8 Ottobre 1997, 23° udienza, processo, Compagni di Merende Mario Vanni,  Giancarlo Lotti e  Giovanni Faggi per i reati relativi ai duplici delitti del MdF e Alberto Corsi per favoreggiamento.

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Stefania FaggiStefano FiorucciAlessandro AzziniRosetta Faggi

Presidente: (voce non udibile)
P.M.: Presidente, forse il microfono.
Presidente: Allora, mi è stata recapitata una busta chiusa con la’ missiva del dottor Genovese, il quale dice così : “Avendo appreso che è stata revocata la mia nomina a componente aggiunto della Corte, sarò stamani in udienza nella II Sezione penale. Saluto i colleghi, i Giudici Popolari, auguro a tutti buon lavoro.” Quindi, praticamente io non ho documento ufficiale della revoca del dottor… Lo so che è una questione formale, ma voi capite in caso di necessità, io devo avere la notizia proprio da chi l’ha revocata, al Presidente della Corte d’Appello. Io sospenderei un attimo l’udienza. Facciamo un fax alla Corte, c’arriva il provvedimento e riprendiamo.
P.M.: Bene, Presidente.
Presidente: Senza aprire . l’udienza perché non voglio incasinare il collegio del… E’ un’informazione e basta. Va bene? 
(voce non udibile) Bene. 

Presidente: Allora, preliminarmente informo che son stati acquisiti i provvedimenti con i quali è stato revocato il dottor Genovese a componente aggiunto della Corte. Provvedimento del Presidente della Corte di Appello il quale dice così, leggo il dispositivo : “Visti i provvedimenti … decreti richiamati nell’articolo Legge 28/07/73, dispone che ove vengano meno le esigenze legate alla lunga durata … giudizio, nel quale si prevede … il Presidente del Tribunale di Firenze possa assegnare ad altro servizio i Magistrati di cui sopra” – fa riferimento alla parte motiva al dottor Genovese e al dottor Alfonte che compone l’altra Corte di Assise. Il Presidente del Tribunale, 6 ottobre, ha emesso i seguenti provvedimenti: “Il Presidente, in considerazione della necessità di comporre d’urgenza un collegio della II Sezione Penale per l’accensione del processo, … con inizio 8 ottobre ’97, ottenuta l’autorizzazione in tal senso dal Presidente della Corte di Appello di Firenze in data 4 ottobre ’97, revoca l’affiliazione del dottor … Genovese da componente … della II Corte di Assise che sta celebrando il processo a carico di Vanni Mario più tre e rassegna nuovamente la II Sezione penale del processo … ed altri.” I provvedimenti vengono allegati al verbale. Allora, presente Vanni. Vanni c’è. L’avvocato Filastò. C’è l’avvocato Lena e Fenyes per Faggi. Lotti con Bertini. Ah, c’è anche… va be’, l’altro è fuori… per… lei chi è, avvocato? 
Avv. Benigni: Benigni, sostituisco l’avvocato Zanobini.
Presidente: Bene. Per Corsi. Poi, abbiamo l’avvocato Pellegrini, Colao. Mancano alcuni? Curandai che sostituisce tutti gli altri. Va bene? Allora, su accordo delle parti, abbiamo detto che l’udienza scorsa si poteva procedere all’esame di alcuni testi della difesa del Faggi. Vero?
P.M.: Sì, Presidente. Preliminarmente, scusi Presidente, il P.M. si era impegnato nella udienza scorsa a produrre i verbali delle dichiarazioni rese da Pucci Fernando nel corso delle indagini e usati i verbali per le contestazioni sia del P.M. che delle altre parti. Poi, ho altresì reperito il verbale di sopralluogo e la cassetta relativa al sopralluogo e la relativa trascrizione delle dichiarazioni rese durante il sopralluogo. Ci sono anche dei fascicoli fotografici di cui ho però copia perché erano già stati…
Presidente: Son prodotti, son prodotti.
P.M.: Ho preso il sopralluogo sia di Lotti che di Pucci, il giorno del sopralluogo a Scopeti. Comunque io ho fatto le copie delle fotografie…
Presidente: Sì, va bene. Si possono verificare là.
P.M.: … per completezza. Io, quindi faccio questa produzione. Volevo produrre e non so se queste sono già state acquisite al dibattimento, le due relazioni dei consulenti tecnici che sono stati sentiti nella udienza scorsa. Ci sono…
Presidente: Ci sono, ci sono.
P.M.: Benissimo.
Presidente: Quella del professor Fornari e 1’altro, no?
P.M.: Benissimo. Allora soltanto i verbali, c’è un indice nell’ultima pagina, c’è anche la cassetta, comunque è già trascritta, ho dato incarico a un consulente tecnico.
Presidente: Bene. Allora possiamo… sull’accordo delle parti, vengono acquisiti appunto i documenti di cui ha parlato il Pubblico Ministero.
Avv. Sigfrido Fenyes: Allora, ci sarebbe anche…
Presidente: Avvocato Fenies.
Avv. Sigfrido Fenyes: Sì, una richiesta di produzione documentale anche da parte della difesa di Faggi. Con il consenso delle altre parti, vorremmo chiedere di essere ammessi alla produzione di alcuni documenti: si tratta di fotocopie di bolli e assicurazioni raccolte in ordine cronologico secondo un indice j che la Corte…
Presidente: Sì, sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: … potrà apprezzare, relative alle autovetture possedute da Giovanni Faggi dal 1985 al 1995.
Presidente: Io credo che si possono acquisire…
P.M.: Sì, Presidente.
Presidente: … se non ci sono opposizioni.
P.M.: Sì, no, io ho dato ovviamente il consenso e non ho nessun motivo di ritirarlo. Faccio presente che il primo documento che viene prodotto, riguarda un’auto, è relativo al 198 6; l’ultimo riguarda auto addirittura del 1996. Direi che…
Presidente: Quelle non servono. Ci serve l’81.
P.M.: E, direi che…
Presidente: Ci serve 1/81, a noi.
P.M.: Eh, e qui non c’è nessuna produzione relativa all’81 e all’85.
Presidente: L’81 è quello che interessa noi.
P.M.: Quindi, io non ho nessun motivo per oppormi. Però, sono assolutamente ininfluenti ai fini della prova che ha fornito il P.M… Se c’è una prova diversa sul ’96, io non ho interesse a contrastarla, ma mi sembra assolutamente superflua…
Presidente: Di questo lei ha ragione.
P.M.: Il primo documento che viene prodotto è del 1986.
Presidente: Va bene, avvocato. Lo può produrre anche dopo, non c’è problema. Però, l’81…
Avv. Sigfrido Fenyes: Si tratta comunque, della scadenza del contratto di assicurazione del luglio ’86, significa che è stata stipulata un anno precedente…
P.M.: Lo so, ci sono anche le polizze semestrali, se c’è… Comunque, non ho opposizione. Dico se sono, come sembra apparentemente, non influenti – io dico inutili, ma non influenti – non vedo perché la Corte debba prendere questi documenti. Poi, se c’è da dare una prova sul ’96, io mi metto da una parte…
Presidente: Allora, a questo punto si fa la formale produzione. La Corte deve decidere su queste situazioni.
Avv. Sigfrido Fenyes: La difesa insiste per la produzione. La Corte, ne farà l’uso che crederà, il Pubblico Ministero… Prendo atto delle considerazioni del Pubblico Ministero e insisto per la produzione.
Presidente: Allora, la Corte si ritira… Le altre parti cosa dicono? 
Avvocato: Remissivi.
Presidente: Remissivi. L’avvocato Filastò?
Avv. Nino Filastò: Io, Presidente, nessun…
Presidente: Bertini?
Avv. Nino Filastò: Anzi, no, io chiedo che vengan acquisiti. 
Avv. Stefano Bertini: Favorevole.
Avv. Nino Filastò: Favorevole.
Presidente: Bertini? Va beh, lei è una questione a sé, ma comunque… Va beh, anche lei interessa. No, no. Confondevo con Corsi.
Avv. Stefano Bertini: (voce non udibile)
Presidente: Remissivo anche lei? Va be’, allora andiamo di là e si guardano. 

Presidente: Allora: “La Corte provvedendo sulla richiesta di produzione della difesa del Faggi, sul quale si sono dichiarati favorevoli o remissivi gli altri difensori, parzialmente d’accordo il Pubblico Ministero, ritenuto che appaiono rilevanti i documenti di cui al numero 1 e al numero 2, nonché al numero 11, quelli che attengono la Peugeot 504, tanto per intendersi, ammette le suddette produzioni restituendo gli altri documenti alla difesa.11 Ora lo teniamo noi, poi lo alleghiamo ai verbali. Bene, può venire il primo teste.
Avv. Sigfrido Fenyes: Sì,
Presidente: Faggi Stefania.
Presidente: Faggi?
Avv. Sigfrido Fenyes: Stefania. 
Avvocato: Presidente, chiedo scusa. Tutti i testi non desidererebbero essere ripresi dalle telecamere. ?
Stefania Faggi: Non vorrei essere ripresa dalle telecamere.
Presidente: Lei è Faggi Stefania?
S.F.: Sì.
Presidente: Allora, la teste non vuole essere ripresa. Per cortesia niente telecamere, per lei. Per lo meno in volto. Dov’è nata lei?
S.F.: A Calenzano.
Presidente: Quando?
S.F.: Il 2 novembre 1957
(voce non udibile) Legga la formula.
S.F.: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.”
Presidente: Senta, lei è parente di Faggi Giovanni?
S.F.: Sono figlia.
Presidente: Figlia. Per legge, lei ha la facoltà di non deporre. Vuol deporre?
S.F.: Sì, voglio deporre.
Presidente: Si assume tutte le responsabilità connesse alle deposizioni false e reticenti. Io 1’avverto di questo.
S.F.: Sì.
Presidente: Va bene.
S.F.: Sì, sì, voglio testimoniare.
Presidente: Vuole testimoniare. Bene. Avvocato Fenies.
Avv. Sigfrido Fenyes: Dunque, signora Faggi, lei ha vissuto con suo padre, Giovanni Faggi fino a che anno?
S.F.: Fino al ’90. Il 20 di gennaio mi sono sposata e sono uscita di casa.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, saprebbe descriverci un po’ le abitudini di suo padre, in casa, in famiglia, cioè era un uomo abitudinario, metodico, persona pignola?
S.F.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Ecco, quant’altro possa così, riuscire a chiarire alla Corte la persona di suo padre.
S.F.: Sì, era molto preciso, molto pignolo sia nel suo lavoro e nella vita di tutti i giorni.
Avv. Sigfrido Fenyes: Era un abitudinario nelle ore del mangiare, dell’uscire?
S.F.: Mah, il mangiare, essendo sempre fuori per lavoro, non lo so. Nell’uscire… nel lavoro no, perché qualche mattina poteva uscire alle sei perché doveva andare lontano oppure alle otto.
Avv. Sigfrido Fenyes: La sera a che ora rientrava, signora?
S.F.: Stesso discorso: poteva tornare alle sei, oppure tornare alle otto, otto e mezzo. Chiaramente, se faceva una zona più lontana, rientrava anche più tardi.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, diciamo, nell’ordinario usciva dopo cena o non usciva?
S.F.: Sì, usciva dopo le… abitualmente dopo le nove e mezzo, perché essendo fuori, chiaramente lo chiamavano dalle nove, le nove e mezzo. E poi andava alla Casa del Popolo.
Avv. Sigfrido Fenyes: Quindi, riceveva telefonate tra le nove e le nove e mezzo…
S.F.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: … di lavoro?
S.F.: Sì, di lavoro. Sì. perché prima non, a volte non c’era e allora più o meno, l’orario era quello.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, e quindi diciamo d’abitudine, usciva verso le nove e mezzo?
S.F.: Sì, le nove e mezzo. Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, usciva a piedi o in macchina?
S.F.: A piedi. A piedi perché il circolino è lì vicino, a cinque minuti nemmeno.
Avv. Sigfrido Fenyes: Dove andava?
S.F.: Alla Casa del Popolo di Calenzano.
Avv. Sigfrido Fenyes: Quindi, usciva sempre a piedi la sera.
S.F.: Sempre a piedi? Rarissimamente, rarissimamente ma sempre a piedi.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta e andava alla Casa del Popolo, ha detto?
S.F.: Sì, sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: E rientrava poi, a che ora a casa?
S.F.: Le undici, le undici e mezzo.
Avv. Sigfrido Fenyes: Questo sempre di norma succedeva?
S.F.: Sì. Cioè, che io mi ricordi. Ora, qualche sera potrà fare anche mezzanotte, ma di solito l’era l’undici, undici e mezzo.
Avv. Sigfrido Fenyes: Queste circostanze lei le ha apprezzate direttamente, perché come diceva è stata in casa fino al ’90.
S.F.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta una cosa, che lei sappia usava bere alcoolici, liquori, ammazzacaffè…?
S.F.: No, no. Prendeva caffè, andando alla Casa del Popolo prendeva un caffè, ma io non l’ho mai visto bere superalcolici. Potrà essere successo, un so, in occasione di una festa, di Natale, Pasqua, magari dice: ‘ho mangiato un pochino di più, prendo…’ Ma, no assolutamente. 
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, posto che forse su questa circostanza potrà essere più precisa sua sorella, lei ricorda a grandi linee se suo padre ha posseduto macchine sportive?
S.F.: No.
Avv. Sigfrido Fenyes: Se le auto avute da suo padre erano chiare, scure, insomma tendenzialmente…?
S.F.: L’ha avute chiare e scure. Ora… vari colori…
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, era solito prendere in prestito automobili da altre persone?
S.F.: No, no. Assolutamente.
Avv. Sigfrido Fenyes: Era abbastanza preciso nella macchina, con le macchine, meticoloso?
S.F.: Precisissimo, pignolo perché per carattere e poi perché viaggiando tanto, la macchina doveva essere in ordine sempre.
Avv. Sigfrido Fenyes: Quindi, che lei sappia, non vi sono stati mai periodi in cui lui ha avuto la disponibilità di più di un’automobile.
S.F.: No, no.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, e voi gliele prestavate le vostre?
S.F.: No, perché io ho sempre avuto macchine piccoline e vecchie. Cioè, andando a giro lui per lavoro con i campioni, non era possibile. Potrà essere successo qualche volta, la domenica mattina per andare in campagna che… ma poche volte.
Avv. Sigfrido Fenyes: Che macchine prestava?
S.F.: Io ho avuto 500 familiare.
Presidente: Senta che lavoro faceva suo babbo? Siccome andava, faceva tardi, usciva sempre fuori. Che lavoro faceva il suo babbo?
S.F.: Il rappresentante di pavimenti e rivestimenti.
Presidente: Pavimenti e rivestimenti.
S.F.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, un’ultima domanda. È mai capitato in famiglia di commentare i fatti del “Mostro di Firenze”?
S.F.: Si saranno commentati senz’altro come in tutte le case, penso, di Calenzano quando è successo lì in paese. Ma, normalmente io non ricordo niente di particolare.
Avv. Sigfrido Fenyes: Ne parlava anche suo padre in maniera normale?
S.F.: Sì, ma… Sì, penso di sì, ma normalmente, nulla di… così, come si può fare quando in un paese succede una cosa simile.
Avv. Sigfrido Fenyes: Si commenta un fatto di cronaca?
S.F.: Certamente.
Avv. Sigfrido Fenyes: Bene, io non ho altre domande. Grazie.
Presidente: Pubblico Ministero.
P.M.: Grazie, Presidente. Signora, lei ha detto di che anno è, il suo anno di nascita?
S.F.: ’57.
Presidente: Microfono.
P.M.: Quindi, del millenovecento… Ai tempi dell’omicidio di Calenzano, che fu nell’81, lei che età aveva?
S.F.: … sette. ..
P.M.: Il calcolo lo facciamo anche noi. Se lei ricorda cosa faceva, studiava?
