31 Ottobre 1997, 29° udienza, processo, Compagni di Merende Mario Vanni, Giancarlo Lotti e Giovanni Faggi per i reati relativi ai duplici delitti del MdF e Alberto Corsi per favoreggiamento.
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Pietro Becherini, Giovanni Carminati
P.M.: Presidente quando crede io volevo far presente alla Corte una circostanza prima di iniziare l’esame dei testi che dato che nell’udienza scorsa, esattamente ieri, si è manifesto l’opportunità e penso anche la necessità da parte della difesa di verificare chi avesse fatto quel l’identikit della polizia scientifica dell’81 la questura di Firenze ieri sera ha individuato l’autore di quell’identikit che è l’ispettore Simpatia della scientifica che io mi ero premurato di far citare per stamattina con l’idea di chiedere alla Corte di ammetterlo ex 507, Simpatia il nome poi glielo so dire fra un attimo è presente, l’idea mia era di sentirlo subito, Giovanni, di sentirlo subito proprio per chiarire chi aveva fatto quell’identikit, chi era presente, la storia di eventuali foto fit o cose del genere e quindi l’ispettore Simpatia è qui, vedo però che mancano sia il difensore che aveva fatto la questione di Vanni che i difensori di Faggi, allora io chiedo alla Corte di ammettere questo teste ed eventualmente penso sia più opportuno sentirlo un altro giorno quindi ecco faccio presente che il teste c’è e che l’autore di quell’identità è stato identificato né chiedo l’ammissione ex 507 farò io in modo di mettermi d’accordo coi difensori e di citarlo per la prossima udienza nella quale entrambi
Presidente: Allora al termine dell’udienza facciamo questo provvedimento
P.M.: Comunque volevo informare la Corte che il teste è stato identificato esiste ed è l’autore di dell’identikit, dopodiché passerei alla richiesta di sentire i testi che ho citato per oggi iniziando dalla signora Rontini Winnie alla quale vorrei fare, è la mamma di Pia Rontini, per chiedere delle precisazioni dal momento che su alcuni punti vi è stata una discordanza con la deposizione della teste.
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo: C’è opposizione da parte della difesa signor presidente.
Presidente: Per che cosa?
Difesa (Forse Avv. Mazzeo): Per una ragione sostanziale e per una ragione processuale, il pubblico ministero chiede di risentire in questa udienza tre testimoni che sono già stati escussi in questo dibattimento avvalendosi mi immagino richiamandosi al potere suppletivo del giudice in ordine all’ammissione delle prove ma dovrà allora spiegare quali sono le ragioni sopravvenute sotto un profilo sostanziale che giustificano questa necessità che l’articolo 507 definisce necessità assolutamente e oggettivamente indispensabile ai fini della ricerca della verità anche per non dare l’impressione, e ci sia consentito, che voglia in questo modo rinvigorire una prova magari che si sia rivelata un po’ deboluccia alla luce poi di prove escusse successivamente. Le regole processuali diceva un antico giurista certo non ignoto alla Corte, Baldo degli Ubaldi, esistono affinché i processi non diventino eterni, ne lites immortales fiant, quindi se le regole processuali prevedono che ci siano dei termini per la citazione dei testi altrimenti ci sono delle decadenze, che c’è un principio di concentrazione processuale in ordine al quale le parti in base ai loro meriti/alla loro esperienza/alla loro necessità istruttoria interrogano, controinterrogatorio, riesaminano eh evidentemente ne consegue che prima di stabilire se anche tra l’altro vedo tra i testimoni anche la povera signora Rontini debbano subire un’ulteriore stress l’accusa deve spiegare e giustificare quali sono queste assolute necessità ai fini della ricerca della verità che giustificano questo supplemento di istruttoria.
Presidente: Va bene, allora il PM ci spiegherà queste ragioni per tranquillità sua però faccio presente che ieri sera, nell’udienza di ieri pomeridiana dove il ministero aveva anticipato l’audizione di questi testi nessuno ha fatto opposizione mi sembrava una cosa tranquilla.
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo: No no, scusi presidente il pubblico ministero disse mi sono permesso di citarli senza ovviamente avere ancora l’autorizzazione da parte della Corte mi immagino si riferisse all’articolo 506 del codice di procedura penale in questo caso e naturalmente mi sono permesso di anticipare un provvedimento commissivo della Corte quindi stamattina detto questo stamattina facciamo opposizione formale dovrà dire il pubblico ministero a quale norma si riferisce per poter chiedere la recitazione di questi testimoni e per quale necessità.
Presidente: Prego PM
P.M.: Sì presidente, credevo di averlo spiegato più volte nelle precedenti udienze provo a sintetizzarlo, in questo processo abbiamo dichiarazioni nell’incidente probatorio dell’imputato Lotti in relazione a una certa lettera che lui avrebbe visto spedire che sarebbe stata inviata una persona di Vicchio con un certo indirizzo e un nome, il nome Emanuela, un nome che ha consentito per la verità alla polizia giudiziaria di non arrivare lontano. Nel corso dell’esame dei testi Rontini, Bini e Bazzi abbiamo avuto all’esito, perché l’abbiamo visto alla fine, una assoluta discrepanza di dichiarazioni soprattutto sul punto chi la Pia quel giorno doveva o avrebbe sostituito e chi avrebbe chiesto questa sostituzione e soprattutto su chi quel giorno avrebbe lavorato al bar. Soprattutto poi a seguito di ulteriori testimonianze assunte nel corso del dibattimento abbiamo appreso che c’era in quel bar in un certo periodo, non abbiamo capito esattamente quando, un’altra persona a lavorare, Camminati Valerio, e abbiamo quindi appreso successivamente che quanto abbiamo appurato ad oggi sembra almeno al PM non solo non perfettamente coerente perché le versioni sono discordi ma è lacunoso perché non abbiamo avuto la possibilità in quel momento perché le nostre conoscenze erano parziali di capire chi lavorò e soprattutto in quali orari, è stata poi portata dalla difesa una testimonianza di una persona che dice di aver visto la Pia e lo Stefanacci in ore che sono state ricostruite in modo diverso nel corso del dibattimento in un altro bar, al bar la torre, proprio in quell’orario grossomodo 16/17 e qui abbiamo una testimonianza della signora Rontini ed altre che in quell’orario la ragazza era verosimilmente o a casa con lei o già al lavoro, quindi direi che sono emergenze successive, contrasti successivi emersi in dibattimento che ritiene il PM non possano essere lasciati allo stato in cui sono in questo dibattimento, sono esigenze di chiarire i fatti, di far presente ai testi quali sono le contraddizioni fra l’uno e l’altro per vedere di suscitare meglio il ricordo o meglio ancora di fare le ulteriori domande che per i motivi che ho detto finora non sono stati fatti nelle precedenti udienze a questi testi, che sia la norma del 506 o del 507 al PM in questo momento interessa relativamente, qui si tratta di vedere qual è il mezzo idoneo a superare questa apparente lacuna e/o contraddizione, insisto quindi perché siano ammessi nuovamente le testimonianze dei signori Rontini Ninni, Bini e Bazzi Emanuela, avevo fatto presente già ieri e quindi lo ridico che ho chiesto ieri ex 507 l’ammissione dei testi quindi Camminati Valeria e Becherini per i motivi che ho già esposto e insisto anche per quella ammissione e i testi sono presenti, ho fatto io stesso all’inizio presente che invece per il teste Simpatia mi sentivo un dovere e non certo in obbligo di rimandare la testimonianza, per gli altri mi sembra che se la Corte li dovesse ammettere accogliendo l’impostazione o meglio riconoscendo le esigenze che il PM ha inteso esporre l’audizione la vorrei fare stamani grazie.
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo: Questa difesa insiste nella propria opposizione per ragioni di giustizia sostanziale,
Presidente: No lui voleva sapere le osservazioni.
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo: Sue osservazioni questa difesa osserva, per quanto riguarda la notizia del teste Caminati questa è agli atti del pubblico ministero fin dal 1996, ho avuto modo di esaminarli questa mattina per cortese concessione del dottor Canessa, quindi non c’era nessuna ragione per cui il Caminati che ha dichiarato alcune cose non dovesse essere citato prima.
