sappiamo tre versioni: una che erano a casa di questa donna, un’altra che siete andati in quella pensione, perché lei ha dichiarato anche che siete stati in una pensione mi pare.
F.P.: Sì, sì, sì.
Avv. Nino Filastò: Siete stati anche nella pensione?
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Insomma, però scelga, qualcosa bisogna che ci dica. Perché alla pensione, a casa della donna, o al cinema, dove?
F.P.: Ma noi al cinema ‘un si portava quella donna, si andava da noi soli.
Avv. Nino Filastò: Va bene, ho capito.
F.P.: Capito?
Avv. Nino Filastò: Ma quella sera siete andati al cinema allora?
F.P.: Sì, s’andò al cinema.
Avv. Nino Filastò: E perché finora ha sempre detto che eravate stati insieme a questa donna?
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: Finora lei ci ha detto, anche stamani…
F.P.: Ma noi s’andò la domenica avanti da questa donna.
Avv. Nino Filastò: Ah.
F.P.: Il pomeriggio.
Avv. Nino Filastò: Ah, la domenica…
F.P.: Oh, eh, sennò…
Avv. Nino Filastò: Ah, va bene. Quindi quando lei lì ha riferito, ha detto prima che eravate andati da questa donna, si riferiva alla domenica precedente?
F.P.: Sì, la domenica precedente sì.
Avv. Nino Filastò: Ah. E faceste tardi.
F.P.: Si fece tardi.
Avv. Nino Filastò: Al cinema.
F.P.: Si tornò tardi, sì.
Avv. Nino Filastò: E cenare, cenaste?
F.P.: Eh?
Avv. Nino Filastò: A cena mangiaste?
F.P.: Cenare sì. Ora gli spiego.
Avv. Nino Filastò: Mi spieghi, sì.
F.P.: S’andò via tardi noi, no?
Avv. Nino Filastò: Sì.
F.P.: Da Montefiridolfi. Abitavo a Montefiridolfi. E s’andò al cinema e poi si tornò tardi, va bene, ci si fermò agli Scopeti. Fu quella sera lì, quando s’andò al cinema.
Avv. Nino Filastò: Sì, va be’, ho capito, ma io volevo sapere se avevate cenato?
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: Volevo sapere se avevate fatto la cena.
F.P.: A cena?
Avv. Nino Filastò: Sì.
Presidente: Mangiaste o no?
F.P.: S’andò via dopo cena, ‘un s’andò via…
Avv. Nino Filastò: Va bene, allora, cenato dove?
F.P.: Io cenai a casa mia, lui gl’avrà cenato a casa sua.
Avv. Nino Filastò: Ah.
F.P.: Venne a pigliammi a casa a me.
Avv. Nino Filastò: Ah, quindi andaste…
F.P.: Sì, mi venne a pigliammi a me.
Avv. Nino Filastò: … a Firenze per andare al cinema partendo da dopo cena?
F.P.: Sì, dopo cena.
Avv. Nino Filastò: Ah. Diverso rispetto a come ha detto prima, ora ho capito.
F.P.: Ora ci siamo.
Avv. Nino Filastò: Va bene.
F.P.: Meno male.
Avv. Nino Filastò: Beh, sa, non è mica colpa mia.
F.P.: Nemmeno colpa mia la ‘un è, oh.
Avv. Nino Filastò: Abbia pazienza, forse un po’ colpa sua è.
F.P.: Io gli racconto le cose come le stanno.
Avv. Nino Filastò: Eh lo so, ma le spiega…
Presidente: Va bene, va bene.
F.P.: Una domanda me l’ha chiesta venti volte, scusi, io ‘un lo so, scusi.
Presidente: Un momentino, un momento.
Avv. Nino Filastò: Non s’arrabbi.
F.P.: No, io non m’arrabbio. No, no, per quello…
Avv. Nino Filastò: Lei, in un verbale di interrogatorio, quello del 9 febbraio ha detto che dopo il fatto uno di Montefiridolfi gli disse a lei di andare a vedere lì agli Scopeti per vedere cosa era successo, per vedere il posto dove erano state ammazzate queste coppie, dopo il fatto, questa coppia. Si ricorda chi era questa persona?
F.P.: No.
Avv. Nino Filastò: Ma glielo disse?
F.P.: No.
Avv. Nino Filastò: Ci fu una persona che gli disse: ‘vieni Pucci si va a vedere lì agli Scopeti’. Glielo disse questa persona, o no?
F.P.: Chi lo disse?
Avv. Nino Filastò: Uno, uno, l’ha detto lei.
F.P.: No, io di quest’uno…
Avv. Nino Filastò: Non se ne ricorda.
F.P.: … ‘un ho ricordanza.
Avv. Nino Filastò: Quando c’è stato questo accenno che avete fatto lei e Lotti in questo bar di San Casciano… Che bar era fra l’altro?
F.P.: Era il bar quello… quello sotto all’orologio.
Avv. Nino Filastò: Bar sotto all’orologio. A parte l’orefice Giovanni – che è stato sentito qui al dibattimento – c’era un’altra persona?
F.P.: Ma…
Avv. Nino Filastò: Che lei si ricordi?
F.P.: Penso di no. Non me ne ricordo.
Avv. Nino Filastò: Bene. Io le contesto che lei ha dichiarato a verbale, verbale del 9 febbraio, che c’era un’altra persona e che questa persona ha un negozio di mobili, fa il mobiliere…
F.P.: L’aveva un negozio di mobili.
Avv. Nino Filastò: Ah.
F.P.: L’aveva sì.
Avv. Nino Filastò: Allora c’era…
F.P.: Come si chiamava? Io ‘un me ne ricordo ora. Sì, l’aveva quel negozio di mobili, ora…
Avv. Nino Filastò: “Ricordo che c’era”, lei ha dichiarato… Ho detto male quando ho detto il 9 febbraio, era invece il 23 gennaio a pagina 2 lei ha detto: “Ricordo che c’era il titolare di un negozio di mobili che si trova nella piazza, poco oltre il tabaccaio e il negozio di…”
F.P.: Sì. Sì, ma ora ‘un ce l’ha più.
Avv. Nino Filastò: Non ce l’ha più.
F.P.: No.
Avv. Nino Filastò: Ce la può descrivere questa persona, se si riesce a rintracciarlo?
F.P.: Gl’era un uomo piuttosto grassoccio…
Avv. Nino Filastò: Di quale età?
F.P.: Biondiccio gl’era di capelli mi sembra. Ma gl’è tanto tempo, sa.
Avv. Nino Filastò: Grassoccio, biondiccio di capelli; anziano, giovane?
F.P.: No, giovane no.
Avv. Nino Filastò: Senta, Lotti le ha mai detto che lui, Lotti, andava con Pacciani a spiare le coppie?
F.P.: Sì, sì, me l’ha detto.
Avv. Nino Filastò: Gliel’ha detto?
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Senta, lei ricorda quante volte è stato interrogato?
F.P.: Io?
Avv. Nino Filastò: Sì. Prima di oggi.
F.P.: Non me lo ricordo di certo.
Avv. Nino Filastò: Molte volte, poche?
F.P.: Eh, molte volte sì.
Avv. Nino Filastò: Senta, lei ricorda se… Lei è stato interrogato una prima volta il 2 gennaio del ’96 e poi una seconda il 23 gennaio del ’96.
F.P.: Indove?
Avv. Nino Filastò: Alla Questura.
F.P.: A…?
Avv. Nino Filastò: In Questura.
F.P.: Ma io sono stato interrogato un monte di volte, ma…
Avv. Nino Filastò: Io volevo sapere se fra il 2 gennaio del ’96 e il 23 gennaio del ’96 lei per caso aveva parlato di questi fatti con qualcuno, in questi venti giorni, ventidue…
F.P.: Boh.
Avv. Nino Filastò: Non se lo ricorda.
F.P.: ‘Un me lo ricordo.
Avv. Nino Filastò: Senta, lei Vanni ci ha detto che lo conosce da diverso tempo.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Lo vedeva tutti i giorni. Ha mai sentito… L’ha mai visto, non so, con un coltello, fare degli atti di violenza nei confronti di qualcuno?
F.P.: Sì e difatti venne a Montefiridolfi una sera…
Avv. Nino Filastò: Sì.
F.P.: … con un coltello lungo così. Era briaco, sa. Quello sì.
Avv. Nino Filastò: Quando successe?
F.P.: Eh, gl’è tanto. Parecchio tempo quello.
Avv. Nino Filastò: E che venne a fare con questo coltello?
F.P.: Che venne a fare? L’era un po’ brillo, ha capito, l’era…
Avv. Nino Filastò: Minacciò qualcuno?
F.P.: Minacciava, dice: ‘se lo trovo l’ammazzo, se lo trovo l’ammazzo’.
Avv. Nino Filastò: ‘Se lo trovo l’ammazzo’, chi?
F.P.: Sì, diceva…
Avv. Nino Filastò: Ma contro chi ce l’aveva?
F.P.: Eh…
Avv. Nino Filastò: Eh?
F.P.: A piedi l’era.
Avv. Nino Filastò: A piedi… Ma con chi ce l’aveva, Pucci?
F.P.: Ma ‘un lo so, codesto ‘un gliene so dire, ecco. Con chi l’aveva ‘un lo so. ‘Un sono…
Avv. Nino Filastò: Questa cosa lei la sta dicendo ora per la prima volta.
F.P.: Lui diceva: ‘se lo trovo l’ammazzo, se lo trovo l’ammazzo’ e basta, ha capito? Ecco.
P.M.: È nei verbali.
Avv. Nino Filastò: ‘Se lo trovo l’ammazzo’.
F.P.: E basta. Diceva così, poi.
Presidente: Era già successo l’omicidio degli Scopeti? L’omicidio degli Scopeti era già accaduto?
F.P.: Sì eh. Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: Senta, lei lo sa per quale motivo ha avuto la pensione di invalidità?
F.P.: Io?
Avv. Nino Filastò: Sì.
F.P.: Io perché sono… come si può dire? Invalido civile e poi…
Avv. Nino Filastò: Eh?
F.P.: Sono…
P.M.: Ha detto ‘sono invalido civile’.
Avv. Nino Filastò: Ma la ragione di questa invalidità?
F.P.: Ma codesto ‘un lo so.
Avv. Nino Filastò: Non lo sa.
F.P.: ‘Un glielo so dire.
Avv. Nino Filastò: Per quanto riguarda Pacciani, più o meno quante volte l’ha incontrato lei?
F.P.: Tre o quattro volte, poi…
Avv. Nino Filastò: Eh?
F.P.: ‘Un l’ho rivisto più dopo. Da quando gl’andò via da Montefiridolfi l’avrò visto una volta, due, poi…
Avv. Nino Filastò: Ecco, e basta.
F.P.: E basta.
Avv. Nino Filastò: Quindi non eravate amici, vero?
F.P.: (diniego).
Avv. Nino Filastò: No.
F.P.: (diniego).
Avv. Nino Filastò: Lei lo sa che è stato arrestato per la storia delle figlie?
F.P.: Sì, sì, quello lo so, eccome.
Avv. Nino Filastò: E dopo l’arresto per le figlie lo ha mai visto?
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: Pacciani, dopo che era stato arrestato…
F.P.: Sì, l’ho detto, l’ho visto qualche volta a Mercatale ma ‘un ci parlo io.
Avv. Nino Filastò: Non ci parla proprio.
F.P.: No, no, ‘un ci parlo.
Avv. Nino Filastò: Vi salutate?
F.P.: No, no, no.
Avv. Nino Filastò: Nemmeno il saluto?
F.P.: Nulla.
Avv. Nino Filastò: Senta, quando… Lei, ci hanno detto che il giorno mangia da sua cognata.
F.P.: Dal mi’ fratello e la sera vo dalla mi’ sorella.
Avv. Nino Filastò: E la sera va dalla su’ sorella.
F.P.: Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: E sia il giorno che la sera, mentre mangiate, guardate la televisione.
F.P.: No, la televisione, vo al bar la sera.
Avv. Nino Filastò: Ma mentre mangiate non è accesa…
F.P.: Mentre si mangia sì, la televisione un po’ la guardo. Ma sennò vo al bar.
Avv. Nino Filastò: Va be’, io voglio sapere se la guardava…
F.P.: Dopo cena.
Avv. Nino Filastò: … mentre siete lì a mangiare con la su’ sorella.
F.P.: Sì, sì, sì.
Avv. Nino Filastò: E quindi gli sarà capitato di vedere il processo Pacciani?
F.P.: Sì, eh, hai voglia! Poverini. Anche troppo.
Avv. Nino Filastò: E durante questa visione del processo non gli è mai capitato di dire: ‘eh, ma io quello là so cosa…’
F.P.: Ma io sa, quelle cose lì non me ne sono interessato mai. Anzi, il telegiornale mi garba poco a me alla televisione.
Avv. Nino Filastò: Ah.
F.P.: Se devo dire tutta la verità.
Avv. Nino Filastò: Però ha detto il processo l’ha visto diverse volte.
F.P.: Io il processo sì, eh, l’ho visto.
Avv. Nino Filastò: Non ha mai commentato niente su questo processo con i suoi familiari?
F.P.: No, mai con nessuno.
Avv. Nino Filastò: Lei quando è stato interrogato il 2 gennaio…
F.P.: Ma io…
Avv. Nino Filastò: Sì, no, va be,’ glielo dico io, non ha importanza.
F.P.: Io ‘un mi ricordo nemmeno la data…
Avv. Nino Filastò: Quello che risulta la prima volta.
Presidente: Risulta dal verbale.
Avv. Nino Filastò: Va be’, il 2 gennaio e il 23 gennaio ’96. Non ha detto in queste due occasioni – glielo contesto formalmente quello che ha detto prima – lei ha mai detto di essere rimasto ad aspettare Lotti per mezzora.
F.P.: Io?
Avv. Nino Filastò: Sì.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: No.
F.P.: Come no?
Avv. Nino Filastò: Quando lei è stato interrogato le prime due volte, il 2 gennaio e il 23 gennaio, non l’ha detto questo. Ha detto anzi di essere andato via subito insieme a Lotti. Fra l’altro dice: “C’hanno minacciato, noi siamo montati in macchina e siamo andati via subito”. Due volte l’ha detto questo, sia il 2 gennaio che il 23 gennaio. Sì, glielo dico io che è così. Glielo contesto anzi formalmente…
F.P.: Se lo dice lei.
Avv. Nino Filastò: … facendo riferimento ai verbali del 2 gennaio e del 23 gennaio.
F.P.: Se me lo dice lei.
Avv. Nino Filastò: Sì. Io vorrei sapere perché non l’ha detto.
F.P.: Ma come ‘un l’ho detto?
Avv. Nino Filastò: Le dico di no. Lei si può fidare di me, guardi, c’è scritto. Guardi.
Presidente: Signor Pucci, secondo il difensore lei, quando è stato sentito altre volte dal Pubblico Ministero…
P.M.: All’inizio Presidente.
Presidente: … all’inizio, avrebbe detto che lei e Lotti, dopo l’omicidio, gli spari, siete andati via subito.
F.P.: Sì, difatti s’andò via.
Presidente: Eh. Questa mattina ha detto…
F.P.: Però io aspettai lui, il Lotti…
Presidente: Aspetti. Questa mattina…
F.P.: Perché ritornò addietro, no?
Presidente: Aspetti. Questa mattina ha detto che lei tornò verso la macchina, aspettò vicino alla macchina.
F.P.: Sì.
Presidente: E ha aspettato circa mezzora perché Lotti tornò a rivedere cos’era successo.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Guardi lei…
Presidente: Come mai questa cosa non torna? Perché non l’ha detto prima allora, se era accaduto così?
F.P.: Se l’ho detto avanti.
Presidente: Non l’ha detto avanti.
F.P.: No, l’ho detto…
Avv. Nino Filastò: No guardi, lei ha detto così, il 2 gennaio ha detto proprio così, guardi: “Una volta fermatici all’inizio della stradina che conduce alla piazzola, ricordo bene che notammo una macchina di colore chiaro, ferma a pochi metri di distanza dalla tenda. Alla nostra vista due uomini, che si trovavano a bordo di quell’auto, scesero da essa e si misero a vociare contro di noi con atteggiamento minaccioso, tanto che subito andammo via.”
F.P.: Sì, appunto.
Avv. Nino Filastò: Come appunto, scusi. Dopo lei ha detto che è rimasto… che Lotti è tornato, lei è stato mezzora.
F.P.: Sì, ma io… Io aspettai un pochino, no, lui e poi ritornò alla macchina e s’andò via.
Presidente: Senta, ma su questo punto c’è qualche interrogatorio successivo, che chiarisce meglio, o no?
P.M.: Ce ne sono due o tre.
