6 Novembre 1997, 30° udienza, processo, Compagni di Merende Mario Vanni, Giancarlo Lotti e Giovanni Faggi per i reati relativi ai duplici delitti del MdF e Alberto Corsi per favoreggiamento.
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Mauro Maurri, Giovanni Marello, Riccardo Cagliesi Cingolani, Maria Grazia Cucurnia, Giovanni Marello, Antonio Cafaro
Presidente: Allora ci siamo, scusate ma oggi c’ho la voce che non va bene ho un abbassamento di voce quindi funziona male, allora Vanni con l’avvocato Filastò che mi sostituisce allora anche il Faggi, Zanobini c’è, Colao, Curandai, Curandai mi sostituisce le altri parti civili mancanti va bene? Saldarelli Santoni Franchetti e compagnia. La informo avvocato Filastò l’altra volta non c’era che il Pubblico ministero ha chiesto la trascrizione di quattro telefonate, lì c’è un’istanza e devo sapere se le parti erano d’accordo su questa trascrizione oppure c’è opposizione eccetera, non so se ha il foglio l’Avvocato Filastò oppure può guardare un attimo e poi me lo dice dopo, avete difficoltà a farle trascrivere mi sembra che eravate d’accordo tutti un po’ all’inizio a trascrivere queste telefonate non so cosa dico o cosa non dicono. Riguardano la Nicoletti e riguardano la Gabrielli. Bene allora diamo atto che non ci sono opposizioni e poi la Corte provvederà, va bene Pubblico ministero chi avete oggi? I periti?
Avv. Nino Filastò: Prima delle domande che hanno intenzione di far loro io volevo produrre alcuni documenti, uno è un dépliant che comprende vari modelli di tende da campeggio una delle quali dovrebbe essere quella che ci riguarda con riferimento all’omicidio dei francesi e poi produco vorrei produrre quattro foto statiche di un catalogo di coltelli da diciamo combattimenti, non son coltelli da cucina insomma ecco, alcuni nei quali presentano una zigrinatura nella costola e anche questo mi è utile per delle domande ai periti e sempre con riferimento a questo per essere il discorso più chiaro intenderei esibire ai periti proprio un coltello che siccome è oggetto pericoloso e che non si può portare in giro io per ogni evenienza ho trasportato in udienza dentro una busta sigillata col mio timbro eccolo qua.
Presidente: Uno di quei coltelli.
P.M.: Non ho nessun tipo di posizione non oppormi, comunque per queste cose un attimo comunque non c’è nessuna sostanziale, nessun opposizione Presidente.
Presidente: Le altre parti lo stesso va bene, senta i periti li sentiamo insieme come l’altra volta?
P.M.: Avevo proposto questo alla Corte la volta scorsa e sarei dell’idea oggi di fare l’identica proposta sentire i periti di volta in volta omicidio per omicidio e in relazione alle consulenze alle perizie che sono state espletate nel corso delle indagini quindi fare iniziare dal 1981 ovviamente Calenzano nel quale furono incaricati della perizia medico legale professor Maurri e Marello per terminare l’81 con sia esame controesame poi passare al successivo perché in ogni omicidio il professor Maurri è sempre di per così dire costante mentre i colleghi che hanno fatto gli accertamenti mutano, quindi inizierei dal 1981 professori Maurri e Marello.
Avv. Aldo Colao: Scusi avevo un’istanza da fare mi scusi.
Presidente: Ah avvocato Colao
Avv. Aldo Colao: Riguardo al deposito delle armi bianche fatte dalla difesa faccio notare che questa parte civile
Presidente: Avvocato questo me la esibisce ovviamente
Avv. Aldo Colao: Faccio notare che questa parte civile nell’ottobre del 94 nel processo a Pacciani ha depositato uno studio sull’arma bianca, una memoria, quindi chiedo che sia acquisita questa memoria.
Presidente: Dov’è questa memoria.
Avv. Aldo Colao: La memoria depositata nel processo sull’arma bianca, sono già depositate in atti chiedo che sia acquisita.
Presidente: Già depositata?
Avv. Aldo Colao: Io ne ho copia
Presidente: Al limite mi inserisce la copia di quella lì non lo so se non ci sono opposizioni non so cosa ha detto o non ha detto, per carità noi siamo qui per accogliere tutto pur di accettare la verità. Allora su questa su questa produzione che vuol fare l’avvocato Colao sull’arma bianca la faccia vedere anche ai difensori degli imputati e poi sentiamo i loro parere intanto possiamo andare avanti con i periti. No questo è l’esibizione, Avvocato Filastò questa cosa la esibisce perché non vogliamo avere i coltelli tra le mani?
Avv. Nino Filastò: Anche perché la rivorrei indietro è costata un sacco di soldi.
Presidente: Allora generalità professor Maurri?
Mauro Maurri: Mauro Maurri nato a Firenze 22 12 27 medico legale domiciliato presso l’istituto di medicina legale.
Giovanni Marello: Giovanni Marello nato a Firenze 1 4 46 dell’istituto di medicina legale.
Presidente: Allora la forma del giuramento facciamo giurare secondo la formula del testimone o dei periti, facciamo quella dei periti? No si è posto un problema tecnico comunque non è non è una cosa così semplice perché voi siete periti perché dovete fare come periti potete fare anche delle valutazioni vostre tecniche e non come testimoni.
Giovanni Marello: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo nello svolgimento dell’incarico mi impegno ad adempiere il mio ufficio senza altro scopo che quello di far conoscere la verità e mantenere il segreto sulle operazioni peritali.
Mauro Maurri: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo nello svolgimento dell’incarico mi impegno ad adempiere al mio ufficio senza altro scopo che è quello di far conoscere la verità e mantenere il segreto sulle operazioni peritali.
Presidente: Avete assunto un impegno anche nell’altro processo è una continuazione in pratica quindi va bene, Pubblico mistero domande?
P.M.: Si presidente, io tanto per focalizzare il punto volevo ricordare alla Corte e chiedere ovviamente conferma ai periti della circostanza che in occasione dell’omicidio di Calenzano del 1981 i professori Maurri e Marello furono incaricati di provvedere all’autopsia delle salme ad una successiva perizia medico legale con quesiti specifici relativi alla ricostruzione, alla possibile ricostruzione, della dinamica del delitto chiedo quindi se i professori ricordano questo incarico, ricordano di avere steso allora per gli inquirenti o comunque per il giudice che si occupava del caso allora una relazione scritta che è in atti e se innanzitutto confermano questo elaborato.
Mauro Maurri: Si abbiamo rinfrescato la memoria di questo vecchissimo fatto rileggendo in parte le relazioni nostre e direi che possiamo confermare integralmente anche quello che avete scritto, non siamo a conoscenza di eventuali nuovi fatti o particolari.
P.M.: Anzi la memoria è ancora più lontana ho capito, era questo ovviamente determinante, io chiedo a lei professor Maurri, ricorda che su questo fatto è anche stato sentito nell’ambito del procedimento Pacciani e le sono state fatte delle domande nel corso di quel procedimento su questo fatto si ricostruì l’episodio, le mostrammo le foto delle vittime, le chiedemmo/facemmo domande particolari che sono sintetizzate in un verbale che io ho fornito alla Corte all’inizio di questo dibattimento, ricorda anche questo aspetto?
Mauro Maurri: Mi ricordo di essere stato interrogato su questo caso nel processo precedente, i particolari delle domande poste temi francamente non me li ricordo.
P.M.: Vabbè insomma io le chiedevo ai fini della utilizzabilità se ovviamente conferma e ricorda quello che ha, se non nei dettagli, quello che ha detto in quella sede.
Mauro Maurri: io non so oggi niente di più di quello che sapessi allora e quindi.
P.M.: È l’intento del PM è quello soltanto di verificare che non è mutato nulla e quello che ha detto allora vale oggi, io però avrei oggi la necessità sulla base esclusivamente anch’io della rilettura dell’elaborato di chiedere a loro un particolare alcune circostanze di cui voi parlate in quella relazione scritta e vi chiedo se è possibile ricordare qualcosa di meglio in proposito e ora faccio subito la domanda o se anche in questo caso vi riportate a quello che avete scritto la domanda è questa, dato per scontato che la ricostruzione che avete fatto, quelli che erano i colpi, quella che era l’escissione è per noi chiaro perché è già versato nel dibattimento nei modi che abbiamo detto io ho rivisto anch’io quell’elaborato, ho riletto, e alla luce di emergenze successive avrei che sono venute fuori nella ricostruzione fatta in questo dibattimento dei fatti vi volevo chiedere se ricordate di avere ipotizzato per quanto riguarda la escissione pubica alla ragazza che poteva esserci una qualche ipotesi nel momento in cui descrivete l’escissione pubica e se non sbaglio alle pagine dalla 141 in poi voi vi dilungate nel descrivere una circostanza di fatto la regolarità superiore della escissione e la irregolarità inferiore dell’escissioni pubica portandovi ovviamente all’epoca a ipotizzare quali potevano essere le cause di questa diversa modo in cui era stata fatta l’escissione fino ad arrivare a pensare ovviamente come ipotesi che si fosse trattata di una escissione fatta o con due coltelli, ma ovviamente ipotesi la date voi, o addirittura ovviamente due coltelli a due mani, io vi chiedo vi ricordate qualcosa di più sul punto o dovete oggi a distanza di tempo riportarvi solo a quello che avete scritto e nel caso in cui vi riportate a quello che avete scritto avete qualche possibilità di spiegarci meglio oggettivamente avevate trovato perché noi abbiamo appreso in questo dibattimento che ci sono delle ipotesi sulla escissione che ci sono, qualcuno racconta due coltelli o comunque elementi che in questo dibattimento sono importanti, allora vi chiedo queste considerazioni che avete fatto nell’81 relativamente alla escissione pubica della ragazza vi fanno ricordare qualcosa di più specifico o avete la possibilità forse vedendo le foto o solo il vostro elaborato di ricordare questa diversità di escissione cioè voi lo mettete bene in evidenza quando parlate proprio di regolarità parte alta irregolarità parte inferiore.
Mauro Maurri: Dottor Canessa direi che noi non abbiamo elementi nuovi da aggiungere o che ci permettono di modificare quello che si è detto allora, il fatto che l’escissione del pube di questa povera ragazza non fosse particolarmente regolare o se vuole uniforme non è a nostro parere indice dell’uso di due armi diverse, due coltelli diversi, ma semplicemente imputabile al fatto che le regioni anatomiche del cadavere che furono oggetto della escissione erano caratterizzate da morfologie completamente diverse, cioè cerco di spiegarmi, la regione ipogastrica/la regione del pube/la parte inferiore della parete addominale liscia piana senza nessun ostacolo senza resistenze ossee o con minime resistenze ossee facilmente aggredibile e quindi facilmente asportabile con tagli uniformi e di rapida esecuzione, l’altra parte invece la regione della faccia mediale delle cosce/la regione delle grandi labbra fino al perineo è una regione un po’ più irregolare posta su piani diversi, con inclinazioni diverse, per cui la facilità di un’asportazione di queste zone/di queste strutture è molto minore di quelle che si concreta praticamente per l’asportazione del pubblico, bisogna arrivare con il coltello su piani diversi con inclinazioni diverse e con strutture che ripeto non hanno la regolarità e la facile aggredibilità dalla regione ipogastrica/della regione del pube, ecco il perché della differenza a nostro parere della differenza dei tagli e della differenza della profondità dell’aggressione sulle strutture anatomiche locali. Questo non vuol dire certo che siano stati operati due coltelli, può darsi benissimo che sia stato l’unico coltello e non vediamo neanche perché debbono essere stati mani diverse. È il bersaglio diverso dal punto di vista della costituzione anatomica.
P.M.: Ecco è la stessa, per quello che lei ricorda professore, la stessa diversità fra regione superiore e regione inferiore e anche negli altri delitti o di questo non ricorda niente.
Mauro Maurri: Io francamente non me lo ricordo.
P.M.: Allora fermiamoci andiamo a questo punto un attimo ad approfondire quelle che erano le considerazioni che voi avete fatto allora perché se lei ha avuto modo di riguardare su questo punto alla pagina 144 della perizia medico legale voi avete fatto proprio l’ipotesi ovviamente spiegando quello che ha spiegato ora però mi sembra che c’è qualcosa di più cioè voi non escludete che possano essere stati due coltelli o meglio ancora l’uso dello stesso coltello in modo diverso dite e vorrei un attimo leggerlo insieme per vedere se ovviamente come ipotesi perché so benissimo che voi niente potete dire perché al di là di quello che ci ha detto Lei quelle che sono le caratteristiche oggettive la mano di quel coltello da chi era guidata voi non lo sapete però voi addirittura nel fare queste considerazioni e nel dire quello che lei ha detto oggi professore dice infatti proprio al termine pagina 144 “le differenze di cui si parla” e che mi sembra a questo punto siano chiare “possono essere senz’altro il risultato del modo differente di adoperare la stessa lama e non necessariamente quello dell’uso di armi diverse” quindi sembra di capire che non avete elementi all’epoca per dire che se sono due armi diverse però ipotizzate che possa essere l’uso della stessa lama e lei ci ha spiegato oggi l’uso può essere dovuto al fatto della diversità dei tessuti della zona
Mauro Maurri: Dei piani anatomici.
P.M.: Qui però ovviamente una semplice lettura per questo è bene vedere se ricordate qualcosa di più dice addirittura il risultato del modo differente di adoperare, non è che questo ovviamente vi fa ipotizzare la possibilità che lo stesso coltello sia stato adoperato in modo diverso? Così scrivete eh io le chiedo, ovviamente qui siamo solo nell’opinabile me ne rendo conto a me però siccome questa ipotesi è fatta per scritto volevo vedere se c’è qualcosa di più oggi rispetto a quello che avete scritto, se non c’è altro io mi accontento ovviamente.
Mauro Maurri: Io credo di poter dire che in modo diverso per noi vuol dire semplicemente che non era una mano diversa, era la stessa mano che però doveva fare movimenti diversi/mantenere inclinazioni diverse del tagliente della lama proprio per la situazione anatomica che ho cercato di descrivere.
P.M.: Conviene con me che forse nello scritto è un po’ diverso quello che lei sta dicendo oggi.
Mauro Maurri: Si può darsi.
P.M.: Nel modo differente di adoperare la stessa lama.
Mauro Maurri: Modo differente direi la manualità differente ma non un’altra mano, i movimenti di una mano che può semplicemente escidere una parte liscia regolare, per escidere una parte non liscia/non regolare deve invece fare i movimenti delle piegature ed assumere atteggiamenti dell’arma diversi da quella dell’arma appoggiata sul pube e parallela al pube questo volevo dire, può darsi che quello che abbiamo scritto sia un po’ vago ma comunque il concetto non è un’arma diversa, è solo diverso il bersaglio per i piani anatomici che lo costituiscono.
P.M.: Io volevo comunque andare un attimo ad evidenziare questo, alle pagine successive dalla 147 in poi voi vi dilungate e cioè il problema ve lo siete posto addirittura perché dice “a questo punto si ritiene opportuno discutere le varie ipotesi che le conclusioni ora raggiunte portano con sé prima che il complesso delle lesioni possa essere opera di due persone diverse, secondo che possa essere conseguenza dell’uso di due differenti armi bianche, terzo che un’unica persona abbia adoperato lo stesso mezzo per realizzare tutto il complesso della mutilazione” cioè io volevo capire come mai in una situazione apparentemente chiara come la descrive oggi vi siete dilungati a fare questa ipotesi cioè c’erano elementi oggettivi allora che l’ipotesi si poteva anche profilare davanti ai vostri occhi altrimenti non l’avreste scritto oppure è un metodo che voi usate per correttezza professionale?
Mauro Maurri: Credo che ci potesse essere qualche elemento oggettivo proprio nella direi differenza dei tagli eseguiti che ci potessero far pensare ad una mano eventualmente
P.M.: Quindi è uno scrupolo che avete avuto, non ho altre domande.
Mauro Maurri: Direi che non possiamo che concludere per la terza ipotesi.
P.M.: Certo chiarissimo grazie.
Presidente: Altre domande su questo omicidio?
Avv. Nino Filastò: è vero che come risulta a pagina 142 della vostra relazione voi avete ritenuto probabile che si trattasse della stessa arma con cui sono state prodotte quattro ferite da punta e taglio sul cadavere dell’uomo e due su quello della ragazza, quindi stessa arma non solo per quanto riguarda le lesioni sulla ragazza ma per quanto riguarda anche le lesioni sul corpo dell’uomo, e così professore?
Mauro Maurri: Sì direi noi non abbiamo altri elementi, non sappiamo di altri eventuali elementi che possono essere aggiunti per discutere questo problema ma il punto particolare è quello noi confermiamo la probabilità
Avv. Nino Filastò: Certamente infatti è quello che intendevo fare io puntualizzare questi aspetti da d’altra parte i periti rispondono a un punto di probabilità mica di certezza, è rarissimo bisogna rispondere del punto di certezza.
Mauro Maurri: Nessuno è perfetto nemmeno per il medico legale.
Avv. Nino Filastò: Non è questione di perfezione, è questione di possibilità, perché le certezze appartengono al dominio di Dio non certamente ai periti.
Mauro Maurri: Però indicando una probabilità abbiamo voluto dire qualcosa di più della possibilità.
Avv. Nino Filastò: Certamente la probabilità è una cosa diversa dalla possibilità grazie. Tant’è che voi a pagina 144 sottolineate ancora questo aspetto dicendo che non c’è motivo di pensare che nonostante i caratteri morfologici discretamente differenti tra la parte superiore e quella inferiore della mutilazione siano state adoperate per il complesso e la mutilazione due o più armi differenti fra loro. Per poi concludere ancora a pagina 148 che perciò l’ipotesi più probabile è che il complesso dell’intera mutilazione sia stato fatto da un’unica persona e con un identico mezzo, è esatto professore? Poi c’è scritto
Mauro Maurri: Per gli stessi motivi di cui sopra noi possiamo che confermare anche
Avv. Nino Filastò: Ora io volevo un attimo che voi se lei se lo rammenta professore prestasse un po’ attenzione alle differenze di tipo qualitativo fra l’omicidio dell’81 precedente a questo di cui si parla di cui ovviamente
Mauro Maurri: Avvocato scusi mi dica i nomi dei morti perché le date purtroppo
Avv. Nino Filastò: I nomi dei morti sono dunque la ragazza si chiama ora in questo momento mi sfugge insomma sono quelli di Scandicci, come dice il professore? Sono di Scandicci la Carmela di Nuccio e Giovanni Foggi, oh li se non sbaglio la prima volta che interviene l’escissione del pube della ragazza è vero? Ecco è vero che rispetto alla escissione avvenuta a Calenzano quella che riguarda la povera Carmela di Nuccio è molto più circoscritta e in qualche modo meno estesa?
Mauro Maurri: Si è così, per quanto mi ricordo sì.
Avv. Nino Filastò: Sì tanto che come voi avete rilevato nella vostra perizia l’escissione che riguarda invece la povera Susanna cambia la scissione più devastante in sostanza.
Mauro Maurri: Più estesa.
Avv. Nino Filastò: Ora mi dispiace dover entrare in un argomento che certamente è sgradevole ma purtroppo siamo ad occuparci di questi fatti ed è diversi giorni ci sono immerso dentro a queste cose e posso garantire professore che non mi è mai capitato di provare una cosa di questo genere, però scusandomi anche con la Corte la domanda è questa, è possibile che la scissione più devastante da cui poi quelle differenze da voi rilevate in punto di manualità dell’arma usata possono essere messi in relazione con l’intenzione da parte dell’omicidio operatore di portar via non solamente il pube da parte puberale vera e propria ma anche la parte posteriore per intendersi? Qui c’è una fotografia vede che m’ha dato questa idea, io vorrei sapere se e come ipotesi voi la ritenete possibile/probabile, voglio dire c’è una foto particolarmente angosciosa in cui si vede questa ferita devastante provocata dalla ragazza, è la foto numero 42 se potessimo vederla e commentarla, in cui proprio si nota come la ferita ed il tentativo di esportazione si sia secondo me esteso non soltanto al davanti quella parte sessuale ma anche alla parte
Mauro Maurri: Posteriore no avvocato al cosiddetto Perineo
Avv. Nino Filastò: Che sarebbe professore?
Mauro Maurri: La regione interposta sulle labbra vaginali e il solco gluteo.
Avv. Nino Filastò: E il solco gluteo esatto.
Mauro Maurri: Se mi consente la parola il cosiddetto sellino.
Avv. Nino Filastò: Benissimo quindi è probabile che ci sia stata questa intenzione più devastante proprio.
Mauro Maurri: Avvocato come posso dire dell’intenzione? Abbiamo visto queste cose diverse più estese dell’uno e meno estesa nell’altro.
Avv. Nino Filastò: Ora tenendo presente vabbè forse questa è una valutazione che non la riguarda ma tenendo presenti certe differenze che si trovano gradualmente nelle varie escissioni nelle varie operazioni fatte da questo omicida per esempio l’asportazione del seno che interviene solo nell’84, per esempio certe ferite sull’uomo che intervengono nell’85, è possibile che questo maggiore intervento in questo secondo caso rispetto al primo dell’81 si inserisca in una progressiva accrescimento di questa pulsione da parte di questo personaggio o personaggi che siano, insomma come se a un certo punto si passasse dall’asportazione del pube prima poi ad un’asportazione maggiore dopo, poi al seno, poi ancora al seno poi addirittura al tentativo di ledere e di cominciare un tipo di lesione che riguardino anche il maschio.
Mauro Maurri: Avvocato lei diceva giustamente che questa è una risposta di questo tipo noi non la possiamo dare, noi possiamo solo constatare che ci sono certe differenze morfologiche e se vuole anche numeriche.
Avv. Nino Filastò: Benissimo in accrescimento o in diminuzione
Mauro Maurri: In accrescimento.
Avv. Nino Filastò:: Benissimo mi basta così.
Presidente: Allora passiamo ad altro episodio con altre domande prego Pubblico mistero.
P.M.: Si presidente mi rendo conto che magari bisogna un po’ muovere le persone ma a questo punto l’episodio
Avv. Nino Filastò: Però su questo omicidio qua io può darsi successivamente quando contro interrogo io abbia qualche altra domanda da svolgere
P.M.: Possiamo fare ora.
Giovanni Marello: Chiedo scusa a completamento della risposta ultima il professor Mauriello mi ricorda giustamente e me l’ha detto lui me lo ricordo nel primo caso la ragazza fu ferita ben 90 volte credo, 74 coltellate
Avv. Nino Filastò: Ma senza nessun escissione?
Giovanni Marello: Giusto solo colpi di coltello non escissioni.
Presidente: Prego Pubblico mistero.
P.M.: Si volevo dire che come metodo che io avevo anticipato e non avevo avuto nessun tipo di opposizione era quello di fare omicidio per omicidio anche perché così chiudiamo l’argomento esame e controesame anche perché per ogni omicidio io devo variare almeno in una persona il collegio e quindi avrei bisogno passando al successivo di chiedere cortesemente professor Marello di assentarsi un attimo e farei introdurre il professor Cagliesi Cingolani questo come metodo.
Avv. Nino Filastò: Presidente come metodo del difensore siccome è particolarmente importante un aspetto comparativo fra i vari delitti io preferisco invece interrogare i periti tutti insieme senza separare.
P.M.: Ma tutti insieme c’è solo il professor Maurri che ha fatto tutti gli altri addirittura alcuni hanno fatto un omicidio soltanto
Avv. Nino Filastò: Ed io terrò soltanto il professor Maurri quando c’è solo il professor Maurri e poi se c’è qualcun altro
P.M.: Probabilmente conviene alla corte che facciamo il professor Mauri da solo sugli aspetti riepilogativi, questo è un metodo e poi mi va bene qualsiasi altro metodo.
Avv. Nino Filastò: Ma non sono aspetti riepilogativi.
Presidente: Allora possiamo fare anche un’altra cosa avvocato scusa Pubblico ministero allora sentiamoli volta per volta lei e poi volta per volta
Avv. Nino Filastò: Questo dicevo lei grazie presidente.
P.M.: Benissimo
Presidente: Mi sembrava più ordinato fare episodio per episodio comunque
P.M.: Era una proposta come un’altra io non ci sono particolarmente affezionato.
Mauro Maurri: Se mi permettono io ho fatto col professor Marello un altro caso.
P.M.: Si è però allora a questo punto se ho capito sennò saltiamo cortesemente almeno l’ordine del PM per quello che può valere come linearità di ricostruzione allora consentitemi chiedo scusa anche ai periti di fare l’ordine che mi sembra cronologico, le chiedo scusa professore se può entrare il professor Cagliesi Cingolani poi alla fine faranno come credono io faccio il mio metodo.
Presidente: Poi li facciamo tutti insieme
P.M.: Allora facciamo il 1982 per quello che riguarda l’episodio di Baccaiano.
Presidente: Bisogna che dia le generalità e legga.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Mi chiamo Riccardo Cagliesi Cingolani, nato a Firenze il 2 8 1939, residente in Firenze via Ringolfi 135. Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumono con lo svolgimento dell’incarico mi impegno ad adempiere al mio ufficio senza altro scopo di far conoscere la verità e mantenere il segreto sulle operazioni peritali.
Presidente: Prego Pubblico ministero.
P.M.: La prima domanda che in questo caso è la stessa se loro entrambi ricordano steso un elaborato relativo all’autopsia delle vittime dell’omicidio del 1982 nonché una perizia medico legale in un unico elaborato nel quale si cercava sulla base degli elementi oggettivi di ricostruire come poteva essere andata l’aggressione, la prima domanda è se ricordano questo elaborato, che cosa hanno fatto e se confermano l’elaborato scritto.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Si.
P.M.: Se come mi sembra entrambi sono stati sentiti sul fatto nel corso del procedimento a carico di Pacciani se ricordano cosa hanno detto, se indipendentemente dal ricordo di quello che hanno detto se confermano che all’epoca avete detto ovviamente la verità e quello ricordavate nell’ambito.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Non ricordo assolutamente cosa a suo tempo ebbi a dire nel procedimento precedente, non sono in grado di ricordarlo.
P.M.: Ovviamente in risposta a delle domande di quello che diceva era la verità e ciò che ricordava dei fatti, allora fatte queste premesse che servono solo per l’utilizzabilità del PM degli atti di quel processo io volevo chiedere una circostanza particolare, ovviamente non è particolare/specifica nel senso di semplice ma è una considerazione complessiva che loro hanno fatto nell’elaborato nel momento in cui vi siete addentrati ad ipotizzare la dinamica del delitto sulla base di quello che avete riscontrato sul corpo delle vittime e soprattutto nell’ambito del sopralluogo perché voi dalla pagina 70 in poi mettete in evidenza come sul luogo del delitto erano stati trovati 3 raggruppamenti di bossoli ed esattamente in tre posizioni nella piazzola, davanti alla piazzola e in prossimità dell’auto che era nel fossetto, sulla base di questi elementi avete pensato che era possibile ipotizzare come era andata la dinamica nel senso se era più probabile che l’aggressione fosse avvenuta prima alla piazzola poi dalla piazzola spostamento dell’auto, aggressione elemento finale nel momento in cui l’auto era nel fossetto, se loro ricordano questa ricostruzione e se è possibile ripetere nell’aula compatibilmente con il ricordo, comunque avete l’elaborato, e con gli elementi obiettivi trovati all’epoca se è possibile oggi dare alla Corte e a noi una possibilità di capire come possa essere avvenuta la dinamica di quei fatti grazie.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Rispondi il professor Carrisi che ha studiato e ristudiato le ricerche.
P.M.: Vabbè sappiamo tutti questo non c’è lo neghiamo che voi partite dall’elaborato scritto perché essendo passati dall’82 15 anni è un elemento che se era idoneo allora per ricordare/per capire come erano le cose partiamo tutti da quello.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Sì certamente dunque si parte dal fatto che prima facendo una prova di ragione la serie dei tre raggruppamenti di bossoli, tre sulla piazzola, due sulla strada poco dopo e altri tre dalla parte opposta della strada rispetto alla piazzola, più un nono perché un bossolo è stato trovato nell’interno dell’automobile e andando a guardare poi il corrispettivo sono ovviamente delle lesioni sulle due vittime si vede dunque la ragazza aveva due colpi, era stata colpita da due colpi, tutti e due alla fronte uno Sagittario cioè dall’avanti all’indietro alla fronte e l’altro invece trasversale rispetto al primo quindi da sinistra a destra entrato nella della fronte ed uscito dalla cute della fronte dello stesso quindi senza trattenercisi. Questi sono gli unici due colpi che interessarono la ragazza dei quali ovviamente il primo quello mortale. Per quanto riguarda invece il ragazzo i colpi furono 4, uno alla spalla sinistra penetrato dentro la spalla sinistra quindi con decorso da sinistra a destra e poi fermandosi lì perché impattato sul collo della scapola che è un osso piuttosto duro che ha fermato il proiettile, due colpi sparati alla regione diciamo auricolo temporale sinistra, uno proprio dentro la conca del padiglione auricolare, uno appena al di sopra e al di dietro dei quali il primo andando a guardare il tramite che corrispondeva probabilmente impattò sulla base del cranio e si frammentò in piccoli pezzetti, questa è una ipotesi, l’altro invece attraversò tutta la scatola cranica si fermò poco prima di uscire ormai privo di forza viva dalla parte opposta rispetto a quella dalla quale era entrato quindi regione temporale destra. Abbiamo parlato di tre colpi, il quarto colpo è un colpo invece entrato e uscito, è entrato nella regione angolo mandibolare ed uscito praticamente in sede paranasale cioè a questo livello. Relativamente all’automobile fu trovato la perforazione del parabrezza e la frantumazione del cristallo relativo alla portiera del sedile di guida, i vetri del cristallo furono trovati in corrispondenza della prima serie di bossoli quindi in pratica sulla piazzola. Questi sono gli elementi di fatto, da questo si cerco di fare appunto delle ricostruzioni/delle ipotesi senza potere ovviamente almeno per quanto ci riguardava riuscire a stabilire quale di queste potesse essere in effetti quella accoglibile eliminando le altre.
P.M.: Ovviamente chiedo scusa anche oggi siete allo stesso punto per voi sono ipotesi?
Riccardo Cagliesi Cingolani: Io direi di si, io l’ho riletta per me sono ipotesi
P.M.: Bisogna poi vedere noi elementi obiettivi diversi, ci sono degli elementi in più che ci possono aiutare e sono rappresentati dal fatto che per quanto riguarda il ragazzo di questi quattro colpi alcuni possono essere ancora compatibili con l’effettuazione di atti coordinati e volontari altri no. In altre parole i due colpi alla regione auricolo temporale si pensò e riterrei ancora di poter pensare che fossero quelli certamente non compatibili con la possibilità di mettere in moto una macchina, tornare indietro facendo retromarcia e via, quindi certamente sono gli ultimi, mentre invece possono ancora essere compatibili quello di striscio alla guancia perché voglio dire non è che sia un colpo di quelli che si può presumere possa abolire la coscienza di una persona ed anche in linea di massima quello alla spalla, un colpo alla spalla è pur sempre compatibile con la possibilità di fare una manovra di marcia indietro specialmente se la spalla e la sinistra e quindi il colpo alla spalla è certamente uno dei primi colpi che si possono ipotizzare in questa sequenza e allora facemmo appunto alcune ipotesi che io mi sono disegnato qui perché confesso che non me le ricordo a mente, non mi sarebbe assolutamente possibile, le posso illustrare leggendole quello delle tre ipotesi, la prima ipotesi un primo colpo alla spalla del ragazzo sto parlando ovviamente della prima serie di bossoli quelli cioè trovati sulla piazzola, di questa serie di tre bossoli un colpo sparato alla spalla del ragazzo, un colpo sparato alla fronte della ragazza quello anteroposteriore ed un terzo colpo sparato sul parabrezza dell’auto, che cosa abbia fatto poi questo colpo rimane oscuro.
P.M.: Si scusi se la interrompo professore, quindi questo mettere in evidenza che ci sono dei colpi al ragazzo che era alla guida che sono sicuramente compatibili con azioni successive e altri due che invece non sono compatibili fa ipotizzare a lei mi sembra questo avete scritto e le chiedo conferma che la prima serie di colpi e quella alla piazzola?