Presidente: No avvocato chiariamo una cosa lui sollecita la Corte a farci dare questa versione, dei poteri che la Corte ha, avrebbe veramente alla fine dell’istruttoria però se siete d’accordo e se ritenete necessario lo possiamo fare ora che i testi sono presenti sennò si può decidere benissimo dopo non c’è problema, però è un potere della corte non dalla parte.
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo: Allora con riferimento al richiamo che fa il pubblico ministero al potere istruttorio suppletivo della Corte che è previsto da due norme ben precise del codice la difesa dell’imputato Vanni si oppone per le ragioni sostanziali che ha già specificato prima, sono testimoni che sono già stati sentiti, potevano essere interrogati per ore
Presidente: Io mi riferivo in particolare a Camminati e Begherini.
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo: Su Camminati e Begherini non c’è opposizione, l’opposizione riguarda soltanto i tre testimoni che sono già venuti in questo processo.
Presidente: Le altre parti hanno qualcosa da dire? Bene.
Sconosciuto: Noi ci associamo agli argomenti del signor pubblico ministero.
Presidente: Allora accolta l’opposizione della difesa del Vanni a risentire i testi Bini, Bazzi e Rontini Winnie, si riserva ex articolo 507 l’audizione dei testi al termine dell’istruttoria dibattimentale, inoltre che i testi Carminati Valerio e Becherini Piero sono presenti in aula che la loro audizione appare opportuna e che le parti non sono d’accordo a sentirli in questa fase del processo ammette i suddetti testi ex art. 507 per l’immediata audizione. Bene può entrare Becherini.
P.M.: Presidente dato che il teste sarà esaminato da lei io volevo far presente che il Becherini a suo tempo rilascio delle dichiarazioni nell’immediatezza dei fatti, crede, l’ho già fatto vedere alle altre parti, il verbale a disposizione della Corte.
Presidente: Lei come si chiama?
Becherini Pietro: Becherini Piero.
Presidente: Dov’è nato?
B.P.: Firenze
Presidente: Quando?
B.P.: 9.3.44
Presidente: Residente:
B.P.: Dicomano Veneto numero 13.
Presidente: Legga il foglio.
B.P.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Senta signor Becherini lei conosceva Stefanacci Claudio?
B.P.: Si.
Presidente: Come lo conosceva?
B.P.: Praticamente lavorativo nella ditta di suo padre e l’ho visto nascere praticamente.
Presidente: Conosceva anche la Pia Rontini?
B.P.: Si
Presidente: Sapeva che zona frequentavano questi ragazzi o no?
B.P.: Beh il lavoro mio e di tecnico riparatore giravo per tutta la zona di Vicchio diciamo e a volte avevo incontrato la macchina per quelle strade lì e allora trovando la macchina per quella strada pensavo cioè il posto dove poi era riservato alle coppiette era in quelle zona lì insomma.
Presidente: Lei l’ha vista altre volte questa macchina?
B.P.: Per la strada li ho trovati così ma non in quel punto.
Presidente: Non quel punto lì. Sapeva che in quel punto c’erano state le coppiette.
B.P.: Si era un punto abbastanza appartato.
Presidente: Ma lei conosceva che quel punto lì ci andavano le coppette o no?
B.P.: Sì ci si vedeva le macchine ogni tanto così ferme.
Presidente: La sera del delitto che successe?
B.P.: La sera del delitto la notte mi telefonò la mamma di Claudio dicendomi che Claudio non era tornato a casa che probabilmente era successo qualcosa, si pensava a un incidente di macchina qualcosa.
Presidente: Che ora erano?
B.P.: Ora con precisione o un quarto alle due o alle 02:15 mi sembra però ora così non sono sicuro, niente io partì da Dicomano, io abito a Dicomano, partì direttamente per quella strada lì perché appunto avendo visto la macchina in quelle altre volte pensai sono andati lì e io pensai più ad un incidente che a un qualcosa di peggio cioè li dico loro venendo indietro con la macchina lì c’è la strada, c’è un po’ di cigli di balzi come si può dire io sono andati sotto si sono insomma possono essere svenuti una cosa del genere e invece andai su con la macchina e vedi la macchina di Claudio.
Presidente: Andò da solo o con altri? E cosa trovò?
B.P.: La macchina di Claudio rimaneva un pochino più alta, spensi la macchina mia chiamai un paio di volte e non avendo risposta io rimontati in macchina e prosegui la strada verso Vicchio.
Presidente: Si è avvicinato alla macchina?
B.P.: No spensi la macchina mia misi i piedi in terra e chiamai un paio di volte Claudio non ottenendo risposta io rimontai in macchina e andai via, cioè non mi sentii da solo di andare a vedere quello che era successo. Andando verso Vicchio incrociai una macchina di altre persone che stavano cercando questi ragazzi e gli dissi dico guarda sono lì nel tal posto e si tornò tutti indietro e sì andrò a vedere quello che era successo.
Presidente: Bene l’esame può continuare in forma ordinaria prego Pubblico ministero.
P.M.: Presidente mi sembra che poi il teste abbia spiegato meglio come sono andate le cose cioè la domanda mia è questa lei in fondo ha risposto indirettamente oggi e così aveva detto ai carabinieri, lei è andato in quella stradina dalla Sagginalese è salito su ed ha visto la Panda e Claudio perché in precedenza li aveva visti uscire di lì in un’altra occasione?
B.P.: Non precisamente visti uscire, li ho visti per quella strada.
P.M.: Per quella strada o la piazzola.
B.P.: No la piazzola no.
P.M.: Mi scusi eh signor Becherini, io le dico cosa ha dichiarato forse oggi non lo ricorda bene nell’immediatezza dei fatti esattamente il 30 di luglio alle 07:00 am cioè è proprio la notte in cui ai carabinieri lei dice “conoscevo molto bene il ragazzo” e glielo contesto eh “il ragazzo a cui ero molto legato” eccetera “circa due anni fa non ricordo il mese passando per la strada sagginale notavo che lo Stefanacci insieme alla Rontini uscivano a bordo dell’autovettura Fiat Panda di proprietà del primo da una stradina laterale, riconoscevo gli occupanti in quanto era giorno di pomeriggio” cioè questo primo racconto poi dice relativamente alla notte quando fai il racconto che lei viene informato dalla mamma che i ragazzi non sono tornati a casa e lei dice “ho fatto da solo la strada provinciale da di che da Dicomano porta a Vicchio giunto all’altezza della stradina da cui avevo visto uscire Claudio quella volta sola sono entrato con la macchina e mi sono avvicinato a circa 10/15 m ho visto e riconosciuto la Fiat Panda dello Stefanacci aveva tutto spento i sedili anteriori” e poi il racconto continua, cioè lei nell’immediatezza dei fatti dice che va in quella stradina dove aveva visto uscire una volta precedente dice di pomeriggio la Pia. Capisci non c’è mica poi al punto in cui siamo difficoltà a dire che li aveva visti in quella stradina, se è questa la verità una volta precedente anzi direi che ai fini della verità qui serve e io le contesto che lei 3 ore dopo il fatto dice che li aveva visti uscire in precedenza da quella stradina tant’è che dice ci sono ritornato sono andato in quella stradina, oggi mi sembra che lei vuole essere un attimino più leggero e non vedo il motivo cioè.
B.P.: Ora onestamente non mi ricordo con esattezza quello che dissi ai carabinieri.
P.M.: Disse la verità ai carabinieri?
B.P.: Mi lasci spiegare un attimino perché anche se li ho visti uscire da quella stradina così non era mi sembra non sia specificato se comunque anche se li ho visti uscire da quella stradina io son ripartito da Dicomano perché se lei conosce la zona la strada da Dicomano
P.M.: Purtroppo l’ho conosciuta per questi fatti.