Presidente: Io non li conosco questi interrogatori, quindi dovete avere pazienza, però…
P.M.: Essendo stato oggetto di contestazione, il P.M. li fornisce tutti alla Corte perché siano acquisiti. Tutti quanti nell’ordine, così si vedrà le dichiarazioni, la progressione.
Presidente: Bene.
P.M.: Fra l’altro c’è un verbale di sopralluogo in cui lui ha indicato…
Presidente: Quello è il punto di partenza forse, partito così e poi pian piano…
P.M.: Facevo presente che nel corso del sopralluogo era registrato, ci sono le parole sue dell’epoca, di chi era, dov’erano le persone, dov’era la macchina, dov’era…
F.P.: Se c’è scritto ogni cosa.
P.M.: Eh?
F.P.: C’è scritto tutto.
P.M.: Sì, ma addirittura è fatto sul luogo dei fatti come sopralluogo. Il sopralluogo, ho controllato, non solo c’è la registrazione, ma è anche già trascritto, è stato dato incarico della trascrizione. E sul posto lui ha raccontato dov’erano le singole persone, dov’erano le macchine, dov’era Vanni, dov’era…
Presidente: Bene.
P.M.: Così all’epoca. Poi i verbali li fornisce il P.M.
(Non udibile) …
Avv. Nino Filastò: Sì, ma appunto, è questo che voglio sapere io: per quale ragione lui in questi due primi, perché c’è quello che gli ho letto prima del 2 gennaio, poi ce n’è un altro del gennaio che dice: “Noi ci siamo subito allontanati. Siamo risaliti sulla macchina e siamo andati via.”
P.M.: Sì, Presidente, chiedo scusa. Ma allora bisogna dirgli che c’è anche un terzo e un quarto, sennò il teste…
Avv. Nino Filastò: Sì, ma su questo siamo perfettamente d’accordo.
Presidente: Lui vuol sapere come mai all’inizio fece quella versione lì. Tutto qui.
Avv. Nino Filastò: È il presupposto di questa mia domanda. Voglio dire…
P.M.: Gliel’abbiamo chiesto anche noi, e c’è nei verbali. Nei verbali c’è scritto: “Ora mi ricordo, voglio dire la verità tutta”. E c’è scritto…
Avv. Nino Filastò: No, ma va bene, ma io voglio sapere… Ma scusi, Pubblico Ministero, le domande le faccio io tanto per cominciare… Io volevo sapere per quale ragione queste due volte precedenti non ha detto la verità; perché allora non ha detto la verità.
P.M.: L’ha detta parziale. verità sul punto.
Avv. Nino Filastò: No, non l’ha detta parziale, non ha detto la verità!
Presidente: Va bene, ma ora faccia…
Avv. Nino Filastò: Perché quando ha detto per due volte: “Ci siamo allontanati subito”…
F.P.: Come ‘un ho detto la verità?
Avv. Nino Filastò: Perché non è mica una cosa da poco.
Presidente: Allora…
Avv. Nino Filastò: Voglio dire, essere rimasto lì sul posto per mezzora consente a lui di fare degli acceratamenti…
Presidente: Avvocato, avvocato, non facciamo discorsi… le arringhe ora, ancora non è il momento.
Avv. Nino Filastò: Ma che discorsi d’arringhe, Presidente. Io sto facendo, sto cercando di fare una domanda.
Presidente: Appunto, ma lei sta entrando in polemica col Pubblico Ministero e non va bene.
(brusio)
Avv. Nino Filastò: Voglio sapere da Pucci perché non ha detto la verità nei primi due interrogatori.
F.P.: Come ‘un ho detto la verità?
Presidente: Allora… C’è bisogno di farla tanto lunga per fare una domanda di questo genere?
Avv. Nino Filastò: Ma non la sto facendo lunga io, Presidente.
Presidente: E allora…Va bene, ma lei non risponda al Pubblico Ministero e basta.
Avv. Nino Filastò: No, scusi. Io sto facendo…
F.P.: No, me la domanda venti volte, mi imbroglio eh.
Avv. Nino Filastò: Si imbroglia. Non si deve imbrogliare lei.
F.P.: Me l’ha bell’e domandato dieci volte questa domanda costì.
Avv. Nino Filastò: No, no, no, è la prima volta che gliela chiedo.
F.P.: No, scusi, abbia pazienza, io…
Presidente: Il guaio di questo sistema è che la Corte, il Giudice non conosce i verbali, la trascrizione dei verbali…
(brusio)
Presidente: Purtroppo è così.
Avv. Nino Filastò: Se io devo smettere di fare delle domande, posso anche smettere sa. Voglio dire, io finisco, dico, va be’, ho chiuso.
Presidente: Se vuol finire, finisca, sennò continui.
Avv. Nino Filastò: Continuo, mi faccia continuare. Io voglio sapere perché lei non ha detto la verità in questi due primi interrogatori, quando ha detto di essersi allontanato subito dal posto, insieme al Lotti e di essere tornati subito a San Casciano, perché?
Presidente: Senta, l’ha capita la domanda? L’ha capita la domanda?
F.P.: Sì, l’ho capita. Ma me l’ha bell’e domandato dieci volte.
Presidente: Bene, allora risponda per l’ultima volta e non se ne parla più.
F.P.: E mi fa imbrogliare di sicuro, mi imbroglio sicuro eh, per forza mi imbroglio.
Presidente: Come?
F.P.: E mi imbroglio, me l’ha bell’e domandato dieci volte la medesima domanda.
Presidente: Com’è che all’inizio lei disse che era andato via subito e poi dopo modificò versione?
F.P.: Sì, perché lui m’ha fatto imbrogliare, ecco come mai.
Avv. Nino Filastò: Io non c’ero, guardi.
F.P.: No, ma lei la un c’era, ma io c’ero.
Avv. Nino Filastò: Va be’, ma io…
F.P.: La me l’ha bell’e detta dieci volte questa domanda.
Presidente: Va bene, va bene. Ora usi un linguaggio riguardoso, eh, non trascenda un pochettino, perché sennò… Bene, avvocato, continui.
Avvocato: Presidente, mi perdoni, mi scusi. Qui bisogna chiarire una cosa: nei primi interrogatori il signor Pucci non è che abbia detto una menzogna…
Presidente: Lo so, avvocato, lo so.
Avvocato: … ha detto una verità parziale. Cioè ha detto: ‘siamo scappati tutti e due’.
Presidente: Lo so.
Avvocato: E si è fermato lì. Successivamente ha integrato dicendo: ‘sì, è vero, siamo scappati tutti e due però il Lotti poi è ritornato sul luogo e poi dopo mezzora è ritornato alla macchina’.
Presidente: Grazie della precisazione.
Avvocato: È tutto qui. È un interrogatorio integrativo quello successivo.
Avv. Nino Filastò: No, non è…
Presidente: Avvocato…
Avvocato: Diciamo la verità fino in fondo.
Presidente: Avvocato, avvocato, per cortesia.
Avv. Nino Filastò: Non è vero.
Avvocato: È verissimo invece.
Avv. Nino Filastò: No, non è vero.
Avvocato: È verissimo e lo metto a verbale. È verissimo.
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
Avvocato: È verissimo.
Presidente: Avvocato, per cortesia. Lo sappiamo come…
(brusio)
Avvocato: Non si può fare una contestazione su una cosa non detta. Le contestazioni si fanno sulle cose dette, non sulle cose non dette.
Presidente: Io capisco che l’interesse è tanto, però dovete anche capire un po’.
Avvocato: Ci sono cinque interrogatori.
Presidente: E allora.
Avvocato: Saranno acquisiti dalla Corte.
Presidente: Saranno prodotti gli interrogatori e poi la Corte li leggerà finalmente e trarrà le conclusioni e le spiegazioni.
F.P.: Dice bene.
Avv. Nino Filastò: Posso contestare Presidente formalmente che nell’interrogatorio del 23 gennaio ’96 il signor Pucci ha detto di essere andato via subito insieme al signor Lotti?
Avvocato: Certo, sì, sì.
F.P.: Sì, certo.
Avv. Nino Filastò: Montando sull’automobile e andandosene a San Casciano…
F.P.: Sì, va bene, sì, però…
(brusio)
Avvocato: Come a San Casciano? No.
Avv. Nino Filastò: Proprio come è scritto in questo verbale.
P.M.: Sta dicendo però. Facciamoglielo dire.
F.P.: Io però… Lui ritornò addietro, il Lotti, e io aspettai alla macchina. Noi si andò via subito appena si sentì che ci volevano ammazzare, no, eh. E aspettai… Lui disse: ‘io ritorno in là’, io aspettai.
Presidente: Va bene.
F.P.: E poi dopo un po’ ritornò e s’andò via.
Presidente: Va bene.
F.P.: Ecco come la sta, così la sta.
Avv. Nino Filastò: Sì ma c’è una ragione per cui non l’ha detto lei questo? Quando è stato interrogato due volte a distanza di venti giorni l’una dall’altra, il 2 gennaio e il 23 gennaio: la domanda mia è questa. Che lei successivamente l’abbia detto questa cosa, lo sappiamo, l’abbiamo sentito anche stamani. Io voglio sapere perché non l’ha detto in quelle due occasioni in cui era stato interrogato precedentemente.
F.P.: Ma io ‘un ho capito icché dice. ‘Un capisco ‘ proprio… ‘un lo capisco quest’omo.
Presidente: Lui vuol sapere come mai…
F.P.: Abbia pazienza.
Presidente: Come mai…
F.P.: No, scusi.
Presidente: Come mai…
F.P.: Io questo ‘un lo capisco. ‘Un si sa spiega… ‘Un lo so io.
Presidente: No, no. Lei ha detto all’inizio, come dice 1’avvocato…
F.P.: Sì, sì.
Presidente: … che lei e Lotti siete andati via subito.
F.P.: Sì, e…
Presidente: Poi invece ha detto cose diverse.
F.P.: Poi lui è ritornato in là.
Presidente: Se lei non fa parlare non capirà mai.
F.P.: Sì, dica.
Presidente: Allora. Prima dice: ‘io e Lotti siamo andati via subito…’
(brusio)
Presidente: Perché non l’ha detta subito questa versione e ne ha detta un’altra? La ragione per cui non ha parlato bene. L’ha capito?
F.P.: Ho capito.
Presidente: Eh. Va bene, avvocato, prendiamo atto di come si comporta il teste e basta. Poi ognuno tragga le conseguenze che crede. Siamo qui a posta.
Avv. Nino Filastò: Che poi anche nel corso del verbale di ricognizione di luoghi, il 13 febbraio del ’92 (?), anche in quella terza occasione – io lo contesto – il signor Pucci disse di essere andato via subito e non parlò di questa attesa di mezzora.
F.P.: Sì, va bene…
Avv. Nino Filastò: Va bene.
Presidente: Dice l’Avvocato quando siete andati sul posto per fare…
F.P.: Sì.
Presidente: … com’era la tenda, dov’era lei, dov’era la macchina del Lotti, tutte queste cose qui, sopralluogo vuol dire questo.
F.P.: Sì, sì, sì.
Presidente: Ecco. Lei anche allora disse che era andato via subito col Lotti quella sera, quella notte, su quelle ore lì.
F.P.: Sì. Ma dopo lui mi disse: ‘io voglio ritornare in là a vedere’. Io gli dissi: ‘non vengo’. E aspettai lì alla macchina.
Presidente: Lei rimase alla macchina.
F.P.: E aspettai alla macchina.
Presidente: E lui tornò indietro.
F.P.: Sì, e quell’altro ritornò indietro. Ecco come la sta, così la sta la…
Presidente: Bene.
F.P.: Capito?
Presidente: Ho capito.
Avv. Nino Filastò: Il Lotti gli disse a lei per quale ragione non voleva andare dai Carabinieri?
F.P.: No. Mi disse di: ‘no, ‘un vengo’ e basta.
Avv. Nino Filastò: E basta.
F.P.: E basta.
Avv. Nino Filastò: Ne è sicuro Pucci?
F.P.: Porca miseria! Sono sicurissimo.
Avv. Nino Filastò: E allora mi dice perché lei – glielo contesto prima di tutto – che lei negli interrogatori resi sia il 2 di gennaio che il 23 di gennaio ha detto che Lotti gli disse che non ci voleva andare dai Carabinieri perché non voleva fare lo spione.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Ora dice di sì, ma scusi, due minuti fa gli ho detto…
F.P.: No, ma… Eh dai.
Avv. Nino Filastò: Come eh dai, Pucci! Lei mi sta prendendo in giro.
Presidente: Ma se lo ricorda questo, o no?
F.P.: No, io ‘un piglio in giro nessuno.
Avv. Nino Filastò: Eh, no…
F.P.: L’è lei che piglia in giro.
Avv. Nino Filastò: Ma come, e non dica…
F.P.: La mi piglia per scemo, ma non sono mica scemo io.
Avv. Nino Filastò: No, lo credo anch’io.
F.P.: E allora?
Avv. Nino Filastò: E allora…
Presidente: Senta un po’, senta un po’, se lo ricorda ora o no? Se lo ricorda, ora che l’avvocato gliel’ha letto: disse così, o disse diversamente, o non lo disse proprio?
F.P.: Come?
Presidente: Che lui non veniva, il Lotti, dai Carabinieri perché non voleva fare lo spione.
F.P.: Sì, lo disse così.
Presidente: Così disse?
F.P.: Perché ‘un volle venire…
Presidente: E a lei gli disse di non andare.
F.P.: No, a me mi disse: ‘non vengo’. Lui mi disse di ‘un andare dai Cara…
Presidente: Ma disse lei… Come disse a lei?
F.P.: Io gli dissi: ‘s’anda’ dai Carabinieri?’ ‘No, ‘un vengo’, mi disse.
Presidente: E perché non c’è andato lei dai Carabinieri?
F.P.: Perché sa, io avevo paura che… sa. ‘Un lo so nemmeno io, capito? Non c’andai da solo.
F.P.: Quello, per la paura di, di… ha capito?
Presidente: Aveva paura.
F.P.: Eh.
Presidente: Va bene.
F.P.: Per quello.
Presidente: Prego.
Avv. Nino Filastò: E’ mai anda… Guardi, questa è una domanda precisa. Voglio sapere se lei è mai andato con Lotti a guardare le coppie in macchina.
F.P.: Io ci andavo, va bene, però con Mario non ci sono mai stato… Con il Lotti sì.
Avv. Nino Filastò: No, con Mario.
Presidente: Con Lotti.
F.P.: Con il Lotti sì. Una volta ci andai.
Avv. Nino Filastò: Una volta, o diverse volte?
F.P.: No, una volta.
Avv. Nino Filastò: Una volta sola.
F.P.: Sì, una volta sola.
Avv. Nino Filastò: Dove?
F.P.: Mah, ora dove ‘un me lo posso ricordare.
Avv. Nino Filastò: No, ora invece lei se lo deve ricordare assolutamente.
Presidente: Se è una volta sola se lo ricorda.
Avv. Nino Filastò: Se è una volta sola lei se lo deve ricordare, ha capito?|
F.P.: ‘Un so se s’andò dove… A Vicchio.
Presidente: A Vicchio.
Avv. Nino Filastò: Lo vuol dire forte, per piacere?
F.P.: A Vicchio.
Avv. Nino Filastò: A Vicchio?
F.P.: Mi sembra, sì.
Avv. Nino Filastò: Le sembra. E si ricorda se il delitto di Vicchio era già accaduto, oppure no, quando lei è andato a vedere…
F.P.: No, ‘un me lo ricordo codesto.
Avv. Nino Filastò: Non si ricorda se era già avvenuto il delitto di Vicchio, oppure no?
F.P.: (diniego).
Avv. Nino Filastò: Si ricorda quando è avvenuto il delitto di Vicchio?
F.P.: No.
Avv. Nino Filastò: Non se lo ricorda?
F.P.: (diniego).
Avv. Nino Filastò: Chi è stato ammazzato a Vicchio se lo ricorda?
F.P.: No, ‘un me lo ricordo io.
Avv. Nino Filastò: Come non se lo ricorda? Non ci sa dire chi è stato ammazzato a Vicchio?
F.P.: No, ‘un lo so perché…
Presidente: No, perché non c’era lì. Ora, sinceramente mi sembra un po’ troppo avvocato.
F.P.: ‘Un lo so.
Avv. Nino Filastò: Come?
Presidente: Lui non era mica presente al delitto di Vicchio.
Avv. Nino Filastò: Ma scusi, Presidente.
(voce non udibile)
Avv. Nino Filastò: Ma che discorsi. Ha parlato con Lotti, secondo lui, del delitto di Vicchio e lui ha riferito…
Presidente: Va be’, sa…
(brusio)
Presidente: … lui dice Vicchio ma lui non sa chi ha ammazzato.
Avv. Nino Filastò: Ma Presidente, ma scusi. Nei verbali che io sotto…
F.P.: ‘Un lo so io.
Avv. Nino Filastò: Non lo sa.
