19 Dicembre 1997, 42° udienza, processo, Compagni di Merende Mario Vanni,  Giancarlo Lotti e  Giovanni Faggi per i reati relativi ai duplici delitti del MdF e Alberto Corsi per favoreggiamento.

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Concetta Bartalesi, Graziano Marini, Adriano Poggiarelli, Stefano Calamandrei, Mario Di Lorenzo, Silvano Gargalini, Marco Martini, Paolo Ciappi, Giuliano Ulivelli, Renzo Polidori, Guido Ciappi, Francesca Bartalesi, Alessandra Bartalesi, Anna Bandinelli, Marcello Fantoni, Massimiliano Malanchi, Angelo Cantini, Giuliano Del Mastio

Presidente: Il Vanni?  
P.M.: Sta arrivando Presidente
Presidente: Bene.
Avvocato Filastò: Presidente…
Presidente: Dica.
Avvocato Filastò: Avvocato Filastò difensore di Vanni. Chiedo di fare queste produzioni: si tratta di 5 articoli di giornale. Il primo, datato 9 settembre ‘982, col titolo: “Per il ‘mostro, pista importante. Ma il pericolo non è scomparso. Costernazione per la fuga di notizie”. E gli altri che riguardano La Repubblica…
Presidente: Insomma, i giornali dell’epoca.
Avvocato Filastò: Come?
Presidente: I giornali dell’epoca.
Avvocato Filastò: Sì, sì. Paese Sera…
P.M.: Di che data, chiedo scusa?
Avvocato Filastò: Questi altri, la data di questi altri è il 23 giugno… 22 e 23 giugno del 1982. Il primo di questi giornali, che è La Città, fra l’altro avrei dovuto trovare La Nazione dell’8 settembre che per la prima volta porta questa notizia, ma sembra che in questa città sia impossibile fare una copia fotostatica di un giornale. La Nazione ha la macchina rotta, la Biblioteca Nazionale, idem. Insomma…
P.M.: 8 settembre? Chiedo scusa.
Avvocato Filastò: 8-9 settembre. Questa è del 9 settembre. È importante questa produzione, non per riferire notizie, o commenti da parte del cronista. Ma per identificare un fatto storico. E la data di questo fatto storico. Il fatto storico è quando, per la prima volta, sulla stampa appare il collegamento fra i cosiddetti delitti del “mostro” e la pistola calibro 22 che spara nel 1968. Cioè a dire quando, per la prima volta, compaiono notizie di stampa circa questo collegamento. Cioè a dire il collegamento esistente fra il delitto avvenuto a Lastra a Signa nell’agosto del 1968 e i successivi delitti. Collegamento dato da questa identità dell’arma.
Presidente: Di quando sono? 8 settembre…?
Avvocato Filastò: 9 settembre 1982. Questo articolo. Ora, questa produzione e questo, l’accertamento di questo fatto storico, sul quale poi, se è il caso, la Corte, ex articolo 507, anche eventualmente su istanza di questo difensore, farà gli approfondimenti necessari, è importante per… beh, insomma, mandare nella pattumiera delle informazioni fasulle, la testimonianza del signor Calamosca. Il quale, se ricorderete, dopo aver affermato che lui non ha più rapporti con il Vinci a partire da una data di ferragosto del 1982, data in cui il Vinci viene arrestato presso la sua casa; da quel momento lui non ha più rapporti…
P.M.: Non è nell’83?
Avvocato Filastò: ’82. Ferragosto 1982.
P.M.: Era una domanda.
Avvocato Filastò: No…
Presidente: C’è scritto Calamosca. E dentro c’era?
Avvocato Filastò: Questo signor Calamosca, dopo aver affermato questo, che corrisponde, fra l’altro, a dei punti obiettivi, storici del processo, con riferimento alla data di arresto di Vinci, ci viene a dire che Vinci teneva il collegamento fra l’arma che aveva sparato nel 1968, nebulosamente, frammentariamente. Ha detto qualcosa di questo genere, e l’arma dei delitti del “mostro”. Ora, se Vinci temeva davvero questo, una delle due: o Vinci è il “mostro di Firenze”, beh, allora siamo tutti d’accordo; è morto, è a posto. Perché solo lui poteva fare quel collegamento. Solo s quella persona che aveva sparato nel 1968 e poi aveva sparato le volte successive. O non lo è, perché non lo è, perché in certi casi era in galera, povero Francesco Vinci. E allora il Calamosca racconta un sacco di bugie, perché il collegamento, ripeto, a livello di informazione pubblica, avviene soltanto a partire da questa data: 09/08, l’articolo de La Nazione che non sono riuscito a reperire, 9 settembre 1982. E il giornale, fra l’altro, qui la giornalista Franca Selvatici lamenta, oltretutto, la fuga di notizie. Cioè a dire, questa informazione della identità dell’arma che spara nel ’68 e nei delitti successivi, era una informazione riservatissima rispetto alla quale ho una intervista del dottor Tricomi, il quale lamenta, dice: ‘ma come mai c’è stata questa fuga’. E questo è uno. Gli altri articoli: “Forse ha un volto l’assassino dei fidanzati fiorentini”. “La Polizia è sulla pista del maniaco che uccide”. C’è, per esempio, in questo articolo di Giorgio Sgherri de L’Unità; “Prima di morire ha parlato Paolo Mainardi, il giovane di Montespertoli ucciso sabato notte assieme alla fidanzata Antonella Migliorini dal folle maniaco che ha già compiuto quattro stragi. Prima di spirare all’ospedale di Empoli ha detto qualcosa. Pare che abbia trovato la forza di fare un racconto confuso della terribile tragedia e tracciare una sommaria, e tracciare una sommaria descrizione dell’assassino”. E così tutti gli altri articoli: “Prima di morire Paolo ha detto qualcosa? Ricostruito l’agguato del feroce maniaco…”, eccetera eccetera. Sono tutti sullo stesso tono. Il 22 e il 23 giugno. E anche il 24 giugno del 1982. Ora, a questo difensore, il quale chiederà di approfondire il tema, ovviamente, anche eventualmente attraverso l’audizione di questi giornalisti, ma, eventualmente, anche la audizione dello stesso magistrato, questa informazione di stampa, come ho già avuto modo di riferire alla Corte, appartengono ad un escamotage. Però, da un punto di vista indagatorio particolarmente intelligente, del magistrato che, all’epoca, si occupava dell’inchiesta, vale a dire la dottoressa Silvia Della Monica. La quale pregò alcuni giornalisti di pubblicare questa falsa informazione. Perché sappiamo che il povero Mainardi, in conseguenza di un colpo di pistola, entrò quasi immediatamente in coma, non ebbe modo di dire assolutamente niente e poi morì all’ospedale senza aver mai ripreso conoscenza. Ma l’idea della dottoressa Della Monica era che, facendo pubblicar questa notizia da tutti i giornali che si occupavano del caso con questo rilievo, con questo risalto, si provocasse una qualche reazione dell’omicida. Ecco, il difensore, come ha già avuto modo di dire a questa Corte, ritiene che questa reazione ci sia stata. E che questa reazione sia avvenuta proprio direttamente nella persona, riguardo alla persona che sarebbe stata la prima destinataria delle informazioni eventualmente rese… Paolo Mainardi, vale a dire dell’autista dell’autoambulanza che aveva accompagnato il ragazzo in ospedale. Quindi, tutto questo per chiarire che la ipotesi del burlone, della burla giocata anche ad anni di distanza al povero signor Allegranti da parte di un bello spirito, il quale si prende gioco di lui, non si sa bene perché, è peregrina. Appartiene ad una di quelle alternative dialettiche che vengono proposte sul terreno di questo processo, nel momento in cui una circostanza è molto scomoda per l’accusa. Allora si fa balenare una certa ipotesi. Ecco, questa è la ragione per cui io chiedo la produzione di questi documenti, riservandomi, in esito naturalmente al dibattimento ex articolo 507, di chiedere che la Corte voglia svolgere gli accertamenti del caso, sia sul punto della prima circostanza che ho esposto, sia sul punto della seconda. Poi, Presidente…
Presidente: Su che punto, in particolare, avvocato?
Avvocato Filastò: Be’, sul punto della effettiva…
Presidente: Della falsa notizia?
Avvocato Filastò: Della corrispondenza della falsa notizia non ad un errore dei giornalisti…
Presidente: No, no…
Avvocato Filastò: … ma ad un obiettivo indagatorio ben preciso che apparteneva al magistrato che, a quell’epoca, conduceva le indagini.
Presidente: Di sentire la Della Monica, al limite.
Avvocato Filastò: Al limite, anche…
Presidente: Bene.
Avvocato Filastò: Che sarebbe, tra l’altro, la strada più diretta.
Presidente: Bene.
Avvocato Filastò: Però anche i giornalisti, eh, perché anche loro hanno…
Presidente: Il Pubblico Ministero?
P.M.: Presidente, confesso che in tanti anni non…
Presidente: No, aspettiamo una cosa. Sulla produzione…
P.M.: (voce fuori microfono)
Presidente: Benissimo.
P.M.: … una produzione mia che è, diciamo… che serve… … il motivo per cui non ho opposizione. Direi che, per quanto riguarda la produzione di giornali, se sia stato un escamotage del P.M., se sia stato un caso, i giornalisti… direi, sentiamo pure il magistrato. Tra l’altro, così, gli chiediamo anche contezza di quel verbale di sopralluogo per il quale il P.M. dice che aveva avuto notizia che il Mainardi era sul sedile davanti. Però volevo fare un attimo una produzione io, a questo scopo. Che così, direi, permette di risolvere non solo l’andamento dell’udienza odierna in cui ci sono i testi citati ex 507, ma consente anche di, secondo me, inquadrare bene quelle che sono le dichiarazioni dell’Allegranti e, direi, le valutazioni che la dialettica del difensore ha contrapposto a quella del P.M. Allora, mi sembra che la produzione tenga a dire: ‘guardate, che l’Allegranti era l’unico che poteva aver saputo qualcosa dal Mainardi.’ Come loro avranno già visto nell’ammettere ex 507 tutti i testi citati oggi, proprio la dottoressa Della Monica, la quale nel verbale di sopralluogo dice che aveva saputo dai testi e dagli ufficiali di P.G. che il Mainardi era sul sedile anteriore, e invece l’Allegranti è l’unico che dice era sul sedile posteriore, cosa fece, secondo me, molto correttamente e per fortuna della chiarezza dei fatti? Sentì proprio tutti quei testi che loro hanno oggi citato ex 507. Quelle testimonianze sono in verbali, appunto, della dottoressa Della Monica del giorno successivo all’omicidio. E tutti questi testi che hanno indicato loro nell’articolo ex 507, sono persone che sostengono, e spiegano perché, di essere arrivati prima dell’Allegranti e di aver visto il Mainardi sul sedile anteriore. Per fortuna sono quattro, cinque persone. Ma non è qui il numero cinque contano più di uno, no. Non è assolutamente questo. È un discorso che sono persone che sono arrivate prima, spiegano il come e il perché il Mainardi era sul sedile anteriore. E direi li sentiremo oggi e, comunque, ci sono anche i verbali. Io ne ho fatto copia per il difensore, avvocato Filastò. Li offro anche alla Corte, perché, dovendo sentire questi testi, potrebbe essere necessario anche alla Corte. Ma comunque al P.M. eventualmente adoprare i verbali di allora per eventuali ricordi dei testi, o comunque eventuali contestazioni. Io direi, però, che il dato fondamentale che tutte queste persone arrivate prima dell’Allegranti, spiegano perché sono arrivati prima, perché l’orario non è, secondo loro – ma lo dicevano già allora – quello delle 11.25. Ma siamo ben dopo la mezzanotte, in cui intervenne l’ambulanza. Ma sono persone che spiegano di aver visto prima dell’Allegranti il Mainardi. Allora, la tesi difensiva che l’Allegranti è l’unico che potrebbe essere stato destinatario o di minacce, o del messaggio che il “mostro” avrebbe chiamato lui, signori, è un discorso che è da valutare. Perché ci sono sette-otto persone che potrebbero essere state, a loro volta, oggetto di messaggi. Quindi, un “mostro” ipotetico che telefonava all’Allegranti, sapeva benissimo che lì c’era un 50 persone. Quindi, telefonando ad uno solo, lasciava il tempo che trova. 10 ce… e poi discussione, ma di fatto mi ha indotto il difensore a venire su questo argomento. Il discorso della burla, o quel che è, nei confronti dell’Allegranti, io credo di averlo dimostrato con le contestazioni che ho fatto all’Allegranti l’altro giorno. Quindi non ho nessun problema, anzi, sono remissivo alle produzioni, remissivo a sentire la dottoressa Della Monica. Ma comunque i fatti parlano da soli. E ci sono, per quello che riguarda il contesto di quel sopralluogo, degli atti: ben venga, eventualmente, la sua deposizione in quest’aula.
Presidente: Senta, sulla produzione di questi giornali, le altre parti che cosa dicono?
Avvocato Pellegrini: Remissivi, Presidente.
Avvocato: Remissivi.
Presidente: Anche della difesa? La Corte, ovviamente, su questa produzione, su queste istanze ex articolo… si riserva di provvedere quando poi sarà, a breve, quando poi faremo l’ordinanza per tutte le prove, diciamo, riservate. Allora, può venire il primo teste, ora.
Avvocato Filastò: Scusi Presidente, io, siccome per un teste ho bisogno di queste cose, volevo sapere se poi, questo libretto “Speranza di vita” di Alessandra Bartalesi, è stato acquisito oppure no.
Presidente: Come?
Avvocato Filastò: Volevo sapere…
Presidente: No, ci siamo riservati di provvedere, su questo punto.
Avvocato Filastò: Beh, io però, nell’esame della signora Bartalesi, ne farò menzione.
Presidente: Lo può utilizzare, come no.
Avvocato Filastò: Bene.
Presidente: Io credo non ci sia difficoltà a…
P.M.: Nessun problema. Non so la rilevanza, mi riservo l’opposizione al momento in cui…
Presidente: Appunto, eh.
P.M.: …sarà posta la domanda.
Avvocato Filastò: La rilevanza, la vedrà…
P.M.: Appunto.
Presidente: Allora, può venire il primo teste. Chi c’è? Facciamo venire questi testi ammessi ex articolo 507, così ce li togliamo di mezzo.
P.M.: Bene. Abbiamo il verbale delle citazioni. Me lo può dare?
P.M.: Allora, la Polizia Giudiziaria ha fatto sapere con una nota chi sono quelli citati. Mi sembra ce ne sia uno solo, che è il Calamandrei Stefano, che è impossibilitato… Ah, no, chiedo scusa. Va be’, c’è Carletti che è impossibilitato a presenziare, perché affetto da una grave malattia che lo rende incapace di venire a testimoniare.
Presidente: Va bene. Ce l’abbiamo la…
P.M.: Abbiamo la certificazione.
Presidente: Antonio, faccia venire il teste..
Giudice a latere: (voce fuori microfono)
Presidente: Ah, non ha rilevato le presenze? Io credevo… Elisabetta, non ci ho mica…
Segr. d’udienza: (voce fuori microfono)
Presidente: Allora, c’è Vanni col suo difensore; c’è Fenies col Faggi. L’avvocato, non mi ricordo il nome…
Avvocato: (voce fuori microfono)
Presidente: Per Zanobini e per Corsi. Sostituito dall’avvocato Zanobini; Bertini per Lotti. Poi ci abbiamo l’avvocato, come ha fatto l’altro giorno, Colao e più l’avvocato… Mi sfugge il nome.
Avvocato Pellegrini: Pellegrini.
Presidente: Pellegrini. E l’avvocato… come si chiama l’altro? Voena… E l’avvocato Colao. Bene.
P.M.: Presidente, ho capito male, o voleva fare i testi ammessi ex 507?
Presidente: Sì, facciamoli prima, così non…
P.M.: Sì, sì, bene.
Presidente: Come si chiama lei, signorina?
Concetta Bartalesi: Bartalesi Concetta.
Presidente: Lei vuole essere ripresa dalle telecamere, o no?
Concetta Bartalesi: No, preferisco di no.
Presidente: Niente telecamere, per cortesia. Dov’è nata?
Concetta Bartalesi: A Xxxxxxx.
Presidente: Dove risiede?
Concetta Bartalesi: A Xxxxxxx.. Il XX/XX/XX
Presidente: Legga la formula per cortesia.
Concetta Bartalesi: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.”
Presidente: Signorina, lei si ricorda il delitto di Baccaiano?
Concetta Bartalesi: Sì. E’ passato…
Presidente: È avvenuto nell’82, nella notte fra il 18 e il 19 giugno dell’82, se ben ricordo.
Concetta Bartalesi: È passato tanto tempo. Sì.
Presidente: 19-20. 19-20 giugno ’82.
Concetta Bartalesi: Sì, mi pare di giugno. Ora, il giorno preciso, non ricordo.
Presidente: Ecco, lei ebbe occasione di passare sul posto, o no?
Concetta Bartalesi: Sì… Sì, infatti ci fermammo, anche.
Presidente: Ecco, racconti un pochettino come andò la vicenda.
Concetta Bartalesi: Senta…
Presidente: Che ora era, cosa trovaste…
Concetta Bartalesi: Verso le 11, penso. Però non ricordo. Allora dissi tutto, ora è passato molto tempo…
Presidente: Lei è stata sentita, intanto, dal Pubblico Ministero.
Concetta Bartalesi: Sì. La dottoressa…
Presidente: Della Monica.
Concetta Bartalesi: Della Monica, ecco.
Presidente: Conferma le dichiarazioni che rese a suo tempo?
Concetta Bartalesi: Sì. Sì, perché lo dissi la sera, o il giorno dopo. Allora mi ricordavo molto bene.
Presidente: Il giorno dopo, ecco. Ora, vediamo cosa si ricorda oggi.
Concetta Bartalesi: Mi ricordo di questa auto che sembrava fosse un incidente, perché aveva delle ruote posteriori nel fosso.
Presidente: Nel fosso, sì.
Concetta Bartalesi: Sicché, tornammo indietro per dargli un aiuto. Mentre tornavamo indietro… Si fermò un’altra macchina dei miei conoscenti. Niente, si vide…
Presidente: Lei con chi era?
Concetta Bartalesi: Ero con il mi’ marito, ora, allora fidanzato, ora marito.
Presidente: Come si chiamava?
Concetta Bartalesi: Marini Graziano. C’è stamattina.
Presidente: Marini Graziano.
Concetta Bartalesi: Sì. E, niente, mi ricordo che non scesi neppure, perché quando si accorsero, questi ragazzi, che c’era questi fori, ci impaurimmo, andammo a chiamare… mi apre l’ambulanza a Baccaiano.
Presidente: Ecco.
Concetta Bartalesi: Poi si tornò tutti insieme… e niente…
Presidente: Ecco, io volevo sapere: lei ha avuto modo di vedere al posto di guida di quella macchina finita nel fossato chi c’era?
Concetta Bartalesi: No, perché si vedeva, in pratica, passando, si vedeva la maglietta della ragazza, perché era bianca, mi sembra. Però… niente, al posto di guidar non si vedeva, ecco. Passando con la macchina, perché io non scesi.
Presidente: Lei diceva, glielo contesto: “Abbiamo notato..” Io leggo dal verbale…
Concetta Bartalesi: Come?
Presidente: Lei diceva, quando…
Concetta Bartalesi: Sì, sì.
Presidente: … fu interrogata il 21 giugno ’82, eccetera, dalla dottoressa Della Monica in Procura…
Concetta Bartalesi: Sì.
Presidente: … diceva: ’Abbiamo, quindi notato disteso sul sedile di guida…”
Concetta Bartalesi: No.
Presidente: … “che si trovava in posizione obliqua il giovane Mainardi Paolo.”
Concetta Bartalesi: No, io mi ricordo della maglietta della ragazza, perché non. .. che non ero scesa me lo ricordo benissimo.
Presidente:  “Tra le 23.40 e le 23.50”, l’ora in cui siete passati.
Concetta Bartalesi: Sì, ecco. Pre… l’undici…
P.M.: Poi dice: “Mancavano all’incirca cinque minuti a mezzanotte”.
Concetta Bartalesi: Era abbastanza presto, però non ricordo…
Presidente: Allora dichiarò che aveva visto questo giovane alla guida. . . Cioè, il giovane, quello che poi morì.
Concetta Bartalesi: No. Non scesi, sicché sono convinta di non aver visto lui. Di aver notato…
Presidente: Questo lo dichiara lei. Comunque, oggi dica così, oggi va bene. Non c’è problema..
Concetta Bartalesi: Va bene.
Presidente: Allora, lei ricorda bene oggi, o ricordava meglio allora?
Concetta Bartalesi: Penso di ricordar bene allora. Però, mi sembra di non aver visto questo ragazzo, perché sono sicura di non essere uscita di macchina, eh.
Presidente: Non lo so, lo ha dichiarato lèi, signora, io non c’ero.
Concetta Bartalesi: Va bene.
Presidente: Va bene?
Concetta Bartalesi: Sì, sì.
Presidente: Io non ho altre domande. L’esame può proseguire in forma ordinaria. Pubblico Ministero, a lei.
P.M.: Sì. Lei fu sentita dal magistrato, dagli inquirenti, anche la sera sul posto? E poi le.. .
Concetta Bartalesi: Mi se. . . Sì, vidi la dottoressa Della Monica la sera stessa. Dopo le quattro…
P.M.: Sul posto. Ecco, la dottoressa…
Concetta Bartalesi: … la sera…
P.M.: Ecco. La dottoressa della Monica, in un verbale, sostiene che i giovani presenti che poi ha sentito l’indomani, o meglio, il 21 in Procura, gli dissero che avevano visto il ragazzo sul sedile di guida. E lei, in questo verbale, così dice. Io le chiedo: come mai oggi, c’è un motivo per cui… Glielo ha già chiesto il Presidente, ma glielo chiedo anch’io. Come può essere che oggi lei ricorda le cose in modo diverso? C’è qualche motivo suo?
Concetta Bartalesi: No…
P.M.: Perché, dice: “Abbiamo quindi notato, disteso sul sedile di guida...”, e così dice all’epoca il Marini Graziano, che, se non ho capito, era il suo fidanzato, suo marito…
Concetta Bartalesi: Sì, sì.
P.M.: Capisce, ci lascia un po’ perplessi. Almeno lascia perplesso me.
Concetta Bartalesi: Sì.
P.M.: Ognuno poi valuta a modo suo…
Concetta Bartalesi: No, lui…
P.M.: … però, il Presidente glielo ha già contestato…
Avvocato Filastò: Che il Pubblico Ministero sia perplesso, lo capisco benissimo…
P.M.: Posso, posso?
Presidente: Avvocato…
Avvocato Filastò: Sarei perplesso anch’io, ma faccia la domanda. Capito? Perché, dice: ‘son perplesso…’, siamo perplessi tutti.
P.M.: Posso, posso?
Avvocato Filastò: Però, ci dica la domanda qual è.
Presidente: E questa è: di chiarire la differenza tra la prima dichiarazione e quella di oggi.
P.M.: Ecco, io chiedo… Siccome avevo sentito che la signora ha detto: ‘lo dissi anche la sera sul posto’, dico, sul posto, la dottoressa Della Monica dà atto che voi… i giovani, non dà il nome…
Concetta Bartalesi: Sì.
