17 Dicembre 1997, 41° udienza, processo, Compagni di Merende Mario Vanni,  Giancarlo Lotti e  Giovanni Faggi per i reati relativi ai duplici delitti del MdF e Alberto Corsi per favoreggiamento.

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Dante Fusi, Gino Ciri, Gioacchino Leoncini, Giuseppe Zanetti

Presidente: Allora, l’avvocato Filastò non c’è oggi, eh?
Avv. Sigfrido Fenyes: Lo sostituisco io, Presidente.
Presidente: Bene. Mazzeo nemmeno. Allora, si metta davanti così, dal Vanni.
P.M.: Presidente, chiedo scusa. Però non c’è nessuno della parte civile.
Presidente: Come non c’è nessuno della parte civile?
P.M.: Non c’è nessuno che possa sostituire.
Presidente: No, loro no. Io non è che posso nominare un difensore per la parte civile.
P.M.: (voce non udibile)
Presidente: Allora bisogna convocare qualcuno che venga, qualcuno di loro.
P.M.: (voce non udibile)
Presidente: Basta che venga uno per tutti.
Ufficiale giudiziario: Possiamo contattarli telefonicamente.
Presidente: Sì, telefonicamente. Intanto facciamo un discorsino così. Volevo sapere: i testi per domani. Domani chi abbiamo?
P.M.: No, domani…
Presidente: Venerdì. No, domani. Venerdì.
P.M.: Presidente, la situazione è di questo genere. Aveva detto l’avvocato Filastò che avrebbe fatto venire…
Presidente: I periti.
P.M.: … i periti di Modena. Però poi ha detto di no, che non li ha citati per venerdì, ma li ha citati per lunedì. Però ha detto che aveva già citato alcuni dei suoi testi. Io gliel’ho richiesto quali e ha… Non mi ha detto quali. Però ha aggiunto che erano testi… Sicuramente, ecco, questo me l’ha detto, ha fatto una citazione per il dottor Giuttari. Però il dottor Giuttari domani e domani l’altro e lunedì è teste nel processo delle stragi…
Presidente: Va be’, un attimo, se non lo chiamano. Si può concordare con loro.
P.M.: Quello senz’altro.
Presidente: Si può concordare con loro. Il Presidente è di là. . .
P.M.: È l’unico teste per tre giorni nel processo delle stragi…
Presidente: Ah, l’unico teste?
P.M.: Sì.
Presidente: Allora è un po’ difficile.
P.M.: È un po’ difficile.
Presidente: È un po’ difficile.
P.M.: Comunque… Quindi, da quello che ho capito, venerdì ci sono… Per quello che ho capito io, perché non essendoci, riferisco solo quello che ho sentito in quest’aula, ci dovrebbero essere alcuni dei testi…
Presidente: Allora, lunedì abbiamo i periti allora.
P.M.: Sì.
Presidente: E martedì?
(voce non udibile)
Presidente: No, questo lo dico perché la Corte deve sciogliere quella riserva sull’ammissione di quei testi di Baccaiano.
P.M.: (voce non udibile)
Presidente: Siccome sono testi molto brevi.
P.M.: Si potrebbe farli venerdì, Presidente. Così ci leviamo il.. .
Presidente: Si può fare anche venerdì e vediamo… si toglie il problema e non se ne parla più. Se qualcuno non viene, si rimanda a martedì.
P.M.: Sicuramente venerdì…
Presidente: Allora, ora cerchiamo un avvocato per gli altri, va bene? Allora si sospende un attimo in attesa che… Oggi abbiamo i testi di Zanobini.
Avv. Gabriele Zanobini: Sì. Sono tre teste.
Presidente: Bene.

Presidente: Allora, ci siamo. Vanni difeso dall’’avvocato Fenyes, in sostituzione dell’avvocato Filastò. Faggi sempre da Fenyes. Zanobini per Corsi. Assente Corsi e Lotti. Le parti civili, c’è l’avvocato Rosso, che rappresenta…
Avv. Eriberto Rosso: Presidente, buongiorno.
Presidente: Buongiorno.
Avv. Eriberto Rosso: Io le chiedo scusa, ma c’è stato un cattivo coordinamento. ..
Presidente: Va bene, può capitare, non c’è nessun problema, va bene. Allora, io leggo l’ordinanza emessa dalla Corte, su quella richiesta di ammissione dei testi relativi all’episodio di Baccaiano.
Segretario d’udienza:(voce non udibile)
Presidente: Fenyes.
Avv. Sigfrido Fenyes: A me.
Presidente: Fenyes. Fenyes di fiducia. … già contumace. Allora: “La Corte di Assise di Firenze, provvedendo sulla richiesta del difensore dell’imputato Vanni, formulata all’esito dell’esame del teste Allegranti Lorenzo, esame quali testimoni delle ulteriori persone che intervennero in località Baccaiano nella notte fra il 19 e il 20 giugno ’82, sull’autoambulanza della Croce d’Oro di Montespertoli; Rilevato che tali soggetti sono stati indicati in parte dallo stesso Allegranti, che sono completamente identificabili sulla base dei verbali di P.G. prodotto a questo fine dal P.M.. Le persone: Gargalini Silvano, Martini Marco e Giampi Paolo; Ritenuta la necessità dell’esame dei predetti sulla circostanza attinente allo stato dell’autovettura e alla posizione del Mainardi Paolo all’interno della medesima quando fu soccorso; Ritenuto che sulla stessa circostanza deve essere ammesso anche l’esame degli ulteriori testimoni indicati dal P.M. e dalla parte civile avvocato Colao, che risultano, dagli atti di P.G., essere stati presenti in quel momento e che si identificano in: Di Lorenzo Mario, Marini Graziano, Bartalesi Concetta, Calamandrei Stefano, Poggiarelli Adriano e Carletti Francesco; Rilevato che vi è l’accordo tra le parti per l’ammissione dei testimoni predetti ex articolo 507 C.p.p. fino alla presente fase processuale. Per questi motivi, ammette l’esame dei testimoni sopraindicati, disponendo la citazione a cura del P.M. per l’udienza 19/12/97 ore 09.00”.
P.M.: Bene, Presidente.
Presidente: Praticamente per dopodomani.
P.M.: Bene, Provvediamo.
Presidente: O per telefono, o i Carabinieri, insomma…
P.M.: Ci pensa la Polizia Giudiziaria.
Presidente: Per gli indirizzi, le cose, potete prendere… già ce l’avete, va bene. Allora siamo a posto. Allora, può entrare, avvocato Zanobini, il teste portato stamattina.
Ufficiale giudiziario: Presidente, non vuole le telecamere il teste.
Presidente: Allora, per cortesia, il teste ha già fatto sapere che non vuole essere ripreso dalle telecamere. Niente telecamere. Come si chiama lei?
Dante Fusi: Fusi Dante.
Presidente: Fusi Dante. Dove è nato?
D.F.: San Casciano Val di Pesa 
Presidente: Quando?
D.F.: Il 28 aprile 1948
Presidente: Risiede dove? Dove risiede?
D.F.: A San Casciano Val di Pesa “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”.
Presidente: Bene. Prego, avvocato Zanobini.
Avv. Giancarlo Zanobini: Senta Fusi, lei ha sempre vissuto a San Casciano?
D.F.: Sì, sì.
Avv. Giancarlo Zanobini: Conosce l’avvocato Corsi?
D.F.: Sì, lo conosco.
Avv. Giancarlo Zanobini: Conosce il Vanni?
D.F.: Certo.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ha avuto modo di frequentare sia il Vanni che il Corsi?
D.F.: Frequentare così, via paesana.
Avv. Giancarlo Zanobini: Sì.
D.F.: Amichevole, insomma.
Avv. Giancarlo Zanobini: Sì. E ha avuto modo di sentire come il Vanni si rivolgeva all’avvocato Corsi?
D.F.: L’ha sempre… diciamo, ha detto: ‘scusi, signor avvocato, posso parlare con lei’… dandogli del “lei”, ecco, insomma.
Avv. Giancarlo Zanobini: E ricorda se, insieme all’avvocato Corsi e al Vanni, ha partecipato a qualche cena?
D.F.: Sì, senz’altro.
Avv. Giancarlo Zanobini: Vuol dire che tipo di cene erano queste a cui partecipavate?
D.F.: Mah, cene folkloristiche. Si organizzavano così: si cantava, sì… cene di folklore, ecco. Si faceva una volta l’anno, non è che…
Avv. Giancarlo Zanobini: Ci partecipavano diverse persone, poche, tante? Quante?
D.F.: Sì, eh. A volte 40, 50, anche 70 o 80, se è per questo.
Avv. Giancarlo Zanobini: Con che cadenza avvenivano queste cene?
D.F.: Circa una volta l’anno… non so.
Avv. Giancarlo Zanobini: Il periodo in cui avvenivano, se lo ricorda? Di solito.
D.F.: La maggior parte venivano fatte nella stagione buona, ecco: maggio, giugno, luglio. Insomma, il periodo estivo, diciamo, perché poi la gente andava in ferie, per cui si rimaneva un po’…
Avv. Giancarlo Zanobini: Senta, e chi è che, diciamo, prendeva l’iniziativa di queste cene?
D.F.: Eravamo un po’ tutti, cioè, noi che suonavamo gli strumenti, una volta uno, una volta un altro. Si diceva: ‘s’ha a fare questa cena, la un s’è fatta’. Ecco, l’era un po’ l’iniziativa generale, non è che uno avesse un compito ben preciso, ma insomma.
Avv. Giancarlo Zanobini: E da quanto tempo c’era, o c’è, la tradizione di queste cene?
D.F.: Mah, questo guardi, io mi ricordo, fino da ragazzo, sicché parlo dagli… Io, perlomeno io le frequento dagli anni ’62, ’63, venivano fatte, sempre a livello in questa maniera. Sicché da parecchi anni.
Avv. Giancarlo Zanobini: Si ricorda qualche nome, per esempio di professionista, come l’avvocato Corsi, che vi partecipava?
D.F.: All’ultime, di recente, non so: c’era il dottor Mancini, ha partecipato il dottor Bigiotti, c’erano dei negozianti di Firenze, di San Casciano, commercianti. Ora, con esattezza i nomi non… Una volta, negli anni ’60, anche l’ex vicesindaco di San Casciano. Cioè, un po’ tutti, dall’operaio a diciamo…
Avv. Giancarlo Zanobini: Al professionista.