P.M.: Non le chiede nome e cognome signor Pucci.
F.P.: No, ‘un lo so.
P.M.: Non le chiede il nome e cognome eh, l’avvocato.
F.P.: No, io…
Avv. Nino Filastò: Bravo, sì, signor Pubblico Ministero, non le chiedo nome e… No, m’accontento di un’indicazione generica, di un’indicazione qualsiasi. Chi è stato a…
F.P.: Ma io ‘un lo so chi sono. ‘Un l’ho mai saputo. Come fo a dirgli il nome e ‘un l’ho mai saputo, di quelli lì.
Avv. Nino Filastò: Insomma, che erano? Due persone anziane, due gio…
F.P.: Ma se ‘un lo so, ‘un lo so, via. ‘Un c’è nulla da fare.
Avv. Nino Filastò: Due fidanzati.
F.P.: Saranno stati due fidanzati, che devo dire io.
Avv. Nino Filastò: Saranno stati… Ma quando sono stati ammazzati almeno lo sa?
F.P.: ‘Un lo so quando.
Avv. Nino Filastò: Ma allora come ha fatto a dire…
F.P.: Ma se ‘un me lo ricordo, io ‘un me lo ricordo. Gl’è tanto tempo, ‘un me ne ricordo. ‘Un me lo posso…
Avv. Nino Filastò: Lei ha detto di essere stato a Vicchio – qui nei verbali, glielo contesto – di essere stato a Vicchio con il Lotti prima dell’omicidio dei fidanzati di Vicchio. L’ha detto lei.
F.P.: Sì, va bene, ma chi sono ‘un me li ricordo. Ecco come la sta.
Avv. Nino Filastò: Ma quando sì, l’ha detto.
F.P.: No, quando non me ne ricordo, nemmeno quello.
Avv. Nino Filastò: Allora come ha fatto a dire che c’è andato prima?
F.P.: Sì, c’andai, ma chi se ne ricorda quande. È quello, io ‘un me ne ricordo…
F.P.: Sì. Ma non me lo ricordo chi sono e quando e indove. Bah, eh.
Presidente: Lui sa che è andato con Lotti una sola volta e è andato a Vicchio.
F.P.: E basta, poi non mi ricordo più di niente.
Presidente: Poi il Lotti ci spiegherà quando, dove e perché.
F.P.: Capito? ‘Un mi ricordo più di niente io; È impossibile.
Avv. Nino Filastò: Lei ha detto di essere andato insieme a Lotti…
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: … a vedere questa coppia.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: E questa era la prima volta in vita sua…
F.P.: L’era la prima volta e basta. Poi non sono più andato, mai più.
Avv. Nino Filastò: E prima c’era andato con Lotti?
F.P.: Prima sì, una volta sola, a vedere…
Avv. Nino Filastò: No, io sto parlando prima di questa volta in cui lei dice è andato a Vicchio, c’era stato con Lotti a vedere le coppie far l’amore in macchina?
F.P.: (diniego). No.
Avv. Nino Filastò: Dica sì o no, senza tanti (diniego) perché sennò non si registra.
F.P.: No.
Avv. Nino Filastò: No. Ne è sicuro?
F.P.: Son sicuro.
Avv. Nino Filastò: Sarebbe stata quella la prima volta?
F.P.: La prima volta sì, quella e basta.
Avv. Nino Filastò: E come avvenne che andò la prima volta a vedere questa coppia? Cosa le disse Lotti per portarla…
F.P.: Mi portò lui.
Avv. Nino Filastò: Ma cosa gli disse? Gli disse qualcosa?
F.P.: Ora va bene, si fece una girata, si ci capitò per combinazione e si vide questi due. Ma io non me ne ricordo chi sono o no, ecco.
Presidente: Bene. Senta, ora mi inserisco io per precisare una cosa su questo punto qui. Ma altre volte era stato a guardare lei da solo, o con altri?
F.P.: No. Con più nessuno.
Presidente: Con Lotti dice: ‘ci sono stato una volta sola’.
F.P.: Una volta sola.
Presidente: Ma in precedenza…
F.P.: No.
Presidente: … c’è stato con altre persone, o da solo, a guardare le coppie, a spiare le coppie?
F.P.: No, no, no.
P.M.: Presidente, è già stato oggetto di contestazione…
Presidente: Eh, lo so, va be’…
P.M.: Si può rifare.
Presidente: Sì, sì, come no?
Avv. Nino Filastò: Quindi è perfettamente inutile domandargli se lei ha visto una certa piazzola lì a Vicchio, dove stava questa coppia. Se la ricorda questa piazzola?
F.P.: (diniego)
Avv. Nino Filastò: Sì o no, dica…
F.P.: No, no.
Avv. Nino Filastò: No.
Presidente: Non si ricorda il posto dov’era questa macchina?
F.P.: No, ‘un me lo ricordo il posto.
Presidente: C’erano case vicino, c’erano ponti, c’erano strade, fiumi. Cosa c’era? Una volta sola, rimane più impresso, no?
F.P.: Una volta sola ‘un me ne ricordo.
Presidente: Va bene.
Avv. Nino Filastò: Senta, come fa a dire che questo posto era a Vicchio?
F.P.: Come? era Vicchio?
F.P.: Perché ci si capitò per combinazione. L’è andata per questa girata, ci si capitò per combinazione e ci si fermò a vedere, basta.
Avv. Nino Filastò: Sì, ma la girata… andaste dove per andare a far la girata?
F.P.: Come?
Presidente: L’avvocato vuol sapere come fa ora a dire…
Avv. Nino Filastò: Sì, ma Presidente, glielo posso chiedere anche io.
Presidente: Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: Voglio dire, lei ha detto…
Presidente: Sì, sì, ma io lo faccio per facilitare il compito.
Avv. Nino Filastò: … questo qui è successo a Vicchio. ‘Sono andato insieme a Lotti a Vicchio’.
F.P.: Sì. Si passò da Vicchio…
Avv. Nino Filastò: Poi per combinazione.
F.P.: Per combinazione ci si capitò lì.
Avv. Nino Filastò: Lì dove?
F.P.: Lì. Lì indove successe il coso. Io…
Avv. Nino Filastò: Come fa a sapere che successe lì il coso?
F.P.: Me lo disse il Lotti eh.
Avv. Nino Filastò: Ah, allora era già successo il coso?
F.P.: Gl’era già successo quando ci si passò. Ecco.
Avv. Nino Filastò: Eh?
F.P.: No.
Avv. Nino Filastò: No?
F.P.: Prima no.
Avv. Nino Filastò: Ah. È sicuro di questo?
F.P.: Porca miseria! Ha’ voglia. ‘Un è convinto.
Avv. Nino Filastò: Era già successo?
F.P.: Come?
Avv. Nino Filastò: Era già successo?
F.P.: Sissignore.
Avv. Nino Filastò: E allora quale coppia siete andati a vedere, scusi?
F.P.: Quella lì si vide noi.
Avv. Nino Filastò: No, quella lì no, Pucci. Ora non esageri. Perché quella lì, per come me la sta raccontando lei, era già morta, ha capito? Quindi quella lì non potevate vederla far l’amore, poverini.
F.P.: Ma noi ci s’andò avanti che successe il fatto.
Avv. Nino Filastò: Ah.
F.P.: Oh.
Avv. Nino Filastò: E allora io le chiedo: come faceva a sapere, essendoci andato avanti, che quella era Vicchio, che quello era il posto che questi avevano fatto… erano stati ammazzati?
F.P.: Me lo dissero.
Avv. Nino Filastò: Va be’, lasciamo perdere. Io per ora non ho altre domande.
Presidente: Senta, io voglio fare una domanda a lei.
F.P.: Si.
Avvocato: Presidente, si può esaminare anche noi?
F.P.: Ah, scusi. Per carità.
Avvocato: No.
F.P.: Non…
Avvocato: Faccia pure la domanda…
Presidente: (voce non udibile)
Avv. Stefano Bertini: Presidente, c’è anche il Lotti che vuol fare una dichiarazione spontanea, quando crede.
Presidente: (voce non udibile)
P.M.: Lotti vuole fare dichiarazioni spontanee.
Presidente: Lotti faccia dichiarazioni spontanee su questo punto, su questa deposizione.
Giancarlo Lotti: No, io devo dire una cosa di quando s’andette a Firenze, quando è successo…
Presidente: Come?
Giancarlo Lotti: A Firenze, quel giorno dell’omicidio.
Presidente: Quale omicidio?
Giancarlo Lotti: Quello dell’85, degli Scopeti.
Presidente: Eh, omicidio degli Scopeti, bene.
Giancarlo Lotti: Sì. S’andette da questa Gabriella, dopo mangiato, dopo…
Presidente: Pranzo.
Giancarlo Lotti: La sera insomma. E si rimase laggiù.
Presidente: Si rimase?
Giancarlo Lotti: Poi si ritornò in su la sera, non lo so che ore sarà stato venendo in su.
F.P.: Si ritornò via dopo.
Presidente: No, no, ora…
Giancarlo Lotti: No, aspetta, fai parlare me. Sarà stato… non lo so che ora, non guardo mica l’orologio, se l’era l’undici o più no, questo ‘un lo…
Presidente: Lo so che siete andati a Firenze e poi siete tornati su.
Giancarlo Lotti: Sì.
Presidente: Ma cosa c’ha di diverso da dire da quello che ha detto lui? Siete stati sempre dalla donna?
Giancarlo Lotti: Sì, da lei sì.
Presidente: Eh?
Giancarlo Lotti: Sì.
Presidente: Lui ha detto che è andato al cinema veramente.
Giancarlo Lotti: No, non è al cinema.
Presidente: Va bene.
Giancarlo Lotti: Quello che ho detto io, gl’è quello che devo dire, basta.
Presidente: Bene, c’ha altro da dire?
Giancarlo Lotti: Poi c’è quello quando si fermò agli Scopeti lì, no?
Presidente: Eh.
Giancarlo Lotti: Loro scesero prima di noi, Mario e Vanni… Mario e quell’altro, e Pietro Pacciani.
Presidente: Eh.
Giancarlo Lotti: E andettero su verso la tenda. Però noi s’era sempre dentro la macchina. Si scese dopo, dopo pochino.
P.M.: (voce non udibile)
Presidente: No, no. Continui.
Giancarlo Lotti: Loro gli scesero prima, no, Pacciani e Pietro… e Mario e andettero su verso questa tenda: una tenda bianca, fatta…
Presidente: Sì.
Giancarlo Lotti: Fatta come le fanno… E si sentì degli spari. Non subito eh?
F.P.: Sì.
Presidente: Va bene, poi? Poi su quel punto la sentiremo per bene. A questo punto l’ha sentite le dichiarazioni di lui, del Lotti?
F.P.: Sì.
Presidente: Lui dice che quella sera non siete andati al cinema.
F.P.: No, io ‘un me lo ricordavo per bene, ha capito?
Presidente: Aspetti. Non siete andati al cinema, siete stati a casa di questa donna, non so come si chiamasse. Va bene?
F.P.: Sì, sì.
Presidente: Se lo ricorda ora?
F.P.: Sì.
Presidente: È così?
F.P.: Sì. (voce non udibile)
Presidente: Poi lui dice una cosa nuova, che io sappia, dice una cosa nuova. Dice che quando siete arrivati agli Scopeti la sera, al ritorno da Firenze, vi siete fermati con la macchina.
F.P.: Sì.
Presidente: Mentre eravate fermi in macchina, quindi prima di scendere a fare la pipì o che so io, è passato il Vanni e il Lotti (?) che sono andati verso la piazzetta.
F.P.: Ecco, ora sì.
Presidente: Questa… È vera questa cosa, o no?
F.P.: È vero sì. Sì.
Presidente: È vero?
F.P.: È vero sì.
Presidente: E perché non l’ha detto prima lei?
F.P.: Perché non me lo ricordavo per bene io, ecco.
(voce non udibile)
F.P.: Non me lo ricordavo per bene io.
Presidente: Quindi… La macchina dove ce l’avevano il Vanni e il Pacciani?
F.P.: Insomma, lì c’era una macchina chiara. Ecco.
(voce non udibile)
Presidente: Allora, avvocato Fenyes.
(voce non udibile)
Presidente: Lotti, ora non cominciamo. Lei sarà rigirato come un calzino, non si preoccupi.
Giancarlo Lotti: No, il fatto non è che siamo stati mezzora lì fermi.
Presidente: Come?
Giancarlo Lotti: Quello che gl’è successo non è stato mezzora, sarà stato dieci minuti, poco più. Non mezzora siamo stati fermi.
Presidente: Diamo atto che interviene ancora il Lotti, cioè a dire quanto segue. Mi dica, ripeta questo che ha detto ora.
Giancarlo Lotti: Sì, ho detto: non è che è stato mezzora fermo lì, sarà stato dieci minuti…
Presidente: Cioè, c’è stato gli spari, questi spari e poi siete tornati alla macchina?
Giancarlo Lotti: Sì. Quando Fernando dice che siamo andati via subito, non è che siamo andati via subito. Lui ha detto mezzora, ma ‘un è mezzora.
Presidente: Va be’, lei dice…
F.P.: Insomma…
Giancarlo Lotti: Può essere anche un quarto d’ora, dieci minuti.
Presidente: Bene. Va bene.
F.P.: Insomma, quant’e gl’era.
Presidente: Va bene. Avvocato Fenyes, c’era lei che voleva riprendere…
Avv. Stefano Bertini: Sì, ah, poi…
Presidente: Sì, sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Signor Pucci.
F.P.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Stamattina lei al Pubblico Ministero ha detto che conosce da molto tempo il Lotti.
F.P.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Sa essere un pochino più preciso, da quanto tempo? 30 anni, 20 anni, eravate ragazzi insieme? Prima della guerra vi siete conosciuti, dopo?
F.P.: Sì, prima della guerra, accidenti.
Avv. Sigfrido Fenyes: Ho detto così, a caso. Mi dica, quant’è? Sa essere più preciso?
F.P.: Sì, sarà 10 o 12 anni.
F.P.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta…
F.P.: Più o meno.
Avv. Sigfrido Fenyes: … si ricorda, grossomodo, quanto tempo fa sono avvenuti gli episodi di cui oggi si è parlato? Cioè il duplice omicidio di Vicchio, il duplice omicidio degli Scopeti, all’incirca?
F.P.: Gli Scopeti successe nell’85?
Presidente: Sì.
F.P.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Quindi 12 anni fa.
F.P.: 12 anni fa. Gliel’ho detto 12 anni fa.
Presidente: Ecco, allora facciamo una cosa: dall’85, da quanto conosceva il Lotti?
F.P.: Mah, io l’ho conosciuto avanti.
Presidente: Dall’85 a ora già sono passati 12 anni, quindi pensi un po’. Prima…
F.P.: Io l’avevo conosciuto avanti del delitto…
Presidente: Ecco, da quanto tempo lo conosceva?
F.P.: Quante sarà non lo so…
Avv. Sigfrido Fenyes: All’incirca, signor Pucci, all’incirca. Avanti quanto? Un anno, 10 anni, 15 anni.
F.P.: Sarà avanti cinque o sei anni, sette, toh.
Avv. Sigfrido Fenyes: Quindi prima del 1980 circa.
F.P.: Prima del 1980 sì, preciso.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, passava molto tempo con il Lotti lei?
F.P.: Sì, eh, eccome.
Avv. Sigfrido Fenyes: Vi vedevate tutti i giorni, o quasi?
F.P.: S’andava tutte le domeniche a Firenze, dopo pranzo.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, il Lotti, a quello che noi si è appreso, a un certo punto cominciò a raccontarle, a fare dei racconti su fatti gravi.
F.P.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Fatti di cronaca avvenuti, eh?
F.P.: Sì, sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Sa indicarmi, anche a grandi linee, quando cominciò il Lotti a parlarle di questi fatti?
F.P.: Cominciò… ma io…
Avv. Sigfrido Fenyes: Glie n’ha parlato una volta sola, glien’ha parlato in più occasioni?
F.P.: Sì, diverse volte.
Avv. Sigfrido Fenyes: Parlavate spesso la domenica…
F.P.: Sì, sì, sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta…
Presidente: Prima o dopo che succedesse il fatto degli Scopeti?
F.P.: Prima succedesse il fatto s’eramo sempre insieme noi, io e lui, s’andava sempre via a Firenze la domenica sera.
Presidente: No, glie n’ha parlato di questi omicidi, prima degli Scopeti o dopo?
F.P.: Dopo.
Presidente: Dopo.
Avv. Sigfrido Fenyes: Anche del fatto di Vicchio, gliene parlò dopo?
F.P.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Quindi, voi non siete mai stati a Vicchio prima dell’omicidio.
F.P.: Prima dell’omicidio, no.
Avv. Sigfrido Fenyes: Mai stati. Quindi il Lotti… Dica, dica.
F.P.: Comunque, io sono stato a fare una girata a Vicchio.