P.M.: … gli avete detto così. Lei, nel verbale, dice questo. Le chiedo: come mai oggi, a distanza di… dunque, sono, come minimo, 15 anni, lei… c’è un motivo per cui lei oggi…
Concetta Bartalesi: No, io…
P.M.: … la pensa in modo- diverso? Il Presidente le ha già chiesto: ‘ricordava meglio allora, o ricorda meglio oggi?’
Concetta Bartalesi: Io sono convinta di ricordare meglio allora. Però…
P.M.: Che ricordava meglio allora.
Concetta Bartalesi: Sì……Però, credo di non l’aver detto che io avevo visto il ragazzo.
Presidente: Ecco, vogliamo… Le dispiace, le faccio vedere il verbale: è la sua firma.
Concetta Bartalesi: Sì, sì. ma…
P.M.: Posso?
Presidente: Sì, sì.
Concetta Bartalesi: Ma c’è scritto che l’ho visto io?
P.M.: Questo è il verbale, controlli un attimo. Se questa è la sua firma…
Concetta Bartalesi: Sì, sì, la mia firma è. Va bene. Dissi la verità, sicché…
P.M.: Disse la verità allora.
Concetta Bartalesi: Sì, sì, certo. Non lo ricordavo il particolare del…
P.M.: Non se lo ricordava.
Concetta Bartalesi: Sì, sì.
P.M.: Si è sbagliata oggi: aveva detto bene allora.
Concetta Bartalesi: Certo.
P.M.: Grazie, non ho altre domande.

Presidente: Altre parti? Avvocato Filastò?
Avvocato Filastò: Cercherò, signora, di richiamarle alla memoria alcune circostanze. Proprio per controllare la fonte dei suoi avvistamenti, il momento in cui lei ha visto queste cose. Voi dove vi trovavate, prima di arrivare sul posto?
Concetta Bartalesi: Per la strada.
Avvocato Filastò: Sì. Ma dico, non eravate lì, eravate…
Concetta Bartalesi: No. Eravamo, tornavamo da Empoli.
Avvocato Filastò: Tornavate da Empoli.
Concetta Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: Quindi, la vostra direzione era…
Concetta Bartalesi: Da Baccaiano verso… Io abitavo a Poppiano.
Avvocato Filastò: Sì…
Concetta Bartalesi: Sa dov’è?
Avvocato Filastò: No.
Concetta Bartalesi: E’ la via che va su, subito dopo il pezzetto che successe.
Avvocato Filastò: Sì.
Concetta Bartalesi: Sicché, andando su, andavamo pianino.
Avvocato Filastò: Sì.
Concetta Bartalesi: Quando arrivammo all’altezza si vide questa macchina con queste ruote di dietro.
Avvocato Filastò: Avevate sentito qualcosa prima?
Concetta Bartalesi: Sì… ci sembrava di sì.
Avvocato Filastò: Cioè?
Concetta Bartalesi: Dei rumori, dei…
Avvocato Filastò: Come degli spari, signora? :
Concetta Bartalesi: No, più che altro…
Avvocato Filastò: Dei colpi.
Concetta Bartalesi: Ecco, dei colpi.
Avvocato Filastò: Dei botti.
Concetta Bartalesi: Si, si, sì. Perché era estate e avevamo i finestrini aperti, ecco.
Avvocato Filastò: Sì. Quindi, rispetto al momento in cui voi sentiste questi botti, arrivaste sul posto a che, con che tempo? Voglio dire, lei, voi sentite i botti…
Concetta Bartalesi: Si è visto…
Avvocato Filastò: … ma siete in movimento, quando sentite i botti, o siete fermi?
Concetta Bartalesi: Sì, eravamo in movimento. Subito dopo il bivio che da Baccaiano va verso Poppiano o Fornacette.
Avvocato Filastò: Sì.
Concetta Bartalesi: L’ha presente la strada, no?
Avvocato Filastò: Ma insomma, non tanto. Ma insomma…
Concetta Bartalesi: Io ci son nata, sicché… Va bene. Così. Fino a che si sentì questi rumori.
Avvocato Filastò: Sì.
Concetta Bartalesi: Passavamo per la strada non tanto velocemente, insomma, è abbasta diritta, sicché… Quando arrivammo all’altezza, si vide questa macchina…
Avvocato Filastò: Ecco, ma io volevo chiederle questo: rispetto al momento in cui sentiste i rumori, al momento in cui voi arrivaste dov’era la macchina caduta nel fossetto, quanto tempo passò?
Concetta Bartalesi: Pochino.
Avvocato Filastò: Pochi minuti?
Concetta Bartalesi: Penso di sì. Penso di sì, perché si andava pianino… Insomma… la strada è corta.
Avvocato Filastò: E andando nella direzione della macchina, incrociaste qualche altra automobile?
Concetta Bartalesi: Mi sembra, mi sembra. Però, non lo so. Ora, lì per lì, come ho detto dianzi, dissi tutto, me lo ricordavo bene. Ma ora io non ho più rivisto nessuno, sicché, in 15 anni, ne posso aver parlato, però… Così.
Avvocato Filastò: E quindi, quando arrivaste alla macchina. . .
Concetta Bartalesi: No, noi arrivammo al bivio, che… per andare a casa io.
Avvocato Filastò: Sì.
Concetta Bartalesi: Ci si ripensò a questa macchina. E si tornò indietro.
Avvocato Filastò: E tornaste indietro.
Concetta Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: Ah, ecco.
Concetta Bartalesi: Noi…
Avvocato Filastò: Quindi, quando voi arrivaste alla macchina…
Concetta Bartalesi: Si proseguì.
Avvocato Filastò: Sì. Proseguiste.
Concetta Bartalesi: Sì. Poi, dopo, si disse: ‘è successo qualcosa a questa macchina’,
Avvocato Filastò: Certo.
Concetta Bartalesi: Perché si vedeva che… pareva ci fosse qualcuno dentro, ecco.
Avvocato Filastò: Sì.
Concetta Bartalesi: Si arrivò al bivio dove dovevo andare a casa e si tornò indietro. Invece di salire su per Poppiano, si tornò indietro. E si trovò… quando si arrivò, si trovò anche questi altri ragazzi che ci conoscevano e ci fermammo tutti…
Avvocato Filastò: Che erano già arrivati, nel frattempo, questi ragazzi, prima di voi.
Concetta Bartalesi: Insieme si arrivò. Riconobbero me…
Avvocato Filastò: Insieme, arrivaste tutti insieme.
Concetta Bartalesi: Sì, tutti insieme, sì.
Avvocato Filastò: Questi altri ragazzi chi erano? I signori Poggiarelli e Calamandrei?
Concetta Bartalesi: Sì. Sì, sì.
Avvocato Filastò: Ecco, la macchina con le ruote nel fossetto aveva i fari accesi o spenti?
Concetta Bartalesi: A me mi sembra spenti, perché sennò… penso che non si potesse vedere.
Avvocato Filastò: Ecco.
Concetta Bartalesi: Son quasi sicura: spenti.
Avvocato Filastò: Spenti. E la zona era buia?
Concetta Bartalesi: Sì. Perché non ci son lampioni.
Avvocato Filastò: Sì. E lei ha detto che non scese di macchina?
Concetta Bartalesi: No…
Avvocato Filastò: E’ sicura di questo?
Concetta Bartalesi: … perché se ho detto che lo vidi, mi sono sbagliata stamattina. Perché se lo dissi allora… Probabilmente scesi e poi rimontai. Perché si vide questi fori nel vetro. Un foro mi sembra.
Avvocato Filastò: Ma qualcuno di voi aprì lo sportello di questa macchina?
Concetta Bartalesi: No. Perché, penso finché unn’arrivò l’ambulanza non si toccò.
Avvocato Filastò: Non toccaste niente.
Concetta Bartalesi: Mi pare di no. Noi, quando si vide il foro nel vetro, ci si impaurì tutti.
Avvocato Filastò: Ah, vedeste un foro nel vetro?
Concetta Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: Uhm. Quindi la macchina, che lei si ricordi, aveva gli sportelli chiusi, o aperti?
Concetta Bartalesi: Chiusi…
Avvocato Filastò: Chiusi.
Concetta Bartalesi: Sì, non erano spalancati, come può succedere, per dire, si lascia spalancato. No, no.
Avvocato Filastò: E ripeto, che lei si ricordi, lei aprì qualche sportello della macchina?
Concetta Bartalesi: No, io non toccai niente.
Avvocato Filastò: Si rammenta se qualcuno dei suoi amici apri lo sportello?
Concetta Bartalesi: No. Come gli ho detto: ci si impaurì con questo foro e si scappò, in pratica. Poi s’andò… Noi s’andò a chiamare l’ambulanza e gli altri ragazzi a chiamare i Carabinieri.
Avvocato Filastò: I Carabinieri.
Concetta Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: Telefonaste tutti dallo stesso posto, o…
Concetta Bartalesi: No. I Carabinieri furono chiamati dai ragazzi direttamente a Montespertoli.
Avvocato Filastò: A Montespertoli.
Concetta Bartalesi: Sì. E noi invece s’andò al bar di Baccaiano a telefonare all’ambulanza.
Avvocato Filastò: Benissimo. Quindi, quando lei dice che guardò l’orologio e vide che mancava cinque minuti a mezzanotte, erano passate tutte queste cose qui, erano successe queste cose?
Concetta Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: Che eravate tornati indietro, avevate visto.
Concetta Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: Quindi, quando lei, inizialmente, colloca il primo avvistamento alle 23.40, ci dovremmo essere?
Concetta Bartalesi: Eh, sì, un po’ di tempo si aspettò anche in Baccaiano, perché s’aveva un po’ paura, sicché vennero anche altre persone giù con noi, altre macchine. Subito non si ritornò, ecco.
Avvocato Filastò: Ho capito. E lei ricorda che la ragazza aveva una maglia chiara?
Concetta Bartalesi: Sì, perché mi sembra, ecco, proprio di aver notato questa macchia chiara.
Avvocato Filastò: Ho capito.
Concetta Bartalesi: Passando la prima volta.
Avvocato Filastò: Scusi eh, signora, sto leggendo quello che lei ha detto a suo tempo.
Concetta Bartalesi: Sì, sì.
Avvocato Filastò: Quando lei dice: “Mentre noi stavamo rallentando”, lei ha fatto questa dichiarazione, a proposito delle macchine che incrociaste.
Concetta Bartalesi: Uhm, sì.
Avvocato Filastò: “Mentre noi stavamo rallentando per vedere se la macchina avesse un guasto, ci superarono due autovetture”, lei dice.
Concetta Bartalesi: Diverse…
Avvocato Filastò: Sì, ma erano macchine che provenivano nella stessa direzione vostra? Dalla vostra stessa direzione?
Concetta Bartalesi: Sì, sì, perché, ecco, è una strada molto transitata e non era un’ora tarda, ecco…
Avvocato Filastò: Quindi, queste due autovetture che vi superarono, erano dietro di voi, stavano facendo la vostra stessa strada e siccome voi rallentaste, vi superarono?
Concetta Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: E’ così?
Concetta Bartalesi: Sì, sì.
Avvocato Filastò: Però lei dice anche che dalla direzione contraria le sembra che sia transitata una sola auto, è così?
Concetta Bartalesi: Penso di sì.
Avvocato Filastò: E che le pareva, lei disse, che si trattasse dell’auto di Adriano e Stefano. Questi Adriano e Stefano chi sono?
Concetta Bartalesi: No, questi ragazzi si incontrarono dopo, quando si ci fermò.
Avvocato Filastò: Ma lei dice…
Concetta Bartalesi: Se poi li incontrai anche pri…
Avvocato Filastò: “Mi sembra che dalla direzione contraria sia transitata una sola auto, ma potrebbe trattarsi di quella di Adriano e Stefano”. Beh, insomma. . .
Concetta Bartalesi: Mi posso essere sbagliata beni…
Avvocato Filastò: … la domanda però è questa.
Concetta Bartalesi: Eh.
Avvocato Filastò: Lei ha notato macchine ferme nei pressi? A parte questa qui nella cunetta.
Concetta Bartalesi: No, no, no. No, perché… No, no.
Avvocato Filastò: Avete sentito, avvicinandosi, rumori di motori imballati che partivano a velocità particolarmente rapida?
Concetta Bartalesi: No, no, no. Non ricordo. Non mi sembra.
Avvocato Filastò: Io non ho altre domande.
P.M.: Presidente, una sola, per chiarire ancora meglio, perché risulta dal verbale, penso la signora ora abbia ricordato, ma forse il verbale è ancora più chiaro. Lei signora si ricorda, ora, di essere scesa dalla macchina e di essersi avvicinata alla 127? 0 questo ricordo è ancora nebuloso? Le faccio presente, e glielo contesto, che lei…
Concetta Bartalesi: Sì, sì.
P.M.: … dice: “Ci siamo avvicinati tutti alla 127 dal lato passeggero” – poi racconta – “abbiamo quindi notato disteso sul sedile di guida, che si trovava I in posizione obliqua, il giovane Mainardi”. E poi dice: “Ci siamo accorti che respirava e quindi io e il mio fidanzati siamo rientrati in macchina e siamo ? andati a Baccaiano a telefonare”.
Concetta Bartalesi: Se l’ho detto, ho detto la verità, ecco.
P.M.: Bene. Non ho altre domande, grazie. Chiedo ovviamente l’utilizzazione del verbale.
Presidente: Suo marito c’è?
Avvocato Colao: Presidente, volevo fare una domanda alla signora.
Concetta Bartalesi: Sì, sì.
Avvocato Colao: Presidente…
Presidente: Faccia venire… Come? Scusi, scusi, avvocato Colao, non avevo… Prego, prego, signora, venga qui, venga qui.
Avvocato Colao: È una sola domanda. E’ una sola domanda, signora, scusi. Dicevo, lei ha parlato di un foro nel vetro.
Concetta Bartalesi: Sì.
Avvocato Colao: Così. Ci saprebbe indicare quale vetro?
Concetta Bartalesi: Davanti.
Avvocato Colao: Allora nel parabrezza?
Concetta Bartalesi: Sì, sì.
Avvocato Colao: Grazie, non ho altre domande.
Concetta Bartalesi: Si vedeva benissimo. Sì, sì.
Avvocato Colao: Grazie.
Presidente: Prego.
Avvocato: Una domanda anch’io, Presidente, scusi signora.
Presidente: Ah, sì.
Avvocato: Lei ha parlato di due macchine che, se ricorda bene, avrebbero superato la vostra. Nella fase in cui stavate andando verso Poppiano, o nel momento in cui lei è tornata indietro?
Concetta Bartalesi: No, mentre s’andava. Mentre si rallentava per… che avevamo sentito questi rumori.
Avvocato: Prima di fermarvi?
Concetta Bartalesi: Sì.
Avvocato: Prima di girare e tornare indietro?
Concetta Bartalesi: Sì, sì.
Avvocato: Bene, grazie.
Presidente: Può andare, grazie. Se c’è suo marito, lo fa venire signora, così lo eliminiamo.
Concetta Bartalesi: Sì.

Graziano Marini: Buongiorno.
Presidente: Buongiorno. Come si chia… Vuole essere ripreso dalla telecamera, o no?
Graziano Marini: Va bene, io non c’ho problemi. Non c’ho da nascondere niente.
Presidente: Come si chiama? Marini…
Graziano Marini: Marini Graziano.
Presidente: Dove è nato, dove risiede?
Graziano Marini: Allora, nato il XX/XX/XX a Xxxxx. Residente a Xxxxxx.
Presidente: Legga.
Graziano Marini: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”.
Presidente: Senta, lei è il marito di quella signora che è uscita poc’anzi?
Graziano Marini: Sì, di Bartalesi…
Presidente: Di Bartalesi Concetta?
Graziano Marini: Sì.
Presidente: Senta, lei ci vuol raccontare un po’ come è andata quella sera in cui vi siete fermati a Baccaiano, nell’omicidio dell’82?
Graziano Marini: Sì, diciamo… Ora è passato circa 15 anni, all’incirca, quindi, non è che…
Presidente: Ecco, è stato sentito anche lei dal Pubblico Ministero, ha reso delle dichiarazioni.
Graziano Marini: Esatto, sì. E confermo, diciamo…
Presidente: E conferma quelle. Intanto vediamo cosa ricorda oggi.
Graziano Marini: Sì, ricordo… un po’ di particolari, diciamo. Mi ricordo che si ritornava da Empoli, da una festa, era il mese di giugno, i primi di lu… insomma, quel tempo lì, era abbastanza… insomma, all’inìzio dell’estate, primavera. Era una sera calma, tranquilla. Siccome la mi’ moglie stava sopra, a Poppiano, a quel tempo lì la mi’ fidanzata.
Presidente: Sì.
Graziano Marini: Si ritornava a casa, lungo la strada principale, che va verso Fornacette diciamo, dove appunto avvenne il delitto. E niente, tornavamo lungo la strada e, quando si arrivò di fronte a questa macchina, si vide questa macchina un po’ fuori strada, diciamo.
Presidente: Ma voi vi eravate fermati prima, o no?
Graziano Marini: Si veniva piano piano lungo la strada, diciamo, era caldo, c’avevo i finestrini aperti. E niente, quando si arrivò lì, vidi questa macchina fuori strada, andammo un pochettino avanti e ritornammo indietro. Nel frattempo poi che ci fermammo paralleli, arrivò quegli altri ragazzi…
Presidente: Lei è sceso dalla macchina?
Graziano Marini: Si scese, sì.
Presidente: Lei, sua moglie.
Graziano Marini: Sì, sì, esatto. Si andò per soccor.. . insomma, per vedere che era successo. Si vide questi, erano all’interno della macchina.
Presidente: Ecco, e il giovane dov’era?
Graziano Marini: Il giovane dalla parte della guida naturalmente.
Presidente: Era al posto di guida?
Graziano Marini: Sì, tutte e due sdraiati all’interno, sì. C’era la sicura, mi ricordo, dalla parte della…
Presidente: E la ragazza dov’era?
Graziano Marini: La ragazza?
Presidente: La ragazza.
Graziano Marini: Sulla parte destra, sdraiata anche lei.
Presidente: Cioè, accanto al guidatore?
Graziano Marini: Accanto al guidatore, sì, senz’altro.
Presidente: L’ha viste bene o no, queste cose?
Graziano Marini: Erano in quella posizione lì, sdraiati per così, insomma. Ora…
Presidente: Ora si ricorda così.
Graziano Marini: Eh. Comunque senz’altro… Poi quando si vide, venendo davanti, dalla parte, diciamo, della guida, il foro del proiettile…
Presidente: Lei, il giovane che era alla guida, non guida, comunque, il giovane lei dice che era ancora vivo?
Graziano Marini: Ancora vivo. L’hanno detto quelli dell’ambulanza: non è che si vedeva movere. Noi s’andò subito a chiamare i soccorsi.
Presidente: Ma si sentiva respirare?
Graziano Marini: Questo, sentire respirare…
Presidente: Lo dice lei- “Mainardi era ancora vivo”. Usa questa espressione lei al Pubblico Ministero.
Graziano Marini: Dopo l’hanno detto anche quelli dell’ambulanza che era vivo. Io mi auguro. Però non è che si muoveva, né niente. Noi… furono attimi, non è che ci si stiede 10 minuti lì. S’andò subito a chiamare i 5 soccorsi lì, a Baccaiano.
Presidente: Senta, quel giovane lo conosceva, o no?
Graziano Marini: No, mai visto.
Presidente: Non lo conosceva.
Graziano Marini: No.
Presidente: Si ricorda… faccia mente locale. Si ricorda esattamente dov’era lui?. Era al posto di guida, o no?
Graziano Marini: Sì, sì, quello… al posto di guida, sdraiato all’indietro, senz’altro. Comunque dalla parte della guida, col sedile giù, all’indietro. Quello senz’altro.
Presidente: Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Nessuna domanda… Ah, sì. Se ricorda di avere avuto la sensazione di aver sentito dei rumori, qualcosa come spari, e, se sì, in che momento, in che fase che lei ci ha raccontato? Oppure se questo ricordo è completamente nebuloso.
Graziano Marini: Mah, dei rumori, in effetti – come lo misi sotto verbale, mi sembra – come degli scoppiettii senz’altro, un pochino prima. Però a volte, non è che… a cosa successa dopo, probabilmente sì, qualche rumore, qualche cosa lo sentii nell’aria.
P.M.: Ma quando sentì questi rumori, voi eravate… non eravate ancora arrivati alla macchina, o nella fase in cui…
Graziano Marini: No, no, prima, prima. Circa 2-300 metri prima probabilmente, perché la strada è tutta pianeggiante.
P.M.: Sentite i rumori e …non vedete nessuno? Macchine…
Graziano Marini: No, in quel momento lì non si incrociò né macchine I in giù e né nella parte .opposta-
P.M.: Ma i rumori che sentivate, li addebitavate come provenienza alla zona dov’era la macchina?
Graziano Marini: Sì. Diciamo in avanti, dalla parte nostra. Sì, in effetti, verso… quella. Come degli scopp…
P.M.: E non vi siete poi riusciti a spiegare, se non c’era nessuno, come potevano essere rumori di sparo, o avete visto qualcuno o qualche macchina?
Graziano Marini: No, questo…: non si vide nessuno, né macchine, né niente in quel momento. Che poi, fra l’altro, noi, ho detto, come ripeto, si ritornò indietro di 4-500 metri, diciamo.
P.M.: Lei ha un ricordo vago del momento, della zona in cui avete sentito questi spari, o è un ricordo buono?
Graziano Marini: Mah, diciamo, la zona, a parte la conoscevo già da prima perché ci lavoro in quelle zone, non è che… Nel momento lì che è successo…
P.M.: Però capisce, se c’era quella macchina e basta, e non c’era nessuno, questi spari… 0 si sono sparati da sé, o c’era qualcuno. Oppure gli spari che ha sentito lei non erano relativi a quella vicenda?
Graziano Marini: Infatti quando noi uscimmo per soccorrerli e si vide quei fori dei proiettili, ricapitolando quel discorso dei rumori probabilmente nell’aria… noi, la prima cosa che si disse, fra io alla mi’ moglie, a quel tempo, a quel tempo la mi’ fidanzata, dissi: ‘qui si son sparati’. Ecco perché andammo via subito.
P.M.: Ah. Lei dice “qui si sono sparati”…
Graziano Marini: Per un regolamento di conti, non so, c’è tante cose. Vedendo il foro dei proiettili sopra…
P.M.: Però, quando passaste davanti alla macchina, che era già nel fossetto, non c’erano né persone, né ! altre macchine?
Graziano Marini: No, nessuno. Questo era sicuro e né macchine che venivano in giù, né oltre…
P.M.: Cioè, c ‘ eravate solo voi?
Graziano Marini: In quell’istante lì, sì. Poi, nel frattempo che s’andò a chiedere soccorsi e tutto, macchine se ne incrociò diverse.
P.M.: Lei ricorda l’ora? Perché all’epoca la disse, credo che oggi se la ricorda male.
Graziano Marini: Eh, io non so, sarà stato verso le dieci e mezzo, l’undici, non tanto tardi, mi sembra.
P.M.: Uhm. Lei qui dice: “23.50. Si ripartì verso le 23.50 procedendo ad andatura limitata: e notai sulla sinistra una FIAT 127 di colore celeste”. Le 23.50 sono dieci a mezzanotte.
Graziano Marini: Io, non lo so. L’ho detto, verso l’undici, quell’ora lì. Non so che ora l’erano, io…
P.M.: Comunque lo disse allora.
Graziano Marini: Sì, appunto, ecco. L’avevo messo a verbale e quello confermo.