D.F.: Al professionista. Un po’ tutti, in generale.
Avv. Giancarlo Zanobini: Sì, sì. E quindi, stava dicendo che c’erano dei musicanti in queste cene, vero?
D.F.: Sì. Anch’io mi adattavo a suonare un po’ il tamburo, i piatti, per fare un po’ di musica con qualcuno che suona nella banda a San Casciano, si riusciva a mettere su una specie di complesso per cantare un po’.
Avv. Giancarlo Zanobini: Sì, e il Vanni ricorda che cosa faceva?
D.F.: Il Vanni cantava, come cantavamo tutti. Così, si scherzava. Cantavamo canzoni: da “Bianco fiore”, a “Bandiera rossa”, tutto… “Firenze sogna”. Ecco, una cosa folkloristica, non è che ci fosse bene.. .
Avv. Giancarlo Zanobini: Senta, allora… Lei conosce bene l’avvocato Corsi?
D.F.: Lo conosco fino da ragazzo.
Avv. Giancarlo Zanobini: Eh. E frequenta anche il paese di San Casciano, i bar, la piazza? Lei, Fusi, eh?
D.F.: Io sì. Nelle ore che non lavoro, o al Bar Centrale, o al Bar Turismo, o al Bar Sport, insomma, una capatina ce la faccio sempre, non è che… Io sono di quelli che va un po’ da tutte le parti.
Avv. Giancarlo Zanobini: Sì. Quindi sa anche se l’avvocato Corsi frequenta, diciamo, il paese nelle occasioni in cui viene lì allo studio? Sa…
D.F.: Sì, senz’altro. Nell’ora, diciamo, da mezzogiorno e mezzo, il tocco, insomma all’ora che non è in ufficio si trova a volte in paese. Spesso viene fermato anche dai paesani. Praticamente in quell’ore lì, sì. Poi nell’altre che non ci sono, non…
Avv. Giancarlo Zanobini: Sì. Dunque, e quindi, diciamo, il rapporto fra l’avvocato Corsi e il Vanni, lei come lo definirebbe? Lo può definire di amicizia., lo può definire di conoscenza, come lo può definire?
D.F.: Penserei più…
Avv. Giancarlo Zanobini: Per quello che è a sua conoscenza.
D.F.: Penserei più a livello di paesano, perché amicizia, amicizia vera, ecco, io non so cosa intende, perché l’amicizia vera l’è una cosa un po’…
Avv. Giancarlo Zanobini: Si frequentavano anche fra loro due soli, per esempio. Sa se sono mai stati a cena, o a pranzo da soli?
D.F.: Mah, questo penso di no, non lo so. Ecco, non voglio dire… Penserei di no, io perlomeno non li ho mai visti.

Avv. Giancarlo Zanobini: Senta, e si ricorda, in particolare, una di queste cene, a cui Vanni, mi pare di aver capito, partecipava quasi sempre, no?
D.F.: Sì, c’era Mario, c’era sempre.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ecco. Che aveva anche un soprannome? Gli avevate dato un soprannome?
D.F.: Soprannomi… c’è chi lo chiamava il “Postino”, chi lo chiamava “Torsolo”, ci sono tanti soprannomi.
Avv. Giancarlo Zanobini: Bene, bene.
D.F.: Cioè, soprannomi di paese.
Avv. Giancarlo Zanobini: Sì.
D.F.: Un po’ tutti ci si chiama.
Avv. Giancarlo Zanobini: Si ricorda di una cena, in particolare, una di queste cene di cui prima ha parlato, no?
D.F.: Sì.
Avv. Giancarlo Zanobini: Di cui sta parlando. Alla quale il Vanni non partecipò?
D.F.: Quella me la ricordo benissimo. Perché fu la volta che venne questo ballerino, che ballava spagnolo, e Vanni non venne quella sera, a questa cena. E questo sono sicuramente, ma profondamente sicuro.
Avv. Giancarlo Zanobini: Eh. E come mai, se lo ricorda?
D.F.: Eh, mi ricordo, prima di tutto perché c’era questo ballerino e noi eravamo perplessi di non riescire a questa cena. Si diceva: ‘si riuscirà a far bella figura…’, ecce… E poi, fra l’altro, mi ricordo che, un componente dell’orchestra, telefonò a Vanni circa dopo un’ora che eravamo a cena, e disse: ‘non vengo perché c’ho avuto dei problemi… non vengo, poi…’ Ma scherzosamente, disse: ‘me la son fatta addosso, io non me la sento…’ E mi ricordo benissimo che poi la cena riuscì, perché c’era questo ragazzo che ballava, per cui si disse: ‘siamo contenti uguale’, ecco.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ma si ricorda il motivo per cui, appunto, non si sentiva il Vanni di venire? Come mai?
D.F.: Perché, insomma, si sapeva che era stato chiamato, interrogato per qualcosa, ecco. In qui’ momento, lui non venne.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ecco.
D.F.: Non venne. Lui, a quella cena, non c’era, sono sicuramente… profondamente sicuro.
Avv. Giancarlo Zanobini: Senta, e a quella cena invece c’era lei, no?
D.F.: Sì, senz’altro.
Avv. Giancarlo Zanobini: E ricorda che di quella cena, lei, o qualcuno insomma, ebbe a fare anche delle foto?
D.F.: Quelle foto sono state fatte con la mia macchina; un poche da me, dove non sono ritratto, da altre persone componenti che c’erano. Perché eravamo in tanti, anche quella sera.
Avv. Giancarlo Zanobini: E poi, che è stato lei a fornire queste foto all’avvocato Corsi?
D.F.: Quelle foto, mi ricordo sei o sette mesi fa, ora… otto… con esattezza non posso… Trovai l’avvocato Corsi e mi disse: ‘ti ricordi di quella cena, l’ultima che fu fatta, dove non c’era Mario, c’era il ballerino…’ Dico: ‘guarda, ho delle foto, se riesco a trovarle te le porto.’ E gliele diedi all’avvocato Corsi.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ecco. Allora, Presidente, io chiederei di esibire al teste anche quelle foto che già, ricorda lei, nell’esame dell’avvocato Corsi furono esibite allo stesso, eh? Se quindi si riconosce se può dirci i componenti e se può dirci se queste foto corrispondono a questa cena di cui lei ha parlato.
Presidente: (voce non udibile)
Avv. Giancarlo Zanobini: Ce l’ho io, ce l’ho io.
Presidente: Ah, bene. Si.
D.F.: Sì, sì. Queste sono quelle che ho dato all’avvocato. E… Sì, sì, sono le mie. Quelle fatte…
Presidente: Quelle che fece lei in quella occasione?
D.F.: Prego?
Presidente: Quelle che fece lei in quella occasione del ballerino?
D.F.: Sì. In alcune le ho fatte io, ripeto; in alcune le hanno fatte gli altri, dove io sono ritratto, naturalmente non le ho fatte io. Ma queste sono state fatte con la mia macchina, sono sicuramente sicuro. Sì, qui c’è… vedo ci sono… C’è Dori, c’è Mazzei Mario, l’avvocato Corsi, il dottor Mancini, Raffaele Dongarrà, Giovanni Zanieri, Giorgio Torricelli, Leoncini… C’è Paolo Bacci… Ecco, insomma, i nomi… Questo è un signore di Firenze che non ricordo il nome. Qui ci sono altri ragazzi di San Casciano, persone di San Casciano.
Presidente: Va be’.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ecco, e queste foto che lei ha dato all’avvocato Corsi, si riferiscono a questa cena, no? E quindi, vedendo le foto, lei può dire quando è avvenuta questa cena?
D.F.: Mah…
Avv. Giancarlo Zanobini: L’anno.
D.F.: L’anno è stampato anche sopra, è il ’90. Per cui…
Avv. Giancarlo Zanobini: Ecco.
D.F.: Lì non c’è problemi.
Avv. Giancarlo Zanobini: E il mese se lo ricorda?
D.F.: Il mese mi sembra… mi sembra il periodo estivo, luglio… Prima d’agosto, perché d’agosto non le facevamo mai queste cene, perché dopo la gente andava in ferie. Senz’altro luglio.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ecco.
D.F.: Poi, già sulle foto c’è scritto—
Avv. Giancarlo Zanobini: Sì, sì.
D.F.: … sicché sono sicuro.
Avv. Giancarlo Zanobini: Senta, e lei di che idea politica è? Di che partito è a San casciano?
D.F.: Ma io appartenevo al Movimento Sociale Italiano.
Avv. Giancarlo Zanobini: Uhm.
D.F.: Attualmente Alleanza Nazionale.
Avv. Giancarlo Zanobini: E il Vanni?
D.F.: Mah, penso di sì. Anche lui era di questa idea, perlomeno.
Avv. Giancarlo Zanobini: E può dire chi era il segretario di questo partito, all’epoca?
D.F.: All’epoca attuale, o…
Avv. Giancarlo Zanobini: All’epoca della cena, diciamo.
D.F.: Montecchi Ovidio.
Avv. Giancarlo Zanobini: Senta, e lei, dopo questa cena, ha avuto modo di parlare col Vanni?
D.F.: Ci riparlai… Lo trovai in piazza, dopo circa due-tre mesi. Ora, con esattezza, non… Ci parlai: ‘ciao, Mario, come va?’ ‘Ciao. Mi perseguitano, mi danno noia, ma ora’ -mi disse proprio queste parole – dice: ‘ora ho preso un avvocato- dei nostri e metto a posto tutta la situazione, ecco.’ E poi ebbi conferma da Montecchi che era l’avvocato che attualmente… c’è in questo processo, diciamo, ecco.
Avv. Giancarlo Zanobini: Che è…
D.F.: Ora non ricordo il nome, con esattezza…
Avv. Giancarlo Zanobini: Sì, chi era, non quello di ora, quello di prima, forse.
D.F.: Insomma, quello di prima…
Avv. Giancarlo Zanobini: Sì, sì.
D.F.: Cioè, io mi riferisco…
Avv. Giancarlo Zanobini: Senta…
Presidente: Quando ci aveva l’avvocato, via.
Avv. Giancarlo Zanobini: Sì. E l’avvocato Corsi, invece, di che idea politica lei ha sempre saputo essere?