Avv. Sigfrido Fenyes: Ho capito. Ma la girata l’avete fatta…
F.P.: Non per l’omicidio, ha capito?
Avv. Sigfrido Fenyes: È una delle poche cose chiare che ha detto: che è stato lì a fare una girata.
F.P.: Ecco.
Avv. Sigfrido Fenyes: Io le domando nuovamente: lei ci è stato prima che ammazzassero quei due poveri ragazzi…
F.P.: Prima.
Avv. Sigfrido Fenyes: … o dopo?
F.P.: Prima.
Avv. Sigfrido Fenyes: Prima.
F.P.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Bene. E qualcuno le disse qualcosa di questi due ragazzi? Che erano destinati a morire, che…
F.P.: No.
Avv. Sigfrido Fenyes: … la ragazza in particolare era come dire, oggetto di attenzioni di qualche persona che lei conosceva oppure no? Il Lotti le disse qualcosa a riguardo, o no?
F.P.: No. Mi sembra di no.
Avv. Sigfrido Fenyes: No. Contestazioni precise non le faccio, Presidente, i verbali sono in atti.
Presidente: Certo.
Avv. Sigfrido Fenyes: In particolare quello del 18 aprile ’96, dove si dicono cose diverse. Il Lotti non le disse se quella ragazza era stata conosciuta da persone nel tempo prima, che qualcuno aveva provato… ?
F.P.: Ma, io non ho mai saputo niente.
Avv. Sigfrido Fenyes: Che questa ragazza non era disponibile a cedere alla attenzioni di qualche persona?
F.P.: Mi sembra che mi abbia detto qualcosa di quella ragazza, ma poi, sa…
Avv. Sigfrido Fenyes: Cosa le ha detto?
F.P.: … ci feci poco caso. La gli garbava al tale, dice, che la faceva bene, qui e là, insomma tutte queste cose. Ecco. Lui diceva che la ‘n gli va bene a quello, a quell’altro la gli va bene; quell’altro dice… Ha capito? Ecco. Così.
Avv. Sigfrido Fenyes: Signor Pucci, io non capisco. Bisogna che sia più chiaro.
F.P.: Come?
Avv. Sigfrido Fenyes: Non son riuscito a capire che cosa vuol dire.
F.P.: Questo Lotti mi diceva che questa ragazza l’andava con delle persone che voleva lei, ecco, insomma. Che voleva…
Avv. Sigfrido Fenyes: La ragazza.
F.P.: … questa ragazza. E basta.
Avv. Sigfrido Fenyes: Mi sembra naturale, no? Ecco, la ragazza andrà con chi voleva.
F.P.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: E c’era anche qualcuno che voleva andare con questa ragazza, e questa ragazza non voleva?
F.P.: Eh, sie!
Avv. Sigfrido Fenyes: E chi era?
F.P.: Ma, codesto che l’era… io, ‘un mi raccontava ogni cosa il Lotti, ma…
Presidente: Avvocato, questo è il delitto di Vicchio. Io non credo che il suo assistito riguarda Vicchio.
Avv. Sigfrido Fenyes: Presidente, era…
Presidente: Comunque, faccia pure. Per carità! Non vogliamo…
(brusio)
F.P.: Si fa mezzanotte, qui, vai.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, lei si ricorda quando è stato sentito dalla Polizia Giudiziaria per questi interrogatori?
F.P.: Come?
Avv. Sigfrido Fenyes: È stato, si ricorda quando è stato sentito le prime volte dalla Polizia Giudiziaria?
F.P.: No.
Avv. Sigfrido Fenyes: Quanto tempo fa? Un anno fa, due anni fa?
F.P.: ‘Un me lo ricordo io.
Avv. Sigfrido Fenyes: Non lo ricorda?
F.P.: (diniego)
Avv. Sigfrido Fenyes: È stato sentito per la prima volta l’anno scorso, nel ’96, nel gennaio.
F.P.: Sì, credo di sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Perfetto.
Presidente: Non si ricorda le date.
Avv. Sigfrido Fenyes: No, no…
F.P.: ‘Un me lo ricordo dell’anno.
Avv. Sigfrido Fenyes: Lei in quel periodo ricordava molte cose dei fatti che il Lotti gli aveva raccontato.
F.P.: Mah…
Avv. Sigfrido Fenyes: Stamattina più volte ci ha detto: mah, io non ricordo nemmeno quello che ho mangiato la sera prima.
F.P.: E però!
Avv. Sigfrido Fenyes: Ecco. Era in una situazione, in una condizione diversa un anno fa, oppure era nella stessa condizione di oggi?
Presidente: Non se lo ricorda, avvocato. Prendiamo atto di questo e basta. Poi, le valutazioni saranno fatte in sede di discussione. Tutto qui.
Avv. Sigfrido Fenyes: L’ultima cosa: si è parlato stamattina di una persona che il Lotti le avrebbe indicato da Calenzano. Si ricorda di averlo detto?
F.P.: Dove? Calenzano?
Avv. Sigfrido Fenyes: Sì. Stamattina si è parlato di una persona che abiterebbe a Calenzano, da lei indicata…
Presidente: Allora, facciamogliela meglio la domanda, sennò non capisce cosa voleva dire. Lei stamattina ha detto che il Lotti gli ha indicato una persona a San Casciano e che poi gli avrebbe detto che è quello di Calenzano, che avrebbe indicato la coppia da ammazzare a Calenzano.
F.P.: Eh. Ecco, sì.
Presidente: Che lei poi ha riconosciuto, avrebbe visto in fotografia, in TV, non so. Ha indicato il tizio. Ecco, questa la domanda.
F.P.: Mi sembra. Io…
Avv. Sigfrido Fenyes: Si ricorda che il Lotti glielo indicò o no?
F.P.: Il Lotti…?
Avv. Sigfrido Fenyes: Glielo indicò questa persona o no? Gliela indicò questa persona il Lotti?
F.P.: No, eh.
Avv. Sigfrido Fenyes: No, non gliela indicò. Senta, si ricorda di averla vista in televisione questa persona?
F.P.: No, ‘un me lo ricordo. No.
Avv. Sigfrido Fenyes: Si ricorda di aver fatto una ricognizione fotografica davanti al Pubblico Ministero? Le sono state mostrate delle fotografie.
Presidente: Si spieghi meglio.
Avv. Sigfrido Fenyes: Eh? Dal Pubblico Ministero, il 18 aprile ’96 le furono mostrate delle fotografie, in particolare le fu chiesto se una certa fotografia corrispondeva ad una persona a lei indicata dal Lotti. Si ricorda questo?
F.P.: No, nemmeno questo.
Avv. Sigfrido Fenyes: Non si ricorda. Stamattina ha detto di sì, però.
F.P.: Ho detto di sì, stamani?
Avv. Sigfrido Fenyes: Stamattina ha detto di sì.
F.P.: Può darsi che l’abbia detto, ma io ‘un mi ricordo nemmen di stamani, figurati!
Avv. Sigfrido Fenyes: Stamattina aveva detto che riconosceva con certezza una certa persona. Si ricorda…
F.P.: ‘Un mi ricordo nemmen di stamani, icché ho detto, figurati un pochino!
Avv. Sigfrido Fenyes: Presidente, comunque la mia contestazione tendeva a dire, a far rilevare che, come risulta dal verbale più volte citato, il signor Pucci si è espresso in termini dubitativi: “Forse è il primo in alto a sinistra.”
Presidente: Sì, Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Questo, naturalmente la domanda precisa non posso fargliela perché evidentemente il teste non ricorda. Grazie, non ho altre domande.
Presidente: Avvocato Bertini?
Avv. Stefano Bertini: Grazie, Presidente. Signor Pucci, lei si ricorda la sera dell’omicidio degli Scopeti, dove lasciaste la macchina quando vi fermaste?
F.P.: Noi la si lasciò lì, vicino alla stradina. C’è la stradina per anda’ là dentro il bosco…
Avv. Stefano Bertini: Cioè, vicino all’ingresso della stradina?
F.P.: Lì, sì.
Avv. Stefano Bertini: Con il muso rivolto verso San Casciano, verso Firenze?
F.P.: Verso San Casciano. Preciso. Questo me lo ricordo.
Avv. Stefano Bertini: Si ricorda se per caso il Lotti le ha mai detto se il Lotti si era recato in quella piazzola o in altre piazzole a far l’amore con la Filippa?
F.P.: Sì.
Avv. Stefano Bertini: Gliel’ha detto il Lotti questo?
F.P.: Sì, e difatti lui c’andava da questa Filippa. È vero.
Avv. Stefano Bertini: Senta, tornando al delitto degli Scopeti, lei ha detto che scappò dalla paura andò alla macchina, dopo un po’ di tempo la raggiunse il Lotti.
F.P.: Il Lotti, sì.
Avv. Stefano Bertini: Quando il Lotti arrivò, era tranquillo, agitato, nervoso?
F.P.: No, io avevo paura.
Avv. Stefano Bertini: No, il Lotti. Com’era?
F.P.: No, lui l’era più calmo di me. Io avevo più. paura. Ero molto impaurito, ma lui meno.
Avv. Stefano Bertini: Un’ultima cosa, signor Pucci.
F.P.: L’ultima? Speriamo.
Avv. Stefano Bertini: Lei ha detto che quando andò a Vicchio, andò a fare una girata e poi andò anche in quella piazzola dove, poi, avvenne l’omicidio. Si ricorda mica cosa fece in questa occasione? Dove andò, andò a giro dove? Andò in qualche locale a Vicchio con il Lotti?
F.P.: Sì, noi s’andava a un bar a bere. A merenda no. A bere.
Avv. Stefano Bertini: Senta, e di questo bar, le disse niente il Lotti? Che…
F.P.: No.
Avv. Stefano Bertini: È sicuro? Cioè, non le raccontò niente di questo bar, chi ci lavorava in questo bar?
F.P.: (diniego)
Avv. Stefano Bertini: Non se lo ricorda?
F.P.: No.
Avv. Stefano Bertini: Ha fatto (diniego), ha detto di no. Non sa se ci lavorava una certa ragazza in quel bar?
F.P.: Come?
Avv. Stefano Bertini: Se ci lavorava una certa ragazza che conosceva il Lotti in quel bar?
F.P.: No, no.
Avv. Stefano Bertini: Presidente, non ho altre domande. Grazie.
Presidente: Senta, signor Pucci…
Avv. Santoni Franchetti: Posso, Presidente?
Presidente: Chi è?
Avv. Santoni Franchetti: Avvocato Santoni Franchetti.
Presidente: Alla fine. Dopo… Ora, il suo turno è passato. Allora…
Avv. Sigfrido Fenyes: Presidente.
Presidente: Chi è?
Avv. Sigfrido Fenyes: Io ne avevo altre due.
Presidente: Ah, sì. I difensori. Ci dica.
Avv. Gabriele Zanobini: Dunque, signor Pucci, io mi riferisco alla sera degli Scopeti.
F.P.: Sì.
Avv. Gabriele Zanobini: Lei prima rispondendo al collega, ha detto che quella sera passò il Lotti a casa sua, dopo cena, la caricò in macchina, andaste a Firenze a vedere un film al cinema Arlecchino.
Presidente: Ha precisato dopo, avvocato. Ha detto anche questo però, poi, l’ha detto anche a contestazione delle dichiarazioni del Lotti, come è andata.
Avv. Gabriele Zanobini: Con Lotti invece andaste nel pomeriggio da questa signora?
F.P.: Sì.
Avv. Gabriele Zanobini: Quindi non… l’Arlecchino era una settimana prima, la domenica prima.
F.P.: Sì. sì. La domenica prima.
Avv. Gabriele Zanobini: Senta, lei si ricorda se anche all’andata vi eravate fermati lì alla piazzola?
F.P.: Mah, no.
Avv. Gabriele Zanobini: No, eh?
F.P.: No.
Avv. Gabriele Zanobini: È sicuro?
F.P.: Al ritorno e basta. Quando s’andò insomma, dì notte.
Avv. Gabriele Zanobini: Ho capito. E lei sapeva che in quella piazzola degli Scopeti si era fermata questa coppia di persone, lo sapeva? Chi glielo aveva detto?
F.P.: Me lo disse…
Avv. Gabriele Zanobini: Il Lotti.
Presidente: Cosa gli disse? Lei fa segno con la mano. Cosa gli disse il Lotti?
F.P.: Mi disse: ‘là, c’è due’… nel passar di lì, no, per andare in giù.
Presidente: Voi quando andaste giù a Firenze, passaste dagli Scopeti?
F.P.: Sì. ‘Dopo semmai ci si ferma a guardare’. E difatti ci si fermò lì. Ci si fermò. E successe quel fatto insomma.
Avv. Gabriele Zanobini: Quindi lei lo seppe comunque… ascolti me, Pucci.
F.P.: Come?
Avv. Gabriele Zanobini: Voglio dire: dell’esistenza di questo…
Presidente: Un po’ più voce, avvocato. Perché si sente poco bene.
Avv. Gabriele Zanobini: Dell’esistenza di questa tenda, lei lo seppe comunque quella domenica?
F.P.: Sì, la domenica, sì.
Avv. Gabriele Zanobini: Non lo seppe prima?
F.P.: Eh?
Avv. Gabriele Zanobini: Non lo seppe prima?
F.P.: No, ‘un lo seppi prima.
Avv. Gabriele Zanobini: Ho capito. Perché quando lei fu interrogato il 18 di aprile ‘ del ’96…
F.P.: La data, io…
Avv. Gabriele Zanobini: Cosa? Aspetti, le dico cosa disse in quell’occasione. “Lei mi chiede a questo punto di precisare perché andai con il Lotti nell’85 nella piazzola degli Scopeti dove furono uccisi i due francesi. Io le preciso ora, perché non l’ho detto prima nei precedenti interrogatori, che noi il pomeriggio della domenica prima dell’omicidio, eravamo andati a vedere i ragazzi in tenda che facevano l’amore”.
F.P.: Sì.
Avv. Gabriele Zanobini: Sì, cosa?
F.P.: Come?
Avv. Gabriele Zanobini: Sì, cosa?
F.P.: Sì, facevano all’amore.
Avv. Gabriele Zanobini: Ma io non le ho letto soltanto questo. Ho letto l’intera frase.
(brusio)
Avv. Gabriele Zanobini: Quel giorno…
Presidente: Aspetti, aspetti. Faccia dire… Signor Pucci, aspetti.
F.P.: ‘Un mi raccapezzo io.
Avv. Gabriele Zanobini: Allora glielo rileggo piano piano, eh. Lei così risulta che ha dichiarato…
F.P.: Io glielo dico ora…
Avv. Gabriele Zanobini: Mi faccia parlare, Pucci. Un attimino.
F.P.: A scuola sono stato testone io.
Avv. Gabriele Zanobini: Ma qui si tratta di discutere quello che lei ha detto. Capito?
Presidente: Facciamo la domanda precisa, la contestazione precisa sennò, è stanco il teste…
F.P.: A ine la mi deve fare una domanda facile. Difficile ‘un lo so.
Avv. Gabriele Zanobini: Ascolti, da questo verbale risulterebbe signor Pucci, che lei a vedere i due ragazzi che facevano l’amore, c’era stato anche prima. Sembrerebbe di capire nel pomeriggio, o comunque di quella domenica.
F.P.: Sì, sì.
Avv. Gabriele Zanobini: Quindi è vero?
F.P.: Sì.
Avv. Gabriele Zanobini: Allora, sia all’andata che al ritorno.
F.P.: Al ritorno, sì.
Avv. Gabriele Zanobini: Ho capito. E che cosa vedeste quando vi fermaste all’andata?
F.P.: Si vide due fare all’amore, a baciarsi e via discorrendo.
Avv. Gabriele Zanobini: Ma dov’erano? Dentro la tenda o…?
F.P.: Dentro la tenda.
Avv. Gabriele Zanobini: E come faceste a vedere? Era aperta o chiusa la tenda?
F.P.: Eh? Sì, l’era un pochino aperta.
Avv. Gabriele Zanobini: Era?
F.P.: Un pochino aperta. Si vide bene.
Avv. Gabriele Zanobini: Era un pochino aperta sopra o di sotto?
F.P.: Di sotto.
(…)
…punto e cioè che aveva idea di andare dai Carabinieri. Poi non c’è andato.
F.P.: No, perché ‘un volle veni’ lui.
Avv. Gabriele Zanobini: Perché da solo non poteva andarci?
F.P.: Da solo non potetti andare, perché avevo paura di qualcosa che mi dicessino, capito,…
Avv. Gabriele Zanobini: Gli dicessino, che?
F.P.: Mi dicessino qualcosa, come l’ha fatto, qui, là, sotto, sopra a venir solo. Insomma, io avevo paura di quello lì.
Presidente: Paura di esser coinvolto.
Avv. Gabriele Zanobini: Paura di esser coinvolto.