Riccardo Cagliesi Cingolani: Sì cronologicamente. La seconda serie, i due colpi, i cui bossoli furono trovati invece sulla carreggiata/sulla strada sparati ai fari dell’auto, questo almeno è l’ipotesi che facemmo. La terza serie di colpi due alla regione temporale e auricolare del ragazzo, quelli mortali per il ragazzo, un colpo trasversale alla fronte della ragazza, quello cioè sottocutaneo entrato ed uscito siamo a tre, c’è il quarto colpo che è quello ballerino in un certo senso quello cioè il cui bossolo e è stato trovato nell’auto che potrebbe essere quello che attraversò la mandibola cioè la regione della guancia del ragazzo ecco e con questo noi avremo ricostruito la sequenza dei 9 colpi. Questa fu una un’ipotesi che ponemmo, forse anche con qualche titubanza cioè la seconda serie vedrebbe che fossero stati attinti i due fari mentre la macchina stava andando in retromarcia, forse arduo correndo dietro la macchina che va in retromarcia poter ipotizzare che si possano colpire con tale precisione tutti e due i fari senza sbagliare insomma. Ma ripeto queste sono illazioni che tutto sommato abbastanza gratuite almeno per quanto riguarda la nostra attività di medici legali.
P.M.: Quindi sembra di capire che secondo voi mentre il primo raggruppamento è sicuramente la prima azione, la seconda azione due raggruppamenti sono fungibili come cronologia, cioè potrebbe prima avere attinto definitivamente il ragazzo e poi i fari o al contrario.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Potrebbe aver fatto anche così, richiamato in una delle ipotesi successive.
P.M.: Mentre la prima azione è sicuramente la più probabile così come ricostruita da voi
Riccardo Cagliesi Cingolani: probabile insomma sì probabile.
P.M.: Ecco voleva magari aggiungere le altre ipotesi?
Riccardo Cagliesi Cingolani: Seconda ipotesi, le solite tre serie di colpi e in più il bossolo dentro l’auto, prima serie, colpo sparato alla spalla del ragazzo, quindi questo è importante perché deve essere uno dei primi colpi per forza e non può essere quello sparato alla testa ecco,
Avv. Nino Filastò: Perché non può essere?
Riccardo Cagliesi Cingolani: Non può essere perché abbiamo detto prima gli altri colpi sparati al ragazzo sono colpi vitali, sono colpi cioè che dovevano necessariamente abolire la sua possibilità di compiere atti coordinati, non avrebbe potuto ingranare in ipotesi la marcia e fare marcia indietro.
Sconosciuto: Dirò di più che nella copia dell’elaborato peritale che mi è stato fornito manca la pagina non so come mai ma non me ne accorgo ora.
Avv. Nino Filastò: Manca anche nel mio.
Avv. Aldo Colao: Manca la pagina 62, però mi scusi avevo un’altra domanda, volevo domandare questo, dunque dall’esame delle tracce da spari nella zona circostanze il punto attinto ecco si può vedere se i colpi sono stati sparati a distanza più o meno ravvicina? E lei come colloca quelli alla spalla del ragazzo Mainardi e poi quelli alla tempia sinistra a distanza ravvicinata o lontana nell’azione di sparo così come sequenza che lei ha illustrato?
Riccardo Cagliesi Cingolani: dagli elementi che io ho, insomma che noi insieme rischiavamo in sede di ispezione di sezione cadaverica e questo credo sia stato anche scritto possiamo dire che non furono colpi, almeno non ci risulta, che siano stati i colpi sparati proprio a bruciapelo proprio ad una distanza ravvicinatissima. Non c’è altro da dire, non ritengo di poter dire assolutamente niente altro a chiarimento della sua domanda.
Avv. Aldo Colao:: Ed il bossolo nell’abitacolo?
Riccardo Cagliesi Cingolani: Il bossolo è un bossolo e nell’abitacolo non sarei in grado di stabilire a che distanza beh certamente sarà stato un colpo abbastanza vicino perché dico se lascia un bossolo in un’auto certamente deve essere un colpo vicino però non mi chieda avvocato di ricostruire a che distanza in termini di centimetri o anche oltre questo colpo sia stato sparato. Non sono colpi a contatto e non sono colpi a bruciapelo perché effetti di ustione non ne abbiamo descritti, di più non possiamo dire.
Avv. Aldo Colao:: Bene grazie
Presidente: Altre parti? Avvocato Filastò.
Avv. Nino Filastò: Grazie presidente, presidente io avrei bisogno che venisse proiettata le foto numero 18 e numero 19 del fascicolo del sopralluogo. E comunque mentre viene proiettata anche per
Presidente: Avvocato qual è la foto?
Avv. Nino Filastò: 18 e 19 del fascicolo del gabinetto di polizia scientifica rilievi del 20 giugno 1982, comunque in attesa queste foto che ora dovrebbe essere proiettate professore individuano una lesione particolare allo stinco destro della ragazza, lei se la ricorda?
Riccardo Cagliesi Cingolani: No neanch’io, dovremmo rifarci al verbale per vedere come è stata respinta.
Avv. Nino Filastò: è un ematoma.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Cioè un’ecchimosi non un ematoma.
Avv. Nino Filastò: Io qui nella descrizione viene data questa voce ematoma.
P.M.: è la foto della scientifica diamogli
Avv. Nino Filastò: Ora in questo momento visto che la dattilografia mi manca la sto cercando ma in mezzo alle carte chissà dov’è andato a finire
Riccardo Cagliesi Cingolani: Diciamo che è una lesione conclusiva senza discontinuazione aperta.
Avv. Nino Filastò: Un livido, va bene io volevo sapere se questa lesione prima di tutto era vitale o post mortale.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Ci si deve rifare al verbale.
Avv. Nino Filastò: Prima di tutto era questo che volevo sapere, secondo mi dispiace di non aver anticipato.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Siccome sono andato percorrendo il verbale cioè non il verbale, il verbale non è qui, semplicemente la perizia che fa riferimento agli elementi del verbale al numero 11 per quanto riguarda la ragazza ispezione esterna si scrive identico reperto alla faccia anteriore della caviglia a destra, poi dirò qual è identico rispetto a che lato, interno all’altezza del laccio della scarpa e questo avvocato il reperto al quale lei si riferisce?
Avv. Nino Filastò: Esattamente questo.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Ecco identico reperto è riferito al numero precedente al numero 10 quale si diceva faccia esterna ginocchio sinistro testa del perone area di superficiale disepitelizzazione vitale poligonale, vale a dire non è un ecchimosi avvocato ma è un escoriazione superficialissima.
Avv. Nino Filastò: Una escoriazione superficiale, determinata secondo voi da che cosa?
Riccardo Cagliesi Cingolani: Avvocato può darsi alla ragazza quando è stata colpita o forse nei tentativi istintivi di evitare il colpo abbia fatto dei movimenti con le gambe, abbia urtato contro qualcosa lo sportello o qualcosa del genere.
Avv. Nino Filastò: Ma la domanda è questa, potrebbe avere urtato contro il sedile che gli stava di fronte?
Riccardo Cagliesi Cingolani: Direi di sì anche se non è un problema medico direi di sì.
Avv. Nino Filastò: E questo aver urtato contro il sedile potrebbe essere stato determinato da uno spostamento rapido di questo sedile?
Riccardo Cagliesi Cingolani: Cioè il sedile spostato indietro verso la ragazza?
Avv. Filastò: Verso la ragazza si.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Avvocato come si fa a saperlo?
Avv. Nino Filastò: No sto parlando sotto il profilo dell’ipotesi.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Avvocato la lesione deriva o da un movimento attivo della gamba contro il mezzo contundente o viceversa ma non siamo in grado di dirlo.
Avv. Nino Filastò: Comunque la possibilità che questo comunque sia avvenuto attraverso un spostamento della ragazza con le gambe in modo tale da andare a urtare contro il sedile che aveva di fronte questo è una possibilità, è una possibilità professore?
Riccardo Cagliesi Cingolani: Certo che è una possibilità cioè che il sedile sia stato spinto verso la gamba della ragazza, vorrei aggiungere se è possibile che si tratta di reperti traumatici veramente modestissimi
Avv. Nino Filastò: Eccola lì, però la domanda è questa, se è vero che lì c’è un ematoma quella è una lesione vitale? C’è ancora la circolazione, comunque siete in grado di dire se è vitale oppure no?
Riccardo Cagliesi Cingolani: Noi l’abbiamo descritta come vitale.
Avv. Nino Filastò: Molto bene, quindi partendo da questa situazione successivamente all’inizio dell’aggressione la ragazza era in grado di muoversi, io faccio questa ipotesi, voglio dire se lì c’è una lesione vitale prodotta da un movimento della ragazza questa ragazza in una fase successiva all’assalto è in grado di muoversi anche in un modo abbastanza violento al punto da procurarsi queste due lesioni al ginocchio ed una alla è così?
Riccardo Cagliesi Cingolani: Si questo non vuol dire che però i momenti fossero coordinati, si può muovere una gamba in questo modo ed usarla come è successo come si vede sul cadavere della ragazza anche dopo essere stati colpiti. Cioè scusi in altre parole le ferite mortali non sono indicative di immobilità immediata e assoluta.
Avv. Nino Filastò: Benissimo d’accordo però io a questo punto volevo prima di tutto chiarirmi le idee su un aspetto obiettivo che riguarda la posizione dei bossoli, voi avete detto che tre si trovavano sulla piazzola, ora a me risulta da questo verbale di ispezione e di sopralluogo che viceversa sulla piazzola c’erano quattro A, B, C, D. Questo verbale di sopralluogo tiene presente come punto di riferimento la ruota anteriore destra dell’auto, come è stata trovata cioè dire al di là della strada, va bene? Ed identifica a distanza di 11 m tutti fra di loro a distanza ravvicinatissima di pochi centimetri quattro bossoli, sul manto stradale se né trovò uno solo ma anche questo però proprio al primo margine del manto stradale perché viene dato questo bossolo a distanza di 10 m rispetto alla ruota della macchina
Riccardo Cagliesi Cingolani: Quindi 1 m più avanti
Avv. Nino Filastò: 1 m un po’ più avanti rispetto più avanti poi si trovano gli altri dall’altra parte della strada vale a dire dov’è la macchina è ferma davanti alla macchina ferma, quindi la mia osservazione è questa, faccio le osservazioni di questo genere arrivo poi a chiedervi una ricostruzione se è attendibile la ricostruzione diversa del fatto, bossoli sparati durante il percorso di una macchina a movimento che dovrebbero in qualche modo punteggiare questo movimento non c’è ne sono, vero? A questo punto vi chiedo è possibile che quel foro sul parabrezza rispetto al quale voi non siete in condizioni di dove è andato a finire questo colpo corrisponda invece alla ferita alla fronte mortale della ragazza?
Riccardo Cagliesi Cingolani: Avvocato è possibile, sicuramente era un colpo sparato dal davanti verso l’indietro in direzione
Avv. Nino Filastò: Tra l’altro con una traiettoria guardare che tutto sommato corrisponde vero? Potrebbe tornare, allora in questo caso la ragazza sarebbe stata vitale, il primo colpo sarebbe quello che la fa sanguinare molto e la fa sanguinare dal capo zona che noi sappiamo, me lo confermate particolarmente sanguinante, ma non mortale. Bene a questo punto chiedo, voi dite il primo colpo che ha attinto il ragazzo è quella alla spalla, potrebbe invece il ragazzo essere stato colpito subito in quella parte vitale che ne ha provocato la totale perdita di coscienza e l’assoluta incapacità di muoversi e di fare quella manovra che gli è stata accreditata? Altra possibilità sotto il profilo della possibilità.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Avvocato ritornando ai colpi della ragazza i colpi al cranio della ragazza sono 2, uno è sicuramente mortale e un’altra no, di striscio e l’altro penetra.
Avv. Nino Filastò: Il primo è quello mortale il secondo è quello di striscio, io dico può essere l’inverso? E voi mi dite sì che è possibile è vero?
Riccardo Cagliesi Cingolani: Il primo di striscio alla fronte presupporrebbe naturalmente avvocato tutto è possibile dipende ovviamente dalla posizione esatta del cranio della ragazza quando viene raggiunta.
Avv. Nino Filastò: Io trovo professore che il primo alla fronte sagittale che non la uccide.
Riccardo Cagliesi Cingolani: No è quello che la uccide avvocato.
Avv. Nino Filastò: No scusi no quello superficiale
Riccardo Cagliesi Cingolani: Quello che la uccide è il sagittale, la uccide, il trasversale che non la uccide.
Avv. Nino Filastò: Ho detto male io dico se quello è il primo che raggiunge la ragazza si spiegano movimenti e si spiegano anche le lesioni secondo me e soprattutto che cosa si spiega di più professore? Si spiega i due colpi a fare, perché voglio dire su questo non c’è dubbio che questo abbia tirato ai fari per spegnerli, che ragione ci poteva essere se non quella di rendersi in condizione di poter prendere una mira. Situazione che gli era impedita se i fari erano in faccia, allora si spengono i fari, si prende la mira e si colpisce alla testa, alla fronte alla ragazza.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Scusi avvocato naturalmente non è il mio campo.
Avv. Nino Filastò: Se la ragazza e perché si colpisce la ragazza con questa precisione e spegnendo prima i fari? Perché la ragazza si muove, perché la ragazza è vitale, perché deve essere ammazzata, se la ragazza fosse stata già attinta dal colpo mortale e fosse rimasta come si diceva prima abbandonata, sì ma son domande che faccio per arrivare ad una formula d’ipotesi alternativa, è possibile un’ipotesi di questo genere? Voglio dire considerato tutto questo tipo di circostanze che io vi propongo è una ricostruzione risulta attendibile questa?
Riccardo Cagliesi Cingolani: Potrebbe essere attendibile benissimo avvocato non ci si deve dimenticare che tutto il fatto è avvenuto nell’ambito ristrettissimo di pochissimi minuti forse di decine di secondi quindi è chiaro però noi abbiamo fatto un’altra ipotesi per i colpi che hanno distrutto i fari, non tanto che ci fosse la possibilità per chi sparava di eliminare una sorgente di luce che poteva disturbare la presa di mira quanto per eliminare la possibilità del ragazzo che era alla guida di vedere chiaramente per cercare di continuare la marcia anche questa è una possibilità.
Avv. Nino Filastò: Si il professore però questo abbia pazienza ma contrasta con quello che detto poco prima il professor cingolani, il quale è anche lei mi pare concordava, che avete detto come fossi abbastanza improbabile che una persona sia talmente abile a sparare da colpire una macchina in movimento per l’appunto sui due fari e che vi sembrava più probabile che la macchina fosse colpita sui fari dopo che quella macchina era ferma, se la macchina era ferma allora questo che dice lei non c’era bisogno.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Avvocato
Avv. Nino Filastò: Voglio dire insomma quella cornetta come fa a muoversi da lì?
Riccardo Cagliesi Cingolani: Avvocato perché non ci poteva essere bisogno, la macchina ad un certo punto facendo retromarcia è andata a finire con le ruote posteriori nella cunetta dall’altra parte della strada.
Avv. Nino Filastò: Assolutamente immobile impossibile muoversi.
Riccardo Cagliesi Cingolani: è vero però a parte che naturalmente sono ricostruzioni che non riguardano il medico legale ma era immobile ma niente ci poteva far supporre credo non lo so come comune guidatore in macchina che da quel momento in là con una manovra congrua di una persona che ha una ferita solo al braccio sinistro che muove il braccio destro fosse in grado di farla muovere per scappare. Avvocato non lo so. Vorrei fare una precisazione lei prima ha parlato della serie di bossoli erano quattro erano tre, è chiaro che la suddivisione in tre gruppi è stata fatta da parte nostra per opportunità espositive, è chiaro che si può vedere allora si fa una sequela di 7 colpi senza suddividerli in raggruppamenti, se poi uno dei colpi che lei attribuisce al primo gruppo cioè il quarto sia attribuibile effettivamente al primo gruppo o al secondo credo che abbia un’importanza relativa se si immagina la cinematica dell’evento come una serie ininterrotta di tanti tempuscoli tutti uguali quindi questo voglio dire è possibile certo si può orientare il giudizio come si vuole sotto questo profilo ecco. Circa l’altra cosa vale a dire i colpi sparati ai fari io questo lo ricordo perché poi dopo l’ho anche ripercorso è uno degli atti che sono stati compiuti contro la macchina ma non è l’unico, sono stati anche accecati mi sembra di ricordare dei faretti di posizione, è stata tolta la chiave dal cruscotto della macchina e si presuppone che sia stata buttata via eccetera, lo sparo ai fari potrebbe essere anche e io le confesso all’inizio ma ripeto sto parlando di cose che non sono di stretta competenza del medico legale ma lei in un certo senso c’è le richiama alla mente e quindi può suscitare almeno in me questa reazione a parlarne, in stretta concomitanza col fatto pensai che i fari fossero stati accecati soprattutto perché quella macchina con i fari accesi con le ruote nel fossetto dietro quindi una macchina che si trova in una condizione ed in una posizione assolutamente abnorme avrebbe certamente richiamato l’attenzione da chiunque fosse passato da quelle parti e per non richiamare l’attenzione si doveva quantomeno accecare, si dovevano distruggere i fari, si doveva cercare di accecare i fari di posizione, si doveva levare magari anche la chiave dal cruscotto perché magari c’era la luce dentro o roba del genere, ma ripeto è tutto ovviamente un’illazione mia, ci si può veramente sbizzarrire.
Avv. Nino Filastò: Il ragazzo venne colpito con un colpo alla trachea?
Riccardo Cagliesi Cingolani: No.
Avv. Nino Filastò: Insomma ci fu una ferita particolarmente sanguinante del ragazzo? Rivediamo un attimo se non vi dispiace riguardare questa situazione una veloce sapere se era particolarmente sanguinante, se aveva interrotto un vaso tale da farlo sanguinare.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Sì ma non alla gola ma alla guancia.
Avv. Nino Filastò: Da qualche parte professore in questo momento non me lo ricordo, voglio sapere se c’era una ferita che era particolarmente sanguinante e se questo sanguinamento poteva eventualmente essere accresciuto dal movimento necessario per estrarlo dalla macchina,
Riccardo Cagliesi Cingolani: Estrarre dalla macchina il ragazzo?
Avv. Nino Filastò: Il ragazzo come lei sa venne portato via.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Sì certo, non c’è una ferita del genere, ci sono due ferite nella regione dell’orecchio sinistro che sanguinano poco, c’è l’altra ferita alla guancia, e quella della scapola/del braccio. Ci sono ovviamente alcuni reperti connessi anche con la terapia rianimatoria perché la ferita alla trachea probabilmente è una ferita chirurgica.
Avv. Nino Filastò: Voglio dire questo che cosa nella vostra ricostruzione e con riferimento alla direzione dei colpi/ferite che hanno raggiunto questi giovani e tutto il resto, posizione dei bossoli, insomma tutto il complesso delle circostanze, una cosa contrasta con una ricostruzione di questo tipo, gli spari raggiungono il ragazzo e lo colpiscono mortalmente, cioè a dire in maniera tale da privarlo della coscienza, i primi spari quelli sulla piazza, e renderlo assolutamente inidoneo a qualsiasi movimento, ragazzo che si trova seduto sul sedile posteriore non su quella anteriore al momento dell’arrivo dell’omicida, la ragazza viene colpita alla fronte non di striscio per intendersi quella ferita che sanguina ed è in grado di muoversi, l’omicida si mette lui seduto sulla macchina, è lui che mette in moto e va indietro, i movimenti della ragazza disturbano questa manovra e finisce nella cunetta, s’arrabbia toglie di scatto la chiave e la butta sopra poi la ragazza sta ancora muovendosi l’omicida acceca i fari per poter prendere la mira colpisce mortalmente la ragazza.
Riccardo Cagliesi Cingolani: L’omicida esce dalla macchina accedere fari
Avv. Nino Filastò: Questo con probabilità dopo aver esploso da dentro la macchina si trova un altro colpo e non colpisce la ragazza e che è il bossolo che si trova all’interno della macchina. Volevo sapere questa ricostruzione se vi sembra probabile/possibile/fantasiosa contrastata dei dati obiettivi d’altro genere.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Ma scusi il ragazzo non era al posto di guida?
Avv. Nino Filastò: Questo è quello che va dimostrato professore, secondo me, li abbiamo sentiti quando questi signori qui in questo dibattimento?
P.M.: La polizia giudiziaria
Avv. Nino Filastò: La polizia giudiziaria non è non è intervenuta, è intervenuta
Presidente: Su questo punto non abbiamo una prova perché nessuno ha potuto dire dove
Avv. Nino Filastò: Presidente c’è solo questo difensore che cercherà di portare una prova attraverso un testimone che è nella mia lista, questa ricostruzione con quali dati contrasta e se comunque è possibile? Premesso logicamente l’accantonamento del presupposto secondo me indimostrato del ragazzo che si trovava al posto di guida perché se si parte da quel presupposto rende solamente quelle che avete voi esposto.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Avvocato certo che è possibile ed un’ipotesi di questo genere, ma se si deve fare una discussione salottiera io che sparassi non vorrei perdere tanto tempo ad andare in macchina cercare di fare retromarcia di nuovo a sparare ai fari
Avv. Nino Filastò: Professore è lei che mi ha indotto alla discussione salottiere, ma io sono un tipo che fa le escissioni e le escissioni lì non le posso fare perché la strada è scoperta, siamo a bordo di una strada trafficata l’unica possibilità per me di fare quei lavoretti che fa questo farabutto è quella di montare io sulla macchina e portare la macchina in un posto dove queste cose le fa con calma.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Tutto sommato un bel rischio.
Avv. Nino Filastò: Certamente ma sa quanti rischi ha corso questo signore in tutte queste volte che ha fatto queste cose, con la freddezza che si ritrova?
Presidente: Vabbè altre domande?
Avv. Nino Filastò: Su questo punto no grazie.
Presidente: Pubblico ministero può riprendere.
P.M.: io non ho altre domande presidente.
Avv. Aldo Colao: Una domanda io a proposito dei fari professor Cagliesi infranti voi avete modo di ritenere che questi fari siano stati infranti con colpi d’arma da fuoco o con colpi di arma bianca? Cioè a distanza più ravvicinata qual è l’elemento che che vi porta a dire che sono colpi di armi da fuoco?
Riccardo Cagliesi Cingolani: No non abbiamo elementi né prove contro né l’uno né l’altro.
Avv. Aldo Colao: Potrebbero essere stati inferti con l’arma bianca.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Un coltello?
Avv. Aldo Colao: Un coltello, un qualunque corpo contundente.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Anche con un calcio o un sasso.
Avv. Aldo Colao: Il professor Cagliesi ha parlato anche che sono stati infranti anche i faretti posteriori, naturalmente questa azione può essere stata fatta anche questa con qualsiasi corpo contundente con l’arma bianca no? È da escludere che sia stata fatta con l’arma da fuoco, la mia domanda è questa, i faretti posteriori possono essere stati infranti con un’arma da fuoco?
Riccardo Cagliesi Cingolani: Non lo so perché non mi ricordo più come erano mesi cioè qual erano gli aspetti visivi, un’ultima domanda, una sequenza di azione che comporta l’intervento di una persona dell’assassino/dell’omicida i quali si portano a infrangere i vetri dei fari anteriori e poi anche i faretti posteriori questo comporta la presenza di più persone nell’azione vista la complessità, glielo domando, lei può rispondere si o no.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Non è che comporti si può dire che è compatibile ma niente di più.
Avv. Aldo Colao: Ecco io questo volevo
Riccardo Cagliesi Cingolani: I faretti comunque ho riguardato erano gli anteriori eh non i posteriori comunque cioè
Avv. Aldo Colao: I fari anteriori.
Riccardo Cagliesi Cingolani: I fari anteriori e anche i fari di posizione.
Avv. Aldo Colao: I faretti ecco esatto sì anche i faretti
Riccardo Cagliesi Cingolani: Era tutto anteriore
Avv. Nino Filastò: è stato infranto tutto il treno di illuminazione anteriore.
Avv. Aldo Colao: I faretti anteriori con l’arma da fuoco?
Riccardo Cagliesi Cingolani: Signori ma noi siamo solo medici legali non siamo periti balistici o periti meccanici.
Presidente: Un attimo c’è l’avvocato Curandai.
Avv. Giampaolo Curandai: Avvocato Curandai parte civile, una sola domanda professore, dunque se ho ben capito il ragazzo è stato colpito da quattro proiettili, la ragazza invece è stata colpita da due colpi ecco, la domanda è questa professore, il numero dei colpi vale a dire quattro per il ragazzo e due per la ragazza rende oppure no più probabile l’ipotesi che il ragazzo in un primo momento sia stato attinto da due colpi non mortali e che poi si trovasse quindi alla guida della macchina, cioè il numero dei colpi la differenza del numero dei colpi tra ragazzo e la ragazza rende più probabile l’ipotesi per cui il ragazzo in un primo momento sia stato attinto da colpi non vitali e poi abbia guidato la macchina in retromarcia cioè il numero dei colpi rende più oppure no più probabile questa ipotesi?
Riccardo Cagliesi Cingolani: Se ho capito bene la domanda avvocato i colpi che hanno inizialmente raggiunto il ragazzo o il colpo dovevano essere per forza non mortali altrimenti non era in grado di manovrare la macchina, è chiaro che se i colpi per quanto non mortali fossero stati due le probabilità di movimenti finalizzati e immediati erano minori
Avv. Giampaolo Curandai: Quindi il numero di colpi rende più probabile l’ipotesi che il ragazzo fosse alla guida e che in un primo momento non sia stato attinto da colpi mortali.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Più che il numero la localizzazione dei colpi, ma avvocato è ciò che in qualche modo è implicitamente richiamato nelle ricostruzioni che abbiamo fatto, se con i primi colpi non hai ammazzato una persona cerchi di ammazzarla con i colpi successivi questa è in ipotesi ciò che insomma in qualche modo viene richiamato sia pure così non esplicitamente.
Avv. Giampaolo Curandai: Quindi la risposta alla mia domanda è sì.
Riccardo Cagliesi Cingolani: Direi di sì.
Presidente: Allora sospendiamo per 10 minuti per una piccola pausa.
Presidente: Allora possiamo riprendere pubblico mistero a lei la parola.
P.M.: Io vorrei passare seguendo il metodo già anticipato all’omicidio di Giogoli del 1983 in quell’occasione il professor Maurri ebbe come collaboratore la dottoressa Cucurnia e quindi chiedo che sia sentita insieme.
Presidente: Generalità signora.
Maria Grazia Cucurnia: Maria Cucurnia nata a Firenze 15 Aprile 48. Residente a Firenze Lungarno via Colombo 26.
Presidente: Dottoressa Cucurnia era anche per il delitto dell’81 a Calenzano, pubblico ministero eventualmente se avete domande da fare le potete fare.
P.M.: Su questo non ne ho, su questo non l’ho indicata sul punto.
Maria Grazia Cucurnia: Allora consapevole la responsabilità morale e giuridica che assumo con lo svolgimento dell’incarico mi impegno ad adempiere al mio ufficio senza altro scopo che è quello di far conoscere la verità e mantenere il segreto sulle operazioni peritali.
P.M.: Ecco io faccio preliminarmente la stessa domanda se ricordano di aver fatto l’autopsia alla sezione cadaverica dei due tedeschi, se hanno fatto un elaborato scritto e se confermano questo elaborato e nel caso in cui che sono stati sentiti il professor Maurri di certo nel procedimento a carico di Pacciani se confermano sia l’elaborato scritto se per quello che ricordavano all’epoca le dichiarazioni rese, questa è la prima domanda, ricorda professore di aver fatto l’elaborato e di essere stato sentito anche su questo fatto?
Mauro Maurri: Si.
P.M.: Dottoressa lei?
Maria Grazia Cucurnia: Sì io confermo, io su questo caso specifico non fui sentita nel processo Pacciani né fui sentita in quell’altro.
P.M.: Bene allora fatta questa premessa io avrei necessità di chiarire meglio con loro come siete arrivati alla ricostruzione e soprattutto dei colpi e dei fori sul furgone e soprattutto questa è la domanda che mi preme dal momento che nell’elaborato è descritto come e in che luogo provvedeste alla misurazione dell’altezza dei fori nei finestrini o comunque sulla carrozzeria del furgone dei tedeschi dal momento che noi troviamo questo dato nell’elaborato che voi avete depositato a suo tempo dove abbiamo anche l’indicazione che la dottoressa Cucurnia era anche andata sul posto, allora la mia domanda è questa, primo se ci spiegate come mai voi avete provveduto a questa misurazione, dove avete fatto questa misurazione e chi l’ha fatta, e se potete ricostruire sulla base dei fori che sono stati trovati sul furgone il numero dei colpi in relazione alle ferite delle vittime. Mi preme soprattutto chiarire come e dove fu misurata quell’altezza dei colpi mi sembra dei fori che a pagina 18 in cui voi date atto che il primo foro è a 137 cm, il secondo a 140 eccetera, la pagina 18 per quello che riguarda i fori, la pagina 15 per quello che riguarda il numero dei colpi, a me interessa soprattutto come, quando e chi ha provveduto a queste misurazioni dal momento che noi sappiamo in questo processo che le misurazioni, quelle attendibili e quelle di cui vi è documentazione scritta certa è il vostro elaborato.
Mauro Maurri: Dottor Canessa io mi ricordo che quando è successo questo fatto ero in vacanza e mi richiamarono e sono arrivato un giorno dopo quindi non ho personalmente fatto il sopralluogo e mi sembra di ricordare che la misurazione dei fori da terra al pulmino sia stata fatta nei locali di una caserma di una struttura dei carabinieri dove il pulmino nel frattempo era stato trasportato, questa è la cosa che mi ricordo. Direttamente lì nel luogo dove fu consumato il duplice delitto non ci sono stato ma non mi sembra che le misurazioni siano state fatte sono state fatte lì ma caserma quindi una situazione ambientale un pochino diversa da quella che presumibilmente doveva essere quella del luogo dove effettivamente i colpi furono esplosi.
Maria Grazia Cucurnia: Sono state fatte dal suolo, il terreno dove fu fatto il sopralluogo/lo spiazzo dove si trovava il pulmino era un terreno piano quindi le misurazioni anche se fatte successivamente in caserma non dovrebbero essere difformi da quelle che sarebbero state potute rilevare sul posto.
P.M.: Lei ricorda in caserma chi materialmente le ha fatte? Le avete fatte voi o eravate presenti quando qualcuno le ha fatte? Siccome avete dei dati in centimetri sulla vostra perizia medico legale che non risultano da altri documenti almeno per quello che mi riguarda volevo vedere se voi ricordavate dato che l’avete messo per scritto e che noi sappiamo che l’avevate fatta in una caserma se lei ricorda materialmente quando.
Maria Grazia Cucurnia: Diciamo il gesto materiale di chi l’ha fatto non ricordo ma sicuramente l’ho fatto o l’ha fatto il Professor Maurri, però eravamo insieme.
P.M.: Va benissimo, lei ricorda anche quindi di essere stata sul posto lei dottoressa?
Maria Grazia Cucurnia: Si.
P.M.: Le misurazioni furono fatte
Maria Grazia Cucurnia: Anche perché io diciamo fui chiamata ero in un posto ero a cena fuori poi arrivando praticamente diciamo ero sprovvista di mezzi.
P.M.: ma era solo per focalizzare questa misurazione come, dove era avvenuta e chi l’aveva fatta. Avete la possibilità attraverso l’elaborato ora di ricordare e di ricostruire come erano posti questi fori sul furgone tenendo presente il furgone per praticità, vedo che ugualmente fate nell’elaborato lo consideriamo destra e sinistra rispetto alla direzione di marcia.
Maria Grazia Cucurnia: Si i fori erano sulle pareti del furgone erano globalmente 5 di cui due interessavano a destra dunque il furgone mi sembra avesse tre finestrini insomma comunque erano gli ultimi.
P.M.: Una zona finestra, allora i due fori di destra interessavano i due finestrini posteriori del lato destro del furgone, i tre fori a sinistra interessavano uno ciascuno i due finestrini posteriori di sinistra, più il terzo colpo era sulla carrozzeria dietro il margine posteriore dell’ultimo finestrino di sinistra.
P.M.: Avete fra l’altro descritto un po’ nell’elaborato la possibilità di dire qualcosa, se possibilità o probabilità o ipotesi, circa la dinamica di questa aggressione o sono solo tentativi che avete fatto sulla base e dei fori e delle lesioni sulle vittime che ovviamente hanno il valore che hanno, avete la possibilità di dire qualcosa di concreto obiettivamente dimostrabile su come è andata l’aggressione o ovviamente è una ricostruzione che pecca ovviamente di certezza?