P.M.: Lei ricorda…
Graziano Marini: Non tanto tardi era, non era una sera…
P.M.: Lei ricorda, dopo questo episodio, se andaste, tornaste ad avvertire qualcuno e ci metteste un po’ di tempo, chi avvertiste?
Graziano Marini: Sì, noi, diciamo, s’era girato verso Baccaiano, perché, come le ripeto, giriamo all’incontrario nel senso della macchina, andammo lì a Baccaiano. Al circolo c’è un bar, a telefonare, e telefonammo lì all’ambulanza.
P.M.: Da un bar.
Graziano Marini: Al bar di Baccaiano sì.
P.M.: Andaste al bar e da lì…
Graziano Marini: Esatto.
P.M.: … raccontaste qualcosa a qualcuno?
Graziano Marini: Sì, c’era gente mi ricordo, era estate, insomma, c’era gente dietro, si disse del fatto. Poi non mi ricordo se vennero anche altre persone con noi.
P.M.: Telefonaste voi, o telefonò qualcuno?
Graziano Marini: No…
P.M.: Telefonò lei?
Graziano Marini: … telefonò mia moglie dalla gabina. Sì, avvertimmo… E gli altri colleghi nostri, i ragazzi che si arrivò insieme, andarono a chiamare i Carabinieri, mi sembra a Montespertoli.
P.M.: Senta, da quando voi avete fatto questa inversione di marcia, che lei dice era le 23.50, a quando siete andati a Baccaiano e avete telefonato, quanto sarà passato?
Graziano Marini: Mah, circa… una decina di minuti circa, penso, anche qualcosa di più.
P.M.: Eh, sì. L’ambulanza dice che sono stati avvertiti a mezzanotte e dieci.
Graziano Marini: Eh, sicché una decina di minuti, un quarto d’ora senz’altro, sì.
P.M.: Bene, grazie.
Graziano Marini: A posto?
Presidente: Avvocato Pellegrini?
Avvocato Pellegrini: Sì. Quando lei dice che il ragazzo era riverso al posto di guida, vuol dire che c’aveva lo schienale abbassato, o normalmente, in posizione angolo retto?
Graziano Marini: Ma ora, questo di preciso non me ne ricordo, soltanto… perché la macchina l’è abbastanza un po’ in pendenza. A me sembrava abbastanza all’indietro, però ora se era proprio diretto, diretto penso di no. Però non glielo so di…
Avvocato Pellegrini: E la ragazza aveva la schienale abbassato?
Graziano Marini: Mah, come ripeto, questi sono particolari che non… anche perché furono attimi, non è che ci si stiede di molto a curiosare.
Avvocato Pellegrini: Sì, certo, certo.
Graziano Marini: Erano…
Avvocato Pellegrini: Prego, prego.
Graziano Marini: Erano abbastanza così, però non so se erano tutti sdraiati o no. Anche la posizione non era proprio pari pari, la macchina era un pochino nella fossetta. Ora, questi son particolari che non… come confermai là, probabilmente è. . . Non mi ricordo a distanza di tempo…
Avvocato Pellegrini: Senta, lei ha detto poco fa che la sicura dello sportello lato passeggero era abbassata.
Graziano Marini: Sì, lato passeggero.
Avvocato Pellegrini: Lato passeggero.
Graziano Marini: Almeno mi sembra non si apriva.
Avvocato Pellegrini: Perché lei provò a aprire?
Graziano Marini: Mi sembra sì, si provava per soccorrere, sì.
Avvocato Pellegrini: Per stabilire se era…
Graziano Marini: Perché ci se ne accorse dopo, quando si vide, ritornando dalla parte di là, che c’era il foro e allora… che ci venne proprio il terrore.
Avvocato Pellegrini: Ho capito. Ecco, dalla parte di là, cioè dalla parte del lato guida, provaste ad aprire lo sportello?
Graziano Marini: No, quello non mi ricordo. Penso di no.
Avvocato Pellegrini: Bene.
Graziano Marini: Al momento si vide il foro di proiettile, si…
Avvocato Pellegrini: Si scappò.
Graziano Marini: Si fece la fuga,
Avvocato Pellegrini: Bene, grazie.
Avvocato Colao: Avvocato Colao. Due domande.
Graziano Marini: Sì.
Avvocato Colao: Il vetro del finestrino dalla parte del ragazzo, lei si ricorda com’era?
Graziano Marini: Eh, questo no. Mi ricordo il particolare di quello davanti, sopra il volano di guida e basta. Il resto non me ne ricordo no, per niente.
Avvocato Colao: Ecco, prima, quando era interrogato dal P.M., che il P.M. la stava interrogando.
Graziano Marini: Sì.
Avvocato Colao: Lei ha detto un colpo, poi si è… A che colpo si riferiva, scusi?
Graziano Marini: Come degli scoppiettìi, come a volte un motorino che, non so, con la candeletta. Un po’, insomma, a quella maniera. Vaghi però, non è che erano…
Avvocato Colao: Ecco. Senta, si ricorda se sul parabrezza c’era colpi d’arma da fuoco?
Graziano Marini: Sul parabrezza, la parte sopra, la parte del volano, la parte della guida. Quello sì, l’ho detto anche prima, quello si vedevano benissimo controluce.
Avvocato Colao: Bene, grazie.

Presidente: Altri difensori? Avvocato Filastò.
Avvocato Filastò: Avvocato Filastò. Signor Marini, mi pare che lei qui abbia detto che i due ragazzi erano fianco a fianco?
Graziano Marini: Sì, diciamo, fianco a fia… ora nei particolari… fianco a fianco in che senso intende lei?
Avvocato Filastò: Uno affianco all’altro, la stessa altezza.
Graziano Marini: Voltati sempre…
Avvocato Filastò: Sì.
Graziano Marini: Sì, ma non attacca… insomma, ora…
Avvocato Filastò: No, non attaccati.
Graziano Marini: Ah, sì. Penso…
Avvocato Filastò: Stessa altezza. Lei ha visto le teste, in particolare, dei due ragazzi?
Graziano Marini: Sì, le teste si vedevano abbastanza bene, normali, così.
Avvocato Filastò: Ed erano alla stessa altezza?
Graziano Marini: Ora, il particolare se erano alla stessa altezza, questo non glielo… non lo so, non me ne ricordo neppure.
Avvocato Filastò: Insomma, lei ha avuto l’impressione che fossero tutti e due seduti sui sedili anteriori, è così?
Graziano Marini: Anteriori senz’altro. All’indietro, ora di quanto non me ne ricordo. Comunque sempre davanti.
Avvocato Filastò: Tutti e due nei sedili anteriori.
Graziano Marini: Sì.
Avvocato Filastò: È sicuro di questo?
Graziano Marini: Sì, io penso di sì.
Avvocato Filastò: Sì, va be’, ha avuto questa impressione, certo.
Graziano Marini: Senz’altro.
Avvocato Filastò: Molto bene.
Graziano Marini: Ora, se fossero spostati lato accanto, un po’ più indietro… però, la posizione, diciamo, era…
Avvocato Filastò: La posizione era quella.
Graziano Marini: Perdinci! Più o meno.
Avvocato Filastò: Senta, lei o la sua attuale moglie, avete aperto gli sportelli della macchina?
Graziano Marini: De…
Avvocato Filastò: Della macchina dei ragazzi.
Graziano Marini: No, assolutamente, niente.
Avvocato Filastò: Ci sa dire in che situazione di illuminazione vi trovavate voi?
Graziano Marini: Quella è una zona abbastanza buia. L’illuminazione è nulla, diciamo. Però la sera, mi sembra no, tanto buia no. Comunque, scura.
Avvocato Filastò: Abbastanza scura.
Graziano Marini: Diciamo scura.
Avvocato Filastò: Perché questa macchina i fari come li aveva, quella…
Graziano Marini: I fari tutti spenti.
Avvocato Filastò: Tutti spenti.
Graziano Marini: Sì.
Avvocato Filastò: E lei lasciò, se non sbaglio, la macchina sul lato opposto della strada?
Graziano Marini: No, noi passammo la parte…
Avvocato Filastò: Quando siete ritornati.
Graziano Marini: No, proprio accanto, ora non mi ricordo se prima o dopo della macchina, ma mi sembra prima, venendo verso Baccaiano. Noi facemmo inversione di marcia, andammo più avanti. Quando passai davanti mi accorsi di questa macchina qui, pensavo a un incidente, roba simile.
Avvocato Filastò: Va bene. Senta… Quindi lei, voi non apriste gli sportelli?
Graziano Marini: No, assolutamente.
Avvocato Filastò: Anche perché vi impauriste vedendo…
Graziano Marini: Ecco, infatti. Quando ci accorgemmo dopo del foro, ci fece impaurire abbastanza.
Avvocato Filastò: Quanti anni aveva lei all’epoca?
Graziano Marini: 15 anni fa ne avevo 28.
Avvocato Filastò: 28. Le chiedevo questo: notaste, nei paraggi, delle macchine ferme, altre macchine ferme?
Graziano Marini: Per dir la verità no. Nel frattempo anche che s’andò a chiedere soccorsi, non è che si stava a guardare per il sottile… Mi ricordo che quando s’andava verso Baccaiano, si incrociò altre macchine che venivan lì. Però macchine ferme, poi anche quando si tornò, non… E’ una strada che corre abbastanza.
Avvocato Filastò: Molto trafficata.
Graziano Marini: Sì, abbastanza, diciamo. Case vicine non ci sono, insomma, lì’…
Avvocato Filastò: Sentiste rumori di macchine che partivano da quella zona, a motore un po’ imballato?
Graziano Marini: No, no, quello lì no.
Avvocato Filastò: La posizione dei sedili se la ricorda com’è?
Graziano Marini: Questo…
Avvocato Filastò: L’ha già detto prima non lo sa.
Graziano Marini: Eh, non lo so.
Avvocato Filastò: D’altra parte lei, fra l’altro, sulla posizione di questi due giovani, non ha mai parlato.
Graziano Marini: No. Noi andammo a testimoniare dall’avvocatessa Della Monica, insomma, la giudice, e basta.
Avvocato Filastò: Sì, no, ma parlavo della posizione di questi giovani.
Graziano Marini: No, no.
Avvocato Filastò: Quando quindi dichiarò che il Mainardi era ancora vivo, fu una vostra impressione?
Graziano Marini: In effetti, risaputo dopo…
Avvocato Filastò: Non è nessuno di voi che gli toccò il polso…
Graziano Marini: No, no, assolutamente. Noi non aprimmo nemmeno lo sportello, niente.
Avvocato Filastò: Benissimo. Quando arrivò l’ambulanza voi eravate presenti?
Graziano Marini: Sì, eran già ritornati lì. Mi ricordo arrivò prima di noi, o lì, ora di preciso non me ne ricordo. Comunque si ritornò lì.
Avvocato Filastò: Avete assistito, per un po’, a quel che avveniva, al recupero di questi…
Graziano Marini: Ora questo particolare non me ne ricordo.
Avvocato Filastò: Ma siete rimasti un po’ lì?
Graziano Marini: Sì. E poi arrivò anche i Carabinieri, il maresciallo, sì.
Avvocato Filastò: Benissimo. Ricorda se per caso l’ambulanza, dopo essersi fermata, per procedere all’operazione di prelievo dei corpi, o di un corpo – mi faccia finire la domanda – usò un faro?
Graziano Marini: Questo non glielo so dire. Probabilmente l’avrà usato senz’altro, non lo so. Questo…
Avvocato Filastò: Cerchi di rammentarsi, se per caso, dopo l’arrivo dell’ambulanza, la scena era illuminata.
Graziano Marini: Questa proprio non m’è rimasta per niente. Anche perché c’era abbastanza… comincia a esserci un po’ di gente.
Avvocato Filastò: Cominciava a esserci molta gente.
Graziano Marini: Sì.
Avvocato Filastò: Comunque, in ogni caso, ci saranno state altre macchine con fari accesi?
Graziano Marini: Penso senz’altro sì, a quel momento lì, quando poi si cominciava… poi si cominciò a far gente, le macchine cominciarono a fermarsi sulla destra, sulla sinistra, cominciò a essere abbastanza…
Avvocato Filastò: Benissimo. Senta, di una macchina che procedeva in senso inverso alla vostra se ne ricorda lei?
Graziano Marini: No. Ho detto, macchine ne incrociammo, però io il particolare delle macchina, sia nel lato oppo…
Avvocato Filastò: Non se ne ricorda.
Graziano Marini: No, per niente.
Avvocato Filastò: Sto parlando di una macchina incrociata, dopo quei rumori che lei ha sentito, non prima.
Graziano Marini: Sì, ‘ ma purtroppo, mi spiace, ma quello non… Niente.
Avvocato Filastò: Non ne ha poi riparlato, né con sua moglie, per rammentare se, per caso…
Graziano Marini: No, non c’è… Non è stato proprio nel nostro…
Avvocato Filastò: Ma dico, il pensiero che vi siete trovati a poca distanza dall’assassino, questo qui vi è venuto, perché, insomma.
Graziano Marini: Dopo, sì, quello senz’altro, ce l’hanno anche detto.
Avvocato Filastò: Ecco.
Graziano Marini: Tanto, a parte, noi non…
Avvocato Filastò: E avete riflettuto al fatto che avevate visto qualcuno, qualche macchina, qualche persona ferma, ci avete fermato?
Graziano Marini: Ma scherza davvero! Se l’avevo visto a quest’ora penso…
Avvocato Filastò: Invece non l’avete vista.
Graziano Marini: Niente, assolutamente no. Non è che lo dica così, perché non voglio… Non mi pareva il vero se avevo visto qualcosa.
Avvocato Filastò: No, no, per carità, ci mancherebbe altro.
Graziano Marini: Forse era l’unica volta buona che si poteva, diciamo…
Avvocato Filastò: Era…
Graziano Marini: Soltanto… La paura a volte… in quei momenti lì non si pensa sempre a… A rifarlo ora, in un momento calmo, probabilmente si sarebbe agito differente, probabilmente. Cioè a fermare un po’ di macchine…
Avvocato Filastò: Lei è pratico della zona?
Graziano Marini: Della zona io sono abbastanza pratico perché ci lavoro, è una vita che lavoro lì.
Avvocato Filastò: Senta…
Graziano Marini: Sono zone battute…
Avvocato Filastò: Mi pare o lei o sua moglie, avete parlato di un sentiero che arriva fino al Virginia, è vero?
Graziano Marini: Sentiero?
Avvocato Filastò: Un sentiero, una specie di stradetta che arriva fino al torrente Virginia.
Graziano Marini: Sentieri in quelle zone lì… Sentieri che intende? Strade…
Avvocato Filastò: Un sentiero si intende una stradetta non percorribile con un’automobile.
Graziano Marini: Ma percorribile con l’automobile, c’è la strada che ritorna verso Montespertoli.
Avvocato Filastò: Non percorribile con l’automobile.
Graziano Marini: Ah.
Avvocato Filastò: Sentiero. Signor Marini, sentieri.
Graziano Marini: Sentieri ci saranno senz’altro. Sentieri ci sono.
Avvocato Filastò: No, volevo sapere se le risultava esistente, che arrivava fino a quella piazzola?
Graziano Marini: Ma la piazzola dove è successo il delitto è proprio sulla strada, praticamente, a cinque metri.
Avvocato Filastò: Sì. Oltre la piazzola c’è un sentiero per cui si arriva al torrente Virginia?
Graziano Marini: Ma dove è successo poi il delitto …
(voci sovrapposte)
Graziano Marini: Lì finiva la piazzo… Dove è successo il delitto…
Avvocato Filastò: Lei immagini la piazzola…
Graziano Marini: Sì, dove è successo.
Avvocato Filastò: … dove è successo il delitto. Poi la piazzola in fondo ha degli alberi. Ci sono degli alberi…
Graziano Marini: Sì. Come le ripeto, dove è successo il delitto è vicino alla strada, non prosegue.
Avvocato Filastò: Vicino alla strada, siamo perfettamente d’accordo.
Graziano Marini: Ci sono prima dei sentieri.
Avvocato Filastò: Io sto parlando, fra l’altro, della parte opposta rispetto a dove so trovava la macchina.
Graziano Marini: Diciamo, la macchina gl’è stata, probabilmente è stato … nella piazzola, poi oltrepassò la strada all’indietro.
Avvocato Filastò: Oltrepasso la strada. Ecco, andiamo alla piazzola dove si trovava…
Graziano Marini: Sì, lì la strada mi sembra non sfondava, era una piazzolina ferma lì, finiva sulla strada.
Avvocato Filastò: E non c’è poi un campo, da cui poi c’è un sentiero che porta…
Graziano Marini: Campi in quella zona lì ci sono, roba abbandonata c’è comunque, è abbastanza di… insomma, distante, dal fiume sarà una ventina di metri, 30.
Avvocato Filastò: Ma lei l’ha mai percorsa quella strada lì a piedi?
Graziano Marini: No, mai.
Avvocato Filastò: E allora che si sta a parlare? E’ perfettamente… Le ho chiesto se lei conosceva la zona, ha detto sì perché ci lavorava.
Graziano Marini: Non conosce la zona… La zona…
Avvocato Filastò: Va be’, ho capito.
Graziano Marini: La zona la conosco, così, passando, ma no che…
Avvocato Filastò: Lo chiederemo a qualcun altro. Siamo d’accordo, mi scusi. E’ colpa mia, avrei dovuto…
Graziano Marini: No, io ecco, pensavo le strade, le piazzole che c’è… ma no che io l’abbi fatte…
Avvocato Filastò: Benissimo. Io non ho altre domande.
Presidente: Bene, può andare, grazie.
Graziano Marini: Buongiorno.

Presidente: Lo faccia venire. Lei come si chiama?
Stefano Calamandrei: Calamandrei Stefano.
Presidente: Senta, vuole essere ripreso dalle telecamere, o no?
Stefano Calamandrei: Sì, non ci son problemi.
Presidente: Dov’è nato, dove risiede?
Stefano Calamandrei: Io sono nato a Xxxxx il XX/XX/XX. “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza. “
Presidente: Senta, lei ha reso delle dichiarazioni al Pubblico Ministero, a proposito del delitto di Baccaiano. Se lo ricorda…
Stefano Calamandrei: Sì.
Presidente: …l’episodio, no?
Stefano Calamandrei: Sì.
Presidente: Può raccontare un po’ come è andata, se se lo ricorda.
Stefano Calamandrei: Sì, sì. Il ricordo, ovviamente, si è un po’ attenuato, sono passati molti anni. insomma, cercando di farci mente locale… Quella sera, io, con la mia macchina con Poggiarelli, ci recavamo verso Baccaiano. Perché io, all’epoca, giocavo al calcio lì, a Baccaiano. E così, approfittando della sera, dissi: ‘andiamo a vedere se trovo qualcuno’, perché dovevo riprendere un documento che avevo lasciato lì. Nel passare da questa strada, trovammo questa macchina che era sul lato destro della carreggiata, aveva due ruote fuori strada, mi pare; le altre due quasi nella strada… in una posizione strana.
Presidente: Sì.
Stefano Calamandrei: Per cui, dico: ‘ma guarda questo incidente – dicemmo noi – che sarà successo?’ Arrivammo a Baccaiano e poi era… non c’era più nessuno lì, al bar. Quindi, il Poggiarelli si., fu lui, fu curioso, disse: ‘ma io sarei curioso di vedere che è successo. Proviamo a tornare indietro.’ Tornammo indietro e ci fermammo all’altezza della macchina. Ecco, nel guardare bene, ci accorgemmo che dentro c’era una persona. E allora… ‘Mamma mia’, dissi, ‘ma questi sono andati fuori strada, son rimasti dentro’ e si scese e ci avvicinammo al lato destro della vettura e vedemmo che c’era una ragazza di dietro, Ìsono quasi sicuro. E l’altro occupante, dall’altra parte, non sono ben sicuro che fosse davanti o di dietro. Mi ricordo che era molto reclinato all’indietro. E nel frattempo, mentre eravamo lì, scesero, si fermò un’altra macchina e scesero due persone, che poi ci conoscevamo, la Bartalesi Concetta. E loro si avvicinarono dal davanti della vettura, una posizione più centrale. E uno dei due, non ricordo chi, disse: ‘ma qui c’è un foro nel vetro’. Ecco, sentita questa frase, praticamente ci prese la paura a tutti. E io e il Poggiarelli si corse a Montespertoli a chiamare il maresciallo dei Carabinieri; e le altre persone andarono a chiamare l’ambulanza a Baccaiano. Quando tornammo giù da Montespertoli, ricordo che c’era già l’ambulanza e stavano togliendo il ragazzo, credo, lei, di dentro…
Presidente: E dov’era il ragazzo? Lo ha visto meglio, o no?
Stefano Calamandrei: No, perché siamo rimasti a una certa distanza, non… lo stavano già levando. Io non ricordo se lui fosse davanti, o dietro. Mi ricordo quasi con certezza che era molto, ripeto, sdraiato, molto reclinato all’indietro,
Presidente: Senta, lei fu sentito dal Pubblico Ministero e dice qui, non è riportata la sua dichiarazione fedele, dice: ‘mi associo a quanto dichiarato il mio amico Adriano Pogqiarelli’. Poggiarelli aveva riferito, nella stessa occasione. Foste sentiti insieme, o separatamente?
Stefano Calamandrei: Dunque…
Presidente: Se lo ricorda questo?
Stefano Calamandrei: Dunque, la sera stessa noi, una volta ritornati…
Presidente: No, dal Pubblico Ministero.
Stefano Calamandrei: Ah, dal Pubblico Ministero…
Presidente: Quando fu sentito il Poggiarelli, c’era anche lei…
Stefano Calamandrei: Lo stesso giorno, però separatamente, credo.
Presidente: Separatamente.
Stefano Calamandrei: Sì.
Presidente: Ecco, lei venne informato di quello che dichiarò il Poggiarelli, o no?
Stefano Calamandrei: Eh, questo non me lo ricordo, non sono…
Presidente: Perché poi dice una cosa diversa, allora dice una cosa diversa: “Si vide la ragazza sul sedile di dietro. E il giovane era sul sedile di guida, appoggiato, riverso all’indietro.”
Stefano Calamandrei: Eh, io ricordo che Poggiarelli fu anche lui che si accorse in quell’occasione che il ragazzo respirava ancora. Io non sono ben sicuro, perché ricordo benissimo che la ragazza era dietro…
Presidente: Insomma, ora ricorda così, va bene?
Stefano Calamandrei: Ricordo in questi modo.
Presidente: Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Una domanda, essenzialmente: lei ebbe modo di capire che macchina era?
Stefano Calamandrei: Sì, la macchina era una 27 di colore chiaro. Ora…
P.M.: Ricorda, aveva due sportelli, o quattro?
Stefano Calamandrei: Aveva due sportelli.
P.M.: Ecco. E se lei ha questo ricordo… Perché lei dice di essere stato dal lato passeggero.
Stefano Calamandrei: Sì.
P.M.: Lei ebbe modo di vedere la posizione dei sedili? Cioè, se il sedile lato guida era abbassato all’indietro, come a volte capita, perché…
Stefano Calamandrei: No…
P.M.: …o se era bello eretto.
Stefano Calamandrei: Ecco…
P.M.: Lei dice, il ragazzo era sdraiato, no?