D.F.: L’avvocato Corsi io l’ho sempre sentito che era socialista. Perlomeno mi sembra sia stato anche eletto nel Consiglio Comunale nelle liste socialiste, per cui… In epoca addietro diciamo, eh, non…
Avv. Giancarlo Zanobini: Sì. E voi, come partito di Movimento Sociale, facevate delle cene, avete avuto modo di fare delle cene?
D.F.: Sì, le abbiamo fatte, specie ni’ momento, diciamo, di euforia.
Avv. Giancarlo Zanobini: E lei ha mai visto l’avvocato Corsi partecipare a codeste cene?
D.F.: Mah, a queste cene mai. senz’altro mai. Unn’era…
Avv. Giancarlo Zanobini: Senta, e le risulta che il Vanni si lamentava un po’ con tutti di quella che era la sua situazione all’epoca?
D.F.: Sì, si lamentava un po’… bastava parlarci un attimo, gliel’ho detto prima. Si lamentava dicendo che era perseguitato, insomma, perseguitato dalla Polizia, roba di questo… Ma discorsi un po’… Ora, con esattezza, non riesco a metterli… Insomma, diceva queste cose, ecco.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ecco.
D.F.: Come le ripeto, lui, spontaneamente, mi disse proprio: ‘ora ho messo un avvocato dei nostri…’, dice. Ecco perché dico… si lamentava spesso. Sia con me, o con chi trovava, con altre persone.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ha mai parlato il Vanni con lei di aver ricevuto ima lettera dal Pacciani?
D.F.: Con me no.
Avv. Giancarlo Zanobini: Sa se ne ha parlato con qualcun altro?
D.F.: Mah, io no. Io personalmente no.
Avv. Giancarlo Zanobini: Presidente, io per ora non avrei altre domande sul teste Fusi.
Presidente: Bene. Pubblico Ministero?
P.M.: Sì, Presidente. Un paio, grazie. Signor Fusi, scusi, per quanto riguarda la data di questa cena, tutto sommato abbiamo capito è nel periodo estivo, lei dice è in luglio perché si ricorda, o perché c’è scritto sulla foto?
D.F.: Mi ricordo anche che era un perìodo estivo ed eravamo quasi… Si disse: ‘facciamola, perché poi si va in ferie, per cui…’ Poi, c’è scritto su la data…
P.M.: Ma c’è scritto la data esatta, o c’è scritto solo luglio?
D.F.: C’è scritto “Luglio ’90”
P.M.: Luglio.
D.F.: Sì.
P.M.: Non c’è il giorno. Lei, invece, è in grado di dirci il giorno, oppure…
D.F.: No, no. Il giorno è impossibile.
P.M.: Queste cene venivano fatte in un particolare giorno della settimana, o quando capitava?
D.F.: No, all’incirca quando si riusciva a metterle insieme.
P.M.: Mi scusi, volevo dire, non so, per qualche motivo il sabato, il venerdì, la domenica— Oppure quando capitava, capitava?
D.F.: No, quando capitava. Non c’era una data fissa.
P.M.: Ecco, indipendentemente. . .
D.F.: Sicura… Con esattezza, i giorni non me li posso ricordare assolutamente. Era… Cioè, erano giorni che si diceva: ‘s’ha a fare una cena fra 10, 20 giorni…?’ Per cui si. . .
P.M.: Certo. Ma poteva esser sia di lunedì, di giovedì, di sabato? 0 c’era…
D.F.: Sabato e domenica, mi sembra… non voglio sbagliare, ma mi sembra di no. Perché, sa, il sabato o la domenica qualcuno non c’era…
P.M.: Ho capito.
D.F.: … per ragioni…
P.M.: Ancora una cosa: lei ricorda, dice, si seppe quella sera, o comunque ho capito un discorso simile, che Vanni gli si telefonò, qualcuno gli telefonò…
D.F.: Gli telefonò un componente dell’orchestra per cercarlo, per farlo venire, perché si pensava di non riuscire in questa… diciamo, noi si chiamava manifestazione, no? E uno, mi sembra abbia telefonato Mario Mazzei.
P.M.: Ma ricorda se… Ho capito male, dice: ‘Vanni disse era spaventato, se l’era fatta addosso…’, un discorso simile?
D.F.: Sì, qual… cioè, a me mi riferì Mario Mazzei, mi disse: ‘oh, sai, un viene, perché gl’è stato interrogato…’, o qualcosa…
P.M.: Ma si riferiva a quel giorno lì? Era stato interrogato quel giorno lì della cena, o in precedenza?
D.F.: Ma io penso quel giorno lì, credo che sia quelgiorno lì, perché sennò…
P.M.: E voi gli telefonaste prima di cena, durante la cena?
D.F.: No, durante la cena, dopo iniziata la cena, mi sembra.
P.M.: Era venuto…
D.F.: Ora, con esattezza, penso sarà stato un’oretta, un’oretta e mezzo, durante la cena.
P.M.: Cioè, le nove, le dieci, le undici…
D.F.: Eh, ora…
P.M.: … un orario così.
D.F.: … non glielo posso dire con esattezza. Cioè, son cose troppo particolari, non si…
P.M.: Sì, no, sarebbe difficile, oppure strano che lei se lo ricordasse. Comunque lei ha ricordo che era stato convocato-quel giorno lì, non nei giorni precedenti. Quello stesso giorno lì, della cena.
D.F.: Mi sembra di sì.
P.M.: Le sembra di sì.
D.F.: Eh, ora…
P.M.: Ancora una cosa: lei ha detto, quando è stato chiesto dell’avvocato Zanobini, dice: ‘ma si frequentavano, andavano a cena l’avvocato Corsi e il Vanni, indipendentemente da queste cene…7, lei dice: ‘non lo so, io non li ho mai visti. Però sa, ad esempio, o può sapere, se il Vanni aveva chiesto qualche consiglio, su argomenti qualsiasi, all’avvocato Corsi? Si erano visti da qualche parte, o lei sa solo le cene, ovviamente?
D.F.: No, io come le ripeto, una volta eravamo lì al bar a prendere un caffè, e Mario disse: ‘scusi, avvocato, posso parlar con lei?’ Ma lo disse lì, aperta… Poi…
P.M.: Quindi, se loro hanno avuto un rapporto professionale, se Vanni è andato allo studio per una ragione qualsiasi, lei…
D.F.: Questo, io non sono in grado… Io non lo so, ecco.
P.M.: Non ne sa assolutamente niente.
D.F.: No, lì no.
P.M.: Senta, un’ultima cosa – e ho finito – lei conosce il Lotti Giancarlo?
D.F.: Lo conosco di vista. Non l’ho mai frequentato, ci ho parlato sempre poco, non ho avuto mai…
P.M.: Ci ha parlato sempre poco…
D.F.: Poco, poco o punto. Mai, quasi mai.
P.M.: Quand’è che lo incontrava, se…
D.F.: Ma io, guardi, le poche volte che l’ho incontrato, l’ho incontrato a mangiare con Vanni e sua nipote, lì, alla festa dello Sport, perché io faccio servizio lì; per cui ho avuto occasione di servire della roba. Ma nulla più, ecco. Non…
P.M.: Ha notato se c’era un rapporto di amicizia fra Lotti e Vanni? Se…
D.F.: Mah, come faccio a saperlo? C’era, era lì al tavolo a mangiare, questo non sono in grado di saperlo, ecco.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: (voce non udibile)
Avv. Giancarlo Zanobini: Nessun’altra domanda.
Presidente: (voce non udibile)
D.F.: Grazie, buongiorno.

Presidente: C’è Cirri Gino?
Avv. Giancarlo Zanobini: Sì, Cirri Gino.
Presidente: Senta, vuole essere ripreso dalle telecamere, o no?
Gino Cirri: No.
Presidente: No. Bene, niente telecamere, per cortesia. Come si chiama lei?
G.C.: Cirri Gino.
Presidente: Dov’è nato, dove risiede?
G.C.: San Casciano Val di Pesa
Presidente: (voce non udibile)
G.C.: Ah, il 25 agosto 1921
Presidente: Legga questa formula.
G.C.: Sì. “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”.
Avv. Giancarlo Zanobini: Senta, signor Cirri.
G.C.: Dica, avvocato.
Avv. Giancarlo Zanobini: Lei è di San Casciano Val di Pesa, eh?
G.C.: Sì.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ha sempre vissuto a San Casciano Val di Pesa?
G.C.: Sempre. Nato e vissuto.
Avv. Giancarlo Zanobini: E conosce l’avvocato Corsi?
G.C.: Sì.
Avv. Giancarlo Zanobini: Da quanto tempo?
G.C.: Era studente, ancora, da quando lo conoscevo. Siamo sempre stati insieme… una vita, insomma.
Avv. Giancarlo Zanobini: Che era amico di famiglia?
G.C.: Amico di famiglia..
Avv. Giancarlo Zanobini: E…
G.C.: … ho conosciuto il su’ babbo…
Avv. Giancarlo Zanobini: E che rapporto ha con l’avvocato Corsi? Anche attualmente.
G.C.: Ci vo il lunedì, quando fo ufficio, sto al telefono, fo la posta…
Avv. Giancarlo Zanobini: Da quanto tempo, questo?
G.C.: Eh, da molti anni.
Avv. Giancarlo Zanobini: Perché lei è pensionato, no?
G.C.: Sì, sì.
Avv. Giancarlo Zanobini: E, quindi, prende le telefonate per…
G.C.: Le telefonate, fo la posta, quella che c’è da fare, insomma.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ecco. Si ricorda all’incirca da quanto tempo l’avvocato Corsi si è trasferito a Firenze?
G.C.: Sarà un 15-16 anni.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ecco, e in questi 15-16 anni, quali sono i giorni che l’avvocato Corsi viene a San Casciano, fa lo studio a San Casciano?
G.C.: Viene il lunedì e il giovedì, qualche volta è assente. Ma insomma, il lunedì e il giovedì sera.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ecco, e in questi giorni lei c’è sempre lì.
G.C.: Sì, sì, son sempre lì, io.
Avv. Giancarlo Zanobini: Può dire se l’avvocato Corsi, in questi giorni, nelle pause dello studio, dell’ufficio, frequenta, va al bar?
G.C.: Fa l’ufficio, poi si va a mangiare su, in casa sua, dalla su’ mamma…
Avv. Giancarlo Zanobini: Lei, insieme a lui?
G.C.: Sì, sì, sempre.