Maria Grazia Cucurnia: Diciamo che la ricostruzione di base essenzialmente sulla posizione dei corpi trovati al momento del sopralluogo, che ritengo sia piuttosto importante, della posizione naturalmente dei fori di ingresso, dei tramiti dei colpi sparati alle vittime, dei fori sul furgone e poi di un altro particolare che ci aiuta poi per la ricostruzione per quanto riguarda il numero dei colpi sparati di due bossoli all’interno del pulmino o erano dietro al sedile anteriore accanto alla guida.
P.M.: Uno era sul sedile, ci sono delle foto fra l’altro.
Maria Grazia Cucurnia: Quindi diciamo che la ricostruzione/l’ipotesi più verosimile nasce dall’insieme di questi dati il ragazzo
P.M.: La posizione delle vittime com’è?
Maria Grazia Cucurnia: Allora uno dei due ragazzi si trovava disteso diciamo nella parte medio posteriore del pulmino, c’era un materassino, uno dei due ragazzi era su questo materassino in posizione prona con prevalente appoggio sul lato sinistro stava sotto il cuscino lui poggiava la guancia sul lato sinistro quindi offrendo diciamo più il lato destro e in direzione obliqua con la testa in avanti e verso sinistra e i piedi invece il gemito obliquo indietro verso destra. Ora se andiamo a vedere i colpi che avevano attinto il ragazzo ne troviamo uno con foro di ingresso alla base dell’emitorace destro, va bene? Con decorso fortemente obliquo verso l’alto verso la sinistra del corpo e in avanti tant’è vero che il proiettile fu trovato a livello dello spazio intercostale di sinistra lungo mascellare anteriore ed è il colpo mortale, perché questo interessò cuore e polmoni diciamo quello che determina, il fegato, quello che determina la morte, poi abbiamo altri due colpi sempre tutti con proiettili ritenuti, quindi noi abbiamo tre colpi con tre proiettili che abbiamo ritrovato, l’altro colpo quello che colpì il ragazzo alla scatola cranica che però entrò diciamo nella regione pareto occipitale mediana leggermente spostato verso diciamo paramediana destra, va bene? E fu ritrovato poco dopo sotto il cuoio capelluto all’ingresso diciamo non oltrepasso la scatola cranica quindi un proiettile sicuramente non mortale che non determinano lesioni particolari, l’altro invece ingresso al gluteo sinistro ebbe un decorso anche questo in avanti e verso l’alto e fu ritrovato qui alla regione epigastrica, anche questo interessò soltanto strutture cutanee e muscolari quindi non fu mortale, allora qual è l’ipotesi maggiore? Che siccome questo ragazzo fu trovato in posizione di riposo dà la sensazione di non aver potuto compiere nessun gesto/nessun movimento proprio la posizione del ragazzo che dorme allora l’ipotesi più verosimile era quella che sia stato il primo colpo sparato sia stato quello mortale va bene? E questo colpo quello cioè che ha avuto l’ingresso alla base dell’emitorace destro sicuramente data l’inclinazione data la posizione è stato sparato dal lato destro. Gli altri due colpi invece data dalla loro posizione/inclinazione sono stati sparati dal lato sinistro. Quindi questa è una prima ipotesi per quanto riguarda il primo ragazzo, l’altro ragazzo invece fu trovato in fondo all’angolo sinistro del pulmino praticamente semisdraiato era già
P.M.: Lei parla in posizione semiseduta, comunque c’è la fotografia.
Maria Grazia Cucurnia: Lo troviamo con il capo un po’ reclinato quindi dava la sensazione che il ragazzo si fosse cioè fosse una posizione acquistata in un secondo tempo anche perché dei colpi ritrovati suo ragazzo noi ne abbiamo quattro ferite poi dirò anche per quanto riguarda, di qui due proiettili ritrovati, allora abbiamo due colpi che sicuramente non sono mortali e sono un colpo di striscia ad una coscia ed un colpo alla mano sinistra, qui abbiamo i due colpi mortali che sono vicinissimi fra loro regione zigomatica e labbro superiore sinistro anzi direi di questi duello mortale è quella della regione zigomatica perché è stata trovata in fossa cerebellare posteriore quindi a preso il lato encefalo, l’altro gli ha massacrato se così vogliamo dire la mandibola tant’è vero che erano stati trovati frammenti di denti anche sul torace del ragazzo non mortale ma comunque dà la sensazione che erano stati sparati insieme in rapidissima successione, sono vicini fra di loro. Allora l’ipotesi qual era? Che anche il secondo ragazzo stesse dormendo va bene e che quindi uno dei primi due colpi sparati da destra perché il primo è stato colpito, i colpi sparati da destra sono due però uno solo ha colpito il primo ragazzo, l’altro colpo avesse colpito questo mentre stava dormendo e che a quel punto il ragazzo messo in allarme si sia mosso dalla posizione supina e che si sia alzato che a quel punto l’assalitore abbia girato il furgone sia andato dal lato sinistro abbia sparato altri due colpi che hanno ucciso il ragazzo che era sdraiato, no che hanno ucciso scusi, che hanno colpito il ragazzo che era sdraiato e abbia colpito l’altro probabilmente alla mano perché dà la sensazione di un corpo da difesa.
P.M.: Quindi qualcuno che se dormiva si è svegliato e si è alzato.
Maria Grazia Cucurnia: Si è alzato ed ha alzato la mano per proteggersi.
P.M.: Si è seduto perché lì in piedi.
Maria Grazia Cucurnia: Si è rifugiato si è tirato su nell’angolo poi c’è un altro particolare cioè i due bossoli trovati dentro, cosa fanno pensare? Fanno pensare che l’omicida a quel punto abbia aperto lo sportello anteriore destro del furgone e abbia sparato i due colpi al volto dell’altro ragazzo, perché in tutto verrebbero fuori a questo punto se 5+2 7, perché l’ipotesi che è stata fatta cioè quella che il colpo di striscio quella alla mano fossero state prodotte da proiettili che poi hanno colpito da altre parti del corpo l’altro ragazzo non torna più allora col numero dei colpi sparati, non ci fossero stati due bossoli ma siccome c’erano i due bossoli all’interno e quindi necessariamente io devo contare così 5 colpi dall’esterno e 2 dall’interno.
P.M.: Una possibilità che invece compatibilità sul fatto che i ragazzi fossero ovviamente distratti per quello che riguarda la possibilità di aggressione ma non dormendo e fossero insomma è compatibile con quello che avete visto voi o è più verosimile l’aggressione e i movimenti dopo l’aggressione quindi si sono alzati/si son mossi/si sono spostati.
Maria Grazia Cucurnia: Cioè uno dei due doveva essere sicuramente in quella posizione visto come è stato ritrovato e come è stato colpito, che fosse già addormentato o che
P.M.: No io facevo proprio l’ipotesi inversa cioè che nel sonno oppure
Maria Grazia Cucurnia: No il ragazzo sdraiato era anche coperto se ben ricordo era coperto anche dal piumone e aveva anche una coperta sopra cioè dava proprio l’impressione quello era lì fermo che si era mantenuto fermo altrimenti se si fosse mosso o se fosse stato diciamo alzato e poi si fosse buttato giù la posizione non tornava diciamo questi indumenti.
P.M.: Nell’altro caso invece o era in una posizione supina e poi si è alzato oppure in una posizione come è stato trovato e comunque ci sono degli elementi che fanno pensare ad una reazione, movimenti tali dopo l’aggressione.
Maria Grazia Cucurnia: Diciamo la posizione in cui è stato ritrovato era anomala per una posizione all’interno del pulmino.
P.M.: Bene io non ho altre domande grazie.
Avv. Aldo Colao: Scusi i due bossoli all’interno del pulmino esattamente dove erano?
Maria Grazia Cucurnia: Me l’ha ricordato il dottor Canessa, uno era sul sedile anteriore di destra quindi accanto al posto di guida e l’altro dietro lo stesso sedile.
Avv. Aldo Colao: Questo che non ho capito, dietro dove?
Maria Grazia Cucurnia: Dietro al sedile davanti in basso in terra sul pavimento del pulmino.
Avv. Aldo Colao: Quindi tutti e due davanti.
Maria Grazia Cucurnia: Si tutti e due davanti.
Avv. Aldo Colao: Ecco non avevo capito, tutti e due davanti, uno sul tappettino diciamo così e uno sul sedile di destra grazie non ho altre domande.
Avv. Aldo Colao: Avvocato Colao, una domanda dott.ssa dunque i due colpi sul lato destro del furgone sul lato destro lei ha descritto essere stati ad altezza rispettivamente di 137
Maria Grazia Cucurnia: Guardi uno non si poteva dire perché il vetro intorno era come posso dire erano caduti frammenti di vetro quindi diciamo avevo praticamente il finestrino era quasi senza i contorni
Avv. Aldo Colao: Ma c’era uno più alto?
Maria Grazia Cucurnia: A sinistra i vetri c’erano infratti per modo di dire.
Avv. Aldo Colao: Intendo a destra.
Maria Grazia Cucurnia: A destra si è potuto dire solo l’altezza di uno dei due mi sembra di quello posteriore a 137 cm dal suolo perché quello davanti i vetri erano caduti e quindi non c’avevo il foro che mi faceva vedere l’altezza esatta del foro.
Avv. Aldo Colao: Ma era senz’altro sopra quel margine della lamiera.
Maria Grazia Cucurnia: Sì perché non ti interessava cioè che interessava sicuramente il vetro del finestrino sì però non le posso dire esattamente, chiaramente se si piglia il margine inferiore del finestrino e il margine superiore sarà stato compreso fra un’altezza fra il margine inferiore ed il margine superiore.
Avv. Aldo Colao: Il che vuol dire che è più alto dell’altro di 137 della lamiera.
Maria Grazia Cucurnia: Non è detto, l’altro non era mica sulla lamiera ma era nel vetro 137.
Avv. Aldo Colao: Erano anche nel vetro l’altro.
Maria Grazia Cucurnia: Si.
Avv. Aldo Colao: Senta scusi questi colpi avevano una traiettoria? Avete avuto modo di rilevare che traiettoria avessero?
Maria Grazia Cucurnia: Dunque allora diciamo il colpo che ha colpito il ragazzo sdraiato le ho detto è entrato da destra verso sinistra, dal basso verso l’alto e da all’indietro in avanti, quindi una traiettoria molto obliqua.
Avv. Aldo Colao: Era obliqua
Maria Grazia Cucurnia: Per questo si è ipotizzato che questo sia stato sparato dal finestrino posteriore destro che permetteva una maggiore obliquità.
Avv. Aldo Colao: Allora ipotizzando questo ed allora ipotizzando una linea di sparo con l’allineamento della linea di sparo dalla spalla di colui che spara il colpo può configurare un’altezza del soggetto che ha portato questo colpo tenuto conto dell’ubiquità della traiettoria? All’incirca
Maria Grazia Cucurnia: Il colpo non è stato sparato verso l’alto colpo deve essere
Avv. Aldo Colao: Una persona di statura bassa o altra che ha sempre
Maria Grazia Cucurnia: Sì dunque senta facciamo diciamo faccio il paragone con me stessa va bene io essendo 1.60 m praticamente il finestrino diciamo quindi essendo piccola il finestrino diciamo io dovevo per vederci bene all’interno dovevo stare in punta dei piedi, ora se si tiene presente che il colpo è stato sparato ovviamente dall’alto verso il basso e non dal basso verso l’alto presumo che fosse una persona un po’ più alta di me ecco però
Avv. Aldo Colao: Un po’ più alta una persona alta per sparare con quella traiettoria?
Maria Grazia Cucurnia: Ora mi fa una domanda un po’ direi sicuramente un 10/15 cm più di me ecco sicuramente,
Avv. Aldo Colao: La ringrazio non ho altre domande.
Avv. Stefano Bertini: Dottoressa una domanda, lei ha detto che il primo ragazzo colpito da nel torace sinistro se non sbaglio.
Maria Grazia Cucurnia: No destro
Avv. Stefano Bertini: Destro scusi e ha detto anche che lo stesso era ricoperto da un piumone/una coperta.
Maria Grazia Cucurnia: Si infatti ci sono tracce cioè allora bisogna che riguardi non mi ricordo bene però uno dei due fori non mi ricordo se quello se quello alla base emitorace destro o quello a sinistra attraversa anche la coperta, ora scusi non mi ricordo quale dei due cioè il punto in cui era scoperto dalla coperta non ha interessato la coperta, il punto in cui era coperto però ora non mi ricordo se era quello di destra o quello di sinistra c’è il foro anche sulla coperta.
Avv. Stefano Bertini: La ringrazio
Avv. Nino Filastò: Avvocato Filastò, se non sbaglio dott.ssa i colpi complessivi sparati sono 7.
Maria Grazia Cucurnia: Così sembra in base al calcolo che si è fatto perché 5 fori nel furgone più due bossoli all’interno.
Avv. Nino Filastò: Questa valutazione corrisponde al numero dei bossoli ritrovati?
Maria Grazia Cucurnia: Sul posto furono ritrovati due bossoli all’interno e due bossoli mi sembra al lato sinistro del furgone.
Avv. Nino Filastò: E nessun altro?
Maria Grazia Cucurnia: Li sul momento, poi dopo la scientifica fece ulteriore indagine, feci ulteriori richieste perché insomma quando arrivai io lì c’era una confusione tremenda.
Avv. Nino Filastò: Lei sa se dopo sono stati trovati altri bossoli?
Maria Grazia Cucurnia: Non lo so
Avv. Nino Filastò: Comunque il numero dei colpi
Maria Grazia Cucurnia: Quelli che ho visto io li sul posto
Avv. Nino Filastò: Corrispondenti voi avete commisurato il numero dei colpi con riferimento alle lesioni diciamo sul furgone e ai bossoli trovati all’interno, quindi 5 fori di ingresso nel furgone e più due bossoli all’interno in un punto dove non c’era bisogno di perforare il furgone perché evidentemente qualcuno aveva sparato dall’interno verso l’interno
Maria Grazia Cucurnia: Oppure ha aperto lo sportello
Avv. Nino Filastò: O ha aperto lo sportello e quindi totale 7. Quanti a segno? Lasciando da parte quelli che fossero mortali o non mortali rispetto ai due corpi dei ragazzi su 7 colpi sparati tutti e 7?
Maria Grazia Cucurnia: Io ho quello prono e quattro colpi l’altro.
Avv. Nino Filastò: Quattro colpi l’altro, di cui ha detto mortali per quello che riguarda quello prono uno e uno anche quell’altro, uno all’emitorace destro che ha leso il polmone e cosa? Polmone, cuore ecc., l’altro invece alla testa mi pare? Quindi per quello che voi avete valutato il bersaglio umano è stato attinto salvo questa lesione da difesa alla mano ma a parte gli esiti però è stato sempre attino in parti vitali oppure quante volte in parti vitali e quante no?
Maria Grazia Cucurnia: Diciamo che quelli che potevano essere i motivi a parte quello il primo ragazzo.
Avv. Nino Filastò: Va bene sì ma in questo momento mi interessa solo la direzione dello sparo capisce che poi magari hanno fatto un movimento però voglio dire insomma tra testa si sa che le parti questa
Maria Grazia Cucurnia: Si diciamo torace e testa. Quello alla mano sicuramente non è parte vitale, quello alla coscia sicuramente non è parte vitale, quindi i due al volto alla regione zigomatica parte poi uno non è piantato in scatola cranica però era la regione occipitale. L’altro alla testa non è vitale perché si è fermato sennò penetrava nella scatola cranica ed anche quello era vitale.
Avv. Nino Filastò: Quindi in sostanza su 7 su 5 vitali.
Maria Grazia Cucurnia: Sì perché io ci metterei anche quello a sinistra del gluteo perché poteva benissimo penetrare.
Avv. Nino Filastò: Benissimo ora io a parte questo volevo sapere se questo vetro frantumato era opaco o era trasparente
Maria Grazia Cucurnia: Aspetti si un particolare ecco che erano almeno qualcuno di questi pezzi era opaco a metà, ecco perché ebbi una maggior difficoltà a guardare dentro
Avv. Nino Filastò: Anche puntare i piedi.
Maria Grazia Cucurnia: Infatti doveva addirittura il particolare non lo ricordavo.
Avv. Nino Filastò: E quindi se lei ricorda questo evidentemente quello frantumato era trasparente non era opaco oppure non rammenta?
Maria Grazia Cucurnia: Quello frantumato non l’ho visto no.
Avv. Nino Filastò: Frantumano pubblico ministero ma insomma qualcuno poteva anche prendere i frammenti e accorgerci se era opaco o trasparente voglio dire non è che forse tanto difficile.
Maria Grazia Cucurnia: Ma ne mancava molto.
Avv. Nino Filastò: Però la domanda è questa, questi colpi che attingono il furgone sono tutti più o meno alla stessa altezza oppure sono ad altezze variabili? E le variazioni entro quali quantità? A parte quelli di cui non si può dire nulla.
Maria Grazia Cucurnia: 137/140 sono molto vicini.
Avv. Nino Filastò: Tutti intorno ai 3 cm di differenza, la domanda è questa, questa omogeneità di altezza di sparo riguarda anche il colpo chiamiamolo numero 5 quello cioè a dire sparato attraverso la lamiera, quello che attinge la parte finale del furgone sul lato sinistro.
Maria Grazia Cucurnia: Guardiamo l’altezza che abbiamo segnato, ecco allora quello sulla carrozzeria 137.
Avv. Nino Filastò: 137 quindi più o meno uguale, senta e questo colpo sulla carrozzeria secondo le vostre valutazioni ha attinto il bersaglio umano?
Maria Grazia Cucurnia: Si facendo diciamo sia il conto dei colpi sia le direzioni ha attinto anche quello, probabilmente era un dei colpi che ha perso più forza viva nell’ingresso attraverso la lamiera e forse può darsi che sia magari uno dei colpi che sono penetrati meno all’interno del corpo.
Avv. Nino Filastò: Ecco ma non siete ovviamente in grado di indicare in quale parte del corpo questo colpo abbia attinto uno di questi ragazzi, ma sicuramente però siete in grado di indicare chi dei due ragazzi ha attinto oppure no?
Maria Grazia Cucurnia: No nemmeno perché questo colpo potrebbe aver colpito sia il primo che il secondo.
Avv. Nino Filastò: Comunque è un colpo sparato attraverso la carrozzeria, ecco ma a parte che lo sparo avviene attraverso la carrozzeria nel punto corrispondente alla carrozzeria se lo ricorda dottoressa ma purtroppo è importante questa cosa farci un po’ mente locale perché noi non abbiamo più il furgone sappiamo che non possiamo più vederlo quindi è importante ricostruire questo fenomeno, nel punto in cui il colpo attraversa la carrozzeria c’era la possibilità di vedere attraverso un finestrino in corrispondenza? Voglio dire io mi trovo in questa posizione, ho qui un finestrino proprio di fronte
Maria Grazia Cucurnia: Cioè lei dice l’assalitore poteva? Sì perché subito dietro il margine posteriore del finestrino posteriore di sinistra.
Avv. Nino Filastò: In corrispondenza di dov’è il colpo?
Maria Grazia Cucurnia: è vicino il colpo era vicino al margine del finestrino.
Avv. Nino Filastò: Era vicino
Maria Grazia Cucurnia: Si ma ora non è che ci sia moltissimo spazio tra il margine posteriore del furgone ed il margine del finestrino posteriore di sinistra quindi era uno spazio abbastanza limitato.
Avv. Nino Filastò: Ho capito però vede voglio dire questo non mi sono spiegato bene, è una situazione per cui ecco calcolando che io sia lo sparatore questo di fronte alla mia faccia è vetro e qui c’è il punto dello sparo?
Maria Grazia Cucurnia: Non lo escluderei potrebbe essere.
Mauro Maurri: Cioè avvocato mi sembra che si possa dire che il colpo pure
Avv. Nino Filastò: Voglio dire finestrino un po’ decentrato questo voglio, il finestrino si trova qui ed il colpo si trova qui.
Maria Grazia Cucurnia: Il colpo era leggermente posteriore però la distanza non era tanta per cui non esclude che la persona cioè potrebbe essere
Avv. Nino Filastò: Volevo sapere questo, questa persona si doveva trovare abbastanza vicina alla paratia? Certamente non poteva trovarsi a distanza
Maria Grazia Cucurnia: I colpi fu calcolato che fossero tutti stati sparati rispetto al corpo a distanza abbastanza ravvicinata non superiore agli 80 cm.
Avv. Nino Filastò: 80 cm, lei ha detto che uno dei due ragazzi era dormiva tanto è vero che era coperto da una trapunta e che un colpo aveva trapassato anche questa coperta.
Maria Grazia Cucurnia: Ora bisognerebbe ricordarsi un attimo se era quello di destra o di sinistra.
Avv. Nino Filastò: Volevo chiedere questo anche l’altro era coperto?
Maria Grazia Cucurnia: No l’altro ragazzo no, l’altro ragazzo aveva solo un paio di slip e si trovava in fondo all’angolo sinistro del furgone in posizione semi seduta cioè come se da rannicchiato ad un certo punto
Avv. Nino Filastò: Come per sfuggire ai colpi
Maria Grazia Cucurnia: Si questa era la sensazione.
Avv. Nino Filastò: Che voi abbiate constatato o saputo c’era una luce all’interno del furgone?
Maria Grazia Cucurnia: Non me lo ricordo.
Avv. Nino Filastò: La radio?
Maria Grazia Cucurnia: Nemmeno, la luce c’era perché si vedevano bene non mi ricordo però se erano luci accese lì dai carabinieri e c’erano in quel momento o se era la luce del furgone.
Avv. Nino Filastò: Non ho altre domande.
Presidente: Sente professor Maurri io volevo avere una precisazione, lei ha la perizia a suo tempo redatta in mano lì a pagina 60 parla del Meyer e dell’Hoverus, in base alle considerazioni sopra effettuate il dilemma al momento in cui fu raggiunto da tre colpi lo trovassi in posizione prona con maggiore appoggio sul fianco sinistro e col volto anch’esso poggiando con la guancia sinistra sul cuscino, ecco poi in sede dibattimentale del processo Pacciani a domanda della difesa lei invece ha risposto “avvocato l’abbiamo detto finora quello che è stato colpito al fianco destro deve essere stato colpito quando era praticamente seduto o inginocchiato, quando offriva cioè il tronco in posizione longitudinale” ecco qual è? Ci vuole spiegare un po’ quale ipotesi è più esatta oppure se coincidono oppure ci chiarisce un po’ il senso di queste due tra la perizia e questa risposta mi sembra che sia un po’ diversa.
Mauro Maurri: Presidente mi scuso evidentemente sono proprio due cose contraddittorie ma i particolare non me li ricordo, io al sopralluogo non c’ero e quindi darei più valore a quello che è scritto nella relazione a pagina 60 che non alla mia risposta orale in occasione precedente al processo ecco. Anche perché mi sembra che la dottoressa Cucurnia ora ha fatto un racconto/una ricostruzione esauriente e dettagliata che coincide con quello che c’è scritto a 60.
Presidente: Quindi non conferma quello che ha detto al dipartimento?
Mauro Maurri: Direi di no, anche se non mi ricordo che cosa ha detto ma me l’ha detto Lei quindi ci credo.
Presidente: Gli faccio la domanda precisa come disse l’avvocato Bevacqua a suo tempo “quindi se attraversato ha colpito i corpi poteva trovarsi in quello stato là, adagiato così” lei dice “l’abbiamo detto” dice l’avvocato “vorrei che lo ripeta professore” lei dice “vista la direzione del colpo quello mortale in particolare, quello che è quasi perpendicolare all’asse maggiore deve essere stato sparato allorché anche la figura/la persona era seduta” poi dopo chiarisce quello che ho letto pocanzi “è seduta o anche ginocchiata”.
Mauro Maurri: Sì presidente credo che questa risposta sia errata anche per un’altra considerazione che è emersa ora di cui mi ero dimenticato e cioè che il proiettile ha interessato anche la coperta, ora se una persona è seduta o inginocchiata la coperta
P.M.: Ma la coperta è sotto l’addome professore vuole vedere le foto?
Mauro Maurri: No ci credo.
P.M.: La coperta è abbassata, dimostra la coperta esattamente in sintonia con quello che lei aveva detto al dibattimento se vogliamo vedere comunque cioè il problema è questo se noi siamo sicuri noi rimaniamo sul sicuro ovviamente.
Maria Grazia Cucurnia: Cioè fatto che il ragazzo sia stato trovato con questa mano sinistra sotto il cuscino appoggiato così rende poco verosimile l’idea che ci sia caduto e ci sia andato sotto.
P.M.: Che si sia mosso, però dottoressa se i colpi non erano immediatamente tutti immortali
Maria Grazia Cucurnia: Questo qui diciamo, questo a fianco destro. Al sopralluogo che abbia messo la mano giù e sia stato ritrovato così composto ecco rende l’ipotesi poco possibile.
P.M.: Erano argomentazioni diverse nella sede dell’altro dibattimento anche al PM sarebbe piaciuto capire come siamo arrivati a quelle valutazioni anche un po’ nette professore cioè addirittura lei ci disse in ginocchio o seduto quindi contrasta un po’
Presidente: Contrasta con l’altra perizia.
Mauro Maurri: Mi ripeto mi scuso nuovo ma di fronte a quello che ho detto ora e di fronte a quello che è stato scritto nelle immediatezza delle ricerche delle indagini e dei calcoli fatti sarei più tenuto a anche per lui maggiore attendibilità a queste non a quello che ho detto io allora.
Presidente: Va bene.
Avv. Nino Filastò: Un’altra domanda presidente, considerato che uno dei due giovani si mosse e non venne colpito immediatamente in maniera mortale, è vero questo perlomeno secondo la vostra ricostruzione? Volevo sapere la continuità temporale di tutta la serie degli spari, vale a dire se gli spari vennero esplosi in successione abbastanza rapida l’uno rispetto all’altro oppure se è ipotizzabile o probabile o possibile come ritenete una cesura temporale nella fase degli spari.
Maria Grazia Cucurnia: A livello di ipotesi più verosimile è che il primo colpo sparato sia stato quello che ha attinto il ragazzo sdraiato sul fianco destro.
Avv. Nino Filastò: Dottoressa forse lei non ha sentito bene la mia domanda che ho visto stava leggendo su questo siamo tutti d’accordo però certamente uno dei due ragazzi si mosse dopo essere stato
Maria Grazia Cucurnia: In rapida successione.
Avv. Nino Filastò: Ecco volevo sapere c’è una continuità temporale/una rapidità di esecuzione oppure è ipotizzata una cesura all’interno della serie di spari?
Mauro Maurri: Direi che in pratica dovrebbero essere stati sparati tutti in immediata successione uno dall’altro anche se da posizioni lievemente diverse, i tempi necessari per lo spostamento da una posizione all’altra.
Avv. Nino Filastò: Grazie professore.
Presidente: Professore ma questi spari sono stati sparati tutti da destra o da destra e da sinistra chiariamo questo. Da tutti e due?
Maria Grazia Cucurnia: Abbiamo quattro colpi da destra di cui due dall’esterno del furgone e due all’interno e tre colpi da sinistra.
Presidente: Secondo voi i primi son partiti a destra o da sinistra?
Maria Grazia Cucurnia: Non tutti i primi colpi da destra. Allora altre domande? Allora passiamo all’altro episodio va bene?
Avv. Aldo Colao: L’ultima domanda, dottoressa sono l’avvocato Colao, senta lei si è soffermata più sul ragazzo il quale è stato attinto quello semi pro diciamo con la mano avanti della è stato attento da quel colpo obliquo dal finestrino posteriore destro del furgone, bene, ma per quanto riguarda l’altro ragazzo ecco ci vuol descrivere lei che è arrivata lì in che posizione era questo ragazzo? Era seduto? Era in ginocchio?
Maria Grazia Cucurnia: Senta sull’altro ragazzo si possono fare solo delle ipotesi, ho detto un’ipotesi è che fosse sdraiato anche lui è che il primo colpo lo abbia attinto alla coscia e tornerebbe bene un colpo di striscio alla coscia in un soggetto sdraiato, certo se no come facevano a trovarlo nella posizione in cui l’hanno trovato che è una posizione innaturale all’interno di un furgone capito? E che successivamente sia stato colpito dall’altro colpo alla mano che da la sensazione di un colpo di una reazione difensiva è stato preso nel primo spazio interdigitale qui della mano sinistra ed il proiettile poi è uscito da qui quindi cioè quasi avesse alzato istintivamente la mano per proteggersi.
Avv. Aldo Colao: Questo quando viene in posizione di difesa quindi?
Maria Grazia Cucurnia: Verosimilmente sta più con una posizione così che non con la posizione sdraiata?
Avv. Aldo Colao: In piedi o semi retta?
Maria Grazia Cucurnia: In piedi no perché non ci poteva stare, semiretta poco anche quella perché non ci poteva stare diciamo accovacciato oppure semi seduto in fondo al furgone, comunque il colpo mortale probabilmente è stato uno dei due ultimi spari cioè i due colpi al volto sono stati sparati quasi contemporaneamente in rapidissima successione sono stati quelli sparati dalla parte anteriore destra del furgone all’interno del furgone perché la direzione fa pensare questo qui.
Avv. Aldo Colao: Bene grazie.
Presidente: Volevo un’altra precisazione ormai che ci siamo su questo punto qui, lei ha detto che quello che ha detto al dibattimento rispetto alla versione dibattimentale la versione riferita nella relazione scritta è più verosimile di quella detto nella relazione scritta ecco ma esclude che possa il giovane fosse in ginocchio o seduto?
P.M.: Forse in dibattimento vide le foto, non lo so perché io ricordo.
Mauro Maurri: Presidente credo che si possa escludere ben poco
Presidente: Cioè la da come possibile anche la posizione seduta o in ginocchio o no via mettiamola così, certo sono ipotesi, mi sembra strano che lei possa aver detto una cosa di quel tipo così contrastante in dibattimento contestazione ad una serie di domande e ora
P.M.: Io ricordo anche come ci si arrivo e ricordo che guardava la fotografie.
Presidente: Lei parlò dell’altezza del foro, la direzione del foro, mi ricordo queste cose qui.
Mauro Maurri: Guardando le fotografie, non si può escludere neanche quell’ipotesi lì, la mano sotto il cuscino, presidente purtroppo non so cosa dirle perché anche queste sono poco eloquenti, il colpo sparato da destra a sinistra dal basso verso l’alto potrebbe far pensare anche ad una momentanea posizione semi seduto, presidente purtroppo non le so chiarire questa mia contraddizione.
Presidente: Altre domande? Allora passiamo ad un altro episodio.
P.M.: L’episodio successivo, quello che per il PM che cronologicamente viene dopo è l’omicidio di Vicchio in cui il professor Maurri era affiancato dal professor Marello e quindi chiedo di nuovo
P.M.: Si ovviamente la prima domanda è quella se ricordano l’elaborato che hanno steso a loro tempo anche per questo omicidio, l’autopsia, le considerazioni medico legali piuttosto ampie che sono in quell’elaborato e se per chi di loro due a deposto nel processo a carico del Pacciani se confermano quelle considerazioni/valutazioni fatte in quelle sedi, sia nell’elaborato scritto che nella deposizione testimoniale nei limiti di ciò che ricordano e di ciò che fu detto all’epoca e scritto.
Giovanni Marello: Si ci ricordiamo quanto all’epoca elaborato e per quanto riguarda il discorso del Pacciani certo.
P.M.: Dunque io avrei anche per questo caso 2/3 domande ed approfondimenti, sono essenzialmente questi, vorrei partire da quella lunga parte della perizia medico legale che è stata depositata negli atti all’epoca, siamo negli anni 84, nella quale c’è addirittura un capitolo “considerazioni successive” in cui voi parlate per quanto riguarda la ragazza un capitolo così intitolato “eventuali sopravvenienze e possibilità di movimento coordinati e finalistici della ragazza” e lo stesso argomento, questo si trova a pagina 45, lo stesso argomento viene conclusioni. Io volevo vedere se era possibile ricostruire nei dettagli la cronologia dei colpi da fuoco, il numero e la cronologia, dei colpi di arma bianca e di colpi da fuoco che hanno attinto la ragazza, probabilmente prima quelli da arma da fuoco e se quali mortali di questi colpi e se nella dinamica dell’aggressione vi possono essere stati momenti in cui la ragazza, come voi avete scritto, non è morta all’istante. Siccome voi su questo vi siete dilungati molto volevo sapere se era possibile ora ricostruire queste considerazioni che avete fatto all’epoca cioè se è possibile sulla base dei reperti del sanguinamento delle ferite e delle tracce di quel che avete visto sul corpo ricostruire la dinamica dei colpi e soprattutto stabilire se ci fu un periodo più o meno lungo di sopravvivenza rispetto a quali tipi di colpi e in base a quali considerazioni.