Stefano Calamandrei: Mi ricordo che era molto… ripeto, molto reclinato all’indietro, però, se…
P.M.: Ora, mi capisce, per stare sdraiato, insomma, le possibilità sono diverse. Però, bisogna vedere se lei ricorda in che posizione…
Stefano Calamandrei: No, questo non lo ricordo. Non lo vidi bene all’epoca, e non lo ricordo… Se lo avessi visto bene, me ne ricorderei, penso…
P.M.: E il sedile dalla parte della ragazza, se era reclinato in avanti, reclinato indietro, se era a 9 0 gradi…
Stefano Calamandrei: Mi sembra che non fosse reclinato, però… questo non lo ricordo con certezza. Ricordo che lei era dietro.
P.M.: Ecco. E quando dice che il ragazzo era disteso, è una sensazione, una impressione che ha, c’era luce, ebbe modo di vedere per bene, un…
Stefano Calamandrei: C’era pochissima luce.
P.M.: C’era pochissima luce.
Stefano Calamandrei: Lì, la strada è molto buia. L’unica luce penso fosse quella dei fari delle macchine…
P.M.: Vostre.
Stefano Calamandrei: … nostre, che erano, tra l’altro, posteggiate sull’alto lato.
P.M.: Comunque lei questa scena la vede attraverso i vetri…
Stefano Calamandrei: I vetri…
P.M.: … del… Mi scusi, del lato passeggero.
Stefano Calamandrei: Certo.
P.M.: Non ho altre doma… Ah, scusi, una soltanto: lei ricorda, grossomodo, che ora poteva esser quando siete passati di lì e che ora poteva esser quando siete arrivati dai Carabinieri.
Stefano Calamandrei: Mah, lì poteva esser circa un quarto a mezzanotte, o così. E dai Carabinieri ci abbiamo messo pochissimo, perché siamo andati molto veloci.
P.M.: Quanto son distanti da lì?
Stefano Calamandrei: Da lì ci saranno 5 chilometri, ma forse meno. Quattro.
P.M.: Quindi, qualche minuto.
Stefano Calamandrei: Qualche minuto. Il tempo di arrivare alla caserma.. . E poi mi ricordo che il maresciallo era in pizzeria, quindi andammo a cercarlo lì. Poi tornammo giù e ci rifermammo sul luogo, ma ci mandarono a casa. E poi, più tardi, non mi ero nemmeno spogliato, praticamente, per andare a letto, venne l’appuntato di Montespertoli a chiamarci e…
P.M.: E ritornaste sul posto.
Stefano Calamandrei: … ritornammo sul posto.
P.M.: Ricorda se sul posto le richiesero qualcosa, se il P.M. le chiese, se c’era una dottoressa…
Stefano Calamandrei: Sì. C’era la dottoressa Silvia Della Monica.
P.M.: Ecco, lei ricorda se le chiese, in quella occasione, la posizione dei ragazzi?
Stefano Calamandrei: Eh. . .
P.M.: Parlaste di queste cose qui?
Stefano Calamandrei: Penso ce l’abbia chiesto. E credo si sia detto…
P.M.: Perché, la dottoressa Della Monica dà atto che i giovani sentiti le dissero che il ragazzo era sul sedile davanti. Questo dice la dottoressa senza specificare quali sono le persone. Poi li chiama l’indomani. Può essere che lei abbia detto questo?
Stefano Calamandrei: Può essere.
P.M.: Alla dottoressa?
Stefano Calamandrei: Può essere, perché, ripeto…
P.M.: Lo ricordava meglio all’epoca, forse?
Stefano Calamandrei: All’epoca mi ricordavo meglio. Mi ricordo, come ho già detto, che era una posizione quasi sdraiata, per quello che vidi. E quindi mi sembrava davanti. Però…
P.M.: Le sembrava davanti.
Stefano Calamandrei: Mi sembrava davanti, all’epoca. Però…
P.M.: No, no, è importante che dica che le sembrava davanti, perché finora non lo aveva detto. Bene, grazie. Nessun’altra domanda.
Presidente: (voce fuori microfono)
Avvocato Colao: Senta, scusi, lei notò delle macchie di sangue?
Stefano Calamandrei: No. No, perché fino al momento in cui, ripeto, non fu individuato il foro del vetro davanti, tra l’altro nessuno di noi aveva pensato a una cosa così. Pensavamo ad un incidente, da primo. Poi dopo, visto il proiettile, ci prese un po’ di paura, visto il foro, ci prese un po’ di paura a tutti e da lì corremmo a chiamare i carabinieri e 1’ambulanza.
Avvocato Colao: Ma tornò anche dopo, lei ha detto.
Stefano Calamandrei: Dopo mi rifermai, sì, sul posto.
Avvocato Colao: Sì.
Stefano Calamandrei: Però ci mandarono via quasi subito.
Avvocato Colao: Va bene, grazie.
Presidente: Altre domande?
Avvocato Filastò: Scusi, signor Calamandrei, sono l’avvocato Filastò, difensore di Vanni. Lei ha presente… Io non ho presente la strada, in questo momento. Le direzioni non le ho molto presenti. Volevo sapere: voi andavate nella direzione del bivio che poi va verso San Casciano, o nella direzione opposta? Insomma, a un certo punto, si va verso Firenze, San Casciano, da una parte della strada e, dall’altra, se non sbaglio, si va verso Montespertoli. E’ così?
Stefano Calamandrei: Sì, c’è un incrocio. La strada… la strada copre il tratto che va da Fornacette fino a quasi a Baccaiano.
Avvocato Filastò: Sì, ma vediamo un po’ altre località, perché Fornacette e Baccaiano sono due…
Stefano Calamandrei: E noi andavamo, all’andata, andavamo verso Baccaiano. Quindi verso Firenze, per intenderci.
Avvocato Filastò: Verso Firenze.
Stefano Calamandrei: Quando girammo e tornammo indietro, andavamo dalla parte opposta.
Avvocato Filastò: Ecco.
Stefano Calamandrei: E ci siamo fermati lì e poi, pochi… qualche centinaio di metri dopo il luogo, cioè l’incrocio sulla destra che porta a Montespertoli, abbiamo preso quella strada per andare a Montespertoli.
Avvocato Filastò: Andando nella direzione di Firenze, voi andavate nella direzione di Firenze. E quindi, anche San Casciano…
Stefano Calamandrei: Sì.
Avvocato Filastò: … in una prima fase, quando prima ancora di fermarvi e poi di ritornare indietro. È così?
Stefano Calamandrei: Sì.
Avvocato Filastò: In questa fase incrociaste delle altre macchine?
Stefano Calamandrei: Ricordo che incrociammo delle macchine prima del luogo. E ci aveva colpito un particolare, una era a fari alti. E poi è venuto fuori dai successivi discorsi che erano dei nostri amici che venivano dalla parte opposta. Questo ricordo.
Avvocato Filastò: Questi amici di cui ha parlato anche il suo amico, vale a dire, chi erano?
Stefano Calamandrei: Carletti Francesco che era…
Avvocato Filastò: Carletti Francesco.
Stefano Calamandrei: … il proprietario dell’auto.
Avvocato Filastò: Ecco. Carletti Francesco e l’altro si sono fermati anche loro sul luogo, dopo?
Stefano Calamandrei: No.
Avvocato Filastò: No.
Stefano Calamandrei: Non mi risulta. Anche perché lo avevano già oltrepassato da un bel pezzo.
Avvocato Filastò: La vostra macchina, cioè a dire la macchina che, se non sbaglio, era sua o del suo amico?
Stefano Calamandrei: Era mia.
Avvocato Filastò: Era sua. La parcheggiaste rispetto al posto dove si trova la macchina infortunata, diciamo così, dallo stesso lato della strada, o dal lato opposto?
Stefano Calamandrei: Dal lato opposto. Dal lato di marcia sul lato destro della carreggiata.
Avvocato Filastò: C’erano altre macchine in quel momento parcheggiate?
Stefano Calamandrei: Mi sembra di no. Non…
Avvocato Filastò: I fari della macchina infortunata, erano accesi, o spenti?
Stefano Calamandrei: Erano spenti.
Avvocato Filastò: Quindi, la vostra, le vostre fonti di illuminazione, erano particolarmente deboli, insomma.
Stefano Calamandrei: Sì.
Avvocato Filastò: Lei ha detto che vide questo ragazzo in posizione sdraiata. Ora le chiedo di fare mente locale, siccome c’è un testimone che fa riferimento proprio a questo. Potrebbe darsi che si fosse trovato in una posizione nell’intercapedine fra i due sedili?
Stefano Calamandrei: È possibile, non so… Non lo posso affermare con certezza.
Avvocato Filastò: Con la testa appoggiata, però…
Stefano Calamandrei: Credo di si, però…
Avvocato Filastò: La testa appoggiata su quale sedile?
Stefano Calamandrei: Eh, questo con certezza non glielo so dire.
Avvocato Filastò: Posteriore, o anteriore? Perché è la testa che mi interessa, a me.
Stefano Calamandrei: Guardi, con tutta la buona volontà, non lo so dire.
Avvocato Filastò: Non lo sa dire. Non ho altre domande.
Presidente: Prego, può andare, grazie

Presidente: Buongiorno. Come si chiama lei?
Mario Di Lorenzo: Di Lorenzo Mario.
Presidente: Senta, signor Di Lorenzo, vuol essere ripreso dalle telecamere, oppure no?
Mario Di Lorenzo: No, no.
Presidente: Niente telecamere, per cortesia.
Mario Di Lorenzo: No, potrei far réclame al mi” ristorante, ma non posso.
Presidente: Come?
Presidente: Potrei far réclame al mi’ ristorante, ma non posso.
P.M.: “Posso far réclame al mio ristorante”.
Presidente: Ah…
Avvocato Filastò: Ci dica almeno se si mangia bene o male, il signor Di Lorenzo.
Mario Di Lorenzo: Mah, e… divino.
Presidente: Va bene. Senta, dov’è nato lei?
Mario Di Lorenzo: A Xxxxxx.
Presidente: Quando?
Mario Di Lorenzo: Il XX/XX/XX
Segr. d’udienza: (voce fuori microfono)
Mario Di Lorenzo: Via Xxxxxxx
Presidente: Legga ad alta voce quella formula lì.
Mario Di Lorenzo: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.”
Presidente: Cioè, ci deve dire tutta la verità e non nascondere nulla, eh, di quello che sa.
Mario Di Lorenzo: Ma io penso…
Presidente: In parole povere, vuol dire questo.
Mario Di Lorenzo: … penso di no.
Presidente: Bene. Senta, lei…
Mario Di Lorenzo: Mi dispiace per tutti, ma…
Presidente: … è intervenuto quando ci fu il delitto di Baccaiano…
Mario Di Lorenzo: Sì, allora…
Presidente: … il delitto di Baccaiano dell782.
Mario Di Lorenzo: Sì, ora…
Presidente: Di quei due giovani, eccetera. Lei arrivò sul posto, o no?
Mario Di Lorenzo: Sì…
Presidente: Mi dica un po’ come è andata.
Mario Di Lorenzo: … ora io gli… Allora, noi, a quei giorni, si aveva il ristorante giù a Baccaiano.
Presidente: Eh.
Mario Di Lorenzo: Arrivo giù al bar, arrivano due ragazzi; un ragazzo e una ragazza che telefonano. Vengono lì, dice: ‘guardi…’, io, per l’appunto, ero chiuso, chiudevo in quel momento, andai giù al bar, questi vennero a telefonare. Dice: ‘guardi, è successo lì… insomma, si è sentito dei botti, però ci sono due in macchina. Però non sappiamo chi sono che…’ Allora, si avvertì sia la Misericordia e sia i Carabinieri. A quel punto si parte, perché questi ragazzi erano tutti impauriti. Io parto e vo insieme a loro. Si arriva là, mentre noi si arriva, in quel momento, arriva giù l’autoambulanza. E dietro, poi, c’era i Carabinieri. Sicché si arriva lì, però tutto spento, perché è una strada un po’ buia, si vede questa macchina che è dalla parte opposta del ciglio con le ruote di dietro nella fossa. E a quel punto lì si guarda un po ‘, però si arriva e arrivano questi della Misericordia. Cominciano a tirarli fuori… Insomma, poi sono momenti, diciamo, un po’ di paura, che uno non sa quello che fa, non… Non so, potevo aiutare C’era questa ragazza dalla parte destra… sì, aspetti eh, dalla parte… ragazzo si sentiva un dietro ai seggiolini. Però, sa, con il buio…
Presidente: Si sentiva?
Mario Di Lorenzo: Si sentiva… non so, come posso dire? un… qualcosa che si… si lamentava, ma però appena…
Presidente: Sì, appena.
Mario Di Lorenzo: Proprio… era una cosa… Ecco, e a quel punto…
Presidente: E dove stava questo giovane?
Mario Di Lorenzo: Questo giovane?
Presidente: Questo giovane dov’era? Il giovane dov’era?
Mario Di Lorenzo: Era dietro fra i seggiolini. Però, sa, al buio, unn’è che poi uno… Ci vorrebbe una lampadina, vedere… Poi arrivò la Misericordia, certamente si fa posto a loro, perché, insomma, uno le deve portar via, queste persone. E d’altra parte… E la ragazza rimane dietro. Poi, il maresciallo e l’appuntato mandan via tutti. Io, insomma, sono un po’ amico di loro, insomma, c’ho un esercizio, e resto lì con loro. E resto circa un’ora. Che poi, una volta andati via tutti, il maresciallo telefonò, non so a chi perché…
Presidente: Senta, lei ricorda bene ora quello che avvenne quella sera, oppure c’è qualcosa un po’ così, offuscato?
Mario Di Lorenzo: Senta, io gli dico, quello che mi ricordo sono queste cose qui.
Presidente: Queste parole.
Mario Di Lorenzo: Penso di averle…
Avvocato Filastò: (voce fuori microfono)
Presidente: Come?
Avvocato Filastò: E’ perfettamente conforme a quello che ha già detto Presidente, eh.
Presidente: Mah, ora vediamo, ora vediamo se sono esattamente conformi.
Avvocato Filastò: Perfettamente conformi. L’ho letto in questo momento.
Presidente: Al1ora…
P.M.: Lo abbiamo letto anche noi.
Presidente: Allora, diceva così allora: “Potei così vedere il corpo della ragazza, di una ragazza seduta sul sedile posteriore, con il capo inclinato all”indietro” .
Mario Di Lorenzo: Sì, preciso…
Presidente: “Mentre sul sedile anteriore e il corpo a bocconi nell’intercapedine fra i due sedili, con la testa adagiata sul sedile posteriore nella parte centrale”.
Avvocato Filastò: Scusi Presidente, io leggo tutta un’altra cosa, abbia pazienza.
P.M.: No, ma ha. . .
Avvocato Filastò: “Notai che il ragazzo si trovava disteso con le gambe sul sedile anteriore”
Presidente: Ah, sì, sì.
Avvocato Filastò: “Ed il corpo a bocconi…”
Presidente: Avvocato, avvocato, avvocato, scusi. Ho saltato un rigo, nulla di grave. Nulla di grave, pazienza. Non c’è da risentirsi, perché è una cosa che capita. Allora, ripeto: “Potei così vedere il corpo di una ragazza seduta sul sedile posteriore, con il corpo inclinato all’indietro. Mentre notai che il ragazzo si trovava disteso con le gambe sul sedile anteriore e il corpo a bocconi nell’intercapedine fra i due sedili, con la testa adagiata sul sedile posteriore nella parte centrale”.
Avvocato Filastò: (voce fuori microfono)
P.M.: Presidente, scusi, può essere importante. Può leggere anche la frase dopo?
Presidente: “Preciso che lo schienale del sedile anteriore sinistro era reclinato”. Cioè abbassato.
P.M.: E volendo c’è anche la frase successiva. Mi scusi, Presidente, può essere utile.
Presidente: Va bene. Ora ricorda meglio le cose, o conferma quelle che ha detto ora?
Mario Di Lorenzo: No, io confermo quelle che dissi allora. Ora, di buio… Perché poi, quando si comincia a arrivare gente lì, come si fa poi più a ricordarsi di tutto.
Presidente: Venne sentito il giorno dopo, mi pare, no?
Mario Di Lorenzo: Sì. Sì, sì.
Presidente: Due giorni dopo.
Mario Di Lorenzo: Il sedile mi sembrava era giù, però, sa, son cose, non è che…
Presidente: Va bene. Prego, Pubblico Ministero, può continuare l’esame nella forma ordinaria.
P.M.: Sì, Presidente. Ricorda di aver detto che la testa del ragazzo quasi poggiava sul fianco della ragazza?
Mario Di Lorenzo: Sì. Centrale, non lo so. Ora, senta, dico la verità. Non è che io sono andato lì ad aprire lo sportello e vedere. Di fuori, quando è buio, mi capisce anche lei, non è una cosa… neanche… poi la paura stessa delle persone. Sicché uno, lì per lì, sembra che sia appoggiato alla ragazza, può darsi sia stato spostato anche… Poi la macchina, dico, l’è un metro e me… neanche 90 centimetri. Sicché in 90 centimetri come si fa a giudicare o sulla ragazza o fuori della ragazza? Insomma, sono cose…
P.M.: Certo. Lei ricorda che tipo di auto era?
Mario Di Lorenzo: Questo non me ne ricordo.
P.M.: No. Se era una macchina che aveva due sedili davanti e un sedile intero dietro, o se eran quattro sedili?
Mario Di Lorenzo: No, credo… ora son passati tant’anni. Credo era una 127, può darsi?
P.M.: Sì, sì. Quello che ricorda lei.
Mario Di Lorenzo: A me mi sembrava…
P.M.: Siccome dice fra i due sedili. Le chiedo…
Mario Di Lorenzo: Mi sembrava una 127, va bene, bianca. Se non è…
P.M.: Mi scusi, la mia domanda è questa. Siccome lei dice “nell’intercapedine tra i due sedili11, le chiedo; lei ha presente che quella macchina ha due sedili davanti e uno intero dietro?
Mario Di Lorenzo: Mi sembra che abbia due sedili davanti e uno dietro, mi sembra, poi…
P.M.: Quindi “il corpo a bocconi nell’intercapedine tra i due sedili”, sono i due sedili davanti?
Mario Di Lorenzo: Mah, questo ora io…
P.M.: Non se lo ricorda.
Mario Di Lorenzo: Non me ne ricordo.
P.M.: L’orario in cui avvennero questi fatti?
Mario Di Lorenzo: Senta, io gli dico, questi ragazzi vennero da noi verso l’undici, l’undici e mezzo. Poi sa, poi unn’è che uno si mette lì a vedere preciso l’orologio, perché sennò dice, uno… potrebbe essere… allora dice lei sapeva già tutto all’ora precisa. Però, era quell’ora lì. Dall’undici e mezzo…
P.M.: Poteva essere mezzanotte…
Mario Di Lorenzo: Sì. Che poi un s’è neanche visto nessuno l’ora.
P.M.: Ecco. Bene, non ho altre domande, grazie.
Presidente: Altri difensori? Avvocato Filastò.
Avvocato Filastò: Signor Di Lorenzo, lei ha assistito al momento in cui il corpo del ragazzo venne estratto dalla macchina?
Mario Di Lorenzo: Senta, io gli dico questo: forse da un po’ fifone, come si dice un po’ tutti, sì, sono sta… la prima vo… mi sono un po’…
Avvocato Filastò: Insomma c’era, via. C’era o no?
Mario Di Lorenzo: No, no, io c’e… Porca miseria! L’ho detto prima. Io c’ero, però, al momento che hanno estratto questo ragazzo mi sono un po’ messo indietro perché è giusta che lavorano quelli dell’autoambulanza. Noi così, come cittadini, non è che si sa neanche movere una persona e né nulla insomma.
Avvocato Filastò: Però lei ha detto: “Al fine di estrarre il corpo del ragazzo…”
Mario Di Lorenzo: No, no, guardi, non ho detto al fine…
Avvocato Filastò: No, no, l’ha detto lei, è a verbale.
Mario Di Lorenzo: Senta, io gli dico questo…
Avvocato Filastò: Mi fa finire?
Mario Di Lorenzo: Può dar… Sì, mi dica.
Avvocato Filastò: “Al fine di estrarre il corpo del ragazzo, abbiamo alzato lo schienale del sedile anteriore sinistro e spinto questo ultimo verso il volante”.
Mario Di Lorenzo: Senta, ora, dopo 15 anni come si fa a ricordarsi se si è spinto.
Avvocato Filastò: Benissimo. Ora lei non se lo ricorda. Però, all’epoca, lei raccontò di questa manovra. Cioè a dire raccontò che, per estrarre il corpo del ragazzo, fu necessario alzare il sedile anteriore sinistro e spostarlo verso il volante.
Mario Di Lorenzo: Ma questo, ora io tengo anche a precisare questo. Lei sa che quando…
Avvocato Filastò: Lei disse la verità all’epoca? Quando venne interrogato…
Mario Di Lorenzo: Per me mi sembrava di aver detto la verità, come la dico oggi qui in aula.
Avvocato Filastò: … il 22 giugno? Venne interrogato e raccontò questa cosa. Quindi, evidentemente, il sedile anteriore sinistro ostacolava la fuoriuscita del ragazzo…
P.M.: Però aveva detto che era reclinato.
Avvocato Filastò: Come?
P.M.: Ha detto che era reclinato.
Avvocato Filastò: Ha detto che era reclinato, ma lo ostacolava.
P.M.: Ma, guardi io…
Avvocato Filastò: Se era reclinato…
P.M.: … quando…
Avvocato Filastò: Pubblico Ministero, se siamo a discutere, a maggior ragione: se era reclinato, questo sedile non avrebbe fornito nessun ostacolo a far uscire il ragazzo, se il ragazzo fosse stato seduto davanti.
P.M.: Ha detto lui, era reclinato.
Avvocato Filastò: Solo se il ragazzo era dietro con il bacino, con il corpo, questo sedile diventa un ostacolo ed è necessario spostarlo verso il volante.
Presidente: Va be’, questo sarà, poi, è un commento…
Avvocato Filastò: Va be’, ma insomma, mi provoca lui, sennò starei zitto io, Presidente.
Presidente: No, va bene, vedremo. Altre domande? Può andare, grazie.
Avvocato Bertini: Signor Presidente, senta, una domanda anch’io. Una soltanto, se posso. Prego, vuoi fare, Giampaolo?
Avvocato Curandai: No no, prego prego.
Avvocato Bertini: Ah. Si ricorda da che parte entrarono gli addetti della Misericordia per estrarre il corpo del ragazzo?
Mario Di Lorenzo: Dalla parte del ragazzo.
Avvocato Bertini: Dal lato guida?
Mario Di Lorenzo: Sì.
Avvocato Bertini: Grazie.
Presidente: Avvocato Curandai?
Avvocato Curandai: Sì. Senta, signor Di Lorenzo, scusi.
Mario Di Lorenzo: Sì?.
Avvocato Curandai: Lei poc’anzi ha detto che così, per paura, diciamo, per timore, si era appartato.
Mario Di Lorenzo: Sì. Appartato… Insomma, la macchina era di fronte in questo modo e arriva la Misericordia, certamente…
(voci sovrapposte)
Mario Di Lorenzo: …non ti ci puoi mica buttare sopra alla Misericordia tutti e…
Avvocato Curandai: Sì sì, d’accordo, basta.
Mario Di Lorenzo: Uno si tira un po’ su una parte per fare…
Avvocato Curandai: Ho capito, ho capito, stia tranquillo. Dicevo, ecco, questo quando è arrivata l’ambulanza. Ma lei, dalla posizione in cui si trovava, ha assistito attentamente a tutto il prelievo del ragazzo dalla macchina? Oppure si vedeva bene?