F.P.: Ecco.
Avv. Gabriele Zanobini: E chi è che l’ha convinta, poi, a fare certe dichiarazioni, che cosa?
F.P.: Come?
Avv. Gabriele Zanobini: Poi, voglio dire, a un certo punto, lei certe cose l’ha dette alla Polizia. Che cosa l’ha convinta a farle queste dichiarazioni?
F.P.: Costì, perché io dopo il fatto ero un po’…
Avv. Gabriele Zanobini: Sì, ho capito ma questi 11 anni di attesa, cosa è successo in questi 11 anni per cui a un certo punto lei poi si decide a dire determinate cose?
F.P.: Andavan loro, insomma, mi chiamarono a interrogarmi per dirmi tutto…
Avv. Gabriele Zanobini: Quindi, lei se n’è stato zitto perché aveva paura per sé?
F.P.: Sì.
Avv. Gabriele Zanobini: Ho capito. Quindi, non è stato mai minacciato da qualcuno?
F.P.: (diniego).
Avv. Gabriele Zanobini: Nessuno ha mai detto: mi raccomando, non dire queste cose perché sennò, chissà cosa ti succede? E questo è vero anche dal ’96 fino ad oggi?
F.P.: Sì.
Avv. Gabriele Zanobini: Quindi, da quando lei è stato interrogato fino ad oggi, nessuno l’ha mai minacciata…?
F.P.: (diniego).
Avv. Gabriele Zanobini: … di ripetere queste cose, di dire…
F.P.: No, no.
Avv. Gabriele Zanobini: Eh?
F.P.: No.
Avv. Gabriele Zanobini: Bene. Grazie.
F.P.: Prego.
Avv. Nino Filastò: Signor Pucci, ci vuole descrivere un po’ meglio da che punto e come, lei ha visto questa coppia che stava nella tenda a far l’amore dentro la tenda?
F.P.: Eh, ma noi s’andò vicino lì.
Avv. Nino Filastò: Sì.
F.P.: A vedere.
Avv. Nino Filastò: Sì.
F.P.: Capito?
Avv. Nino Filastò: Sì, no, ma come? Vicino dove? Per esempio, guardando dalla parte posteriore della tenda…
F.P.: Ora ‘un so se mi spiego, dopo sentito lo sparo?
Avv. Nino Filastò: No, no. Pomeriggio, prima.
F.P.: Ah, nel pomeriggio?
Avv. Nino Filastò: Sì.
F.P.: Sì guardò questa coppia…
Avv. Nino Filastò: Nella tenda.
F.P.: Nella tenda.
Avv. Nino Filastò: Sì, ma ci descriva come. Perché, guardare una coppia dentro la tenda, insomma, bisogna che ci sia un’apertura.
F.P.: Noi, per curiosità, visto che s’eramo curiosi di andare a vedere.
Avv. Nino Filastò: No, no.
Presidente: Ho capito, ma come ha fatto a vedere se la tenda era chiusa, era aperta. Era aperta, era chiusa, com’era?
F.P.: Era aperta la tenda, davanti.
Avv. Nino Filastò: Ah, dal davanti.
F.P.: Sì.
Presidente: Ovvia.
Avv. Nino Filastò: Quindi, vi siete piazzati davanti a guardare questi due che facevano l’amore.
F.P.: Sì, davanti. Sì.
Avv. Nino Filastò: E questi due cos’hanno detto?
F.P.: Nulla.
Avv. Nino Filastò: Nulla.
F.P.: No. ‘un ci dissero nulla.
Avv. Nino Filastò: Non so, gli faceva piacere esser visti da voi?
F.P.: No, no. S’andò lì da noi, insomma, lì a vedere,’a curiosare.
Avv. Nino Filastò: La tenda era aperta.
F.P.: Con la tenda aperta.
Avv. Nino Filastò: E voi davanti a guardare.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: E questi dentro a far l’amore.
F.P.: A fare all’amore.
Avv. Nino Filastò: Sì.
Presidente: Ma vi videro loro?
F.P.: Come?
Presidente: Loro due, v’hanno visto a voi?
F.P.: No. Noi ‘un ci videro.
(voce non udibile)
Avv. Nino Filastò: E come mai non v’hanno visto, scusi?
F.P.: Eh?
Avv. Nino Filastò: Come mai non v’hanno visto?
F.P.: Perché se 1’erano appiccicati insieme, facevano l’amore. Come facevano a vederci? Non pensavan mica a noi.
Avv. Nino Filastò: Ma veder due persone che sono davanti alla tenda e la tenda aperta…
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: … ci state dieci minuti…
F.P.: Sì, ma noi ‘un ci videro.
Avv. Nino Filastò: Come non la videro?
F.P.: No.
Avv. Nino Filastò: Ma perché c’era qualche cosa che vi nascondeva.
F.P.: Ma guarda un pochino!
Avv. Nino Filastò: No, non faccia lo spiritoso.
F.P.: Non ci videro noi. Loro facevan all’amore e basta.
Presidente: Va bene, va bene. Altre domande?
F.P.: Senza, senza… ‘Un ci crede! Oh ragazzi, ‘un si fida!
(voce non udibile)
F.P.: Come? L’è vero.
Avv. Nino Filastò: Sì, sì. C’è poco da fidarsi.
Presidente: Va bene. Ora, i commenti no.
F.P.: Come no?
Presidente: No, no. Silenzio.
Avv. Nino Filastò: Senta il Vanni, a proposito di Pacciani, le ha mai detto nulla a proposito di Pacciani e di una pistola?
F.P.: Che? La…?
Presidente: Il Vanni gli ha mai parlato della pistola del Pacciani?
F.P.: No.
Avv. Nino Filastò: Ne è sicuro?
F.P.: No.
Avv. Nino Filastò: Allora, le contesto che lei ha dichiarato il giorno 23 gennaio del ’96: “Ne abbiamo parlato a San Casciano, era presente anche il Vanni. Quest’ultimo” – vale a dire il Vanni – “disse che il Pacciani aveva una pistola.”
F.P.: Io, che il Pacciani l’aveva la pistola, lo seppi dopo, quando andarono i Carabinieri, insomma la Polizia, a guardare a casa sua. Allora lo seppi, quando fecero il coso…
Avv. Nino Filastò: Quindi, non l’ha sentito dire dal Vanni questa cosa.
F.P.: No.
Avv. Nino Filastò: Bisognerebbe capire perché l’ha detta qui. Più precisamente disse: “Attento che il Pacciani ha una pistola.”
F.P.: Il Lotti me lo disse.
Avv. Nino Filastò: Qui ha detto lo disse il Vanni.
F.P.: Il Vanni, sì.
Avv. Nino Filastò: Ah, ora l’ha detto il Vanni.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Senta, 9 febbraio del ’96…
F.P.: Mi fa diventa’ grullo!
Avv. Nino Filastò: Lei ha fatto questa dichiarazione, gliela leggo. Lei mi deve dire se…
F.P.: La legga.
Avv. Nino Filastò: … risponde alla verità oppure no. Stia a sentire bene come gliela leggo e com’è questa dichiarazione.
F.P.: Via, la legga.
Avv. Nino Filastò: 9 febbraio del ’96.
F.P.: Ma io la data…
Avv. Nino Filastò: No, va beh.
F.P.: … non mi interessa.
Avv. Nino Filastò: Lo devo dire io per il verbale. “L’altro che aveva la pistola, cioè il Pacciani, gli sparò e gli andò dietro mentre quello scappava continuando a sparare.” Si sta parlando del ragazzo che scappa, scalzo…
F.P.: Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: … e nudo, vestito, insomma scappa.
F.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: “Nello stesso tempo, il Vanni si introdusse nella tenda dal lato posteriore attraverso l’apertura che aveva praticato.” A parte come è descritto qui, ma comunque, lei vede il Vanni che si introduce nella tenda passando da quel taglio che aveva fatto lui col coltello.
F.P.: Sissignore. Sì.
Avv. Nino Filastò: È sicuro di questo?
F.P.: Sì, son sicurissimo.
Avv. Nino Filastò: Lo conferma?
F.P.: Porca miseria!
Presidente: L’ha detto anche prima.
P.M.: È tutto il giorno che lo dice.
F.P.: È andato a vedere… è tutto il giorno che glielo dico, ragazzi!
Presidente: Allora, senta a me. Ha finito, avvocato?
Avv. Nino Filastò: Sì, sì, ho finito.
Presidente: Bene. Allora, su questo punto…
F.P.: Non lo so, io!
Presidente: Scusi, eh. Su questo punto lei ha detto, sulla storia della tenda, il taglio della tenda…
Mario Vanni: (voce non udibile)
Avv. Nino Filastò: … non ci può passare lei perché sono due teli. Uno non è tagliato.
Mario Vanni: (voce non udibile)
Avv. Nino Filastò: Lo so che non è vero.
F.P.: Come ‘un è vero?
Presidente: Allora…
Avv. Nino Filastò: Certo che ‘un è vero.
F.P.: Ho visto tutti, io vidi tutto!
Presidente: Signor Pucci, signor Pucci, ora parli con me. Lasci stare l’avvocato.
F.P.: ‘Un ci si ragiona con quell’omo.
Presidente: Allora, io le riassumo quello che ha detto.
F.P.: Sì.
Presidente: Ha detto che ha visto il Vanni tagliare la tenda…
F.P.: Sì.
Presidente: … con un gesto dal basso verso l’alto.
F.P.: Sì, sì.
Presidente: Senza coltello, non ha visto col coltello.
F.P.: No, col coltello ‘un l’ho visto, io.
Presidente: Ora, lei non ha visto il coltello.
F.P.: No.
Presidente: Non ha visto cos’aveva in mano: una scimitarra, un machete, che so io?
F.P.: Sì, sì.
Presidente: Non so cosa avesse. Va bene? Dico io a lei: dal punto in cui lei guardava, vedeva il dietro della tenda, lei, o no?
F.P.: Come?
Presidente: Lei, quando si è affacciato alla piazzola e ha visto la tenda, ha visto il Vanni vicino la tenda, il dietro della tenda, dove poi il Vanni ha tagliato, lo vedeva o no?
F.P.: Sì, appena appena, perché l’era un po’ messa…
P.M.: Obliqua.
F.P.: Ecco, sì.
Presidente: Obliqua.
F.P.: Obliqua.
Presidente: Ecco.
F.P.: Eh!
Presidente: Lei non ha visto il taglio fatto… L’ha visto il taglio…
F.P.: No, sentii il rumore, io, e basta.
Presidente: Ecco. Lei dice che ha visto introdursi il Vanni nella tenda.
F.P.: Sì.
Presidente: Ma come faceva, allora, a vedere che il Vanni è entrato nella tenda, oppure non è passato dietro la tenda? Capito?
F.P.: Sì, ho capito.
Presidente: Ecco.
F.P.: Allora…
Presidente: Lei non…
Avv. Nino Filastò: No, no. Io mi oppongo a questo tipo di domanda, Presidente.
Presidente: No, no, no. Scusi, io devo chiarire, abbia pazienza.
(brusio)
Avv. Nino Filastò: … al teste che è…
Presidente: A parte che posso anche suggerire…
Avv. Nino Filastò: Questa è la verità.
Presidente: Bene.
Avv. Nino Filastò: Bene.
(brusio)
Presidente: … si possono fare anche domande suggestive in sede di interrogatorio.
Avv. Nino Filastò: Bene, ma certamente.
Presidente: E allora, quindi, per cortesia stia al suo posto. Allora, io sto solamente chiarendo cosa…
Avv. Nino Filastò: … di fare.
Presidente: … io sto solamente chiarendo il senso delle sue domande.
Avv. Nino Filastò: Opposizione formale e credo di avere il diritto di farla.
Presidente: Benissimo. Però faccia parlare, non si accavalli con le mie domande. Sto solamente chiarendo – questo è l’interesse del Presidente della Corte – come ha fatto quella risposta. Cosa ha visto e cosa non ha visto. Allora, lei il dietro della tenda non lo vedeva.
F.P.: No.
Presidente: Non lo vedeva. Quindi, lei non ha visto dove il Vanni ha tagliato.
F.P.: No.
Presidente: In che punto ha tagliato.
F.P.: No.
Presidente: Ha detto solamente: ha fatto un gesto dal basso in alto.
F.P.: Sì, io ho sentito il rumore e basta.
Presidente: Allora, io domando a lei e lei mi risponda: come fa a dire che il Vanni è entrato nella tenda? Oppure non è andato dietro la tenda? Come faceva a vedere?
F.P.: No, io…
Presidente: Se lei andava dietro lo vedeva, se andava dentro non lo vedeva: come faceva a dire che taglia la tenda?
F.P.: Io non l’ho visto, però ho sentito il rumore della tenda, tagliare la tenda.
Presidente: Ho capito. Quella cosa che ha detto è un’altra cosa.
F.P.: Ecco.
Presidente: Lei dice che è entrato in quel taglio, in quella tenda tagliata. Come fa a dire, se lì non poteva vedere, in quel punto?
F.P.: No, non potevo vedere da quella maniera, no.
Presidente: Lei non ha più visto il Vanni.
F.P.: No, ‘un l’ho più visto.
Presidente: Non ha visto il Vanni, però se è andato nella tenda o dietro la tenda lei non lo sa.
F.P.: No, ‘un lo so. Io ho sentito il rumore e basta. poi ‘un ho visto più nessuno. Ecco.
Presidente: Ha sentito tagliare, e poi non ha visto più il Vanni.
F.P.: Tagliare e basta. Poi non ho visto più niente, io. Oh, ci siamo.
Presidente: Poi, un’altra cosa: lei dice, prima, che arrivato alla piazzola ha visto il Vanni e il Pacciani, uno con la pistola, un altro che tagliava la tenda da dietro. Poi ha parlato di due uomini che sono usciti dalla macchina. Ma erano due uomini diversi, o erano sempre il Lotti, o il Vanni?
P.M.: Pacciani e il Vanni.
Presidente: Pacciani e il Vanni.
F.P.: No, Pacciani e il Vanni gl’erano.
Presidente: Il Pacciani e il Vanni sono usciti dalla macchina.
F.P.: Sì.
Presidente: Che era lì. La macchina che era più vicina alla tenda.
F.P.: Sì.
Presidente: Va bene, il documento è questo qui. (voce non udibile)
F.P.: Come fo a raccontare le bugie se ho visto ogni cosa.
Presidente: No, no, io queste cose non le…
F.P.: La lo domandi al Lotti, si vide tutti. Lei basta la lo domandi a lui, si vide tutti noi: come… ogni cosa.
Presidente: Senta, poc’anzi è intervenuto il Lo…
Mario Vanni: (voce non udibile)
Presidente: Poc’anzi
Mario Vanni: (voce non udibile)
Presidente: Vanni per cortesia.
Mario Vanni: (voce non udibile)
P.M.: Presidente, penso che ora…
Presidente: Allontaniamolo un’altra volta. Vanni, fuori per cortesia. Per cortesia i Carabinieri, fuori. Allora, Pucci.
F.P.: Sì, mi dica.
Presidente: Senta.
F.P.: Sì.
Presidente: Voglio dire una cosa a lei.
F.P.: Sì.
Presidente: Senta…
F.P.: Sì, sì.
Presidente: Non rida per cortesia, perché qui sono cose molto serie e molto tristi e non c’è nulla da ridere. Ecco, nulla da ridere, anzi c’è da piangere, ancora molto piangere.
F.P.: Ma io no, ‘un piango.
Presidente: Eh. Perché già si sono buttate tante lacrime in questa vicenda.
F.P.: Io ‘un piango mica.
Presidente: Ecco, va bene, allora stia serio, composto. E’ intervenuto poco fa il Van. .. come si chiama? Il Lotti e ha detto questo: ‘mentre eravamo fermati in macchina, quando è venuto da Firenze lì agli Scopeti…
F.P.: Sì, sì, sì.
Presidente: E’ passato il Vanni e il Pacciani che andavano verso la piazzola’.
F.P.: Sì.
Presidente: Lei ha detto sì, è così. Ecco, la macchina del Pacciani e del Vanni dov’era? L’ha vista lei questa macchina?
F.P.: Ma sì, eh.
Presidente: E dov’era questa macchina?
F.P.: Ma ora…
Presidente: Se l’ha vista lo dica, se non l’ha vista non lo dica. Da dove venivano questi signori quando sono passati davanti a voi?
F.P.: Ma io… Ma loro sono passati dalla strada.
Presidente: Cioè dalla Nazionale.
F.P.: Sì, dalla strada…
Presidente: Dalla Nazionale sono saliti verso su.
F.P.: Sì.
Presidente: Vi hanno visto a voi due, o no?
F.P.: No.
Presidente: Come, la macchina era lì.
F.P.: L’era lì, ma a noi ‘un c’hanno visto.
Presidente: Cioè non hanno guardato verso di voi?