Giovanni Marello: Rispondo io, dunque per quanto riguarda la ricostruzione di questo evento delittuoso dobbiamo considerare che come è successo negli altri fasi che lo precedettero la prima vittima della violenza omicida fu il ragazzo e successivamente la donna. Anche in questo caso perciò abbiamo i primi colpi esplosi nei confronti del giovane, questo è dimostrativo che uno dei proiettili raggiunse il giovane fu quello che verosimilmente infranse anche il vetro dell’autovettura e conseguentemente si ridusse la forza del proiettile stesso e poi successivamente l’aggressore si interessò della donna. Anche in questo caso abbiamo una serie di lesioni molteplici caratterizzate sia da dei colpi da arma da fuoco nei confronti della donna e delle ferite da punta e taglio, per quanto riguarda i colpi esplosi nei confronti della donna possiamo praticamente evidenziare un paio di colpi uno che attraversa il braccio, quello mortale poi, che entrando dalla guancia destra della ragazza percorre la parte bassa della scatola cranica per andare poi ad nicchiarsi nella sede occipitale. Questo colpo che poi risulterà essere il colpo mortale non è stato immediatamente mortale, ha portato indubbiamente ad una situazione comatosa susseguente all’evento lesivo ma ciò ha consentito una certa sopravvivenza della ragazza che è stata a questo punto attinta da altri colpi a livello del collo, esattamente due ferite da punta e taglio che hanno tutte le caratteristiche delle ferite vitali e conseguentemente sicuramente inferte in vita.
P.M.: Cioè scusi che i colpi di arma da fuoco non avevano ancora provocato la morte.
Giovanni Marello: La morte definitiva non era ancora sopraggiunta in maniera, a questo punto la ragazza che si trovava ancora all’interno dell’autovettura nel momento in cui furono inferte le coltellate a livello del collo e questo lo deduciamo da altri reperti accessori, in particolare dal sangue che ritroviamo sull’arto inferiore la ragazza, sangue che è determinato a livello della coscia faccia superiore dalla gocciolatura del sangue dalle ferite del collo.
P.M.: Chiedo scusa professore, mi scusi se la interrompo, però voi nel vostro elaborato addirittura parlate alla pagina 112 di spruzzi di sangue, cioè usate il termine spruzzi per me profano spruzzo è qualcosa in vita. Voi usate la parola spruzzi con questa accezione profana come la mia?
Giovanni Marello: Esatto con questa accezione proprio perché le ferite da taglio al collo sono inferte ancora durante la vita.
P.M.: Quindi il sangue
Giovanni Marello: Il sangue continua a pulsare, il cuore continua a battere e conseguentemente pulsando riesce a spingere con violenza il sangue al di fuori delle ferite, il fatto che le ferite al collo siano vitali sono determinate da tutta una serie di elementi medico legali che vanno dall’infiltrazione ematica della ferita anche ai controlli istopatologici che sono poi stati effettuati sulle stesse da parte del collegio peritale. Successivamente a questo ferimento la Rontini venne estratta dall’autovettura e venne trascinata all’esterno per circa 7 m, durante il trascinamento le lesioni che si produssero a seguito del terreno sconnesso dei rovi che erano presenti furono praticamente lesioni da graffio lungo tutta la faccia posteriore del corpo della donna, in particolare lungo il terzo superiore della coscia faccia glutea dorso, non a livello del cuoio capelluto sia perché in parte protetto dai capelli in parte protetto anche dai vestiti che erano nel frattempo risaliti a seguito dello strisciamento, tanto è vero che si sono ritrovate delle foglie e del terreno che si è andato a infiltrare praticamente fra il corpo e i vestiti stessi. Queste ferite/questi graffi noi ritroviamo sulla parte posteriore del corpo della Rontini sono indicativi di un trascinamento ormai in fase in limine vita o arrivato o addirittura mortale, quando poi la donna viene sottoposta alle ulteriori mutilazioni abbiamo delle ferite sicuramente post mortali.
P.M.: Ecco scusi questa sicurezza da quali elementi obiettivi si può trarre cioè a differenza delle lesioni al collo le scissioni sono sicuramente mortali, quali elementi obiettivi di queste diverse ferite possiamo evidenziare oggi per trarre queste conclusioni?
Giovanni Marello: Allora per quanto riguarda le ferite inferte durante la vita noi abbiamo delle infiltrazioni ematiche in quanto il sangue continua ancora ad avere la sua forza propulsiva e conseguentemente può infiltrare i tessuti/le fasce muscolari mentre invece una volta che la vista a tergo del cuore cessa non pulsando più il cuore il sangue non viene più spinto perciò cola semplicemente e colando non riesce a infiltrare cioè a introdursi con una certa forza fra le varie strutture anatomiche.
P.M.: Questo è evidente nelle due diverse ferite?
Giovanni Marello: Questo è evidente nelle due accezioni, meno evidente invece può essere a livello della faccia posteriore del corpo della ragazza durante il trascinamento perché alcune ferite hanno sicuramente valenza post mortale, altre invece sono socialmente infiltrate. Se però noi andiamo a vedere a livello delle gambe cioè a livello delle caviglie dove la ragazza fu afferrata vi erano due zone ecchimotiche che all’incisione evidenziavano uno stravaso emorragico, cioè significa che lì la ragazza fu violentemente afferrata e trascinata, nel momento in cui fu afferrata la ragazza era ancora viva dal punto di vista cardiaco ovviamente, dal punto di vista della funzione della circolazione ematica.
P.M.: Ma se non ho capito male allora le fasi potrebbero dovrebbero essere queste, colpi di arma da fuoco ancora in vita, colpi al collo ancora in vita, trascinamento qualche dubbio, escissione sicuramente morta, sono queste quattro fasi.
Giovanni Marello: Esatto
P.M.: Ecco lei ci può dire o loro ci possono dire qualcosa circa le possibilità di reazione della ragazza, se reazione ci può essere stata, in queste fasi cioè può la ragazza in qualche modo aver compiuto qualche movimento qualche gesto, qualche lamento dopo essere stata colpita dai colpi di arma da fuoco nel momento in cui si vede o se è in possibilità di vederlo non lo so o si sente inconsciamente nello stato di coma, semi coma o quel che è attinta dai colpi al collo, cioè può esserci stata una qualche reazione minima da un soggetto ancora non definitivamente morto?
Mauro Maurri: Diremmo di sì perché nonostante la indubbia gravità del proiettile che raggiunse la ragazza al cranio provocando queste grosse lesioni encefaliche a quel punto lì anche se la ragazza è entrata in uno stato di coma rapidamente e irreversibile sicuramente c’era la possibilità di emettere qualche suono, un gemito, un gorgoglio, questo anche in occasione al momento della ferita da arma bianca alla gola. Quindi un gemito di sicuro, un urlo, un grido diremo di no, ma un piccolo gemito sì anche perché la regione del encefalo che fu accolta…
P.M.: Quindi un lamento..
Giovanni Marello: Una ecco a questo proposito vorrei aggiungere che nel comma strutturale quando parliamo del coma che ha origine nella parte anteriore del cervello cioè a livello encefalico a livello proto mesencefalico sono possibili delle azioni motorie da parte del soggetto, azioni motorie che vanno da movimenti di evitamento finalistico fino invece a sinergismo di estensione, per cui il corpo ha dei movimenti. Per quanto riguarda poi il problema della lamento abbiamo constatato nel corso dell’autopsia che la parte della glottide e delle corde vocali erano perfettamente integre, erano risparmiate, così come integre erano praticamente le vie che dalla zona preromantica frontale e ascendente attraverso il peduncolo cerebrale centro semiovale ed i nuclei dei nervi cranici innervano il trigemino facciale e glossofaringeo cioè quegli elementi nervosi che permettono in qualche modo la fuoriuscita attraverso il mantice polmonare di aria che produce poi il suono.
P.M.: Questi erano integri?
Giovanni Marello: Questi erano integri per cui in pratica un’emissione di aria a glottide chiusa permette l’emissione di un suono o per meglio dire di un rumore, non di una parola coordinata ma di gemiti, quindi anche di una voce di un suono ad alto volume no il perché il volume dal punto di vista della del mantice dipende dalla quantità di aria che si espira mentre invece il tono è determinato dalla velocità di uscita, per cui in pratica abbiamo la possibilità di lamenti, questi che possono definirsi lamenti.
P.M.: Ancora una cosa professore, voi avete descritto abbondantemente che il ragazzo fu colpito da un certo numero di colpi di arma da fuoco e così la ragazza e le abbiamo descritti, non solo quelli di arma da fuoco ma ci avete detto ora dei colpi di arma bianca prima delle scissioni alla ragazza, avete memoria o avete la possibilità di spiegarci anche sulla base dell’elaborato che avete della presenza di colpi di arma bianca sul corpo del ragazzo e in caso positivo come mi sembra avete scritto 10 coltellate se sapete localizzarcele e farci presente in quale parte del corpo erano inferte e se su questi colpi di arma bianca sul corpo del ragazzo possiamo dire qualcosa come cronologia rispetto a quelle di arma da fuoco o se è più difficile. Mi sembra sono 10 e vorrei conferma nel caso se me li potete anche localizzare meglio, in quale parti del corpo e poi cosa si può dire circa la cronologia di questi rispetto ai tre, mi sembra siano tre, colpi di arma da fuoco al ragazzo.
Mauro Maurri: Ma direi questo Dott. Canessa che se non altro anche per quel particolare del vetro della portiera di sinistra infranto, nel vetro opposto a quello di guida infranto un frammento di questo vetro è penetrato con il proiettile nel corpo del ragazzo è chiaro che le ferite d’arma da fuoco hanno preceduto le ferite d’arma bianca tanto nell’uno quanto nella anche nella ragazza.
P.M.: Ecco ma c’è un numero abbastanza elevato 10 coltellate al ragazzo volevo vedere di capire come mai se le 10 ferite al ragazzo sono finalistiche ad ucciderlo perché non è ancora morto o se possono avere un significato diverso o se è bene non ipotizzare nulla e limitarsi al dato obiettivo della presenza e di colpi di arma da fuoco e 10 colpi di arma bianca, il numero è finalizzato perché è ancora vivo o ha un significato diverso se è possibile dirlo ovviamente se non è possibile basta il dato oggettivo. Partirei se è possibile dalla localizzazione di questi 10 colpi.
Mauro Maurri: Sì, dunque numerose lesioni, la prima di queste a livello ascellare anteriore però non penetra lieve obliquità in basso con infiltrazione ematica, un’altra con modesta infiltrazione a l’ipocondriaco sinistro cioè grossomodo alla regione della milza diretta anche questa verso l’alto, poi a livello del fianco sinistro altra lesione sempre con interessamento degli spazi intercostali dal dietro in avanti perfora i muscoli, direi questo che rileggendo l’elenco delle ferite che vanno fino alla lettera G, oltre? Per quello riguarda il tronco ecco fino alla lettera L sono piuttosto numerose alcune di queste stanno almeno alla descrizione macroscopica hanno caratteri di vitalità cioè c’è ancora quel residuo di circolazione sanguigna che ci fa pensare che il soggetto nonostante fosse gravemente ferito non fosse ancora morto, se questo le può bastare ecco, direi che danno l’impressione di un finalità cioè quella di compiere l’azione definitiva che i colpi d’arma da fuoco avevano invece solo compiuto fino ad un certo punto.
P.M.: Quindi anche qui una ipotetica possibile breve sopravvivenza si è cercato di finirlo col coltello o comunque aspettare che avvenisse la morte probabilmente causata dai colpi di arma da fuoco incidendo il corpo.
Giovanni Marello: C’è stata ovviamente un un’azione combinata e che il ragazzo fosse ancora in vita è evidente dal fatto che praticamente ha compiuto dei movimenti finalistici quando si è retinato lateralmente per vomitare all’interno dell’autovettura e quando praticamente ha offerto la schiena poi all’aggressore e questo è un altro elemento che ci permette di vedere come la vita non avesse ancora abbandonato il soggetto.
P.M.: Per quanto riguarda i colpi di arma da fuoco che io mi sono appuntato tre sono localizzati come e quali sono mortali?
Giovanni Marello: Scusate ma bisogna prenderla sull’autopsia, sarebbero all’orecchio sinistro uno, poi a livello dell’ipocondrio un altro e a livello della regione clavicolare.
P.M.: Quindi sono tutti abbastanza alti, almeno i primi 2 mortali?
Giovanni Marello: Bisogna vedere i tramiti all’interno della sezione cadaverica. Chiediamo scusa ma…
P.M.: Per la sezione cadaverica mi sembra che siamo da pagina 5 in poi. Era solo per evidenziare.
Giovanni Marello: Come avevamo detto nell’elaborato e come è successo praticamente in tutti questi casi il primo ad essere stato colpito è l’uomo e come si diceva uno dei colpi non ha penetrato in profondità è quello che è passato attraverso il vetro, di questo possiamo essere sicuri.
P.M.: Comunque il concetto almeno così mi è sembrato che si possa capire è che i numerosi colpi di arma bianca successivi sono perché, anzi il perché non lo sappiamo, sicuramente successivi a quelli da arma da fuoco, per completare l’opera si può dedurre questo? Grazie non ho altre domande.
Avv. Patrizio Pellegrini: Avvocato Pellegrini parte civile, vorrei un giudizio di probabilità su questa circostanza, se dalla tipologia delle ferite da arma bianca si può ipotizzare che siano state inferte tutte con la stessa arma o se è più probabile che siano state armi diverse, in relazione anche alle escissioni subite dalla ragazza, è possibile stabilire un giudizio di probabilità in un senso o nell’altro verosimile?
Giovanni Marello: Dunque riguardo alle lesioni da arma bianca dobbiamo considerare che queste non hanno dei caratteri distintivi/peculiari del tipo di arma, la cosa che possiamo affermare con certezza è che quando l’arma è stata utilizzata nel senso di punta e taglio si può notare una regione più larga che è dominata dalla costa dell’arma, perché l’arma è a sezione triangolare con una parte affilata e l’altra parte della costa essendo più larga da un senso ben preciso che si vede a livello della ferita. Quando poi invece si usa l’arma come tagliente, per il caso dell’escissione è chiaro che qualsiasi tipo di tagliente ha le stesse identiche caratteristiche. Quindi verosimilmente si può parlare di utilizzazione di un arma unica perché non vi è motivo di dover fare il cambio del coltello a metà dell’opera però non abbiamo delle indicazioni precise relativamente a questo tipo di possibilità in quanto il tagliente produce sempre una lesione da taglio invece la ferita da punta e taglio assume una serie di caratteristiche relative al tipo di arma ed in questo caso possiamo dire arma dotata di una costa e non perciò una doppio tagliente ma una mono tagliente e nient’altro.
Avv. Patrizio Pellegrini: Bene grazie, per quanto riguarda la fase del trascinamento della ragazza lei ha già detto che alle caviglie si notavano delle ecchimosi, dalla estensione e dalla profondità delle ecchimosi stesse si può ricavare se sono frutto della presa di due mani, una per piede, oppure di quattro mani ad esempio nel senso che almeno io immagino che una persona sola che trascina un corpo morto o quasi morto deve fare un notevole sforzo e quindi una presa molto forte sugli arti impugnati, se le persone sono due usando ciascuna due mani forse lasciano dei segni più leggeri.
Giovanni Marello: La cosa che possiamo dire è che c’erano questi stravasi ematici al di sotto della cute per cui è un afferramento di una certa violenza però non possiamo parlare di estensione nel senso se erano due mani affiancate o una singola mano che ha afferrato la caviglia della donna questo non è possibile dirlo, poi fra l’altro uno era al livello della surra un pochettino più su a livello del polpaccio come afferramento e uno invece più decentrato cioè più distale non sono alla stessa identica altezza, però la cosa che possiamo dire è che sicuramente la ragazza appoggiava per terra tutta la parte del dorso, i glutei e il terzo superiore della coscia perciò da un certo punto in su queste gambe erano alzate, gli altri inferiori non sollevati, perciò o una persona al centro trascinando i due arti o due persone lateralmente agli arti, una per arto, possono essere ipotesi altrettanto valide.
Avv. Patrizio Pellegrini: Quindi il corpo era sbilanciato rispetto ad un’asse orizzontale, non era perfettamente in piano era angolato diciamo pendeva da una parte visto che soltanto la coscia sinistra era interessata dallo strusciamento dei rovi eccetera.
Mauro Maurri: Avvocato questo non lo sappiamo con sicurezza perché potrebbe essere stato anche il terreno non perfettamente piano.
Avv. Patrizio Pellegrini: Ho capito, grazie.
Avv. Aldo Colao: Professor Marello sono l’avvocato Colao una domanda, riguardo alla parte esteriore della zona escissa mammaria alla povera Rontini voi segnalaste delle soluzioni di continuo sui bordi, soluzioni di continuo vale a dire linee longitudinali che già nel processo Pacciani lasciarono molto perplessi, queste linee di continuo erano linee superficiali o profonde se lei può fare mente locale.
Giovanni Marello: Io mi ricordo che i margini erano molto netti in queste ulteriori soluzioni di cui lei mi parla non mi sono presenti, non c’è le ho presenti in questo momento, mi ricordo nel caso dei francesi, nel caso dei francesi si c’erano delle altre linee ma nel caso della Rontini.
Avv. Nino Filastò: Infatti l’avvocato Colao si sbaglia con l’omicidio dei francesi, lì si trovano queste linee.
Avv. Aldo Colao: Mi permetto di ricordare anche a lei che è in possesso di una ispezione cadaveri autoptica depositata informalmente oggi 30/08/1984 dal professor Maurri la quale a pagina 29 riporta all’esterno della cruentazione provocata dall’asportazione mammaria in corrispondenza dell’arco di cerchio compreso fra 3 e le 5 ci sono 7 soluzioni di continuo della cute o del sottocutaneo longitudinali in cui le prime 6 sono disposti sulla stessa linea longitudinale della lunghezza complessiva di 8 cm,
Avv. Nino Filastò: Ma questo è l’omicidio dei francesi
Avv. Aldo Colao: Di questi 8 cm 5 inferiori stanno raggruppate 5 delle 7 ferite e poi continua, la settima soluzione di continuo è di circa 1 cm e poi ancora insiste nel dire che tali soluzioni di continuo sono superficiali e perforano, io volevo dei particolari su queste e poi volevo una domanda ancora prima di addentrarci in questo…
Presidente: Facciamo prima rispondere.
Mauro Maurri: Presidente potremmo rivedere le fotografie perché questi ci dicono tutto molto più chiaramente delle descrizioni verbali. Purtroppo queste fotografie non sono sufficientemente indicative delle lesioni che si trovano praticamente nella parte inferiore del corpo in una zona che nelle fotografie è coperta praticamente dagli steli d’erba e conseguentemente non riusciamo a identificarle molto bene.
Avv. Aldo Colao: Anche il professor Maurri ne parlò a lungo nel primo processo Pacciani di queste soluzioni di continuo, sia ecco molto più diffusamente riguardavano la francese però è anche vero che interessano anche la povera Rontini.
Avv. Nino Filastò: Sì aveva ragione avvocato Colao.
Avv. Aldo Colao: Grazie di averlo riconosciuto.
Mauro Maurri: Avvocato purtroppo non mi ricordo, qui sono descritte accuratamente però la documentazione fotografica sarebbe dovuta essere di maggiore utilità, la cosa importante mi sembra che si tratti di soluzioni, numero 7, di cui 6 disposte su una linea longitudinale, lunghezza di 8 centimetri complessivi quindi direi 8 mm l’una, no 1 cm l’una.
Avv. Aldo Colao: Ora che vi siete rinfrescati su questo ecco avete la documentazione alle mani, però volevo chiedere queste linee di continuo sono provocate avendo questa linearità e essendo orizzontali e parallele fra di loro attraverso, o scalari che siano certo, da un filo di costola e non da tagliente? Questa è la domanda.
Mauro Maurri: Sì a meno che la costola non sia zigrinata, se è zigrinata potrebbe averlo fatto, se cioè non è liscio, se ci sono delle piccole dentellature o delle zigrinature, altrimenti una costola liscia non dovrebbe aver fatto lesioni.
Avv. Aldo Colao: Ipotizzando anche una costola non liscia ma contorsione a strappo una costola non perfettamente tagliente può produrre lesioni di quel genere?
Mauro Maurri: Mi sembrerebbe di no avvocato perché ripeto la cosa importante è che 6 di queste 7 sono sulla stessa linea quindi sembrerebbe un’azione di sfregamento superficiale e unica, un solo movimento che produce questi 6 piccole lesioni tutte una dietro all’altra non trasversalmente ma longitudinalmente.
Avv. Aldo Colao: Mi riferivo a degli strappi però una cosa, la zona di seno escissa vi ricordate che diametro aveva? L’avete scritta anche questa.
Mauro Maurri: Meno male che l’abbiamo scritta perché io non me lo ricordo, la circonferenza è di 60 cm. No scusi ha ragione lei questa è quella… no, no questa non è mammaria…. Qui non è scritto avvocato l’ha lei probabilmente.
Avv. Aldo Colao: Io c’è l’ho scritta, si tratta di 17 o 18 cm.
Mauro Maurri: Ecco 17 o 18 cm di diametro
Avv. Aldo Colao: Vuol dire che era un seno di dimensioni piuttosto grosse.
Mauro Maurri: Sì eccolo qui è vero… pagina 26.
Avv. Aldo Colao: Allora ora nell’ipotesi che trattandosi di un seno di dimensioni piuttosto grosse forse anche con rispetto a quello che vedremo nella povera francese, allora l’incidenza di una lama torno a ripetere che entri nel tessuto fino a un certo punto del tagliente e poi dopo sia costretta a entrare perché la circonferenza del seno è più grossa del raggio della lama del tagliente comporta un inserimento della costola, se questa costola è un semi tagliente torno a ripetere possiamo avere questo tipo di lesioni?
Mauro Maurri: Direi di no avvocato per la semplice e solita ragione che abbiamo detto dianzi che contrariamente a quello che vedremo sul seno della giovane francese dove queste lesioncine erano parallele fra loro, quasi trasversali, qui c’è n’è una serie su una unica linea longitudinale, quindi questo potrebbe ammettere solo l’azione di una costola lievemente zigrinata non ripetuta, unica e in senso longitudinale. Non so se mi sono spiegato.
Avv. Aldo Colao: Benissimo professore, ora sulla francese ci torneremo dopo perché non voglio anticipare quanto si dirà grazie.
P.M.: Se è consentito professore…
Avv. Nino Filastò: Non tocca a me adesso?
Presidente: In genere si preannuncia con l’accensione del microfono non lo vedevo prego avvocato.
Avv. Nino Filastò: Volevo sapere se hanno fatto delle analisi relative a quegli aloni trovati sul fianco dello sportello della macchina.
Mauro Maurri: Aloni di che cosa avvocato?
Avv. Nino Filastò: Aloni derivanti dall’esportazione di polvere che qualcuno qui ci ha detto determinati dall’appoggio di certi arti.
Mauro Maurri: No non è compito medico.
Avv. Nino Filastò: Quindi non avete valutato se si trattava di ginocchia, no? Benissimo. È stato repertato un fazzoletto di carta sporco di sangue? Ve lo dico subito sì è stato repertato e si trova a pagina 2 del verbale di sopralluogo, solo che voi avete poi accertato che questo fazzoletto di carta sporco di sangue, carta tipo kleenex oppure carta igienica, l’avete trovato inserito nello slip del ragazzo.
Mauro Maurri: Non me lo ricordo, abbiamo trovato noi nel corso della necroscopia? Pagina per favore?
P.M.: dove è questo dato, a me sfugge..
Avv. Nino Filastò: È un po’ difficile trovarlo comunque, se non le dispiace ci arriviamo dopo perché intanto velatamente si arriva anche a questo, comunque in questo momento voi non avete ricordo.
Mauro Maurri: Non mi ricordo aver fatto esami ematologici su reperti di questo tipo, non abbiamo avuto incarichi in questo senso.
Avv. Nino Filastò: Avete esaminato i pantaloni del ragazzo di tipo militare?
Mauro Maurri: Lì abbiamo descritti, mi domando cosa vuol dire esaminati.
Avv. Nino Filastò: Esaminanti sotto il profilo delle macchie di sangue.
Mauro Maurri: Abbiamo descritto le macchie di sangue
Avv. Nino Filastò: Cioè queste macchie di sangue si presentavano sulle creste di questi pantaloni che apparivano piegati evidentemente perché stavano sotto il sedile posteriore, intanto se è possibile un’indicazione sul dove sono stati trovati questi pantaloni, dove si trovavano? C’è una foto che vorrei che venisse proiettata, che è la foto, se non sbaglio, numero 6. Si la foto numero 6 allegata al verbale di sopralluogo. In sostanza la domanda è questa, questi pantaloni sono stati trovati macchiati di sangue, questo sangue interessa le creste superiori e non interessa le pieghe vale a dire i pantaloni sono, è la foto numero 6 questa.
Presidente: Forse ha sbagliato la foto vediamo un po’.
Avv. Nino Filastò: No è la foto 6 perché io c’ho la foto 5 prima poi la foto 7, questa qua guardi io c’ho copia fotostatica non si vede un accidente eccola qua.
Mauro Maurri: Scusi avvocato ma a lei risulta i pantaloni siano stati dati a noi?
P.M.: Si professore sono descritti
Avv. Nino Filastò: Si professore sono descritti ma proprio ampiamente
P.M.: Da pagina 22 in poi
Mauro Maurri: Ah benissimo meno male almeno la descrizione.
P.M.: No ma è descritto molto dettagliatamente.
Avv. Nino Filastò: Con molti dettagli perché presentano una serie di problemi sti pantaloni che vorrei approfondire se fosse possibile.
P.M.: Voi fate pagina 27 indumenti rinvenuti in macchina e descrivete unicamente di un paio di pantaloni di forgia tipo maschile, pagina 27.
Avv. Nino Filastò: E questa sì signore è proprio questa, questi sono pantaloni di cui sporge questa qua ecco, voglio dire si nota abbastanza bene ma forse si nota meglio in fotografia che questi sono i pantaloni, sono questi pantaloni, e sporge da sotto il sedile, vede professore? Ecco sporge questa brevissima parte di questi indumenti, la stoffa tipo militare verdastro di cui sono formati i pantaloni. Ecco le chiazze di sangue la domanda è questa, le chiazze di sangue riguardano le creste si dice e non le pieghe interne e son però piuttosto estese perlomeno per quello che io ho letto nel vostro verbale, domanda, son compatibili con questa posizione in cui sono state trovate ste chiazze di sangue oppure questi pantaloni sono stati messi così dopo che la persona che in qualche modo era a contatto con quei pantaloni stata ferita e li aveva eventualmente imbranati?
Mauro Maurri: Avvocato temo di non essere in grado di rispondere
Avv. Nino Filastò: Professore su questo punto voi fate una descrizione che pagina PM?
P.M.: Dunque siamo da pagina 22 poi c’è la descrizione e pagina 27 c’è il rinvenimento dei pantaloni, prima si descrivono la corrispondenza del tramite del proiettile sia sui pantaloni
Avv. Nino Filastò: A livello di pantaloni si osservano numerosi imbrattamenti tutti diffusi in particolare pretensione alla faccia anteriore della gamba sinistro, li non si vede, non è in visita, voglio dire ammettendo le macchie di sangue che siano state determinate da quelle scollature che si vedono lì che abbastanza parziali posso essere andate per tutta la coscia fino al ginocchio? Mi par proprio di no, alla zona della cerniera, sul gambale destro anteriormente sopra e sotto il ginocchio ed alla regione la tasca laterale destra, la tasca laterale destra che li sarebbe a vedere ma non si vede che non è in vista, quindi la domanda è questa, questi pantaloni sono stati collocati in quella posizione dopo che si erano sporcati di sangue oppure si sono sporcati di sangue mentre si trovavano in quella posizione? La domanda è questa, guardando questa fotografia eh.
P.M.: Ma son quelli del ragazzo o della ragazza?
Avv. Nino Filastò: Sono quelli del ragazzo questi su questo non c’è dubbio perché si dice la didascalia della foto dice testualmente “particolare della parte terminale dei pantaloni di colore verde militare” quindi colore verde militare sono quelli del ragazzo vero pubblico ministero? Poi si dice imbrattamenti minore entità ed estensione sempre molto verosimilmente origine ematica sono presenti anche nella faccia a latero superiore del gambule destro in corrispondenza della coscia e sul davanti del gambule sinistro in basso e poi si dice appunto che sono chiazze poligonali per lo più tenue irregolarmente distribuite anche nelle molteplici spiegazzati dell’indumento sì che le ragazze stesse si trovano sulle creste ma non sul fondo delle pieghe che l’indumento ha fatto.
Mauro Maurri: Avvocato purtroppo l’unica cosa che noi abbiamo preso in esame come appare nel verbale è che questi pantaloni oltre che macchiati di sangue erano lacerati dal proiettili e si presume quindi che le macchie di sangue che si sono trovate lì derivassero dalle ferite inferte dal proiettile, non le so dire altro.
Avv. Nino Filastò: Allora se è così professore successivamente alle ferite qualcuno l’ha messa in quella posizione, abbia pazienza, diamogli un’occhiata a questa fotografia, togliamocela questa curiosità, questi così pantaloni com’è che si trovano lì?
Mauro Maurri: Piegati così?
Avv. Nino Filastò: Piegati così regolarmente e infilati sotto a quel modo?
P.M.: Possiamo farci venire il dubbio guardando la descrizione dei pantaloni della ragazza che è a pagina 42 e che dà proprio…. domando…
Avv. Nino Filastò: No direi di no perché sono tutto un altro discorso perché questo discorso che si sta analizzando ora è preliminare ad un altro quesito che devo poi rivolgere ai periti.
Mauro Maurri: Avvocato non glielo so dire, sembrerebbe essendo così abbastanza regolarmente piegato siamo stati messi dopo sembrerebbe…
Avv. Nino Filastò: Sembrerebbe così cioè io non sto mica dicevo si dice le certezze non si possono avere.
Mauro Maurri: Allora a lei interessa la posizione dei pantaloni in modo in cui essi sono stati collocati rispetto alle macchie di sangue che si trovano.
Avv. Nino Filastò: Certamente a me interessa l’ipotesi che non è tanto un’ipotesi vorrei sapere se a questo punto, ma questo lo discuterò io, quello che a me sembra una probabilità che questi pantaloni considerato il ragazzo non li può aver messi in quel modo, dopo essere stato ferito il ragazzo era in condizione di fare gesti, fra l’altro gratuiti di questo genere, di infilare i pantaloni in quel modo.
Mauro Maurri: Direi ma il condizionale d’obbligo di no.
Giovanni Marello: C’è soltanto una cosa che vorrei aggiungere indipendentemente dagli imbrattamenti ematici noi ponemmo molta attenzione alla ricostruzione e quindi dovrebbe esserci una fotografia di come è stato perforato un portafoglio
Avv. Nino Filastò: Ci stavo arrivando professore, arrivavo proprio a questo, è vero che questi pantaloni a parte questa caratteristica qui che abbiamo visto di essere infilati in quel modo in una posizione che non corrisponde alle macchie di sangue a questo punto lo possiamo dire presenta anche quest’altra caratteristica di una perforazione sulla tasca posteriore destra, se non sbaglio?
Mauro Maurri: Sì quella dove c’è il portafoglio.
Avv. Nino Filastò: Dove c’è il portafoglio e che anche il portafoglio pare perforato allo stesso colpo di arma da fuoco per tutta la larghezza del portafoglio tanto che vengono perforate anche tutte le carte che si trovavano dentro il portafoglio che sono un numero notevole, foglietti e tutto il resto.
Mauro Maurri: Per tutto lo spessore
Avv. Nino Filastò: Ma che tutto questo non corrisponde ad una ferita sul gluteo del ragazzo, sul quale gluteo del ragazzo dove avrebbe dovuto essere poggiato questo portafoglio in questo modo si vede a trovare una piccola lesione, una scalfittura che non può essere il finale del tramite di quel proiettile così professore?
Mauro Maurri: Perché non può essere potrebbe essere la fine del proiettile invece? L’ultimo tratto del tramite del proiettile che si ferma?