S.F.: No, no. Ho sempre lavorato nella ditta dove lavoro ora, ero operaia, facevo una vita normale come tutti i ragazzi. Ero… normalmente.
P.M.: Quindi, aveva più di 20 anni? Scusi, avevo fatto male il calcolo.
S.F.: Sì.
P.M.: Sì.
S.F.: 25.
P.M.: 25 anni, era abbastanza… e abitava con suo padre, con la sua famiglia?
S.F.: Sì.
P.M.: Senta, lei ha saputo o è mai stata, per curiosità o per caso nei pressi o sul luogo dove è avvenuto l’omicidio? Lo sa dov’è?
S.F.: Sì.
P.M.: Il punto esatto, la zona?
S.F.: Sì, sì, la zona sì. Perché è lì, magari ci sarò stata… lì, a Travalle, perché in bicicletta, una giratina…
P.M.: Ecco, lei dice lì a Travalle. Rispetto a casa sua, dove abitava all’epoca, cosa c’erano delle stradine di campagna, una strada comunale per andarci?
S.F.: Sì, da Calenzano c’è la strada normale… 
P.M.: Mi riferisco da casa sua, dove abitavate all’epoca.
S.F.: Da casa mia? Da casa mia c’erano strade, non lo so, ora, tuttora, l’è tanto che non ci sono passata, ma strade non asfaltate per andare nei campi. E forse all’epoca era agibile, una passerella sul fiume.
P.M.: Grossomodo da casa sua al luogo dell’omicidio, che distanza ci può essere?
S.F.: Non lo so quanto ci sarà, boh. Sarà, in linea d’aria, un chilometro, ma esattamente non glielo so dire.
P.M.: Ci si andava… c’era una strada per andarci in macchina? Lei ha detto c’era un ponticino. O per andare lì, bisognava andarci a piedi?
S.F.: No.
P.M.: Da casa sua, dico.
S.F.: Da casa mia, gliel’ho detto, fino a un certo punto le strade… cioè, sono asfaltate. Poi erano strade di campagna, strade che c’erano e ci sono i campi. Poi c’è la strada comunale… Per queste strade di campagna, per attraversare il fiume c’era, perché ora non so bene, perché credo che sia andata giù una parte e non ci si possa più passare a piedi.
P.M.: All’epoca ci si passava. Senta ancora una cosa.
Presidente: Questa passerella serviva anche per le macchine?
S.F.: No, no.
Presidente: Ah, per le persone.
S.F.: A piedi, al limite in bicicletta.
Presidente: E per andare in macchina?
S.F.: Per andare in macchina la strada comunale.
Presidente: C’è un ponte regolare.
S.F.: Eh?
Presidente: C’era un ponte regolare?
S.F.: Sì, sì. Certamente.
Presidente: Bene.
S.F.: Bisogna…
P.M.: Quel ponte che c’è ancora.
S.F.: Sì, sì. Il ponte c’è ancora…
P.M.: Noi, non è che siamo pratici. Se ce lo… 
S.F.: Io, come posso dirvi?, da Calenzano scendendo giù per via Puccini si taglia per il Mulino – si dice così noi – e di lì, passato il ponte sulla Marina poi, sulla destra si va su verso Travalle.
P.M.: Senta, io le faccio una domanda, lei deve cercare di ritornare a quando aveva 25 anni e alla zona. Lei aveva mai sentito dire o comunque le era capitato di intuire in qualche modo che in quella zona dove è avvenuto l’omicidio, ci si fermavan le macchine, le coppiette o quando avvenne l’omicidio lei disse: oh, caspita, lì è…
S.F.: No, no, perché…
P.M.: Per sentito dire, tra amici, che era una zona dove si fermavano coppie?
S.F.: No. Questo non lo so.
P.M.: Non lo sa. Senta ancora una cosa, lei ricorda nell’81 che lavoro faceva?
S.F.: Ero operaia come sono oggi.
P.M.: Lì a Calenzano?
S.F.: A Calenzano nella solita ditta dove lavoro oggi.
P.M.: E abitava coi suoi?
S.F.: Sì.
P.M.: Io le faccio una domanda che ovviamente richiamo il suo ricordo: lei ricorda come seppe dell’omicidio, che era avvenuto lì?
S.F.: Dai giornali il giorno dopo, come tutti penso.
P.M.: E ci andò sul posto il giorno dopo?
S.F.: No, davvero!
P.M.: Senta, tornerei a una domanda che le è stata già fatta. Quando lei risponde a domande del suo difensore e anche del Presidente, se non ho capito male, lei dice: ‘mio padre poi faceva un lavoro per cui, a volte tornava la sera, alle sei, alle otto; quando andava più lontano, tornava anche più tardi’.
S.F.: No.
P.M.: Mi spieghi.
S.F.: Allora, premetto, ho detto: poteva tornare alle sei, alle otto, alle otto e mezzo. Però, non più tardi di quest’ora.
P.M.: Ma le è mai… sì, suo padre andava anche fuori Firenze?
S.F.: Sì. Ecco, allora quando…
P.M.: Quando andava fuori Firenze…?
S.F.: Quando andava fuori Firenze, poteva rimanere non so, per esempio in Liguria, io ricordo della Liguria, e poteva star fuori una notte, due, ma rare volte.
P.M.: Ecco, allora la domanda è questa: al massimo stava, per quel che ricorda lei, un paio di giorni fuori?
S.F.: Sì, sì.
P.M.: Il posto più lontano dove andava, era la Liguria?
S.F.: Sì, la zona… non… ha sempre avuto, per un certo periodo di tempo, è andato fino a Ventimiglia e poi fino ai confini con il Lazio. Ma non sempre…
P.M.: Non oltre queste zone.
S.F.: Sì, non oltre queste zone.
P.M.: Quando faceva, per lavoro, queste zone e stava via più giorni, quindi rientrava la sera, rientrava di giorno? Cioè, era possibile, era un tipo metodico o rientrava quando aveva finito?
S.F.: Rientrava quando aveva finito però quando rientrava che era stato fuori un paio di giorni, non rientrava mai tardi. Ora non mi posso ricordare le ore.
P.M.: Rientrava quando aveva fatto.
S.F.: Sì, certo ma saranno state le sei. Chiaramente era stanco dopo.
P.M.: Va be’, insomma, capisce che quando uno è fuori, c’è code sull’autostrada, non so… È difficile poter dire…
S.F.: Non posso specificare le ore.
P.M.: Non lo sa, benissimo. Poi lei a una domanda del difensore, sempre che le chiedeva quando andava alla Casa del Popolo, come c’andava, lei dice: ‘usciva a piedi perché è lì vicino’. Poi ha detto per tre volte, dice: ‘rarissimamente, rarissimamente, rarissimamente’. Cosa vuol dire?
S.F.: Rarissimamente…
P.M.: Rarissimamente andava in auto?
S.F.: …usciva…
P.M.: Andava da qualche altra parte.
S.F.: In settimana. Non posso sapere esattamente se una volta usciva… Gliel’ho detto: rarissimamente o per ragioni di lavoro, perché succede…
P.M.: Qualche cliente dopo cena è capitato?
S.F.: Qualche cosa, ma rarissime volte.
P.M.: No, no. Dato che lei ci ha detto: rarissimamente.
S.F.: Sì, sì.
P.M.: Cioè, lei ha ricordo di aver sentito dire che doveva andare a far visita, o si tratteneva, o rarissimamente andava fuori e diceva che andava dai clienti.
S.F.: Io, nella mia mente ricordo fino a che partiva a piedi verso…
P.M.: Sì, ma a me interessava cercare di capire cosa voleva dire lei dato che l’ha detto tre volte, con quel “rarissimamente”.
S.F.: Quello che le ho detto.
P.M.: Che qualche volta, rarissimamente, andava fuori in auto. Se la domanda era a piedi, andava fuori… E lei non sa dove andava, è questo il concetto, non lo diceva a voi.
S.F.: Ce l’avrà anche detto, ma ora, tutte le volte che non so, un babbo esce, io figlia specialmente, cioè una persona che…
P.M.: Non glielo chiedeva.
S.F.: No. (voce non udibile) qualche volta…
Presidente: Il Pubblico Ministero vuol sapere se qualche volta, o rarissime volte come dice lei, è uscito in macchina. Tutto qui.
S.F.: Mi sembra d’averlo già detto. Ho detto di sì.
P.M.: Nessun’altra domanda. Grazie.

Presidente: Altre parti?
Avv. Aldo Colao: Una sola domanda.
Presidente: Avvocato Colao.
Avv. Aldo Colao: Avvocato Colao. Senta, lei ha detto che suo padre era un tipo metodico.
S.F.: Sì.
Avv. Aldo Colao: O sbaglio?
S.F.: Sì.
Avv. Aldo Colao: Ecco, quindi era solito fare degli appunti su agende o su calendari?
S.F.: Sì.
Avv. Aldo Colao: E le risulta a lei, le risulta a lei che il babbo avesse fatto una bella girata a Travalle?
S.F.: No.
Avv. Aldo Colao: E che possa averlo appuntato in un’agenda dell’81?
Avvocato: È sequestrata l’agenda, Presidente, c’è scritto.
Avv. Aldo Colao: Sto facendo una domanda al teste. Le risulta che possa aver appuntato su un’agenda dell’81: fatta bella girata a Travalle.
S.F.: Non lo so questo.
Avv. Aldo Colao: Va bene, grazie. Non ho altre domande.
Presidente: Altri difensori? Avvocato Filastò.
Avv. Nino Filastò: Avvocato Filastò, difensore di Vanni. Signora, lei avrà seguito il processo Pacciani, come tutti, alla televisione, sui giornali. Sì o no?
S.F.: Non so come rispondere. Certamente da quando mio padre è stato messo in carcere…
Avv. Nino Filastò: No, no. Io sto parlando di prima, signora. Quando c’era il processo Pacciani.
S.F.: Non particolarmente.
Avv. Nino Filastò: Che lei abbia, che lei sappia aveva mai visto Pacciani in casa sua?
S.F.: No.
Avv. Nino Filastò: Mai visto, neanche una volta?
S.F.: Mai.
Avv. Nino Filastò: Signora, vorrei che lei precisasse un po’ meglio la strada con la macchina. Abbia pazienza, dalla sua casa per arrivare in questa località, a Travalle. Questo posto dove è avvenuto il delitto di Calenzano. Lei ha detto, si prende da via Puccini? Con la macchina, eh, non a piedi.
S.F.: Allora, noi abitavamo in via del Lago, via del Lago è una contrada di, della fine di via Puccini.
Avv. Nino Filastò: Via del Lago, perché c’è un laghetto là vicino?
S.F.: Come?
Avv. Nino Filastò: C’è un lago, per caso?
S.F.: No, probabilmente anticamente. Ma… No, non c’è.
Avv. Nino Filastò: Allora, voi vi trovavate, insomma, in fondo a questa via Puccini. Che cos’è, una Provinciale, la via Puccini?
S.F.: No, non in fondo, non in fondo. Diciamo a… a una metà di tutta la via Puccini. C’è una diramazione che si va verso il Ponte della Marina, è chiamato il Molino, sulla destra. Alla metà di questa via, sulla destra c’è il semaforo. Fatto, ora non so bene quanto. Non so, sarà un chilometro, si attraversa il ponte e poi si va ancora sulla destra. E, praticamente, comincia la strada, noi diciamo per andare a Travalle. ,
Avv. Nino Filastò: Ho capito. Quindi, con la macchina, quanto ci sarà di percorso?
S.F.: Non glielo so dire. Non lo so. Boh, sarà… 3 chilometri, 2 chilometri e mezzo.
Avv. Nino Filastò: Ecco.
S.F.: Non lo so esattamente, non glielo so dire.
Avv. Nino Filastò: A parte la domanda che le ha fatto il Pubblico Ministero su questa località di Calenzano, Travalle, a lei era nota per essere un posto dove c’erano delle coppiette. Che lei si ricordi, eh, per averlo sentito dire, eventualmente, averlo letto sul giornale, in un posto vicino, molto vicino a questa località, in urt anno corrispondente proprio a quello dell’81, che lei ricordi, c’era stato un fatto particolare? Un uomo morto, trovato morto bruciato in un’auto, in un’automobile. Non si ricorda.
Presidente: Lei ha detto che il suo babbo, nel suo giro di rappresentante di pavimenti e rivestimenti, tornava sempre verso l’ora di cena, massimo l’otto e mezzo, salvo quei giorni in cui andava fuori, fuori Toscana, in Liguria, dove poteva rimanere anche uno o due giorni. È così? Ecco. Suo babbo, quando rimaneva in Toscana, tornava sempre a cena oppure c’era qualche sera che non è tornato? Tornava, saltava la cena, mangiava fuori e tornava di sera, di notte.
S.F.: (voce non udibile)
Presidente: Sempre a cena. Bene. Avvocato Fenyes.
Avv. Sigfrido Fenyes: Grazie, Presidente. Per chiarezza, forse, di tutti, la località Travalle rispetto al campo delle Bartoline dove avvenne l’omicidio, dove si trova?
S.F.: Diciamo, si trova più avanti. Più avanti…
Avv. Sigfrido Fenyes: Per andare in montagna, salire.
S.F.: No, no.
Avv. Sigfrido Fenyes: Però bisogna proseguire.
S.F.: Sì, bisogna proseguire la strada, che poi non è che… non è che ci sia, non so, un paese, 20-25 case tutte insieme. Sono case sparse. Vicine ma sparse. Lì ci sarà, ci sono anche lì vicino.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, la vostra abitazione per ritornare alla collocazione geografica, rispetto a dove è avvenuto l’omicidio delle Bartoline, si trova dalla parte opposta del paese?
S.F.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Quindi, bisogna attraversare il paese e poi arrivare a casa vostra, rispetto al campo delle Bartoline.
S.F.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Bene. Senta, un’ultima domanda: se lei ricorda che suo padre sia mai stato in Abruzzo, ma non per motivi di lavoro…
S.F.: Oddio…
Avv. Sigfrido Fenyes: Per prendere verdura, per prodotti diciamo genuini. Non ricorda niente?
S.F.: È passato tanto tempo non… Precisamente non me lo ricordo.
Avv. Sigfrido Fenyes: Patate, niente. Non lo ricorda. Bene, non ho altre domande, Presidente. Grazie.
Avv. Patrizio Pellegrini: Presidente, scusi, se possibile, una domanda da parte mia.
Presidente: Sì.
Avv. Patrizio Pellegrini: Avvocato Pellegrini, parte civile. Lei ci ha parlato, signora, delle abitudini e degli orari di suo padre nelle giornate di lavoro. Quindi presumo dal lunedì al venerdì. Il sabato e la domenica, che orari e che abitudini aveva? Stava in casa, usciva, andava fuori a far girate…
S.F.: Il sabato mattina, lavorando tutta la settimana, faceva le cose che non poteva fare durante la settimana. Ora… Il sabato sera, ecco, andava a prendere l’acqua e poi a cena a casa. La domenica, avendo la casa in campagna, si andava lassù.
Avv. Patrizio Pellegrini: Tutti insieme?
S.F.: Sì.
Avv. Patrizio Pellegrini: E tornavate poi tutti insieme a Calenzano?
S.F.: Sì, e no. Dipende… Uno, il pomeriggio poteva aver da andare da qualche parte. Lui, di solito, lo riservava alla domenica pomeriggio a lavare la macchina, perché, essendo stato lassù, la strada è sterrata, si impolverava tutto, si impolverava tutta la macchina e chiaramente, essendo una persona molto precisa, andando dai clienti, insomma, aveva piacere che fosse pulita. Comunque, per carattere. E di prepararsi chiaramente per il lunedì mattina, per ripartire con il materiale che portava, con i campioni dei pavimenti e rivestimenti.
Avv. Patrizio Pellegrini: E il sabato sera e la domenica sera, usciva ugualmente per andare al circolino, o comunque…
S.F.: Sì, sì. Usciva, usciva come ho detto prima, a piedi per andare alla Casa del Popolo.