B.P.: Ecco io ci son nato la conosco molto bene, è l’unica era l’unica Piazzolina dove si fermavano le macchine e basta, io ero sicuro di trovarli lì.
P.M.: Quindi lei va a colpo sicuro?
B.P.: Sono andato a colpo sicuro di trovarli lì perché ora onestamente non mi ricordo se li ho visti uscire di lì che se l’ho detto ai carabinieri probabilmente è vero li ho visti uscire di lì sono andato con la certezza di trovarli lì, ma non trovarli come li ho trovati, io partii convinto perché mi era successa un’altra volta di andare a tirarlo fuori da un campo/da una viottola che era entrato con la macchina fuori pista e non riusciva a tornare indietro e allora ero andato ad aiutarlo a tirarlo fuori.
P.M.: Era successa una cosa simile? Era in compagnia della Pia quella volta?
B.P.: Era solo, probabilmente era andato con la Pia però io lo trovai solo.
P.M.: L’altro viottolo in cui lei l’aveva visto era lì nei pressi?
B.P.: No era un’altra zona.
P.M.: Senta è la volta in cui era in un’altra zona era di notte o di giorno?
B.P.: Di pomeriggio
P.M.: Di pomeriggio, è la volta in cui a cui lei fa riferimento in questo caso non quella della notte in cui trovo i cadaveri era di pomeriggio o di notte o di sera?
B.P.: Di pomeriggio, non di buio, di pomeriggio tardi.
P.M.: Non ho altre domande grazie chiedo l’utilizzazione del verbale che ho usato per le contestazioni.
Presidente: Altre parti?
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo: Avvocato Mazzeo per l’imputato, senta era buio quando… a che ora di notte lei ha detto alle 2/3 di notte?
B.P.: O alle 2.15 o 1.45 alle due ora con le l’ora con precisione ma un quarto d’ora nel mezzo c’era quando mi telefonò la mamma di Claudio.
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo Senta e la zona non era illuminata?
B.P.: No assolutamente
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo Ecco c’era la luna?
B.P.: Non me lo ricordo.
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo Insomma si vedeva o non si vedeva? Così a occhio nudo si distingueva, si intravedeva, si vedeva, c’era la luna?
B.P.: No io avevo la macchina e io lasciai la macchina mia davanti alla macchina di Claudio con i fari accesi e vidi la macchina di Claudio che se lei lascia una macchina fuori tutta la notte in estate ben giù la guazza, i vetri erano bagnati di rugiada come si può dire, non si vedeva all’interno, io poi non mi avvicinai alla macchina di Claudio.
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo Sì il viottolo che lei percorse con la macchina mi dice no? Per arrivare a questa piazzola quanto è lungo cioè che distanze è la piazzola dalla via pubblica.
B.P.: Dalla via saranno quanto 20/30 metri.
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo Si vede una piazzola dalla via pubblica?
B.P.: Ora si vede bene, a quei tempi lì si vedeva la stradina che imboccava verso il bosco poi faceva una leggera curva e c’era una piccola piazzolina dove le macchine poi dalla strada non si vedevano bene si vedevano venendo da un altro punto della strada passando per la strada.
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo Senta uno sforzo di immaginazione, se lei fosse stato a piedi senza la macchina senza i fari accesi della macchina secondo lei che conosce la zona avrebbe visto qualcosa?
B.P.: No.
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo Grazie.
Presidente: Altre domande? Può andare grazie.
P.M.: Il teste Camminati ha fatto sapere a me che innanzitutto non desidera essere ripreso e che ha problemi a deporre perché la pubblicità di questa sua parentela con il signor Pacciani gli nuoce molto, allora chiede tramite me alla Corte tutte le tutele che lui può immaginare.
Presidente: Ha ragione all’altro teste è sfuggito di chiederlo comunque vabbè. Lei come si chiama?
Camminati Valerio: Camminati Valerio.
Presidente: Per cortesia niente telecamere al teste Valerio. Dove è nato?
C.V.: Scusi presidente prima di iniziare vorrei fare delle precisazioni.
Presidente: No prima
C.V.: Il 28 7 del 65.
Presidente: Residente?
C.V.: A Vicchio di Mugello via Casole numero 4. Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Ecco lei ha detto che voleva fare una dichiarazione prima di essere sentito.
C.V.: Allora innanzitutto a me venire qui mi costa molto, siccome è stato fatto da giornali mercoledì mattina il mio nome e cognome che fino a ora non era mai stato fatto, io purtroppo per disgrazia sono nipote di Pacciani Pietro però per fortuna porto un altro cognome, un altro cognome che pregherei cioè io chiedo a lei Presidente
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo: Faccio opposizione dichiara “io per disgrazia sono il nipote”
Presidente: Scusa il teste fa delle dichiarazioni io non so che rilevanza possono avere queste dichiarazione permettiamo che si faccia la dichiarazione, questo è un altro problema, voi avete imparato il termine opposizione ogni volta opposizione non lo so il teste prima di essere di fare dichiarazioni di essere esaminato vuol fare una precisazione sentiamo cosa dice.
P.M.: Io l’ho anticipata perché l’aveva già fatta a me.
Presidente: Mi dica.
C.V.: Chiedevo a lei presidente se è possibile imporre ai giornalisti oppure chiedere per favore che non venga fatto il mio cognome.
Presidente: Questa è una questione che non mi riguarda non posso dare disposizioni.
P.M.: Lo sa già il signor Camminati.
Presidente: Si può tutelare contro la stampa in altra sede e in altri mezzi per carità comunque preso atto di questo io volevo sapere una cosa si dice che lei lavorasse nel bar di Vicchio dove lavorava Pia Rontini.
C.V.: Ho lavorato al bar di Vicchio, ho qui le buste paghe dal momento in cui sono stato assunto e dal momento che sono licenziato, io sono stato assunto nell’ottobre del 94 cioè dopo che era successo il fatto di Pia e non ho lavorato con Pia Rontini come sembra riportato dai giornali.
Presidente: Questo volevamo sapere, se a quell’epoca lei lavorasse in quel bar.
C.V.: No nell’epoca che Pia è stata uccisa non lavoravo.
Presidente: Conosceva la ragazza o no?
C.V.: Conoscevo Pia a livello come si conosce una persona di paese.
Presidente: Insomma comunque in quel periodo non lavorava al bar.
C.V.: No nell’84 però sono stato assunto l’11 10 dell’84
Presidente: Ah 84 non 94, 11 ottobre 84 ed ha lavorato fino a quando?
C.V.: Fino aspetti ho la busta, data assunzione 11 10 84 data fino in rapporto il 19 5 86.
Presidente: Va bene, senta suo zio lei che rapporti ha con suo zio Pacciani Pietro.
C.V.: Da diciamo dal momento che è venuto fuori la storia del mostro niente proprio chiuso tutti i rapporti con Pacciani Pietro.
Presidente: Lui in che senso è suo zio?
C.V.: è mio zio perché è fratello di mia madre.
Presidente: è vero che abbiamo voleva dargli dei soldi/affidargli dei valori, cos’era questa storia?
C.V.: Lui quando era in carcere per le per la violenza delle figlie scrissi una lettera dove diceva che se li custodivo questi buoni postali, io mi rifiutai di custodire questi buoni postali, il motivo perché me li voleva far custodire a me mi sembra ora non so che lui dicesse perché non si fidava di tenerli in casa perché questi buoni postali li aveva in casa non si fidava delle figlie, poi penso perché sia stato il primo parente insomma più vicino ecco poi bisognerebbe chiederlo al Pacciani.
Presidente: Lei è stato sentito anche dalla polizia e dal Pubblico ministero?
C.V.: Sì cioè dal pubblico ministero no mai, dalla polizia sì, col pubblico ministero ho avuto un colloquio mercoledì mattina a proposito di questo articoli era uscita sulla stampa e basta, sulla nazione e su Repubblica.
Presidente: L’esame può continuare in forma normale prego pubblico ministero.