Avv. Nino Filastò: Ma secondo quello avete scritto qui no, proprio per la tenuità di questa, ma poi c’era ancora un altro particolare, che questi pantaloni per le macchie di sangue che presentano non erano indossati, nel momento in cui si macchiano di sangue per quelle cose che voi avete scritto, la domanda è questa, erano indossate o non erano indossati? Professore avete scritto anche questo, non erano indossati, non era indossati e non si trovava in quella posizione lì, in che altra posizione potevano trovarsi la domanda è questa?
Mauro Maurri: Non lo so davvero, posizione tale da offrire la tasca dove c’era il portafoglio al colpo del proiettile.
Avv. Nino Filastò: è proprio quello che intendevo accertare, in posizione tale da offrire la tasca nel portafoglio. Ed è il momento in cui questo ragazzo viene attinto dal primo colpo che lo fa sanguinare, è possibile che sia così?
Mauro Maurri: Se sia il primo non lo so.
Avv. Nino Filastò: Primo, uno dei primi, sono stati sparati tutti in rapida successione
Mauro Maurri: Uno dei due certo, valutazione
Avv. Nino Filastò: dentro al portafoglio questo voi lo sapete oppure no non lo so ci sono i valori vero? Come nel portafoglio della ragazza, soldi non sono stati asportati a nessuno vero? Vabbè questo va bene, comunque atteggiati in maniera tale da esporre al colpo il portafoglio, precisazione, come dire tra le mani?
Mauro Maurri: Avvocato non lo so, non so neanche se l’avesse indossati regolarmente, se li avesse calati
Avv. Nino Filastò: Perché per quelle macchie di sangue come sono sulle creste e non nelle pieghe indicano che i pantaloni non erano indossati, non c’è niente da fare, c’è scritto lei precisamente.
P.M.: Comunque il verbale di sopralluogo dice il cadavere senza pantaloni
Avv. Nino Filastò: Senza pantalone come la ragazza era l’unico indumento che sono levati tutti e due, poi se ne parlerà, ora fermiamoci al lato obiettivo. Voi avete scritto a pagina 6 nella reazione che è probabile che come del resto si suppone sia accaduto per lo Stefanacci la ragazza sorpresa dal rumore dalla luce dalla rottura del vetro della portiera di destra si sia istintivamente sollevata a sedere offrendo così con nettezza ancora maggiore il bersaglio e la faccia dell’arma omicida, la domanda è questa, questa luce che luce è secondo voi? Tutto questo facendo riferimento anche agli altri casi, perché è un problema che va visto globalmente, è una luce che viene dall’esterno? È la luce della luna? È la luce di un faro? È la luce di che cosa?
Mauro Maurri: Ma perché lo chiede a me? Io non c’ero quando è successo quindi non posso sapere che tipo di luce era. Allora perché mi fa questa domanda? La luce atmosferica.
Avv. Nino Filastò: Non si può essere sorpresi dalla luce atmosferica professore, se si vuol fare delle polemiche invece di cercare da approfondire abbia pazienza, la luce atmosferica non sorprende nessuno, voi avete scritto sorpreso dal rumore, dalla luce e dalla rottura del vetro, e io credo di avere il diritto di avere una spiegazione su quale sia questa luce o perlomeno non sul piano della concretezza del fatto l’ho visto io e la luce era quella non le chiedo questo professore attendibilmente sulla base di quelle che sono le vostre valutazioni espresse in questa sede ma espresse anche altrove, sto parlando del delitto del domicilio dei francesi, questa luce che tipo di luce era? A chi apparteneva.
Mauro Maurri: Questo non lo posso sapere avvocato, ma è facile voglio dire è sostenibile presumere che per compiere queste azioni ci potesse essere anche una luce artificiale per facilitare il compito no? È una presunzione.
Avv. Nino Filastò: Sì certamente è una come dire una deduzione, presunzione.. induzione.
P.M.: Ci sono anche gatti, i gatti vedono di notte.
Avv. Nino Filastò: Guarda non c’è altro che si dica e questi omicidi ha commesso un gatto per come le cose stanno andando. Ora sul punto della sopravvivenza della ragazza, voi avete detto che al momento delle ferite al collo era viva ma priva di coscienza, questo subito dopo fu raggiunta alcuni colpi di arma bianca al collo allorché essa sicuramente priva di conoscenza, ora a proposito del fatto che qui stamani avete detto che un minimo di reazione da parte della ragazza dopo il colpo al colpo d’arma da fuoco alla testa poteva esserci, io sono costretto a contestarli l’avete scritto in questa perizia a pagina 45/46, se ne deve dedurre quindi che già il colpo d’arma da fuoco, le strutture cranio encefaliche ha sicuramente determinato una immediata profonda perdita di coscienza e della motilità volontaria rivelatasi purtroppo irreversibile per cui la ragazza non solo non è stata in grado di abbozzare alcun movimento di difesa ma non ha potuto muoversi nemmeno minimamente con assoluta impossibilità a compiere atti coordinati e finalisti. Ora qui invece stamane ha detto che qualche minimo movimento può averlo fatto…
Mauro Maurri: Ma non coordinato ne finalistico, se vuole anche i movimenti delle corde vocali che hanno portato all’emissione di un gemito sono appunto movimenti… capito…
Avv. Nino Filastò: Ora a proposito di emissione di un gemito e comunque determinato da un fenomeno respiratorio, quindi questa ragazza per emettere anche un gemito aveva bisogno di emettere dell’aria, la domanda è questa, prima di tutto è possibile che nelle condizioni successive a questo colpo emettesse dell’aria volontariamente?
Mauro Maurri: è possibile, è possibile che emettesse aria ma non è detto che fosse una emissione volontaria perché ci sono i muscoli per esempio il diaframma che lavora automaticamente anche senza l’intervento della volontà della persona ed è il diaframma che con il suo movimento fa uscire l’aria attraverso le vie aeree.
Avv. Nino Filastò: Automaticamente quasi di riflesso
Mauro Maurri: Come respiriamo tutti dormendo il diaframma.
Avv. Nino Filastò: Insomma un rumore simile al russare? Un gorgoglio così?
Mauro Maurri: Avvocato un gemito, un lamento.
Avv. Nino Filastò: Un lamento presuppone per lo meno si può presuppone un atto volontario.
Mauro Maurri: Io direi di no, quindi non atto di volontà rispetto il letterato ma probabilmente.
Avv. Nino Filastò: Quindi scientificamente si chiama lamento anche un atto involontario?
Mauro Maurri: Lo chiami anche un altro modo diciamo che era possibile l’emissione di un suono.
Avv. Nino Filastò: Un suono, però a pagina 55 nella vostra relazione scrivete che il colpo d’arma da fuoco penetrando dalla guancia nella cavità cranica ha provocato la frattura del tetto di entrambe le orbite ed inoltre l’asportazione di un tratto del corpo dello sfenoide cosicché la base cranica è risultata comunicante con le cavità nasali e con il cavo orale, il sangue proveniente dal tramite osseo e cranico è defluito quindi in quantità notevole nei cavi suddetti, favorito anche dalla gravità riversandosi, dalla gravità quindi dall’alto verso il basso evidentemente, riversandosi successivamente in parte minore all’interno dell’albero bronchiale nella quasi totalità dell’esterno, la domanda è se una situazione di questo genere il suono che può essere emesso è più o meno ostacolato dalla presenza di questo sangue.
Mauro Maurri: Ma non necessariamente né totalmente inibito anche perché tutto questo non avviene immediatamente perché il sangue dalle ferite della teca cranica alla base coli verso le vie aeree superiori e verso i bronchi ci vanno qualche decina di secondi/qualche secondo durante il quale c’è il tempo materiale perché si concretizzi un suono dopo di che è vero quando i bronchi progressivamente si riempiono di sangue è chiaro che queste emissioni diventano più difficile anche se non impossibile, però ripeto gorgoglio. 10 secondi, si emettono 10 gorgogli.
Avv. Nino Filastò: Quindi tenendo presente questa successione, sparo, colpo alla testa, ferite al collo, estrazione all’esterno, al momento dell’estrazione dall’esterno della macchina potevano esserci suoni? Attendibilmente/probabilmente?
Mauro Maurri: Probabilmente
Avv. Nino Filastò: Nonostante i 10 secondi in cui questo sangue è defluito?
Mauro Maurri: 10 secondi è un elemento direi indicativo comunque di sicuro, avvocato se è mai successo a lei di avere una bronchite con tanto catarro dentro eppure riesce a mettere gorgoglii? Ma per forza perché c’è lo stimolo. Avvocato gorgoglii o simili quello che vuole, non ne voglio fare una questione linguistica o no, diciamo c’è la possibilità di emettere suoni.
Avv. Nino Filastò: Professore cercare di identificare attraverso una parola questo suono, lo definirebbe gorgoglio o lamento? Con la presenza di questo sangue.
Mauro Maurri: Inizialmente anche un lamento, in un secondo tempo gorgoglio, proprio col peggioramento della situazione il lamento si trasforma in un gorgoglio.
Avv. Nino Filastò: Vorrei sapere l’opinione anche il professor Marello non perché non mi fidi di lei professore ma insomma voglio dire qui sia nella fase che voglio dire lo sparo c’è stato, c’è stato anche la ferita alla gola, sono tutte attività che un certo tempo lo impegnano, prima di arrivare all’estrazione della macchina passa un po’ di tempo voglio dire.
Giovanni Marello: Avvocato la ferita alla gola non ha leso gli organi vocali.
Avv. Nino Filastò: No siamo perfettamente d’accordo e sto parlando su una questione cronologica di tempo attraverso il quale questo sangue che sta sgorgando alla base cranica è in grado o meno di invadere la cavità orale, quindi voglio dire è il momento dell’estrazione dal corpo dalla macchina è un momento successivo, bisogna aprire lo sportello, se lei ha parlato di 10 secondi sia pure indicativamente siamo abbastanza avanti con il tempo mi pare, professore lei che mi dice?
Giovanni Marello: Ma io mi associo a quanto detto il collega, posso non quantificare nel termine di 10 secondi il tempo che occorre al sangue a percolare ad arrivare a livello bronchiale anche perché dobbiamo considerare che ci sono dei movimenti di deglutizione non necessariamente il sangue va a finire nei bronchi proprio perché esistono dei movimenti riflessi che tutti noi abbiamo, come abbiamo la saliva in bocca che va deglutita in continuazione e va a finire nello stomaco così chiaramente anche l’iniziale sangue può benissimo essere percolato al di fuori, poi dobbiamo considerare altri elementi ancora, la ragazza quando è stata colpita al collo e sanguinava dal collo era riversa in avanti per cui chiaramente il sangue non aveva per forza di gravità l’obbligo di andare lungo le vie polmonari ma fuoriuscire anche dal livello della cavità orale per cui sinceramente 10 secondi mi sembrano molto pochi in questo dissento dal collega però confermo con lui che prima di tutto movimenti involontari ci sono, li abbiamo notati, li notiamo al livello delle persone in coma, proprio perché una serie di automatismi continuano a essere mantenuti, la cosa che ad un certo punto non possiamo dire con certezza è se nelle persone in stato di coma a seconda dei gradi di coma esiste una possibilità di vocalizzare, di emettere suoni perché tutti quelli comatosi che noi osserviamo sono tutti intubati e pertanto non possono emettere suoni, ma un soggetto che non è intubato e di conseguenza ha la possibilità di chiudere la glottide e di emettere suoni questa emissione di suoni la può fare per un certo periodo il tempo.
Avv. Nino Filastò: Senta ma voi esperienza non ne avete su questo punto?
Giovanni Marello: Un’esperienza bisognerebbe poterla chiedere alle persone presenti in situazioni simili, noi come medici abbiamo esperienza di persone che vengono incubate immediatamente.
Avv. Nino Filastò: Che quindi non emettono alcun suono.
Giovanni Marello: E che prima dell’incubazione possono emettere gorgogli, gemiti e così via e poi vengono intubati e conseguentemente una volta che sono intubati non hanno più la possibilità di emettere suoni.
Avv. Nino Filastò: Passiamo alla fase successiva il momento del trascinamento, in questo momento in cui voi fra l’altro avete la percezione di lesioni che potrebbero anche essere mortali qui è possibile questo? Questi gorgoglii, gemiti o quello che volete.
Giovanni Marello: Sono possibili sicuramente nell’estrazione dalla macchina forse nel primo metodo di trascinamento perché come ho detto esistono delle reazioni vitali anche a livello del trascinamento, dopodiché le altre lesioni che troviamo sul corpo della ragazza sono già post mortali, per cui io ritengo che se i gemiti vi sono stati, perché non so nemmeno se ci sono stati o no non essendo presente, se gemiti ci sono stati possono esservi stati.. prima addirittura urli di sorpresa, prima di essere colpita, perché chiaramente una persona che si vede…
Avv. Nino Filastò: Prima di essere colpita da un colpo d’arma da fuoco.
Giovanni Marello: Sicuramente può aver benissimo urlato, dopodiché una volta colpita dal colpo d’arma da fuoco può avere avuto dei gemiti, in particolare durante delle stimolazioni esterne, perché le stimolazioni esterne producono degli archi riflessi, allora quando è stata colpita al collo può avere messo dei gemiti, quando è stata estratta dalla vettura e dato che non credo sia stata estratta con molta delicatezza ed ha battuto al suolo può avere messo nuovamente gemiti, dopodiché a questo punto è morta e di conseguenza non ha più potuto gemere.
Avv. Nino Filastò: Va bene, è abbastanza chiaro che questo che sia l’operatore rispetto all’omicidio Rontini vediamo che degli spari e poi c’è questa, la successione anche con riferimento a quello che si diceva prima rispetto ai gemiti a queste fra l’uso della pistola è l’arma bianca da un punto di vista cronologico, temporale e rapida immediata o ci possono essere delle cesure.
Mauro Maurri: Immediata non di sicuro, rapida direi di sì, dipende cosa vuol dire rapida, non avrà aspettato molto avrà messo la pistola in tasca ed ha tirato fuori il coltello.
Avv. Nino Filastò: Benissimo… questo coltello professore può darsi che per essere così a portata di mano sia contenuto in un fodero? I colpi complessivi che hanno raggiunto questi due ragazzi, sto parlando della coppia dei Rontini, quanti sono i colpi d’arma da fuoco?
Giovanni Marello: Sono 5 colpi d’arma da fuoco più un frammento di proiettile.
Avv. Nino Filastò: Qui a pagina 21 della vostra relazione scrivete i colpi in questione sono 6 e che di essi 5 hanno raggiunto i bersagli umani ed uno invece perforato un indumento del ragazzo andando con ogni probabilità eccetera…
Giovanni Marello: Lei ha chiesto quanti corpi hanno raggiunto i ragazzi e gli abbiamo risposto 5, infatti.
Avv. Nino Filastò: Più uno che ha raggiunto il portafoglio.
Giovanni Marello: 5 sono la risposta che abbiamo detto pocanzi.
Avv. Nino Filastò: Il ragazzo ha vomitato?
Mauro Maurri: È esplicitamente dichiarato.
Avv. Nino Filastò: Volevo sapere qual era il meccanismo soluzione in questo momento, comunque oppure preagonico o di che tipo? Questo vomito?
Presidente: Vuole sapere che cosa ha vomitato.
Avv. Nino Filastò: No presidente non ho chiesto che cosa ha vomitato, non è mia abitudine fare domande così sciocche abbia pazienza, ho chiesto qual era il meccanismo di produzione del vomito, perché aveva vomitato non che cosa.
Mauro Maurri: Avvocato posso azzardare un serie di ipotesi eziologiche sul vomito, ha vomitato per la paura, ha vomitato per il dolore, ha vomitato per le condizioni agoniche o preagonica dello stomaco in seguito ai colpi eccetera eccetera.
Avv. Nino Filastò: Quindi c’è anche quest’ultima possibilità che fosse vomito preagonico, ecco a proposito di quel pezzetto di carta di cui si parlava prima è a pagina 26 della vostra relazione, lo slip presenta lacerazione sul davanti a sinistra vicino all’elastico del bordo che ha tutto spessore a forma lineare ed elementi ad occhiello obliqua dall’alto in basso eccetera, questa soluzione di continuo si osserva anche a tutto spessore sul pezzo di carta biancastra che era stato collocato all’interno dello slip. Vorrei sapere com’è che si trova altro pezzo di carta.
Mauro Maurri: Anch’io lo vorrei sapere, basterebbe domandare a chi c’ha messo.
Avv. Nino Filastò: Ma professore poteva darsi che ne avesse un’idea/un’ipotesi abbia pazienza.
Mauro Maurri: Ho risposto non lo so.
Avv. Nino Filastò: Ma quel pezzo di carta biancastra/quel fazzoletto che viene trovato imbrattato di sangue questo? Perché si trova un fazzoletto imbrattato di sangue professore anche, vorrei sapere se è questo…
Mauro Maurri: Se ne parlano di questo fazzoletto? Il sopralluogo non l’abbiamo fatto noi quindi evidentemente direi sono due fazzoletti diversi.
Avv. Nino Filastò: A pagina 31, questa è un’altra precisazione si fa riferimento all’esistenza di certi fori sulla tasca posteriore destra, si sta parlando sempre di quei pantaloni, sulla regione posteriore destra proprio al centro della tasca e poi sulla fodera posteriore e sulla fodera anteriore della stessa tasca ci sono altri tre fori oltre quello del tramite precedente, numerazione dall’11 al 13, piccoli regolari con margini stagliati come i precedenti, secondo le vostre valutazioni determinate da che questi fori?
Mauro Maurri: Si può possono avere le fotografie? Tasca anteriore ha detto o laterale avvocato?
Avv. Nino Filastò: Posteriore è a pagina 21 più o meno nello stesso punto dove è stato trovato…
Mauro Maurri: Cioè dove c’è il portafoglio e non potrebbe essere allora lo stesso foro che poi ha trapassato il portafoglio
Avv. Nino Filastò: è quello che ho pensato anche io solo che voi dite numerosi, parlate di altri colpi
P.M.: Professore se guarda la pagina 33 lo spiegate direttamente di come stanno le cose, addirittura in definitiva si tratta sicuramente delle perforazioni da parte di un proiettile d’arma da fuoco che può aver determinato esso tutti i fuori compresi.
Mauro Maurri: Le pliche
Avv. Nino Filastò: Però fate alcune ipotesi alternative, l’ipotesi alternativa è che si tratti di due proiettili di cui uno è responsabile dei fori in direzione longitudinale, l’altro di foro in direzione trasversale.
Mauro Maurri: Sì in definitiva si tratta sicuramente delle perforazioni da parte di arma da fuoco che può aver determinato esso tutti i fori compresi quelli del portafoglio e del suo contenuto, l’ipotesi alternativa va detto subito che questa seconda ipotesi è meno sostenibile della prima.
Avv. Nino Filastò: Comunque c’è anche questa seconda ipotesi che i colpi siano due che attingono questi pantaloni e non uno solo, va bene. Tutto quello che riguarda ora gli indumenti della povera Pia Rontini nel senso che il reggiseno non è stato slacciato ma sfilato nel senso che quella specie di tunica che aveva, tunica/camicetta insomma di forma indiana, che aveva anche quella è stata sfilata e con riferimento poi al luogo/la posizione in cui questi indumenti sono stati trovati la domanda è questa, è esatto che questa asportazione di indumenti è avvenuta post mortem? E se è così il fatto che gli indumenti siano stati trovati impigliati come voi scrivete in una parte della vostra relazione nella mano della Pia Rontini si tratta di un’attività svolta da qualcuno post morte cioè dire qualcuno gli ha messo questi indumenti nella mano, la sostanza è questa professore, questi indumenti quando vengono trovati dove vengono trovati? Si tratta del reggipetto e di questa camicetta se non sbaglio. Voi scrivete non ricordo se voi o chi fa il sopralluogo impigliate nella mano di questa ragazza cioè a dire vicino alla mano questa ragazza all’altezza fra la mano e il polso.
Mauro Maurri: Si la fotografia la mostra chiaramente.
Avv. Nino Filastò: Voi rilevate che dalle vostre constatazioni viene fuori che la ragazza al momento in cui ha trovato la morte indossava vestiti, è vero o no? Le aveva addosso? Nel momento in cui viene sparato questa ragazza sti indumenti l’aveva o no?
P.M.: Come fanno a saperlo?
Avv. Nino Filastò: Come fa a sapere? L’hanno scritto come fanno a sapere cioè allora se lo guardano per benino mi dicono se non è così, tracce di sangue, imbevimento di sangue di questi indumenti tutti quegli elementi di carattere oggettivo, tutti quei reperti.
Mauro Maurri: L’imbibizione di sangue di questo indumento significa poco però potrebbe far pensare proprio che specialmente in relazione alla ferita d’arma bianca al collo il sangue sia calato dal collo sull’indumento, non è detto l’indumento fosse indossato, poteva averlo in mano chi lo sa.
Avv. Nino Filastò: In mano professore?
Mauro Maurri: Avvocato la circostanza, la compagnia poteva far pensare anche a qualcosa del genere.
Avv. Nino Filastò: Pagina 41 professore, si ribadisce, perché l’avevate già detto prima, che il reggiseno non è slacciato che sono integre le fibbie, gli anellini e gli spallini e che non vi sono lacerazioni di sorta, allora… che significa? Una ragazza si leva il reggiseno sfilandoselo così dalla testa senza slacciarselo? Chi l’ha ma vista una cosa di questo genere abbia pazienza professore. Questo reggiseno come scrivete voi altrove è stato levato post morte allora se è stato levato post morte e si trova nella mano della ragazza qualcuno l’ha messo nella mano della ragazza, sì o no?
Mauro Maurri: Ci manca la pagina 41.
Avv. Nino Filastò: Ma ne parlate poi anche altrove di questo fatto del reggiseno che è stato… dunque vediamo un po’ se trovo l’appunto preciso…
Mauro Maurri: Si ribadisce che il reggiseno non è slacciato … e che non ci sono lacerazioni, l’indumento è completamente intriso di sangue. Guardi io confermo tutto questo… non mi domandi perché, perché non lo so.
Avv. Nino Filastò: No non ho bisogno sa perché voglio dire arrivare al punto di dire che se non è slacciato è stato tolto post morte e poi nella mano gliel’ha messo chi l’ha uccisa questa ragazza secondo me … sminuire i suoi meriti ma ci possa arrivare anche da me. Piuttosto vabbè questo poi magari può essere materia di un’altra osservazione. A proposito di quella luce professore c’è anche una pagina 76, se si assume come è probabile, stiamo sempre ovviamente a livello probabilità, che i due fidanzati immediatamente prima di essere fatti bersaglio di colpi di pistola fossero semi sdraiati sui sedili posteriori della macchina e se si assume anche come logica vuole che essi siano resi conto del pericolo incombente forse per i rumori in tutta vicinanza della macchina o per l’abbagliamento provocato da una lampada elettrica, no per dire che insomma è un’ipotesi che voi avete fatto.
Mauro Maurri: Ma certo è un’ipotesi avvocato. Ci viene il sospetto che chi ha diritto potesse in qualche modo essere favorito nell’azione dall’uso di una luce.
Avv. Nino Filastò: Questa possibilità è accresciuta diciamo anche dell’esattezza di certe escissioni, per esempio quella del seno?
Mauro Maurri: Certo è chiaro non l’ha fatto ad occhi chiusi.
Giovanni Marello: D’altra parte relativamente all’ipotesi di una luce noi all’epoca pensammo a come si può arrivare vicino a dei ragazzi e sparare quasi a bruciapelo mediante proprio l’ipotizzare la presenza di una luce che in qualche modo li abbia distratti e abbagliati, quando lei viaggia sulla strada e passa un animale se c’ha i fari accesi questo animale si ferma è istintiva.
Avv. Nino Filastò: Era la tecnica usata da Caryl Chessman lei certamente ricorderà il bandito della luce rossa. Infatti a pagina 102 voi scrivete che il reggipetto sono trattenuti ad altezza del polso della mano destra, non tenuti nella mano destra ma trattenuti all’altezza del polso della mano destra. Un’ultima domanda e poi ho finito, voi non avete rilevato tracce di sperma è vero, no avete fatto uno striscio del contenuto vaginale senza trovare tracce di sperma e questo
Mauro Maurri: Se l’abbiamo scritto è presumibile.
Avv. Nino Filastò: Pagina 102 ma questa era la premessa della domanda, è la domanda è la seguente, volevo sapere se avete trovato tracce di altro spera nelle immediate vicinanze.
Mauro Maurri: Non abbiamo fatto ricerche avvocato, noi abbiamo esaminato solo i cadaveri.
Avv. Nino Filastò: Avete esaminato solo i cadaveri ma vi risulta che qualcuno abbia trovato tracce di sperma? Se qualcuno le avesse trovate le avrebbe fatto analizzare.
Mauro Maurri: Non è detto potrebbe averli fatti analizzare in un’altra sede da altre persone e altre strutture, polizia scientifica o altri istituti di medicina legale.
Avv. Nino Filastò: Questa assenza di sperma è una costante in tutti i delitti della serie oppure…
Mauro Maurri: Non me lo ricordo mi sembra che qualcuno no sia stato trovato un preservativo annodato ma non mi ricordo se era pieno di sperma o vuoto.
Avv. Nino Filastò: è stato trovato a Baccaiano ma il preservativo era già stato usato ed era andato.
Mauro Maurri: Cioè c’era lo sperma dentro.
P.M.: Ma però diciamogli anche che l’analisi diceva che lo sperma non si sapeva se era relativo a quel rapporto o ad uno precedente.
Avv. Nino Filastò: Quello me lo riservavo per i fatti miei. Salvo questo episodio lei non ha ricordanza di altro sperma trovato sul luogo?
Mauro Maurri: No, potrei sbagliare ma non me lo ricordo.
Avv. Nino Filastò: Con riferimento alle escissioni quali le affinità e quali differenze rispetto al delitto dei francesi?
Mauro Maurri: Avvocato direi l’unica cosa da fare è confrontare quello che abbiamo scritto nell’uno e nell’altro caso e noi intendiamo confermare pienamente.
Avv. Nino Filastò: Va bene ho finito.
Presidente: Allora andiamo alle 3 di oggi per la produzione dell’esame.
(pausa pranzo)
Presidente: Allora può entrare il professor Maurri, prego Pubblico mistero.
P.M.: Si presidente io approfitterei un attimo del fatto che è di nuovo presente il professor Maurri anche se da solo per fare ancora una domanda sull’episodio dell’84 perché questa domanda mi è motivata dall’esame fatto dalla difesa e si tratta esattamente della ipotesi o comunque delle circostanze che hanno potuto dedurre i periti in relazione il fatto che gli indumenti della ragazza, almeno il reggiseno, era nelle mani della stessa, sono state fatte delle domande/delle ipotesi dal difensore, chi ha messo in mano alla ragazza questo indumento, allora io vorrei dire al professor Maurri sotto forma di domanda, professore lei ricorda che nel sua elaborato avete addirittura dedicato un capitolo a questo fatto e si tratta esattamente, prima io non sono intervenuto all’esame al controesame del difensore ma c’è un capitolo sul punto, ed il capitolo è esattamente alla pagina 102, lo titolate “come e quando sono stati rimossi gli abiti dal corpo della ragazza” e nelle vostre argomentazioni spiegate, io lo sintetizzo lei mi deve solo dire se così e se lo ricorda così, che si tratta di un fatto non è un terzo che gliel’ha messo in mano ma è un’ipotesi in cui per liberare il seno della ragazza per fare quella escissione può essere che è stato fatto passare attraverso un braccio dalla testa è rimasto nell’altro braccio o comunque considerazioni di questo tipo, lei ricorda e mi è ovviamente sufficiente le considerazioni che avete fatto dalla pagina 102 in poi che in realtà sono in linea con quello che io dicevo o a qualcosa di diverso da dire?
Mauro Maurri: No direi che concordo perfettamente con questo. Mi scuso se stamani non l’ho precisato ma stamani non me le ricordavo, ho approfittato della pausa per rileggere questo capitolo in cui si descrive proprio dettagliatamente la posizione degli indumenti e i movimenti necessari per farla arrivare a questa posizione e direi che lo confermo in pieno.
P.M.: Non ho altre domande grazie.
Presidente: Ma comunque gli indumenti non erano in mano erano vicino alla mano.
Mauro Maurri: Permette presidente? Allora ecco la manica destra della blusa ed il reggiseno sono infilati oltre la mano destra al polso
P.M.: Quindi lei fa nella sua descrizione l’ipotesi inversa cioè che sono arrivati lì non partendo dalla mano ma dall’altro braccio
Mauro Maurri: In un movimento di svestizione.
P.M.: Di svestizione perfetto. Lei conferma questa ipotesi di questa ricostruzione. Passerei quindi al all’episodio successivo che è l’omicidio di Scopeti dell’85 nel quale coloro che hanno fatto l’autopsia dei cadaveri, la ricostruzione medico legale dei fatti sono citati per oggi il professor Maurri insieme al dottor Cafaro, quindi chiedo che venga introdotto come teste il dottor Cafaro.
Presidente: Come si chiama lei Cafaro?
Antonio Cafaro: Antonio Cafaro nato il 24 10 57 a Salerno dell’istituto di medicina legale, consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo nello svolgimento dell’incarico m’impegno ad adempiere al mio ufficio senza altro scopo che quello di far conoscere la verità e mantenere il segreto sulle operazioni peritali.
P.M.: La domanda la prima è la stessa, se loro ricordano l’elaborato che hanno fatto all’epoca in relazione all’autopsia dei cadaveri dei due ragazzi francesi e le considerazioni espresse nella perizia medico legale, nonché quello che è stato l’oggetto dell’esame nel precedente processo a carico di Pacciani per quanto riguarda il professor Maurri, se loro confermano questa circostanza e gli elaborati.
Antonio Cafaro: Abbiamo fatto l’elaborato non dico che lo ricordiamo ora ma abbiamo sottomano il testo per eventuali confronti.
P.M.: Bene grazie, anche lei dottore ricorda l’elaborato? Allora io partirei da alcune precisazioni che mi interessa mettere in evidenza in quello elaborato, vorrei soprattutto spiegare sulla base di quali considerazioni medico legali avete ritenuto di poter datare l’epoca della morte dei due ragazzi cronologicamente se non sbaglio voi dite 16/17 ore antecedenti al momento in cui avete visto i cadaveri che è intorno alle 15 del lunedì spostando quindi l’epoca della morte approssimativamente nel dopo cena/00:00 della notte fra la domenica e il lunedì, ecco voi riuscite ora a rispiegare anche se è nell’elaborato quali sono gli elementi oggettivi sulla base dei quali avete così datato la morte dal momento che voi stessi mettete in evidenza come i cadaveri al momento del vostro sopralluogo e negli esami che avete fatto successivamente a distanza di alcune ore erano obiettivamente a un esame esterno in condizioni di conservazione, se conservazione si può dire, diversa comunque al di là di questo voi spiegate che l’epoca della morte è da far risalire ad un orario compreso fra il dopocena e la 00:00 grossomodo della domenica/lunedì.
Antonio Cafaro: Credo di dover onestamente premettere che la cronologia della morte è qualcosa che varia molto per l’insieme di fattori intrinseci ai cadaveri e ambientali o estrinseci che di volta in volta prendiamo in considerazione, in questo caso in particolare per esempio c’erano due elementi abbastanza divergenti fra loro e cioè la putrefazione discretamente avanzata del cadavere della donna e quella invece discretamente poco evidente dell’uomo, ma fermo restando che ovviamente la morte dei due è avvenuta contemporaneamente o pressoché contemporaneamente a distanza cronologiche in pratica trascurabile la situazione della donna credo che possa fare poco testo per quello che riguarda la ricostruzione cronologica, per una serie di ragioni, prima di tutto il fatto che il cadavere è rimasto dentro la tenda quindi dentro questo micro ambiente chiuso senza penetrazione di aria, riscaldato e tale quindi da favorire con l’aumento della temperatura ambiente e con notevole valore della temperatura ambiente da favorire in maniera notevole la rapidità di processi putrefattivi, per cui a questo si deve aggiungere poi la non indifferente perdita di sangue dalle ferite vitali e in misura minore anche da quelle post mortali che ovviamente hanno contribuito a questa tanatologia a questa progressione dei fenomeni post mortali eccessivamente direi eccezionalmente rapida. La situazione dell’uomo era quella che ci convinceva un poco di più perché meno ricca di elementi discordanti sia dal punto di vista della situazione del cadavere stesso sia dal punto di vista ambientale infatti se non mi ricordo male i fenomeni cadaverici sul cadavere dell’uomo erano poco evidenti nonostante che anche lui fosse stato esposto in ambiente molto vicino a quello della donna ma dal punto di vista direi fisico completamente diverso all’aperto in un bosco. L’elemento direi che ci ha fatto anche attribuire alla morte la notte fra la domenica e lunedì anziché ad un momento antecedente è stata la constatazione che il cadavere dell’uomo nonostante fosse completamente nudo, nonostante perdesse sangue in maniera discretamente abbondante dalle varie ferite non aveva nessuno o scarsissimi elementi che denotassero un intervento della fauna cadaverica, mi spiego, un cadavere nudo rimanga in un bosco in una stagione estiva ancora se specialmente ha il sangue che notoriamente attira insetti, mosche e altri animaletti sicuramente avrebbe avuto lesioni a livello cutaneo anche magari un pochino più profondo prodotti non solo dagli insetti ma dai roditori più o meno piccoli che pullulano in un bosco e che sicuramente lo addentano, questa è la fauna cadaverica. Ora il fatto che questo uomo sia rimasto una notte intera lì e che quest’uomo non avesse delle lesioni o quasi insignificanti da fauna ci fa dire che non era stato esposto a lungo alla fauna stessa per cui era logico in concordanza con gli altri elementi deducibili dall’esame del cadavere attribuire la morte ad un periodo di tempo non eccessivamente lungo rispetto al momento in cui fu effettuato l’esame, quindi grosso modo nella notte fra domenica e lunedì, se in altre parole avessimo dovuto collocarlo fra sabato e domenica quindi con due pernottamenti ed una giornata intera nel bosco sicuramente la fauna cadaverica sarebbe stata più attiva con elementi vistosi e ben diversi, più numerosi, più profondi e più articolati di quello che non si sia visto.