Avv. Patrizio Pellegrini: Grazie.
P.M.: Presidente, chiedo scusa, avrei ancora una domanda a seguito di una risposta della signora. Signora, lei ha detto che, il sabato, mi sembra abbia aggiunto sera, andava a prendere l’acqua. Cos’era, una abitudine?
S.F.: Sì.
P.M.: Ricorda se andava con qualcuno, andava da solo, andava in macchina, dove andava a prendere 1’acqua?
S.F.: Esattamente non glielo so dire, perché non sono mai andata a guardare, con chi…
P.M.: Se lo sa, signora.
S.F.: Sì, penso che andasse con dei suoi amici.
P.M.: Ci può indicare i nomi di questi amici? Fra l’altro, già in questo dibattimento, lo hanno detto diffusamente, questo particolare. Io voglio sapere se lo sa anche lei.
S.F.: Sì, Giugni, senz’altro. Non so se tutte le volte.
P.M.: E andavano nel Mugello, a Scarperia, a prendere l’acqua?
S.F.: Sì, esattamente ora non glielo so dire.
P.M.: Sa spiegarci, o c’era un motivo per cui andavano così lontano, proprio a Scarperia? Avevano una casa, avevano un ristorante… Perché proprio laggiù? Se c’è un motivo, se lei lo sa.
S.F.: No, questo non glielo so dire.
P.M.: E’ una abitudine che è durata nel tempo, per quel che ricorda lei, di andare il sabato col Giugni a prendere l’acqua in Mugello?
S.F.: Sì, sì.
P.M.: Di questa amicizia tra suo padre e questo signor Giugni, lei sa qualcosa di più? Qui è stato riferito dai figli del Giugni alcuni particolari. Lei…
S.F.: No…
P.M.: Sa quanto è durata questa amicizia, se è stata una cosa di un breve periodo, lunga una vita…
S.F.: Mah, da che ricordo io, insomma, ero bambina, da sempre.
P.M.: Da sempre.
S.F.: Cioè…
P.M.: Questo signor Giugni, sa cosa faceva?
S.F.: Penso fosse un operaio.
P.M.: Veniva a casa vostra?
S.F.: Sì, qualche volta sì, è venuto anche da noi.
P.M.: Senta, i parenti del Giugni ci hanno riferito che i familiari non avevano piacere che il Giugni avesse questa amicizia con suo padre. In casa vostra, questa amicizia, come veniva vista?
S.F.: Normalmente.
P.M.: Non ho altre domande. Grazie.
Avv. Aldo Colao: Una domanda sola, Presidente.
Presidente: Sì, dica.
Avv. Aldo Colao: Lei ha detto che il babbo era rappresentante, no? Ma lavorava in Liguria e basta? Qual era la sua zona?
S.F.: No. Ho detto che, per un certo periodo, è andato anche in Liguria. Cioè, lui… la Toscana. Però, per un certo periodo, è andato anche in Liguria e si è spostato fino ai confini con il Lazio.
Avv. Aldo Colao: Ecco, aveva modo di frequentare, per quanto le risulti a lei, per sentito dire naturalmente dal babbo, se aveva modo di frequentare piazze della Toscana, quale Montespertoli, San Casciano…
P.M.: Presidente, chiedo scusa. Ma per sentito dire, Presidente, credo che non sia…
Presidente: Va be’, vediamo come risponde la teste.
Avv. Aldo Colao: O se le risulta. Se le risulta che frequentasse anche, per motivi di lavoro, piazze quali Montespertoli, San Casciano, Mercatale…
Presidente: Se faceva la Toscana, penso di sì. Non so, eh. Comunque deve rispondere la teste.
S.F.: Non lo… Posso dire che non lo so. Faceva la Toscana, sarà passato certa… Ma non lo so, non glielo so dire questo.
Presidente: Va bene. Era rappresentante per tutta la Toscana, quindi…
S.F.: Per tutta la Toscana, gliel’ho detto.
Presidente: … poi, se ci andasse…
S.F.: Fino ai confini con il Lazio…
Presidente: Senta, signorina, un’altra domanda. Lei, vedo che ha un ricordo molto preciso di tutto, quello che faceva suo babbo. Cioè a dire, come si alzava di pomeriggio, la domenica, la sera, dove andava, quando stava fuori, eccetera. Lei, nell’81, era ventiquattrenne, quasi, oppure già compiuti, non so. Comunque un’età sufficiente per ricordarlo. Che macchina aveva nell’81, suo babbo?
S.F.: Non lo so. Non me lo ricordo.
Presidente: Nell’85, che macchina aveva?
S.F.: Il solito discorso: non me lo ricordo. Ne ha avute tante, con il lavoro le cambiava spesso, perché faceva tantissimi chilometri. Non me lo ricordo.
Presidente: Ha avuto anche più macchine insieme?
S.F.: No.
Presidente: Sempre una macchina per volta?
S.F.: Una macchina sola.
Presidente: E quando gli si guastava questa macchina e doveva stare in officina tre giorni, che faceva, stava a spasso?
S.F.: Eh… In officina tre giorni non lo so. O andava, comunicava ai datori di lavoro che lui era impossibilitato a andare, o andava con loro. Oppure, rimandava gli impegni…
Presidente: Ma è accaduto, oppure non è accaduto, una ipotesi di questo tipo?
S.F.: Che lui avesse la macchina ferma?
Presidente: Che la macchina non era disponibile, che non poteva andare, che so, a Grosseto, per esempio.
S.F.: Di non poter andare perché aveva la macchina in garage, oppure gli è successo incidenti, certo che è capitato.
Presidente: Va bene. Altre domande? Lei può andare, allora. Grazie.
S.F.: Posso andare?
Presidente: Sì, Sì. 

Presidente: Allora, chi sono i testi. Se non me lo dice, avvocato, io non…
Avv. Sigfrido Fenyes: Sì, l’ho già detto all’Ufficiale Giudiziario, signor Presidente.
Presidente: Ah.
Avv. Sigfrido Fenyes: Fiorucci Stefano.
Presidente: Fiorucci Stefano, è lei?
Stefano Fiorucci: Sì.
Presidente: Dov’è nato?
St.Fi.: A Preci (PG) l’11 giugno 1945.
Segretario d’udienza: (voce non udibile)
St.Fi.: Prego?
Segretario d’udienza: Residente?
St.Fi.: Residente a Firenze.
Segretario d’udienza: (voce non udibile)
St.Fi.: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.”
Presidente: Prego, avvocato Fenyes.
Avv. Sigfrido Fenyes: Grazie, Presidente. Signor Fiorucci, lei che lavoro fa?
Presidente: Ah, lei non vuole essere ripreso, eh?
St.Fi.: No, Presidente.
Presidente: Bene. Allora niente telecamere. Me lo aveva anticipato l’avvocato, prima.
Avv. Sigfrido Fenyes: Che lavoro fa signor Fiorucci?
St.Fi.: Commercio in gomme, gommista.
Avv. Sigfrido Fenyes: Dove ha la sua attività?
St.Fi.: A Calenzano.
Avv. Sigfrido Fenyes: A Calenzano?
St.Fi.: Via Via Dursi 92.
Avv. Sigfrido Fenyes: È accanto all’officina, all’altra officina?
St.Fi.: Sì, accanto all’officina Azzini e Mannini
Avv. Sigfrido Fenyes: Mannini, che sarebbe?
St.Fi.: Azzini è il genero del Faggi.
Avv. Sigfrido Fenyes: Il genero del signor Faggi. Senta, lei quando ha iniziato questa attività?
St.Fi.: Nell’83, marzo ’83.
Avv. Sigfrido Fenyes: E ha avuto, tra i suoi clienti, il signor Giovanni Faggi.
St.Fi.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Ricorda che era un frequentatore della sua officina, lì? …veniva regolarmente a controllare…
St.Fi.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Ricorda anche le auto possedute dal signor Faggi? Così, a grandi linee.
St.Fi.: A grandi linee, sì. Insomma, non è che…
Avv. Sigfrido Fenyes: Ricorda in quegli anni che auto aveva il signor Faggi?
St.Fi.: Sì. |
Avv. Sigfrido Fenyes: Ce lo vuol dire?
St.Fi.: Grossomodo, insomma.
Avv. Sigfrido Fenyes: Vuol dire alla Corte? Quello che ricorda, magari collocandole possibilmente nel tempo.
St.Fi.: Bah, io mi ricordo di una macchina, non so, forse Opel, forse non so che cosa, proprio da principio, quando ancora non si serviva nemmeno da me. E…
Presidente: Lei ha cominciato dall’83.
St.Fi.: Sì.
Presidente: Ecco, parta dall’83. 
St.Fi.: Riparto?
Presidente: Lei ha cominciato a lavorare nell’83.
St.Fi.: Sì.
Presidente: Quindi, il primo impatto col Faggi, no? Ecco, cominci da allora che macchina ha avuto.
St.Fi.: Non ho capito, mi scusi.
Presidente: Lei ha cominciato l’attività di gommista a Calenzano dall’83.
St.Fi.: Sì.
Presidente: Ecco. Cominci a dire che macchine ha avuto il Faggi da quell’epoca, da quando ha conosciuto, per la prima volta il Faggi.
St.Fi.: Ecco, appunto, appunto. Mi sembra, mi sembra di averlo già visto che ancora non si serviva da me, però averlo intravisto lì, perché giustamente il genero…
Presidente: (Voce non udibile)
St.Fi.: Una Opel. Poi mi ricordo che comperò una Argenta.
Avv. Sigfrido Fenyes: Argenta, che anni erano, signor Fiorucci?
St.Fi.: Mah, penso l’86, così, insomma. Non so, ora di preciso non me lo posso ricordare, insomma, ecco.
Avv. Sigfrido Fenyes: All’incirca, ’86-’87. Può darsi?
St.Fi.: Sì, sì. Grossomodo, sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Di che colore era 1’Argenta, se lo ricorda?
St.Fi.: L’Argenta era di color argento.
Avv. Sigfrido Fenyes: Di color argento. Chiaro?
St.Fi.: Chiaro.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, che lei ricordi, il signor Faggi ha mai posseduto auto sportive?
St.Fi.: No, auto sportive, no.
Presidente: Senta, e la Opel che era prima o dopo dell’86-’87?
St.Fi.: La Opel? No…
Presidente: Lei ha parlato della Opel e Argenta.
St.Fi.: Prima, prima.
Presidente: Quindi, l’Argenta l’ha collegata all’86-’87.
St.Fi.: Sì.
Presidente: La Opel è prima?
St.Fi.: Prima, prima. E’ precedente, sì.
Presidente: Di quanti anni?
St.Fi.: Non mi ricordo, guardi. Siamo indietro col tempo, eh.
Presidente: Insomma, prima dell’86.
St.Fi.: Sì.
Presidente: Prego.
Avv. Sigfrido Fenyes: Ricorda di una Peugeot?
St.Fi.: No.
Avv. Sigfrido Fenyes: Non la ricorda. Era metodico, pignolo, nei controlli sulle autovetture, il signor Faggi?
St.Fi.: Sì. Sì, sì, veniva spesso. Insomma, spesso, veniva nei momenti che doveva fare i lavori, controllare la pressione, fare inversioni di gomme. Cioè…
Avv. Sigfrido Fenyes: Lei ricorda qualche cosa di particolare, in relazione all’acquisto dell’Argenta? C’era un venditore?
St.Fi.: L’Argenta era di mio cugino, Rizzi Giuseppe Paride.
Avv. Sigfrido Fenyes: Ah.
St.Fi.: E probabilmente, per questo, l’ha comprata il Faggi, perché, essendo lì con il meccanico, gli ho detto: ‘guarda, forse mio cugino vuol vendere questa macchina’ e lì è stato…
Avv. Sigfrido Fenyes: Quindi, lei segnalò che c’era questa possibilità di acquistare questa Argenta.
St.Fi.: Sì, come si fa. Perché se quello dice: ‘c’ho una macchina da vendere’, ci si dà voce lì, chiaramente, fra gli addetti ai lavori…
Avv. Sigfrido Fenyes: E lo disse anche al suo vicino, diciamo…
St.Fi.: All’Azzini.
Avv. Sigfrido Fenyes: … all’Azzini.
St.Fi.: Sì, all’Azzini, si.
Avv. Sigfrido Fenyes: Che aveva l’officina.
St.Fi.: Certo.
Avv. Sigfrido Fenyes: Che lei sappia, il signor Faggi aveva la disponibilità contemporanea di più di una autovettura…?
St.Fi.: No.
Presidente: Non lo ricorda, o non lo sa?
St.Fi.: No, no, non l’ho mai visto con più di… Cioè, quando l’ho visto io, aveva sempre una vettura. Non è venuto una volta con una e una volta con un’altra, ecco.
Avv. Sigfrido Fenyes: Ricorda se il signor Faggi ha avuto delle Alfa Romeo?
St.Fi.: Sì, ha avuto un’Alfa 33. Dopo, dopo l’Argenta. Insomma, non lo so se subito dopo, o…
Avv. Sigfrido Fenyes: In che anni? Dopo il ’90, prima del ’90… Siamo nel ’97, quindi son già passati sette anni.
St.Fi.: Ecco, sì, appunto. Allora, ma mi pare che avesse avuto… Sì, aveva un’Alfa 33, ma non è… negli anni ’90, forse, non lo so, ecco. Non ricordo bene.
Avv. Sigfrido Fenyes: Il colore lo ricorda?
St.Fi.: Bianco.
Avv. Sigfrido Fenyes: Bianco.
St.Fi.: Quello sì, lo ricordo.
Avv. Sigfrido Fenyes: Ricorda auto scure del signor Faggi?
St.Fi.: Auto scure…
Avv. Sigfrido Fenyes: O chiare, le ricorda tutte chiare?
St.Fi.: No, c’è… No, non ricordo. La Giulietta che c’ha ora, anche ora ce l’ha…
Avv. Sigfrido Fenyes: Be’, ora non conta.
St.Fi.: Eh, non…
Avv. Sigfrido Fenyes: Ricorda auto chiare.
St.Fi.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Bene. Grazie.
Presidente: Pubblico Ministero.
P.M.: Grazie, Presidente. Io mi rendo conto e l’ho capito che, sulle date, uno che fa la sua professione, si occupa di gomme in una officina, insomma, è difficile che possa localizzare. Tutte le sue auto che ha avuto nel tempo, ricorda i periodi esatti?
St.Fi.: Io?
P.M.: Lei, delle sue.
St.Fi.: Beh, insomma…
P.M.: Più, o meno, eh?
St.Fi.: Più o meno.
P.M.: Figuriamoci quelle di un altro. Però, ecco, le chiedevo: lei ci ha parlato che si ricordava, prima ancora che fosse suo cliente, che il signor Faggi aveva una Opel, eh?
St.Fi.: Sì.
P.M.: Una macchina grossa.
St.Fi.: Ho detto, credo fosse una Opel, una macchina a tre volumi.
P.M.: Ecco. Ricorda, per caso, se era chiara o scura, quest’auto?
St.Fi.: Mi pare fosse sul marrone, beige, non so, ecco. Un affare così.
P.M.: Marrone o beige, non…
St.Fi.: Beh…
P.M.: Era chiara o scura, scusi, alla sua… Se lo ricorda. Guardi, meglio che ci dica che non lo ricorda.
St.Fi.: Eh, appunto Non…
P.M.: Ecco.
St.Fi.: Mi sembra che fosse sul… Comunque mi pare che fosse sul chiaro. Però non sono…
P.M.: Benissimo. E lei ricorda se ha avuto anche altre macchine metallizzate, oltre quella Argenta? Lei, almeno alla Polizia, in un verbale ha ricordato un’altra macchina metallizzata.
St.Fi.: Una Croma. Sì, ecco, una Croma, sì, sì.
P.M.: Questa Croma sa se ce l’aveva prima dell’Argenta, dopo la Opel, dopo la… Se lo ricorda, eh, ovviamente.