P.M.: Sig. Camminati lei dice e ci ha spiegato che è stato assunto nell’ottobre del 84, lei il bar dove poi ha lavorato l’ha frequentato anche prima? Nel senso fu lei a chiedere di essere assunto in questo bar per caso insistette o fu il signor Bini che la venne a cercare? Lei era senza lavoro forse?
C.V.: Allora io in quel periodo non
P.M.: Mi riferisco all’estate praticamente a quando avvennero i fatti ecco.
C.V.: Allora io in quel periodo non ero senza lavoro perché io avevo avuto un incidente stradale e quindi ero in malattia però nel posto dove lavoravo il lavoro veniva a mancare quindi non mi era stato detto ben preciso chiaro e tondo che sarei stato mandato via però insomma capivo che non era più un lavoro da insomma un lavoro sicuro da poter portare ancora avanti e quindi mi stavo cercando un altro posto di lavoro perché insomma per garantirmi il posto di lavoro insomma. Quindi andai io dal proprietario da Bini Roberto a sentire se aveva bisogno e lui mi disse aveva bisogno però aspettavo, io fui licenziato dal dall’altro lavoro dove lavoravo il 31 agosto mi licenziai e quindi andai a sentire il Bini sapevo dopo la disgrazia che era successo che cercavano delle persone e andai a sentire e lui mi disse che bisognava aspettare cioè preferiva aspettare un altro po’ perché era troppo presto, era successo la disgrazia anche se avevano bisogno è chiuso allora aspettai un po’. Ora di preciso io sono stato assunto l’11 10 può darsi sia entrato una settimana prima cioè come succede in tutti i posti il tempo di assicurare una persona. Il bar non lo frequentavo, io non ero un frequentatore di bar prima ora poi dopo sì nel senso che ci lavoravo e quindi avrò frequentato il bar, non posso dire non ci sono mai andato perché insomma può darsi sia andato a far colazione però non ero un frequentatore assiduo del bar come poi mettiamo dopo lavorando si capisce chi sono frequentatori del bar insomma.
P.M.: Senta lei mi ha raccontato così l’altra mattina informalmente che fu lei una sera a dire beh insomma io comincio a lavorare
C.V.: A me mi premeva il posto di lavoro perché giustamente avevo bisogno di guadagnare come tutti e quindi andavo sempre a sentire e dice ma aspettiamo un altro po’, aspettiamo un altro po’, finché una sera arrivai e siccome il bar era grande c’era da spazzare fuori che dico allora insomma che c’è da fare così insomma iniziai così iniziai a prendere una granata e a spazzare e poi dopo giustamente non è che mi disse il Bini sei assunto, insomma poi ne riparlo con la moglie decisero di assumermi ed entrai però ecco la mia entrata nel bar fu questa, iniziai a lavorare una sera così e facendomi strada dico c’è da spazzare fuori spazziamo fuori.
P.M.: C’è un motivo particolare perché lei avendo fatto un lavoro diverso si indirizzò a questo bar?
C.V.: No niente perché io il lavoro che avevo fatto prima era un lavoro che stavo imparando e quindi non avevo ancora imparato per portare avanti anche da me solo qui quel tipo di lavoro lì, purtroppo quel periodo lì era un periodo di come si dice un momento critico per quel lavoro che stavo facendo perché c’era molta concorrenza, perché io facevo l’orologiaio, il discorso di questo orologi dei marocchini che non c’era parecchi che riparavano gli orologi però preferivano comprarli a 10.000 lire sulle bancarelle e quindi niente trovai questo lavoro
P.M.: Più per trovarlo mi sembra da quel che ci dice si inserì un po’, la mia domanda era questa c’è un motivo particolare perché lei si indirizzò a questo lavoro e in particolare a quel bar?
C.V.: No niente, l’unico motivo solo di lavorare e guadagnare dei soldi.
P.M.: Aveva mai lavorato in altri bar?
C.V.: Il bar no, da ragazzino c’era una come si può dire una discoteca lì a Vicchio che il proprietario stava vicino a me quindi certe volte andavo a dargli una mano ma così.
P.M.: Senta un po’ suo zio Pacciani Pietro era mai venuto a trovarla a trovare voi e famiglia?
C.V.: Si è venuto, ora di preciso non so quante volte 4, 5, 6 volte
P.M.: Veniva da solo o in compagnia?
C.V.: No è sempre venuto in compagnia di qualcuno perché lui diceva che non era capace uscire da Firenze da solo, almeno così diceva a noi poi se era un grande pilota
P.M.: Ma lui era di Vicchio d’origine. Quindi diceva non sapeva uscire da Firenze.
C.V.: Non sono capace venire/attraversare Firenze per venire quassù ecco da dove abitava.
P.M.: Ricorda qualcuno con cui veniva?
C.V.: Io mi ricordo solamente due nomi, io le persone non me le ricordo perché son tanti anni che è successo queste cose, lui diceva che veniva con un certo maresciallo in pensione e un certo Bottai, ora se questo maresciallo in pensione e questo Bottai sono la stessa persona non glielo saprei dire.
P.M.: Lei ricorda che è venuto anche con più di una persona?
C.V.: No mi sembra sempre con una sola persona e una volta venne con le figlie, poco prima che succedesse il discorso delle figlie perché anche noi si disse come è successo questo discorso della violenza delle figlie e son venuti ora non mi ricordo di preciso quando insomma e le figlie non hanno detto niente, non a me però al limite a mia madre che era una donna ecco.
P.M.: In quel periodo cioè prima dei fatti delle figlie negli anni 80 veniva o quando veniva da lei, lei era un ragazzino/un bambino cioè lei si ricorda visite? Quando lei dice 4, 5, 6 volte le sa collocare nel tempo? Lei era grande o era un bambino?
C.V.: Ma sarò stato bambino e ragazzo, mi ricordo di queste visite brevi e basta.
P.M.: Lei sa se suo zio veniva a trovare altre persone a Vicchio in circostanze diverse e non da voi? O l’ha mai sentito qualcuno?
C.V.: No non lo so
P.M.: Lei dice che suo zio le offrì di tenere questo denaro ma lei andò una volta anche a casa e vide questo denaro? Come mai andò a casa?
C.V.: Niente io andai a casa per rendermi un po’ conto se era vero che stava succedendo per questa violenza delle figlie perché io boh facevo fatica a crederci ecco e quindi andai a casa, vidi questi buoni postali che erano in cucina.
P.M.: Erano in cucina dove mi scusi?
C.V.: In cucina sotto a un mobile.
P.M.: Sotto a un mobile di cucina, allora li ha cercati o lei è andata a vedere sotto il mobile?
C.V.: No niente chiesi di questi buoni
P.M.: Quindi fu lei a chiedere? A chi lo chiese scusi?
C.V.: Mi sembra Graziella c’era.
P.M.: Allora se lei questi buoni non li voleva come mai va e chiede di vederli?
C.V.: Per curiosità ecco per curiosità.
P.M.: Capisce sig. Camminati? Lei dice non ne voglio sapere non solo va a casa ma chiede di vederli la curiosità a mio avviso è un po’ poco è così? È solo curiosità?
C.V.: Si solo curiosità perché poi infatti io va di fatto che i buoni non li ho presi.
P.M.: Questo l’abbiamo capito ma io mi volevo cercare di capire il motivo per cui a un’offerta a cui lei pensa a dire di no segue una sua visita a casa di Pacciani e chiede di vederli, forse lei non ci credeva che esistessero?
C.V.: Più che altro andai alla visita per il discorso di capire di questa violenza se era vero dalle figlie o se non era vero insomma per capire qualcosa, poi questi poi venne fuori il discorso dei buoni e venne fuori.
P.M.: Ma scusi no ma come mai lei chiede di vederli Camminati?
C.V.: Perché forse per sapere se c’erano ancora in casa, ora io non mi ricordo di preciso, se erano ancora in casa come diceva lui che lui aveva questi buoni in casa.
P.M.: Ma se lei non aveva uno scarsissimo rapporto, non aveva intenzione di prenderli, va in casa ed addirittura li vuole vedere? Poi quando li ha visti cosa successe?
C.V.: Quando lì vidi poi lì lasciai lì.