P.M.: Vi siete aiutati ai fini di questa determinazione dell’orario anche dall’esame della rigidità del cadavere?
Antonio Cafaro: Anche all’esame della rigidità dei cadaveri.
P.M.: è stato un elemento che vi ha confortato in questa diagnosi di data?
Antonio Cafaro: La rigidità del cadavere, la temperatura e la posizione delle ipostasi, la situazione del contenuto gastrico, tutto questo insieme ci ha portato a concludere in questo modo, d’altra parte siccome si trattava di un elemento ovviamente importante e d’altra parte ripeto che non segue pedissequamente regole matematiche abbiamo anche abbondantemente studiato la letteratura, l’abbiamo riassunta, l’abbiamo confrontata e l’abbiamo citata e siamo arrivati a questa conclusione.
P.M.: Capito la ringrazio. Vorrei ora passare ad un altro argomento che è quello dell’aggressione all’uomo, i tempi dell’aggressione, i tipi di lesioni e ove è possibile stabilire una cronologia delle stesse, arma da fuoco/arma bianca e voi vi siete addentrati addirittura a spiegare a lungo un numero di pagine molto ampio sia quale può essere stata la dinamica dell’aggressione al ragazzo e soprattutto dalle pagine 109 in poi e soprattutto successivamente la successione dei colpi di arma bianca al ragazzo che è dalle pagine 135 e seguenti, cioè avete speso molto della vostra attività di esame e di deduzioni medico legali per vedere di dare una risposta è possibile a come era avvenuta questa aggressione, per noi è molto importante oggi vedere se ricordate quello che avete scritto, se lo confermate e se sinteticamente oggi ci potete dire come questa aggressione e questa dinamica è stata da voi ricostruita e perché.
Antonio Cafaro: Allora cominciamo col dire che è stata ritrovata una duplice lesività da arma da fuoco e da arma bianca, per quanto riguarda l’arma la lesività quindi le ferite da arma da fuoco abbiamo trovato alcune ferite e praticamente alcuni frammenti di proiettile a livello del labbro con frammentazione di un dente, al gomito destro una frattura poli frammentata dell’osso del gomito cioè l’omero con anche in questo caso un proiettile ritenuto ma deformato dall’impatto con l’osso, poi abbiamo trovato sulla mano sinistra una ferita tra passante in prossimità del pollice della metacarpo falangea del pollice che è trapassate e quindi non c’è proiettile, un’ulteriore lesività da imputare sicuramente ad arma da fuoco a carico delle ultime tre dita della mano sempre di sinistra anche queste ferite trapassati e quindi senza proiettili quindi in pratica l’unico vero proiettile ritenuto nel corpo del ragazzo è quello al gomito destro, dentro il labbro ci sono dei frammenti ma che siano tutti di un colpo, siano porzioni di un altro colpo che abbia anche attinto la ragazza questo è rimasto nell’ambito delle ipotesi.
P.M.: Possiamo ora dedurre qualcosa in termini di produzione causa efficiente della morte con questi colpi di arma da fuoco e soprattutto se abbiamo la possibilità di dire sulla base di altri reperti cioè dove abbiamo trovato i bossoli o dove abbiamo potuto ricostruire l’azione se è stato per voi possibile dedurre dove questi colpi di arma da fuoco con la lesività che lei cortesemente ci spiegherà sono stati sparati.
Antonio Cafaro: Certo se ben mi ricordo anche durante i vari sopralluoghi e poi si sono descritti molto ampiamente nella relazione tutti i bossoli sono stati ritrovati in prossimità dell’apertura della tenda quindi è lecito supporre che se li sono stati trovati tutti i bossoli siano stati esplosi lì. Quindi anche i colpi che hanno attinto il ragazzo devono essere stati sparati quando l’aggressore si trovava lì, in prossimità dell’apertura della tenda, si dell’apertura diciamo dell’unica apertura aperta della tenda quella anteriore che poi l’episodio abbia avuto inizio quando la vittima si trovasse dentro la tenda questo è estremamente probabile così insieme con la ragazza, che poi nel tentativo di fuggire possa aver sbilanciato l’aggressore che forse era in una situazione di equilibrio instabile perché la tenda è una piccola tenda quindi non di facile accesso questo è una ipotesi ma ovviamente rimane il livello delle ipotesi perché nessuno di noi c’era, quindi noi avevamo ipotizzato che i colpi siano stati sicuramente sparati dalla apertura anteriore chiamiamola così della tenda e che il ragazzo sia stato attinto alle alla bocca probabilmente, molto probabilmente, quando lui si trovava ancora dentro la tenda, è possibile che anche le lesioni alla mano sinistra siano state prodotte in un tentativo di difesa della mano messa appunto a difesa e quindi quantomeno le ferite siano state prodotte in quell’attimo, per quanto riguarda la ferita al gomito destro essa può essere stata prodotta o ancora quando lui si trovava lì dentro per scappare o subito dopo che lui era scappato e quindi si trovava già fuori dalla tenda però si può dire sicuramente che anche questo colpo non è stato sparato né a bruciapelo né a contatto, quindi la distanza tra pistola e quindi tra aggressore che la teneva in mano e vittima era superiore sicuramente ai 40 cm volendo quantificare quantomeno una misura.
P.M.: Circa la possibilità di creare un danno mortale o non di questi colpi.
Antonio Cafaro: Ovviamente nessuno di questi colpi era mortale, a parte quello al gomito destro che sicuramente avendo reso i vasi locali anche di medio/grosso calibro per aver provocato un sanguinamento anche cospicuo di per sé non era sufficiente a causare la morte da sola assolutamente no, del tutto insignificanti da un punto di vista presi singolarmente ovviamente ciascuno sia quello della mano che quello delle dita e ugualmente per la scarsa infiltrazione dei frammenti ritrovati a livello labiale cioè provenienti dall’esterno ma fermate a livello della mucosa cioè non penetrati in cavità né orale né tantomeno endocranica sicuramente anche questi non hanno concorso, quindi si può dire che le quattro ferite non erano di per sé né da sole né messe tutte anche insieme capaci a produrre la morte. La morte invece si è verificata per un’ulteriore lesività che noi abbiamo dato con estrema probabilità anzi quasi con sicurezza successiva a quella da arma da fuoco ovviamente che è quella dall’arma bianca.
P.M.: Vogliamo vedere la lesività in quali zone del corpo, la gravità e la causa efficiente nei confronti della morte e la possibile dinamica di questa successiva aggressione.
Antonio Cafaro: Allora la lesività d’arma bianca, volendo intendere per arma bianca genericamente un’arma bianca cioè un un’arma dotata di una lama e di un filo tagliente per ora genericamente intesa, allora il giovane presentava plurime lesioni da arma da punta e taglio in alcune casi prevalentemente quasi sempre con lesioni da punta e taglio quindi da pressione dentro il corpo e da recisione delle strutture profonde, allora noi ne abbiamo trovate quattro in regione pettorale sinistra che hanno prodotto sia un sanguinamento del polmone nonché avendo bucato il polmone per questioni di anche di semplice fisica visto che il polmone è uno spazio vuoto avendo bucato la pleura il polmone si acquatta/si affloscia e viene a formarsi un pneumotorace, in questo caso essendoci anche del sangue nel cavo pleurico si è venuto a creare un emo pneumotorace a sinistra, quattro ferite. Altre due ferite sono state repertate alle regioni laterali del collo però alla dissezione anatomica si è visto realtà trattarsi di un’unica ferita con un tramite che le collegava e che aveva intaccato la regione diciamo anteriore della trachea lasciando macroscopicamente integri i grossi vasi, quindi pur in presenza di due feriti in realtà se ne trattava di una. Una ulteriore ferita anche qui, mi son dimenticato di dire scusate che le ferite al torace avendo margini infarciti di sangue erano da noi considerate vitali cioè portate a bersaglio quando la persona era viva, casomai poi si torna un pochettino meglio a specificare. Un’ulteriore ferita con caratteri di vitalità cioè con margini infiltrati di sangue nonché con sangue raccolto in cavità peritoneale era quella portata all’ipocondrio destro cioè a livello del fegato ed era una ferita anche qui dall’avanti all’indietro ovviamente perché era dalla parete addominale verso l’interno, verso il cavo peritoneale, ad intaccare la faccia profonda del fegato, a farlo sanguinare e a far raccogliere del sangue anche nel cavo peritoneale. Due ulteriori ferite queste peraltro prive di infiltrato emorragico locale sono state localizzate in prossimità della sede inguinale, quadranti addominali inferiori di entrambi i lati, però queste c’hanno lasciato subito perplesse perché non avevano appunto ne margini infiltrati ne poi penetrando avevano leso gli organi interni cioè gli intestini mentre la prima aveva dato tra virgolette un certo rossore cioè un’infiammazione/una lesività anche se molto modesta a livello del colon mi sembra di ricordare cioè insomma del viscere vicino al fegato quindi anche questa è una dimostrazione di vitalità le altre due invece non avevo nessun carattere di vitalità né loro per i margini né per le sottostanti strutture. Poi mi sembra di ricordare che ci fossero lesioni alle mani rispettivamente al polso di sinistra e quasi in prossimità del polso di destra, la lesività al polso di sinistra è stata portata anche in questo caso con una ferita trapassante che ha decapitato le piccole ossa del carpo con una ferita unica netta lineare e che appunto faceva pensare che si trattasse di un mono tagliente diciamo così di una ferita da taglio e un’ulteriore ferita questa un po’ più particolare perché era tra virgolette a stampo ovvero da impatto da infissione nell’osso dell’avambraccio del radio di forma piccola, di forma triangolare a base distale cioè verso le dita ad apice verso il centro/verso la radice della spalla, mi sembra di ricordare ma tanto c’è scritto, delle dimensioni di 1,2 cm per uno di piccole dimensioni e anche questo è stato se vogliamo finalmente una prova che si trattava in questo caso sicuramente di un coltello, quindi anche ciò che poteva essere ipotizzato per altri casi di un bisturi veniva totalmente escluso perché un bisturi non poteva fare quella ferita, almeno quella ferita non può essere stata prodotta da un bisturi perché il bisturi proprio per la sua fragilità si sarebbe spezzato mentre invece la infissione relativamente profonda, poi sono stati fatti dei calcoli su un modello matematico ma non da noi che siamo medici quindi da persone specifiche del settore che le hanno fatte sicuramente giustamente o quantomeno motivatamente loro hanno fatto dei calcoli matematici, quindi era un qualcosa di infissione di sicuro a stampo e non credo che c’è ne siano altre. Ah no altre due pardon una alla regione posteriore del braccio sinistro quasi uno squarcio trasversalmente prodotto si vede abbastanza bene da delle fotografie della polizia scientifica nonché una al dorso in prossimità della colonna vertebrale in questo caso con dubbi carattere di vitalità anche perché poi il cadavere è stato trovato supino e quindi il sangue per le ipostasi infiltrava i tessuti e allora è stata messa tra le dubbie perché in medicina non è che proprio tutto sia chiaro. Allora abbiamo volendo ricostruire l’episodio ipotizzando che prima siano stati esplosi ovviamente i colpi d’arma da fuoco ma nessuno di per sé letale o tale da impedire successivi movimenti finalisti e coordinati l’aggredito sia scappato fuori dalla tenda, bisogna dire per sfortuna non è andato dalla parte della strada ma si è inoltrato non so perché, nessuno lo sa credo, può darsi avanti un aggressore non lo so, e allora è andato verso quello spiazzo di cui tutti noi sappiamo ed è presente nei verbali di sopralluogo. L’aggressore a questo punto lo ha raggiunto forse è probabile/possibile forse probabile nell’ambito proprio di voler quantificare le cose che abbia ricevuto in questo caso la coltellata alla schiena, è molto probabile che a questo punto abbia ricevuto la coltellata al collo, infatti mi son dimenticato di dire che le misurazioni delle due ferite al collo hanno fatto vedere che quella sul lato destro era più grande di quella di sinistra il che lascia intendere che quella di destra era sicuramente l’entrata e quella di sinistra doveva essere l’uscita e quindi l’aggressore se ipotizzato che fosse destrimane ha dovuto tirare, ipotizzando che fosse destrimane, ha dovuto tirare questa coltellata al collo messo dietro l’aggredito altrimenti dovrà essere l’inverso.
P.M.: Cioè l’abbia aggredito prima alla schiena e poi sul collo?
Antonio Cafaro: Certo, a questo punto ovviamente erano a contatto, la distanza massima poteva essere quella di un braccio allungato quello per portare appunto le ferite, il giovane si deve essere girato a questo punto ha preso sia le quattro coltellate al torace, la coltellata al fegato, ovviamente non stava fermo ed ha cercato di reagire e questo spiega le ferite alle mani che sono classiche ferite da difesa, ad entrambe le mani ovviamente forse aveva posto prima una mano l’ha ferita e a quel punto ha posto anche l’altra e gli ha ferita anche l’altra, poi è caduto come corpo morto cade e a questo punto secondo noi sono state prodotte le due ferite ai quadranti addominali. Ah sempre quando era dietro scusatemi sempre quando era dietro è stata anche prodotta l’ampio squarcio al braccio a sinistra in regione posteriore. Erano queste prime tre lesioni quella schiena, quelle in regione posteriore del braccio e quella al collo quando l’aggredito era davanti all’aggressore o meglio l’aggressore era di spalle all’aggredito, le altre invece configurano un
P.M.: L’aggredito comunque dava alle sue spalle all’aggressore?
Antonio Cafaro: Certo nel tentativo di fuggire a questo punto o forse perché impedito attivamente dall’aggressore che lo ha girato o forse perché questo sentendosi ferito per cause naturali si è girato lui volontariamente a questo punto pressore aggredito uno di fronte all’altro sono state portate l’ulteriore lesività all’emitorace anteriore sinistro, al fegato, alle mani come ho riferito e poi le ultime due che sicuramente non hanno carattere di vitalità
P.M.: Hanno una spiegazione logica o finalistica o dobbiamo lasciare intentata qualsiasi ipotesi?
Antonio Cafaro: Io ne lascerei intentata per non voler dare un’ipotesi (salta l’audio)
P.M.: … cascato che c’è l’hanno messo, c’è l’hanno trascinato, è stato alzato, rinvenuto con quei barattoli o quel barattolo sopra.
Antonio Cafaro: Premesso che io non c’ero a quel sopralluogo ma c’ero nei giorni successivi e poi avendo preso parte appunto anche alla visione dei fascicoli di sopralluogo mi sembra di ricordare con buona certezza che in prossimità di dove è stato rinvenuto il cadavere vi fosse una grossa macchia di sangue, molto ampia che specifica indagini ematologiche fatte da uno di noi, il dottor Marini oggi non presente, ha attribuito allo stesso gruppo sanguigno del ragazzo, quindi io ritengo ed anche il professore così come anche tutti gli altri periti che poi l’hanno firmato che il ragazzo sia morto lì in prossimità di dove sia sa dove sia quella grande macchia di sangue, da lì poi è stato alzato di peso e posto in un luogo meno evidente, se non mi ricordo male c’è stato anche un tentativo di mascheramento cercandolo di coprirlo con dei bidoni.
P.M.: Lei ricorda se avete fatto, a volte si fa, il peso di questo ragazzo dal momento che dice è possibile che sia stato sollevato?
Antonio Cafaro: No sinceramente non ho l’attrezzatura, li misuriamo e di solito trattandosi di una persona di regolare costituzione scheletrica sapendo l’altezza levando 100 cm quello che rimane sarebbe il numero dei chili, non ricordo quanto sia alto lui devo ammettere.
P.M.: Può guardare? Vediamo se ho fatto un indice io vediamo se lo troviamo da lì, sezione cadaverica non lo so.
Mauro Maurri: Mi ricordo che era piuttosto robusto, non aveva sovrappeso una buona muscolatura.
P.M.: Quindi i 60/70 kg siamo
Mauro Maurri: 70 di sicuro.
Antonio Cafaro: Sinceramente non trovo la pagina.
P.M.: No vabbè poi lo cerchiamo comunque in questo ordine qua.
Antonio Cafaro: Comunque voglio dire a livello indicativo non trattandosi di una persona dimorfica cioè non di un anno, non di una persona obesa, voglio dire è il luogo comune ovviamente con delle imprecisioni che posso approssimare un 10% se fosse mettiamo alto 1.75 cm sono 75 kg, se fosse 1.70 sui 70 kg.
P.M.: Beh comunque questo è indicativamente.
Antonio Cafaro: Lo so è una cosa molto approssimativa ma all’epoca dei fatti erano le cose.
P.M.: Io questo le chiedevo, lei ricorda o loro ricordano se invece su questo corpo in sede di esame autoptico avete rilevato segni di trascinamento o il fatto che mancassero vi ha fatto dedurre che è stato sollevato?
Antonio Cafaro: No ora sinceramente non mi ricordo che ci fossero sicuri segni di, io personalmente, che ci fossero sicuri segni di trascinamento.
P.M.: Non né date atto.
Antonio Cafaro: Anche perché lui è stato ritrovato mentre c’era appunto una specie di piazzola delimitata da arbusti/da cespugli lui è stato trovato al di là di questi cespugli, allora semmai fosse stato trascinato nel passare attraverso questi cespugli sicuramente avrebbe dovuto prodursi quella lesività che invece non abbiamo trovato.
P.M.: Lei ricorda o ha visto il cadavere? Lei non l’ha visto sul luogo
Antonio Cafaro: No l’ho visto solo all’istituto
P.M.: Quindi che il fatto che era sollevato da terra su questi arbusti lei non l’ha presente? Lei professor Maurri lei ha visto ha fatto il sopralluogo?
Mauro Maurri: Si era così, era in parte adagiato su dei cespugli che lo nascondevano abbastanza efficacemente da…
P.M.: Lei ha fatto delle ipotesi per scritto circa la possibilità che non sia stato un movimento naturale di un corpo che cade e molto più verosimilmente qualcuno che l’ha in qualche modo ha aiutato ad andare in quella posizione se non addirittura c’è l’hanno posto o su questo non si può dire niente?
Mauro Maurri: Non me lo ricordo dottor Canessa però il fatto che questo me lo ricordo bene sia stata trovata sul terreno a brevissima distanza da dov’era il cadavere questa pozza di sangue mi fa pensare che lui sia caduto lì dove c’era la pozza di sangue e che quindi non abbia potuto attivamente sia pure per brevissimo tratto spostarsi.
P.M.: Ha avuto un aiuto non sappiamo di quale tipo. Vorrei usare ora
Mauro Maurri: L’aiuto era finalizzato era quasi completamente nascosto.
P.M.: Era questa una deduzione che noi facciamo e vedo la fa anche lei, ed abbiamo la possibilità di fare un lavoro simile anche in tema di ricostruzione per quanto riguarda l’aggressione e le modalità dell’aggressione ovviamente il luogo, i colpi di arma da fuoco, i colpi di arma bianca sulla ragazza?
Antonio Cafaro: Sì per quanto riguarda la donna che si premette è stata rinvenuta cadavere dentro la tenda anche questa povera ragazza presentava duplice lesività d’arma da fuoco e d’arma bianca, però al contrario del ragazzo la lesività letale in questo caso è risultata quella da arma da fuoco, allora sul cadavere della donna sono stati rinvenuti numerosi fori di arma da fuoco a proiettile unico di cui in realtà uno realmente mortale che ha attinto la donna in regione temporale destra, è entrata in cavita cranica, ha sfracellato il cervello e poi fuoriuscita dalla teca cranica sinistra ma si è arrestata a livello dell’epicranio cioè dei tessuti molli del temporale sinistro e quindi è stato rinvenuto il proiettile. Una ulteriore ferita che noi chiamiamo in termini medici, chirurgici anzi, assetone alias vuol che si infiltra si di striscio ma sotto la cute cioè prende la cute, si incanala sotto la cute e fuoriesce sempre a livello sottocutaneo, è stato repertato in regione frontale anche questo come il precedente da destra verso sinistra, cioè il foro posto più a destra nella donna, in pratica avevamo due fori in regione frontale specillando cautamente si è visto che erano uniti da un tramite. Allora i caratteri di entrata di questi due fori era quello posto più a destra e anche in questo caso allora si è detto è entrato dalla parte destra, si è formato una specie di nicchia nel sottocutaneo, peraltro con una specie di piccolo stampo sull’osso, l’ha intaccato/lo ha compresso e poi è fuoriuscito e questo non è stato ritenuto e quindi è andato via. Una ulteriore ferita da arma da fuoco ha squarciato il volto in questo caso davvero di striscio cioè è penetrato superficialmente a livello della guancia del labbro superiore della donna squarciando fuoriuscendo e anche in questo caso non si è più ritrovato, mentre invece si è ritrovato un proiettile deformato lì dove adesso vedremo c’è stato una mutilazione a livello mammario, abbiamo fatto delle radiografie si è visto c’era un proiettile abbiamo inciso un pochettino è stato trovato un proiettile deformato, il fatto che fosse deformato lì dov’è una struttura molle lascia ipotizzare che possa essersi trattato della parte finale forse di uno dei proiettili che prima hanno impattato contro l’uomo, uno di quelli trapassati, e poi una ulteriore allusività che noi abbiamo dovuto dare per dubbia forse, possibilmente, probabilmente, forse da arma da fuoco una lesione da striscio al mento però come ha detto il professor Maurri lo stato del cadavere della donna dopo non poche ore, in una specie di forno perché quello è una tenda da campeggio esposta al sole, ingigantiva talmente i fenomeni cadaverici peraltro del volto come voglio dire le figure fanno vedere molto meglio le fotografie purtroppo spiegano meglio di mille parole per cui ecco perché quando dico è dubbio alcune cose perché purtroppo le cose son così sulla base di quanto a nostra disposizione quando è stato possibile riconoscere un’entrata e un uscita l’abbiamo riconosciuta, se i caratteri erano tali per cui era impossibile riconoscere abbiamo ritenuto giusto dire che era impossibile riconoscerlo con certezza. Tengo a precisare che tutte queste ferite comunque le tre al volto cioè quella letale, quella assetone e quella alla bocca erano tutte e tre da destra verso sinistra sul cadavere e questo è un fatto. Ecco la ferita di per sé unica e letale a produrre la morte era quella trapassante il cervello. Una lesività d’arma bianca è stata riscontrata anche sulla donna rappresentata in pratica da tre reperti due mutilanti, uno in regione pubblica e uno in regione mammaria che poi sicuramente si disquisirà non poco su questi, nonché una ferita d’arma da taglio a livello della radice del collo mi sembra di ricordare qui a livello di sinistra peraltro priva di caratteri vitali, ecco è stata fatta dall’alto verso il basso livello del primo intercostale ma non ha beccato nemmeno la pleura, il polmone era sano quindi forse è stato dato prima di cominciare, forse, è stato dato prima di cominciare le mutilazioni per essere sicuro che la donna fosse morta, però io non lo so. Altra lesività, poi c’erano delle minime lesività, alcune escoriative ed altre sicuramente da imputare a fenomeni putrefattivi talmente avanzati con proprio un’esfoliazione epidermica massiva grossi lembi, altra lesività noi non abbiamo riscontrato, in questo caso qui allora noi abbiamo voglio dire la lesione letale era tale da produrre la morte di per sé hanno detto che la morte è stata avvenuta subito dopo al momento dell’esplosione del colpo che l’ha attinta al cranio che sono stati sparati vista la stessa direzione sicuramente insieme con gli altri due, probabilmente forse se questo aumento può essere considerato una ferita d’arma da fuoco di striscio anche quello lì, poi per cose che casomai adesso saranno descritte successivamente anche in questo caso successivamente nei corsi dei sopralluoghi lì dove l’unica apertura aperta della tenda sul davanti.
P.M.: Vogliamo a questo punto le faccio la domanda così le facilito il compito di dire è proprio quello che volevo chiedere, è possibile a questo punto ipotizzare la dinamica dell’aggressione, i luoghi in cui è avvenuto l’aggressione, nel senso dove la ragazza è stata attinta dai colpi di arma da fuoco e dove è possibile pensare che sono state fatte le escissioni e ancora se sulla base del reperimento dei bossoli si può dire qualcosa di preciso su questi due punti.
Antonio Cafaro: Sempre ribadendo il fatto che tutti i bossoli sono stati rinvenuti in vicinanza dell’apertura anteriore della tenda e quindi è lecito ipotizzare che tutti i colpi siano stati esplosi lì, una volta esploso il colpo quello letale ha causato la morte della donna.
P.M.: Quindi è da ipotizzare colpi sparati da fuori della tenda verso la donna che è dentro?
Antonio Cafaro: Si perché mi sembra di ricordare anche se poi non ho conoscenza diretta alcuni sicuramente di questi colpi hanno trapassato anche la tenda, quindi sicuramente venivano dal di fuori trapassando la tenda in regione posteriore e poi dato che anche in questo caso sul davanti della tenda è stata rinvenuta una grossa macchia di sangue anche in questo caso la nostra ematologa ha riscontrato essere dello stesso gruppo sanguigno della ragazza noi abbiamo presa per buona l’ipotesi che la donna sia stata tirata fuori una volta morta sicuramente, lì sono state fatte le due mutilazioni, noi si è detto vista la grande quantità di sangue prima quella al pube perché è più grande ma è massiva rispetto all’altra quindi può aver dato un sanguinamento ancorché di una persona già morta, una recisione di vasi più grande poi quella della mammella e poi la donna deve essere stata rimessa dentro la tenda e richiusa.
P.M.: Ancora un ultimo particolare, lei ci ha descritto ora la tenda questa apertura l’unica apertura aperta ha detto no? È molto chiaro per me e per tutti quelli che conoscono il vostro elaborato e il sopralluogo fatto dalla polizia scientifica, voi fra l’altro qualcuno di voi ora non so chi specificamente comunque nel vostro elaborato alla pagina 2 si fa la descrizione della tenda e nella descrizione della tenda si descrive proprio che esiste anche nella parte interna della tenda una apertura funzionale nella parte posteriore ma chiusa una cerniera mentre la cerniera sul davanti è aperta e così? Ricorda di averlo visto personalmente
Antonio Cafaro: Se permette sulla parte posteriore della tenda il velo esterno della tenda era stato tagliato, ma questo taglio non aveva interessato invece il secondo velo quello interno.
P.M.: Nel secondo velo però c’è naturalmente una cerniera che voi trovate chiusa e così, lei ricorda di avere personalmente esaminato meglio questa tenda o niente ricorda oltre ciò che ci ha detto?
Antonio Cafaro: L’abbiamo esaminata, l’abbiamo anche ricostruita, rimontata e guardata e abbiamo scritto in proposito una parte della relazione.
P.M.: Lei ricorda se nella parte posteriore della tenda sia nella parte diciamo esterna la copertura a quella argentata sia nella parte interna il telo la parte in cotone galla se non sbaglio vi era anche una soluzione di continuità diversa da quella del taglio? Perché c’è stato descritto che c’era un colpo di un passante di probabile arma da fuoco sui due teli in corrispondenza l’uno con l’altro nella parte posteriore questo c’è lo dice la polizia giudiziaria, lei ricorda qualcosa?
Mauro Maurri: No non mi ricordo nulla ma è come diceva il dottor Cafaro qualcuno dei colpi esplosi sul davanti e la tenda sicuramente ha trapassato anche i teli posteriori della tenda quindi potrebbe esserci benissimo uno di questi però non me lo ricordo.
P.M.: Lei non ricorda se uno o più, no. Lei ricorda è qualcosa di preciso circa la localizzazione dei bossoli o il ricordo è quello che ci ha detto nella parte esterna?
Mauro Maurri: No dott. Canessa anche perché quando arrivavamo noi in sopralluogo era già a buon punto quindi no.
P.M.: Bene io allo stato non ho altre domande grazie.
Presidente: Avvocato Colao.
Avv. Aldo Colao: Lei ha ipotizzato l’uccisione del ragazzo francese nel punto dove è stata rinvenuta la macchia, quindi uscita dalla tenda e poi aggressione sul posto, può ipotizzare che per dare quella sequenza di colpi che lei ha riferito sono stati trovati sul corpo del ragazzo francese al collo trapassante da destra a sinistra e poi anche al petto l’aggressore abbia fermato il ragazzo in fuga, cioè questa sequenza veloce di colpi portati potevano essere portati in movimento o vi era la necessità di bloccare?
Mauro Maurri: Avvocato direi che sicuramente l’aggressore nella fase iniziale dell’inseguimento s’è trovato per ovvie ragioni alle spalle dell’aggredito proprio perché lo stava inseguendo, quindi è probabile che avvicinandosi a lui lo abbia potuto afferrare con un braccio verosimilmente il sinistro e diciamo abbracciarlo proprio per fermarlo, se ci sia riuscito completamente o meno non lo sappiamo ma certo è che in tal modo lui aveva libera la mano destra, che con ogni probabilità impugnava l’arma bianca e con altrettanta buona probabilità ha inferto i colpi con la mano destra da destra verso sinistra, direi che è probabile che lo abbia proprio afferrato così colpendolo al collo.
Avv. Aldo Colao: Un’altra domanda dicevo in questa sequenza, in questa tragica lotta per la vita perché penso che quel colpo al collo è stato letale.
Mauro Maurri: All’esofago sì, non ha leso organi di estrema importanza però era molto grave.
Avv. Aldo Colao: Allora le ferite che il giovane francese ha riportato sul piano osseo del radio che sono state descritte dal dottor Cafaro e che se non erro rappresentano lo stampo della punta dell’arma quindi ipoteticamente avendo l’arma potendola inserire lì si ricostruirebbe questa punta di quest’arma è vero questo?
Mauro Maurri: Così dicono i periti modenesi che si sono occupati di questo particolare aspetto del problema.
Avv. Aldo Colao: Avete riscontrato una ferita nel piano osso a carattere triangolare?
Mauro Maurri: Si erano ferite per infissione e quindi per infissione poteva lasciare lo stampino.
Avv. Aldo Colao: Allora questa ferita unitamente all’altro può essere stata provocata come reazione da difesa del giovane, una volta accertato la manovra di fermarlo e di accoltellarlo quindi il portare le mani a difesa al collo
Mauro Maurri: Potrebbe essere di solito tutte le ferite alle mani vengono genericamente classificate come ferite a difesa, anche queste potrebbero essere ferite da difesa anche se non abbiamo la dimostrazione assoluta che siano danni da difesa ma il fatto stesso che sia in quelle regioni degli arti superiori fanno pensare a movimenti istintivi per cercare di bloccare l’azione legifera dell’arma.
Avv. Aldo Colao: Questa ferita nel radio che poi è l’unica su un tessuto diciamo irrestringibile quindi ha avuto modo di poter essere rilevata anche nelle sue misure se non erro ecco, presentava diciamo un triangolo in sezione? Era di natura triangolare?
Mauro Maurri: Si era un triangolo molto schiacciato diciamo così però avvocato ripeto la morfologia precisa di questa ferita è deducibile più dalla perizia modenese e non da quella Fiorentina.