St.Fi.: No, no, la Croma l’ha avuta dopo 1’Argenta.
P.M.: Benissimo, grazie.
St.Fi.: Dopo 1’Argenta.
P.M.: Le è mai capitato, quando lei diceva, dice: ‘io ricordo di averlo visto sempre, quando veniva aveva una macchina.’ Le è mai capitato di trattenere la macchina del signor Faggi, nella sua officina, magari per una notte, per un giorno…?
St.Fi.: No.
P.M.: Ha sempre fatto lavori in giornata.
St.Fi.: Tempo di lavoro e via.
P.M.: Bene, grazie, non ho altre domande.
St.Fi.: Prego.
Presidente: (voce non udibile)
St.Fi.: Posso andare?
Presidente: (voce non udibile)
St.Fi.: Prego.
Presidente: La Opel di cui ha parlato ora al Pubblico Ministero, l’ha posseduta il Faggi prima che divenisse suo cliente?
St.Fi.: Io non l’ho mai servito con la Opel.
Presidente: Ecco. Allora, sapeva che aveva una macchina di quel tipo lì.
St.Fi.: Come faccio a saperlo?
Presidente: Non lo so, sapeva questo.
St.Fi.: L’ho visto lì, perché, essendo in officina contigua all’officina del metalmeccanico.
Presidente: Benissimo. La Opel non l’ha mai portata all’officina. Però lei ha visto quella macchina Opel.
St.Fi.: Sì, ho visto…
Presidente: Va bene. Per quello che può valere. Va bene. No, per precisare…
St.Fi.: Sì, sì.
Presidente: Bene. Può andare, grazie. 

Presidente: Ora chi c’è, Azzini?
Avv. Sigfrido Fenyes: Sì, Presidente. Azzini.
Presidente: È il genero, lui. Lei è Azzini Alessandro?  
Alessandro Azzini: Sì.
Presidente: Signor Azzini, senta, mi dicono che lei è il genero del Faggi Giovanni?  
A.A.: Sì, sì.
Presidente: Vero, questo qui?  
A.A.: Sì.
Presidente: Ha facoltà di non rispondere. Cioè, di non rispondere, di non deporre. Vuol deporre, o no? Vuol rendere la sua testimonianza, o no?  
A.A.: Sì.
Presidente: Per legge può anche dire: “non voglio deporre.”  
A.A.: Voglio deporre. Però la TV, no, eh.
Presidente: Come?
A.A.: La televisione, no.
Presidente: Benissimo. Vuol deporre, però senza televisione.
A.A.: Sì.
Presidente: Bene. Allora, niente telecamere, per cortesia. Dov’è nato?  
A.A.: A Prato.
Presidente: A Prato, quando?  
A.A.: Il 5 luglio 1958
Presidente: Residente?
A.A.: A Calenzano
Presidente: Prego, quel foglio lì.  
A.A.: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.”
Presidente: Ha capito, signor Azzini?  
A.A.: Sì.
Presidente: Lei viene interrogato su certi fatti che possono avere un notevole peso. Lei ci deve dire la verità. Va bene?  
A.A.: Senz’altro.
Presidente: Se poi si accerta che la verità non ce l’ha detta, quindi ha mentito, o ha taciuto, peggio per lei. Va bene?  
A.A.: Va bene.
Presidente: Sarà perseguito per falsa testimonianza. Va bene. Avanti, …
Avv. Sigfrido Fenyes: La ringrazio, Presidente. Signor Azzini, lei che lavoro fa?
A.A.: Il meccanico.
Avv. Sigfrido Fenyes: Ha una officina meccanica?
A.A.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Posta dove?
A.A.: A Calenzano, in via Giusti.
Avv. Sigfrido Fenyes: Conosce…
Presidente: Accanto al Fiorucci?  
A.A.: Accanto al gommista.
Presidente: Accanto. Prego.  
Avv. Sigfrido Fenyes: Ecco, conosce il signor Faggi, da quando? Faggi Giovanni.
A.A.: Lo conosco… diciamo dall’80, anche un po’ prima. Perché veniva a servirsi nell’officina dove lavoravo prima e dove aveva comprato due macchine. Sicché…
Avv. Sigfrido Fenyes: Il signor Faggi…
A.A.: Dopo ho capito, cioè, l’ho ricollegato, perché quando sono andato a praticare la sua figliola, insomma, dopo ho capito… ho cominciato a conoscerlo, insomma.
Avv. Sigfrido Fenyes: Ha cominciato a frequentare la figlia.
A.A.: A frequentare la figlia, sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: In che anno, la figlia?
A.A.: Diciamo, ’79. Sì, ’80.
Avv. Sigfrido Fenyes: Quindi lei, da quegli anni frequenta casa Faggi.
A.A.: Diciamo, dall’81, circa. Fine ’81.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, e il signor Faggi è stato suo cliente? Nell’officina.
A.A.: Diciamo che ha iniziato dopo un po’, perché prima andava sempre, si serviva da quest’altra officina e ha continuato a andare. Poi, dopo che ho messo l’officina, dopo qualche tempo, è venuto a servirsi da me.
Avv. Sigfrido Fenyes: E nell’altra officina lei ci lavorava come dipendente.
A.A.: Come dipendente, sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Poi si è messo in proprio, ha aperto un’officina per conto suo…
A.A.: Sì, sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: … accanto a quella del Fiorucci.
A.A.: Sì, accanto a quella del Fiorucci, sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, ricorda, così, anche a grandi linee, le autovetture possedute dal signor Faggi?
A.A.: Nei primi…
Avv. Sigfrido Fenyes: Dagli anni ’80 in poi.
A.A.: Diciamo, da quando l’ho conosciuto io, lui aveva comprato un’Opel Record 2300 Diesel oro metallizzato. E poi ne prese un’altra dopo, e… sempre un’Opel Record, sempre diesel, avorio, quel colore giallo avorio, insomma.
Avv. Sigfrido Fenyes: Questo, in che anni? Circa.
A.A.: Diciamo, nell’80, in quegli anni lì, perché dopo mi sono messo per conto suo, sì, aveva sempre la Opel Record. Sì, ’80-’81, circa. ’82, anche la Record, forse.
Avv. Sigfrido Fenyes: Poi dopo ha detto un’altra Opel.
A.A.: Sì, ha avuto due Opel. Ora, i periodi precisi delle Opel, non li ricordo. Comunque in quei periodi lì: ’80-’81.
Avv. Sigfrido Fenyes: Naturalmente la seconda Opel, dopo la prima. Non contemporaneamente.
A.A.: No. L’ha tenuta due o tre anni, poi faceva chilometri con la macchina, l’ha cambiata e ne ha presa un’altra nuova.
Avv. Sigfrido Fenyes: E che lei sappia, il signor Faggi ha mai posseduto contemporaneamente due automezzi?
A.A.: No. Questo… Almeno da quando lo conosco io, no.
Avv. Sigfrido Fenyes: Ecco. Torniamo alla successione delle auto. Quindi, si è detto: anni ’80-’84, mi pare di aver capito, una prima Opel una seconda Opel.
A.A.: E poi una seconda Opel, si. Poi prese una Peugeot usata. Perché il lavoro non andava… Sicché decise di prendere una Peugeot, una Peugeot familiare, una 504.
Avv. Sigfrido Fenyes: Il colore se lo ricorda?
A.A.: Sempre avorio.
Avv. Sigfrido Fenyes: Sempre avorio.
A.A.: Già… questo colore.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, e poi dopo, dopo la Peugeot, ricorda che auto comprò?
A.A.: Dopo, comprò 1’Argenta, dal parente lì, del gommaio, del gommista.
Avv. Sigfrido Fenyes: Lei si interessò per le volture di questa Argenta, per l’acquisto? Che lei ricordi.
A.A.: Ricordo che l’indicai lì, all’ACI, dove come autofficina abbiamo uno sconto particolare. E allora gli dissi, gli feci fare le volture per fargli risparmiare qualcosa, e gliele feci fare a nome. . . lo mandai a nome mio, insomma.
Avv. Sigfrido Fenyes: Che epoca era all’incirca se lo ricorda?
A.A.: Mah, mi sembra… ai primi dell’anno ’87.
Avv. Sigfrido Fenyes: A questo proposito, c’è un documento che è stato prodotto stamattina e che la Corte ha ritenuto di ammettere. È una certificazione dell’ACI in cui c’è scritto: “Paga Azzini.” Probabilmente lei avrà fatto…
A.A.: Sì, avevo dato il mio nome per fare lo sconto, praticamente agevolato.
Avv. Sigfrido Fenyes: “Trasferimento di proprietà, cavalli 23.” Questa dovrebbe essere l’Argenta.
A.A.: L’Argenta, sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Questo documento reca la data 23 febbraio ’87. Dovrebbe essere il numero 2 di quel gruppo… L’Argenta di che colore era?
A.A.: Argento metallizzato.
Avv. Sigfrido Fenyes: Argento metallizzato. In questo sforzo di memoria, lei riesce ad andare oltre? Cioè, dopo l’Argenta, ricorda che macchina ha posseduto il signor Faggi?
A.A.: Dopo l’Argenta ha preso una Croma, sempre diesel, usata, da un suo collega rappresentante come lui.
Avv. Sigfrido Fenyes: Di che colore era questa Croma?
A.A.: Sempre argento metallizzato, un po’… leggermente più scuro, credo, della prima.
Avv. Sigfrido Fenyes: Dopo la Croma?
A.A.: Dopo la Croma mi sembra una 33, bianca.
Avv. Sigfrido Fenyes: Targata Viterbo, può darsi?
A.A.: Targata Viterbo, sì. Era della Lilly di Firenze.
Avv. Sigfrido Fenyes: Ma era in che anno?
A.A.: Mah, la 33 mi sembra abbastanza recente, dopo il ’93.
Avv. Sigfrido Fenyes: Dopo il ’93.
A.A.: Mi sembra di sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Bene. Senta, che lei sappia il signor Faggi ha mai posseduto auto sportive?
A.A.: No. Se sportiva si pensa alla 33, alla 33 Diesel.
Avv. Sigfrido Fenyes: La 33 direi che non è un’auto sportiva.
A.A.: No.
Avv. Sigfrido Fenyes: E comunque, l’ha avuta dal ’93 in poi.
A.A.: Sì, dal ’93 in poi.
Avv. Sigfrido Fenyes: Macchine rosse lei le ricorda?
A.A.: No. No, perché quelle che ho detto…
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, che lei sappia, il signor Faggi chiedeva in prestito automobili da amici o da voi parenti?
A.A.: No.
Avv. Sigfrido Fenyes: Era un tipo abbastanza scrupoloso con l’automobile? Cioè, preciso?
A.A.: Molto pignolo, con la macchina, sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Le lavava sempre, le teneva…
A.A.: Sì, tutte le domeniche la lavava. Anche se pioveva. Sicché… Poi l’asciugava in garage. Sicché, insomma, sempre pulita…
Avv. Sigfrido Fenyes: Era regolare nei controlli? Nella messa a punto, pneumatici. ..
A.A.: Sì, sì, molto pignolo sul discorso della macchina.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, lei ha detto, quindi ha cominciato a frequentare casa Faggi dall’81, mi sembra…
A.A.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Eh? Mi sembra che abbia detto questo.
A.A.: Pressappoco.
Avv. Sigfrido Fenyes: Sa dirmi qualche cosa, visto che frequentava quella casa, sulla persona di suo suocero, cioè Faggi Giovanni? Se era un abitudinario, se usciva tutte le sere, se rientrava presto, se rientrava tardi…
A.A.: Le sere che si andava noi lì, lui non rientrava tardi.
Avv. Sigfrido Fenyes: Lei andava, perché andava a trovare sua figlia.
A.A.: Certo.
Avv. Sigfrido Fenyes: Vi siete sposati, quando?
A.A.: Nel ’90.
Avv. Sigfrido Fenyes: Nel ’90. Quindi, fino al ’90, lei andava a trovare sua figlia, la figlia del Faggi, a casa…
A.A.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: … a casa Faggi. Ecco, dica, l’ho interrotta.
A.A.: No, usciva, andava alla Casa del Popolo a prendere a volte un caffè o a far due chiacchiere lì, poi…
Presidente: Su questo punto, prima di proseguire, lei dice “non rientrava tardi.” Cosa vuol dire “rientrava tardi”?
A.A.: No, tardi. Rientrava all’ll, all’ll e mezzo. Non ho detto che rientrava tardi.
Presidente: Lei ha usato l’espressione “tardi”.  
Avv. Sigfrido Fenyes: No, forse io ho chiesto: ‘rientrava presto, tardi?’
Presidente: Lui ha detto: “rientrava tardi”, volevo sapere quante ore…
A.A.: Ah, sì, sì, può darsi.
Avv. Sigfrido Fenyes: Allora precisiamo. Sì, questo è importante.
A.A.: 11, 11 e mezzo, pressappoco.
Avv. Sigfrido Fenyes: Questo, dopo cena, quando usciva dopo cena.
A.A.: Sì, quando usciva dopo cena.
Avv. Sigfrido Fenyes: Cenava a casa, abitualmente?
A.A.: Sì, sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Rientrava…
A.A.: Io, tutte le sere, non c’ero. Insomma…
Avv. Sigfrido Fenyes: Per quello che lei può avere apprezzato.
A.A.: Sì, per quello che…
Avv. Sigfrido Fenyes: Certamente. Senta, e quindi lei arrivava a casa Faggi prima che lui uscisse?
A.A.: Molte sere, sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Lui cosa faceva?
A.A.: Andava… Io lo trovavo sempre, diciamo, nel suo… il salottino, lo chiamano, e c’ha la scrivania. Preparava il lavoro, poi aspettava fino alle nove e mezzo le telefonate, perché anche sul bigliettino da visita ci aveva scritto dalle 8 in poi fino a… per i clienti, che era a giro, per parlare oppure per fare delle ordinazioni o roba del genere.
Avv. Sigfrido Fenyes: D’abitudine succedeva questo.
A.A.: Sì. Sì, perché anche su quel discorso lì è molto preciso. Lui preparava sempre il suo lavoro quando usciva, insomma.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, quindi poi usciva dopo le nove e mezzo.
A.A.: Sì, dopo le nove e mezzo, un quarto alle dieci. A volte 9.20, insomma, non è che…
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, usciva a piedi o in macchina?
A.A.: Mah, io quasi sempre a piedi. Se usciva qualche volta in macchina non lo so, per andare a qualche…
Avv. Sigfrido Fenyes: Lei ricorda, comunque, di averlo sempre visto a piedi.
A.A.: Sì. Usciva sempre a piedi la sera, per andare alla Casa del Popolo con gli amici e questa gente.
Avv. Sigfrido Fenyes: Andava alla Casa del Popolo?
A.A.: Sì, a Calenzano. È lì dietro, sicché praticamente…
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, rincasando il pomeriggio, la sera prima di cena, la macchina la metteva in garage, che lei sappia?
A.A.: Sì, sì. Sì, perché anche quello l’ho sempre messa in garage perché… Addirittura se trovava la strada con temporale che l’aveva bagnata la rilavava, la ripuliva e poi la rimetteva dentro. Sicché…
Avv. Sigfrido Fenyes: Tutte le sere metteva l’automobile in garage.
A.A.: Sì, sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Quindi, s’è detto: stava in casa fino alle nove e mezzo, riceveva le telefonate e andava alla Casa del Popolo a piedi.
A.A.: A piedi.
Avv. Sigfrido Fenyes: Che lei sappia, beveva alcolici, liquori, caffè o ammazzacaffè; o meglio, ammazzacaffè?
A.A.: Caffè sì, ammazzacaffè anche… l’avrà bevuto qualche volta, proprio per Natale o queste feste qui, proprio. Ma sennò anche la sera, addirittura anche nel caffè ci mette l’acqua, sicché, per allungarlo.
Avv. Sigfrido Fenyes: Questo l’ha già detto, comunque se mai lo ripete. A lei non è mai capitato di prestare un’automobile al signor Faggi?