Mario Di Lorenzo: Vedere, era difficile vedere, perché era di buio, non è che si aveva una lampadina: non si aveva nulla. Sicché si intravede, fra la macchina, si intravede questa ragazza con questo foro qui alla testa, eh, certamente si vede questo dietro che sparisce un po’ nel buio. Però, sa, dico, i fari nostri eran tutti spenti, non c’era nessuno, a questo punto come si fa, anch’io, a dire le parole precise? Dice ‘no, guardi, sono in questo modo’?. Capito?
Avvocato Curandai: Quindi mi pare di aver capito che lei non ha potuto assistere e vedere attentamente il prelievo del ragazzo dalla macchina.
Mario Di Lorenzo: No, perché…
Avvocato Curandai: Eh. Grazie, basta, basta. Grazie.
Mario Di Lorenzo: Forse non lo so come spiegarlo, ha capito?
Avvocato Curandai: No no. Ma mi basta questo “no”. Grazie.
Mario Di Lorenzo: Perché ognuno di noi cercava di fare qualcosa per aiutare. Perché poi arrivarono veramente tante persone. Ognuno di noi cercava di poter aiutare. Però, chi aiutò…
Avvocato Curandai: Sì. Quindi c’era…
Mario Di Lorenzo: … la barella, chi aiutò… Eh, però, ha capito?, non è che…
Avvocato Curandai: C’era un po’ di confusione e buio, molto buio.
Mario Di Lorenzo: Beh, sa, poi è una strada non c’è né luci e né niente.
Avvocato Curandai: Va bene, la ringrazio.
Mario Di Lorenzo: Prego.
Presidente: Allora, può andare, se non ci sono altre domande. Grazie.
Mario Di Lorenzo: Bene, grazie.

Presidente: Poggiarelli Adriano. Lei è Poggiarelli Adriano?
Adriano Poggiarelli: Sì.
Presidente: Senta, vuole essere ripreso dalla telecamera, o no?
Adriano Poggiarelli: No.
Presidente: Bene. Niente telecamere, per cortesia. Dove è nato, dove risiede?
Adriano Poggiarelli: A Xxxxxx.
Segr d’udienza: (voce fuori microfono)
Adriano Poggiarelli: Il XX/XX/XX.
Segr d’udienza: (voce fuori microfono)
Adriano Poggiarelli: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”.
Presidente: Senta, signor Poggiarelli, lei, la sera del delitto di Baccaiano, è transitato sul posto?
Adriano Poggiarelli: Sì.
Presidente: Ci vuol raccontare un po’ come è andata?
Adriano Poggiarelli: Per quanto mi ricordo, insomma.
Presidente: Ecco, lei è intanto stato sentito dal P.M., fu sentito dal P.M. allora, o no?
Adriano Poggiarelli: Sì, sì.
Presidente: Dalla dottoressa Della Monica?
Adriano Poggiarelli: Sì, dalla Della Monica. La sera stessa fui richiamato poi lì sul posto dai Carabinieri e poi il lunedì successivo.
Presidente: Andaste dalla Della Monica.
Adriano Poggiarelli: Sì.
Presidente: Vediamo cosa ricorda ora.
Adriano Poggiarelli: Dunque, io mi ricordo che stavo transitando in quella strada con un mio amico.
Presidente: Come si chiamava?
Adriano Poggiarelli: Calamandrei Stefano.
Presidente: Calamandrei.
Adriano Poggiarelli: Dunque, siamo passati a abbiamo visto questa macchina sul lato destro della strada. In quel momento ci sembrava un incidente, un incide.. .
Presidente: A luci accese o luci spente?
Adriano Poggiarelli: Luci spente.
Presidente: Luci spente.
Adriano Poggiarelli: Comunque non ci siamo fermati immediatamente. Cioè, siamo andati, abbiamo continuato fino a Baccaiano, perché mi ricordo che dovevamo fare qualcosa lì al bar. Poi siamo tornati indietro… Cioè, s’aveva la possibilità di andare verso San… passando dall’altra strada. Comunque, questa macchina ci sembrava una cosa strana. Siamo tornati indietro e, quando siamo arrivati vicino con i fari, abbiamo visto praticamente che c’erano dei feriti, insomma. Abbiamo rallentato, ho visto la testa di questa ragazza appoggiata…
Presidente: È sceso dalla macchina?
Adriano Poggiarelli: Sì, sono sceso io dalla macchina. Guidavo io la macchina di questo mio amico.
Presidente: Calamandrei è sceso?
Adriano Poggiarelli: Sì. Sono sceso e sono andato verso lo sportello. In quel momento poi è arrivata anche altra gente. Sono arrivate altre persone. Comunque, ancora non mi ero accorto che poteva essere un delitto, non vedevo… era ancora un incidente per me. Poi qualcuno ha detto: ‘c’è un foro di un proiettile, abbiamo sentito degli spari’, insomma qualcosa del genere e a quel punto lì siamo andati a chiamare i Carabinieri.
Presidente: Ecco, lei ha visto se il giovane respirava, non respirava, era vivo o non era vivo?
Adriano Poggiarelli: Sì. Cioè, la sensazione fu quella di vedere qualcosa all’interno della macchina che si muoveva. Per cui la sensazione che fosse ferito, che fosse vivo.
Presidente: Ecco. E questo giovane dove era seduto?
Adriano Poggiarelli: Per conto mio era disteso indietro, sul seggiolino posteriore, o perlomeno la testa l’aveva sul sedile posteriore… Cioè, la sensazione è che fosse… Io vedevo chiaramente questa ragazza, perché io mi affacciai dalla parte destra dell’auto.
Presidente: La destra sua, o la destra dell’auto?
Adriano Poggiarelli: La destra… diciamo il lato opposto della guida.
Presidente: Ecco, bravo, sì.
Adriano Poggiarelli: E vedevo questa ragazza. Cioè, che era sul sedile posteriore e dentro c’era qualcun altro, però, I dovessi dire dov’era seduto il ragazzo non glielo so dire. Perché poi son tornato, cioè, quando siamo andati a chiamare i Carabinieri, siamo tornati giù e ho visto quando l’hanno portato via con l’ambulanza, ecco. Ho visto da lì che hanno tirato su i sedili.
Presidente: Senta, ora io gli leggo quello che dichiarò allora al Pubblico Ministero…
Adriano Poggiarelli: Sì.
Presidente: … il giorno dopo. E fu sentito il 21 giugno. Diceva così: “Avvicinandosi al lato del passeggero, abbiamo notato la ragazza sul sedile posteriore. E, solo successivamente, ci siamo resi conto che sul sedile di guida era disteso, si trovava Paolo Mainardi, anche lui disteso in posizione supina. Rilevando che respirava ancora, ci siamo divisi i compiti…”, eccetera. E poi dice che le persone che erano in quel momento sul posto, la Bartalesi e il Marini…
Adriano Poggiarelli: Sì, il Marmi.
Presidente: … quelli che si … lì, loro sono andati a chiamare l’autoambulanza e volevano andare a chiamare i Carabinieri.
Adriano Poggiarelli: I Carabinieri, sì.
Presidente: Ecco, ora che le ho letto queste dichiarazioni, se le ricorda, o non si ricorda nulla?
Adriano Poggiarelli: Mi ricordo così. Cioè, dopo… Cioè, son passati 15 anni. Io mi ricordo di questi flash, di queste immagini, però, non ho… Insomma. . .
Presidente: Allora disse la verità, o no?
Adriano Poggiarelli: Certo. Eh.
Presidente: Io non ho altre domande. Il Pubblico Ministero può proseguire in forma, e le altre parti, in forma ordinaria.
P.M.: Soltanto se si ricorda che ore potevano essere.
Adriano Poggiarelli: Mah, vicino a mezzanotte. Circa.
P.M.: E quando andaste dai Carabinieri quanto sarà passato dalla mezz… quanto ci avete messo, dal momento in cui avete notato questa scena a andare dai carabinieri?
Adriano Poggiarelli: Velocissimo, abbiamo fatto. Cioè…
P.M.: Dieci minuti, cinque minuti…
Adriano Poggiarelli: Dieci minuti…
P.M.: Un quarto d’ora…
Adriano Poggiarelli: … un quarto d’ora, circa. Ma… ora non glielo saprei dire, ma…
P.M.: Il Calamandrei, anche lui venne con lei e dette
Adriano Poggiarelli: Sì. un’occhiata…
P.M.: … si rese conto di queste cose anche lui?
Adriano Poggiarelli: Sì, praticamente il primo, insomma, sono sceso io perché ero alla guida, rimanevo dalla parte della macchina. Quindi sono sceso. Comunque è sceso anche il Calamandrei.
P.M.: Lei, il Mainardi e la ragazza, li conosceva, o…
Adriano Poggiarelli: No.
P.M.: No. Non ho altre domande, grazie. Scusi, solo quella, ma gliel’ha già fatta il…
Presidente: che, quando vide questi fatti e depose la sera stessa, o meglio, a verbale, successivamente, al P.M. disse la verità.
Adriano Poggiarelli: Sì.
P.M.: Di ciò che aveva visto.
Adriano Poggiarelli: Sì.
P.M.: Grazie, non ho altre domande.
Avvocato Colao: Senta, scusi, nella macchina c’era la lucina accesa, quella interna, che lei si ricorda?
Adriano Poggiarelli: No, non mi ricordo.
Avvocato Colao: Voi come faceste a vedere? Avevate i fari della vostra macchina puntati?
Adriano Poggiarelli: Sì. Cioè, anche se non illuminavano bene, però insomma, c’era… praticamente la sera era molto buia. Infatti… Tant’è vero che la prima volta che siamo passati, non abbiamo visto niente, nonostante ci fosse… non so. Quando abbiamo rallentato e siamo arrivati vicino con i fari abbiamo visto, insomma, chiaramente questa ragazza appoggiata così.
Avvocato Colao: Bene, grazie.
Adriano Poggiarelli: Posso andare?
Presidente: No, no, aspettiamo se hanno altri da fare le domande. L’avvocato Filastò?
Avvocato Filastò: Sì. Lei aprì gli sportelli della macchina? Qualche sportello?
Adriano Poggiarelli: No.
Avvocato Filastò: La macchina aveva gli sportelli chiusi?
Adriano Poggiarelli: Io provai solamente dalla parte del passeggero, diciamo.
Avvocato Filastò: Sì.
Adriano Poggiarelli: Era chiuso.
Avvocato Filastò: Era chiuso. Senta, quindi lei vide, sostanzialmente, più che altro la testa di questi due giovani.
Adriano Poggiarelli: Della ragazza.
Avvocato Filastò: Della ragazza. E il ragazzo, invece, la testa era più bassa.
Adriano Poggiarelli: Sì, non potrei… Cioè, non si distingueva bene quello… cioè, non glielo posso dire con certezza…
Avvocato Filastò: Se era declinata, in particolare…
Adriano Poggiarelli: Indietro.
Avvocato Filastò: Indietro.
Adriano Poggiarelli: Però è una immagine che non… cioè, non posso dire con certe… Cioè, mi ricordo di questa ragazza, ecco. Del ragazzo… in che posizione fosse con precisione non glielo so dire.
Avvocato Filastò: Può darsi che lei, il suo ricordo della posizione del ragazzo, sia più impreciso, più confuso, perché il ragazzo si trovava in posizione più bassa, rispetto alla ragazza?
Adriano Poggiarelli: Alla… Questo può darsi, sì. Che fosse in posizione più bassa.
Avvocato Filastò: Ma si soffermò a lungo a guardare queste persone, oppure… Ecco, volevo sapere questo: lei si accorse di un foro di proiettile sul parabrezza?
Adriano Poggiarelli: Sì.
Avvocato Filastò: E’ per questo che andò dai carabinieri?
Adriano Poggiarelli: Sì. Nell’attimo… sì, praticamente…
Avvocato Filastò: Quando vi accorgeste di questo foro, mi immagino vi sconvolse un po’ la cosa?
Adriano Poggiarelli: Eh, certo.
Avvocato Filastò: Volevo sapere guanto vi siete soffermati a guardare questi ragazzi, a osservare la situazione.
Adriano Poggiarelli: Pochissimi.
Avvocato Filastò: Pochissimi.
Adriano Poggiarelli: Si tratta di minuti, qualche minuto.
Avvocato Filastò: Ora lei ha fatto una dichiarazione che io, non per contestargliela, ma per ricordargliela.. .
Adriano Poggiarelli: Certo.
Avvocato Filastò: … le leggo, per chiederle poi delle spiegazioni, perché mi sembrano piuttosto importanti. Lei dice: “Mentre andavamo verso Montespertoli, anzi, Baccaiano…”, vale a dire, quindi, la posizione opposta rispetto a Montespertoli… No, Baccaiano e Montespertoli sono la stessa direzione?
Adriano Poggiarelli: Non… Cioè, non ho capito.
Avvocato Filastò: Va be’, insomma, dopo ci spiegherà in che direzione andavate.
Adriano Poggiarelli: Sì, noi verso Baccaiano, siamo…
Avvocato Filastò: “Verso Montespertoli, anzi, Baccaiano”, che significa, che le direzioni sono diverse, oppure no? Comunque, vedi cono dopo. “E ciò, prima di esserci fermati a prestare soccorso. E, anzi, ancor prima di intravedere la 127 abbiamo incrociato un’autovettura, una autovettura, che aveva i fari alti che ha abbassato nel momento in cui ci siamo incrociati.”
Adriano Poggiarelli: Sì. Che si…
Avvocato Filastò: Lei lo ricorda questo particolare?
Adriano Poggiarelli: Sì.
Avvocato Filastò: Allora, ci dovrebbe spiegare il più possibile esattamente la vostra direzione, il momento in cui avviene questo avvistamento di questa autovettura, il momento con riferimento a che cosa? Con riferimento a questo giro che voi fate. Che, se non ho capito male: voi passate per la strada, vedete una prima volta, intravedete questa macchina…
Adriano Poggiarelli: No, aspetti.
Avvocato Filastò: No. Allora, cominciamo dall’inizio, ci racconti la strada che ha fatto, fin dall’origine, insomma.
Adriano Poggiarelli: Dunque, noi stavamo percorrendo…
Avvocato Filastò: La velocità…
Adriano Poggiarelli: … dalle Fornacette, località Fornacette…
Avvocato Filastò: Sì.
Adriano Poggiarelli: … nella direzione… Perché questa strada porta verso Baccaiano.
Avvocato Filastò: Sì.
Adriano Poggiarelli: Dunque, io mi ricordo più o meno all’altezza delle cantine… delle cantine… ci sono delle Cantine Sociali.
Avvocato Filastò: Sì.
Adriano Poggiarelli: Abbiamo incontralo una macchina.
Avvocato Filastò: Sì.
Adriano Poggiarelli: Cioè, questo perché… cioè, poi ci è venuto in mente, perché era una macchina di un nostro amico.
Avvocato Filastò: Ah.
Adriano Poggiarelli: Sì, c’era dentro, questa macchina, anche la, una ex ragazza di Calamandrei Stefano…
Avvocato Filastò: Chi è questo suo amico? Calamandrei?
Adriano Poggiarelli: No, questo che abbiamo incontrato era Carletti Francesco.
Avvocato Filastò: Carletti Francesco. E c’era lui nella macchina?
Adriano Poggiarelli: Sì.
Avvocato Filastò: Insieme a questa ragazza Calamandrei…
Adriano Poggiarelli: Sì, ma ci siamo incrociati. Noi abbiamo continuato.
Avvocato Filastò: Ah, va be’…
Adriano Poggiarelli: Cioè, loro sono andati…
Avvocato Filastò: Comunque, questa macchina che voi avete incrociato era di questo signore che si chiama, ha detto?
Adriano Poggiarelli: Carletti Francesco.
Avvocato Filastò: Carletti Francesco, insieme a Calaman…
Adriano Poggiarelli: Se è questo che parla lei.. Io, dei fari ora non mi posso… Mi ricordo di avere incrociato questa macchina.
Avvocato Filastò: No, no, ma a questo punto, se voi avete riconosciuto che era una macchina dell’amico, che sulla macchina c’era questi suoi amici, non mi interessa più la cosa. Sentiremo loro.
Adriano Poggiarelli: Sì.
Avvocato Filastò: E’ sicuro? Non avete incrociato altre macchine?
Adriano Poggiarelli: Ora io non mi ricordo, ma mi sembra di no. Mi sembra proprio di non avere incrociato altre macchine.
Avvocato Filastò: Lei pensa che si sarebbe ricordato, a botta calda, dopo essere stato interrogato, se aveste incrociato altre macchine?
Adriano Poggiarelli: Penso di sì.
Avvocato Filastò: Lei fece mica attenzione, prima di arrivare sul posto, se avesse sentito come degli spari, delle botte, dei colpi?
Adriano Poggiarelli: Non mi ricordo, ma non mi sembra di aver sentito…
Avvocato Filastò: Rumori di automobili che partivano a velocità un po’ sostenuta, sgommando, come si dice?
Adriano Poggiarelli: No.
Avvocato Filastò: No. Lei ha parlato di un quarto a mezzanotte.
Adriano Poggiarelli: Sì.
Avvocato Filastò: Più o meno l’orario è questo.
Adriano Poggiarelli: L’orario sì. Questo, mi ricordo che fosse questo.
Avvocato Filastò: Quindi, praticamente, a un certo punto vi siete trovati in tre macchine, su questo posto: la sua, insieme… che lei era insieme a…
Adriano Poggiarelli: A Calamandrei Stefano.
Avvocato Filastò: A Calamandrei. Poi…
Adriano Poggiarelli: Cioè, non era la mia. La macchina era di…
Avvocato Filastò: Era di Calamandrei, la guidava lei.
Adriano Poggiarelli: Sì.
Avvocato Filastò: Poi, la macchina di questi due signori che abbiamo sentito prima, che sono i signori Martini…
P.M.: Marini.
Avvocato Filastò: Marini e la signora…
Adriano Poggiarelli: Bartalesi.
P.M.: (voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: Eh? Come?
P.M.: Bartalesi.
Avvocato Filastò: Bartalesi. Li conosceva lei Marini e Bartalesi?
Adriano Poggiarelli: La Bartalesi Concetta, sì. Che abitava… Suo marito, allora era fidanzato, no, non lo conoscevo. Conoscevo Bartalesi…
Avvocato Filastò: E poi arrivò un furgone.
Adriano Poggiarelli: Sì.
Avvocato Filastò: Che a bordo c’era?
Adriano Poggiarelli: Dunque, erano dei ragazzi di Poppiano. Cioè, io mi ricordo di uno che… Sieni, mi sembra che si chiami. Sieni Luca, o qualcosa…
Avvocato Filastò: Sieni Luca, esattamente. E anche un certo Fabio Tempestini: se lo ricorda?
Adriano Poggiarelli: No, cioè, io mi ricordo…
Avvocato Filastò: Solo Sieni.
Adriano Poggiarelli: Sì. Però…
Avvocato Filastò: E quindi vi siete trovati tutti lì, a commentare questo fatto.
Adriano Poggiarelli: Sì, quasi in contemporanea, diciamo.
Avvocato Filastò: Che lei ricordi, è arrivata prima l’ambulanza, o i Carabinieri, o tutti e due insieme?
Adriano Poggiarelli: Io, cioè,… Dunque, noi siamo andati a chiamare i Carabinieri; e poi siamo tornati in giù. Cioè, praticamente, abbiamo visto, da lontano abbiamo visto l’ambulanza e poi mi sembra che… Però, se è arrivato prima i Carabinieri o l’ambulanza, ora questo non glielo so dire. Quando siamo arrivati lì c’erano tutti e due, insomma. C’era sia l’ambulanza, che i Carabinieri.
Avvocato Filastò: Benissimo. Grazie. Non ho altre domande.

Presidente: Allora, venga Gargalini Silvano. Come si chiama lei?
Silvano Gargalini: Gargalini Silvano?
Presidente: Vuol essere ripreso dalla televisione o no?
Silvano Gargalini: Non ho problemi di niente.
Presidente: Bene. Dove è nato, dove risiede?
Silvano Gargalini: Risiedo a xxxxx.
Presidente: Legga quella formula li, che le viene posta.
Silvano Gargalini: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”.
Presidente: Senta, lei si dice che era nella ambulanza che accorse lì, sul luogo del delitto, a Baccaiano.
Silvano Gargalini: Sì.
Presidente: Ecco, mi vuol raccontare un po’ come andarono i fatti?
Silvano Gargalini: Niente di particolare. Ci hanno chiamato…
Presidente: Se lo ricorda o no?
Silvano Gargalini: Sì sì.
Presidente: Lei è stato sentito anche dal Pubblico Ministero.
Silvano Gargalini: 
Presidente: Fu sentito dal Pubblico Ministero, dottoressa Della Monica, il 22 giugno.
Silvano Gargalini: Sì, esatto.
Presidente: Due giorni dopo.
Silvano Gargalini: Lì in caserma dei Carabinieri a Montespertoli.
Presidente: Eh.
Silvano Gargalini: Esatto. Sì, mi ricordo fummo chiamati, dicendo ‘c’è un incidente’.
Presidente: Allora, mi dica un po’.
Silvano Gargalini: Ci chiamarono, dice ‘c’è un incidente in Baccaiano’, la località dove siamo scesi. E, niente, quando siamo arrivati sul luogo ho visto la macchina fuori strada. E per noi era un incidente, come avevan detto. Con gli sportelli chiusi però, non si riusciva a entrare dentro e: ‘Che succede? Come mai gli sportelli chiusi? Si saranno chiusi con l’impatto ad andare fuori strada’. Per noi era sempre un incidente. Si prende, in ambulanza di solito c’è sempre un attrezzo per poter aprire in caso di incidenti, si prende quest’attrezzo che è una leva a piede di porco. Apro lo sportello al lato opposto della guida, cioè lato destro.
Presidente: Sì.
Silvano Gargalini: Entro dentro, mi accerto che c’è due persone dentro che, una, la donna dietro lì, al lato destro, tasto il polso, tasto la carotide: non c’era segni di vita. Mi giro così e vedo l’altra persona accanto che dava segni di vita, fo’ agli altri miei colleghi: ‘Portiamo via questo, perché è l’unica persona che da dei segni di vita’. Lui era sul sedile posteriore, cioè sulla poltrona posteriore, lato guida, diciamo.
Presidente: Sì, lato guida.
Silvano Gargalini: Sì.
Presidente: E poi che è successo?
Silvano Gargalini: Niente. L’abbiamo tirato fuori, l’abbiamo caricato in ambulanza e portato all’ospedale di San Giuseppe di Empoli.
Presidente: Siccome è importante sapere quale era la posizione del giovane…
Silvano Gargalini: Sì sì.
Presidente: Lei in quel momento diceva – io leggo quello che ha reso allora al Pubblico Ministero – più o meno diceva che… quello che ha detto ora.
Silvano Gargalini: Sì.
Presidente: Poi, dopo…
(voci fuori microfono)
Silvano Gargalini: E mi ricordo che…
Avvocato Filastò: … le altre testimonianze, questo testimone ha detto ‘no no, io confermo: era così’.
Silvano Gargalini: Sì, mi ricordo…
Presidente: Io vedo per la prima volta questi verbali, quindi, abbiate pazienza.
Avvocato Filastò: Appunto. C’ero cascato anch’io, Presidente, vede? A un certo punto si dice: “Abbiamo...  – Prendo atto che altri testi siano intervenuti prima di chiamare i soccorsi, sia immediatamente dopo. Hanno rilevato una posizione del Mainardi completamente diversa. In particolare…
P.M.: … dagli inquirenti.