Avv. Giancarlo Zanobini: E poi?
G.C.: E poi si prende il caffè e si fa un giretto in campagna, così. Poi si rientra in ufficio e ci si rimette a lavorare.
Avv. Giancarlo Zanobini: Senta, e lei conosce anche il Vanni?
G.C.: Sì.
Avv. Giancarlo Zanobini: E che abitudine ha il Vanni lì in paese come, diciamo, posto in cui magari si trova più frequentemente?
G.C.: Lo vedo ni’ caffè a prendere il caffè, o a sedere fori, se è la stagione bona…
Avv. Giancarlo Zanobini: A sedere fuori, dove?
G.C.: Fuori il bar, lì.
Avv. Giancarlo Zanobini: E l’ha mai visto l’avvocato Corsi parlare col Vanni?
G.C.: No, un l’ho mai visto.
Avv. Giancarlo Zanobini: Eh?
G.C.: Oddio, qualche volta gli diceva: ‘avvocato, m’hanno perquisito…’ e l’avvocato gli dicea: ‘ma stai tranquillo’, ecco, e basta.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ecco e in queste occasioni ricorda come il Vanni si rivolgeva all’avvocato Corsi?
G.C.: Diceva: ‘signor avvocato…’
Avv. Giancarlo Zanobini: Diceva…?
G.C.: ‘Signor avvocato, m’hanno riperquisito un’altra volta’, ma così, di sfuggita, eh, passando.
Avv. Giancarlo Zanobini: Sì. E può dire, quindi, se l’avvocato Corsi con il Vanni era amico, o no?
G.C.: Conoscente, così… come siamo tutti in un paese, vero.
Avv. Giancarlo Zanobini: Sa se l’avvocato Corsi è mai andato da solo, da solo, a cena col Vanni? A cena a casa del Vanni?
G.C.: Lo escludo assolutamente. Lo escludo. Perché anch’io l’ho invitato tante volte, non va da nessuno.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ecco. Lei, invece, ha partecipato con l’avvocato Corsi a delle cene?
G.C.: Sì, sì.
Avv. Giancarlo Zanobini: E a queste cene ricorda se c’era anche il Vanni?
G.C.: Sì, c’era anche il Vanni.
Avv. Giancarlo Zanobini: Bene. E che tipo di cene erano?
G.C.: Cene di 30-40 persone, così. Si faceva una cena una volta l’anno…
Avv. Giancarlo Zanobini: E dove le facevate, dove avvenivano, in casa privata di qualcuno…
G.C.: No, no, in una trattoria, in una trattoria qualunque.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ah. E da quanto tempo c’è la tradizione di queste cene?
G.C.: Eh, molti anni.
Avv. Giancarlo Zanobini: Senta, e ricorda in particolare una cena in cui non c’era il Vanni?
G.C.: Sì. ora, il periodo, un glielo posso dire, un me lo ricordo, ma…
Avv. Giancarlo Zanobini: No, mi basta di sapere…
G.C.: … una cena…
Avv. Giancarlo Zanobini: Ricorda di una cena in cui il Vanni…
G.C.: Sì, sì, una cena, quella sera un c’era.
Avv. Giancarlo Zanobini: E perché?
G.C.: E mi dissero che gl’era in Questura, l’avevano incontrato in Questura, una cosa così.
Avv. Giancarlo Zanobini: E sa se l’avvocato Corsi è stato Consigliere Comunale, per un qualche partito?
G.C.: Sì, sì. Partito Socialista.
Avv. Giancarlo Zanobini: Uhm. E sa se è mai andato a cene di altri partiti?
G.C.: No, lo escludo assolutamente.
Avv. Giancarlo Zanobini: Il Vanni sa di che partito era?
G.C.: Era simpati… Credo io, eh, simpatizzante di Alleanza Nazionale.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ah. E ricorda che il Vanni, se il Vanni una volta è venuto in studio?
G.C.: Sì, ce l’ho visto una volta.
Avv. Giancarlo Zanobini: Quante volte?
G.C.: Una volta sola l’ho visto io.
Avv. Giancarlo Zanobini: E il periodo se lo ricorda qual era?
G.C.: Il periodo come…
Avv. Giancarlo Zanobini: Non no, non m’interessa l’anno. Voglio dire, scusi eh, ha ragione, le faccio un’altra domanda prima. Ricorda se c’è stato un periodo in cui il Vanni si lamentava che la Polizia gli stava dietro e lo interrogavano…
G.C.: Questo, questo gl’è normale, lo diceva a tutti. Anche a me. Dice: ‘guarda, c’enno stati un’altra volta…’ E gli dicevo: ‘stai tranquillo…’
Avv. Giancarlo Zanobini: Ecco, e ricorda, allora, qual è il periodo in cui il Vanni venne una volta in studio dall’avvocato Corsi?
G.C.: Questo un me lo ricordo.
Avv. Giancarlo Zanobini: Non se lo ricorda. Forse era questo in cui si lamentava, oppure no? Era il periodo in cui lui era…
G.C.: Sì, il periodo, il periodo…
Avv. Giancarlo Zanobini: Si lamentava…
G.C.: … delle perquisizioni, sì.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ecco.
Presidente: Il periodo? Delle perquisizioni?
G.C.: Come?
Presidente: Cosa ha detto? Era il periodo delle perquisizioni?
G.C.: Delle perquisizioni. Quando diceva che lo perquisivano e…
Avv. Giancarlo Zanobini: E lo ha mai sentito il Vanni parlare con l’avvocato Corsi al bar, o in piazza, di questi suoi guai?
G.C.: No…
Avv. Giancarlo Zanobini: Non l’ha mai sentito.
G.C.: No, diceva: ‘avvocato, signor avvocato, mi hanno riperquisito’, queste parole qui.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ah, ecco, allora sì.
G.C.: Sì, sì. No…
Avv. Giancarlo Zanobini: In questi termini, voleva dire. Sì, sì. Senta, quindi lei, praticamente, nei giorni in cui l’avvocato Corsi tiene ufficio, studio a San Casciano, sta lì davanti alla sua stanza…
G.C.: Sì, sì.
Avv. Giancarlo Zanobini: … riceve telefonate…
G.C.: Sì, sto fuori della stanza, ma insomma, ci sono.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ecco, riceve i clienti…
G.C.: I clienti, sì, sì.
Avv. Giancarlo Zanobini: … prende qualche telefonata, eccetera.
G.C.: Sì.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ricorda se è venuta una qualche volta… La conosce lei una certa Bartalesi?
G.C.: Bartalesi?
Avv. Giancarlo Zanobini: Una nipote del Vanni.
G.C.: Ah, sì.
Avv. Giancarlo Zanobini: Eh?
G.C.: Bartalesi la conosco.
Avv. Giancarlo Zanobini: Si chiama Bartalesi Alessandra, glielo dico io.
G.C.: Sì, sì, la c’è stata con la su’ mamma e co’ i’ su’ babbo.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ecco. E c’era anche lei?
G.C.: Sì, una volta ce li ho visti, io.
Avv. Giancarlo Zanobini: Non lo sa perché son venuti lì, no?
G.C.: Questo, non glielo so dire.
Avv. Giancarlo Zanobini: No, bene. Va bene. E a queste cene lei ricorda qualcun altro, tra l’avvocato Corsi, diciamo, quindi professionista come l’avvocato Corsi, che ci partecipava?
G.C.: Professionisti c’è stato il dottor Mancini e il dottor Bigiotti. Poi…
Avv. Giancarlo Zanobini: Eh. E come mai ricorda di questa cena in cui il Vanni non c’era?
G.C.: Perché si esibì un… si chiama Manolo, fa lo spagnolo, fa. E balla il… il tango spagnolo, il bolero, icché gl’è. Anzi, gli sfondò anche un tavolino, sicché fu tutta una risata generale.
Avv. Giancarlo Zanobini: E cioè, in questa cena in cui mancava il Vanni, se ho capito bene, non c’era il Vanni, ma c’era questo Manolo.
G.C.: Sì, si esibì il Manolo, ecco.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ho capito. Allora, anche a lui, Presidente, chiederei di far vedere queste foto… Presidente: Bene.
Avv. Giancarlo Zanobini: … perché se ci si riconosce, se…
G.C.: Sì, siamo a cena. Quindi c’era Manolo, eccolo qui. E qui si balla… Sì, sì, è una cena… Sì, sì, questa è una cena… Sì, sì, questa è la cena…
Avv. Giancarlo Zanobini: Presidente, io non avrei altre domande.
Presidente: Pubblico Ministero, lei?
P.M.: Nessuna, grazie. Ha già risposto a quello che volevo sapere io.
G.C.: Posso andare?
Presidente: Senta, lei aveva detto che il Vanni è venuto una volta allo studio…
G.C.: Sì, una volta è venuto allo studio, sì.
Presidente: Può ricordare l’epoca?
G.C.: Mah, gliel’ho detto, il periodo non me lo ricordo.
Presidente: E lei sa dire una volta solo…
G.C.: Sì, io l’ho visto solo una volta. Lì, Dall’avvocato.
Presidente: Appunto.
G.C.: E si è intrattenuto alcuni minuti, non molto.
Presidente: Molti anni fa, un anno fa…
G.C.: Sì, qualche anno fa. Ora, preciso, non glielo so dire.
Presidente: E perché era venuto?
G.C.: Mah, questo un lo so.
Presidente: Aveva preso contatti con lei, prima di venire.
G.C.: No…
Presidente: O era venuto…
G.C.: No, no, venne di suo, voleva parlare con l’avvocato…
Presidente: E venne il giorno che c’era l’avvocato.
G.C.: Sì, il giorno che viene l’avvocato a San Casciano.
Presidente: Va bene. Era il periodo,… allora, è venuto prima o dopo quella cena in cui il Vanni non è venuto alla cena?
G.C.: Ma sa, le cene si facevano una volta l’anno, la sera…
Presidente: Appunto, una volta l’anno.
G.C.: Sì, però…
Presidente: Lei ha detto che il Vanni non ha partecipato ad una cena in cui c’era il ballerino spagnolo…
G.C.: Sì.
Presidente: … in cui lei ricorda il particolare che aveva sfondato un tavolo.
G.C.: Ora, se il Vanni gl’è venuto prima…
Presidente: Scusi, lasci parlare.
G.C.: Ah, sì, sì.