A.A.: No.
Avv. Sigfrido Fenyes: E che lei sappia lui non prendeva auto in prestito.
A.A.: No. Per quello che so io no.
Avv. Sigfrido Fenyes: Bene, grazie.
P.M.: Presidente, grazie. Vorrei partire, signor Azzini, per farle qualche domanda dal fatto che lei dice: “Nel ’79-’80 ho cominciato a frequentare la figlia…”. Poi ha detto: “Nell’81” – se non ho capito male – “sono andato in casa.” Come si suol dire.
A.A.: Sì.
P.M.: È così. Poi siete stati fidanzati dall’81 al ’90.
A.A.: Sì.
P.M.: Un lungo periodo di tempo. Poi lei ora ci ha descritto che conosce, per quel che si ricorda, le mosse – di quando andava lì – di suo suocero che usciva la sera. Perché le sere in cui lei andava a casa della sua fidanzata a cena, rimanevate sempre in casa voi?
A.A.: Sì.
P.M.: Non siete mai usciti.
A.A.: Magari quando si usciva non andavo nemmeno su, ha capito? Perché ho l’officina lì, molte sere si fa fino a tardi, sicché mi fermavo addirittura a cena lì e poi andavo. . . Addirittura restavo anche a dormire molte volte.
P.M.: Ecco. Quindi, lei si riferisce alle abitudine del Faggi che ha visto lei, nelle sere in cui lei rimaneva lì.
A.A.: In cui rimanevo lì.
P.M.: A cena o a dormire, ha detto.
A.A.: Sì, sì.
P.M.: Senta, tanto per indicare, per avere approssimativamente un’idea, lei tutte le sere andava a casa della sua fidanzata?
A.A.: No, tutte le sere no.
P.M.: Nella settimana?
A.A.: Nella settimana: martedì, giovedì, venerdì sera, sabato e la domenica, insomma.
P.M.: Ecco. Quindi lei si riferisce alle sere in cui ci andava lei.
A.A.: Sì, sì.
P.M.: Il sabato e la domenica lei sa che abitudini aveva il signor Faggi?
A.A.: Mah, il sabato…
P.M.: L’ha visto lei, mi riferisco ad abitudini…
A.A.: Che ho visto io andava a prendere l’acqua, a una fonte su nel Mugello, e…
P.M.: Con chi andava? Lo sa?
A.A.: A volte andava con – come si chiama – con uno lì di Calenzano, mi sembra il Giugni; un certo Giugni.
P.M.: Sa perché andavano nel Mugello? Come mai così…
A.A.: Perché è un’acqua particolare, che fa bene ai reni, insomma. Aveva problemi di reni e un professore disse di prendere quell’acqua lì e da…
P.M.: Quell’acqua.
A.A.: E tuttora va a prenderla ancora.
P.M.: Lei di questa amicizia con il Giugni ha potuto apprezzare un’amicizia di vecchia data?
A.A.: A quanto ne so io, penso di sì.
P.M.: In famiglia ha notato o meno se di questa amicizia erano contenti o meno? Perché, ci hanno detto in quest’aula che nella famiglia del Giugni la moglie non era contenta che il Giugni avesse…
A.A.: Ma io di queste cose non lo so, perché non è che praticasse, il Giugni, lì. Si ritrovavano…
P.M.: Io le ho chiesto soltanto se ha sentito dai familiari…
A.A.: No.
P.M.: … da sua figlia, cioè sua moglie, o da altri…
A.A.: No, no.
P.M.: … se c’era contrasto di questa amicizia, come pare ci fosse nella famiglia del Giugni.
A.A.: No, credo di no, credo di no.
P.M.: Crede di no. La domanda da cui sono partito era quella: se sa, al di là del fatto che andavano a prendere 1’acqua… L’acqua andavano di sabato, di mattina o di sera? se lei lo sa.
A.A.: Ma credo a volte… Secondo, quando erano liberi o il sabato mattina o il sabato sera. Quasi sempre credo il sabato sera. Credo il pomeriggio. Insomma, non lo so. Quand’erano liberi, comunque di sabato.
P.M.: Di sabato. Sa cosa faceva il sabato sera, sa cosa faceva… Lei era in casa il sabato e domenica del Faggi?
A.A.: A cena sì, perché la sera si cenava tutti lì con la…
P.M.: Il sabato.
A.A.: Il sabato era il ritrovo di tutti insieme. La domenica veniva su alla casa in campagna e si stava a lavorare agli ulivi, insomma.
P.M.: E lei sa se il sabato sera o la domenica sera usciva, aveva le stesse abitudini? Più che sa: l’ha visto lei? O stava in casa il sabato e la domenica?
A.A.: Il sabato sera andava alla Casa del Popolo, perché la mattina, quando si va su in campagna di solito si va su presto.
P.M.: Senta, questo fatto che andava alla Casa del Popolo lo sa dal Faggi e dagli altri familiari, o ce l’ha visto lei personalmente?
A.A.: Io so che lo diceva… Io personalmente non ce l’ho visto. So, lui diceva che andava alla Casa del Popolo, andava via a piedi…
P.M.: Personalmente non ce l’ha visto perché lei non è mai entrato alla Casa del Popolo, o perché, entrandoci, non ce l’ha mai trovato?
A.A.: No, perché non ci sono mai entrato.
P.M.: Ecco, è molto più chiaro. Senta una cosa, sa, lei, esattamente dov’erano i luoghi di lavoro di suo suocero? Dove andava?
A.A.: No, di lavoro… Aveva le ceramiche, cioè i titolari ce l’aveva su, credo a Sassuolo, in Romagna. E i clienti…
P.M.: Quindi ogni tanto andava a Sassuolo.
A.A.: Sì, andava il lunedì; tutti i lunedì o ogni quindici giorni andava sempre a Sassuolo a cambiare i campionari.
P.M.: Ma andava dalla mattina alla sera, o è capitato ! che si fermasse anche più di una giornata fuori?
A.A.: Quando andava a Sassuolo, no, tornava; di solito alle due e mezzo, le tre credo rientrasse. A volte si fermava a controllare l’olio, quando tornava di lassù.
P.M.: Ecco. Invece lei sa, o le è capitato, di capire in famiglia che lui era fuori più di un giorno, che non tornava a dormire?
A.A.: No. Da quando ci sono io non ho di queste ricordanze.
P.M.: È sempre tornato a dormire.
A.A.: Sì.
P.M.: Guardi che sono… dunque, penso fosse sua moglie, che abbiamo sentito poco fa…
A.A.: Sì.
P.M.: …ha detto che stava via anche un paio di giorni.
A.A.: Mah, per quello che ho ricordanza io, no.
P.M.: Mai. Ha sempre dormito a casa.
A.A.: Oh, senta, io tutte le sere non c’ero, sicché, voglio dire, però se stava fuori due giorni penso…
P.M.: A lei non è mai capitato di sapere in casa che è stato via due giorni.
A.A.: Da quando la conosco io…
P.M.: Signor Azzini, ma deve dire la verità, lei. L’ha detto sua moglie!
A.A.: Mia moglie, se io non lo so, scusi.
P.M.: Bah, o non lo sa, o non l’ha apprezzato. Cioè, le volte che è andato, non c’è mai stata una sera che lui non è…
A.A.: Esatto.
P.M.: In dieci anni non ha mai fallito una notte.
A.A.: Io…
P.M.: È sicuro di quel che dice? Le ripeto, sua moglie, poco fa, ha detto che stava via anche un paio di giorni.
A.A.: Può darsi che stesse via prima che ci sono andato io.
P.M.: Ecco. Dall’81 al ’90 non ha mai mancato una notte.
A.A.: Non me lo ricordo.
P.M.: Ci vuol pensare un attimo? Le ripeto, sua moglie ha spiegato anche perché, perché andava da clienti lontani e stava via anche…
A.A.: Io…
P.M.: Allora facciamo in un altro modo. Lei sa che zone erano quelle dove lui andava a fare…
A.A.: Le zone, penso la Maremma, c’aveva; tutta la Toscana.
P.M.: Sa se verso nord, verso ovest?
A.A.: Toscana, Maremma: diciamo verso sud.
P.M.: Verso nord, che lei sappia, è mai andato? Aveva zone?
A.A.: Aveva, credo, la sulla Versilia delle zone.
P.M.: In Liguria.
A.A.: Addirittura gli anni prima credo c’avesse, sentivo in casa ne parlavano, anche La Spezia. Può darsi… La Liguria, insomma.
P.M.: Lei…
A.A.: Però…
P.M.: Lei non ha mai sentito dai familiari dire: beh, il babbo, mio marito stasera non torna perché è via per lavoro?
A.A.: Mah, io questo non me lo ricordo, voglio essere sincero. Negli anni che sono stato io, mi sembra di no.
P.M.: Mai.
A.A.: Però…
P.M.: E qualche volta è capitato che lei andasse… Anzi, facciamo così: a che ore lei, quando era dalla sua fidanzata a cena e rimaneva lì, a che ore veniva, lei, via?
A.A.: Ma molte volte, quando andavo a cena, parecchie volte rimanevo anche a dormire lì, specie il giovedì.
P.M.: Specie… Io faccio conto, allora, la domanda è per le sere in cui lei non rimaneva lì.
A.A.: Andavo via verso mezzanotte, mezzanotte e mezzo.
P.M.: Quando lei andava via a mezzanotte, mezzanotte e mezzo, il Faggi era rientrato?
A.A.: Sì.
P.M.: Sempre.
A.A.: Quando in quelle sere sono andato: sempre.
P.M.: Lei, in nove anni, dieci anni, ricorda alla perfezione “sempre”. Cioè, non si ricorda che stava via due giorni, se è vero, invece si ricorda…
A.A.: La sera, insomma, quando rientrava a volte, i diciamoci la verità, rompeva anche le scatole.
P.M.: Faceva il suocero.
A.A.: Eh?
P.M.: Faceva il suocero.
A.A.: Faceva il suocero, faceva il suocero.
P.M.: Come mai voi non uscivate?
A.A.: Si usciva, fra settimana si poteva andare anche a un cinema, però, insomma,’ si rientrava…
P.M.: Allora, se lei era al cinema non sapeva cosa faceva suo suocero.
A.A.: Quelle sere lì, sì; però…
P.M.: Quando andava al cinema non lo sapeva.
A.A.: No. Come le sere che non c’ero, naturalmente. Però si andava al cinema, di solito, si andava la domenica sera, così. Perché si lavora tutti e due, insomma.

P.M.: Senta, alla domanda che le è stata fatta – come andava alla Casa del Popolo – lei ha detto: “Quasi sempre a piedi.” E poi ha aggiunto: “Se usciva qualche volta in macchina…” e ha detto “se usciva”. Cioè, lei ha dei ricordi precisi che qualche volta andava da qualche parte in macchina, o sono ricordi così, fumosi, e lei… Sua moglie ha detto che può essere capitato che andasse, per qualche motivo di lavoro, anche fuori in macchina, la sera. Ora, lei dice: “No, metteva sempre la macchina in garage.”
A.A.: Sempre la macchina in garage….
P.M.: Scusi, la domanda era: è vero ciò che dice sua moglie, per quel che ricorda lei, che qualche volta lui usciva anche in macchina e andava in posti che voi non sapete, ovviamente?
A.A.: Ma può darsi. Io non me ne ricordo di questo fatto. Cioè, molte volte… Le sere che sono andato lì io, usciva a piedi.
P.M.: Cioè, lei…
A.A.: Io non è che…
P.M.: Azzini, scusi un attimo.
A.A.: Sì.
P.M.: Sia anche un attimo verosimile. Come fa a ricordare benissimo le sere in dieci anni, se sua moglie dice, giustamente, qualche volta è uscito ¦ in macchina… Insomma…
A.A.: Può darsi sia uscito in macchina.
P.M.: Oh, vede, “può darsi” va già meglio, no? Se, può darsi.
A.A.: Può darsi sia uscito, però… Le abitudini di una persona…
P.M.: L’abitudine era di restare in casa o di andare…
A.A.: E di mettere la macchina in garage.
P.M.: La macchina.
A.A.: Diciamola così, se la la vuole…
P.M.: Senta… No, io non voglio; io voglio, nei limiti di quel che lei ricorda, che dica la verità. Che mi sembra, sua moglie che era in casa, la dice in modo non perfettamente…
A.A.: Lei c’era…
P.M.: … corrispondente alla sua.
A.A.: Lei c’era tutte le sere, io tutte le sere…
P.M.: Chiarissimo. Benissimo, era questo che volevo capire da lei. Io vorrei fare un’altra domanda sulle auto.
A.A.: Sì.
P.M.: Lei ci ha descritto, se non sbaglio, due Opel Record, una metallizzata oro e una avorio, e poi un Peugeot familiare avorio che aveva comprato, se non ho capito male…
A.A.: Da un suo amico.
P.M.: … da un suo amico. Poi un’Argenta che aveva comprato da un altro; poi una Croma targata Viterbo.
A.A.: No, la Croma…
P.M.: Mi scusi…
A.A.: La 33 era targata Viterbo.
P.M.: Ecco, allora le chiedo: lei ha mai visto, di queste macchine, quali erano nuove? Perché, dal racconto che ha fatto lei, sembrano tutte usate tranne la prima Opel Record.
A.A.: Le prime due Opel erano nuove, perché mi ricordo le comprò lì alla Opel dove lavoravo.
P.M.: Le altre è vero – o ho capito male io – che erano tutte auto usate.
A.A.: Tutte usate, tutte usate.
P.M.: Senta una cosa, in alcuni documenti, agende, che sono stati sequestrati a suo suocero, invece si parla di auto nuova nell784 a cui è stato fatto il tagliando e poi si mette un chilometraggio di pochi chilometri. E’ chiaramente un’annotazione che, letta da un profano e io mi faccio profano, è un’auto nuova. Allora le chiedo: lei ha mai visto, in questi anni in cui lui aveva queste auto usate, se aveva la disponibilità di un’auto nuova?
A.A.: No.
P.M.: Di terzi.
A.A.: No.
P.M.: Allora, lei ha mai fatto tagliandi alle auto di suo suocero?
A.A.: Diciamo, dalla Peugeot in poi, perché andetti a fargliela vedere io.
P.M.: Però di macchine usate.
A.A.: Sì, sì.
P.M.: Queste macchine usate che lui comprava, lei ha memoria di quali chilometraggi avessero prima?
A.A.: Diciamo, quella dal suo amico l’adoprava pochissimo…
P.M.: E sarebbe?
A.A.: La Peugeot 504, sono stato a provarla, gliela provai io; aveva mi sembra 30-40.000 chilometri.
P.M.: Invece queste annotazioni su questa agenda sono di chilometri molto bassi. Le sa – quindi, le ripeto – se lui aveva anche la disponibilità, ad esempio per la ditta, di un’auto nuova.
A.A.: No, perché usava…
P.M.: Perché non si capisce come queste auto usate avessero quei bassi chilometraggi che sono segnati nell’agenda.
A.A.: La Peugeot aveva pochi chilometri, ora…
P.M.: 30-40.000.
A.A.: Può darsi anche meno. Io…
P.M.: Il che vuol dire che l’Argenta e la Croma ne avevano più. Se lei dice 30-40.000 son pochi, vuol dire che quell’altre, ne avevano di più.
A.A.: Ora, l’Argenta ora proprio non me lo ricordo. Comunque io gliela provai, la macchina era tenuta benissimo.
P.M.: Si, io le chiedo se lei sa qualcosa sui chilometri.
A.A.: Sui chilometri, no.
P.M.: Quindi, lei ricorda che le uniche auto nuove che ha avuto suo suocero sono la Opel Record Diesel oro metallizzata e quella avorio.
A.A.: Sì.
P.M.: E lei le fa risalire addirittura una agli anni ’80 e una – l’ha tenuta due o tre anni – quindi all’82-’83.