F.P.: No.
Presidente: Vuol dire questo?
F.P.: Sì, sì.
Presidente: Sono passati di lì, vi potevano vedere.
F.P.: Ci potevano vedere, ma…
Presidente: Non si sono girati.
F.P.: Ma avranno fatto finta di vederci però, perché…
Presidente: Poi un’altra cosa: quando siete andati via, successi gli spari, il Lotti è tornato, eccetera, c’era un’altra macchina lì vicino, davanti a voi, un po’ più avanti? Se c’era un’altra macchina.
F.P.: Sì, credo di sì.
Presidente: E che macchina era?
F.P.: Chiara. Una macchina chiara l’era. Ma io che macchina l’era, non…
Presidente: Era una macchina grossa, una macchina piccola? Dov’era messa questa macchina?
F.P.: Lì, vicino alla tenda.
Presidente: No, alla tenda. La tenda lasciamola stare, la tenda è su. C’è la strada che porta alla piazzola, e la macchina è vicina alla tenda, quella è un’altra cosa, non ci interessa quella macchina lì. Mi interessa sapere se, dove eravate fermati voi con la macchina del Lotti lì, sulla strada…
F.P.: Noi ci si fermò proprio su, sul margine, vicino alla piazzolina, lì.
Presidente: Ecco, bravo. Sul margine. Li vicino…
F.P.: Poco distante dalla viottolina.
Presidente: Eh, lì vicino, quando siete tornati voi dalla piazzola e siete tornati giù, verso la macchina, si era fermata nel frattempo una macchina, o è venuta dopo un’altra macchina? Sì, o no?
F.P.: Sì.
Presidente: E che macchina era.
F.P.: Mah, che macchina l’era ‘un me lo ricordo, sa.
Presidente: E quando… ha visto chi c’era a bordo di questa macchina? C’era una, due persone, tre persone…
F.P.: Due persone c’era.
Presidente: Quanto?
F.P.: Due.
Presidente: Due persone.
F.P.: Sì.
Presidente: E si fermò davanti a voi, dietro a voi? Dove si fermò questa macchina?
F.P.: No, loro si fermonno più avanti.
Presidente: Più avanti?
F.P.: Sì.
Presidente: Era una macchina piccola, grande…
F.P.: Ma io, come l’era, ‘un me lo ricordo, codesto. La macchina, ‘un me lo ricordo. Io ‘un me lo ricordo.
Presidente: Senta, quando andaste a Vicchio, andaste a Vicchio, no?
F.P.: Sì.
Presidente: Oh, andaste a Vicchio.
F.P.: Sì, sì.
Presidente: E avete visto quei due ragazzi far l’amore, andaste per vedere quella coppietta, o andaste così?
F.P.: Noi ci si capitò per caso, ha capito, lì, a Vicchio.
Presidente: Cioè, cosa gli disse il Lotti a lei, quel giorno? Siccome la macchina la guidava il Lotti, cosa gli disse? ‘Vieni con me’, dove?
F.P.: Mah, lui… lui disse: ‘guardiamo un pochino icché fanno, icché un fanno’, ecco e basta.
Presidente: Come?
F.P.: ‘Guardiamo un po’ icché fanno’, capito?
Presidente: Cioè, voi dovevate andare a vedere una coppietta.
F.P.: Sì.
Presidente: E disse più o meno in che zona?
TESTE Pucci F. : E poi dopo si viene noi… ‘un ci si fermò insomma, si andò via.
Presidente: Bene. Avvocato Santoni Franchetti, aveva domande lei?
Avv. Santoni Franchetti: Sì, Presidente. Grazie. Signor Pucci, lei ha detto di aver visto questo ragazzo uscire dalla tenda correndo via. Si ricorda? E che Pacciani gli sparò dietro. Si ricorda abbastanza esattamente dov’era posizionato, in che posto era il Pacciani, rispetto alla tenda?
Presidente: Lo ha già detto, avvocato, questo qui.
Avv. Santoni Franchetti: No, c’è un’altra domanda dopo, Presidente. Questo è il prologo.
Presidente: Come?
Avv. Santoni Franchetti: Dopo segue un’altra domanda.
Presidente: Sì.
Avv. Santoni Franchetti: Quindi volevo, se il teste ora se lo ricordava, visto che ha frequenti amnesie… Più o meno quanto era distante dalla tenda.
F.P.: ‘Un ho ricordanza.
Avv. Santoni Franchetti: Non ha ricordanza, in questo momento.
F.P.: Mah, io… Perché tanto ‘un me ne ricordo.
Avv. Santoni Franchetti: Ma molto o poco vicino alla tenda?
F.P.: ‘Un me lo ricordo, guardi.
AW. Franchetti S. : Non se lo ricorda.
F.P.: ‘Un me lo ricordo, ‘un ho mente, ora. !
AW. Franchetti S. : Ma lei si ricorda che gli sparò dietro a questo ragazzo. Da dietro gli sparò. Ha detto che gli sparò due colpi, prima, stamattina.
F.P.: Sì, li ho sentiti io…. Sentiti, li ho sentiti io, due colpi.
Avv. Santoni Franchetti: Due colpi. Ma vide il ragazzo cadere per terra?
F.P.: No, ‘un vidi niente.
Avv. Santoni Franchetti: E vide anche il Pacciani andargli dietro, o no? A questo…
F.P.: No. No, no.
Avv. Santoni Franchetti: Assolutamente nulla.
F.P.: (diniego)
Avv. Santoni Franchetti: Lei andò via in quel momento preciso.
Presidente: Non è stato in grado di dire neanche se l’uomo che scappò, che uscì dalla tenda, era nudo o vestito. Tanto per precisare.
Avv. Santoni Franchetti: Quindi, non ha ricordanza. Bene. Senta, un’altra cosa, signor Pucci: il Lotti lei lo vide sabato?
F.P.: No. AW. Franchetti S. : Quindi lei, della tenda, non sapeva nulla il sabato.
F.P.: (diniego) Non sapevo niente.
Avv. Santoni Franchetti: Lei si ricorda cosa fece il sabato sera?
F.P.: No, io ‘un ci… Un mi avrei a ricordare icché feci a…
Avv. Santoni Franchetti: Il giorno prima di un fatto così importante, non se ne ricorda, per caso?
F.P.: L’è più di 10 anni, sicché…
Avv. Santoni Franchetti: Con un po’ di buona volontà.
F.P.: ‘Un me lo ricordo.
Avv. Santoni Franchetti: Non se lo ricorda.
F.P.: L’è inutile confondisi.
Avv. Santoni Franchetti: Senta, signor Pucci, il Lotti gli raccontava tutto? I suoi fatti… Eravate molto amici?
F.P.: SI, un po’ po’ me lo raccontava, ma non mica tante cose.
Avv. Santoni Franchetti: Non aveva un grande…
F.P.: No, no.
Avv. Santoni Franchetti: Le ha mai raccontato di una circostanza che gli era stata riferita dal Vanni. E cioè che un giorno gli era stato detto di aver visto una persona, un sardo, e che avevano commesso un omicidio per liberare una persona in carcere?
F.P.: (diniego)
Avv. Santoni Franchetti: Non glielo ha mai riferito il Lotti, questa circostanza?
F.P.: No.
Avv. Santoni Franchetti: Nessun’altra domanda, Presidente. Grazie.
Presidente: Bene. Allora, può andare, grazie.
P.M.: Presidente, chiedo scusa. E’ solo una domanda veramente, per fortuna, lontana da questi temi, anche se è un particolare.
Presidente: Ah.
P.M.: Quello relativo al fatto che aveva imbiancato la casa di Vanni.
Presidente: Ah, SÌ, sì.
P.M.: Ora, siccome oggi ha riferito, a domanda del difensore che in realtà, prima ha detto: “non mi ricordo quando è stato”, poi ha detto: “Vanni non c’era in casa”, poi ha detto: “no”, a domanda “era andato in pensione?” Io vorrei contestare e fare presente a Pucci che, sul punto, Pucci questo ha detto : “Io, a volte facevo lavoretti a casa di Vanni. Sono stato a imbiancare e a verniciargli la casa. Dopo aver assistito all’omicidio dell’85, non ci sono voluto più tornare. Vanni era violento, non voleva che … ” Quindi, secondo queste dichiarazioni, siccome lei non c’è più tornato, la casa gliel’ha imbiancata prima dell’omicidio. Vorrei che lei ricordasse come stanno le cose.
F.P.: Sì, prima dell’omicidio. Ma non dopo.
P.M.: Va bene. Non ho altre domande. ?
F.P.: Eh, è logica, eh.
P.M.: Sì che sia logica…
Presidente: No, no, può andare. Grazie.
P.M.: Presidente, io… Sì, può andare senz’altro.
Presidente: Signor Pucci, può andare, grazie.
P.M.: Io vorrei produrre alla Corte tutti i verbali, nell’ordine cronologico che sono, nel fascicolo del P.M., relativi a tutte le dichiarazioni rese nel corso delle indagini preliminari da Pucci Fernando. Così come vorrei – e di fatto deposito, perché è stato usato sempre per contestazioni – il verbale relativo alla trascrizione del sopralluogo. Perché c’è, sia registrazione, che trascrizione fatta fare da un consulente tecnico del P.M. Ovviamente, Presidente, è inutile dire che il P.M., a questo punto, si riserva, nel momento più opportuno di questo procedimento, di valutare le dichiarazioni del Pucci. perché, obiettivamente, sono quantomeno dichiarazioni dalle quali emerge qualcosa di più ampio, rispetto a quello che è emerso nel corso delle indagini. E soprattutto nel momento in cui, con una certa – a me sembra – attenzione più di quella che vuol far sembrare, il signor Pucci cerca di ricordare meno, o almeno ricorda meno particolari, per quanto riguarda un coinvolgimento più ampio in questa vicenda. E’ una riserva che faccio, al momento opportuno – se del caso – farò delle richieste alla Corte in tal senso. Produco i documenti nei termini che ho detto.
Presidente: L’altro teste? Valdemaro, il signor Valdemaro.
Avv. Nino Filastò: Presidente, su questa produzione del Pubblico Ministero, l’avvocato Filastò chiede che il Pubblico Ministero voglia produrre anche, perlomeno che il Tribunale acquisisca, anzi, dal fascicolo del Pubblico Ministero, le registrazioni sia del verbale di sopralluogo che di quelle dichiarazioni fatte da Pucci durante il confronto.
Presidente: Se ci sono.
P.M.: Quelle che ci sono. Tutte. Sottomano ho trovato quelle relative al sopralluogo.
Presidente: Bene.
P.M.: Tutte quelle che ci sono, sono trascritte.
Avv. Nino Filastò: Tutte le registrazioni le bobine. E poi fo istanza perché la Corte le veda. Le veda e le ascolti. |
Presidente: Anzi, le metta a disposizione. Possiamo anche ascoltarle, se volete.
P.M.: Senz’altro, Presidente.
Presidente: Oh via.
P.M.: Io lo dico subito: la mia memoria, sul punto, forse non è come quella di Pucci, però, avendone sentiti tanti, ho qualche perplessità delle registrazioni che ci sono. Però ho sottomano, e quindi su questo sono sicuro, il verbale di trascrizione del sopralluogo nel quale ha rilasciato dichiarazioni. Quello c’è.
Presidente: Sì, sì. Bene.
P.M.: C’è anche il verbale di trascrizione, quindi c’è sicuramente la bobina.
Presidente: Bene. Mercoledì o giovedì, me lo produce. Va bene?
P.M.: Senz’altro, Presidente. Sulle altre, se ci sono, sono a disposizione, ovviamente. Sono nel fascicolo. E’ ovvio che era un teste… Era facoltativo, non so se è stato registrato.
Presidente: Eh, lo so.
P.M.: Il Lotti è stato registrato, dal momento in cui…
Presidente: L’esame è previsto. L’imputato…
Valdemaro Pucci: Signor Presidente, non vorrei essere ripreso dalla telecamera.
Presidente: Bene. Allora, il teste non vuol essere ripreso. Per cortesia, le telecamere, niente. Lei si chiama Pucci Valdemaro?
V.P.: Sì.
Presidente: Dov’è nato, dove risiede?
V.P.: Nato a San Casciano Val di Pesa il 30 marzo 1936. Risiedo a San Casciano Val di Pesa. Devo leggere?
Presidente: Sì, legga quella formula sì.
V.P.: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Sì, grazie, Presidente. Signor Pucci, lei che grado di parentela ha con Fernando?
V.P.: È mio fratello.
P.M.: È suo fratello. Convive con lei?
V.P.: No, signore, viene a mangiare a casa mia.
P.M.: Abita vicino a lei?
V.P.: Sì, a 50 metri.
P.M.: Senta, signor Pucci, lei ci può dire i vostri genitori quand’è che sono deceduti?
V.P.: Mio padre morì nel ’44; mia mamma mi ricordo… nel ’67, mi pare. 22 anni fa.
P.M.: Ecco, siccome è stato una curiosità lecita, penso, stamani e nelle udienze precedenti, lei ci sa dire quale fu la causa di morte della sua mamma? Che malattia aveva…
V.P.: Eh, una metastasi tumorale delle ossa. È andata in coma per tre giorni e poi è morta.
P.M.: È deceduta in casa, o in ospedale?
V.P.: Sissignore, a casa.
P.M.: E in coma, questo stato di coma, ce lo aveva in casa?
V.P.: Sissignore, sì.
P.M.: E Fernando ha detto non distingueva il giorno dalla notte.
V.P.: Eh, lo sa, quando sono in coma, le persone per un tumore…
P.M.: No, no, era
V.P.: L’era una donna che pativa tanto, poi cominciarono a fargli la morfina e ci si aveva un dottore, lì… Ma stiede tanto all’ospedale. Poi la rimandarono a casa per morire, insomma, ecco.
P.M.: Ricorda quanto è stata in ospedale?
V.P.: Quanto è stata?
P.M.: Sì, quanto, per quanto tempo,.
V.P.: Mi sembra un paio di mesi, un mese… Ma io non me lo ricordo questo…
P.M.: Ma non mi importa la precisione.
V.P.: No, proprio la precisione…
P.M.: Almeno a me non mi interessa. Lei ricorda…
V.P.: Sì, perché lei fu operata anche, prima. Prima 10 anni.
P.M.: Per questo male?
V.P.: Per questo male, sì. Gli levarono tutto sotto.
P.M.: Ho capito.
V.P.: Avanti otto anni. E poi andò in metastasi e…
P.M.: Ricorda se, anche prima di morire, era stata in ospedale? Sia quando fu operata, che quando morì, o no?
V.P.: Nossignore.
P.M.: Non lo ricorda.
V.P.: Quando, quando riammalò, ritornò all’ospedale.
P.M.: Ricorda a quale ospedale?
V.P.: A Careggi, l’andò.
P.M.: Mi scusi se le faccio la domanda. Ma è solo esclusivamente per chiarezza.
V.P.: Prego.
P.M.: Per caso sua mamma ha mai avuto problemi, per intenderci, come quelli di Fernando?
V.P.: No.
P.M.: Assolutamente.
V.P.: La mi mamma era… la più brava donna del mondo. Poi l’ha tirato su quattro figlioli con…
P.M.: Io gliel’ho voluto…
V.P.: Il più grande aveva 12 anni, e morì il mi’ povero babbo, e…
P.M.: Molto chiaro.
V.P.: Di TBC. E la presi anch’io la TBC.
P.M.: Ho capito.
V.P.: Stiedi un po’ all’ospedale e poi sono guarito, insomma.
P.M.: Senta un po’…
V.P.: La mi mamma era una donna che era rispettata da tutti, perché lavorava tanto e era bravissima, insomma.
P.M.: Comunque, interessava ora sapere delle sue malattie. Lei è stato molto chiaro. Può raccontare alla Corte come e quando è venuto a sapere dei racconti di Fernando relativamente ai delitti delle coppiette? Chi aveva… su quello che aveva riferito Fernando, come ve lo ha detto a voi, e quando?
V.P.: La prima volta che me lo disse, io l’accompa… Quando venne quei due signori per…
P.M.: Per portarlo
V.P.: Per portarlo giù… No, lo accompagnai io, dottore.
P.M.: Lo accompagnò lei.
V.P.: Sì.
P.M.: No, siccome sa…
V.P.: Sì, e stiedi fino a verso le 9, mi pare.
P.M.: Lo accompagnò lei. Erano i primi di gennaio del…
V.P.: La prima volta, sì.
P.M.: 2 gennaio.
V.P.: Ecco, la prima volta che lo…
P.M.: Lo accompagnò lei, non fu…
V.P.: Sissignore. Fui soltanto io ad accompagnarlo.
P.M.: Benissimo.