Avvocato Filastò: … evidenziato che il Mainardi si trovava supino e leggermente spostato verso sinistra, sul sedile anteriore del guidatore, e che tale sedile era disteso. Tale posizione risulta riscontrata anche dagli inquirenti al momento dell’intervento. “Io, comunque”, dice questo testimone “sono assolutamente certo della versione da me fornita”.
Silvano Gargalini: Si, perché l’ho tirato fuori.
Avvocato Filastò: Eh, certo, l’ha tirato fuori.
Presidente: No, è stato, il danno, il fatto che era sottolineato a margine la posizione del giovane e così. Va bene, niente, nessuna domanda. Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Presidente, possiamo mostrare le foto 12 e 13, se non sbaglio, dell’auto? Per vedere se il signor Gargalini ci sa spiegare come si sono mosse le…
Presidente: 12 e 13: eccole qua, le faccio vedere. Se queste foto gli dicono qualche cosa, vediamo un po’.
Avvocato Filastò: (voce fuori microfono)
Silvano Gargalini: Sì, questo l’ho fatto io, l’ho tirato io il seggiolino indietro, dopo aver tolto, dopo cosato…
P.M.: Possiamo sentire anche noi?
Silvano Gargalini: Sì. Questa poltrona qui…
P.M.: Presidente, possiamo…
Silvano Gargalini: Questa poltrona qui l’ho sganciata io per accertarmi…
Presidente: Scusi, scusi, mi sono distratto un attimo. Cosa diceva?
Silvano Gargalini: Dicevo, questa poltrona che è ora reclinata indietro, l’ho reclinata io perché, per potermi avvicinare di più alla persona che era dietro, perché questi sono sedili, di queste macchine, che erano bloccati, si bloccavano facilmente. E non mi veniva su. Allora, per potermi reclinare dietro per accertare lo stato di questa persona…
Presidente: Ma lei è entrato da sinistra o da destra?
Silvano Gargalini: Io sono entrato dalla parte di là prima, e poi sono rivenuto dalla parte di qua, ha capito? Per potermi accertare, perché non arrivavo dalla parte di là per potermi…
Presidente: E poi è passato dall’altra parte.
Silvano Gargalini: Esatto.
Presidente: Dalla parte del guidatore.
Silvano Gargalini: Sì, ma sono passato qui, attraverso, ha capito?
Presidente: Mmh.
P.M.: Presidente scusi, non ho sentito. Dice era bloccato qualcosa, non riusciva a smuoverlo?
Silvano Gargalini: No, quei sedili, di solito, ci vuole una leva per tirarla. Io non la trovavo, con la furia.
P.M.: E allora come fece?
Silvano Gargalini: Ho reclinato il sedile di dietro, per poter arrivare meglio alla persona.
P.M.: Scusi, non ho capito.
Avvocato Filastò: Ha reclinato il sedile…
P.M.: Quindi l’ha reclinato lei?
Silvano Gargalini: Sì.
P.M.: Scusi, posso? Ma vede che è reclinato sul sedile di dietro, quindi, come ha fatto a reclinarlo? La persona era schiacciata da questo sedile?
Silvano Gargalini: No, la persona era… Sì, questa persona era così. Però io, per poter arrivare alla faccia. …
Presidente: Come, “era così”? Come, “era così”?
P.M.: Scusi, lei, se gli ha reclinato il sedile, per levarlo gliel’ha reclinato sopra?
Silvano Gargalini: No, poi l’ho ritirato su, scusi.
P.M.: Scusi, è tirato giù.
Silvano Gargalini: Questo sarà ricaduto dopo averlo tirato fuori, scusi…
P.M.: Senta, signor Gargalini…
Presidente: Ma se le ricorda le cose, o no?…
P.M.: Io le contesto…
Presidente: Non facciamo così, eh, non diciamo così.
P.M.: Scusi eh, signor Gargalini, io le contesto questo. Lei dice: “Quindi portai in avanti, e cioè verso il volante, il sedile di guida. Ma non ricordo di aver azionato qualche leva”. Ora ci sta dicendo che…
Silvano Gargalini: No in avanti, non l’ho detto io, il sedile.
(voce fuori microfono)
P.M.: Grazie.
Presidente: No no, avvocato Curandai, per cortesia.
P.M.: “Quindi portai in avanti, e cioè verso il volante, il sedile di guida”.
Silvano Gargalini: Ma per tirarlo fuori, scusi. Ma no per riaccertarmi della causa… della persona. Dopo, per poter lavorare, per tirarlo fuori sì, ha ragione: dopo l’ho reclinato.
P.M.: Come? Poi, quando l’ha levato, ha levato il ragazzo e ha ributtato il sedile…
Avvocato Filastò: No! Il testimone dice una cosa chiarissima: ha fatto un’operazione in due tempi. La prima è quella…
P.M.: Avvocato…
Presidente: Eh, va be’! Ma perché interviene?! Abbia pazienza? Perché non lo facciamo lavorare, il Pubblico Ministero? Abbia pazienza.
Avvocato Filastò: … che un testimone così puntuale, che venga in questo modo…
Presidente: Ma no, ma no!
Avvocato Filastò: Si tenti di ingarbugliare le cose, eh!
Presidente: Non è vero niente questa cosa.
Avvocato Filastò: Perché è questo che si sta facendo.
Presidente: Ma no, ma no!
Avvocato Filastò: Si sta tentando di ingarbugliare una circostanza qui.
Presidente: Stiamo cercando, no, sta cercando di sapere se questo dice la verità o no: tutto lì.
P.M.: Anche perché…
Avvocato Filastò: E perché non dovrebbe dire la verità, Presidente?! Qualora…
Presidente: … perché non si possono fare domande…
Avvocato Filastò: … perché il testimone non debba dire la verità!
Presidente: … a chiarimento, scusi?!
Avvocato Filastò: No, lei mette in dubbio che questo testimone dice la verità!
Presidente: Ma non è vero niente!!
Avvocato Filastò: Questo non torna a me, sa!
Presidente: Ma va’…
P.M.: Presidente, io non ho capito…
Presidente: Io non capisco queste sparate che ogni tanto…
Avvocato Filastò: (voce fuori microfono)
Presidente: … fuori fuori. Ma scherziamo davvero!
Avvocato Filastò: (voce fuori microfono)
Presidente: Ma scherziamo davvero!
P.M.: No no, guardi, un attimo.
Avvocato Filastò: … e non si capisce perché.
P.M.: Ha fatto un’affermazione grave il Presidente? Ma come si permette? Ma come si permette?!
Presidente: Cosa ha detto? Cosa ha detto ora?
P.M.: Che lei ha fatto un’affermazione grave.
Avvocato Filastò: Sì sì.
Presidente: Che io ho fatto un’affermazione grave?
Avvocato Filastò: Sì sì.
Presidente: Ma scherziamo?
Avvocato Filastò: Mettendo in dubbio che questo testimone non dica la verità.
Presidente: No, io ho detto che il Pubblico Ministero sta facendo le domande per accertare la verità secondo la sua posizione: questo dico io. L’esame lo sta conducendo il Pubblico Ministero.
Avvocato Filastò: Va bene, va bene.
Presidente: Abbia pazienza! Io non ho nessun interesse in questa causa: tutto potete dire, fuor che questo. Ma scherziamo! D’altra parte, quando qualcosa non torna, secondo la versione di parte, la parte ha il diritto di fare delle domande particolari. E non vedo dove è il problema.
P.M.: Presidente, io non ho proprio nessun’altra domanda.
Presidente: Prego.
P.M.: Sono tranquillissimo, le fotografie ci sono. Se qualcuno…
Presidente: Io la domanda che dovevo fargli direttamente, gliel’ho fatta. Basta, ho preso atto della sua posizione e mi sono acquietato.
P.M.: E della posizione…
Presidente: Scusi, se questo è interesse, mi faccio frate, si dice al mio paese.
P.M.: Anche al mio, Presidente.
Presidente: Ecco.
P.M.: Io non ho nessun motivo di continuare la polemica con l’avvocato Filastò.
Presidente: Avanti, prego.

Avvocato Colao: Senta, scusi, una domanda le vorrei fare.
Silvano Gargalini: Sì.
Avvocato Colao: Dunque, vorrei capire meglio, perché, ad onor della verità, non ho capito.
(voce fuori microfono) Gliela faccia pure.
Avvocato Colao: Se questo sedile anteriore, lei ha detto che il ragazzo era sul sedile posteriore.
Silvano Gargalini: Sì.
Avvocato Colao: Ecco. Però lei ha detto anche che ha reclinato il sedile, cioè il sedile sul ragazzo.
Silvano Gargalini: Sì, per poterci arrivare, a vedere quello che era successo.
P.M.: Come fa a reclinarglielo sopra?
Avvocato Colao: No, mi scusi, non voglio polemizzare io. P.M., abbia pazienza. Voglio cercare di capire, ecco, e anche la Corte, noi dobbiamo renderci conto, ha capito?
(voce fuori microfono) Sì sì, faccia pure.
Avvocato Colao: Delle modalità: come lei ha fatto a estrarre il ragazzo.
Silvano Gargalini: Tirandolo su, il sedile.
Avvocato Colao: Allora, mi consenta, se lei reclina lo sportello sul ragazzo…
P.M.: Il sedile.
Avvocato Colao: Eh, il sedile, sul ragazzo. Prima di tutto gli va, naturalmente, lo va a schiacciare.
Silvano Gargalini: Sì.
Avvocato Colao: Ecco, ma e che manovra è questa?
Silvano Gargalini: No, è una manovra… Purtroppo nei momenti che…
Avvocato Colao: No, ma mi scusi, ma io…
Silvano Gargalini: Sì.
Avvocato Colao: Cioè, lei doveva fare all’incontrario.
Silvano Gargalini: Eh, lo so. Però, essendo dalla parte…
Avvocato Colao: Doveva prendere il sedile e lo doveva portare avanti per liberare il ragazzo.
Silvano Gargalini: Ma, scusi un attimo, siccome io ero dalla parte, come ho detto, destra, sono entrato da destra.
P.M.: Come fa a lavorare a sinistra?
Silvano Gargalini: Ma aspetti, se mi fa parlare un attimino.
Avvocato Colao: Ma scusi, no, noi vogliamo che lei parli con calma.
Silvano Gargalini: Io sono salito sul sedile allora, a questo punto, a sinistra. Non arrivando a fare quello che dovevo fare, ho dovuto fare questa manovra. Poi, quando ci siamo resi conto che questa persona dava dei segni di vita, allora mi sono precipitato in terra, ho alzato il sedile e si è tirato fuori.
P.M.: … sul sedile a sinistra? A destra…
Silvano Gargalini: Sì…
(voce fuori microfono)
P.M.: Finora ha detto a destra. Finora ha detto…
Silvano Gargalini: Sono entrato da destra. Lei mi sta confondendo le idee, abbia pazienza, mi scusi, eh.
Presidente: No, no no.
P.M.: … lei è entrato da destra…
Presidente: Parli con la Corte, parli con la Corte, lasci stare, non guardi in faccia le persone. Lei deve riferire l’episodio.
Silvano Gargalini: Sì sì.
Presidente: E lo riferisca, a noi lo deve riferire.
Silvano Gargalini: Sì sì.
Presidente: Perché noi dobbiamo giudicare. Ecco, riferisca come è andata.
Silvano Gargalini: Io sono entrato da destra.
Presidente: È entrato da destra.
Silvano Gargalini: E ho accertato di questa donna, che, lì per lì, non dava nessun segno di vita.
Avvocato Colao: Scusi, destra che significa? Lo sportello della…
(voce fuori microfono)
Avvocato Colao: Lo sportello del passeggero o del guidatore?
(voce fuori microfono)
Presidente: Aveva detto a destra da…
Avvocato Colao: No, io domando. Voglio sapere, scusate.
(voce fuori microfono)
Avvocato Colao: Dalla parte del passeggero.
Silvano Gargalini: Da destra. Poi, come gli ho detto, sono salito su questo sedile.
Presidente: Destra secondo la macchina, secondo la direzione della macchina
Silvano Gargalini: Sempre in senso di marcia.
Presidente: Bravo.
Silvano Gargalini: Eh, perché sennò si fa confusione.
Presidente: Bene.
Silvano Gargalini: Destra, si intende il senso di marcia.
Presidente: Si capisce.
Silvano Gargalini: Non guardando una macchina come una persona. Se io guardo lei…
Presidente: Eh, ma non so se la destra sua o la destra della macchina, capito?
Silvano Gargalini: In senso di marcia.
Presidente: Noi dobbiamo capire come è entrato lei.
Silvano Gargalini: Io sono entrato, come le ripeto, da destra. Mi sono sedu… sul sedile, mi sono accertato di questa donna. Poi, questa donna non aveva nessun segno di vita, per conto mio, a questo punto. E mi sono precipitato per vedere l’altra persona, che secondo… si sentiva dei, diciamo…
(voce fuori microfono) Rantoli.
Presidente: Faceva dei rantoli.
Silvano Gargalini: Qualche cosa del genere. E ho detto ‘vediamo un po’ questa persona qui’. Siccome non arrivavo – se lei guarda la macchina, lì, la leva per reclinare il sedile indietro è proprio dalla parte, diciamo, vicino al cambio.
Presidente: Sì.
Silvano Gargalini: Ho mandato giù il sedile, mi sono accertato. Dico: ‘Oh, ragazzi, qui c’è questo, ancora è in vita’. Anche se poi, effettivamente, lasciamo perdere.
Presidente: Verso il sedile di dietro, lui?
Silvano Gargalini: Sì, sulla poltrona di dietro.
Presidente: Di dietro.
Silvano Gargalini: Dice: ‘Sì sì, va bene, va bene, allora si tira fuori lui’. Ecco, allora sono sceso, si è tirato su il sedile e si è tirato fuori e si è portato via. Che poi noi siamo andati via.
(voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: E’ molto semplice…
Presidente: È sceso, e da dove è rientrato? Da dove è rientrato poi? È sceso e da dove è rientrato?
Silvano Gargalini: No, rientrato. Ho tirato il sedile dalla parte sinistra, dove lui era dietro, e l’ho tirato fuori. Perché io stavo…
Presidente: E agendo dalla parte della ragazza, o della guida?
Silvano Gargalini: Sì, dalla parte della guida. Perché siccome dalla parte di là non potevo lavorare, invece di stare a fare tutto il giro…
Presidente: Sì.
Silvano Gargalini: Perché…
Presidente: C’era la ragazza, c’era la ragazza.
Silvano Gargalini: Invece di stare a far tutto il giro, di scendere e fare tutto il giro, ho passato sedile e sono andato dalla parte di là.
(voce fuori microfono) Ecco, quindi passa all’interno della macchina.
Avvocato Colao: Quale sedile, scusi?
Presidente: Lei ha passato sedile ed è andato vicino alla ragazza e il giovane, di dietro.
Silvano Gargalini: Sì, esatto.
Presidente: E poi, cosa ha fatto? Ha rialzato il sedile.
Silvano Gargalini: Poi, quando ho visto che c’era la possibilità di poterlo portare via, una persona di poterla portare via, sono sceso, ho alzato il sedile e ho estratto la persona dalla macchina.
Presidente: Bene, okay. Bene. Prego.
Avvocato Colao: Senta, scusi, lei ha visto macchie di sangue? C’erano? Il sangue c’era?
Silvano Gargalini: Sangue ce n’era tanto, da far paura.
Avvocato Colao: E dove era il sangue?
Silvano Gargalini: Sul pianettino di dietro, dove lui aveva reclinato la testa.
Presidente: Altre domande?
P.M.: Quando crede, il P.M., Presidente. Sul sedile davanti…
(voce fuori microfono)
Presidente: Facciamo finire l’esame al coso, e poi si fa un’altra tornata, via.
P.M.: Decida lei, Presidente.
Presidente: Sì sì, è così, purtroppo è così, va bene?
Avvocato Filastò: Eh…
Presidente: … avvocato Filastò.
Avvocato Filastò: Il Codice dice di far così.
P.M.: Sì, abbiamo un attimin… Non c’è problema.
Presidente: Ma alle volte non sempre si…
P.M.: Sì sì, ma non c’è nessun problema.
Avvocato Filastò: Per carità, Presidente.
Presidente: Non c’è nullità in questo, eh.
Avvocato Filastò: Ma per carità.
P.M.: No no.
Presidente: Perché, stiamo attenti, perché sennò sembra che…
Avvocato Filastò: No no, per carità. A proposito di questo sangue, signor Gargalini.
Silvano Gargalini: Sì?
Avvocato Filastò: Vide se questo ragazzo perdeva sangue?
Silvano Gargalini: Come diceva?
Avvocato Filastò: Se il ragazzo perdeva sangue.
Silvano Gargalini: Altro, se lo perdeva!
Avvocato Filastò: A schizzo?
Silvano Gargalini: A schizzo… Come si fa? Perdeva, era… praticamente, io schizzo non l’ho visto di niente. Io mi sono accertato solamente che mi sono trovato sangue fra le mani: a questo punto, ho cercato di tirarlo fuori il prima possibile, dice ‘dentro l’ambulanza, guardiamo se si riesce a tamponare’, eccetera.
Avvocato Filastò: Va bene. Senta, ha notato se ha cominciato a perdere sangue particolarmente in conseguenza di uno spostamento?
Silvano Gargalini: No, quello.
Avvocato Filastò: Glielo chiedo principalmente…
Silvano Gargalini: Sì sì.
Avvocato Filastò: … perché un suo collega…
Silvano Gargalini: Sì sì.
Avvocato Filastò: … che è intervenuto anche lui, dice: ‘Aveva la testa un po’ reclinata che gli chiudeva un po’ la ferita; spostandolo un po’, il sangue ha cominciato a sgorgare’.
Silvano Gargalini: No. L’unica cosa che ho fatto io, siccome vedevo questa fuoriuscita dalla testa, cercavo di premergli la vena giugulare qua, per cercar di fargliene uscire meno possibile.
Avvocato Filastò: Sì sì.
Silvano Gargalini: L’unica cosa che ho fatto io è stata quella, nell’atto dell’estrazione dalla macchina. Poi, sull’ambulanza, naturalmente, viene fatto il discorso…
Avvocato Filastò: “Naturalmente” nell’atto d’estrazione dalla macchina, lei non era più in grado di tenere questa ferita.
Silvano Gargalini: No. Io cercavo di tenergli la testa, e cercavo di tenergli questa vena. Mentre gli altri cercavano di tira… cioè, mi aiutavano a tirarlo fuori.
Avvocato Filastò: A tirarlo fuori.
Silvano Gargalini: Cioè la pra… Questa è la prassi.
Avvocato Filastò: Ma comunque lui continuava a perdere sangue.
Silvano Gargalini: E questa è la prassi che ci…
Avvocato Filastò: Sì, ho capito. Ma comunque lui ha continuato a perder sangue.
Silvano Gargalini: Esatto.

Avvocato Filastò: Senta, quando voi siete arrivati con l’ambulanza.
Silvano Gargalini: Sì?
Avvocato Filastò: Ricorda se avete estratto un faro e avete illuminato la scena con questo faro?
Silvano Gargalini: Noi l’avevamo, io dico la verità, un faro nell’ambulanza. Ora, però, se l’ha fatto qualche altro mio collega, eccetera, io non me ne ricordo di questo fatto qua.
Avvocato Filastò: Comunque voi avete un faro in dotazione.
Silvano Gargalini: Sì. Tutte le ambulanze.
Avvocato Filastò: E faro estraibile e sistemabile a una certa zona per illuminare…
Silvano Gargalini: Sì, esatto. Però, come gli ripeto, sinceramente ora, se l’hanno estratto gli altri miei colleghi, eccetera, io non ricordo i particolari.
Avvocato Filastò: Rammenta se sul sedile posteriore c’era anche un golf, un indumento?
Silvano Gargalini: No, purtroppo no.
Avvocato Filastò: Senta, per ritornare a questi movimenti che lei ha fatto.
Silvano Gargalini: Sì?
Avvocato Filastò: Mi dica se ho capito bene. Lei entra dalla parte dove si trova la ragazza.
Silvano Gargalini: Esatto.
Avvocato Filastò: Perché la prima persona che lei vuol constatare – segua questa ricostruzione che faccio io,…
Silvano Gargalini: Sì sì.
Avvocato Filastò: … poi mi dice se va bene, perché vorrei che non ci fossero equivoci – lei entra dalla parte dove si trova la ragazza, perché vuole constatare prima di tutto la condizione di questa ragazza.
Silvano Gargalini: Esatto.
Avvocato Filastò: Benissimo. Entra dentro. Forza lo sportello, perché, fra l’altro, questo sportello è chiuso.
Silvano Gargalini: Era chiuso, sì.
Avvocato Filastò: Sono tutti e due chiusi?
Silvano Gargalini: Sì, perché quell’altro mio collega mi fa: ‘Anche questo è chiuso’.
Avvocato Filastò: ‘Anche questo è chiuso’.
Silvano Gargalini: Sì.
Avvocato Filastò: Lei forza questo sportello.
Silvano Gargalini: Sì.
Avvocato Filastò: Dopodiché, sottolineo alla Corte, Presidente.
Presidente: Dica.
Avvocato Filastò: Questo particolare degli sportelli chiusi, con le chiavi del quadro che si trovano sulla scarpata.
Presidente: Sì sì, ma questo lo sappiamo.
Avvocato Filastò: Eh.
Presidente: Lo sappiamo, lo sappiamo.
Avvocato Filastò: Mi sembra piuttosto importante, eh.
P.M.: L’Allegranti dice: ‘Non ricordo se ci fosse la sicura.
Avvocato Filastò: Sì… Lei tenta, a questo punto lei ha la ragazza sotto mano.
Silvano Gargalini: Esatto.
Avvocato Filastò: Con la sua esperienza, sente se questa ragazza è vivente e si accorge che il battito cardiaco non c ‘ è.
Silvano Gargalini: Né polso, né battito cardiaco, né la vena qua non dava nessun…
Avvocato Filastò: Allora, a questo punto, siccome ha sentito dei rantolìi del ragazzo, pensa di ripetere la stessa operazione nei confronti del ragazzo.
Silvano Gargalini: Esatto.
Avvocato Filastò: Ma siccome la spalliera del sedile è ritta…
Silvano Gargalini: E non arrivo.
Avvocato Filastò: … e le impedisce di fare questa operazione.
Silvano Gargalini: Esatto.
Avvocato Filastò: Restando nella stessa posizione con cui lei ha esaminato la ragazza, abbassa con la leva la spalliera, si sporge e tenta il polso del ragazzo.
Silvano Gargalini: Sì. Per veder se c’era veramente le stesse condizioni della ragazza, oppure no.
Avvocato Filastò: E si accorge che un battito c’è.
Silvano Gargalini: C’era qualcosa.
Avvocato Filastò: C’è qualcosa.
Silvano Gargalini: Esatto.
Avvocato Filastò: Allora decide di estrarlo.
Silvano Gargalini: Di scendere.
Avvocato Filastò: Avverte gli altri, dice: ‘Attenzione, perché c’è qualcuno ancora vivo’.
Silvano Gargalini: Esatto.
Avvocato Filastò: Gira…
Silvano Gargalini: Non giro, io passo tramite i sedili…
Avvocato Filastò: Tramite i sedile, passa tramite i sedili dall’altra parte della macchina.
Silvano Gargalini: Alzo il sedile.
Avvocato Filastò: E viene a trovarsi quindi allo sportello sinistro.
Silvano Gargalini: Esatto.
Avvocato Filastò: A questo punto, siccome il sedile anteriore sinistro – come ci ha detto un altro testimone -la infastidisce.