Presidente: Lei ricorda questo particolare del ballerino spagnolo che aveva sfondato il tavolo.
G.C.: Sì, ecco.
Presidente: Io domando: il Vanni è venuto allo studio dall’avvocato Corsi, prima di questa cena, o dopo questa cena?
G.C.: Gliel’ho detto, questo un… unn’ho ricordanza. Un me lo ricordo, ora un me lo ricordo se gl’è venuto prima o dopo…
Avv. Giancarlo Zanobini: Non se lo ricorda.
Presidente: Va be’.
Avv. Giancarlo Zanobini: È genuino.
Presidente: Può andare, grazie. Mi meraviglia un po’, ma, in ogni modo…
G.C.: No, veramente no.
Presidente: Bene. Può andare.
G.C.: Per dirgli la verità…
Avv. Giancarlo Zanobini: A me avrebbe meravigliato se avesse detto…
Presidente: Va bene.
Avv. Giancarlo Zanobini: … quello che conveniva che dicesse…
Presidente: Può andare, grazie. Può andare.
P.M.: Presidente, per quanto possa valere, io chiedo… non ho domande al teste …
Presidente: Ah.
P.M.: … di poter produrre, che è un atto…
Presidente: Ah, c’è anche un altro teste. Vogliamo…
P.M.: Sì, sì, ma era in concomitanza con queste deposizioni.
Presidente: Ah benissimo.
P.M.: … sennò me ne dimentico Solo per questo.
Presidente: Ah…
P.M.: Me lo sono segnato, ma. . .
Presidente: Dica.
P.M.: Vorrei produrre… Il teste può andare.
Presidente: Può andare, può andare lei, signor Cirri.
G.C.: Buongiorno.
P.M.: Ripeto, per quello che può valere, siccome un teste prima ha parlato di nomine, di avvocati… e noi abbiamo identificato, forse correttamente, ma, comunque, sulla base di quello che ci è stato detto, che poteva essere l’avvocato Pepi, io produco – per quel che possa valere, ovviamente – l’atto di nomina dell’avvocato Pepi da parte del Vanni che risale al momento della comunicazione giudiziaria. Non l’ho qui materialmente. Chiedo di poterlo produrre.
Presidente: Va bene.
P.M.: Perché… Così, si valuterà.
Presidente: Benissimo.
Presidente: Allora, l’altro teste? Come si chiama lei?
Giovacchino Leoncini: Leoncini Giovacchino.
Presidente: Vuole essere ripreso dalle telecamere, o no?
G.L.: No.
Presidente: Bene. Niente telecamere.
G.L.: Ma nemmen le gambe, eh.
Presidente: Nemmen le gambe. Neanche le scarpe.
G.L.: Neanche le scarpe.
Presidente: Va bene. Come mai questa precisazione?
G.L.: Di già son noto a San Casciano, se mi vedono anche in televisione, buonanotte.
Presidente: Va be’. Allora, dov’è nato lei?
G.L.: A San Casciano Val di Pesa il 13 novembre 1934
Presidente: Giovacchino. 

G.L.: Giovacchino, eh. “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.”
Presidente: Prego, avvocato Zanobini.
Avv. Giancarlo Zanobini: Sì. Senta, Leoncini…
G.L.: Sì.
Avv. Giancarlo Zanobini: … lei è sempre stato a San Casciano Val di Pesa?
G.L.: Sì.
Avv. Giancarlo Zanobini: E è pensionato ora?
G.L.: Sì.
Avv. Giancarlo Zanobini: Prima, che lavoro faceva?
G.L.: Dipendente del Comune.
Avv. Giancarlo Zanobini: E conosce l’avvocato Corsi?
G.L.: Fin da ragazzo.
Avv. Giancarlo Zanobini: Fin da ragazzo. E ha avuto modo di frequentarlo, di stare insieme in qualche attività, in qualche associazione?
G.L.: Sicuramente. Io ho fatto anche l’autista della Misericordia, volontario. E lui, a quei tempi giovanetto, veniva a far servizio alla Misericordia.
Avv. Giancarlo Zanobini: Poi?
G.L.: Come portantino. Poi, insieme, io sono stato con lui che era presidente dell’Unione Sportiva Sancascianese Calcio. Ed era un consigliere della Sancascianese. Un’altra attività che ha fatto Alberto da giovane, che ha formato il gruppo dell’AVIS a San Casciano. Lì, alla Misericordia, si chiama Gruppo Frates. Queste sono… Poi, oltre ad essere stato consigliere comunale, per il Partito Socialista, a San Casciano Val di Pesa.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ecco, quindi vuol dire se è mai stato di altre idee, oltre a quelle che ci ha precisato ora? Dal punto di vista politico.
G.L.: Io l’escludo assolutamente.
Avv. Giancarlo Zanobini: E anche lei era della sua stessa idea politica?
G.L.: Sì, fino a che gl’è cascato Craxi e…
Avv. Giancarlo Zanobini: Va be’.
G.L.: Noi s’era socialisti.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ecco.
G.L.: Non è una vergogna.
Avv. Giancarlo Zanobini: No. Senta, conosce anche il Vanni, lei?
G.L.: Sì, sì.
Avv. Giancarlo Zanobini: E può dire che rapporti c’erano fra il Vanni e l’avvocato Corsi?
G.L.: I rapporti di tutti i compaesani.
Avv. Giancarlo Zanobini: Quindi?
G.L.: Quindi, chi è il Vanni lo conoscevano tutti, come conoscan tutti l’avvocato Corsi.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ma può dire se il Vanni era amico dell’avvocato Corsi?
G.L.: Amico, l’è una parola mi sembra un pochino esagerata. Perché…
Avv. Giancarlo Zanobini: Quindi, cos’era?
G.L.: Prego?
Avv. Giancarlo Zanobini: E quindi, dico, se… Non era amico, quindi, vuol dire, no?
G.L.: Un conoscente.
Avv. Giancarlo Zanobini: E… è conosciuto in paese, no, l’avvocato Corsi.
G.L.: Porca miseria!
Avv. Giancarlo Zanobini: Eh. Lei ha avuto modo di vedere se, appunto, in piazza, al bar, lo fermano lo fermavano, chiedevano consiglio a lui, gli parlavano…
G.L.: Mah, tutte le persone di San Casciano che si sonrivolte al Corsi, per ragioni del suo lavoro. Ma, anche se uno unn’avea bisogno, Alberto lo fermavano tutti. O per un consiglio o per un. . . per qualunque cosa. E lui si ferma con tutti. A volte, da il bar per arrivare a il su’ ufficio, che sono 100 metri, ci vole anche un’ora. Perché lui si ferma con tutti e dialoga con tutti.
Avv. Giancarlo Zanobini: Senta, e ricorda se un certo periodo il Vanni si lamentava che era, diciamo, in qualche modo pressato dalla Polizia? Se lo ricorda?
G.L.: Sì. . .
Avv. Giancarlo Zanobini: Se si lamentava anche con lei, se si lamentava con altri, se…
G.L.: Si lamentava con tutti, specialmente quande gli venia fatto, che ci andava la Polizia in casa, o che lo portavan giù a Firenze: ‘eh, m’hanno rifermato…’ E con tutti si lamentava. O che lo fermassero, o che lui si fermasse, con la gente a parlare.
Avv. Giancarlo Zanobini: Senta…
G.L.: E dice: ora non ne posso più’
Avv. Giancarlo Zanobini: Lei ricorda di avere partecipato a delle cene con l’avvocato Corsi?
G.L.: Sì.
Avv. Giancarlo Zanobini: Eh, che tipo di cene erano?
G.L.: Cene per ridere, per ridere e divertirsi.
Avv. Giancarlo Zanobini: Eh.
G.L.: Anche se s’avea… Cioè, Alberto un po’ meno di me, ma insomma, anche se ci s’avea 50 anni, a quei tempi… l’eran cene che ci piacea fare.
Avv. Giancarlo Zanobini: Da quanto tempo c’era la tradizione di fare queste cene?
G.L.: Mah, ne è state fatte, qualcuna, sì.
Avv. Giancarlo Zanobini: E le facevate dove, nelle case private, in…
G.L.: No, assolutamente. Sempre nei ristoranti.
Avv. Giancarlo Zanobini: Sempre nei ristoranti. E ci partecipavano tante persone?
G.L.: Sì, perché, escluso che un pochi che eravamo quelli fissi, poi c’era un ricambio sempre di persone.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ma c’era qualcuno che era un punto di riferimento che, diciamo, in qualche modo le organizzava, oppure no? Se lo ricorda?
G.L.: Mah, per l’organizzazione io mi sono sempre trovato scritto nella lista. Questo gl’era un amico anche di’ Vanni, era il Dori, questo che, quest’uomo che organizzava, perché gl’era un ragazzo brillante, un ragazzo che gli piacea suonare, cantare, anche a lui. E lui organizzava, magari si trovavano dallo Zanieri, che gl’è uno, un. commerciante di oreficeria, lì, che c’ha il negozio in centro: ‘oh, s’ha a fare una cena?’, buttavan giù una lista di quelli fissi. E poi, man mano, veniva spanta la voce e si aggregava sempre tanta gente.
Avv. Giancarlo Zanobini: Si ricorda il periodo in cui venivano fatte queste cene? Intanto la cadenza.
G.L.: Periodo, icché vuol dire?
Avv. Giancarlo Zanobini: Il periodo, se era d’inverno, se era di primavera, d’autunno, d’estate…
G.L.: No, no, eh, nell’estate, quasi sempre.
Avv. Giancarlo Zanobini: E quante volte all’anno…
G.L.: Più d’una, un mi sembra.
Avv. Giancarlo Zanobini: Senta, ricorda lei di una cena, in particolare, a cui lei ha partecipato e alla quale non ha partecipatali Vanni ?
G.L.: Sì. Quella cena me la ricordo, perché io, insieme a un mio amico, arrivammo più tardi, per ragioni… per ragioni che si arrivò più tardi. E l’occhio va subito a i’ banco in do’ c’era il Vanni che gl’era sempre il più…
Avv. Giancarlo Zanobini: Folkloristico, si può dire?
G.L.: Perdinci! La m’ha fatto bene. Di solito ci s’avea la bandiera, perché ci piaceva anche queste cose, perché il Vanni, con la bandiera, gl’era… La bandiera italiana, eh.