P.M.: Come mai decise di non fare niente?
C.V.: Perché ritenni era meglio di non impelagarmi in questa situazione.
P.M.: Le rifaccio la domanda in altro modo, come mai li volle vedere?
C.V.: Ho detto forse per pura curiosità non saprei rispondere.
P.M.: Lei sa come si era procurato questo denaro?
C.V.: No.
P.M.: Senta ancora una cosa, lei dice, tornerei un attimo al bar di Vicchio, sono andato poi insomma una certa sera mi son messo lì a spazzare e di fatto è iniziato questo rapporto e poi una settimana dopo ha assunto una veste giuridica mi hanno assunto, io le chiedo, lei sa innanzitutto dirci alla data in cui fu assunto lei esattamente chi erano i dipendenti o le dipendenti? Perché su questo punto io cercavo di chiarire meglio le cose ma per ora non ci sono riuscito, allora vorrei cominciare da lei e le chiedo chi erano i dipendenti o le dipendenti che lavoravano lì al momento in cui fu assunto lei e se sa nei mesi precedenti indipendentemente dalla Pia chi c’era o perché l’ha saputo dal Bini stesso o perché l’ha saputo dagli altri, se ricorda nomi e cognomi mi fa una cortesia.
C.V.: Allora chi era presente c’è chi c’era stato nei mesi precedenti insieme a Pia non so di sicuro presuppongo che ci sia stato le stesse persone di quando entrai io.
P.M.: Allora vediamo chi sono.
C.V.: Cioè a me mi sembra che quando entrai c’era allora i proprietari.
P.M.: I proprietari cioè?
C.V.: Il signor Bini e la signora, poi c’era credo mi sembra anche la Bazzi Emanuela e la Luciana Elmi e la Marisa ora però so il nome da sposata, il nome da ragazza non lo so, mi sembra queste tre persone.
P.M.: Queste tre persone quindi
C.V.: Io non so, scusi, se c’era anche la sorella se c’era già anche la Paola cioè la sorella della proprietaria, ora non mi ricordo se c’era già oppure entrò dopo.
P.M.: Ho capito, le chiedo ancora, quindi lei sostanzialmente prese il posto della Pia e così? Come necessità di personale.
C.V.: Ecco ora bisognerebbe controllare il libro dell’assunzione il libro delle paghe.
P.M.: Indipendentemente dalle assunzioni
C.V.: Credo di essere stato il primo assunto dopo la tragedia che è successa alla Pia mi sembra.
P.M.: Quindi lei ha capito da quando fu assunto lei e dai discorsi che furono fatti che nei mesi precedenti i dipendenti erano gli stessi più la Pia tranne.
C.V.: Io credo di sì ora non posso confermare al 100%.
P.M.: Lei sa chi faceva i turni? Chi lì stabiliva, perché a noi interesserebbe ricostruire ovviamente non da lei perché lei dice non c’era cosa è successo il giorno 29 chi mancava e chi non mancava, perché qui non siamo riusciti a ricostruirlo anzi abbiamo due versioni completamente diverse. Allora le chiedo lei sa chi faceva i turni o era ognuno si arrangiava da sé nelle sostituzioni o c’era qualcuno proprietario o proprietaria che dava degli orari.
C.V.: Arrangiare da se no perché certamente il bar doveva essere coperto insomma durante l’orario di apertura, era la signora se non mi sbaglio la signora Bini che faceva turni, certo chiedendo un po’ le esigenze delle persone, certe volte
P.M.: Ma le esigenze era scusi come sembra logico quelle del bar o le esigenze
C.V.: Lei prima di tutto per fare gli orari teneva le esigenze del bar poi se uno mettiamo cioè il dipendente invece di fare pomeriggio in quel giorno li interessava la mattina lo diceva.
P.M.: Allora ogni dipendente era assunto o aveva un rapporto per sola mezza giornata o c’era qualcuno che
C.V.: Si mi sembra che c’era chi facesse la mattina, il pomeriggio o la sera.
P.M.: Tutti i dipendenti avevano un turno di mezza giornata o la mattina o il pomeriggio o la sera. Lei ricorda Bazzi Manuela per il periodo in cui l’ha conosciuta lei quale orario faceva normalmente?
C.V.: No.
P.M.: Aveva questa Bazzi un altro lavoro che lei sappia o aveva un turno fisso?
C.V.: Non me lo ricordo.
P.M.: Lei ha lavorato insieme alla Bazzi per qualche periodo?
C.V.: Mi sembra si.
P.M.: Per quanto tempo? Un mese, un giorno, un anno?
C.V.: Non me lo ricordo cioè un giorno no, io mi ricordo di questo rapporto con la Bazzi di lavoro cioè me lo ricordo.
P.M.: Lei con la Bazzi per un periodo ha lavorato insieme nel senso che facevate lo stesso turno per quel che si ricorda o vi scambiate?
C.V.: Anche insieme perché capitava certe volte di essere più d’uno insomma perché era un bar che lavorava insomma era difficile di essere uno e col proprietario insomma all’infuori della sera poi certe volte il giorno la domenica capitava di essere anche la domenica mattina la domenica pomeriggio di essere anche quattro a servire, mettiamo i due proprietari oppure uno dei proprietari è più i dipendenti, certe volte si accavallava l’orario di lavoro mettiamo uno entrava poco più tardi la mattina e andava via un po’ più tardi pomeriggio
P.M.: Lei ricorda se la Bazzi in genere faceva un turno serale o pomeridiano o faceva la mattina? Se ci ha lavorato insieme mi sembra strano che lei non riesca a focalizzare perché noi non riusciamo a capire in questo processo la Bazzi che orari faceva, che non ricordi nemmeno lei insomma mi sembra un po’ strano.
C.V.: Gli orari si facevano tutti mattine, pomeriggi e sere, io certe volte facevo più la sera mettiamo.
P.M.: La sera intende il pomeriggio o dopo cena?
C.V.: Dopo cena mettiamo, s’entrava alle 19 e facevo la chiusura spesso.
P.M.: In questo orario 19 chiusura le sembra di aver lavorato con la Bazzi o mai?
C.V.: Certe volte si, fino all’ora di chiusura mettiamo fino alle 22 per dire, ora non me lo ricordo, mettiamo un il sabato sera che c’era più gente forse erano due ora come faccio a ricordare di preciso, non certo fino mettiamo a 00:00 perché poi dopo il lavoro andava a diminuire e quindi era assurdo stare in due lì insomma.
P.M.: Io faccio ancora una domanda di questo tipo, la Bazzi lei la conosceva prima di andare a lavorare in questo bar o l’ha conosciuta lì?
C.V.: No l’ho conosciuta al bar.
P.M.: L’ha conosciuta al bar, lei al bar fra le dipendenti ha conosciuto altre persone a nome Manuela?
C.V.: Manuela sì dopo fu assunta ma credo si chiama o Manuela o Emanuela che ora tutt’ora di cognome ha sposato Dario ora di cognome non lo so, ha un bar sport a Vicchio di cognome non lo so.
P.M.: Che ha lavorato anche in quel bar lì?
C.V.: Dopo però fu assunta ora non mi ricordo
P.M.: Dopo lei o insieme?
C.V.: No dopo mi sembra, dopo mi sembra, sicuro son troppo anni.
P.M.: Come si chiama questa Manuela di cognome?
C.V.: Non lo so di cognome come fa.
P.M.: Ha sposato un certo Dario?
C.V.: Dario ed ora hanno un bar a Vicchio si chiama bar sport.
P.M.: Questa Manuela aveva che lei sappia lavorato in precedenza al bar la spiaggia.
C.V.: Non credo (salta l’audio) però della roba di che si tratta e quindi ci si serviva lì conosceva a livello così insomma.
P.M.: Senta la signora Bazzi ha riferito al PM nel corso di altra indagine che lei aveva fatto anche delle foto a questo bar prima di essere assunto, faceva le fotografie al Bar?