Silvano Gargalini: Sì.
Avvocato Filastò: Lo sposta tutto in avanti.
Silvano Gargalini: No, lo…
Avvocato Filastò: Lo alza.in avanti. Lo ribalta in avanti contro il volante, è così?
Silvano Gargalini: Esatto, sì.
Avvocato Filastò: E comincia a estrarre il ragazzo.
Silvano Gargalini: Esatto.
Avvocato Filastò: Gliel’ho descritta bene la situazione?
Silvano Gargalini: Sì, giusto.
Avvocato Filastò: Grazie. Non ho altre domande.
Presidente: Senta, il conducente dell’autoambulanza come si chiamava?
Silvano Gargalini: Allegranti Lorenzo.
Presidente: E lui, in questa operazione, dov’era?
Silvano Gargalini: Eh, modestamente, ognuno ci s’ha la nostra… il nostro compito. Quando si arriva sull’incidente, l’autista deve scendere e preparare quello che serve, tipo lettighe o attrezzature, eccetera.
Presidente: Però, indipendentemente dal compito che voi avete, in quell’occasione 1’Allegranti cosa ha fatto?
Silvano Gargalini: Eh, non lo so; sinceramente io stavo guardando, come le ripeto, di poter entrare dentro la macchina e di vedere. Cioè, cercar di soccorrere le persone…
Presidente: Allora, chi l’ha aiutata a estrarre il corpo dalla macchina?
Silvano Gargalini: Gli altri due ragazzi che erano con noi. Poi, anche l’Allegranti, naturalmente, perché aveva tirato fuori la lettiga, ci ha aiutato anche
Presidente:  Ah, vi ha aiutato anche lui.
Silvano Gargalini: Eh, dopo sì.
Presidente: Bene. Altre domande? Avvocato C…
Avvocato Colao: Sì, Presidente.
Presidente: Avvocato…
Avvocato Colao: Scusi, senta, quando lei arrivò sul posto…
Silvano Gargalini: Sì.
Avvocato Colao: Abbia pazienza, eh. E cercava di introdursi nella macchina, i vetri della vettura, sia dal lato destro, vale a dire quello della ra. . .
Silvano Gargalini: Sì…
Avvocato Colao: No, abbia pazienza, mi faccia finire la domanda.
Silvano Gargalini: Sì, sì.
Avvocato Colao: Sia dal lato destro, che sinistro, eh?
Silvano Gargalini: Sì.
Avvocato Colao: Destro della ragazza e sinistro del guidatore, erano rotti, o sani?
Silvano Gargalini: Eh, purtroppo… lei mi sta chiedendo troppo. Non ho fatto il giro… Cioè…
Avvocato Colao: No, ma le spiego.
Silvano Gargalini: Anche se ho fatto il giro della macchina, non mi sono messo a guardare se i vetri eran rotti…
Avvocato Colao: No…
Silvano Gargalini: Io cercavo di entrare. E, il mezzo più veloce, per me…
Avvocato Colao: No, senta, la domanda ha un senso, scusi, eh.
Silvano Gargalini: Sì, sì.
Avvocato Colao: Se lei voleva entrare, tutti sappiamo che, se i vetri sono rotti, si manovra dall’interno e si apre lo sportello.
Silvano Gargalini: No… qui… però, si vede che in quel momento a me non mi è venuto questo istinto di fare il giro e controllare se i vetri erano rotti e o meno. La prassi più veloce è stata quella di prendere, di farmi prendere la leva a piede di porco e aprire lo sportello.
Avvocato Colao: Io vorrei…
Silvano Gargalini: Quello, purtroppo…
Avvocato Colao: Presidente, scusi. Se mi consente, a questo punto, fare osservare al teste, magari con la diapositiva, la fotografia numero 11 e poi la fotografia numero 12, da cui si evince chiaramente che i vetri anteriori della 127 erano rotti. Quindi…
Presidente: Va bene, quello lo sappiamo benissimo com’era la vettura.
Avvocato Colao: E come ha fatto a forzare… No, non ha nessun senso.
Presidente: Avvocato, questi sono commenti, avvocato…
Avvocato Colao: No, scusi io volevo dire: se lei si ricordava…
Silvano Gargalini: No, no. Io, questo…
Presidente: E me lo ricordo sì l’episodio. Ma scherziamo! Andiamo…
Avvocato Colao: … questo particolare.
Silvano Gargalini: Io, di vetri rotti… cioè, vetri rotti, se avevo notato, c’era un vetro rotto, che era un passaqgio più veloce, purtroppo l’avrei fatto. Però, in quel momento lì…
Avvocato Filastò: (voce fuori microfono)
Avvocato Colao: No, per aprire lo sportello tirando su il pispolo. No, tirare su il pispolo, come lo ha chiamato lui. O la maniglia interna, e si apre.
Avvocato: (voce fuori microfono)
Silvano Gargalini: Io non mi ricordo i tempi che intercorrono dalla chiamata all’arrivo all’ospedale. Voi forse lo sapete più di me…
Avvocato Colao: È la manovra più semplice che uno fa.
Silvano Gargalini: Vedete voi, i tempi che ha percorso, che abbiamo percorso.
Avvocato Filastò: (voce fuori microfono)
Silvano Gargalini: E fra l’altro anche pesante.
Avvocato: (voce fuori microfono)
Avvocato Colao: A me pare più che pertinente, scusa.
Presidente: Allora, altre domande?
Avvocato: Sì, Presidente…
Avvocato Colao: Le tue, sono domande geniali e le nostre non sanno di nulla… allora…
Presidente: Avvocato Curandai?
Avvocato Curandai: Presidente, una domanda: cioè, io voglio capire bene una cosa, se lei può ricordare, eh. Cioè, chi materialmente ha estratto dalla macchina il corpo del ragazzo?
Silvano Gargalini: Primo, io e gli altri mi hanno aiutato.
Avvocato Curandai: No, “primo io”, non significa niente. Cioè, lo ha estratto lei? Perché due persone… siete entrati in due, tre, guanti?
Silvano Gargalini: Dentro la macchina sono entrato io.
Avvocato Curandai: Soltanto lei. No…
Silvano Gargalini: Aspetti un attimo, se lei è pratico della prassi…
Avvocato Curandai: Sì.
Silvano Gargalini: … cioè, io devo entrare sotto per sollevare dalla schiena la persona; e le altre persone la prendono per le gambe, per tirare fuori…
Avvocato Curandai: Sì. Sì, sì, ma risponda alle mie domande, non si preoccupi.
Silvano Gargalini: Sì.
Avvocato Curandai: Cioè, quindi è entrato soltanto lei, in macchina.
Silvano Gargalini: Sì.
Avvocato Curandai: Il corpo lo ha estratto soltanto lei dalla macchina?
Silvano Gargalini: Gliel’ho detto già ora, che è impo…
Avvocato Curandai: Sì, o no? Sì…
Silvano Gargalini: No, è impossibile tirarlo fuori, una persona, una persona di una stazza di peso a quella maniera.
Avvocato Curandai: Bene.
Silvano Gargalini: Certamente mi hanno dato una mano anche gli altri.
Avvocato Curandai: Bene. Allora, chi, chi ha aiutato lei a estrarre il corpo… nella prima fase. Nella prima fase.
Silvano Gargalini: Gli altri due miei colleghi che…
Avvocato Curandai: Chi sono, come si chiamano?
Silvano Gargalini: Martini e… Martini Marco…
Avvocato Curandai: E… ?
Silvano Gargalini: Ciappi Paolo.
Avvocato Curandai: E Ciappi Paolo.
Silvano Gargalini: Esatto.
Avvocato Curandai: Quindi, tutti e tre avete estratto il corpo dalla macchina.
Silvano Gargalini: Esatto.
Avvocato Curandai: E Allegranti quando è intervenuto?
Silvano Gargalini: Allegranti, come gli ripeto, lui si doveva preoccupare a preparare la lettiga.
Avvocato Curandai: Ecco…
Silvano Gargalini: Al momento che aveva preparato la lettiga, poi ci ha dato una mano ad adagiarlo sulla lettiga.
Avvocato Curandai: Ecco. Quindi, Allegranti non è entrato in macchina con voi, ovviamente.
Silvano Gargalini: No.
Avvocato Curandai: No. Ecco. E questo va bene, è stato chiarito.
Silvano Gargalini: Allegranti, credo che sia andato… però, questo, non… lo dico così, credo che sia andato a accertarsi anche lui se questa ragazza aveva dei segni di vita, o meno. Però, questo non posso dire…
Avvocato Curandai: La ragazza. Va bene, la ragazza…
Silvano Gargalini: Non posso dire niente di certo.
Avvocato Curandai: Va bene.
Silvano Gargalini: Perché, di solito, è…
Avvocato Curandai: … la ragazza. Va bene.
Silvano Gargalini: Perché, di solito, è di prassi farlo.
Avvocato Curandai: Va bene.
Silvano Gargalini: Perché non una persona abbia solo…
Avvocato Curandai: Va be’, la responsabilità.
Silvano Gargalini: … la responsabilità.
Avvocato Curandai: Va be’, lei risponda alle mie domande, non c’è problema.

Avvocato Curandai: Senta una cosa: voi avete dovuto forzare i due sportelli.
Silvano Gargalini: No, solo quello dalla parte di là. Poi, l’altro, naturalmente, l’ho aperto con la maniglia interna.
Avvocato Curandai: Sì. No, lei prima ha detto che anche Allegranti ha cercato di aprire lo sportello. O ho capito male?
Silvano Gargalini: Si è provato un po’ tutti per vedere se si riusciva ad aprirli; poi, quando non c’è stato verso, l’unica soluzione, per noi, era stata quella.
Avvocato Curandai: Ecco, quindi c’era la sicura dentro.
Silvano Gargalini: Eh.
Avvocato Curandai: Evidentemente.
Silvano Gargalini: Evidentemente. Non so, perché la macchina era andata, stava in una posizione di… cioè, nella fossa a quella maniera, stava male, gli sportelli forzavano e non si aprivano, oppure era chiusa. Io, questo, in particolare, non lo so. Io so che, dalla parte di là, l’ho forzata; dalla parte di là ho tirato la maniglia dall’interno e si è aperto lo sportello. Poi, i particolari, non li so, perché non ho guardato quello che era e quello che non era. Sono frazioni d’attimo, quelle, che non si può stare a perdere molto tempo. Ha capito?
Avvocato Curandai: Grazie.
Presidente: Altre domande?
Avvocato Bertini: Sì, Presidente. Avvocato Bertini. Mi perdoni, il signor Allegranti, se lei si ricorda, tentò anche lui di verificare se il ragazzo dava segni di vita, gli tastò il polso, fece delle cose all’interno della macchina, nei confronti del ragazzo?
Silvano Gargalini: Mi ripeta la domanda, mi scusi…
Avvocato Bertini: L’Allegranti…
Silvano Gargalini: Sì.
Avvocato Bertini: … se lei si ricorda, tentò anche lui di verificare se il polso del ragazzo… Non della ragazza, se il ragazzo dava segni di vita. Cioè…
Silvano Gargalini: Dopo, tutti, perché…
Avvocato Bertini: No, io parlo all’inizio, all’interno della… dentro la macchina, quando ancora il corpo era all’interno della macchina.
Silvano Gargalini: All’interno della macchina, come gli ripeto, c’ero io dentro. Però lui non mi ricordo, perché lui doveva essere a preparare la… a preparare quello che era l’attrezzatura, diciamo.
Avvocato Bertini: Ho capito.
Silvano Gargalini: Però, io… Può darsi anche, come gli ripeto, però io pensavo a vedere quello che era la situazione mia.
Avvocato Bertini: Se siete in due, o uno soltanto, dentro una macchina così piccola, non se lo ricorda…
Silvano Gargalini: Sì, però se io vedo una mano… Mi scusi, eh, se io vedo una mano che si è messa dentro, può esser quell’altro mio collega, o lì accanto, può essere anche 1’Allegranti,
Avvocato Bertini: Sì, ma a parte la mano, fisicamente l’Allegranti, dentro la macchina, c’era insieme a lei, poco prima di lei?( Lo ha visto lei?
Silvano Gargalini: No, questo non lo ricordo…
Avvocato Filastò: Gliel’ha fatta l’avvocato Curandai, questa domanda. E ha già risposto…
Avvocato Bertini: Senta una cosa… (voci sovrapposte)
Avvocato Bertini: Un’altra domanda, un’altra domanda.
Silvano Gargalini: Sì.
Avvocato Bertini: Forse non ho seguito bene io, o non ho capito bene. Lei ha detto che è entrato dalla parte dello sportello destro del passeggero per verificare se la ragazza era morta, o…
Silvano Gargalini: Esatto.
Avvocato Bertini: Ha poi detto che ha dovuto fare quella manovra di reclinamento del sedile anteriore della guida…
Silvano Gargalini: Sì.
Avvocato Bertini: … per arrivare al ragazzo.
Silvano Gargalini: Al ragazzo, sì.
Avvocato Bertini: Ora io mi domando questo. Forse ho capito male io. Se il ragazzo, come lei dice, era dietro…
Silvano Gargalini: Sì.
Avvocato Bertini: Dico, lei è dalla parte dietro dell’auto. Che noia le dava…
Avvocato Filastò: Ho una opposizione a queste domande. Perché io credo che le domande abbiamo anche…
Presidente: Scusi, avvocato, facciamogliele fare, via…
Avvocato Filastò: No, io faccio la opposizione formale.
P.M.: È la domanda che stavo facendo io e mi ha interrotto. Non ho capito, scusa, eh.
Avvocato Filastò: Ma io faccio una opposizione formale a questa domanda, perché…
Presidente: E la sua opposizione è respinta, perché ha diritto di farle queste domande.
(voce fuori microfono)
Presidente: O sono domande ripetute…
Avvocato Filastò: … che hanno … a far delle domande.
Presidente: Hanno solo domande…
Avvocato Filastò: Io vorrei sapere quale è l’interesse del difensore di Lotti a queste domande. Me le dovrebbe dire però il difensore di Lotti. Quale è il suo interesse.
P.M.: La verità.
Avvocato Bertini: Se posso…
Presidente: Prego, avvocato Bertini.
Avvocato Bertini: Quindi, lei dice che era appunto dietro, nella parte della ragazza, la parte… il lato passeggero.
Silvano Gargalini: Sì.
Avvocato Bertini: In questa posizione, per arrivare al ragazzo, che lei dice era dietro anche lui…
Silvano Gargalini: Sì.
Avvocato Bertini: … che noia dava il sedile anteriore del lato guida?
Silvano Gargalini: Come che noia dava? Se lei si trova in ginocchio sul sedile destro, come fa ad arrivare alla testa, al fondo della persona?
Avvocato Bertini: Scusi, eh, se lei deve arrivare alla ragazza dalla parte opposta…
Silvano Gargalini: Sì.
Avvocato Bertini: … dico…
Silvano Gargalini: Dovevo scendere e fare il giro.
Avvocato Bertini: … l’assenza dello schienale del lato guida, per lei è un vantaggio, non è uno svantaggio.
Silvano Gargalini: No, è una sbarra che io, con il braccio, non posso arrivare fino…
Avvocato Bertini: Sì, ma se lei dice che appunto il sedile era ad angolo retto…
Silvano Gargalini: Sì.
Avvocato Bertini: … e fu lei, appunto, a buttarlo giù…
Silvano Gargalini: A buttarlo giù per poter arrivare a sdraiarmi sopra per potere arrivare alla testa di questa persona.
Avvocato Bertini: Ma il corpo del ragazzo era distante dalla ragazza?
Silvano Gargalini: Come era distante?
Avvocato Bertini: Dico, la testa, da che parte, rispetto alla ragazza?
Silvano Gargalini: Era leggermente, diciamo, a destra. E con la testa reclinata così che guardava, con la bocca, verso la ragazza.
Avvocato Filastò: (voce fuori microfono)
Presidente: Ha altre domande? Avvocato Filastò, per cortesia, non può impedire che cosa dice un altro difensore, perché ognuno ha il diritto di esporre… Non tutti sono…
Avvocato Filastò: (voce fuori microfono)
Presidente: Io posso dire una cosa, posso dire una… Non tutti hanno l’intelligenza che so io. Ognuno ha i propri limiti, Presidente compreso. Oh, la miseria!
P.M.: (voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: (voce fuori microfono)
Presidente: E quindi non tutti possono … alla stessa maniera.
Avvocato Filastò: (voce fuori microfono)
Presidente: Allora, altre domande?
Avvocato Bertini: Soltanto questa: quindi, le braccia del ragazzo da che parte erano, su che parte del sedile erano? Se lo ricorda?. Le braccia del ragazzo dove lei si avvicinò per tastare il polso. Se se lo ricorda.
Silvano Gargalini: Il braccio di sopra era… stando reclinato così, questo braccio lo aveva lì, diciamo, tra le gambe. Io ho preso, per la prima cosa, il polso, per sentire se c’era segni di vita. E’ stato in quell’atto lì… Poi, tutti i particolari, come faccio a ricordarmi tutti i particolari?
Avvocato Bertini: Va bene. Grazie.
Silvano Gargalini: Sono 15 anni, ha capito?
Presidente: Allora, altre domande?
Avvocato: (voce fuori microfono)
Presidente: Allora, signor Mainardi… come si chiama, signor…
P.M.: Presidente, quando crede, poi…
Presidente: Gargalini. Signor Gargalini.
Silvano Gargalini: Sì.
Presidente: Allora, lei oggi ci è venuto a fornire una versione. Ha risposto all’avvocato Filastò; lui gli ha detto un certo tipo di azione, lei ha detto è andata cosi. Cioè, lei è andato prima dal lato della ragazza, lato destro della macchina…
Silvano Gargalini: Sì.
Presidente: … ha forzato la portiera – questa è la versione di oggi, eh, la versione di oggi – ha forzato la portiera, è entrato, ha sentito il polso, ha sentito la go… insomma, il collo, eccetera, eccetera…
Silvano Gargalini: Sì.
Presidente: … è uscito dalla macchina, è andato dall’altra parte…
Silvano Gargalini: Non ho…
Avvocato Filastò: Non è uscito dalla macchina, Presidente.
Silvano Gargalini: Passato tramite i sedili.
Presidente: Ah, è passato tramite i sedili. Benissimo. Non è uscito dalla macchina.
Silvano Gargalini: È proprio per quello. Se io avevo fatto il qiro, alzavo la poltrona di scatto per andare indietro.
Presidente: No, io voglio sapere, io voglio sapere come si concilia la versione di oggi con quello che dice allora, al Pubblico Ministero, a due giorni dal fatto.
Silvano Gargalini: Sì, allora…
Presidente: Diceva allora così: “Notai che il corpo…”, allora: “Io corsi accanto alla macchina portandomi dal lato dei passeggeri.”
Silvano Gargalini: Esatto.
Presidente: “Notai che il corpo della ragazza era sul sedile posteriore, seduta con la testa all ‘indietro.”
Silvano Gargalini: Sì, esatto.
Presidente: “Pensai subito di aprire lo sportello dal lato della ragazza, però non mi riuscì, perché vi era la sicura. Mi portai velocemente all’altro lato. E non ricordo se girai intorno al veicolo, oppure, per fare prima, scavalcai il cofano.”
Silvano Gargalini: No, passai…
Presidente: “Lì, si trovava Gianmarco, di cui mi sfugge il cognome, che stava tentando di aprire la portiera lato guida.”
Silvano Gargalini: Sì.
Presidente: Vede un po’ le cose come sono un po’ diverse da…
Avvocato Filastò: No, non sono per niente diverse, Presidente. Assolutamente.
P.M.: Come no!
Presidente: Come no. Ma come, ma scherziamo… ma vuole scherzare?
Avvocato Filastò: Ma siamo in una fase in cui ancora non è entrato nella macchina.
Presidente: Ho capito, ho capito. Però lui, lui fa una versione completamente diversa da quella lì.
Avvocato Filastò: Va bene, Presidente.
Presidente: O via!
Avvocato Filastò: Se lei deve fare delle contestazioni, faccia contestazioni.
Presidente: E infatti, gli ho letto…
Avvocato Filastò: Faccia la contestazione, allora, perché…
Presidente: Allora, è vero questo, o…
Avvocato Filastò: … non c’è niente di difforme. E non si può dire a un testimone che dice una cosa difforme…
Presidente: Ma no… Questa…
Avvocato Filastò: … quando non è vero.
Presidente: … è una opinione dell’avvocato Filastò.
Avvocato Filastò: No, non è una opinione. Non è una opinione. La discuto quanto vuole.
Presidente: Benissimo.
Avvocato Filastò: Questa non è una mia opinione, è la verità.
Presidente: Ma…
Avvocato Filastò: Questa, non è per niente una…
Presidente: Lei la discute quando crede e soprattutto in sede di discussione.
Avvocato Filastò: Lei ha definito la deposizione del testimone come una versione. E questo è un termine sbagliato, signor Presidente.
Presidente: E va be’, sarà sbagliato, lo dica lei quale può essere…
Avvocato Filastò: E questo, il testimone, il quale rende una deposizione, racconta dei fatti. E non dà versione, perché non ha interesse a dare versioni di un tipo o di un altro.
Presidente: È da vedere se ha interesse, o non ha interesse.
Avvocato Filastò: Rispetto ai fatti che racconta.
Presidente: Mi vuol far finire, per cortesia? Sì, o no?
Avvocato Filastò: E lei fa una contestazione che non è esatta, Presidente. Perché questo testimone, in questa fase…
Presidente: Lui ha…
Avvocato Filastò: … racconta la fase precedente.
Presidente: Benissimo. Lui ha detto al Pubblico Ministero che non è entrato dal lato della ragazza, ma dal lato del guidatore. Oggi ci ha detto tutta una versione diversa.
Avvocato Filastò: (incomprensibile)
Presidente: Questo…
Avvocato Filastò: … signor Presidente, questo.
Presidente: Mi fa parlare, per cortesia, o no? O santo cielo! Qui non siamo al mercato.
Avvocato Filastò: No, no, non fo nessun mercato, Presidente. Io protesto formalmente! Se…
Presidente: Senta, per cortesia, l’ha sentita la versione che le ho letto ora, o no?
Avvocato Filastò: È una protesta ulteriore che faccio. Ne ho fatte altre in questo processo.

Silvano Gargalini: Dopo 15 anni i particolari ben precisi, come posso farmeli ricordare dopo 15 anni che… Cioè, tutti i punti precisi. E’ impossibile poterli ricordare. Ha capito com’è la faccenda?
P.M.: Se li ricordava allora, Presidente.
Presidente: Va bene. Altre domande, per cortesia?
Avvocato Colao: Un’ultima cosa: lei ha detto che ha forzato lo sportello. Con cosa ha forzato lo sportello?
Silvano Gargalini: L’ho spiegato prima. Di solito… Noi, nelle macchine, credo quasi tutte le ambulanze, abbiamo degli attrezzi tipo piede di porco, o leve, proprio per, in caso di incidenti, per poter fare forza, farsi leva, eccetera.
Avvocato Colao: Quindi, allora, le torno a ripetere: lei non si era accorto che i vetri erano rotti.
Silvano Gargalini: No.
Avvocato Colao: E un’altra cosa: la forzatura dove avvenne? Perché io ho delle foto, qui, e non trovo tracce di forzatura.
Silvano Gargalini: All/altezza della buchetta di apertura. Di solito si forza lì.