A.A.: Ora, di preciso…
P.M.: Queste son le auto nuove.
A.A.: Le auto nuove, però gli anni lasciamoli stare, perché io lavoravo lì, non lo conoscevo, lo conoscevo per cliente.
P.M.: Le agende sono sequestrate, poi le vedremo. A lei non le dice nulla il fatto che lui avesse apparentemente annotazioni relative a macchine, da quel che sembra dalle agende, con bassissimo chilometraggio. Quindi, le chiedo, non è che ricorda ad esempio, o a lei non viene il ricordo, che lui avesse anche un’auto o della ditta, o di qualcuno di cui aveva disponibilità.
A.A.: No, credo di no.
P.M.: E queste auto che ricorda lei, al di là delle Opel, sono tutte auto usate.
A.A.: Sì, quelle che ho visto io, sono tutte auto usate. Se poi le teneva fuori… però l’usciva con quella, i tagliandi si facevano alla Peugeot quando aveva la Peugeot e all’Argenta quando aveva l’Argenta.
P.M.: L’olio in genere lo cambiava da voi?
A.A.: Sì.
P.M.: Da lei.
A.A.: Sì.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: I difensori?
Avv. Aldo Colao: Avvocato Colao di parte civile. Senta, lei quale meccanico, visto che suo suocero ‘ acquistava prevalentemente macchine usate, consigliava di tenerla per un certo periodo per provarla, la vettura che doveva acquistare?
A.A.: No. No perché noi siamo… Specie le macchine che gli ho provato io, ha fatto subito le volture perché, come dicevo prima, è una persona molto pignola e non usava, passava subito l’assicurazione. Cioè, aveva fiducia; gli dicevo che la macchina andava bene e aveva fiducia in me. Levava l’assicurazione da quella che firmava e metteva sull’altra e usava quella lì.
Avv. Aldo Colao: Quindi si fidava subito e prendeva l’auto, anche se era usata.
A.A.: Diciamo, quella del suo amico sapeva anche senza che andassi a provargliela io, era una proforma quella lì, perché era una macchina che non usava quasi mai, era sempre stata ferma, la usava pochissimo, questo signore.
Avv. Aldo Colao: Senta, scusi, un’altra cosa. A lei le risulta che suo suocero avesse degli hobby? Come passava il tempo libero? Aveva degli hobby? Non so, tutti abbiamo qualche hobby, no?
A.A.: Il tempo libero, diciamo, il sabato andava quasi tutti i sabati a prendere quest’acqua. La domenica veniva su in campagna, dove c’abbiamo un pezzo di terra; si lavorava agli ulivi, insomma, cosa c’era da fare.
Avv. Aldo Colao: Ma era, che so io, cercatore di funghi, amante di passeggiate in campagna?
A.A.: Cercatore di funghi, credo di no. Passeggiate, lassù se ne fa poche, si lavora.
Avv. Aldo Colao: Io dicevo allora, negli anni 780.
A.A.: Negli anni ’80…
Avv. Aldo Colao: ’80-’85.
A.A.: ’85, credo che in quegli anni lì lui a cercar funghi…
Avv. Aldo Colao: Cacciatore?
A.A.: No.
Avv. Aldo Colao: Una cosa ancora, scusi. Lei si ricorda se, nel corso di una perquisizione, furono sequestrati a suo suocero presso l’abitazione dei falli di gomma e di legno e | riviste pornografiche?
A.A.: L’ho saputo, c’era scritto sui giornali, però io non lo sapevo codesto.
Avv. Aldo Colao: No, ma lei proprio, lei signor… Azzini, no?
A.A.: Sì.
Avv. Aldo Colao: Azzini?
A.A.: Alessandro.
Avv. Aldo Colao: Alessandro. E’ nato a Prato il 05/07 del ’58.
A.A.: ’58.
Avv. Aldo Colao: E residente a Calenzano, in via Ponchielli 10/3.
A.A.: Sì.
Avv. Aldo Colao: Lei fu identificato, con patente, da parte dell’Autorità che fece una perquisizione presso l’abitazione del Faggi il 30 giugno 1990. Perché lei era lì presente. Cerchi di rammentarsi, se era presente a questa perquisizione in cui fu sequestrato questo materiale che le dicevo io.
A.A.: Una volta c’ero.
Avv. Aldo Colao: Perché qui c’è la sua firma, sotto questo verbale.
A.A.: Ma…
Presidente: Comunque, lui ha detto che lui non sapeva di quel materiale e l’ha saputo allora. Comunque…
A.A.: L’ho saputo dai giornali, io…
Avv. Aldo Colao: No, perché volevo sapere anche se nel corso della perquisizione, visto che lei… C’era o non c’era, lei, scusi?
A.A.: Io c’ero, ma noi siamo rimasti…
Avv. Aldo Colao: Lei ha assistito alla perquisizione?
Presidente: Una volta ha assistito a una perquisizione, ha detto lui.
Avv. Aldo Colao: Ecco.
Presidente: Ma non ricorda quale. Ma una volta…
Avv. Aldo Colao: No, questo è del 30 giugno 1990.
Presidente: E sarà quella.
A.A.: Sarà quella, io… E’ scritto lì.
Avv. Aldo Colao: Se si ricorda se fu sequestrato anche un calendario in cui al giorno 3 ottobre, lunedì, dell’anno 1977 è stato sottolineato il nome Pacciani Pietro, San Casciano. Se lo ricorda?
Avv. Sigfrido Fenyes: Difensore… difensore di…
Presidente: No, avvocato, io, prima che intervenisse il difensore, sono fatti che non riguardano lui e riguardano il Faggi. Lui sa, al limite, se fu sequestrato un calendario. Non lo so.
Avv. Aldo Colao: Non ho altre domande, grazie.
A.A.: Io a questa cosa non so rispondere, perché…
Presidente: Senta, per cortesia, se non ci sono altre… Ecco, io vorrei sapere una cosa da lei.
A.A.: Sì.
Presidente: Lei ha detto che di regola andava verso le nove, nove e mezza a casa della fidanzata, rimaneva fino…
A.A.: Anche a dormire, sì.
Presidente: … mezzanotte, mezzanotte e mezzo.
A.A.: Oppure anche a dormire.
Presidente: Il Faggi, divenuto poi suo suocero, ritornava sempre dalla Casa del Popolo verso le undici, undici e trenta.
A.A.: Quando i giorni, le sere che c’ero presente, insomma.
Presidente: Poi ha detto anche che lei andava con la fidanzata al cinema, la sera…
A.A.: Più che altro la domenica.
Presidente: … il sabato e la domenica.
A.A.: Più che altro la domenica sera.
Presidente: Più che altro la domenica sera. Ecco, per quel giorno, per la domenica sera lei non può dir nulla.
A.A.: No, no.
Presidente: Ritornava più tardi. Lasciava la fidanzata sotto casa, o rientrava in casa, lei?
A.A.: Dipende, insomma…
Presidente: Ma, insomma, non sa la domenica sera cosa…
A.A.: Sì, si saliva. Se era presto si saliva e poi dopo, insomma…
Presidente: Per la domenica sera lei non può dire se il Faggi era in casa alle undici e mezzo.
A.A.: No, perché… Anche perché se l’avesse tenuta davanti uno vedeva… Cioè, anche se andavo su in casa a vedere se era a letto… Noi si entrava in camera.
Presidente: Insomma, lei non l’ha mai visto in casa la domenica sera.
A.A.: La domenica sera a volte era per finire per prepararsi la roba; se si rientrava presto…
Presidente: Presto.
A.A.: … che aveva l’abitudine, lui, il lunedì mattina – gli ho detto – andava spesso su a Sassuolo, allora si prendeva, credo, le cose dei clienti e tutte queste cose qui.
Presidente: Senta, poi un’altra domanda. Lei ha parlato di due macchine Opel Record.
A.A.: Si.
Presidente: L’ha possedute suo suocero, il Faggi, dall’80 all’84?
A.A.: Anche prima, forse; perché ora io non mi ricordo, perché, insomma, son passati tanti anni. Io mi ricordo che le due macchine…
Presidente: Lei ha detto che l’ha conosciuto nell’80 e dall’81 ha cominciato a frequentarlo come fidanzato della figlia. E che nell’80-’81 ha parlato di una prima Record, Opel Record oro metallizzata e poi di una Opel Record gialla avorio fino all’84.
A.A.: Mi ricordo perché l’ha cambiate in quei periodi, cioè c’è…
Presidente: Volevo sapere questo.
A.A.: … stato il cambio di macchina.
Presidente: Volevo sapere in quegli anni, ’80-’84, ha avuto solamente queste due auto.
A.A.: Sì, sì.
Presidente: Questo volevo sapere.
A.A.: Queste Opel Record.
Presidente: Bene. Altre domande?
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
Presidente: Prego, avvocato.
Avv. Nino Filastò: Ha mai visto suo suocero assieme a Pietro Pacciani?
A.A.: No.
Avv. Nino Filastò: Così, tanto per fare, insieme a questo signore accanto a me, al Vanni?
A.A.: No…
Avv. Nino Filastò: Lei non ha mai sentito fare, in famiglia, il nome di Mario Vanni.
A.A.: No, mai. In famiglia mai sentito nulla di queste cose.
Presidente: Allora può andare. Se non ha altre domande, può andare.

Presidente: Chi altro c’è?
Avv. Sigfrido Fenyes: Faggi Rosetta, signor Presidente. 
Presidente: Sì. 
Segretario d’udienza:(voce non udibile)
Presidente: Come si chiama, lei?
Rosetta Faggi: Come?
Presidente: Come si chiama, signora, lei?
R.F.: Faggi Rosetta.
Presidente: Cos’è? Niente telecamere, per cortesia, alla teste. E’ figlia, moglie, chi è lei?
R.F.: Figlia.
Presidente: Figlia. Dov’è nata?
R.F.: A Calenzano il 24 maggio 1952
Presidente: Signora, lei ha facoltà di non rispondere, cioè di non deporre.
R.F.: No, voglio.
Presidente: Di non testimoniare. Lo vuol fare o no?
R.F.: No, voglio deporre.
Presidente: Benissimo. Con tutto quello che segue, nel senso che se dice cose false o non vere sarà perseguita. Va bene?
R.F.: Sì.
Presidente: Allora, la signorina vuol sapere dov’è nata esattamente e residente esattamente. .
R.F.: A Calenzano 
Segretario d’udienza:(voce non udibile)
R.F.: Il 24 maggio 1952.
Segretario d’udienza:(voce non udibile)
R.F.: A Prato, via dell’A1… 
Segretario d’udienza:(voce non udibile)
R.F.: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.”
Presidente: Bene. Prego, avvocato.
Avv. Sigfrido Fenyes: Signora Faggi…
R.F.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Comincerei subito dall’argomento autovetture possedute da suo padre.
R.F.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Giovanni Faggi. Nello sforzo di memoria, sicuramente, che avete fatto e che le chiedo di fare, vorrei che lei ci elencasse, se possibile collocandole anche temporalmente, le macchine, le autovetture possedute da suo padre dall’80 in poi.
R.F.: Dunque, nell’80 aveva un’Opel Record, color oro diciamo.
Avv. Sigfrido Fenyes: Colore oro?
R.F.: Sì, color… sa, la definizione esatta… Nell’84, sempre ancora una Opel Record…
Avv. Sigfrido Fenyes: Scusi, la Opel color oro la ricorda perché, perché è successo qualcosa nell’80?  
R.F.: Perché coincide con la data del mio matrimonio.
Avv. Sigfrido Fenyes: Quindi lo ricorda con esattezza.
R.F.: Si. Dunque, nell’84 sempre un’Opel color crema. Dall’85, ci può essere variazione di qualche mese, può darsi gennaio-febbraio avesse ancora la Opel, comunque, dall’85 ad arrivare all’87 era una Peugeot 504 familiare, sempre color crema.
Avv. Sigfrido Fenyes: Color crema.
R.F.: Color crema, sì. Familiare. Dall’87 a arrivare al ’92, 1992, aveva una FIAT Argenta…
Avv. Sigfrido Fenyes: Dall’87 al ’92 è sicura… L’Argenta fu demolita? 
R.F.: Sì, sì. Ci sono dei documenti che comprovano questo fatto.
Avv. Sigfrido Fenyes: Quindi, diciamo: finì con suo padre la sua vita, di questa Argenta.
R.F.: Sì, sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Di che colore era 1’Argenta?
R.F.: Color grigio chiaro, color…
Avv. Sigfrido Fenyes: Grigio chiaro. Bene.
R.F.: Poi, dal ’92 al ’93 una Croma.
Avv. Sigfrido Fenyes: Di che colore?
R.F.: Di colore grigio scuro.
Avv. Sigfrido Fenyes: Grigio?
R.F.: Sì, grigio scuro, la Croma.
Avv. Sigfrido Fenyes: Sì.
R.F.: Una Croma grigia. 
Avv. Sigfrido Fenyes: Sì. 
R.F.: Ora non mi ricordo esattamente. Mi pareva un pochino più scura, leggermente più scura dell’Argenta.
Avv. Sigfrido Fenyes: Più scura dell’Argenta? 
R.F.: Sì. Ora, il grigio ’93 e ’95’ è un’Alfa 33 bianca. E dopo il ’95 ha l’Alfa che ha ora, 1’Alfa 75.
Avv. Sigfrido Fenyes: Bene. Quindi, a suo sapere non ha mai posseduto auto sportive, suo padre.
R.F.: No, no, assolutamente.
Avv. Sigfrido Fenyes: E auto di colore rosso?
R.F.: No.
Presidente: L’Alfa 33 c’è ancora?
R.F.: No, ora, attualmente, ha un’Alfa 75. L’Alfa 33 è andata dal ’90…
Presidente: Sì, sì, va be’. 
R.F.: Mi scuso, ma ho dei problemi di udito, quindi può darsi che qualche volta…
Presidente: No, ma poi non ci interessa… per documentarsi…
R.F.: No, ma io tante le volte, le domande chiedo che… siccome ho dei problemi.
Presidente: Lei ha detto l’anno ’80, un’Opel Record di colore oro, poi dall’84, una Opel Record di colore crema.
R.F.: Nel… no, fino… praticamente…
Presidente: Dall’anno ’80, un’Opel Record di colore oro.
R.F.: Sì.
Presidente: Dall’anno ’84, una… 
R.F.: Fino all’anno ’84. Le Opel praticamente, io non ricordo il momento che lui l’ha comprata. Può darsi che la prima la sia…
Presidente: Va be’, fine ’84 un’Opel Record di colore crema.
R.F.: Sì.
Presidente: Poi, dall’anno ’85 fino all’86, una Peugeot 504.
R.F.: Sì, familiare.
Presidente: Poi, dall’87 al ’92 una Fiat Argenta grigio chiaro.
R.F.: Sì.
Presidente: Dal ’92 al ’93 una Croma grigio scuro.
R.F.: Sì.
Presidente: Dal ’93 al ’95 un’Alfa 33 bianca.
R.F.: Bianca.
Presidente: E dal ’95 ad oggi l’Alfa 75.
R.F.: Sì.
Presidente: Bene.
Avv. Sigfrido Fenyes: Signora, suo padre ha mai posseduto contemporaneamente due…
R.F.: No.
Avv. Sigfrido Fenyes: … automezzi? perché strada sterrata eccetera, eccetera… Ma raramente, quando…
Avv. Sigfrido Fenyes: Che macchina gli prestava?
R.F.: Una 500.
Avv. Sigfrido Fenyes: E lui non voleva sporcare la sua?
R.F.: Anche.
Avv. Sigfrido Fenyes: Eh?
R.F.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Era piuttosto meticoloso, pignolo sulla macchina? 
R.F.: Sì, la sua… quando, occasionalmente poteva venire con me o con la mia sorella, o la spostavo e ci montava sopra, sinceramente diceva: ‘eh, tu la potresti tenere anche più pulita’.
Avv. Sigfrido Fenyes: Soffriva, insomma.