C.V.: No prima di essere assunto niente, io ho una foto del bar che eravamo in divisa dove siamo io mi sembra la proprietaria e mi sembra questo Emanuela ma durante il lavoro, in divisa da bar insomma. Io queste foto no assolutamente
P.M.: Forse per conto del proprietario.
C.V.: Non so niente. Io ho fatto delle foto al proprietario una volta a Roma perché veniva premiato perché il proprietario è pittore veniva premiato non so per cosa e quindi stando a Roma io, il proprietario e la figlia quindi mi chiese siccome io avevo comprato da loro una macchina fotografica mi chiese cioè non so come viene fuori questo discorso della macchina fotografica dice sai Domenica devo da a Roma se vieni mi fai le foto e ti pago il viaggio e allora andai e gli feci queste foto su questa premiazione che venne fatta per questi quadri o roba del genere però al bar no.
P.M.: Ho capito un’ultimissima cosa, lei rapporti con suo zio vi ha mai telefonato o avete mai parlato in tempi recenti?
C.V.: No recente no, ha telefonato ora non so quando.
P.M.: Non sa quando mi scusi localizziamola un attimo, un anno fa, un mese forse.
C.V.: Un anno fa forse che rispose mio padre e bruscamente al telefono gli disse che noi non si voleva sapere niente di lui e lui lo mando insomma l’offese mio padre e riaggancio una sera.
P.M.: Cercava lei o cercava suo padre?
C.V.: No me no meno, poi io ho ricevuto una volta che quando era in carcere una telefonata che dal carcere che dice che era Pacciani, io dalla voce mi sembrava lui ma poi mi vien detto che è impossibile telefonare dal carcere e mi viene il dubbio, boh non lo so.
P.M.: Comunque lei ci parlo come fosse suo Zio. Io le chiedo in tempi recenti, questa telefonata che lei ha detto qualche tempo fa un anno fa parlò a suo padre, capiste perché vi cercava o no?
C.V.: Non lo so mio padre riaggancio subito, addirittura informai subito giù la questura di questa telefonata e la mattina subito dopo telefonai e dissi aveva telefonato il Pacciani che gli dicessero anche loro che noi si non si voleva sapere nulla
P.M.: Essere disturbati, lei è stato a trovarlo anche in carcere?
C.V.: Si sono andato anche a trovarlo in carcere all’inizio quando ci fu la violenza delle figlie.
P.M.: Come mai lo andava a trovare?
C.V.: È più che altro per fare un diciamo favore a mia madre dice ma è per capire sempre il discorso se era vero o non era vero, lui sì riteneva innocente dice io non ho fatto niente basta, poi più che altro che mia madre dice vai e sono andato.
P.M.: Non ho altre domande grazie presidente.
Presidente: Parte civile.
Avv. Patrizio Pellerini: Cosa c’è di vero in questo che si racconta che lei abbia regalato un fucile a suo zio Pacciani?
C.V.: Niente perché io non ho regalato fucile a mio zio Pacciani, è lui che mi ha dato un fucile vecchio che apparteneva a mio nonno e all’incontrario.
Avv. Patrizio Pellerini: Quando lei era in cerca di lavoro avendo perso quello precedente si rivolse soltanto al bar la spiaggia per essere assunto o fece altre domande di lavoro presso altri?
C.V.: No feci altre domande di lavoro con esito negativo tra cui anche mi sembra alla stazione a Firenze dove consegnano bagagli poi altre due o tre cose ecco non mi ricordo, poi mi concentrai parecchio su Vicchio perché io stavo a Vicchio e quindi preferivo trovare un lavoro a Vicchio che mettiamo toccare Firenze ,se non l’avrei trovato forse avrei toccato altre parti insomma.
Avv. Patrizio Pellerini: Grazie
Presidente: Avvocato Curandai.
Avv. Giampaolo Curandai: Parte civile, senta Sig. Camminati è vero che il signor Bini e il Pacciani si conoscevano?
C.V.: Io non lo so, non credo però non lo so, può darsi anche che si conoscessero non lo so, a me non risulta, io da quando mettiamo sono stato al bar non mi è mai capitato o sentito dire che io conoscevo, poi sa Pacciani era di Vicchio quindi una persona conosciuta per cosa ha commesso può darsi anche l’avessero conosciuto bisogna vedere come era conosciuto però.
Avv. Giampaolo Curandai: Pacciani andava anche nel negozio di alimentari di Bini?
C.V.: Come faccio a saperlo? Non lo so, io non lo so, non posso dire, bisogna chiedere a lui al proprietario insomma.
Avv. Giampaolo Curandai: Senta mi scusi, lei mi sembra di aver capito che lei presso questo bar gestito dal Bini aveva fatto qualche servizietto così diciamo prima di essere assunto formalmente nell’ottobre dell’84, precedentemente voglio dire lei aveva fatto qualche lavoretto?
C.V.: Non precedentemente, come succede in tutti i posti nel momento che uno entra a lavorare è difficile che subito dopo la mattina dopo uno sia assunto e si può dire regolarizzato passa sempre qualche giorno dal momento che uno entra e al momento viene assicurato almeno così almeno
Avv. Giampaolo Curandai: Nell’estate dell’ 84 mi sembra di aver capito che lei ha fatto qualche lavoretto per il
C.V.: No lei non ha capito, io nell’estate dell’ 84 non ho fatto lavoretti al bar, io al momento che sono andato a chiedere il lavoro mi è sempre stato detto ma aspettiamo perché era successo la disgrazia della Pia aspettiamo un altro po’ fino a che siamo arrivati ai momento dell’assunzione, al momento dell’assunzione io sono stato assunto regolare l’11 di ottobre, può darsi che io sia entrato qualche giorno prima, una settimana, ora io di preciso non me lo ricordo però dal momento che io sono entrato a lavorare sono entrato, non è che abbia fatto mettiamo un giorno poi sono andato via, sono ritornato dopo una settimana ho rilavorato delle ore e via discorrendo, io nel momento in cui sono entrato sono entrato cioè è passato può darsi qualche giorno che non ero assicurato e poi mi hanno assicurato, ha capito? Non è che abbia fatto io dei lavoretti, non so lei che intende come lavoretto.
Avv. Giampaolo Curandai: Lei ha parlato che andava a spazzare.
C.V.: Sì ma è iniziato così il mio rapporto di lavoro presso questo bar, spazzando una sera fuori.
Avv. Giampaolo Curandai: Una sera quando?
C.V.: Una sera andai a sentire se avevano deciso di assumermi o no, dice ma siamo dietro ora ci pensiamo allora chiesi c’era la spazzare fuori e spazzai, presi la granata e spazzare e iniziò così il mio lavoro.
Avv. Giampaolo Curandai: Qualche giorno prima di essere assunto allora
C.V.: Certo come le ripeto ora non posso dire
Avv. Giampaolo Curandai: Lei lo conosceva prima oppure no?
C.V.: Ma chi?
Avv. Giampaolo Curandai: Il Bini.
C.V.: Non gliel’ho già detto prima che lo conoscevo? L’ho già detto che ci si serviva.
Presidente: Prego chi altro? Lei avvocato Mazzeo.
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo: Grazie presidente, avvocato Mazzeo per Vanni, senta lei ha dichiarato che suo zio veniva a trovare la sorella in sostanza mi pare, che fosse la sorella di sua madre, 5 o 6 volte in tutto?
C.V.: Sì io non mi ricordo ora di preciso non saprei quante, pochissime, in tutta la vita insomma ecco queste 5 o 6 volte.
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo: Questo risalente nel tempo questo immagino è vero?
C.V.: Uo ero un ragazzino come le ripeto e poi un ragazzo insomma diciamo.
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo: Senta lei ha detto che veniva sempre con un tizio che si qualificava come maresciallo in pensione e con un certo Bottai.