Avv. Giancarlo Zanobini: Naturalmente.
G.L.: E, non vedendo… nell’entrare, non vedendo… sicché chiesi: ‘o i’ Vanni?’ E mi dissero che l’avean portato via. Poi io, unn’è… ha visto, quando uno gl’entra ni’ clima della cena, si scorda anche di’ Vanni e si scorda…
Avv. Giancarlo Zanobini: Ecco, allora, io le faccio vedere anche a lei delle foto di una cena; se lei ci si riconosce e se lei può dire che è questa la cena in cui il Vanni non ci sarebbe stato.
G.L.: Qui c’è un personaggio che me lo ricordo, fu la sostituzione… Cioè, quella sera un c’era il Vanni, ma c’era questo che io non conoscevo, non sapevo né chi era, né… poi, dopo, si mise a ballare…
Avv. Giancarlo Zanobini: Che cos’era, era la prima volta che veniva lì?
G.L.: 0 gl’era la prima volta che lo ve… un sapevo nemmeno che gl’esistea.
Avv. Giancarlo Zanobini: Però ci dica, questo personaggio che ha detto, ce lo dica che personaggio è.
G.L.: Questo è uno che dopo ho scoperto che veniva da Prato. Non mi chieda chi ce lo portò, perché io non lo so. questo…
Avv. Giancarlo Zanobini: Sì, ma voglio dire: il Vanni cantava e questo personaggio costì cosa faceva?
G.L.: Invece ballava.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ecco.
G.L.: Era vestito… tipo spagnolo e ballava su un tavolo, questi balli spagnoli. Ecco, qui c’è anche il Dori. Ecco, questo sono io. E, come si può vedere dalla fotografia, questo ballava. Sì, sì…
Avv. Giancarlo Zanobini: Ecco, senta… Grazie. Diceva lei, l’avvocato Corsi lo conosce bene, no?
G.L.: Sì.
Avv. Giancarlo Zanobini: Da tanto tempo. Cioè, perché lo frequentava anche, no?
G.L.: Fin da ragazzino.
Avv. Giancarlo Zanobini: Eh.
G.L.: Io, quande gl’era studente, gl’ho imprestato anche la macchina.
Avv. Giancarlo Zanobini: E sa se l’avvocato Corsi è mai andato, per esempio, da solo a cena a casa del Vanni?
G.L.: No. E questo lo escludo, perché io mi sono provato tante volte a portarlo a casa a cena a casa mia. Sono riuscito una volta solo, quande gl’era giovanotto. Lui, nelle… ai ristoranti, glielo posso garantire che va; ma nelle case, lui non va da nessuno.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ecco. E che lei sappia, la sua conoscenza, è mai stato a qualche ristorante da solo, al di là di queste cene di cui si è parlato prima, con il Vanni?
G.L.: Non mi risulta.
Avv. Giancarlo Zanobini: Presidente, io non ho altre domande.
Presidente: Pubblico Ministero, lei?
P.M.: Nessuna.
Presidente: Parti civili?
Avvocato: Nessuna, grazie.
Presidente: Niente. Allora può andare, grazie. Dobbiamo aspettare, allora, l’avvocato Zanetti, ha detto veniva alle 11…
P.M.: Presidente, approfitterei ancora di una cosa.
Presidente: Ah.
P.M.: Quella produzione che dicevo prima, la nomina dell’avvocato Pepi, è, per l’esattezza, al momento dell’arresto, che è il 12 febbraio del ’96. Non è il ’95.Comunque è il documento. Viene perquisito il 22 gennaio del ’96 e il 12 febbraio ’96; in entrambi i casi ha un difensore d’ufficio e non nomina nessuno. Al momento dell’arresto: 13 febbraio ’96, nomina l’avvocato Pepi. Mi riservo, sono solo da stampare i documenti. All’ultima udienza, d’accordo con l’avvocato Filastò, mi ero proposto di depositare gli atti relativi a quella precedente vicenda processuale del Vanni relativa a quell’arresto che aveva avuto per maltrattamenti alla moglie. La copia all’avvocato Filastò gliel’ho già preparata. E questi sono i documenti che avevo poi utilizzato per fare quelle domande alla sorella.
Presidente: Bene.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ecco, io Presidente, a questo punto, non mi servono più per fare vedere, esibirle, eccetera…
Presidente: Produce tutto…
Avv. Giancarlo Zanobini: Produco queste foto. Va bene?
Presidente: Bene.
Avv. Giancarlo Zanobini: Ci deve essere qua…
Presidente: Noi sospendiamo un quarto d’ora, venti minuti. Poi, quando arriva l’avvocato Zanetti, noi…
Avv. Giancarlo Zanobini: Vuole metterci una qualche sigla?
Presidente: Come?
Avv. Giancarlo Zanobini: Vuole metterci una qualche sigla?
Presidente: No, le metta in una busta, se mai, per riconoscerle. Sennò si perdono così.

Presidente: L’avvocato Zanobini non c’è. Fenyes, lo sostituisce lei? Mi sembra che non c’è incompatibilità, no? No. Zanobini…
Avv. Giancarlo Zanobini: Sostituisco tutti, Presidente.
Presidente: Bene. Avvocato, buongiorno, si può accomodare.
G.Z.: Scusatemi il ritardo, ma…
Avv. Giancarlo Zanobini: Per incompatibilità, forse, nella mia veste di sostituto e difensore del Vanni… Ecco, forse l’unica incompatibilità che ravviso è questa.
Presidente: Ah. Eh, allora ci vuole un difensore, ragazzi miei. Eh, ha ragione, sì.
P.M.: Sì, effettivamente…
Presidente: Allora, Andrea, per cortesia, vede un avvocato di là, se c’è. Uno che può venire… Però, santo cielo! Allora…
(voce non udibile)
Presidente: No, ci vuole un avvocato. Bisogna… cancelleria penale e vedere l’avvocato di servizio oggi, disponibile oggi e farlo venire qui di corsa. Qui.
Segretario d’udienza: (voce non udibile)
Presidente: Eh, ci fosse un avvocato che può venire, sì. Al Tribunale della Libertà.
P.M.: Presidente, approfitto un attimo…
Presidente: Bene.
P.M.: … intanto per una cosa formale. Per quanto riguarda la convocazione di quei testi ammessi ex 507 per venerdì, io, la scorsa udienza, avevo consegnato alla Corte degli atti. Ecco, siccome non li ho fotocopiati, mi servono gli indirizzi. Se li posso avere un attimo, li fotocopio….
Presidente: Sì, sì.
P.M.: … e cosi le ridò gli originali. Servono, almeno cominciano le citazioni.
Presidente: Può tirarselo fuori.
P.M.: Va be’, viene… viene il…
Presidente: Sì. Dopo, dopo.
P.M.: Grazie.
Presidente: E allora, niente, a questo punto riso spendiamo ancora fino a quando non arriva un avvocato.
P.M.: Grazie.
Presidente: Bene.

Presidente: Oggi è stata una giornata un po’ particolare, eh. Prego, Pubblico Ministero, la parola a lei.
P.M.: Sì, grazie Presidente. Io, mi dispiace di avere scomodato nuovamente l’avvocato Zanobini, ma… Zanetti, ma avrei qualche domanda da porgli. Avvocato, innanzitutto, per quanto riguarda l’auto che lei vide, se non sbaglio ieri ci ha spiegato che era, a domanda specifica, lei dice: ‘io l’auto… non feci caso alla marca dell’auto’, è così?
Giuseppe Zanetti: Sì.
P.M.: Lei questo particolare, che non fece caso alla marca dell’auto, lo ricorda bene?
G.Z.: Perfettamente.
P.M.: Quindi, lei dice: ‘io ricordo il colore, ricordo la sagoma, ricordo la tipologia, che era un’auto piccola…’
G.Z.: Piccola. Due volumi.
P.M.: Insomma, le descrizioni che ci ha fatto.
G.Z.: Due volumi.
P.M.: Due volumi. Però marca e tipo di auto non la ricorda.
G.Z.: No. Dopo, come dissi ieri, sapendo che nel processo c’era quell’auto, mi pare si dicesse fosse una Fiesta, dico: sì, in effetti poteva esserlo, ma…
P.M.: Poteva essere, ma…
G.Z.: Però, io allora ricordavo una macchina chiara con una striscia e basta.
P.M.: Ecco, però avvocato, le faccio notare questo e glielo contesto. Lei nel processo Pacciani, la prima domanda che le viene fatta è questa, la prima. E lei la prima cosa che dice è: “Dunque, la macchina. Era una macchina piccola. Direi una Ford… una Fiesta”. Cioè, lei si siede al processo Pacciani e dice: ‘era una Ford Fiesta’. Ora, mi dice lei, la prima domanda che le viene fatta al processo Pacciani – è qui il verbale – è lei dice: ‘era una Ford Fiesta’.
G.Z.: Non ne dubito.
P.M.: A me, all’epoca, apparve strano che lei si ricordasse così. E oggi lei viene, dice: ‘no, l’auto non ci feci caso, non conosco né marca, né tipo’. Allora come mai nel processo Pacciani era così secco? Non è che ebbe dubbi: “Direi una Ford, tipo Ford… una Fiesta”.
G.Z.: Esatto.
P.M.: Questa è la sua deposizione. Capisce, è ben diverso uno che dice: sarà così. E uno che si siede in un processo e dice: ‘era una Ford Fiesta’. Allora io le dico: avvocato, ma com’è la faccenda? Lei se lo ricorda? Come mai nel processo dice era una Ford Fiesta e qui ci dice – e oggi me l’ha ripetuto -: ‘l’auto non ci feci caso a marca e tipo’? Io son come lei, cioè tipo, dimensioni… Però lei nel processo Pacciani si è seduto, la prima domanda che le hanno fatto lei dice: “Direi una Ford, tipo Ford… “ – puntini, puntini – “una Fiesta, con una profilatura rossa”. Come mai in quel processo arrivò determinato Ford Fiesta e oggi, questo è verosimiglianza, a me sembra più verosimile quello che dice oggi. Come mai in quel processo si sedette e disse Ford Fiesta?
G.Z.: Dunque, come mai in quel processo io dissi Ford Fiesta, oggi me lo posso spiegare. Cioè, posso?