R.F.: Eh?
Avv. Sigfrido Fenyes: Soffriva.
R.F.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Quindi era regolare nel fare i controlli all’officina, i tagliandi.
R.F.: Sì, tutto. Queste cose sempre regolare. Gomme da inverno, gomme da estate anche per il lavoro. Ci stava molto attento a queste cose.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, macchine rosse non le ha mai possedute, vero?
R.F.: No.
Avv. Sigfrido Fenyes: Né macchine sportive.
R.F.: No.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, circa le abitudini di suo padre, a suo ricordo, usava uscire dopo cena, usava cenare a casa, si allontanava per cena?
R.F.: Cioè, praticamente lui rientrava alle sette, le otto secondo…
Avv. Sigfrido Fenyes: L’abitudine.
R.F.: … la lontananza, rientrava dal lavoro. Poi c’era il discorso della cena, va be’, tra lavarsi, cambiarsi e poi c’era le telefonate. Praticamente usciva verso le nove e trenta, eccetera, eccetera. Cioè c’era tutta una serie di telefonate dalle otto fino a quell’ora lì, perché clienti che avevan bisogno di informazioni, di materiale eccetera, eccetera. Poi usciva, andava verso il Circolo e rientrava verso l’undici, undici e mezzo. Più facile mezzora prima che mezzora dopo. Cioè…
Avv. Sigfrido Fenyes: Come andava? A piedi o in macchina?
R.F.: A piedi.
Avv. Sigfrido Fenyes: Di sera usava mai la macchina?
R.F.: Raramente. Era una cosa, diciamo…
Avv. Sigfrido Fenyes: Lei ricorda delle occasioni in cui la sera ha preso la macchina?
R.F.: Mi ricordo che delle volte è andato a teatro, a vedere un’opera. Però, io, non mi chieda il giorno, perché io questo non… È una cosa un po’ fuori dal normale, diciamo.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, che lei sappia faceva uso di superalcolici?
R.F.: No.
Avv. Sigfrido Fenyes: Ammazzacaffè?
R.F.: No. Eccezionalmente, essendo, trovandosi tutti insieme diciamo, a cena il sabato sera, se mio marito o mio cognato chiedeva un liquore… ma non una cosa regolare, non sempre, lo prendeva anche lui. Ma non sempre, cioè era un’eccezione diciamo.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, il lunedì è vero che spesso andava a Sassuolo dalla sua ditta? 
R.F.: Sì di solito era il giorno del lunedì, ogni 15 giorni.
Avv. Sigfrido Fenyes: Senta, è vero che preparava la domenica sera tutti gli incartamenti o comunque quanto gli serviva per…? 
R.F.: Sì, sì. Lui si preparava la macchina, con tutto il peso distribuito per tutta la macchina, perché lui diceva che in caso di frenata, col peso distribuito, cioè lui sui sedili di dietro ci si trovava materia… quello che sporcava meno naturalmente perché le piastrelle stavano con i pannelli di legno stavano in bauliera. Davanti c’era il materiale che sporcava meno, magari tutte le belle scatole chiuse, sotto i sedili eccetera eccetera, il materiale. E lo preparava cioè, praticamente lui la sera rientrava da lavoro, scaricava e ricaricava del materiale secondo il giro che doveva fare il giorno dopo dei clienti. E quello che magari sapeva dove portare.
Avv. Sigfrido Fenyes: La domenica andavate in campagna? 
R.F.: Sì. Lui la domenica, di solito la domenica mattina, magari, come dire, all’ora di pranzo dopo lui veniva via perché doveva rilavare tutto per benino la macchina semplicemente era sporca, riprepararsi tutto e via. Alcune volte diciamo, quando c’era dei lavori urgenti da fare che richiedevano la presenza di tutti, allora si intratteneva fino alla sera.
Avv. Sigfrido Fenyes: E stavate in casa vostra, in campagna?
R.F.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Avete un appezzamento di terreno? 
R.F.: Sì, sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Dove?
R.F.: Nel Comune di Calenzano.
Avv. Sigfrido Fenyes: Dove, in che località?
R.F.: Leccio.
Avv. Sigfrido Fenyes: Leccio?
R.F.: Si.
Avv. Sigfrido Fenyes: Vicino a Legri?
R.F.: Diciamo un po’ un’altra zona, è prima di Legri.
Avv. Sigfrido Fenyes: Prima di Legri.
R.F.: E’ prima, è. più in dentro nella vallata lì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Per adesso non ho altre domande, grazie. 

P.M.: Signora, io avrei da farle solo delle domande sulle auto.
R.F.: Sì.
Avv. Sigfrido Fenyes: Al momento che ho visto, lei per nostra fortuna, comunque per chiarire la verità, ha dei buoni ricordi. Allora, volevo chiederle innanzitutto questo, signora. Lei che mestiere fa, che attività svolge?
R.F.: Sono artigiana tessile attualmente.
P.M.: Non ha mai lavorato con suo padre?
R.F.: No. Prima facevo un altro lavoro, prima di sposarmi ma…
P.M.: Ci può dire fino a che anno ha vissuto con suo padre in casa?
R.F.: Dunque, io mi sono sposata nel dicembre del 1980. E ho frequentato quotidianamente, diciamo, la casa di Calenzano fino al marzo del 1982, perché lavoravo a Calenzano.
P.M.: Quindi, fino all’82 era molto assidua, poi…
R.F.: Sì, giornalmente.
P.M.: Giornalmente.
R.F.: Si veniva a mangiare a casa.
Presidente: Senta, io vorrei tornare a queste auto e al racconto che lei ci ha fatto. Ma prima le voglio fare una domanda di questo tipo: lei le ricorda tutte le auto o qualcuna forse, più lontana nel tempo, l’ha dimenticata? Cioè, lei ci ha parlato, perché faceva comodo perché noi le chiedevamo, dall’80 in poi e ci ha parlato di una Opel, la prima auto di cui ci ha parlato. Ricorda auto precedenti?
R.F.: Io non mi ricordo la prima Opel quando fu, se fu comprata nel ’78, ’79. Questo non me lo ricordo. Un momento che… è stato perché lui…
P.M.: Signora, tanto abbiamo gli accertamenti al PRA.
R.F.: Ecco, benissimo.
P.M.: Poi le volevo far delle domande su quello. Però mi interessava il suo ricordo perché gli accertamenti al PRA sono completamente diversi da quello che dice lei. Però, può darsi che non siano corretti. Allora, volevo partire dal suo ricordo.
R.F.: Mah, precedenti…
P.M.: Prima di questa Opel, lei ricorda qualche macchina?
R.F.: Ci sono state delle Ford Escort…
P.M.: “Delle” nel senso più di una?
R.F.: Sì, mi sembra due.
P.M.: Benissimo. Ricorda i colori di queste Ford Escort?
R.F.: Eh, no. Questo non me lo ricordo.
P.M.: E’ sicura che fossero due? 
R.F.: Non son sicura, non me lo ricordo. Mi sembra due.
P.M.: Per questo le chiedo i colori. Perché se son due, è più facile che lei ricordi.
R.F.: No.
P.M.: No. Bene. Poi ricorda qualche altra macchina, se lo ricorda eh? Siamo lontani, sono prima della Opel, no? o delle Opel.
R.F.: E’ difficile. Cioè, mi ricordo un 1100…
P.M.: Una Fiat 850.
R.F.: Sì, la Fiat 850, delle prime macchine perché poi…
P.M.: Ecco, il 1100 ad esempio, viene dopo l’850?
R.F.: Penso di sì, ma non sono sicura.
P.M.: Non è sicura. 1100 era di suo padre?
R.F.: Certo.
P.M.: Allora, la domanda che le faccio io – e secondo me a questo punto è indispensabile – : ma suo padre queste auto, se le intestava tutte o erano intestate a altri, oppure non faceva le volture, oppure erano intestate alla ditta? Poi le spiego perché. Perché dal PRA di tutte le macchine che ha detto lei, ad esempio la seconda Opel non risulta. Il PRA, per il PRA, suo padre dall’81 al 1984 era senza auto. 
R.F.: Ah.
P.M.: Quindi, io le chiedo: non faceva le volture, le intestava ad altri? Ad esempio di Opel, dal PRA,  ne risulta una sola: dal 21/07/79 al 13/07/81. Quindi le chiedo: l’altra Opel per caso, se è così, era intestata a qualchedun altro?
R.F.: No, no.
P.M.: Lei però ne ricorda due.
R.F.: Io ne ricordo due.
P.M.: Bene. Ora ad esempio di questo 1100, dal PRA non risulta.
R.F.: Qui si va al 1980.
P.M.: Sì, ma io le chiedo: può darsi che…
R.F.: Prima o dopo… 
P.M.: … come capitava in quegli anni, uno comprava la macchina e non faceva…
R.F.: No. Assolutamente. Eran tutte intestate Faggi Giovanni.
P.M.: Lei ha, sa farci capire, se lo sa, perché ovviamente come mai al PRA dall ‘ 11/06… dal 13/07/81 al 06/11/84 risulta non proprietario di autovetture? Io chiedo, a questo punto, di fornire alla Corte il documento relativo a tutte le auto iscritte al PRA. Poi le dico ancora una cosa, signora: per quanto riguarda la Argenta e la Peugeot, lei ad esempio, di Peugeot quante ne ricorda?
R.F.: Io ho parlato degli anni dal ’79, perché purtroppo mi son dovuta documentare.
P.M.: Sì, allora al di là dei documenti, io le chiedo un attimo di rica… il documento ce l’abbiamo. Per fortuna abbiamo il PRA. Dobbiamo solo verificare se il PRA corrisponde alla realtà o se suo padre, per ragione, la più naturale possibile, tutti i trasferimenti non li faceva. Allora dobbiamo unire le due cose: il suo ricordo, che mi sembra molto puntuale, lei dice si è documentata, e questo PRA. Le ripeto: al PRA, fra l’81 e l’84, non risulta nemmeno una macchina, quindi evidentemente lui aveva quella seconda Opel Record, o quel che aveva, o intesta a altri, o…
R.F.: No, seconda, prima. Ha venduto una e ne ha comprata un’altra.
P.M.: Sì, però se l’ha comprata, l’ha comprata senza fare annotazioni al PRA, signora. Le sto dicendo che al PRA non c’è annotazione.
Presidente: Senza fare le volture al PRA.
P.M.: Senza fare le volture, capito? 
R.F.: No. Non era nel suo stile fare certe cose.
Presidente: E invece sì, invece sì.
P.M.: No, no, sarà il PRA che non funziona, Presidente. Ora…
R.F.: Ecco.
P.M.: Poi le dico: per quanto riguarda la Peugeot, lei ricorda di che colore era e che…
R.F.: La Peugeot 504 familiare?
P.M.: Sì.
R.F.: Era color crema.
P.M.: Lei ricorda altre Peugeot?
R.F.: No.
P.M.: Ecco, signora, a me risulta… 
R.F.: Il primo…
P.M.: … che suo padre ha avuto tre Peugeot 504. Io gliele elenco da qua…
R.F.: Nel ’60, nel ’70.
P.M.: No, no, signora, gliele dico. Una, l’ha avuta dal 19/11/73 al 07/02/77. E c’ho la targa. Peugeot 504. Una, dal 25/11/76 al 05/04/80; e, contemporaneamente, 05/04/80, lui dal 21/07/79, aveva già anche la Opel Record. Questo è il PRA, coi limiti del PRA, eh, signori. Quindi nessuno nega che il PRA è una realtà che spesso non è corrispondente a quelle che sono le volture. Perché se le persone le fanno in momenti diversi, e è quello che io voglio dimostrare… Quindi, lui aveva ben tre Peugeot nel tempo. E, addirittura, quando aveva l’Opel Record, aveva anche la Peugeot. Poi, ancora una cosa: un’altra Peugeot l’ha avuta dal 06/11/84 all’11/0 6/89. Quindi, per il PRA, per cinque anni. Ma nel 1987, cioè il 17/03/87, quindi ben due anni prima di vendere la Peugeot, aveva già acquistato 1’Argenta. Ora capisce, signora, questi sono gli accertamenti del PRA. addirittura di un 1100 che al PRA non ricorre, allora io le chiedo: scusi, quando mi parla di questa Peugeot, io ne trovo intestate tre. Si ricorda se c’erano tre Peugeot, o ne ha vista sempre e solo una?
R.F.: Io non ricordo se negli anni ’60-’70 ha avuto…
P.M.: No, signora. Scusi, eh…
R.F.: Mi ricordo della Ford Escort.
P.M.: Siamo, addirittura…
Presidente: Scusi, Pubblico Ministero, posso instradare la teste. Lei ha sempre visto una Peugeot dello stesso colore? Color crema, o no?
P.M.: addirittura, una, risulta che l’ha avuta per ben quattro anni.
Presidente: No, la teste può darsi che, il tipo lo ricorda, il colore lo ricorda, però non sa se si tratta della stessa macchina, o due o tre macchine, o quattro macchine.
P.M.: Sì, ma nel frattempo c’erano anche le Opel Record insieme a questa Peugeot, dal PRA.
Presidente: No, no, parlo della Peugeot.
P.M.: Sì, io le dico
R.F.: Mio padre ha sempre avuto una macchina per volta, d’accordo?
P.M.: Io le dimostro che dal PRA non è così.
R.F.: Io, questo, fate degli accertamenti. Io so quello che ho visto.
P.M.: Signora, noi, quello che si poteva fare, lo abbiamo già fatto.
R.F.: Quello che ho visto…
P.M.: Che vuole che facciamo?
R.F.: … è quello che tornava a casa e partiva da casa. Io, due macchine contemporaneamente, non le ho mai viste. Io ho visto sempre caricare il materiale, scaricarlo, eccetera, eccetera, su una macchina. Se negli anni ’60-’70…
P.M.: No, io sto parlando dal 1977 in poi. Quindi non sono gli anni ’60, signora.
R.F.: Io Io le ho detto: nell’80 con sicurezza mi ricordo di questa qui. Se…
P.M.: Però, capisce, ne ha avuta intestata una sola, di queste Opel. L’altra a chi… che lui ha materialmente avuto, ci ha parlato di una oro e di una chiara.
R.F.: Sì.
P.M.: Al PRA ce n’è una sola. Quindi, l’ha usata senza intestarsela a sé. E’ quello che io voglio cercare di dimostrare, signora. Perché al PRA non c’è.
R.F.: Dai miei ricordi, mi ricordo di una cosa. Cioè, mi diceva: ‘non so come mai la Polizia, io… Il controllo, come minimo, mi fermano anche due volte la settimana’. Perché lui partiva con un bel carico sulle macchine. E vedevano una persona sola. Quindi, con tutti i controlli che ha avuto, se aveva una macchina che non era sua, o… Voglio dire, penso che qualcosa sarebbe venuto fuori.
P.M.: Ma guardi, io uso normalmente una macchina che non è mia, intestata ad un’altra persona. Mi ferma la Polizia e non succede niente, signora. Non è mica vietato guidare…
R.F.: Questo…
P.M.: … guidare l’auto di un altro.
R.F.: Questo, non gli so dare una spiegazione.
P.M.: Ecco, benissimo.
R.F.: Era molto pignolo rispetto a queste cose, non credo che…
P.M.: Io chiedo di produrre questi accertamenti del PRA, esattamente la nota allegata, la nota 05/07/96 della Squadra Mobile con i documenti relativi.
Presidente: Bene.
P.M.: Compreso il fatto che, per quello che riguarda il PRA, eh, dall’81 all’84,…
Presidente: Va bene, poi esamineremo questa documentazione.
P.M.: … non risulta intestatario di auto. Non ho altre domande. Grazie.
Presidente: Altre domande i difensori? Può andare, signora.