C.V.: Io mi ricordo solo questi due nomi ora io le facce delle persone non me lo ricordo perché sono passati tanti anni, mi ricordo solo questi due nomi che venivano fuori, lui diceva era accompagnato da questo maresciallo in pensione, poi era un maresciallo o era un’altra persona non lo so, e questo famoso Bottai mi ricordo fra cui questo Bottai come si può dire questo fucile che a me regalo mio zio lui credo non potesse tenere armi e questo fucile era come si dice denunciato/detenuto non so io, la denuncia l’aveva questo bottai infatti poi per il passaggio come si dice dal fucile da questo signore a mio padre insomma risulta questo Bottai ora non so.
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo: Perché l’accompagnavano sempre?
C.V.: Perché lui diceva io mi faccio accompagnare da queste persone perché io non sono capace di attraversare Firenze.
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo: Ma che vuol dire non sono capace? Che lei si ricordi eh.
C.V.: Niente che non era capace di uscire da Firenze.
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo: Che non era un buon pilota.
C.V.: Sì almeno così diceva lui, se poi dopo era un pilota di formula uno
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo: Ma lei l’ha mai visto suo zio che guidava la macchina?
C.V.: Io non mi ricordo se quando veniva guidava lui o guidava queste altre persone non posso confermarlo son passati troppi anni e poi non avevo motivo di focalizzare, forse se mi succede forse ora avrei più motivo di mettere a fuoco oppure più allora non c’era modo di mettere a fuoco né le persone né le circostanze.
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo: Come veniva con una macchina sua suo zio?
C.V.: Non me lo ricordo infatti mi era stato chiesto anche questo con che macchina veniva su come fa a ricordarmi
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo: Sempre accompagnato comunque.
C.V.: Sempre accompagnato lui non è mai venuto solo a casa mia.
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo: Ecco bene ascolti poi a proposito del bar di Vicchio ecco lei ha detto che così a volte i dipendenti qualcuno poteva arrivare un po’ più tardi la mattina, a volte un po’ più tardi pomeriggio, che in sostanza il titolare teneva conto delle esigenze magari.
C.V.: Lui naturalmente il titolare avrà tenuto conto prima delle esigenze del bar, prima di tutto perché giustamente se uno lavora, e poi dopo se uno aveva bisogno mettiamo una mattina non poteva perché aveva motivi personali di non andare a lavorare chiedeva di fare la sera o il pomeriggio oppure la sera, non erano gli orari tassativi tale persona
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo: Mi ha risposto in anticipo perché le stavo per chiederle, secondo lei gli orari al bar complessivamente potevano considerarsi tassativi o flessibili? Flessibili benissimo, ecco per quanto un’ultima domanda per quanto riguarda questa signora/signorina Manuela di cui non ricordo il cognome poi se non sbaglio ha detto che gestisce un bar.
C.V.: Ora non me lo ricordo
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo: Ecco quando lei la domanda è questa mi scusi quando lei ha iniziato il suo rapporto di lavoro al bar la nuova spiaggia di Vicchio questa Manuela c’era o no?
C.V.: Mah a me mi sembra che sia stata assunta dopo, mi sembra però non sono sicuro questo forse voi potete controllare l’assunzione, non so verranno registrate da un registro.
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo: A memoria sua quando lei andò a lavorare lì lei non c’era.
C.V.: Mi sembra di no però non possono fermare al 100% insomma.
Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo: La ringrazio.
Avv. Giampaolo Curandai: Mi sono dimenticato una cosa sola, senta complicata questa Manuela di cui lei parla assunta probabilmente dopo di lei si è sposata con tal Dario Miniati.
C.V.: Sì ecco preciso.
Avv. Giampaolo Curandai:: Grazie.
Presidente: Volevo sapere io una cosa sig. Camminati, lei ha detto che la moglie del Bini faceva i turni no?
C.V.: No la moglie del Bini faceva cioè i turni nostri?
Presidente: Come dipendenti.
C.V.: Si spesso.
Presidente: Voglio sapere una cosa, se una persona aveva bisogno di anziché prestare servizio la mattina, di pomeriggio o viceversa si rivolgeva alla signora la quale gli trovava il sostituto o si cercava dal se?
C.V.: No si rivolgeva sa come negli ambienti non siamo sotto allo stato oppure è un ambiente piccolo insomma parecchie volte se si poteva cambiarsi tra noi dipendenti poteva succedere, certe volte io chiedevo all’altra collega di cambiarmi il turno oppure come se poi c’era dei problemi io chiedevo a proprietari, ora non mi ricordo se preciso chiedevo solo alla signora oppure a Roberto insomma proprietario.
Presidente: Se c’è qualche difficoltà si rivolgeva ai proprietari è così? Ecco suo zio è mai venuto al bar a trovarlo?
C.V.: A me mai, io non l’ho mai visto al bar.
Presidente: Altre domande? Quando c’ero lei naturalmente.
P.M.: Sì vorrei tornare al discorso quando lei fu assunto dal Bini o comunque quando lei ha conosciuto il Bini in epoca precedente perché andava al negozio a comprare gli insaccati, se non ho capito male
C.V.: Si avevo un negozio di alimentari che si comprano.
P.M.: Il signor Bini capì o sapeva o venne a sapere che lei era nipote del Pacciani o è una circostanza sconosciuta?
C.V.: Non lo so, io spero lo sappiano il meno possibile tutti che io sia il nipote di Pacciani però purtroppo.
P.M.: Sì ma io dico all’epoca è mai venuto il discorso fra lei e il Bini che lei era nipote di Pacciani?
C.V.: A quanto mi ricordo no.
P.M.: Quindi lei il Bini ha dichiarato che lui sapeva benissimo che lei era il nipote Pacciani.
C.V.: Non lo metto in dubbio.
P.M.: Ecco avete mai parlato casualmente.
C.V.: Mi sembra di no.
P.M.: Lei ha conoscenza del fatto riferito alla polizia giudiziaria dal Bini che Pacciani era stato dipendente del Bini quando il Bini aveva un podere/una coltivazione di terreno? Lo apprende da me ora?
C.V.: Si lo apprendo ora da lei.
P.M.: Sa se il Bini o la famiglia Bini avevano un terreno da coltivare? O avevano avuto? Il Bini dice perché lei capisca “la mia famiglia aveva affidato la coltivazione di un terreno”
C.V.: Può darsi che questo, so che lui aveva un terreno che quando io ero al bar ci tenevo un cavallo ecco, avevo un cavallo poi se questo terreno era di proprietà del Bini oppure no non lo so.
P.M.: Allora indipendentemente dalla proprietà che a questo punto interessa poco io le chiedo sapendo il Bini che lei era il nipote di Pacciani ha mai riferito la circostanza che ha riferito alla polizia giudiziaria che suo zio era stato dipendente della sua famiglia come coltivatore?
C.V.: No lo apprendo ora, io non mi ricordo questo discorso.
P.M.: Ecco questo terreno ricorda dove si trovava? Sa dove si trova indipendentemente da chi era il proprietario?
C.V.: Era vicino all’abitazione dove sta il Bini, ora addirittura credo che abbiano costruito o che ci stiano costruendo case non lo so.
P.M.: Lei sa se era un terreno del Bini di famiglia o un terreno suo?
C.V.: Penso di sì ora però non lo so, non so se era del padre.
P.M.: Al di là del cavallo sa se era coltivato da qualche contadino?
C.V.: Quando lui teneva il cavallo aveva fatto il recinto del cavallo e più aveva un pezzetto dove ci faceva l’orto però orto come si potrebbe fare una campagna per ricavare cose insomma raccolto personale non certo che vendere da coltivare chissà come insomma.
P.M.: Non ho altre domande grazie.
Presidente: Altre domande? Niente può andare grazie.
Avv. ?: … A caccia in quella zona meravigliosa?
C.V.: Io non credo che mio zio non avesse il fucile poi se l’aveva dietro non lo so, non posso rispondere perché non avendo frequentato non posso sapere se lui andava a caccia o no, poi se tutte le sere era a caccia a Vicchio.
Presidente: Lei era piccolo nel periodo in cui veniva lo zio veniva a Vicchio.
C.V.: Gliel’ho già ripetuto ero bambino e ragazzo, lei calcoli quanti anni ho io ora, si parla di già di quando è successo di Pia di 13 anni fa si immagini.