V.P.: E poi, quando… Io non sapevo perché lo avevano chiamato. Poi, quando… Perché dentro non fate entrare nessuno. Quando lo ripresi in macchina, gli dissi: ‘ma icché t’hai fatto? Che c’è qualcosa di male?’ ‘Mah, io passai così dagli Scopeti, mi fermai per fare un bisogno con Giancarlo e ho visto, ho sentito delle voci, poi degli spari, poi sono andato via. Ma la voce la mi sembrava quella del Pacciani’. Ecco, la voce mia…
P.M.: Così…
V.P.: Mi disse così.
P.M.: Questa è la prima versione.
V.P.: Questa è la prima versione, sì.
P.M.: Poi le ha detto maggiori particolari?
V.P.: Poi mi diceva sempre qualcosa. Perché, lei lo sci…
P.M.: E bene… Io lo so e c’è nei verbali, però è bene che lei lo riferisca alla Corte.
V.P.: … la gli diceva di non dire nulla a nessuno, lei.
P.M.: Questo, è vero.
V.P.: E non me lo diceva neanche a me.
P.M.: Poi…
V.P.: Lo sapete prima voi, che io. Io, troppo quando era a tavola, insistevo: ‘Fernandino, o icché t’hai fatto, come l’è andata, icché tu hai visto…’, e lui, un pochino rispondeva, così. E poi dopo, quando vedo che la cosa la cominciava un pochino… non c’è da insister tanto, perché lui piglia e batte ogni cosa in terra, capito? E allora aspettai, aspettai, aspettai. Poi, da ultimo, me lo disse.
P.M.: Come le disse? E quando fu…
V.P.: A tavola, me lo disse insieme alla mi’ moglie. Io, quando, non me ne ricordo, avvocato. Mi disse: ‘ho visto Mario che con un coltello tagliava la tenda. E il Pacciani a sparare’. Ecco, io so questo qui.
P.M.: Questo, le disse. Poi le ha riferito successivamente, o nella stessa circostanza – tant’è che lei, su questo, ha deposto – che Fernando ha anche riferito qualcosa sui fatti precedenti? Sul fatto che andavano a spiare coppie con il Lotti?
V.P.: No, questo no, non me lo diceva. Me lo ha detto un po’ dopo, questo qui.
P.M.: Come gliel’ha detto?
V.P.: Anzi, gliel’ho detto io. ‘O icché tu… l’ho saputo’.
P.M.: Glielo ha detto, nel senso glielo ha chiesto…
V.P.: Sì, gliel’ho chiesto, dico: ‘come mai…’, dice: ‘si andava, mi portava Giancarlo’. Io sapevo che andava con Giancarlo, ma io credevo andesse a Firenze come gli uomini a volte vanno, no? Lui non ha moglie…
P.M.: Certo, prostitute. Normalissimo.
V.P.: Ecco. Non ha moglie, e… Io ero sicuro di questo qui. Ma che gli andesse a guardar le coppie, io…
P.M.: Glielo ha detto poi…
V.P.: Dopo…
P.M.: Glielo ha riferito lo stesso Fernando?
V.P.: … me lo ha riferito… Sì, me lo ha riferito dopo Fernando.
P.M.: Che ci andava col Lotti o andava anche con gli altri?
V.P.: No, lui andava con il Lotti, mi diceva.
P.M.: Così le ha detto.
V.P.: Così mi ha detto, sì.
P.M.: E gli ha detto anche che era stato, sia alla piazzola di Vicchio, che a Montespertoli?
V.P.: Sì. Alla piazzola di Vicchio me lo disse… Perché da principio diceva di no. E poi, piano piano, insomma, gli feci dire… Ma mi disse: ‘sì, sono stato una volta a Vicchio’. E poi andava anche, credo, in passato, quando gli dissi: ‘ma anche a Montespertoli?’, dice: ‘sì, quando andavo alla festa di vino, ci si fermò a vedere questa… ‘
P.M.: A vedere? Una coppia che c’era lì?
V.P.: Una coppia che… Queste coppie, non lo so.
P.M.: Questo, lo ha già riferito nel verbale. Senta ancora una cosa: e questo fatto che faceva, in sostanza, questa attività col Lotti, a lei non gli era mai venuto un sospetto prima?
V.P.: No, signore, non mi era mai venuto punti sospetti. Proprio non ci pensavo nemmeno a questa cosa di “Mostro”. Anzi, il Lotti, gli dissi anche: ‘Fernando portalo…’, sapevo che era solo, una volta per Natale, gli dissi: ‘portalo a mangiar lì, è solo, sempre..’, sa, lo portava a fare, a fare qualche girata in macchina. Lui la macchina non la manda. Io, sa, il Lotti lo conoscevo, ma non credevo fossero persone di questo calibro qui, ecco. Sennò non ce lo mandavo. Anzi, se davo retta alla mi’ sorella, forse lei la non voleva che andesse a prostitute, capito? Però io dicevo: ‘è un uomo, lasciamolo andare una volta ogni tanto, gli fa altro che bene’, ecco. Per me.
P.M.: E questo fatto che a lei, suo fratello abbia, e poi anche agli inquirenti, abbia raccontato questa verità a pezzi…
V.P.: Eh, sa, è un tipo a quella maniera. E si vede che… Chi lo sa, questo non glielo posso dire, signor…
P.M.: È un tipo chiuso, che non racconta di queste cose? Del fatto che andava a prostitute, lo ha immaginato lei, o glielo raccontava…
V.P.: No, non me lo ha mai raccontato a me. Però…
P.M.: Non glielo ha mai raccontato.
V.P.: … lo immaginavo, insomma.
P.M.: Si capiva.
V.P.: No, no, ma non me l’ha mai raccontato che andava…
P.M.: Ecco, il fatto…
V.P.: A volte, con questi ragazzi: ‘ma sai, io vo, sai, eh..’, capito? Così lo diceva. Ma non personalmente a me.
P.M.: A lei non glielo ha mai detto.
V.P.: Mai confessato, no.
P.M.: Quindi, questi erano argomenti, in genere, di cui non parlavate.
V.P.: No, io non glielo dicevo, ma lo sapevo.
P.M.: Sì, sì. Senta…
V.P.: Però non glielo dicevo perché, sa, è una cosa un po’ particolare. Dico, tanto…
P.M.: Personale.
V.P.: Bisogna che… Personale, sì.
P.M.: Senta, quando c’era il processo Pacciani, processo che è stato trasmesso anche in televisione, è mai capitato di fare commenti, o parlarne con…
V.P.: Sì. No, parlarne no, perché lui non ne voleva parlare di queste cose.
P.M.: Non ne voleva parlare.
V.P.: No. Solamente una volta, la mi’ moglie, così in scherzo, a volte la gli faceva degli scherzi, la gli disse: ‘qualche volta ti arrestano anche te’. Prese il piatto, lo batté in terra e andette via. E noi si rimase un po’ male di questo fatto. Ma non ci si pensava, dottore, a queste cose. Chi pensa che sia stato impelagato in queste cose qui? Che andava a vedere, che aveva visto bene, chi lo pensava?
P.M.: Cioè, a lei sembrò strano che rompesse il piatto a questo…
V.P.: Sì, mi sembrò strano, ma non ci pensavo, dottore. A volte la lo fa confondere, a volte non gli piace qualche cosa. Capito? E allora piglia e si alza, di molte volte, così. Questi scatti ce li ha, però, noi si sa, da piccino che, insomma, si sa che è così, bisogna saperlo pigliare…
P.M.: Vi ha mai espresso qualche parere sulla persona del Pacciani?
V.P.: No.
P.M.: Ha mai detto: ‘è un tipo…’
V.P.: No, quello no. Non me lo ha mai detto. Non ne voleva parlare di queste cose. Forse si voleva tenere questa cosa chiusa, se era capitato… Questo…
P.M.: Senta un po’ signor Valdemaro, le faccio una domanda difficile.
V.P.: Sì.
P.M.: Ma lei aveva intuito qualcosa, che avesse qualche mistero, suo fratello…
V.P.: Nossignore. No, no, non ci pensavo, dottore, a queste cose qui. Io, proprio a queste cose qui, non ci andavo neanche pensandoci. L’è una cosa tanto grande, che… che non ci pensavo nemmeno.
P.M.: Certo. Questo fatto che ruppe questo piatto e voi poi avete pensato questo, lo sa collocare nel tempo? Era quando… una volta che c’era il processo in televisione, o…?
V.P.: C’era qualcosa in televisione, ma io non glielo so dire, dottore, quando.
P.M.: E come mai sua sorella gli disse: ‘qualche volta arrestano anche te’? Così, scherzando…
V.P.: No, la mi’ moglie, la…
P.M.: Sua, scusi, sua moglie.
V.P.: Sì, la mi’ moglie. Ma la glielo diceva così, per ischerzo, qualche cosa, a volte, capito? Glieli fa gli scherzi la mi’ moglie, perché la c’ha confidenza e…
P.M.: Perché sapeva sua moglie che lui aveva un po’ frequentato Pacciani e Vanni, o…
V.P.: No, no, non frequentava Pacciani e Vanni, veramente. Non… Lui non ha mai…
P.M.: Poi, a quell’epoca, si parlava solo di Pacciani, per la verità.
V.P.: Prego?
P.M.: A quell’epoca, per la verità, il processo era solo a Pacciani.
V.P.: Sì sì…
P.M.: Sbaglio io a farle una domanda di questo genere.
V.P.: Sì, sissignore. Ma non aveva frequentato né Pacciani, né Vanni, che io sappia. Nella mia cosa…
P.M.: Perché, per quel che sa lei, frequentava Lotti.
V.P.: Sì, sì. Lotti, sì lo frequentava.
P.M.: Lei sa…
V.P.: Come le ripeto, lo invitai anche a mangiare a casa.
P.M.: Lei sa a quanto risale questa frequenza nel tempo? Prima degli omicidi…
V.P.: Eh, dottore, io non me lo ricordo io, questo costì. Sa, frequentava il Lotti, poi smise per una certa cosa che lo sa anche lei, mi sembra.
P.M.: Sì, ce la dice anche a noi, come la sa lei?
V.P.: Sì, sì.
P.M.: Cioè, secondo lei, perché smise?
V.P.: Io, quando…
P.M.: Lui oggi ci ha raccontato, diciamo, più versioni, come fa lui. Il motivo…
V.P.: Smise, perché Fernando è così, però ci vuole bene a noi. Sa, si accudisce, insomma. E a volte risponde male…
P.M.: Cioè, ora lei ci sta spiegando il perché sa lei che smise.
V.P.: Sì. Io, a me mi ha racco… Mi ha raccontato, mi disse, mi disse così. Io gli dissi, il Lotti cominciò a venire un pochino in negozio a fare un pochina di spesa, no? Io c’ho un negozio di generi alimentari. E, una volta, non ci aveva soldi e mi disse: ‘mi cambi un assegno?’ Dico: ‘va bene, ti cambio un assegno’. Gli cambiai l’assegno, fece la spesa e pagò. Questo assegno io lo misi in banca come…
P.M.: E è venuto protestato.
V.P.: E è venuto… No, non glielo feci protestare, le dico la verità, dottore. Mi dispiacque… Anzi, gli telefonai in banca e gli dissi: ‘guardi, la ‘un lo protesti, perché anche lui l’è un disgraziato.’, dissi, icché tu vuoi protestare… E glielo dissi al mi’ fratello dopo un po’ di tempo, dopo, quando mi capitò l’occasione. Perché io tentai, tentai di poter riavere questi soldi da…
P.M.: Da Lotti.
V.P.: … da Lotti. Poi vedevo che non mi guardava più, insomma, anche se lo incontravo a San Casciano, andava in qua e là, dissi: ‘ma lasciamolo fare’. E gli dissi: ‘begli amici tu hai, Fernando. Guarda icché t’ha fatto, si è invitato anche a mangiare…’, ecco. Poi…
P.M.: Ma lei ricorda se invece… questo episodio mi sembra lei lo abbia collocato nel tempo negli anni ’90, dico bene?
V.P.: Non lo so, dottore. C’ho l’assegno qui, si guarda la data…
P.M.: Sì, ora lo vediamo.
V.P.: La guarda la data, dopo un mesetto, la potrà fare il conto.
P.M.: Benissimo, ora guardiamo. Siamo nel ’90… ’91, per l’esattezza.
V.P.: Ecco, sì, sì.
P.M.: Invece, Giancarlo, scusi, Fernando, ci ha raccontato che lui, dopo l’omicidio, cioè nell’85 – risulta dai verbali, così ha dichiarato – che la domenica dopo, erano d’accordo che si trovavano al solito posto, dopo l’omicidio dell’85. Il Lotti non andò all’appuntamento e lui non lo volle più vedere. Così dice Fernando.
V.P.: Io so questo: andava fuori col Lotti. Poi…
P.M.: Lei ricorda che, da un certo periodo in poi, dopo l’omicidio, la domenica non veniva più Giancarlo a prenderlo?
V.P.: Sì, questo, questo sì. Che ‘un… Il Lotti, dopo io stiedi tanto senza vederlo. Poi capitò questa, questa…
P.M.: Quindi, lei ricorda che fra l’85 e, quantomeno a questo episodio, non è più venuto la domenica a prenderlo?
V.P.: Eh, non me ne ricordo dottore, questo…
P.M.: Però ricorda che…
V.P.: Perché dimolte volte, non lo diceva nemmeno Fernando, capito? Se andava via o no.
P.M.: Ma lei ha ricordo che, per un certo periodo, non venne più prima dell’omicidio…
V.P.: Sì.
P.M.: Prima, mi scusi, dell’episodio dell’assegno.
V.P.: Mi sembra di sì. Io so che questo Lotti dopo venne… Ma io l’ho invitato a mangiare, non mi ricordo quando. Per un Natale, ma quando il Natale di che anno non me lo ricordo. Perché gli dissi a Fernando, era solo: ‘invitalo a mangiare a Natale’, gli dissi.
P.M.: Ma era dopo l’omicidio di Scopeti, questo Natale?
V.P.: Eh, non me lo ricordo, dottore.
P.M.: Non se lo ricorda. Potrebbe essere stato prima?
V.P.: No, io penso di no. Poi, l’assegno fu nel ’91, ha detto, vero, dottore?
P.M.: A leggere, se lei lo ha bancato, come si suol dire, in quelle date lì…
V.P.: Sì, dopo tre o quattro giorni, lo banco, io.
P.M.: Io leggo qui novembre ’91.
V.P.: Ecco. E allora sarà stato… L’omicidio fu nell’86, ha detto?
P.M.: ’85.
V.P.: ’85, io dico si vedeva anche dopo.
P.M.: Ho capito. Senta, lei ricorda – così ci ha raccontato, mi sembra, sua sorella – di un lavoro che lei avrebbe trovato, o qualcuno avrebbe trovato al Lotti, su, diciamo, interessamento di Fernando?
V.P.: Sì. Di Fernando, sì.
P.M.: Questo lo…
V.P.: Gli trovai un lavoro di manovale, lì a Mercatale. Ma però ce lo tennero poco, insomma, ecco.
P.M.: Ce lo tennero poco perché…
V.P.: Non era… si vede non faceva il suo dovere.
P.M.: Lei ricorda questo episodio del lavoro, lo sa collocare nel tempo? Prima dell’omicidio dell’85…
V.P.: Dottore, non glielo posso dire, codesto, io. No me lo ricordo io queste cose costì.
P.M.: Va bene.
V.P.: Sono cose banali che io non ci ho…
P.M.: Certo. Allora le chiedo un’altra…
V.P.: Non le ho messe a fuoco, ha capito?
P.M.: …cosa banale, per vedere se lei è in grado di ricordare qualcosa. Se non la ricorda, ovviamente, dice come sta dicendo ora: “Non l’ho messo a fuoco”.
V.P.: Certo.
P.M.: Lei sa se fra i lavori che faceva a parenti e conoscenti, Fernando ha anche imbiancato casa del Vanni?
V.P.: Sissignore. Qualche volta…
P.M.: Lo sa direttamente dal Vanni, dal Lotti, o solo da Fernando?
V.P.: No, no, perché a me mi telefonava a me il Vanni. E mi diceva: ‘digli a Fernando c’ho da imbiancare’, e poi si mettevano d’accordo fra sé. Io glielo dicevo e…
P.M.: Ecco. È avvenuto più volte? Ha imbiancato casa più volte?
V.P.: Ma non lo so. Mi sembra due volte, dottore, ma non me lo ricordo.
P.M.: Senta, lei, prima che le faccia domande specifiche, è in grado di collocare nel tempo quando sono state queste imbiancature?
V.P.: No. Non glielo posso dire.
P.M.: Quindi, se io le chiedo prima che andasse in pensine, dopo che è andato in pensione Vanni, sono difficili per lei da ricordare, o ha qualche aggancio preciso?
V.P.: No, gli è stato anche prima di andare in pensione, sì. E dopo che è andato in pensione.
P.M.: È andato due volte.