P.M.: Sì, sì, è una contestazione formale che le faccio, perché capisce…
G.Z.: Esatto. E io spero di chiarirlo. Io ieri mattina, ad esempio… Posso allargare un attimo il tema…
P.M.: Come crede. Io la domanda 1’ho fatta.
G.Z.: Io ieri mattina ad esempio ho detto, vi ho detto, per inciso, parlando della prima testimonianza che, visto alla televisione, sentito di quest’auto, telefonai all’avvocato Bevacqua. Mi pare di aver detto questo. Sono fatti di tre anni e mezzo fa. Ieri sera, ripensando, ho detto: no, non è vero, non telefonai all’avvocato Bevacqua, telefonai a suo figlio, ho detto ieri, ho detto fra me e me ieri sera. Questa mattina mi sono ricordato che invece era un’altra inesattezza quella che avevo pensato ieri sera, a correzione di ciò che vi ho detto ieri mattina. Perché in effetti non avevo telefonato a suo figlio, avevo incontrato suo figlio alla Pretura di Borgo San Lorenzo. Gli rammentai…
P.M.: Sì…
G.Z.: Scusi, se mi fa esprimere…
P.M.: Sì, sì, sì.
G.Z.: Durante il primo processo io vi ho detto un’altra inesattezza, più grossa di questa e me ne sono accorto dopo.
P.M.: Sì, avvocato, ma qui non è una questione di inesattezza. Lei si siede e dice marca e tipo. Questa non è… L’inesattezza è un’altra cosa.
G.Z.: Facevo per arrivare a cercare di spiegarmi, poi, ovviamente, lei valuterà quello che dico come crede.
P.M.: No, io non valuto. Per fortuna non è mio il compito di valutare.
G.Z.: Nel primo processo io vi ho detto un’inesattezza ancora più grossa. Per esempio, ho detto, nel primo processo, che la piazzola dove io vidi questo signore in auto, era immediatamente prima della piazzola dove furono uccisi i francesi.
P.M.: Era l’altra… No, era l’altra contestazione.
G.Z.: Poi invece, andato lì con la troupe della televisione che mi intervistò per la trasmissione Mixer, mi sono accorto che avevo sbagliato: era immediatamente dopo, come vi ho detto ieri. Questo per dirle che io ieri rispondendo, ho avuto la sensazione, dopo tre anni e mezzo, che il fatto Ford mi fosse stato… l’avessi appreso dopo. Oggi dico che se allora dissi una Ford Fiesta, evidentemente la mia sensazione di oggi, ad altri tre anni e mezzo, è sbagliato. Se allora dissi quello…
P.M.: Avvocato, ma gliel’ho chiesto un minuto fa e lei mi ha detto no…
G.Z.: Le ripeto, quello che ho detto ieri, e che ho detto oggi, evidentemente la convinzione che il fatto che fosse una Fiesta, di averla appresa dopo è sbagliata. Perché se allora, tre anni e mezzo fa, più vicino al fatto di tre anni e mezzo, dissi, come lei mi dice, come non ho motivo di dubitare, che era una Ford Fiesta, evidentemente allora, la mia precisa sensazione era che era una Ford Fiesta. E presumo che sia errato oggi quando invece, a distanza di tempo, ritengo che questa apprensione mi sia venuta dopo, dai mezzi di informazione. Io altro motivo non mi spiego.
P.M.: Capisce, ora poi mi dice pure la piazzola si è sbagliato. Quindi mi è difficile continuare l’esame…
G.Z.: Gliel’ho detto io.
P.M.: …perché lei dice già che la piazzola ha sbagliato a dire… Ieri è stato talmente particolareggiato su questa piazzola di fronte al ristorante e l’altra volta disse era prima.
G.Z.: L’altra volta sbagliai. Sbagliai.
P.M.: E quindi, avvocato…
G.Z.: D’altronde, io ho imparato per esperienza professionale che i testi che dopo dieci anni ricordano tutto, mi mettono molto più in sospetto di quelli che hanno dei dubbi, che le devo dire.
P.M.: Avvocato, si è presentato da solo lei, a dire la verità in questo processo.
G.Z.: No.
P.M.: Nessuno l’ha chiamato. Lei si è presentato dicendo: ‘io sono andato dall’avvocato Bevacqua e c’ho da dire queste cose’. Oggi ci viene a dire che su fatti di cui dopo dieci anni non si fida lei stesso, tant’è che né la macchina, né il luogo.
G.Z.: Io le ho detto quello che mi ricordo. Poi dopo la valutazione la faranno degli altri, Che le devo dire?
P.M.: Bene, bene.
G.Z.: Le devo dire che sono venuto a dirle a posta una cosa errata? No.
P.M.: No, a me no. A me non ha detto assolutamente nulla.
G.Z.: E allora.
P.M.: Vorrei tornare allora su questo fatto. Ma ieri è stato talmente particolareggiato sul luogo in cui ha visto questa macchina, e io le avrei contestato oggi che invece ha detto che la piazzola era prima, c’è una bella differenza. Fra l’altro lei, nel processo Pacciani, spiegò che era una piazzola dove c’erano gli alberi di quercia, no gli alberi di pino. Fece tutta una lunga dissertazione sul tipo. Ieri ha detto che la piazzola era 20 metri dopo, 50, o quel che è. All’altro processo dice erano due piazzole prima sulla destra…
G.Z.: Si, esatto.
P.M.: Sulla destra, o sulla sinistra, avanti…
G.Z.: No, no.
P.M.: … o dopo, sono…
G.Z.: No, io sulla destra non credo di averlo mai detto.
P.M.: Allora, se vuole, io glielo leggo. Lei parlava di piazzole sulla destra.
G.Z.: Ho parlato di diverse piazzole sulla destra, ma la macchina ho sempre detto che era su una piazzola a sinistra.
P.M.: Ho capito. Bene. Io le dico che lei ha parlato di piazzole sulla destra.
G.Z.: Se lo dice lei.
P.M.: No, io glielo chiedo. Prima… Ieri ha detto piazzole sulla sinistra. Ora, lei è in grado oggi di dirci qual è la verità? Se era sulla destra, sulla sinistra, se era davanti, oltre il luogo degli Scopeti, o prima? Perché, capisce…
G.Z.: Gliel’ho già detto.
P.M.: Oggi ce lo sa dire, o non…
G.Z.: Gliel’ho già detto. Mi sono accorto dopo, due anni fa, che quando avevo detto che era un po’ prima sulla sinistra, avevo sbagliato. E’ un po’ dopo sulla sinistra, come le ho detto ieri.
P.M.: Ho capito. Benissimo. Senta una cosa, a proposito del vestito di questo signore, lei ieri ha detto: “Aveva un giubbottino e pantaloni color carta da zucchero”, è così?
G.Z.: Mi par sull’azzurro, carta da zucchero, più blu, azzurro… insomma.
P.M.: Più blu che azzurro.
G.Z.: Variazioni sull’azzurro-blu.
P.M.: Ecco, io le contesto che nel processo Pacciani dice: “Pantaloni beige. Beige chiari”.
G.Z.: Allora evidentemente sbagliavo l’interpretazione del beige. Intendo pantaloni…
P.M.: Oggi ha detto blu.
G.Z.: … un pochino più… Ecco, vede que…
P.M.: Ha detto beige chiari, avvocato.
G.Z.: Bene, evidentemente il beige… il mio concetto di beige è sbagliato. Erano pantaloni come questi…
P.M.: Ma fra beige e carta da zucchero, mi scusi eh.
G.Z.: Posso farle vedere? Erano pantaloni, tipo questi, un po’ più scuri.
P.M.: Si, no, ma fra beige e carta da zucchero…
G.Z.: Evidentemente, dicendo beige, ho…
P.M.: Beige chiari, avvocato.
G.Z.: Ha ragione…
P.M.: Pagina 3 della sua deposizione in data 14 luglio: beige chiari.
G.Z.: Per beige intendevo un colore di questo genere.
P.M.: Avvocato, andiamo avanti.
G.Z.: E andiamo avanti.

P.M.: Lei ricorda, ha fatto la descrizione di questo signore, ce l’ha descritto bene, e io le faccio processo che lei nel processo Pacciani ebbe modo anche di parlare della carnagione di questo signore. Se ne ricorda? Del tipo di pelle.
G.Z.: No.
P.M.: Se io glielo leggo è in grado di ricordare? Lei disse: “Aveva carna…” Di suo eh, nessuno glielo chiese perché nessuno sa nulla. “Aveva carnagione tendente allo scuro. Insomma leggermente olivastra”. Son parole sue.
G.Z.: Non lo ricordo, ma se l’ho detto allora, senz’altro avevo questo…
P.M.: Ecco. Io le chiedo, questa è la domanda secca: era scura, olivastra, o era abbronzato?
G.Z.: Io non so rispondere a questa domanda. Se allora fu…
P.M.: No, fu lei che disse tendente allo scuro, cioè ci voleva dire di cercare, che la persona che aveva visto su quella macchina, chiunque fosse, era una persona…
G.Z.: Cioè, non era sicuramente una persona dal viso slavato, chiaro. Se poi…
P.M.: Però ora ha detto non lo ricorda, avvocato.
G.Z.: Sì, dico…
P.M.: Uhm.
G.Z.: … immagino. Se però quello…
P.M.: Immagina. Io vorrei che lei avesse il ricordo di allora.
G.Z.: Non lo ricordo.
P.M.: Non lo ricorda, benissimo. Allora, vorrei arrivare ancora a un altro punto. Lei ricorda questa piazzola, dove ha visto questa persona, la persona vicina alla macchina quante volte l’ha vista?
G.Z.: Mi pare…
P.M.: Lei ha detto: ‘la macchina l’ho vista diverse volte’, la persona ieri ci ha detto…
G.Z.: Mi pare di averla vista due volte.
P.M.: Ecco. Le volte in cui l’ha vista era nella stessa piazzola, o in piazzole diverse?
G.Z.: Dunque, la volta che ho più presente, cioè che mi dava il viso, di cui abbiamo parlato, era sicuramente in quella piazzola.
P.M.: In quella, mi scusi, quale?
G.Z.: Quella di cui stiamo parlando, immediatamente dopo…
P.M.: Uhm. L’altra volta?
G.Z.: L’altra adesso non me lo ricordo. L’altra volta oltretutto mi pare di averlo visto in posizione più laterale, non proprio… Quindi, se fossimo in quella piazzola oggi, non me lo ricordo. La volta che l’ho visto bene, insomma bene, era in quella piazzola di cui parliamo.