P.M.: Chiedo scusa presidente un ultimo chiarimento, ecco lei ha detto che suo zio le aveva regalato/le aveva portato un fucile, mi scusi, dato che il dato l’aveva già riferito lei, ecco questo suo zio che lei dice non lo vedevo mai, lei si è chiesto e comunque glielo chiedo io oggi come mai prima le volle regalare un fucile, poi le vuol dare soldi? Se come lei ci racconta questo rapporto era quasi inesistente, ha capito perché suo zio quando si disfaceva di qualcosa tipo fucile o voleva conservare soldi si riferiva a lei, se lei era questa persona così poco legata allo zio?
C.V.: Il discorso del fucile io sapevo perché mia madre sapeva che suo padre aveva questo fucile vecchio e io si può dire che ho niente mi piace, queste cose mi piacciono ecco, quindi sapevo che l’esistenza di questo fucile all’inizio e non è che io al momento gliel’ho chiesto lui me l’ha consegnato perché
P.M.: Ah quindi è stato lei a chiedere il fucile
C.V.: No beh sono stato io al momento che lui veniva su, quando veniva su questo fucile sapendo l’esistenza di questo fucile ora non mi ricordo se lo chiedevo io o se l’aveva chiesto mia madre per me se ci dava questo fucile vecchio, ma lui non è che l’abbia consegnato subito, poi ora non mi ricordo bisognerebbe andare a vedere la denuncia quando l’ha consegnato poi il motivo perché come l’ha dato veramente o no questo non lo so. Io penso perché era di mio nonno e ci tenevo ad averlo essendo anche una cosa vecchia, ora a parte il discorso legame familiare ecco. Per il fatto dei buoni io non so come mai cioè come faccio a dire come mai voleva darli a me a me o alla famiglia, non so se per me intendeva anche la famiglia, la sorella, non lo so dovrebbe chiederlo a Pacciani.
P.M.: Bene non ho altre domande grazie.
Presidente: Può andare grazie. Questo era il programma
P.M.: Presidente io avevo altri testi è sono qui ma sappiamo com’è andata e quindi il programma è di questo tipo innanzitutto io vorrei far presente che ho un’istanza da rivolgere alla Corte, l’ho formulata per scritto e ne ho copia anche per i difensori, è un’istanza di trascrizione integrale di registrazioni/di conversazioni intercettate che sono in atti negli atti del PM ed il contenuto di queste conversazioni come brogliacci parziali sono stati riferiti dal dottor Giuttari al momento della sua deposizione e sono state riferite il contenuto di queste conversazioni anche da dei testi che abbiamo sentito in quest’aula, mi riferisco a quelle conversazioni Nicoletti Gabriella Ghiribelli e a quella conversazione intercettata sul bar centrale San Casciano tra Lotti e Ghiribelli ed un altro paio per i quali io non fatto faccio istanza ex articolo 268 7 comma, per comodità della Corte ho indicato esattamente nell’istanza il giorno, l’utenza, la bobina, l’ora ed il numero e ho messo per ogni telefonata lo stralcio della telefonata stessa sintetizzato alla polizia giudiziaria che è negli atti del PM e al quale mi sono riferito ora nel formulare questa istanza e quindi chiedo la trascrizione integrale di queste conversazioni perché sono conversazioni a mio avviso non solo utili per capire l’andamento dell’indagine ma perché di queste conversazioni si è parlato lungamente nel corso e delle deposizioni testimoniali delle persone interessate e della testimonianza del dottor Giuttari la polizia giudiziaria, questa è l’istanza.
Presidente: Mi sembra di ricordare che c’è stato l’interesse di altre parti per la trascrizione di queste bobine. Le altre parti cosa dicono formalmente.
P.M.: Presidente l’altra istanza è di questo tipo, io ho fatto presente da credo una decina di udienze alla Corte che al di là dei testi già sentiti il PM mi sembra che veramente gli ultimissimi testi tranne quelli per i quali ho chiesto la citazione ex 507 o se necessario chiederò e ho più volte insistito con le altre parti se era il caso di portare altri testi, mi è stato fatto presente dalla difesa che la prova generica per la quale io avevo fatto una scelta processuale diversa era indispensabile ed io ho fatto in modo che la prova generica fosse portata nell’aula, tutto questo per dire che io le prossime udienze al di là di quella di giovedì per i quali i testi li ho già indicati penso sia opportuno che le altre parti nell’ordine o comunque non nell’ordine se qualcuno, parti civili o altri, hanno intenzione di portare testi insomma tutte le volte che ci vengano a dire non hanno tempo mi sembra che il tempo io l’ho già indicato altrimenti chiediamo ai consulenti tecnici e periti di venire prima perché io per quello che riguarda i testi ho solo delle istanze ex 507.
Presidente: Le altre parti su queste osservazioni del pubblico ministero?
P.M.: Cioè avevamo fatto diciamo un accordo fra tutti che integravano per non lasciare la Corte con dei vuoti direi che la prossima udienza prima di giovedì o le prossime udienze potrebbero essere occupate con questo accordo diciamo fra persone che vogliono arrivare in fondo al processo o comunque alla verità, nel caso io uno o due testi io posso coprire un’udienza però mi sembra ecco mi ha capito quindi mi dispiace per stamani credevo che non ci anzi ho disturbato signora Ronzini e me ne faccio carico io, ho disturbato il teste Simpatia credendo che ieri sera vedevo un accanimento per sentire il teste che ha fatto quel identikit è stamani non c’è nessuno, questo per carità io voglio che assolutamente il clima sia il migliore possibile però se a questo punto dato che siamo a fine c’è anche un po’ di collaborazione non guasta altrimenti io vado per la mia strada.
Avv. ?: Soltanto questo ricollegandomi e anche ricollegandolo al nome del collega Curandai a quello che stava dicendo adesso il pubblico ministero in particolare in relazione all’udienza fissata per sentire i periti il 6 di novembre, io e l’avvocato Curandai ad esempio non ci siamo il 6, se si potesse anticipare al 5 almeno e quindi
Presidente: Come si fa ormai abbiamo detto il 6
Avv. ?: Per non lasciare troppi vuoti di differenze nello stesso tempo per favorire anche noi perché insomma cerchiamo di…
Presidente: Non so il tempo per opporre anzi c’era il professor Maurri che addirittura tempo troppo breve per lui perché che ne so gli altri sono a sua disposizione so che hanno guardato anche ieri pomeriggio però non lo so, (voci sovrapposte). Avvocato Bertini che vuol parlare.
Avv. Stefano Bertini: Io posso portare alla prossima udienza il mio teste e se so quando è la prossima udienza a parte quella del 6 di novembre io il teste poi lo posso portare all’udienza prossima, Don Fabrizio.
Presidente: La difesa ha qualche teste da indicare nel frattempo, so che c’era anche l’avvocato Santoni Franchetti che aveva fatto una serie di testi.
P.M.: I difensori di Faggi che avevano dei testi, tutte le volte ci dicono non fanno in tempo ma oramai sono…
Presidente: Poi faranno in tempo perché poi insomma si va bene però, vabbè, lei diceva avvocato.
Avv. ?: Presidente sono imbarazzato ecco voglio dire no cioè abbiamo dei testimoni evidentemente…
Presidente: Si diceva questa appunto si è fatto già per alcuni testi, si sono sentiti i testi delle parti civili dell’imputato eccetera si può fare per evitare di rinviare a giovedì e avere dello spazio vuoto abbiamo un paio di udienze sicuramente da coprire
Avv. ?: Il problema è che io stamattina non sono in grado di dire chi dei testi per l’imputato sarà in condizione di venire alla prossima udienza ecco avendoli sentiti tutti il mio collega.
Presidente: Allora di questa ci riserviamo di provvedere alla prossima udienza e si rinvia a giovedì 6 novembre, mi dispiace anche a me però d’altra parte e al tribunale ci sono altre cose da fare bene, l’udienza è tolta grazie nuova traduzione del Vanni. L’udienza si fisserà dopo.