V.P.: Sì, due o tre volte. Io, dottore, non glielo posso dire quando…
P.M.: Perché Fernando, stamani ha detto che, dopo l’omicidio dell’85, anzi, stamani, poco fa, pochi minuti fa, ha detto Fernando, a mia contestazione, perché così aveva detto durante le indagini, dice: ‘no, dopo l’omicidio Vanni non l’ho più voluto vedere’.
V.P.: E mi sembra anche a me che gli abbia detto dopo. Non me lo ricordo io, dottore. Queste cose costì io non gliele posso dire, se è andato prima o dopo.
P.M.: Va bene.
V.P.: È andato a imbiancare al Vanni, è andato perché lo chiamava. E lui era amico e diceva, gli stava postino lì, a Montefiridolfi… Ha capito?
P.M.: Lo ha… Ho capito. Lo ha detto anche a lei suo fratello che, dopo l’omicidio dell’85 e dopo quello che era successo, non aveva più voluto vedere…
V.P.: Mi sembra che mi abbai detto qualcosa: ‘non ci ritorno dal Vanni’, ma io non collocavo, queste cose non le collocavo con queste cose qui. Capito?
P.M.: Non ho altre domande. Grazie.
Presidente: Avvocato Curandai.
Avv. Giampaolo Curandai: Sì, signor Pucci – avvocato Curandai di parte civile – mi risulta che il Pacciani fosse vostro cliente.
V.P.: No, signore, questo no, ha sbagliato. Pacciani, gli racconto subito la storia. Venne a Montefiri…
Avv. Giampaolo Curandai: Ecco, sì.
V.P.: Posso?
Avv. Giampaolo Curandai: Ecco, grazie.
V.P.: Venne a Montefiridolfi. . . Io, come le ripeto, c’ho un negozio di generi alimentari.
Avv. Giampaolo Curandai: Sì, un cliente vostro.
V.P.: E dicevano che aveva bisogno, perché aveva due bambine… Io le racconto subito come la sta.
Avv. Giampaolo Curandai: Sì, sì.
V.P.: E gli dissi… Ma io, se è quando arrivò subito, o dopo, io non… Sa, sarà stato dopo un mese, dopo due mesi, cose così. Ma in negozio mio ci veniva poco. E gli dissi: ‘guarda, c’ho da…’
Avv. Giampaolo Curandai: Ah ecco, ci veniva.
V.P.: Sì, qualche volta ci veniva, sì. Sì, ma dopo questo fatto che le racconto, non c’è più ritornato.
Avv. Giampaolo Curandai: Grazie.
V.P.: Lo chiamai per zappar l’orto, perché diceva voleva guadagnare qualcosa in più per… Ora io c’ho moglie, la lascio a casa, lì. La sera, torno a casa e mi dice: ‘Senti, Valdemaro, io quell’uomo accanto non ce lo voglio, perché mi fa degli scherzi un po’ a bischero. E birre ne ha bevute quattro o cinque, sicché…’Birre ne ha bevute quattro o cinque..’, gli chiedeva la birra, ha capito, signore.
Avv. Giampaolo Curandai: Certo, certo.
V.P.: Io, la mattina, quando questo uomo ritornò, mi disse: ‘non ho finito ancora’. ‘No’, dico, ‘senti, per me t’hai bell’ e finito’. Dice: ‘come?’ ‘No, no, tu mi dici icché tu hai da avere, io e te più lontano si sta e meglio è’. Ecco, il coso, a me…
Avv. Giampaolo Curandai: Mi sembra di aver capito che molestava la signora.
V.P.: Ecco, bravo signore.
Avv. Giampaolo Curandai: Parliamoci chiaro e tondo.
V.P.: Sì. Non che gli abbia dato delle toccate, o così. Ma con la voce. Ha capito?
Presidente: Altre domande?
Avv. Nino Filastò: Avvocato Filastò, difensore di Vanni. A proposito di questo episodio che lei ha raccontato ora…
V.P.: Sissignore.
Avv. Nino Filastò: … di aver fatto questo, dato questo lavoro a Pacciani, lei si rammenta quando è avvenuto questo?
V.P.: Eh, dopo poco venne lassù, dottore, io ‘un me lo ricordo quando. Sono cose lunghe, ha capito? Lavoro, gli dissi: ‘zappami l’orto’. E voleva guadagnare in più qualche cosa, dicevano che ne aveva bisogno. Però fu un giorno solo, ha capito, dottore?
Avv. Nino Filastò: Che lei sappia – per averlo sentito dire in paese – di queste domande di fare l’amore di questo genere, saltuario, dalle varie persone lì di Montefiridolfi, il Pacciani aveva fatto questa offerta anche a qualcun altro?
V.P.: Ora, codesto non lo so, dottore.
Avv. Nino Filastò: Non lo sa.
V.P.: Io qualche lavorino in qua e in là, l’ha fatto di certo, per arrotondare un po’ lo stipendio, ha capito?
Avv. Nino Filastò: Senta, quando poi suo fratello si decise a raccontargli quello che aveva visto, lei si rammenta con precisione che ha detto: ‘ho visto Mario che con un coltello tagliava la tenda?’
V.P.: Sissignore, proprio la precisione così.
Avv. Nino Filastò: Proprio queste parole?
V.P.: Sì: ‘ho visto che Mario aveva il coltello in mano a tagliare la tenda e il Pacciani con la pistola sparare’.
Avv. Nino Filastò: Va bene, grazie.
V.P.: Prego, dottore.
Avv. Nino Filastò: Senta, questo fatto di buttare tutto in terra, ogni tanto, suo fratello…
V.P.: Scusi, non ho capito. Questo?
Avv. Nino Filastò: Suo fratello, ogni tanto ha queste crisi, buttare le cose in terra, avvengono spesso?
V.P.: Sì. Ha qualche… se tu lo fai arrabbiare molto, ecco, succede queste cose qui. Ma ogni tanto, non tutti i giorni.
Avv. Nino Filastò: Non tutti i giorni.
V.P.: Poteva succedere una volta all’anno, due volte, tre volte. Basta sapere quando si arriva al punto e allora io lo vedo. Ora si è molto calmato, ora. A me non me lo ha mai fatto. Però alla mi’, moglie molte volte, la insiste, e allora è successo questo.
Avv. Nino Filastò: Ah, piglia il piatto e lo butta in terra.
V.P.: Prego?
Avv. Nino Filastò: Prende i piatti e li butta in terra.
V.P.: Sì, prende il piatto del mangiare e lo butta in terra e va via.
Avv. Nino Filastò: E va via.
V.P.: E smette di mangiare. A me mi dispiace, ha capito? Poi vo a richiamarlo, insomma, vo a rimetterlo un pochino…
Avv. Nino Filastò: Non ho altre domande.
P.M.: Scusi, solo per precisare. Questo avviene se qualcuno, lei ha detto, lo fa arrabbiare in una discussione, o gli prende così di suo…
V.P.: No, no.
P.M.: … sul più bello?
V.P.: Bisogna un pochino metterlo…
P.M.: Contraddirlo, contrastarlo.
V.P.: … in moto e insistere in una cosa che non te la vuole dire, e allora dopo… Io vedo, ora, di già – sa ho cinquantadue anni anch’io – ora vedo di già che quando si arriva a un certo punto qui bisogna smettere, gli dico: ‘Paola, basta, via, lascia fare’.
P.M.: Non sono crisi che gli prendono così…
V.P.: Nossignore.
P.M.: Solo esclusivamente perché c’è una possibile discussione.
V.P.: Sissignore, sì. Quando vuoi la sua opinione, lui… come quando è a tavola e non gli piace una cosa, dice che ‘un gli piace, ‘un gli piace, ‘un gli piace, e bisogna mettergli un altro po’ di roba, così…
P.M.: Nessun’altra…
V.P.: … e non dirgli niente.
P.M.: Nessun’altra domanda, grazie.
Presidente: Senta, io volevo tornare un po’ sulla storia della imbiancatura della casa del Vanni.
V.P.: Prego.
Presidente: Lei ha detto che suo fratello le parlò – Fernando – le ha parlato in due occasioni di questa storia degli Scopeti. .
V.P.: Sì, la prima volta me lo disse…
Presidente: In macchina, tornando lì dall’interrogatorio, eccetera.
V.P.: Sì, sì.
Presidente: Poi, un’altra volta a casa mentre mangiavate.
V.P.: Mentre s’era a mangiare ci disse proprio icché…
Presidente: Che era successo, eccetera, eccetera. Poi ha detto che il Fernando era stato a imbiancare la cucina, la casa del Vanni in un paio di occasioni.
V.P.: Sì, un paio di occasioni c’è stato.
Presidente: Sicuramente prima che andasse in pensione e forse anche dopo.
V.P.: Io penso di sì, dottore. Ma non posso insistere.
Presidente: No, no, io solamente voglio sapere una cosa. Non le è venuto il dubbio, a lei: come mai lui che ha visto quel delitto, secondo lui, poi è andato a imbiancare la casa? E’ possibile che sia andato a imbiancare la casa dopo che il Vanni è andato in pensione?
V.P.: Sì, questo io il dubbio ce l’ho sempre avuto, se l’è andato dopo il delitto, anche.
Presidente: E il delitto è dell’85.
V.P.: A me me lo disse… ora, me lo ha detto ora, Fernando.
Presidente: Il delitto ci fu nell’85 e in pensione è andato nell’ 87.
V.P.: Ho capito.
Presidente: Ecco.
V.P.: Sì, sì.
Presidente: Lei può ricordare meglio o no? O è come prima?
V.P.: Io, dottore, quando è andato a imbiancargli la casa o prima o dopo… Insomma, è andato a imbiancargli la casa al Vanni.
Presidente: Sì, sì.
V.P.: Un paio di volte di certo.
Presidente: Un paio di volte.
V.P.: Ma, se è stato prima di andare in pensione o dopo di andare in pensione non me lo ricordo. Altro che una volta mi disse: ‘dal Vanni ‘un ci ritorno’, questo me lo ricordo bene, perché gli dissi: ‘Vanni ti voleva a imbiancare la casa’, ‘no, no dal Vanni ‘un ci ritorno’. Ma io, dopo…
Presidente: Senta, e il lavoro che fece… che trovaste al Lotti, lo trovò lei o lo trovò Fernando?
V.P.: No, lo trovai io, dottore.
Presidente: In che epoca è venuto questo lavoro?
V.P.: E chi se lo ricorda, dottore. Io…
Presidente: Approssimativamente. Intanto, facciamo una cosa, abbiamo l’85, prima o dopo l’85?
V.P.: Ma sarà dopo di certo.
Presidente: Dopo di certo.
V.P.: Mah, mi pare a me, dottore. Ma ‘un me lo posso ricordare.
Presidente: No mi pare, lei deve dire che cosa si ricorda.
V.P.: Dottore, io ‘un glielo posso… io ‘un glielo posso giurare, questa cosa qui. Perché io… e mi disse Fernando: ‘guarda se tu gli trovi un lavoro, è senza fare nulla’. Sa, l’85… e questa è una cosa che si può accertare, si va a sentire il datore di lavoro, perché l’aveva…
Presidente: E chi era?
V.P.: Era uno di Mercatale.
Presidente: C’è sempre?
V.P.: Sì, è una ditta di muratori.
Presidente: Come si chiama?
V.P.: Si chiama Betti.
Presidente: Betti?
V.P.: Betti, mah, Betti.
Presidente: Un muratore di Mercatale: Betti.
V.P.: Betti. B come…
Presidente: Betti, come Bologna.
V.P.: Come Bologna, sissignore.
Presidente: Betti.
V.P.: Era andato a lavorare lì, ce lo tenne… non lo so quanto ce lo tenne. Poi lo mandò via perché si vede…
Presidente: Non gli piaceva. Non rendeva. Non lo so.
V.P.: Si vede che ‘un rendeva. ‘Un faceva il su’ dovere.
Presidente: Va bene.
V.P.: È una cosa che ci si pole accertare, codesto nome. L’avrà…
P.M.: Presidente, vorrei ritornare un attimo su quella risposta che ha dato a lei il signor Pucci, cioè, sul fatto che Fernando, dopo aver imbiancato una volta disse: ‘no, non ci voglio più tornare’.
V.P.: No, sì, codesto me l’ha detto, dottore, sì. Che ‘non ci voglio più tornare’ me lo disse dopo un po’ di tempo e gli dissi: ‘guarda, Mario voleva…’, ‘io? Io da Mario ‘un ci ritorno’. ‘Ma, fai come tu voi’, gli dissi io. Perché gli si era detto anche noi, eh, di non andare tanto a giro a imbiancare. Noi, insomma, tutti insieme…
P.M.: Ma perché non voleva proprio andare da Mario non lo capì?
V.P.: Eh, non si capì. Come si fa a capire certe cose.
P.M.: Sì, ho capito, però… se questo fatto che da Mario a imbiancare non voleva tornare è avvenuto dopo l’omicidio dell’85…
V.P.: Sarà avvenuto dopo l’omicidio di certo. L’85, ’97, io, dottore. .. Le son cose, ha capito, non le posso…
P.M.: Però lei ricorda che Fernando non voleva andare.
V.P.: No, ‘un ci volle andare più. No, dottore.
P.M.: Bene, grazie. Non ho altre domande.
Presidente: Altre domande? Niente. Può andare, grazie.
V.P.: Grazie, signori.
Presidente: Senta, il nome di Betti non se lo ricorda? Scusi un attimo, il nome di Betti se lo ricorda?
V.P.: Nossignore, io so che la ditta Betti, l’è una ditta di muratura a Mercatale Val di Pesa.
Presidente: Dove stava questa ditta?
V.P.: A Mercatale.
Presidente: La via la sa? Dove era questa ditta.
V.P.: Nossignore, non lo so.
Presidente: No.
V.P.: Betti… Ora c’è Betti Alessandro, che l’è il figlio, però prima l’era il padre, ma ora ‘un me lo ricordo, io, come si chiamava.
P.M.: È sempre vivo questo padre?
V.P.: Sissignore, l’era il babbo e poi il figliolo che ora l’ha la ditta lui.
Presidente: Se il Lotti vuol precisare spontaneamente, se crede, chi è questa ditta, farebbe piacere.
P.M.: O se ci può dire quando ci andò.
Presidente: O quando ciandò. Facciamo prima. Visto che già oggi ha voluto parlare.
Giancarlo Lotti: Ci sono andato da questa ditta, però non mi ricordo, la ditta…
Presidente: Come?
Giancarlo Lotti: … come si chiama.
Presidente: E quando ci andò?
Giancarlo Lotti: Un certo Betti Mario. Betti Mario, Betti… Mario, sì.
Presidente: E quando ci andò a lavorare lì?
Giancarlo Lotti: Mah, l’anno ora ‘un me ne ricordo, come fo a dirlo…
Presidente: Va be’, allora siamo punto e da capo.
Giancarlo Lotti: Sì, eh, lo so, ma se me ne ricordassi di preciso…
P.M.: Lo accerteremo.
Presidente: Va bene. Insomma, sappiamo che Betti Alessandro è il figlio e Betti padre, non sappiamo come.
P.M.: Mario.
Giancarlo Lotti: (voce non udibile)
V.P.: Ora però la ditta è Betti Alessandro.
Presidente: Bene. Presso tale muratore Betti Mario. Bene. Non ci sono domande, può andare, grazie.
Giancarlo Lotti: Signor Presidente, era Betti Mario e il figlio Alessandro. Me li ricordo così, poi…
Presidente: Sì, sì. Ce l’ha detto anche il Pubblico Ministero. Betti Mario.
Giancarlo Lotti: Betti Mario, mi ricordo per bene.
Presidente: Che aveva un figlio che si chiamava Alessandro.
Giancarlo Lotti: Poi, il periodo ‘un lo so quanto ci sono stato a lavorare.
Presidente: Va be’, ora vedremo. Ci sono altre domande?
P.M.: Nessuna.
Presidente: Cioè, altri testi? No.
P.M.: Nessun teste.
Presidente: Allora, si rinvia a mercoledì mattina…
P.M.: Presidente, con un’accordo – come le avevo accennato – con i difensori del Faggi, ci saremmo appunto messi d’accordo che verranno sentiti, anche se il P.M. non ha terminato, alcuni dei testi della difesa Faggi. Io ripeterò la citazione sicuramente per quel teste Calamosca, ammesso dalla Corte, che per oggi non è stato trovato.
Presidente: Va bene, se si trova il Calamosca si sente, sennò si sentono i testi dell’altro avvocato? Va bene così?
P.M.: Bene.
Presidente: Chi sono? Ah, Faggi, Lombardi, Faggi e Iazzini.I familiari. Beh, facciamo le nove e mezzo. Troppo tardi? Allora, rinviamo a mercoledì alle ore 9.30, va bene?
P.M.: Bene, Presidente, grazie.
Presidente: Nuovo accompagnamento del Vanni, cioè nuova traduzione.