Avv. Aldo Colao: Io questo lo so però ho voi davanti e quindi è chiaro che devo porre a voi queste domande anche perché le avete rilevate voi
Mauro Maurri: Sì siccome con ogni verosimiglianza si è trattato di un’arma bianca mono tagliente e quindi dotata di un solo filo e di una costola dalla parte opposta al filo, la costola poco poco è alta qualche millimetro quindi di fronte al carattere lineare del filo i 4 mm possono insieme alla punta costituire un triangolo ecco.
Avv. Aldo Colao: Ma allora seguendo lei che ha detto che si tratta di un triangolo che ha una base molto lunga, rispetta l’altezza del triangolo stesso che se non erro l’ha detto prima il dottor Cafaro di quanti millimetri è piccolissima.
Antonio Cafaro: Mi scusi avvocato qui credo bisogna fare una precisazione abbia pazienza, quella che noi descriviamo come lesione di forma triangolare si riferisce alla superficie esterna, quello che noi vediamo che ci manca è un piccolo triangolino con base distale verso la mano, apice prossimale, ed è quello che si vede all’esterno, quello che lei invece cerca da noi è la ricostruzione a tre dimensioni di una figura prismatica, tre dimensioni, un prisma in sezione possa avere area triangolare è un fatto ma essendo sia io che il professor Maurri totalmente ignoranti in matematica tutto il resto è per noi è forse possibile ma non credo che in concreto noi le possiamo essere di aiuto comunque, conosco i limiti.
Avv. Aldo Colao: No poiché il professor Maurri si stava sviluppando il concetto che la base di questo triangolo è piuttosto lunga rispetto all’altezza, allora chiedo questo, il vertice opposto a una base di tal fatto in un triangolo forma un angolo acuto o un angolo ottuso?
Antonio Cafaro: Avvocato domanda estremamente direi dettagliata la quale non sono in grado di rispondere suggerirei di rifarsi a quanto a questo proposito è stato scritto dalla perizia dei modenesi perché i modenesi l’hanno fatta per conto loro, non abbiamo comunicato insieme su questo particolare aspetto del caso e quindi non vorrei arrogarmi il diritto di rispondere per un lavoro/per una cosa che io non ho fatto.
Avv. Aldo Colao: Un triangolo che ha una base molto lunga l’angolo opposto al vertice della base sia molto lunga deve essere ottuso scusate voglio dire, è vero?
Mauro Maurri: Però insomma ripeto io non vorrei avere la paternità di questa affermazione.
Avv. Aldo Colao: Grazie, ritornando sull’escissione del seno della povera ragazza francese, seno sinistro, Dott. Cafaro lei si ricorda il diametro di questa zona escissa?
Antonio Cafaro: Sinceramente no però sicuramente l’abbiamo segnato, me lo dica lei lo ha segnato.
Avv. Aldo Colao: 18 era quello della Rontini. Questo era un po’ più piccolo quello francese 13, allora ben descrivete nella zona escissa voi dott. Cafaro una serie di superficialità soluzioni di continuo lineari non discontinue grossomodo parallele fra di loro nella zona intorno al seno escisso da ore in particolare da ore 07:00 fino a ore 12:00, io vorrei un attimino se si soffermasse su queste linee perché hanno un loro peso nella determinazione dell’arma bianca.
Antonio Cafaro: Direi questo avvocato che probabilmente queste superficialissime escoriazioni, graffi poco più, lineari, paralleli fra loro e ravvicinati/equidistanti fra loro potrebbero essere l’azione sempre della stessa lama ma non dalla parte del tagliente bensì dalla parte della costola purché la costola non fosse completamente assolutamente liscia, ci deve essere stato qualche disegno/qualche zigrinatura/qualche irregolarità nella costola stessa che mi fa pensare del tutto ipoteticamente a quello che di solito si trova in qualche coltello da subacqueo, per esempio, nel quale ci sono sulla costola c’è un tratto più o meno largo/più o meno lungo con delle zigrinature, mi ha fatto pensare questo però ripeto è solo un’associazione visiva.
Avv. Aldo Colao: Ora lei sa che la scuola dei periti di Modena parla di torsione del polso lungo il filo quindi all’opposto di quello che lei sta evidenziando ora
Antonio Cafaro: Su questa cosa bisogna sentire i modenesi.
Avv. Aldo Colao: I modenesi non ci sono li chiameremo naturalmente nella dovuta sede quando ci potranno essere i modenesi però ciò non toglie che io volevo dire questo, indipendentemente da quale filo di costola ecco possono essere state prodotte queste lesioni e se c’è stato un cambiamento dell’arma da un filo della lama a filo di costola opposto o se viceversa si è trattata solo di una torsione di polso io le chiedo se queste linee discontinue superficiali crescenti sono prodotti da un filo di costola continuo o seghettato ma seghettato nel vero senso della parola.
Antonio Cafaro: Si io dico proprio a sega, ho sbagliato parola io ho detto zigrinato in realtà si potrebbe dire seghettato proprio come un coltello da subacqueo che ha delle seghettature più o meno profonde, più o meno evidenti, equidistanti fra loro e variamente numerosi, seghettate è la parola giusta, potrebbe essere un coltello seghettato.
Avv. Aldo Colao: Professore ma in questa ipotesi nell’azione di completamento della escissione del seno le linee equidistanti non sarebbero state parallele/orizzontali ma sarebbero state verticali mi consenta, se era una seghettatura nel vero senso della parola.
Antonio Cafaro: No avvocato perché il coltello per forza lei lo deve adoperare in questo senso, no? Quindi tangenziale alla superficie che deve tagliare con un movimento di questo tipo, quando la metà grossomodo della escissione è compiuta che succede? Succede che lei inverte nella propria mano, non cambia mano, nella stessa mano ma inverte la posizione del coltello, la parte che fino a quel momento ha offerto il filo offre la costa e viceversa con il coltello prosegue poi dall’altra parte e proseguendo dall’altra parte in una situazione un pochino più scomoda per un soggetto presuntivamente destrimane può darsi che la costola nella parte che è segretata abbia leggermente sfiorato la cute producendo queste lesioncine qui. Io credo che sia successo questo, però ripeto è anche questa un’ipotesi se vuole di probabilità ma in assenza di una sicura identificazione dell’arma.
Avv. Aldo Colao: Bisogna intenderci però cosa intende per seghettatura scusi perché se è ondulazione perché il punto qui è importante o se si tratta proprio di sega nel senso della parola.
Antonio Cafaro: Si avvocato credo che ognuno di noi ha presente un coltello subacqueo che sulla costa ha delle piccole irregolarità regolari più o meno profonde/più o meno appuntite che rappresenta una seghettatura, i denti più o meno superficiali di quest’arma, i denti dalla parte della costa, dall’altra parte c’è il filo naturalmente che non è dentato che è continuo ed ininterrotto, io ho pensato ad un’arma di questo tipo ma ripeto è un’ipotesi mia che potrebbe essere benissimo contestabile non corrispondere alla verità.
Avv. Aldo Colao: Lei prima nel processo Pacciani ha sempre parlato di un filo di costola e di un filo di lama e di una costola
Antonio Cafaro: Sì però in questo caso qui è evidente cha la costola non poteva essere liscia se no come si fa a produrre queste 7/8 ferite regolari, parallele ed equidistanti?
Avv. Aldo Colao: Io ritengo per estratto vabbè poi naturalmente ognuno comunque grazie professore.
Presidente: Altre domande?
Avv. Nino Filastò: Vorrei sapere se è vero che la terza o seconda ferita al gomito benché sanguinante, sto parlando delle ferite riportate dal ragazzo ferite d’arma da fuoco, e dico che è la seconda o terza in successione non si sa bene quale sia stata la ferita presa al gomito e se l’ha presa in questo frangente benché sanguinante non fu comunque capace di ledere organi vitali e lasciò intatte le facoltà di deambulazione di questo giovane.
Antonio Cafaro: Scusi sta parlando del gomito?
Avv. Nino Filastò: Facoltà di correre insomma, di muoversi, di agire liberamente, insomma lui aveva una certa capacità di reazione volevo sapere questo.
Antonio Cafaro: Di sicuro, perché le ferite d’arma da fuoco riportate da questo ragazzo per quanto dolorosi, per quanto discretamente ma non eccessivamente sanguinanti potessero essere, per quanto li rendessero difficili ma non impossibili i movimenti degli arti superiori li rendevano altrettanto possibili ed eventualmente efficienti movimenti degli arti inferiori in un ragazzo giovane sano e robusto. Era con quelle ferite d’arma da fuoco e li abbiamo riscontrato sicuramente in grado di alzarsi, di uscire dalla tenda e di tentare di fuggire.
Avv. Nino Filastò: Certo, è possibile o probabile ecco su questo punto vorrei una definizione vostra sulla possibilità o probabilità che le ferite alla mano sinistra sempre da colpi da arma da fuoco e anche quella da arma da fuoco al gomito siano da difesa, cioè il gesto di chi si protegge rispetto ad un’arma.
Antonio Cafaro: Se non sbaglio l’aveva già detto.
Avv. Nino Filastò: Sì ma volevo sapere se lo riteneva possibile o probabile.
Antonio Cafaro: Possibile.
Avv. Nino Filastò: Bene, quindi complessivamente il ragazzo fu attinto da tre o quattro colpi di arma da fuoco e questi colpi di arma da fuoco furono rilevanti rispetto alla causa della morte, causa della morte l’accoltellamento?
Antonio Cafaro: Si
Avv. Nino Filastò: Volevo sapere se prima di questo accoltellamento cioè nel momento in cui questo giovane incontra la morte a parte che abbiamo detto che era capace di correre, probabilmente anche di divincolarsi immagino, era anche capace di urlare e di chiedere aiuto?
Antonio Cafaro: Direi di sì. Non so se l’abbia fatto davvero.
Avv. Nino Filastò: No ma questo lo sappiamo però voglio dire lo ritiene possibile/probabile?
Antonio Cafaro: Possibile ma anche probabile certo.
Avv. Aldo Colao: C’è una lesione sul vertice del cranio al ragazzo, io intanto vorrei sapere, avete già risposto ma vorrei una puntualizzazione, circa la ferita al gomito se era sanguinante, sanguinante si, sanguinante anche in misura diciamo discreta?
Antonio Cafaro: Ma sì non aveva leso grossi vasi e arterie era rotto l’omero.
Avv. Aldo Colao: Volevo sapere questa ferita al vertice del cranio del ragazzo che praticamente se ho capito è proprio sul cucuzzolo, quassù in cima sulla cuspide.
Antonio Cafaro: Deve trattarsi di una lesività esplorativa che noi abbiamo detto di non poter realmente interpretare
Avv. Aldo Colao: Quindi non è da coltello.
Antonio Cafaro: No se vuole lo possiamo rivedere per bene
Avv. Aldo Colao: Le pagine questa volta non sono in grado di dirgliele salvo qualcuna perché ho fatto una confusione
Antonio Cafaro: No non aveva mi sembra di ricordare, si fida di me, che non aveva caratteri di una lesione da coltello.
Avv. Aldo Colao: Vorrei sapere se le ferite che voi definite la quinta, la sesta e la settima all’emitorace sinistro con lesioni multiple del polmone sinistro se sono state sanguinanti?
Antonio Cafaro: Sicuramente.
Avv. Aldo Colao: Anche all’esterno?
Antonio Cafaro: Un pochino sì qualcosa sì non tutto il sangue si è raccolto nel cavo pleurico ma sicuramente qualcosa è fuoriuscito anche dal di fuori.
Avv. Aldo Colao: Poi c’è una lesione alla schiena in regione posteriore sinistra che va a colpire il polmone sinistro.
Antonio Cafaro: Sicuro? Il polmone?
Avv. Aldo Colao: è arrivato al polmone.
Antonio Cafaro: Io non me la ricordo mi sembra che quella posteriore si fermi a livello costo vertebrale ma non intacchi
Avv. Nino Filastò: Dietro sul retro del polmone di sinistra ha ragione lei non lo non lo raggiunge. Volevo sapere questa è una ferita infetta mentre scappava?
Antonio Cafaro: Anche in questo caso è impossibile però io ripeto essendo stato trovato il cadavere supino essendo presenti anche le ipostasi noi non è che poi abbiamo la scienza infusa avvocato, allora noi possiamo dire che una ferita è vitale se troviamo tra virgolette caratteri di vitalità.
Avv. Nino Filastò: Questa era vitale?
Antonio Cafaro: Aveva dubbi carattere di vitalità che anche perché poi quando è stata fatta l’autopsia erano già passati credo sia stata fatta un martedì o mercoledì, il tempo era talmente passato per cui quel nero, quella sostanza nera trovata lì intorno non ci permetteva di dire con sicurezza se fosse vitale, nella dinamica della ricostruzione dell’episodio probabilmente è vitale ed è stata fatta come una delle prime così come le altre, così come sicuramente è vitale quella regione posteriore del braccio sinistro che è un ampio squarcio trasversale.
Avv. Nino Filastò: Ora complessivamente tutte queste ferite sono sanguinanti e voi trovate anche c’è questa macchia di sangue sulla terra dove questo ragazzo attendibilmente è caduto, questa macchia di sangue indica una perdita di sangue ecco come? Non indifferente, notevole, cospicua?
Antonio Cafaro: Mi dovrei ricordare le dimensioni della macchia di sangue
Avv. Nino Filastò: 40 cm tondeggiante hanno bevuto il terreno voi non sapete dire quanto perché il terreno avrà una certa conformazione, comunque non indifferente. Questa è un informazione di carattere generale e vedo che la perdita di sangue in un corpo rallenta processi putrefattivi.
Antonio Cafaro: A livello teorico si però ci sono tanti di quelle variabili cioè meno sangue, il discorso se vuole glielo motivo perché, meno sangue vuol dire che c’è meno diciamo tessuto di nutrizione per gli agenti putrefattivi che sarebbero i batteri.
Avv. Nino Filastò: Se mi permette la battuta pensi alle mummie che non hanno sangue ed hanno perso tutti i liquidi e si conservano per millenni.
Antonio Cafaro: Però mi scusi avvocato se questo è un fattore sicuramente che credo sia scritto in quasi tutti i libri di medicina legale è un fattore che può ritardare la putrefazione ma come qualsiasi libro di medicina legale non può essere dato da un solo elemento.
Avv. Nino Filastò: Ma certamente infatti ora io volevo dirle qualcosa, entrando su questo argomento che riguarda appunto la tanatologia, voi sapete perché lo conoscete avete sicuramente letto l’elaborato dei periti modenesi che ha un contrasto fra voi ed i modenesi che modenesi tour dicano questi sono morti di sabato.
Antonio Cafaro: Sì io mi permetterei di dire una cosa
Avv. Nino Filastò: No lo sapete questo, volevo dire chi si era a conoscenza.
Antonio Cafaro: Ma mi scusi i modenesi hanno partecipato anche loro al primissimo sopralluogo avvenuto il lunedì pomeriggio, così come il professor Maurri e altri membri della medicina legale di Firenze, quindi bisogna vedere quali fenomeni cadaverici hanno registrato loro
Avv. Nino Filastò: Infatti io volevo un tantino se era possibile approfondire questi aspetti, partendo da questo fatto, professor Maurri lei ha detto che il corpo del ragazzo non presentava fenomeni di fauna cadaverica, comunque il verbale di indagine autoptica eseguito l’undici settembre a pagina non posso dire perché nella mia la pagina non c’è insomma è il fondo pagina dice si rileva, sulla parte del ragazzo, estesi fenomeni putrefattivi di natura cromatica rappresentati da colorito verde nerastro della regione addominale, della regione toracica anteriore del dorso, con presenza di reticolo venoso putrefattivo a livello della regione delle spalle e si rileva inoltre presenza di fasce negroide con larve di mosca carnaria in specie a carico del punto.
Mauro Maurri: No però quando è stato fatto questo esame?
Avv. Nino Filastò: L’undici cioè quando è stato fatto l’esame.
Mauro Maurri: Cioè martedì era già passate 24 ore
Avv. Nino Filastò: L’avranno tenuto almeno forse in frigorifero immagino no?
Mauro Maurri: Prima di tenerlo in frigorifero tenerlo sul tavolo di marmo guardarlo.
Avv. Nino Filastò: Insomma ora che le larve di mosca aggrediscono un cadavere all’istituto medicinale non ci credo professore, dica quello che vuole ma io a questo non ci credo.
Mauro Maurri: No non ho detto ma può darsi che si siano sviluppate lì.
Avv. Nino Filastò: Poi ci dice anche fenomeni di epidermolisi e quindi caduta dei capelli, questo è un fenomeno deflattivo? Di stadio abbastanza avanzati, anche l’aspetto negroide del viso?
Mauro Maurri: Si certo il viso si gonfia un pochino, però se mi permette avvocato l’elemento importante per cercare di precisare l’epoca della morte è quello si rileva al momento del sopralluogo, lì in zona perché ripeto poi il tempo passa prima che il cadavere sia stato rimosso, prima che l’abbiamo portato a medicina legale, messo in cella
Avv. Nino Filastò: Ma questi rilievi sono stati fatti l’undici sia per questo signore e per la signorina insomma quindi le differenze io stavo cercando di analizzare i punti che diversificavano il cadavere della ragazza da quello del ragazzo tenendo presente che lei stesso ha detto che nel caso della ragazza saremmo di fronte ad un fenomeno eccezionalmente rapido, eccezionalmente. Ora se la stessa eccezionalità la troviamo anche sul corpo del ragazzo
Mauro Maurri: Avvocato però per l’eccezionale rapidità mi riferivo alla tanatologia della ragazza quando era ancora in tenda, quando l’abbiamo vista noi li mentre il ragazzo non era così eccezionalmente putrefatto quando l’abbiamo visto nelle stesse circostanza.
Avv. Nino Filastò: Quando l’avete visto presentava una cute di colorito intensamente nerastro del fenomeno putrefattivo al volto, è così ecco voi avete riscontrato sempre nel cadavere del ragazzo una vasta irregolare disepitelizzazione superficiale a maggior asse longitudinale col fondo colorito giallastro della lunghezza centimetri 12 e larghezza massima 4 cm, il fondo essiccato ci sono tenerissimi sollevamenti epidermici in senso cranio
Mauro Maurri: In che zona avvocato del cadavere?
Avv. Nino Filastò: Arti inferiori vicino alle cosce, anche la gamba sinistra ecco esattamente la faccia della gamba sinistra nella metà superiore oltre all’imbrattamento del fango, voglio dire che quando l’avete visto sul luogo era nascosta da una macchia di sangue tolta la quale voi vi accorgete questa situazione di distacco della cute insomma gli strati superficiali si spella
Mauro Maurri: Si spella
Avv. Nino Filastò: E questo è un fenomeno putrefattivo in stato abbastanza avanzato si o no? Sopra la fase cosiddetta cromatica
Mauro Maurri: è contemporanea alla fase cromatica, c’è l’alterazione cromatica, me l’ha letto lei ora.
Avv. Nino Filastò: Ci sono tenerissimi sollevamenti epidermici a me risulterebbe che fosse una fase un po’ più avanzata rispetto alla fase cromata, in ogni caso è vero che la restante massa intestinale l’avete trovata prima dei reperti.
Mauro Maurri: Scusi avvocato non ho capito.
Avv. Nino Filastò: Voglio dire altri fenomeni putrefattivi che a voi rilevaste sempre sul cadavere del ragazzo eh sto parlando sempre di lui restante massa intestinale priva di reperti come il pancreas, le ghiandole surrenali che appaiono avanzata involuzione putrefattiva, anche i reni li avete trovati in fase avanzata putrefattiva.
Mauro Maurri: Il pancreas e le surrenali sono due organi interni che più facilmente vanno in putrefazione, più rapidamente, i primi a putrefarsi.
Avv. Nino Filastò: Ora con riferimento a tutti questi fenomeni voi alla fine ritenete che sia una situazione che integra secondo la classificazione classica quella ho trovato io in un manuale normale che integri il fenomeno il momento cosiddetto di stadio enfisematoso oppure quello cromatico? E se fosse quello cromatico siamo nella fase terminale di quello cromato?
Mauro Maurri: Avvocato forse non sono stato troppo chiaro quando inizialmente ho parlato della tanatologia, in medicina raramente 2+2 fa 4 ma in tanatologia eccezionalmente 2+2 fa 4 per cui due fasi che di solito cronologicamente sono un po’ differenziate tra loro possono coesistere tranquillamente, io le ho promesso che i metodi per calcolare l’epoca della morte sono soggetti a variazioni notevolissime che dipendono dai fattori ambientali e dai fattori intrinseci al cadavere.
Avv. Nino Filastò: Un suo collega di Pisa, in questo momento non ricordo il nome mentre in occasione del processo Lavorini stavo discutendo il fenomeno di questo genere mi largui dicendomi che un asino vuol sembrare di tanatologia deve discettare, l’opinione era questa, però un dato vorrei sapere.
Mauro Maurri: Avvocato scusi ma non sento
Avv. Nino Filastò: Mi scusi dicevo questo l’odore di morto quando si comincia a sentire?
Mauro Maurri: Avvocato per carità, morto dove? Sotto una tenda o in un bosco all’aperto?
Avv. Nino Filastò: Sotto una tenda, sto parlando del cadavere della ragazza.
Mauro Maurri: Non lo so.
Avv. Nino Filastò: Non lo sa, è possibile dopo 14/15/16?
Mauro Maurri: Sì.
Avv. Nino Filastò: Allora guardando ora in linea generale i colpi da arma da fuoco che attingono questi due poveretti siete in grado voi di fare una valutazione circa la dinamica? Vale a dire non solo sulla dinamica, allora riepiloghiamo un attimo per vostra e per mia anche chiarezza, i bossoli vengono trovati due all’esterno della tenda sul fianco della terra è vero? Si trova un colpo il quale trapassa sul fianco la tenda, c’è da dire troviamo una soluzioni di continuo nella tenda che si ritiene che possa essere un colpo di arma da fuoco, allora di cui non si sa che fine abbia fatto questo colpo, voi dite non è possibile ipotizzare nemmeno, la domanda è questa con riferimento ai colpi che vengono sparati dal davanti alla tenda voglio sapere la successione di questi colpi se è rapida o meno e la probabile posizione dello sparatore, vale a dire, se è in piedi davanti alla tenda, se è chinato con un ginocchio eventualmente a terra, quale la posizione più probabile?
Mauro Maurri: Ma senta
Avv. Nino Filastò: Naturale tutto questo avendo presente anche dove colpivano cioè dire quattro colpi finiscono sulla ragazza, tre alla testa
Mauro Maurri: Considerate le dimensioni d’altezza nella tenda e l’apertura è intuitivo ammettere che il soggetto fosse quantomeno chinato, quindi diciamo che non avesse una posizione eretta anche perché non avrebbe mai potuto vedere dentro la tenda e quindi era quantomeno chinato. Se poi fosse in ginocchio o fosse con le ginocchia piegate e quindi con un equilibrio instabile del proprio baricentro questo non lo possiamo dire, però era di sicuro non in posizione eretta probabilmente con le ginocchia molto flesse affinché il suo ecco per vedere dentro ecco
Avv. Nino Filastò: E considerata la distanza in cui questi bossoli vengono trovati vale a dire un brevissimo spazio sulla successione.
Mauro Maurri: Sulla successione come la domanda che lei ha posto sono stati sparati in rapida successione, tutti quanti e bisogna pensare un attimino che cosa possa essere successo in una tenda diciamo di una cubatura molto modesta per cui scoppia il finimondo in meno di un attimo, sono stati esplosi in rapida successione tutti i colpi in un posto in cui già due persone non possono loro assumere la posizione eretta e forse erano abbracciati tra loro ma quantomeno non avevano una certa agilità o possibilità di distanza tra di loro per questo io ho ammesso che qualcuno dei trapassati come ha trapassato il primo ecco come ha trapassato il primo si possa essere poi fermato sulla seconda. Però lo prenda come una verosimile ipotesi.
Avv. Nino Filastò: Uno di questi colpi d’arma da fuoco penetra e sfracella la massa encefalica, voi avete scritto sfracella la massa encefalica, della povera Nadia, la domanda è questa, una persona che sia stata attinta da un colpo di arma da fuoco che le ha procurato questa gravissima lesione a parte che possa mantenere una certa vitalità per un certo periodo di tempo, le domande sono delle solite rispetto a quella posizione della Rontini, è in condizioni di muoversi? Intanto per cominciare si è mossa?
Mauro Maurri: Se lei vuoi sapere se dopo quel colpo
Avv. Nino Filastò: Che gli è successo dopo questo colpo a questa ragazza?
Mauro Maurri: Direi questo avvocato che il paragone con il caso precedente alla Rontini calza solo parzialmente perché nel caso della Rontini non abbiamo parlato di sfacelo ecco, se di sfacelo abbiamo parlato nel caso della ragazza francese
Avv. Nino Filastò: Stracciamento
Mauro Maurri: Sfracellamento, brutta parola, vuol dire che c’era una lesione della massa encefalica molto più grave di quella prodotta invece nel caso precedente, quindi se nel caso precedente si ammette la possibilità di qualche movimento direi istintivo e di una brevissima sopravvivenza in questo caso qui mi sentirei di escluderla ecco.
Avv. Nino Filastò: Anche quindi sotto il profilo delle emissioni vocali?
Mauro Maurri: Direi di sì.
Avv. Nino Filastò: Bene grazie, ora a proposito delle ferite da arma bianca sempre restando sul corpo della ragazza e tornando alla ferita di asportazione del seno di cui avete già descritto delle caratteristiche, se qualcuno volesse essere così gentile da mostrare ai periti il coltello che io ho esibito, allora ecco questo è un coltello non subacqueo professore ma è un coltello da attacco insomma un’arma paramilitare chiamiamola di cui esistono numerosi modelli alcuni dei quali, questo ci hanno restituito anche quelli? Sono questi no scusi ecco. Io volevo sapere con riferimento a questo coltello e a quelli in particolar modo fra quelli della produzione quelli seghettati, con la costola seghettata, se un’arma di questo genere è compatibile con le lesioni riscontrate sul cranio del ragazzo e della ragazza
Mauro Maurri: Avvocato ho l’impressione, ma è un’impressione non una certezza, che grossomodo l’arma di cui io ho ipotizzato l’uso possa essere un po’ non molto diversa da questa però qui ho l’impressione ancora una volta l’impressione che le seghettature siano molto profonde, non so se la distanza fra le singole seghettature possano rispondere alla distanza
Avv. Nino Filastò: Certo Professore io non pretendo che sia questa altrimenti il mostro sarei io, tanto è vero che se lei guarda il catalogo lei troverà un coltello di questo tipo però più piccolo e con delle seghettature molto più piccole.
Mauro Maurri: Si c’è n’è diverse, direi che grossomodo un coltello che abbia delle seghettature non profonde e distanziate fra loro in maniera tale che corrisponda alla distanza delle ferite riscontrate sulla mammella della ragazza potrebbe essere chiamata in causa.
Avv. Nino Filastò: A suo conforto professore siccome qualcuno ha detto che l’opinione dei periti modenesi era diversa dalla sua le leggo quello che dicono i periti modenesi sul punto “dopo aver effettuato un’analisi computerizzata sulle lesioni numerizzata con quei carismi” che come non vengono capiti dal dottore non ho capito nemmeno io, comunque alla fine si dice così “i valori di RNDF suggeriscono un andamento caratterizzato da una sostanziale uniformità dei parametri di posizione baricentro, la luminosità indica che la percentuale tessuto muscolare sposta alla soluzione di continuo operata al meccanismo lesivo e modificata nei singoli casi, dato questo che fa supporre una costante ed uniforme modalità di azione l’impiego di un mezzo tagliente identico ad opera di una stessa persona fra un episodio lesivo e l’altro” e poi puntualmente si dice in particolare questa con riferimento a quelle lesioncine siamo a pagina 58 “in particolare questa configurazione di linee abrasive depone per un movimento di torsione di un arto destro con un movimento di taglio dal basso verso l’alto e da destra a sinistra in posizione frontale rispetto alla vittima, posizione che non muta, per la quale difficoltà nel proseguire l’azione di taglio a causa della torsione del polso e dell’avambraccio provoca un cambiamento di inclinazione del tagliente della lama che viene ad essere maggiormente premuto sulla cute e appoggiato sul margine a filo seghettato il quale può produrre la citata abrasione”
Mauro Maurri: A filo seghettato.
Avv. Nino Filastò: Cioè proprio quello che ha detto lei vale a dire questo gesto ad un certo punto poi cambia il verso del movimento e a quel punto arriva, no io volevo dirglielo siccome alcuni aveva detto lei io invece no su questo punto c’è piena affinità. Siccome al dibattimento del processo Pacciani il presidente di quel procedimento ipotizzò che queste lesioni potessero essere come lesioni di prova, come qualcuno a un certo punto prima di fare il taglio e portar via quasi un colpo netto questo seno avesse sperimentato facendo delle lesioni così le sembra un’ipotesi plausibile?
Mauro Maurri: Direi di no, se vuole dico anche perché, perché una precisione geometrica non si può aspettare da una mano al buio/al semi buio in quelle circostanze.
Avv. Nino Filastò: Presidente chiedo a questo punto se il coltello ahimè sia quelle fotostatiche di cataloghi che ho mostrato ai periti vengano prodotte in atto.
P.M.: Presidente mi oppongo non vedo proprio a cosa possa servire acquisire agli atti un coltello che sicuramente è di proprietà o ne sa la provenienza il difensore che ai fini della ricostruzione dei fatti così come è avvenuto in quest’aula non ha niente a che vedere dal momento che abbiamo la deposizione, abbiamo le considerazioni sia dei periti sia le considerazioni, le domande del difensore, non vedo proprio il coltello materialmente a cosa serva, quindi mi oppongo dal momento che per quanto riguarda le domande è già stato fatto tutto quello che mi sembra fosse possibile fare un coltello del quale ovviamente non conosciamo né la provenienza né ha alcuna attinenza con i fatti di causa.
Avv. Nino Filastò: Posso esprimermi? Sulla provenienza, la provenienza è implicita al negoziante di via Veneri che vende coltelli che costa un po’, ho chiesto un coltello di un certo tipo avesse certe caratteristiche me ne ha sottoposti alcuni e sono quelli fra l’altro alcuni c’erano altri no e mi ha questo negoziato fornito cortesemente i cataloghi, quindi sui cataloghi, non so se c’è opposizione anche sui cataloghi?
P.M.: Si per lo stesso esatto motivo.
Avv. Nino Filastò: Oh dunque la ragione per cui ne chiede la produzione perché hanno formato oggetto della prova.
P.M.: Esibizione senz’altro.
Avv. Nino Filastò: Ma l’esibizione c’è già stata però ora voglio dire ha parlato senza nessuno dicesse nulla, ora vorrei fare la stessa cosa anch’io, fatto si è che sia i cataloghi che il coltello in sé hanno formato oggetto di una valutazione fatta dai periti i quali hanno detto che è possibile che un’arma del genere sia intervenuta nel meccanismo lesivo della povera Nadia, naturalmente se così è la necessità direi che gli oggetti rispetto ai quali i periti si sono espressi in questo modo rimangano all’attenzione della Corte al momento in cui la Corte si riunirà in camera di consiglio, qui non vorrei qualcuno pensasse che si facciano delle suggestioni che non è proprio il caso, è semplicemente che avere in mano un oggetto di questo genere e francamente mi meraviglioso che finora non sia in questo processo un oggetto di quel tipo e nessuno finora abbia fatto un approfondimento con riferimento a quello che era stato detto dai periti di Modena, da quello che era stato detto dal professor Maurri sulle caratteristiche di un determinato oggetto ricavate, voglio dire questo sono degli strumenti di carattere visivo come le cassette videoregistrate come qualsiasi altro materiale che possono fornire alla Corte strumenti idonei di valutazione guardandolo/vedendolo queste famose seghettature che formano questi graffi io dirò in sede discussioni ma voglio poterlo dire con cognizione di causa avendo voi sott’occhio l’oggetto che non possono essere determinate altro che da un oggetto di quel genere cioè i periti hanno detto possibile/probabile/compatibile no io vi dirò e voglio avere la possibilità di dirlo avendo voi sott’occhio quell’oggetto che non c’è altra possibilità, nessuna, terzo escluso, non c’è altra possibilità che quella. Certo non per dirvi che quello è il coltello che ha ucciso per dirvi un coltello di quel tipo ha ucciso, un coltello di quel tipo ha provocato quelle lesioni.
Presidente: Va bene.