P.M.: Era… Lei frequentava quella piazzo… quella strada degli Scopeti…
G.Z.: Piazzola no.
P.M.: …ieri ci ha detto o la domenica mattina, o la sera dopo lo studio, il pomeriggio insomma, fine studio, o… anzi, mi sembra… il sabato? Lei questo ha detto: o la domenica mattina, per fare un po’ di…
G.Z.: Dunque, io ho detto, se ci anda… se andavo lì di sabato e di domenica era senz’altro di mattina. Però il sabato e la domenica molte volte andavo anche da altre parti. Se invece era un giorno feriale, non era sicuramente di mattina, poteva essere nell’intervallo del pranzo, o nel pomeriggio.
P.M.: Ecco, però io le contesto ancora che, nel processo Pacciani lei ha sempre parlato di sera e addirittura ha detto: “A volte tornavo a casa che era quasi buio, ma quando ero lì, nella piazzola c’era ancora luce”.
G.Z.: Sì. Le ripeto, può darsi…
P.M.: Lo dice solo ora che ci andava anche di mattina la domenica e il sabato. Al processo Pacciani lei ha detto solo la sera.
G.Z.: No, le ho detto, se ci andavo di sabato… di mattina, era di sabato e domenica.
P.M.: Però lei…
G.Z.: Se, le ho detto un minuto fa.
P.M.: Sì, ma il se…
G.Z.: Era senz’altro di mattina. Ma andavo in altre parti. Se era un altro giorno, non poteva essere di mattina.
P.M.: Ho capito. Io le chiedo: lei ora è in grado di ricordare se ci andava di mattina, o ci andava di sera, o in entrambe le occasioni? O rimane nel dubbio?
G.Z.: Di mattina sono passato di lì senz’altro qualche volta il sabato o la domenica.
P.M.: Io le dico che al processo Pacciani questa cosa non l’ha detta.
G.Z.: Però…
P.M.: Lo dice ora che se, era comunque di mattina. Lì ha detto che era… la domanda che le fu fatta…
G.Z.: Perché normalmente il sabato e domenica andavo a far girate più lunghe.
P.M.: Ho capito. Senta una cosa, per facilitarle il ricordo: ci può spiegare da dove partiva, quando andava lì e passando… Cioè, da casa, da… per arrivare laggiù, così…
G.Z.: Il sabato e la mattina partivo sicuramente da casa.
P.M.: Dove abitava all’epoca?
G.Z.: Abitavo a Vallina, Bagno a Ripoli, verso Pontassieve.
P.M.: Quindi lei da Vallina, Bagno a Ripoli, andava…
G.Z.: Sì.
P.M.: Se invece, ha detto?
G.Z.: Altre volte invece mi portavo la bicicletta allo studio, se andavo nelle giornate in cui riuscivo a andare fra l’una e le tre, molte volte andavo dallo studio.
P.M.: Lei non l’ha mai detto che andava fra l’una e le tre, lo dice oggi. Senta una cosa, lei disse – forse sempre per facilitarle – che all’epoca lei abitava in via Senese? Forse partiva da via Senese, o…
G.Z.: Io avevo… No. Io la residenza anagrafica l’ho avuta fino a un anno fa in via Senese.
P.M.: Però non era da lì…
G.Z.: Non ho mai abitato…
P.M.: Non era da lì che partiva. Ancora una cosa, avvocato. Il punto in cui lei vedeva questa persona – le due volte che l’ha vista – lei era sulla strada e la macchina e la persona erano nello sterrato? O eravate vici… Che distanza c’era? Lei passava in bicicletta: si fermava a guardarlo…
G.Z.: No, no.
P.M.: Solo passando. Ecco, quindi, tutte queste cose che ci ha detto sulla carnagione scura, quel che è, è mentre lei passa in bicicletta.
G.Z.: Sì.
P.M.: Lei è in grado di dirci, passando in bicicletta, in quel pezzo di strada che ci ha descritto ieri, a che distanza era l’auto e la persona rispetto alla strada in cui si trovava lei?
G.Z.: Rispetto al punto in cui passavo io…
P.M.: Lei passava in bicicletta.
G.Z.: Probabilmente distanza da qui a quella porta, direi.
P.M.: 10 metri, 20 metri.
G.Z.: Non so, 20 metri.
P.M.: No, perché capisce, lei ha avuto in 20 metri la possibilità di, passando in bicicletta, di notare il naso, tutte quelle cose lì. Quindi le chiedevo se magari era più vicino o più lontano, perché insomma, uno che passa in bicicletta e da 20 metri…
G.Z.: Alla distanza fra me e quegli ufficiali di Pubblica Sicurezza.
P.M.: Questo posto dove era la macchina, era sullo stesso livello della strada o…
G.Z.: No…
P.M.: … era più elevato?
G.Z.: … era leggerissimamente meno elevato. Meno direi dislivello di quanto non ci sia fra qui e il vostro piano. Un po’ meno, forse.
P.M.: Ancora una cosa, ed è l’ultima. Io le chiedo – gliel’ho già chiesto e lei già l’ha spiegato ieri – ma una cosa… Lei si ricordava una Ford Fiesta, con una modanatura rossa, l’ha vista due volte a 20-30 metri, quel che è, dal luogo della piazzola, ha una descrizione molto particolareggiata, perché ieri l’ha fatta particolareggiata, della persona e lei ci dice: ‘ve lo dico dopo 10 anni perché, per cautela’. Ecco, come mai, io onestamente non riesco a capire, una motivazione di un’indicazione così precisa, lei non aveva una segnalazione generica; era un’auto Ford Fiesta, con una modanatura rossa – oggi spiega di no – con una persona così, se lei lo avesse detto a un qualsiasi carabiniere all’epoca, quantomeno avrebbero identificato, con quei dati, una persona che abitava, o che frequentava quella zona. E nessuno, con la sua indicazione – che poi lei si è sentito in dovere di fare al processo Pacciani – avrebbe arrestato nessuno. Io le chiedo: come mai la fa dopo 10 anni e non all’epoca? Anche perché era un’indicazione forte. Oggi lei ce la sta spiegando come un dato molto rilevante: macchina, marca, modanatura, la persona non gliela sto a ridescrivere, ma sembra che lei l’abbia visto proprio bene perché, tranne quei pantaloni che sono o carta da zucchero o beige, ma quello… Non riesco a capire come mai dopo 10 anni si presenta spontaneamente in un processo, a fare queste indicazioni, in cui c’è un imputato… Insomma, ha indubbiamente il suo senso civico molto alto in quel processo. E, al momento delle indagini, se n’è guardato bene?
G.Z.: Dunque, al momento delle indagini, io, in bicicletta, tranne passeggiate più lunghe che faccio volentieri e spesso, il mio girare è – da solo o in compagnia – intorno a Firenze. E lei non immagina quante volte io faccio il giro del Mugello e si è passati da Vicchio, quante volte vada a Montespertoli e si è passati da Baccaiano. Cioè, l’80% delle nostre passeggiate in bicicletta sono nelle zone dove guarda caso poi sono avvenuti questa serie di delitti di cui vi state occupando. Se io… Se lei riesce a immaginare tutte le persone che ho visto ferme sulle piazzole in questi anni e avessi dovuto…
P.M.: La mia domanda è come mai si è presentato…
G.Z.: …venire dai Carabinieri a dire tutte le volte che l’ho visto, voi sareste pieni probabilmente di segnalazioni di imputati da non saper da che parte rigirarsi.
P.M.: No, guardi, una segnalazione così di imputati stia tranquillo, ringraziando il cielo, non ne fa nessuno.
G.Z.: Comunque.
P.M.: Però le chiedo, come mai, nel corso del processo Pacciani, invece, sente questa esigenza.
G.Z.: Gliel’ho spiegato, glielo rispiego. Guardando la televisione e sentendo che questa macchina pareva importante, allora dissi: ‘ma io…’
P.M.: Però, avvocato, stamattina sta dicendo che questa macchina non sa esattamente qual era, capisce?
G.Z.: Prego.
P.M.: Stamattina ha rispiegato che lei la marca e il tipo di macchina non è sicuro. E invece all’epoca addirittura si presenta dicendo era una Ford Fiesta. Allora, anche la sua motivazione, se lei non sa che macchina è, perché giustamente è difficile ricordarsi il ti… a meno che non sia andato…
G.Z.: Le trasmissioni che ho senti…
P.M.: Al processo Pacciani, tac: Ford Fiesta.
G.Z.: La trasmissione che ho sentito io, si parlava di una macchina bianca con una modanatura rossa.
P.M.: Certo.
G.Z.: Io mi sono limitato a dire: io ricordo questo fatto, non so se è di interesse al processo. Mi hanno detto di venire, l’ho detto.
P.M.: Sì, ma le ripeto…
G.Z.: Le motivazioni per cui non lo feci allora sono – quelle che ho detto ieri, che le ripeto oggi e che non rifarei neanche domani, non vengo a dirvi tutti quelli che vedo nella strada.
P.M.: Una Ford Fiesta, capisce.
G.Z.: E per Dio!
P.M.: Allora una Ford Fiesta l’avrebbe anche…
G.Z.: Ne avete messi in galera venti.
P.M.: No, guardi “ne avete messi in galera venti”, non…
G.Z.: Beh, insomma, ce ne sono stati tanti in galera e poi usciti con tante scuse. Io, prima di mandare in galera un altro, non avrò senso civico, non avrò senso di collaborazione.
P.M.: Ma lei deve…
Presidente: Lei, per ora, faccia il testimone e non assuma questo atteggiamento.
P.M.: Eh. Non so se con una…
(voci sovrapposte)
G.Z.: … dovere morale.
P.M.: Con una Ford Fiesta è stato messo in galera qualcuno. Io penso di no. Comunque, mi auguro che la Giustizia…
Presidente: Sono affermazioni gratuite e basta.
P.M.: Non ho altre domande, Presidente. Grazie
Presidente: Prego. Altre domande? Può andare, grazie.
G.Z.: Grazie.
Presidente: Allora aggiorniamo a venerdì mattina, ore 09.00.
P.M.: Grazie.
Presidente: Bene. Venerdì che giorno è? 19. Ordina nuova traduzione del Vanni.

17 Dicembre 1997 41° udienza processo Compagni di Merende

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