P.M.: Chiedo scusa, no, chiedo scusa. Ne ho una che è questa: signora, a suo padre, in carcere, in data 9 luglio ’96, è stato sequestrato un biglietto. Lo ha sequestrato la Polizia Penitenziaria. In questo biglietto c’era scritto, fra altri appunti: “Il fatto macchine, se fosse possibile, avere testimoni dalla mia parte”. Poi dice: “Io, sempre avuto una sola macchina.” Poi dice ancora: “La sera, sempre in garage. Dopo cena uscivo a piedi”, scrive lui in questo biglietto. A contestazione, dice: “Era un biglietto che volevo dare a mia figlia.” Per caso lei sa niente di questo biglietto? Lo ha visto innanzitutto?
R.F.: Io ho visto questo biglietto, sono riuscita a leggere la prima riga dove mi chiedeva il rasoio. Gliel’ho passato e ho detto… Ora non so se creerò problemi a qualcheduno, dicendo così. Ma questa è la realtà di quello che successe quel giorno. Intravedo la prima riga e vedo: “Rasoio”. ‘Babbo, ma il rasoio non te lo posso portare’, mi si apre la porta, e si precipita dentro… dice: ‘signora, ma cosa fa? Questo biglietto…’ ‘Per l’amor di Dio! Tenga, tenga’.
P.M.: Quindi, lei, non lo ha letto.
R.F.: Io ho fatto appena… la prima riga, come chiedeva il rasoio per farsi la barba.
P.M.: Glielo hanno sequestrato prima.
R.F.: Mi hanno sequestrato… Sicché…
P.M.: Avranno visto che vi passavate un biglietto, ! queste sono le norme del carcere.
R.F.: E’ stata una frazione di secondo. Lui…
P.M.: Sono tempestivi, eh, hanno avuto degli ordini.
R.F.: No, sono… Questo, nonostante tutto quello che… Io…
Presidente: Pubblico Ministero, tanto per capire, questa …di consegna è avvenuta in carcere?
P.M.: Sì, è un biglietto in sequestro negli atti.
Presidente: Sì, sì, ma noi dobbiamo accertare ora… 
P.M.: In carcere, sì, sì. In carcere.
Presidente: Bene.
P.M.: E c’è la nota del carcere, esattamente il verbale della relazione di servizio della Polizia Penitenziaria. Che qui, l’originale, per la verità, ce l’ho io. Effettivamente, allora…
Presidente: Ma infatti. Io non mi ricordavo di questo biglietto.
P.M.: Sì. Chiedo scusa,. Io c’ho un verbale di sequestro, poi del P.M., ma la relazione di iniziativa del carcere, ce l’ho io e la deposito. Io ho copia del biglietto, quindi evidentemente l’originale è negli atti del dibattimento.
Presidente: Sì, sì. Bene.
P.M.: Comunque, per tranquillità, io rideposito, oltre alla annotazione relativa alle auto al PRA, questo biglietto. La domanda era ancora questa: indipendentemente dal fatto del sequestro, su questo discorso dei testimoni e sul contenuto di queste testimonianze, ricordi, quello che volesse fare suo padre con quel biglietto, le ha detto qualcosa poi a voce? Che lei ritiene utile riferire?
R.F.: No. Non ho, non mi ha detto niente, perché, a quel punto lì, mi sono resa conto, dico: ‘guarda, babbo, stai calmo, non dire niente a me. Quando viene gli avvocati, parla con loro. Perché sennò qui si crea dei problemi inutili…’
P.M.: Che non ci sono.
R.F.: ‘… che non c’è bisogno. Quindi, di tutte queste cose agli avvocati e loro sapranno quello che fare’.
P.M.: Bene.
R.F.: ‘Non chiedere a me queste cose’.
P.M.: Nessun’altra domanda. Grazie. 

Presidente: Bene. Altre domande? Avvocato Curandai?
Avv. Giampaolo Curandai: No…
Presidente: No, no. Signora, in che anno si è sposata lei?
R.F.: 1980, di dicembre.
Presidente: ’80. Quindi… Niente, allora niente. Frequentava la casa del suo babbo, la sera, il giorno, quando ci andava a casa del suo babbo?
R.F.: Io… sì, gliel’ho detto, fino al marzo 1982 ho frequentato quotidianamente, perché lavoravo a Calenzano, poi ci avevo la gravidanza, eccetera eccetera, approfittavo per fare un riposino nell’intervallo nelle ore di mangiare. Poi, dopo, dopo l’82, di solito andavamo a cena il sabato sera, coi figli, eccetera, eccetera. E, insomma, per le feste. Natale… Più che altro…
Presidente: E la domenica?
R.F.: La domenica ci si trovava tutti insieme in campagna, eccetera eccetera. Loro facevano la cena…
Presidente: Fino a che ora in campagna, sulle ore del giorno, oppure anche la sera?
R.F.: Col mi babbo? La mattina, sempre. E la sera, delle volte, si doveva, secondo se avevamo dei lavori urgenti che richiedevano la presenza di più persone, sa com’è, in campagna c’è la raccolta delle olive, eccetera, eccetera. Allora si trattenevano tutto il giorno. Quando c’era momenti magari più di calma, noi, dopo pranzo, o prima di pranzo, si veniva giù e si…
Presidente: Ecco, la sera, lei dice, rientrava, il suo babbo, dopo cena, usciva verso le nove e mezzo, dopo la serie di telefonate e rientrava verso le 11, 11 e mezzo. Questo, per la parte che ha visto lei.
R.F.: Sì, sì. Io…
Presidente: Quando diceva che andava al circolino.
R.F.: Sì. Diciamo, noi quando…
Presidente: E che raramente ha usato la macchina. Come, per esempio, quando andò al teatro. E’ questo che ha detto, vero?
R.F.: Raramente, le ho detto. Ora mi ricordo di quel fatto lì. Può darsi che ci sia…
Presidente: Va bene. Altre domande?
P.M.: Sì, due, Presidente. Una, quella se lei ricorda se suo padre, per questioni di lavoro, o altre, è mai capitato che dormisse fuori casa.
R.F.: Dunque…
P.M.: Lei dice: ‘sono stata fino all’82’, ma diciamo per il periodo in cui c’è stata lei.
R.F.: E’ passato un periodo, quando lui faceva, come rappresentante, la Liguria, che penso che questo si parli degli anni fine millenovecento… Cioè, io non mi ricordo di preciso quando ha iniziato. Comunque ’77-’78, così. Facendo anche tutta la Liguria, diciamo, da Ventimiglia fino là, si tratteneva fuori a dormire. Due o tre giorni.
P.M.: Questo, solo quando andava dai clienti in Liguria, o è capitato anche con altri clienti?
R.F.: No, fintanto ha fatto…
P.M.: Ad esempio andava in Maremma, ha detto…
R.F.: Quando ha fatto la Liguria. Quando… fino ad un certo periodo, anche questo – io non mi ricordo quando – andava anche all’isola D’Elba. Allora, quando aveva il giro della Bassa Toscana, rientrava l’isola D’Elba, dal giro dei clienti, allora poteva succedere che rimanesse fuori a dormire.
P.M.: Lei ricorda se questo periodo dell’isola D’Elba è dopo la Liguria, o prima?
R.F.: No, era in contemporanea.
P.M.: Era lo stesso periodo.
R.F.: Era in contemporanea.
P.M.: Aveva la Liguria e l’isola D’Elba.
R.F.: Sì, era il momento… Cioè, tutta la Toscana compreso l’isola D’Elba. Poi c’è stato un ridimensionamento. Cioè…
P.M.: Quindi… Senta, io vorrei tornare soltanto per un attimo a quel ricordo che lei ha fatto di quel biglietto che poi fu sequestrato dagli agenti.
R.F.: Sì.
P.M.: Lei dice: ‘ebbi modo di leggere…’, o glielo lesse lui?
R.F.: No, no. Il suo esatto gesto: lui arriva, lo saluto, eccetera, eccetera. Mi fa: ‘guarda Rosetta, ho bisogno di queste cose’. Io prendo questo bigliettino, mi pare fosse giallo, lo apro. E, naturalmente, inizio a leggere dall’alto. Ma forse non sono riuscita nemmeno a leggerlo, leggo “rasoio’1.
P.M.: Lei legge “rasoio”.
R.F.: Abbasso e fo: ‘guarda, babbo, che io il rasoio non te lo posso portare’. Cioè, non finisco nemmeno questa frase, che mi si apre la porta e mi si precipita dentro: ‘signora, mi dia…’
P.M.: Senta, un episodio in cui è stato sequestrato un biglietto, è avvenuto una volta sola, o più volte? TESTE Faggi R. : In mia presenza, una volta sola.
P.M.: Una volta sola. E lei ricorda di aver letto la scritta “rasoio”, o gliene ha parlato suo padre?
R.F.: No, ho visto io. Però la frase esatta, cioè…
P.M.: Comunque c’era la parola “rasoio” in alto.
R.F.: Sì.
P.M.: Signora, il biglietto di cui ho parlato e che è stato sequestrato, e che è a disposizione di tutte le parti, io l’ho riletto or ora, “Rasoio” non c’è scritto. Quindi, evidentemente non è il biglietto di cui parlo io. Oppure c’è un altro biglietto che noi non abbiamo. Le chiedo: lei è sicura che ci fosse scritto “rasoio”?
R.F.: Cioè, è stato la questione di un attimo.
P.M.: Si.
R.F.: Sia il materiale da barba…
P.M.: Signora, le sto dicendo… Le sto dicendo che, nel biglietto di cui parlo e che è sequestrato, la parola “rasoio”, non c’è. Non solo in cima, ma nemmeno in fondo. Ci sono le altre cose che le ho detto io. Quindi, le chiedo. Di questo biglietto con scritto “rasoio sequestrato” e che agli atti del processo non esiste, perché il P.M. non lo ha mai avuto, lei è sicura, o lei ha sentito suo padre parlare del rasoio e non lo ha letto?
R.F.: Mio padre…
P.M.: Lo ha letto lei la parola “rasoio”?
R.F.: Può darsi che mi imbrogli. E’ stata una frazione di secondo. Può darsi che su questo fatto mi imbrogli.
P.M.: Bene. Io non ho altre domande. Grazie. Il biglietto è a disposizione di tutti. ‘
R.F.: Posso andare?
Presidente: Bene. Ci sono altri testi? No, sono finiti, vero?
Avv. Sigfrido Fenyes: Sì.
Presidente: Allora, niente, si rinvia… Che dice, avvocato Lena?
Avv. Rodolfo Lena: (voce non udibile)
Presidente: No, per stamattina, sempre per stamattina.
P.M.: Posso approfittare per chiedere, dato che venerdì farebbe comodo, fra virgolette, al P.M. integrare i testi propri per i quali ho già fatto le citazioni, e c’è sicuramente quel Calamosca del quale noi abbiamo fatto la citazione, se fosse qualcuno che ha altri testi da citare ed è d’accordo nell’integrare la prova testimoniale, io dico che sicuramente il teste Calamosca dovrebbe venire, perché lo abbiamo citato. Finora non eravamo…
Presidente: L’ha trovato?
P.M.: No, Presidente. So che rientra oggi, così mi dicono.
Presidente: Ah, va be’, fra oggi e venerdì…
P.M.: Comunque noi abbiamo, nel caso, la possibilità di integrare la prova con qualche altro teste, gli ultimi del P.M., se ci riesco. Se c’è qualche difensore disponibile che ha la possibilità di chiamare qualcuno, le parti civili…
Presidente: Sì, allora se l’avvocato…
P.M.: … si potrebbe usufruire dell’udienza in modo più pieno.
Avv. Sigfrido Fenyes: Presidente, non ce la facciamo.
Presidente: Non ce la facciamo….
Avv. Sigfrido Fenyes: Non ce la facciamo a citare quei testi lì, eh. Non siamo in grado di poterla fare.
P.M.: Le parti civili…
Presidente: Lombardi Giorgio, … Sesto Fiorentino. Non ce la fate?
Avv. Sigfrido Fenyes: No, Presidente, sennò lo avremmo fatto. Come vede quattro testimoni…
Presidente: Portiamo quelli del Pubblico Ministero, quelli che si trovano.
P.M.: Ci sono delle parti civili, nel caso… a cui io posso, chiedo pubblicamente se hanno interesse. Così usufruiamo del tempo. Sennò è inutile…
Presidente: Se c’è l’accordo si può fare anticipare anche eventualmente l’interrogatorio del Lotti, se volete.
P.M.: Lo chiedo in pubblico. No, preferirei prima fare i testi, Presidente. Ovviamente per quel che riguarda il P.M., eh. Negli altri…
Presidente: Perché poi la settimana dopo, successiva, siamo fermi per indisponibilità dell’aula. Insomma, accelerare un pochettino, perché…
P.M.: Bene, ci proviamo.
Presidente: Ecco. L’avvocato Zanobini non c’è. L’avvocato Bertini?
Avv. Nino Filastò: No, non c’è, signor Presidente.
Presidente: Dov’è? Pubblico Ministero, lei cerchi di esaurire i suoi testi.
P.M.: Senz’altro.
Presidente: Quegli altri, se li portano, li portano, sennò si va avanti. Eh.
P.M.: Bene, Presidente. Io dicevo per riempire nel caso e per integrare. Era una questione di pratica…
Presidente: Quali sono programmati per venerdì?
P.M.: Io, sicuramente, ho citato Calamosca. Vedo se posso fare in qualche altro modo.
Presidente: C’è il Fazzini
P.M.: Presidente, qualcuno può darsi che poi il P.M. rinunci.
Presidente: Fazzini, Sgarganella, don Cubattoli…
P.M.: Sicuramente sono tutti testi cui il P.M. rinuncia, Presidente.
Presidente: Ah, ecco. Poi c’è quelli della P.G. Spina, Scirocchi, Antonini…
P.M.: Vediamo, vediamo se è possibile integrare in quel modo. Io, anzi, chiedo probabilmente di sentire ancora qualche teste già sentito, nel caso mi attrezzo in tal modo.
Presidente: Eh, quelli che dovevano fare gli accertamenti sul Lotti.
P.M.: Sicuramente.
Presidente: Se sono pronti. Va bene. Allora, si rinvia…
P.M.: Possiamo fare noi quell’accertamento sul Betti, Presidente, sul datore di lavoro. Quell’accertamento che diceva lei relativo al datore di lavoro, identificare il datore di lavoro.
Presidente: Eh, quello se lo identificate e lo portate, mi fate una cortesia, perché…
P.M.: Bene.
Presidente: Per vedere quanto ha lavorato il…
P.M.: Bene, Presidente, se ci dà questo, se dà incarico, io lo…
Presidente: Bene. Do formalmente incarico, lo sentiamo 1 sull’accordo delle parti ex articolo 507.
P.M.: Lo giro alla Polizia Giudiziaria.
Presidente: Si può fare. Va bene, avvocato Filastò? Quel Betti che avrebbe trovato il lavoro al Lotti. Si parlava del…
P.M.: Betti Mario e Betti Alessandro.
Presidente: Come si chiamava…
P.M.: Lavoro tramite Pucci, al Lotti.
Presidente: Sì. Il lavoro che la famiglia Pucci ha trovato al Lotti. E pare che… negli anni ’80.
P.M.: Lo facciamo identificare e se è possibile, lo facciamo citare.
Presidente: Lo facciamo identificare…
P.M.: Certo.
Presidente: Lo facciamo identificare…
Avv. Nino Filastò: Certo, sono d’accordo.
Presidente: Se c’è l’accordo delle parti.
Avv. Nino Filastò: Sono d’accordo, certo.
Presidente: Bene. Allora si rimane…
Avv. Nino Filastò: Ho sentito dire che il Pubblico Ministero rinuncia al teste don Cubattoli?
P.M.: Non lo so.
Avv. Nino Filastò: Me lo faccia sapere, perché in questo caso lo indicherei io, eh.
Presidente: Va bene. Allora, si rinvia in prosecuzione a venerdì 10, ore 09.00. Ordine della nuova traduzione del Vanni. Bene. L’udienza è tolta.

8 Ottobre 1997 23° udienza processo Compagni di Merende

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