Avv. Aldo Colao: Non è tanto quello che ha chiesto il collega rappresenta niente con tutto il rispetto per il lavoro del collega ma vorrei soffermarmi ancora professor Mauri, prendendo il coltello che ha prodotto il collega posso venire?
Avv. Nino Filastò: Ma se deve fare delle domande successive mi faccio finire l’esame a me avvocato e poi farà le sue domande (audio sovrapposto)
Avv. Aldo Colao: Professor Maurri si parla sempre di soluzioni orizzontali mi consenta non vorrei insistere ma se quel coltello presenta delle zone seghettate ma se va in su i graffi li fa in verticale non li può fare in orizzontale, io faccio notare che con una mela si potrebbe fare un esperimento, una mela si fa un esperimento si mette la lama fino a dentro e la buccia viene presa e tagliata ma allorché si inserisce la parte seghettata si creano delle striature verticali perché lì c’è una seghettatura e con questo io non mi oppongo perché lo può pure presentare per me è acqua fresca ma con tutto il rispetto.
Presidente: Prego Avvocato Filastò
Avv. Nino Filastò: Se è possibile ipotizzare, ho alcune domande a questo punto di raffronto rispetto ad altri casi, in particolare vorrei avere la vostra opinione soprattutto la sua professor Maurri che si è occupato di tutti i casi sulla presenza o sull’assenza di tracce di contatto sessuale in senso proprio, vale a dire che devo dire toccamenti lascivi sino alla penetrazione, dell’omicida con le vittime con riferimento a tutti i casi naturalmente esclusi i tedeschi ed esclusi Baccaiano dove sappiamo che non c’è stato rapporto e con riferimento anche ai casi del 74 e del giugno 81 vale a dire Stefania Pettini per dire il nome della ragazza è Carmela de Nuccio.
Mauro Maurri: Cioè se ho capito bene lei mi sta chiedendo se chi ha ucciso queste ragazze le abbia anche poi violentate?
Avv. Nino Filastò: Se non violentate effettuato dei quantomeno dei gesti di carattere sessuale in senso proprio, ripeto dai toccamenti lascivi ho detto fino alla penetrazione.
Mauro Maurri: Avvocato ma un toccamento lascivo per quanto possa essere toccamento lascivo che vuole che lasci tracce su un cadavere?
Avv. Nino Filastò: Ma mi permette di dissentire professore perché in certi casi il suo collega professor Di Fazio ha rilevato come la svestizione del cadavere sia avvenuto senza toccare il cadavere con le mani ma usando il coltello
Mauro Maurri: Vabbè questo che c’entra con i tocchi lascivi?
Avv. Nino Filastò: C’entra che voglio dire uno addirittura si premura di stare attento a non toccare mentre spoglia per fare le escissioni
Mauro Maurri: Avvocato io le posso solo dire che per quanto abbiamo visto nelle vagine di queste povere ragazze o in altre aperture naturali non abbiamo mai trovato sperma.
Avv. Nino Filastò: E non avete trovato nemmeno sperma/tracce di sperma per esempio da un fatto di masturbazione intorno e nelle immediate vicinanze di tutti questi delitti?
Mauro Maurri: Immediate vicinanze non so cosa voglia dire, diciamo che nella macchina non abbiamo trovato niente del genere se non per il famoso preservativo di cui si è parlato.
Avv. Nino Filastò: Grazie professore avevo detto che era una cosa che avevamo già approfondito stamattina. Grazie se fosse possibile evitare questo rombo proprio io non capivo se era nella testa, voi avete fatto analisi/accertamenti sulla rapportabilità al seno di Nadia del brandello di cute spedito alla dottoressa Della Monica?
Mauro Maurri: Non le abbiamo fatte noi ma le ha fatte qualcuno dell’istituto anatomia patologica che è quello accanto a noi. Per quanto mi ricordo si c’era compatibilità istologica fra le due strutture.
Avv. Nino Filastò: Professore lei ha analizzato quell’episodio dal punto di vista del come questo brandello è stato separato dal resto? Attendibilmente professore che lei sappia o per le analisi complessive che lei ha svolto su questo argomento è più attendibile che sia stato spedito nell’immediatezza del delitto o un giorno dopo?
Mauro Maurri: Avvocato non lo so, dipende unicamente dal modo in cui è stato conservato questo frammento dal momento del prelievo al momento dell’invio, se l’hanno messo in un frigorifero ci potrebbe essere stato anche 7 giorni, se l’hanno lasciato su un terrazzo al sole non bastano sei ore.
Avv. Nino Filastò: Per renderlo completamente putrefatto. Senta in rapporto alla rapidità delle varie esecuzioni sia con riferimento che poi l’abbiamo riscontrata strada facendo sia con riferimento ai colpi d’arma da fuoco che alle aggressioni all’arma bianca, con riferimento alla capacità o meno del soggetto che opera di superare le contingenze, per esempio il povero ragazzo francese scappa dalla tenda, ecco è possibile ravvisare in tutta la serie qualche modus operandi analogo?
Mauro Maurri: Ma mi sta facendo dei riferimenti cronologici?
Avv. Nino Filastò: No di qualità professore, io voglio sapere se viste le attività, lasciamo da parte quelle più cospicue quelle evidenti le escissioni ovviamente ci sono quasi sempre salvo quando era impossibile, i colpi sono più o meno sempre gli stessi che vengono sparati, lo stesso numero, un caricatore si direbbe di 9 pallottole e così via, poi sotto il profilo della rapidità/della capacità di sparare rapidamente in rapida successione, di passare poi all’uso dell’arma bianca, è possibile riscontrare un modus operandi analogo in tutta la serie di delitti a partire quantomeno dal 74?
Mauro Maurri: Io direi di sì per quelle che sono le caratteristiche essenziali e più marcate, è chiaro che nei casi in cui non si è proceduto alle mutilazioni dei cadaveri ci abbiamo messo meno tempo che nei casi in cui le escissioni sono concretamente state fatte, è chiaro che nel caso del ragazzo francese che scappa alla tenda questo prolunga per forza un poco l’azione, lo stesso per quello di Baccaiano che tentò di scappare.
Avv. Nino Filastò: Professore questa è una domanda che se non mi vuo rispondere pazienza ma già so che probabilmente non mi risponderà.
Mauro Maurri: Allora non me la faccia.
Avv. Nino Filastò: No la faccio stesso, vedi il professore sta programmando di farmi un dispetto, io volevo sapere rispetto al finalismo di questo rituale sadico, che è un rituale sadico su questo non c’è dubbio esprime il satanismo, di asportazione di certi organi della vittima femminile ecco vorrei sapere se la finalizzazione può essere il rapporto al cannibalismo, non c’è nulla da ridere PM, un medico legale ha risposto scusa sono domande che faccio sulla falsa riga non capisco perché c’è della gente che sorride su queste cose.
Mauro Maurri: Avvocato le posso dire una cosa? Io non ho la minima idea di che cosa sia stato fatto di questi frammenti di organi prelevati dai cadaveri delle ragazze.
Avv. Nino Filastò: Si però vede professore se la finalità fosse perché senza riderci sopra siccome gli episodi di cannibalismo infatti di questo genere sono il 50% dei casi questo lo sa, anche in Italia, sa che l’Italia è il terzo paese al mondo per delitti da serial killer lo sapeva? Lo conferma? Bene quindi cannibalismo io direi vabbè lei non sa rispondere, feticismo?
Mauro Maurri: Avvocato è la stessa cosa, le ho detto non ho la minima idea
Avv. Nino Filastò: Appartengano al soggetto agente ma appartengono a terzi?
Mauro Maurri: Non ho capito
Avv. Nino Filastò: Scopi/finalità che non appartengano al soggetto che agisce ma ad altri a terzi.
Mauro Maurri: Che vuol dire me lo spieghi
Avv. Nino Filastò: Per esempio uno porta via questi feticci e lì vende, li regala, lì omaggio.
Mauro Maurri: Avvocato se mi permette per me nessuna, per me potrebbe con la stessa frequenza e direi probabilità averli buttati via 5 minuti dopo averli prelevati oppure averli ancora in casa e li adora li e compagnia bella, con tutte le possibilità intermedie, non ne so assolutamente nulla. Avvocato non ne so nulla.
Avv. Nino Filastò: Vabbè vorrei sapere a proposito del nascondimento dei cadaveri nel delitto del settembre del 85, l’ultimo, se sono possibili alcune osservazioni, il punto di nazionalità delle vittime e corrispondentemente relazioni del soggetto/dei soggetti agenti con le notizie di stampa sui delitti del mostro.
P.M.: Presidente mi oppongo non vedo come un medico legale possa decentrarsi in considerazioni come quelle che vengono chieste in questa domanda mi sembra proprio non ci sia spazio.
Avv. Nino Filastò: Allora benissimo la ritiro la rifarò ad altri, ci sono medici legali che l’hanno dette si chiederanno a loro del resto li ho indicati, volevo avere la conferma che il delitto del 1985 è il primo delitto in cui i cadaveri vengono nascosti.
Mauro Maurri: Uno viene nascosto quello del ragazzo perché quello della ragazza rimane
Avv. Nino Filastò: Su questo
Mauro Maurri: Non rimane dentro la tenda quello lì?
Avv. Nino Filastò: Professore io son del parere del dottor che in questo momento non ricordo mi scuserà come si chiama, allora riprendiamo questo discorso, me ne ero dimenticato, lei conferma dottore che, sto parlando col dottor Cafaro, lei conferma dottore che la traccia di sangue sulla parte destra della tenda sulla terra, le chiazze di sangue sul materassino, la posizione quasi fetale della vittima femminile con gambe racchiuse, mentre per l’escissione deve averle avute prima divaricate ovviamente, indicano una manipolazione del cadavere
Antonio Cafaro: Una successiva manipolazione all’amputazione del pube.
Avv. Nino Filastò: Alla successiva amputazione del pube? L’amputazione del pube può essere avvenuta all’esterno della tenda?
Antonio Cafaro: Molto probabile proprio perché c’è quella macchia di sangue.
Avv. Nino Filastò: Ma son perfettamente d’accordo glielo dico perché
Antonio Cafaro: Credo che anche il professor Maurri sia perfettamente d’accordo su questo d’accordo.
Avv. Nino Filastò: Certamente ecco e io vorrei sapere se è possibile tutto questo avvenga trasportando all’esterno prima e poi ritrasportando all’interno dentro il cadavere sul materassino cioè senza spostare il corpo ma portando il materassino rimettendolo dentro.
Antonio Cafaro: Ora io non mi ricordo le esatte dimensioni del materassino ma credo che sia più agevole trasportare solo il corpo fuori ma non credo nemmeno che il materassino potesse uscire perché era gonfio, era gonfiato.
Avv. Nino Filastò: Allora comunque il cadavere può essere stato tirato fuori
Antonio Cafaro: Ma è probabile proprio perché quella macchia di sangue che c’era al momento del rinvenimento dei cadaveri qualcuno la deve aver fatta.
Avv. Nino Filastò: C’è qualcuno che da una spiegazioni diverse se ne parla, professore allora sono tutti e due che vengono nascosti
Mauro Maurri: In questo senso si
Avv. Nino Filastò: Ed è la prima volta si o no?
Mauro Maurri: Per quanto mi ricordo sì.
Avv. Nino Filastò: Bene ho finito.
Presidente: Senta no un’altra domanda, l’ultima domanda che ha fatto dell’avvocato Filastò sulla macchia esterna della tenda voi date delle ipotesi che mi scuso per la voce, fa delle ipotesi che il cadavere sia stato parzialmente tirato, la donna sia stata portata fuori ed escissa lì, dico io non potrebbe essere vi faccio la domanda se è un’ipotesi fattibile o no secondo la nostra concezione che il cadavere sia stato escisso all’interno della tenda e poi solamente appoggiato la prima parte escissa all’esterno della tenda in attesa
Mauro Maurri: Il pezzo asportato?
Presidente: Il pezzo asportato sì.
Mauro Maurri: Direi no presidente perché il sanguinamento esterno sul terreno al di fuori della tenda era abbastanza abbondante.
Presidente: Ma appoggiato mentre avveniva l’altra escissione l’altro
Mauro Maurri: Direi di no, naturalmente non lo giurerei al 100% ma direi poco probabile.
Avv. Nino Filastò: Presidente su 20 cm di chiazza di sangue è piuttosto notevole.
Mauro Maurri: Direi che la mammella asportata anche appoggiata sanguina relativamente o anche il pupe sanguina semmai un pochino più facilmente la regione cruentata, la parte superficiale della ferita quella che è rimasta lì insomma non quella asportata.
Presidente: Su questo ha risposto prendiamo atto. Bene altre domande? Avvocato Bertini
Avv. Stefano Bertini: Professore riguardo alle ferite inferte al ragazzo francese voi avete elaborato che si sono focalizzati al collo, al tronco, alla schiena, all’addome e agli arti superiori, una prima domanda, mi conferma se è compatibile l’aggressione da parte dell’aggressore da dietro rispetto alla vittima? Conferma questa circostanza? Cioè compatibili, queste ferite sono compatibili con un’aggressione dal retro alle spalle della vittima.
Mauro Maurri: Direi di sì in tempi e in posizioni lievemente diversi, la ferita alla schiena iniziale potrebbe essere la prima per esempio, le ferite al collo sicuramente inferte dal didietro da destra verso sinistra col fuggitivo più o meno perfettamente immobilizzato, nello stesso tempo anche le ferite sul davanti potrebbero essere inferte stando l’aggressore dietro oppure se l’aggredito si rigira ad un certo punto si trovano fronte a fronte, è una situazione dinamica che però
Avv. Stefano Bertini: Quindi non soltanto … passante ma anche le altre che avete rilevato sul tronco
Mauro Maurri: Tranne le due alle regioni inguinali direi forse anche quelle davanti potrebbero essere state vibrate, potrebbero essere state vibrate in quella posizione lì ma potrebbero essere invece state vibrate con una situazione di fronte a fronte.
Avv. Stefano Bertini: Grazie
Avv. Aldo Colao: Relativamente alla fauna cadaverica si è detto che c’è non appare particolarmente significativa quella della donna perché in stato di avanzata putrefazione rispetto a quello che di solito accade e si è parlato di maggiore attendibilità di quella presente sull’uomo in stato di putrefazione mi pare che il professor Maurri abbia detto non avanzatissimo però con qualche segnale deciso come è stato pocanzi rilevato dall’avvocato Filastò, ecco allora io le chiedo o vi chiedo, la posizione del ragazzo come fu rinvenuto se non sbaglio appoggiato su alcuni cespugli può avere avuto incidenza circa la formazione o il ritardo della formazione di fauna cadaverica?
Mauro Maurri: No non è che la fauna cadaverica si formi, la fauna cadaverica arriva e morde.
Avv. Aldo Colao: Ma se non ricordo male nel vostro elaborato peritale adombraste questa possibilità cioè il fatto che il cadavere si trovasse in posizione rialzata almeno in buona parte da terra e poteva avere inciso su un ritardo della putrefazione per dirla genericamente.
Mauro Maurri: Sì forse potrebbe avere inciso un pochino sulla putrefazione ma in maniera direi poco significativa.
Avv. Aldo Colao: Un altro particolare, si è parlato di una macchia di sangue dove il ragazzo probabilmente fu ucciso e se non erro nel vostro elaborato si parla di assenza di sangue sul corpo del ragazzo, questo fattore ha incidenza seppure relativa circa la formazione di fauna cadaverica e l’aggressione comunque
Mauro Maurri: C’è l’ha in un senso positivo e in senso negativo, in senso positivo cioè può accelerare i processi putrefattivi il fatto che ci siano delle discontinuazioni cutanee e sottocutanee che quindi gli organi interni siano per così dire a contatto con l’ambiente, il fatto che da queste ferite possa essere uscito dal sangue in quantità variabile può al contrario ritardare il processo putrefattivo.
Avv. Aldo Colao: Nel vostro elaborato peritale ricordo che testualmente si diceva il fatto che il cadavere dell’uomo non era rimasto a contatto con il sangue appariva significativo sotto il profilo che sulla sua cute si era infatti osservata la deposizione di uova di mosca quindi questo poteva avere avuto un’incidenza anche questo elemento sul processo putrefatto.
Mauro Maurri: Oltre l’elemento della permanenza in loco aggiungiamolo
Avv. Aldo Colao: Un modesto ritardo se vogliamo comunque potrebbe essere. Dove fu rinvenuto il cadavere dell’uomo si trattava di una zona ombreggiata?
Mauro Maurri: Avvocato mi ricordo che c’erano gli arbusti di scopa questo me lo ricordo ma se ci fossero gli alberi a fusto più o meno alto nella zona non me lo ricordo. Sì bosco vicino però non me lo ricordo.
Avv. Aldo Colao: Circa la tipologia del terreno si è parlato di coperchi di secchi di vernice o quant’altro che parzialmente coprivano la testa del ragazzo ve ne erano altri?
Mauro Maurri: La testa? Non mi ricordo questo particolare.
Avv. Aldo Colao: Parte del corpo del ragazzo, vi erano altre ferite di quel genere li nell’immediatezza sul terreno?
Mauro Maurri: Avvocato non me lo ricordo, io le suggerirei di rileggere quello che abbiamo scritto, dovremmo aver scritto tutto quello che abbiamo osservato.
Avv. Aldo Colao: Un terreno sassoso rende più difficile rispetto all’erba o al muschio o piante in genere l’aggressione di un corpo da parte di animali?
Mauro Maurri: Non lo so.
Avv. Aldo Colao: Questi elementi comunque lei non esclude che possano aver ritardato perché così si espresse nella relazione il processo putrefattivo, quindi in linea di teoria è possibile come dire guadagnare qualche ora indietro rispetto
Mauro Maurri: Avvocato se si tratta di qualche ora o di qualche decina di minuti non lo so
Avv. Aldo Colao: Decina di minuti no, loro si esprimono così dicendo due giorni, un giorno e mezzo e due notti forse appare troppo magari togliendo la notte forse qualche cosa e collocando l’ora della morte insomma ecco alle prime luci dell’alba
Mauro Maurri: Avvocato ripeto purtroppo … destra a sinistra specialmente in situazioni del genere.
Avv. Aldo Colao: è però possibile.
Mauro Maurri: Certo è possibile
Avv. Aldo Colao: L’ultima domanda le faccio quella che era stata anche accennato dall’avvocato Filastò, sentiste ammesso che ci facciate ancora caso perché siete abituati
Mauro Maurri: L’odore? No, nella tenda si, fuori no.
Avv. Aldo Colao: Grazie.
Avv. Nino Filastò: Alla luce di quest’ultima precisazione professore è possibile che col tempo l’odore si disperata?
Mauro Maurri: Ecco
Avv. Nino Filastò: L’ultima ultima domanda professore, siete in grado di escludere per qualche segno direi che la risposta è intuitiva ma comunque vorrei la risposta di escludere attendibilmente che questi due giovani siano stati uccisi sabato?
Mauro Maurri: Avvocato escludere è una parola molto tassativa, no non siamo in grado di escluderlo, ma riteniamo che con molta maggiore probabilità la morte sia avvenuta nella notte di domenica ecco.
Avv. Nino Filastò: Bene.
Presidente: Pubblico Ministero.
P.M.: Sì grazie, era una domanda così secondaria allora la anticipo questa a proposito dell’ora professore anzi a entrambi voi io vi avevo fatto la domanda all’inizio, nel motivare il perché secondo voi l’epoca della morte da far risalire a quel numero di ore antecedenti e quindi nella notte fra domenica e lunedì portate come elementi ulteriori non solo l’esame esterno flora o non flora ma il contenuto gastrico e soprattutto secondo me comprensibilmente perché così mi sembra che è un lavoro motivato mettete in evidenza come il rigor mortis è presente in un determinato momento, è più lento e successivo, sulla base di questo elemento obiettivo che voi constatate dicendo a che ore l’avete trovato e in che momenti si modifica dite sulla base di questo elemento rigor mortis che mi sembra un elemento molto serio per una ricostruzione al di là della flora batterica o quelli che sono i roditori un elemento che voi portate proprio con una cronologia molto specifica nel raccontare quando siete arrivati, dopo tot ore la situazione era questa e sulla base di questo ragionamento dite per questi ed anche per questi motivi, allora io vi chiedo è vero che la vostra convinzione sul fatto che sia in quel determinato orario nasce anche dalla constatazione che avete fatto in momenti diversi del giorno del lunedì della presenza o meno di questo rigore mortis su entrambe le vittime?
Mauro Maurri: Si è vero non tanto la presenza ma anche l’evoluzione.
P.M.: Esatto, lei ricorda che avete scritto dalla pagina 207 in poi che questo rigor alle 17:00 era ancora presente e verso le 18:30/19 ancora e alla 00:00 veniva a cessare? Ricorda che voi avete fatto l’esame del rigor sia sul posto che alla 00:00 e quindi avete dato atto nel vostro lavoro di come voi avete visto evolvere il rigor mortis? Allora è un elemento obiettivo serio il valutare l’epoca della morte sulla base di quello che avete riscontrato sul rigor mortis?
Mauro Maurri: Dottor Canessa non mi ricordo le ore
P.M.: Le ore le avete scritte
Mauro Maurri: Però sicuramente abbiamo guardato il rigor mortis appena siamo arrivati sul posto, sicuramente l’abbiamo controllata in epoche successive e l’ambiente diverso all’istituto prima di mettere il cadavere in cella frigorifera. Poi per quanto riguarda la tanatologia l’evoluzione rigor mortis è uno degli elementi meno incostanti.
P.M.: Era per capire io se uno degli elementi al di là della fauna e dal fatto che ci fosse la mosca o quel che era un elemento che avete constatato visivamente sul posto o successivamente come se non sbaglio anche quello della temperatura di questi corpi, voi così descrivete, a me interessa solo che confermiate che la vostra valutazione è una valutazione che nasce anche dall’esame successivo e periodico in quelle ore di questo elemento.
Mauro Maurri: Non solo, se mi permette anche della lettura critica dei testi medico legali più autorevoli sull’evoluzione media della tanatologia
P.M.: Lei ricorda così scrivete che quando siete arrivati c’era ancora questo fenomeno e che è andato evolvendo con le ore, quindi il fatto che fosse ancora presente il rigor alle 17 vi porta a ipotizzare o comunque a concludere che quel lasso di tempo che voi avete ipotizzato 16/17 ore è il più verosimile e non 36/38 aggiungere a 17 24 avrebbe portato una situazione in cui il rigor mortis non c’era più.
Mauro Maurri: Anche in considerazione del fatto che la temperatura esterna essendo ancora estate era ancora abbastanza elevata e quindi la temperatura alta fa progredire i fatti tanatologici, li accetterà.
P.M.: Molto chiaro a me interessava il metodo e il dato obiettivo che voi personalmente avete constatato e avete documentato in questo lavoro. Vorrei tornare ed è l’ultima domanda su quelle spiegazioni che lei professor Maurri ci ha dato circa quella frastagliatura o quelle anomalie nella escissione che avete visto riscontrato nella escissione del seno della ragazza francese ed esattamente mi vorrei risalire a quando lei all’inizio ci ha spiegato che descrivendo il mono tagliente dall’altra la costa ha cominciato a ipotizzare all’inizio della sua spiegazione che questa costa lei ha detto fosse frastagliata/fosse anomala, dopo un po’ ha detto può darsi lei quando ha parlato di sua spontanea volontà senza le nostre domande di questo fenomeno ha detto mi sembra che possa dire frastagliata, io le ho chiesto e lei ha subito detto potrebbero essere anche anomalie di questa costola cioè anomalie non necessariamente anomalie date da un prodotto di fabbrica o comunque è questa è la domanda invece un coltello che nasce in questo modo ma una frastagliatura che si è venuta a creare sulla costa con l’uso, col tempo come a volte capita mi permetta di vedere su quei coltelli che si usano in campagna, nelle cucine che a forza di essere usati cominciano a essere non perfetti, non perfettamente affilati con la costa con qualche anomalia e quando io ho fatto questa domanda lei ha detto potrebbero essere anomalie della costa, io le chiedo, lei ha qualche elemento obiettivo per poter dire che quella lesione che lei ha visto che fosse orizzontale o verticale come dice l’avvocato Colao e che onestamente mi trova completamente d’accordo nelle valutazioni dell’avvocato Colao ma sono cose nostre, io le dico lei ha elementi obiettivi per dire che quella frastagliati che lei ipotizza è una frastagliata nata in fabbrica/in un coltello fabbricato cioè una frastagliata chissà come nata cioè io le chiedo ha certezze su questo punto o può essere qualsiasi il motivo per cui questa lesione appare frastagliata perché prodotta da qualcosa di frastagliato?
Mauro Maurri: Avvocato c’è una cosa che mi fa un po’ pensare e cioè che queste lesioncine sono come l’abbiamo detto più volte perfettamente uguali fra loro, equidistanti e paralleli, questo mi farebbe escludere l’anomalia.
P.M.: Le faccio presente professore che prima che si parlasse di seghettatura lei alla mia domanda aveva risposto anomalia quindi oggi andando avanti nella discussione le è stato mostrato un coltello di fabbrica e va su seghettatura, le chiedo come mai quando alcune ore fa le ho chiesto di anomalia e lei stesso ha parlato di frastagliatura non le è venuta quella certezza che ora le viene nel dire che è una cosa
Mauro Maurri: Non è una certezza
P.M.: Siccome qua è stato detto è certo che è un coltello come quello, io le chiedo se lei è altrettanto certo
Mauro Maurri: Non mi ricordo di aver detto la parola anomalia, ho detto frastagliatura/zigrinatura invece no seghettatura, (salta l’audio)
P.M.: Era questa che io chiedevo se lei era in grado di rispondermi con certezza.
Mauro Maurri: Non con assoluta sicurezza
P.M.: Bene grazie.
Avv. Nino Filastò: Presidente io avrei un’istanza da fare se possibile prima che i periti vengono licenziati, in atti fra i corpi di reato c’è un coltello sequestrato al signor Mario Vanni, chiedo che venga mostrato ai periti e chiesti
Presidente: Noi quello il coltello non l’abbiamo nei corpi di reati il coltello comunque lo possiamo prendere come no.
Avv. Nino Filastò: Lo credo a questo punto anche con riferimento a questa obiezione fatta dal pubblico ministero sull’anomalia.
Presidente: Se voi periti avete bisogno del coltello si chiameranno ma non immediatamente
Avv. Nino Filastò: Non immediatamente eventualmente vi chiedo questo purtroppo un altro di loro dovrà
Presidente: Va bene allora alla prossima udienza quando sarà vediamo ora quando, altre domande?
P.M.: Nessuna presidente.
Avv. Nino Filastò: Queste produzioni la Corte si riservano presidente? Sull’evoluzione
Presidente: Qui faremo un provvedimento specifico insieme alle altre istanze che sono state fatte, allora PM per domani cosa avete?
P.M.: Presidente io già da diverse udienze soprattutto nell’ultima avevo chiesto se era possibile la collaborazione delle altre parti di questo processo nel programmare i testi da sentire, io faccio presente che per domani mattina non sapendo
Presidente: Professor Maurri non si allontani però dall’aula.
P.M.: Non sapendo che domani mattina c’era necessariamente udienza io per domani non ho citato nessuno, mi faceva presente poco fa l’avvocato Filastò che lui domani ha un impedimento, io faccio inoltre presente che quella mia necessità o comunque una richiesta che ho fatto più volte di integrare quelle ultime prove che ha il PM con altre prove, ovviamente se del caso, delle altre parti processuali poteva essere uno dei metodi per andare avanti e per non lasciare
Presidente: C’è stata opposizione su alcuni testi.
P.M.: Sì io su questo so benissimo, io dicevo se ci sono per domani ovviamente testi o delle parti civili o di qualche difensore che non si sente condizionato dal mutare così l’andamento io per domani mattina non ho citato nessuno, faccio presente che per quanto riguarda il PM mi sembra di avere uno o due testi soltanto nella lista ancora e dopodiché io non ho problemi a passare all’esame degli imputati che vogliono rendere
Presidente: Mi dica avvocato Bertini.
Avv. Stefano Bertini: Anch’io domani avrei un impedimento non sapevo che ci fosse udienza programmata per domani, ho impedimento perché ho un’udienza a Bologna quindi
Avv. Nino Filastò: Io presidente il mio impedimento per chiarirlo riguarda un processo a Milano
Presidente: Il problema è soprattutto ora perché non ci sono testi da sentire sono stati citate eccetera comunque lunedì mi sembra che c’è sciopero degli avvocati.
Avv. Nino Filastò: Si è Signor Vanni mi autorizza a partecipare allo sciopero
Presidente: Quindi andiamo a martedì mattina allora, chi abbiamo martedì mattina ritorna il professor Maurri martedì mattina?
Mauro Maurri: Io presidente alle ore 11 sono ad Agusta martedì mattina.
Presidente: Quando torna da Agusta?
Mauro Maurri: Mercoledì pomeriggio
Presidente: Allora il Professor Maurri lo rimandiamo a giovedì, faremo subito lei così dopo bisogna prendere il coltello dalla cancelleria. Allora si va a martedì mattina e chi vediamo? Chi abbiamo in programma?
Voce sconosciuta: Io potrei portare il mio teste Don Poli quello che non fu sentito la volta scorsa da parte mia posso essere disposto a portare lui se c’è l’accordo delle parti.
Presidente: Ma io penso che non ci sia opposizione a sentire comunque sentiamo, il Pubblico mistero aveva problema ad un teste?
P.M.: Io avevo un altro teste che sentirò, di polizia giudiziaria, che sentirò senz’altro martedì mattina, avevo la possibilità di ripetere una citazione per un teste che è nella lista testi il Fazzina il quale però ha diciamo con il suo comportamento creato un ostacolo dato che è un detenuto a venire in udienza e quindi, ha avuto dei problemi di autolesionismo a seguito della citazione e quel teste indicato nella lista testi come persona a conoscenza di fatti e perché in cella con Pacciani in un determinato periodo di tempo e quindi io vorrei riprovare la citazione riservarmi eventualmente di chiedere alla Corte ex articolo 145 bis mi sembra norme d’attuazione di poter sentire il teste tramite teleconferenze, quindi dal momento che la Corte è già al corrente perché i fax sono arrivati alla Corte dopo la mia citazione della impossibilità o delle gravi difficoltà di sicurezza che crede o manifesta questa persona o comunque sulla propria incolumità personale vi chiedo fin da ora che eventualmente sia autorizzata la escussione del teste con questo mezzo e quindi chiedo di essere per l’udienza che la Corte riterrà opportuno fissare autorizzato a iniziare la procedura per sentire il teste sotto questa forma.
Presidente: Su questa istanza?
P.M.: Non so se c’è la faccio per martedì ovviamente
Avv. Nino Filastò: Sull’istanza istanza presidente più che altro da cittadino prima che da difensore io mi oppongo perché sono procedure costosissime mi si dice
P.M.: Anzi è un risparmio rispetto al trasporto
Avv. Nino Filastò: Non so fino a che punto sia un risparmio fatto sta che anche per un principio di giustizia e di rispetto che chiunque anche se è detenuto leva la giustizia che chiunque ad un certo punto si inventi delle situazioni paranoicali di minaccia per poter evitare di venir qui a far vedere la sua faccia direttamente è una cosa da respingere assolutamente.
Presidente: Professor Maurri un attimo soltanto.
Avv. Nino Filastò: Questo non è un processo di mafia, l’imputato non è certo Riina ma c’è un povero di San Casciano Val di Pesa e non c’è da temere proprio un accidente di nulla, né il signor Fazzina né chiunque altro, quindi non facciamo cose enfatiche tipo videoconferenza perché uno schermo nasconda come dicevo prima la faccia di qualcuno. Io ho già l’impressione che questo teste quando verrà qui farà non lo so se sarà possibile se anche lui imputato di reato connesso, come ha fatto il signor Calamosca il quale alla prima domanda che gli è stata fatta un tantino pungente si è rifiutato di rispondere, lo voglio vedere questo Fazzina, lo voglio interrogare sulle cose che ha da raccontare.
Presidente: Senta Pubblico Ministero lo citiamo per martedì mattina questo Fazzina.
P.M.: Citazione ordinaria
Presidente: Ordinaria perbene in maniera che noi possiamo perché noi a questo punto dobbiamo proporre sostanza, un’altra cosa martedì l’udienza non è alle 9 ma alle 10 perché il collega ha un impegno con l’altra Cortina Assise per un problema di mezz’ora va bene? Allora martedì 11 alle 10:00. Il professor Maurri si rinvia a giovedì 13 ore alle 9 l’udienza però lei dov’è? A Firenze? L’udienza è tolta per oggi.