Avvocato Colao: Vogliamo mostrare, Presidente, questa foto…
Presidente: Avvocato, lei prenda atto delle dichiarazioni che fa; poi si riscontra con le fotografie che abbiamo. Scusi, non è che dobbiamo farlo ora. Noi dobbiamo far dei riscontri. E’ tutto qui.
Avvocato Colao: E si vedrebbero le foto sono nitide. No, mi scusi, guardi…
Presidente: Sì, sì….
Avvocato Colao: … io non è che… Noi stiamo…
Presidente: Sennò si anticipa la discussione e i commenti prima del tempo.
Avvocato Colao: Quindi, è questo il punto. Ha capito? Lei ha detto all’altezza delle bocchette? Che significa delle bocchette?
Silvano Gargalini: Della chiusura, diciamo, dove la porta si viene…
Avvocato Colao: Da parte del ragazzo, o della ragazza?
Silvano Gargalini: Ho detto dalla parte destra. Cioè dov’era la ragazza.
Avvocato Colao: Dalla parte dov’era la ragazza.
Silvano Gargalini: Esatto.
Avvocato Colao: Bene. Allora, io faccio annotare la foto 15.
Presidente: Va bene.
Avvocato Colao: Bene, non ho altre domande.
Presidente: Bene. Può andare, grazie.
P.M.: Presidente, chiedo scusa.
Presidente: Ah, no, scusi, Pubblico Ministero, me lo aveva già detto prima. Sì.
P.M.: Mi ero messo da parte per…
Presidente: No, no. Ha ragione Pubblico Ministero, ha ragione, sì.
P.M.: Mi scusi, lei ha avuto, per caso, modo di vedere chi poi mise il sedile lato guidatore nella posizione in cui è stata trovata. . . Lei ha visto, è sdraiato.
Silvano Gargalini: Purtroppo, in quel momento lì, noi ce ne andiamo. Ce ne siamo andati con l’ambulanza. Quello che è successo dopo, non lo so.
P.M.: È, come ha visto nelle foto, con il sedile abbassato.
Silvano Gargalini: Esatto. Io, purtroppo, quello, quello…
P.M.: Quando lei andò via, come lo lasciò?
Silvano Gargalini: Eh, non ricordo. Può darsi…
P.M.: Non lo ricorda.
Silvano Gargalini: … può darsi che sia caduto. Essendo, prima intero, poi tirato tutto su… Cioè, prima sdraiato, poi tirato tutto su…
P.M.: Sì. No, io dicevo…
Silvano Gargalini: … può darsi che nell’uscire sia caduto da se. Io non so…
P.M.: Mi scusi, “sdraiato”, cosa vuol dire? a 90 gradi, o tirato verso…
Silvano Gargalini: Cioè, il sedile, io l’ho tirato su intero, perché, come nella prima foto che ho visto, era stato sdraiato dietro per reclinarmi. Giusto? Quindi, il sedile era un po’ leggermente schiacciato; io l’ho tirato su. Se poi è ricaduto, non lo so sinceramente.
P.M.: No, io intendevo se il sedile a 90 gradi, o sdraiato a 180, lo schienale, mi scusi. Forse…
Silvano Gargalini: Sì, lo schienale, come le ho detto, prima, sulla prima foto, è…
P.M.: E’ quasi a 180, 150, quel che è.
Silvano Gargalini: Esatto. Quando io l’ho alzato, non mi sono stato a richiuderlo, come di norma, come quando si guida.
P.M.: Mi scusi, eh. Allora, se io riesco a spiegarmi. Vediamo, non la voglio confondere nel suo ricordo. Ma se il sedile era a 15 0 gradi, lo schienale, mi scusi.
Silvano Gargalini: Sì.
P.M.: Questo ragazzo ci aveva…
Silvano Gargalini: No, perché la faccia ce l’aveva là sopra.
P.M.: Ho capito.
Silvano Gargalini: Diciamo sulle… “
P.M.: Sì, ma capisce quello che intendo dire io? Se questo schienale era abbassato…
Silvano Gargalini: Sì.
P.M.: … era lo schienale che copriva il ragazzo.
Silvano Gargalini: Sì, diciamo, il dorso lo cosava…
P.M.: Ho capito.
Silvano Gargalini: A me, quello che mi interessava, era sentire…
P.M.: Ho capito.
Silvano Gargalini: … la gola. Sentire…
P.M.: Però, lei ha visto che c’è tutto il sangue sul sedile, sullo schienale. Le ha viste quelle foto?
Silvano Gargalini: Sì.
P.M.: Se è come dice lei, il sangue doveva essere sul sedile posteriore e sullo schienale…
Silvano Gargalini: No, ma io…
P.M.: Mi scusi, mi lasci finire. Sullo schienale del sedile anteriore del ragazzo guida, non ci dovrebbe essere altro che qualche macchia.
Silvano Gargalini: Ma guardi, siccome…
Avvocato Filastò: Si farà fare una perizia, eh, Pubblico Ministero.
P.M.: Sì, certo, lo faccia pure. Io non ho problemi. Io chiedo…
Avvocato Filastò: Eh, invece di domandarlo a un testimone.
P.M.: O come mai io non riesco a fare tranquillamente qualche domanda? Mi sono messo in fondo…
Presidente: Ma oggi è vener. .. no… è venerdì, è il giorno maledetto in quest’aula…
P.M.: Capisce? Io credevo di fare…
Presidente: Si va bene tutta la settimana, quando arriva il venerdì, c’è l’elettricità. Io non lo so.
P.M.: Sì, sì, ma io non. . . non è che abbia nessun’altra domanda, Presidente. Mi va bene così.
Avvocato Curandai: Presidente, Presidente…
Presidente: Avvocato Curandai.
Avvocato Curandai: Sperando che…
Presidente: Che sia l’ultima, che sia l’ultima.
Avvocato Curandai: Sì. No, sperando… Siccome è un teste che, appunto, va esaminato con attenzione, allora io direi questo, sperando di non essere interrotto, ecco. Comunque, proprio veramente l’ultima domanda, eh, Presidente. Allora, io non le posso fare una contestazione precisa, perché non sono dichiarazioni che ha reso lei, ma sono dichiarazioni che ha reso Allegranti. Però, la vostra…
Presidente: Lei faccia la domanda, non le dichiarazioni che ha fatto Allegranti.
Avvocato Curandai: Sì, ma voglio arrivare a dire la verità su un punto importante. Lei oggi ha detto che l’Allegranti non è entrato in macchina per estrarre il corpo, ma in macchina per estrarre il corpo siete entrati lei e altri due.
Silvano Gargalini: Esatto.
Avvocato Filastò: Presidente, ha detto questo?
Avvocato Curandai: Ha detto esattamente questo.
Avvocato Filastò: Ha detto: ‘può darsi che sia entrato anche 1’Allegranti’, lo ha detto due volte.
Avvocato Curandai: No…
Silvano Gargalini: In questo minuto…
Avvocato Curandai: … ha detto 1’Allegranti è rimasto vicino all’ambulanza.
Avvocato Filastò: Ti ricordi male…
(voci sovrapposte)
Presidente: Abbiamo la trascrizione, abbiamo la trascrizione, per cortesia!
Avvocato Curandai: L’Allegranti è rimasto vicino all’ambulanza.
Presidente: Abbiamo la trascrizione. poi vedremo la trascrizione.
Avvocato Filastò: (voce fuori microfono)
Avvocato Curandai: No, vedremo la trascrizione.
Presidente: Bene.
Avvocato Curandai: Comunque ripeto la domanda, non importa. Chi è entrato dentro la macchina a estrarre il corpo?
Avvocato Filastò: Presidente, se devo fare delle obiezioni… (voci sovrapposte)
Presidente: Scusi, avvocato, ma la può fare una domanda di questo tipo, o no?
Avvocato Curandai: Posso fare la domanda? Ha già risposto.
Presidente: Allora…
Avvocato Curandai: Allora, la risposta quale è? Chi è entrato dentro?
Silvano Gargalini: Io.
Avvocato Curandai: E gli altri due chi erano?
Silvano Gargalini: L’altro, come le ho detto, ho visto Martini e questo Ciappi.
Avvocato Curandai: Ecco. L’Allegranti dov’è rimasto?
Silvano Gargalini: Come gli ho detto, l’Allegranti, come di prassi, è quello, essendo l’autista, è quello di preparare gli attrezzi per poter lavorare.
Avvocato Curandai: Ecco. Benissimo.
Silvano Gargalini: Per una frazione d’attimo, lui sarà stato lì a preparare…
Avvocato Curandai: Bene.
Silvano Gargalini: … o guardare lui…
Avvocato Curandai: Bene, bene…
Silvano Gargalini: Se eravamo già in tre, dentro…
Avvocato Curandai: Basta. Mi basta questo. Ma sa, lo sa lei che l’Allegranti ha dichiarato…
Presidente: No, no. No, no, no…
Avvocato Curandai: Di essere entrato anche lui dentro la macchina.
Presidente: No, no, no, no…
Silvano Gargalini: Non lo so quello che ha dichiarato l’Allegranti.
Presidente: No, no, no, no…
Avvocato Curandai: Ecco, io la invito a dire la verità, su questo.
Presidente: Allora, altre domande?
Avvocato Curandai: Ecco. Basta, chiuso.
Presidente: E poi, se sono finite, può andare. Può andare.
Avvocato Curandai: No, mi scusi Presidente.
Presidente: Ancora?
Avvocato Curandai: Soltanto una, ma… perché lo possa dire il teste.
Presidente: Allora, da ora in poi si fa una cosa così: si fa il turno, le domande… si segue il turno normale e poi non è che si va sempre al ritorno. Quindi, per cortesia, visto e considerato che le domande non finiscono mai…
Avvocato Curandai: Lo dice proprio quando parlo io che non interrompo mai.
Presidente: No, no… No, per dire a tutti gli avvocati.
Avvocato Curandai: Ecco.
Presidente: Si segue l’ordine e basta.
Avvocato Curandai: Benissimo. Allora…
Presidente: E poi nessuno torna più indietro. Andiamo!
Avvocato Curandai: Mi consenta di fare un’unica domanda: lei si è reso conto, nel manovrare lo schienale del sedile di guida, che lo schienale stesso era pieno di sangue?
Silvano Gargalini: Come… io, questo, non l’ho notato, purtroppo.
Avvocato Curandai: No, se la… nello spostarlo, nel…
Silvano Gargalini: Noi… noi, nel… Scusi, eh, anche noi eravamo imbrattati di sangue, dal sangue di questa persona. O prima, o dopo, sicuramente le mani ci si sono messe di certo sopra. Però, il particolare, questo, come faccio a sapere se è prima, se è…
Avvocato Curandai: Va be’, ho capito.
Presidente: Bene. Lei può andare. Grazie.
Silvano Gargalini: Prego.
Presidente: Venga il Martini Marco…
Avvocato Colao: Presidente, scusi, prima di introdurre quest’altro teste, io, a caldo, volevo rinnovare una mia istanza che le feci.
Presidente: No, no. Ora facciamo, finiamo questo episodio, per cortesia. Perché noi…
Avvocato Colao: No, no…
Presidente: … con queste istanze, facciamo tutte le istanze insieme. Ora dobbiamo finire l’esame. Per cortesia.
Avvocato Colao: … riguardo alle macchie di sangue che hanno sgorato, dal pannello interno del posto guida del ragazzo, lentamente a terra. Ora, questo è importantissimo.
Presidente: Ma tutto…
Avvocato Colao: E qui c’è soltanto…
Presidente: E cosa voglion dire le macchie di sangue?
Avvocato Colao: E non mi ero… Forse non mi espressi bene, Presidente. Ma lei deve avere la compiacenza di ascoltarmi un attimo. E’ perché il discorso… voglio dire, qui riguarda le macchie di sangue che hanno sgorato, dal pannello interno del posto di guida del ragazzo, a terra, lentamente e susseguentemente all’incidente, al delitto. Quindi, sono state viste il giorno dopo in una certa posizione. E io vi avevo offerto questa testimonianza da parte dei cognati di Paolo Mainardi. Ora, poiché uno dei due è qui, è il signor Ulivelli, mi pare necessario che la Corte, così attenta, eh, una Corte attenta che sta cercando la verità come tutti noi, che ascoltiate anche le proteste, ecco.
Presidente: Come si chiama?
Avvocato Colao: Ulivelli Giuliano. E’ qui presente. E gli andrebbe fatta a caldo, è chiaro, no? Grazie, Presidente.
Presidente: Insomma, lei, questa istanza, su questa ammissione di questo teste. E le altre parti cosa dicono?
P.M.: Il P.M. si associa, Presidente.
Avvocato: Ci associamo tutti.
Presidente: La difesa?
Avvocato: Si associa.
Avvocato Filastò: Remissivo, Presidente.
Presidente: Bene. Allora si può sentire… Va be’, allora dobbiamo ritirarci, perché su questa cosa, lg. Corte si deve pronunciare. Prendo atto. Sentiamo gli altri due. Quel teste, intanto, può andare fuori.
Avvocato Filastò: Si potrebbe, Presidente, fare una pausa di 5 minuti?
Presidente: Va bene. E così facciamo anche la… minuti? Come si chiama lui? Avvocato Colao, come si chiama? Ulivelli…?
Avvocato Colao: Ulivelli Giuliano. Ulivelli Giuliano.

P.M.: Comunque, l’Allegranti… Ecco, un’altra cosa. Lei ricorda… questa macchina, lei ci ha spiegato che la portiera… chi materialmente siete intervenuti?
Marco Martini: Io e Gargalini, all’interno dell’auto.
P.M.: Ecco. L’Allegranti dove era?
Marco Martini: L’Allegranti era, credo sia stato a preparare la lettiga per caricare…
P.M.: Quindi, lui, Allegranti, non era alla macchina. Siete entrati voi due.
Marco Martini: C’ha dato una mano sicuramente. Ora, lì per lì, penso… cioè, ci hanno dato una mano a tirargli fuori il corpo da…
P.M.: Sì, ma capisce…
Marco Martini: Non dalla macchina ma dal fosso che era alto. Alla strada, di sicuro sono venuti. Ora io chi c’era chi un c’era non me lo ricordo perché quando si fa…
P.M.: Sì, ma in questa macchina chi siete entrati materialmente, lo ricorda? A tirar fuori…
Marco Martini: Sì, io e Gargalini.
P.M.: Gli altri due? Perché rimangono allora il Ciampi e l’Allegranti… l’Allegranti, ci ha detto, è alla macchina… è all’ambulanza a preparare.
Avvocato Filastò: Sì, ma ha detto anche che gli ha dato mano anche lui.
Avvocato: Ha detto anche quando una volta estratto gli ha dato una mano.
Avvocato: Eh, no.
P.M.: A tirarla dal fosso.
Avvocato Bertini: Dal fosso ha detto. Nel fosso, quando erano nel fosso. Diciamo tutto Filastò, eh.
P.M.: Ricorda allora il Ciampi… l’Allegranti ci ha detto, il Ciampi cosa faceva?
Marco Martini: Il Ciappi cosa faceva?
P.M.: Ciappi, sì.
Marco Martini: Ciappi… allora, no, di preciso non me lo ricordo, però so che era lì, vicinissimo a noi e che ci dette una mano praticamente dal fosso a tirallo in su.
P.M.: Quindi, allora, per il ricordo suo…
Marco Martini: Cioè, poi sulla lettiga…
P.M.: … Allegranti…
Marco Martini: … lo misero loro, mi sembra. Ora, icché ho fatto, secondo il passo un me lo posso ricordare.
P.M.: E durante il trasporto in ospedale a Empoli, l’Allegranti guidava o…
Marco Martini: Sì, sì.
P.M.: Lui guidava?
Marco Martini: L’autista guidava.
P.M.: No, siccome non… questo ragazzo, il Mainardi, non parlava, era in coma…
Marco Martini: Un c’era possibilità che parlasse, era proprio ridotto male.
P.M.: Lei quanti servizi aveva fatto a quel momento lì, di questo tipo?
Marco Martini: Primo servizio.
P.M.: Era il primo servizio della sera.
Marco Martini: Era il pr… Esatto.
P.M.: Bene, grazie, non ho altre domande.
Avvocato Colao: Senta, scusi, vorrei chiederle una cosa: voi vi trovate alla Croce d’Oro per fare il servizio?
Presidente: Scusi, avvocato Colao, un attimo solo, sulla domanda che ha fatto il Pubblico Ministero. Il primo servizio di quella sera o primo servizio dell’autoambulanza.
Marco Martini: L’ambulanza è nata nell’82 d’estate, quindi mi sembra che era il periodo… luglio quel giorno…
Presidente: Cioè il primo intervento che ha fatto lei.
Marco Martini: Il primo intervento…
Presidente: In assoluto.
Marco Martini: Sì.
Presidente: Prego, prego.
Avvocato Colao: Senta, scusi, lei li vide i vetri della vettura, della SEAT, se erano rotti o sani?
Marco Martini: No, non ci feci caso.
Avvocato Colao: Si ricorda come… se ci fu agitazione dovuta al fatto che non si poteva aprire queste portiere?
Marco Martini: In un primo momento. Poi, appena, almeno quello che mi ricordo della mia parte, dove dovevo entrare io quando apro la portiera che mi ritornò addosso, allora, altra gente sulla strada mi dette mano a aprire la portiera, però…
Avvocato Colao: E da dove…
Marco Martini: … chi erano…
Avvocato Colao: Ecco, come fu aperta questa portiera, con un piede di porco?
Marco Martini: Mi sembra di sì, insomma, fu sganasciata, addirittura, da tre o quattro persone, presa, proprio tirata indietro.
Avvocato Colao: Insomma, le domando, una cosa è tirare con le mani e una cosa è avere uno strumento. Lo conosce il piede di porco?
Marco Martini: Ah, no, lo strumento io un l’ho visto, se c’era o l’hanno usato non lo so.
Avvocato Colao: Un’altra cosa. Voi fate servizio tutti insieme alla Croce d’Oro di Montespertoli?
Marco Martini: Sì.
Avvocato Colao: Vi siete più trovati dopo questo episodio a far servizio insieme?
Marco Martini: Sì, sì, ha’ voglia.
Avvocato Colao: Ne avete parlato di questo fatto con l’Allegranti e con altri?
Marco Martini: Si sarà parlato certamente ma ora un è che mi ricordo.
Avvocato Colao: No, le sto domandando se avete…
Marco Martini: Forse, subito dopo il fatto, qualche settimana… una settimana ma forse nell’immediato, ma non… che io mi ricordi, nei tempi passati, insomma…
Avvocato Colao: Sì, per ricostruire le modalità, ne avete mai parlato, per ricordarvi come avevate fatto?
Marco Martini: No, con Allegranti, io no. Con… magari la prima volta che ci si trovava in sede, con Ciappi sì, cioè, sicuramente con questi… con Gargalini sì. Cioè, anche quando ci si trovò a Montespertoli a deporre, sicuramente ci si trovò prima e poi s’andò a…
Avvocato Colao: Va bene, grazie.
Presidente: Altre domande?
Avvocato Filastò: Una domanda, Presidente, avvocato Filastò, difensore di Vanni. Signor Martini Marco, una domanda secca: lei è sicuro che il giovane era sul sedile dietro?
Marco Martini: Sì.
Avvocato Filastò: Sicuro?
Marco Martini: Sì.
Avvocato Filastò: Grazie.
Presidente: Altre domande?
P.M.: Sì. Una Presidente, scusi. E lei ci sa dire oggi quale era la posizione che vide lei del sedile lato guida?
Marco Martini: Lato guida? Ah, quando…
P.M.: Lei ha visto il ragazzo…
Marco Martini: Sì, sì.
P.M.: … sul sedile dietro…
Marco Martini: Sì, sì.
P.M.: … allora, il sedile lato guida come era messo?
Marco Martini: Regolare come doveva stare. Normale, fermato…
P.M.: Cioè, a novanta gradi…
Marco Martini: A novanta gradi, a novanta gradi. Fermo a novanta gradi, anche l’altro sedile era a novanta gradi.
P.M.: Lei ricorda se su questo sedile vide delle macchie di sangue, se c’era sangue dietro, sangue da…
Marco Martini: No, questo no, era buio, sangue ce n’era tanto, perché eravamo tutti…
P.M.: Bene, grazie. Non ho altre domande.
Presidente: … là dietro, il sedile davanti come fu fatto… come fu messo? Fu lasciato così o fu spostato, e, se fu spostato, come.
Marco Martini: No, il sedile, tutti e due furono tirati in avanti, si aveva da lavorare dietro.
Presidente: Cioè, furono ribaltati in avanti.
Marco Martini: Sì, verso il parabrezza.
Presidente: Bene.
Marco Martini: E poi…
Presidente: … fu tirato fuori il corpo.
Marco Martini: Lui dalla parte di là prese il ragazzo co: piedi, lo tirò e a strattoni si buttò fuori dalla macchina, insomma…
Presidente: Bene.
Marco Martini: … si mise fuori.
P.M.: Scusi, ancora una domanda. Vide se qual… lei dice eravate solo lei e il Gargalini a fare questa operazione.
Marco Martini: Non ho capito.
P.M.: Mi scusi, lei ha detto che eravate lei e il Gargalini a fare questa operazione.
Marco Martini: Dentro l’auto a tirar fuori il ragazzo, sì.
P.M.: Vide se il Gargalini abbassava lo schienale del sedile di guida verso dietro?
Marco Martini: No, no, no. Cioè, non lo vi… non mi ricordo, può darsi che… non lo so.
P.M.: Allora, nell’estrarre il ragazzo, vide se…
Marco Martini: Nell’estrarre il ragazzo sì.
P.M.: Scusi, vide se lo schienale del sedile di guida era sopra il corpo del ragazzo, abbassato sopra di lui?
Marco Martini: No, appena fu aperta la macchina i due sedili erano regolari. Poi si fu noi a tirarli, a mandarli verso il parabrezza.
P.M.: Ecco, io le chiedo: lei ha mai visto, in questa operazione, lo schienale invece girato verso il dietro?
Marco Martini: No.
P.M.: Sul ragazzo.
Marco Martini: Lo schienale addosso al ragazzo?
P.M.: Sì. Così è…
Marco Martini: No. Cioè, come è possibile?
P.M.: Ce lo ha detto il Gargalini ora. Ce lo ha detto il Gargalini.
Marco Martini: Cioè, lo schienale del 127 un credo sia ribaltabile.
P.M.: Be’, ci sono le foto che è ribaltato, quindi, questo…
Marco Martini: Non…
P.M.: Io le chiedo se ha visto…
Marco Martini: No, no.
P.M.: … il Gargalini fare questa operazione di abbassare il sedi… lo schienale del sedile lato guida sul ragazzo, sulla direzione del corpo del ragazzo.
Marco Martini: Praticamente, dove è il ragazzo lui ha abbassa…
P.M.: Sì. Ce lo ha detto cinque minuti fa.
Marco Martini: Va be’, io un l’ho visto io fare questo.
P.M.: Bene. Grazie.
Avvocato Filastò: Un’altra domanda, Presidente.
Presidente: Sì, Sì.
Avvocato Filastò: I piedi del ragazzo erano sotto il sedile anteriore?
Marco Martini: Un lo so. Non lo posso sapere…
Avvocato Filastò: Ma era sdraiato il ragazzo?
Marco Martini: Come… cioè, era reclinato all’indietro.
Avvocato Filastò: Sì. Semisdraiato.
Marco Martini: Sarà stato un po’ giù, così.
Avvocato Filastò: Sì.
Marco Martini: Penso…
Avvocato Filastò: Quando voi siete intervenuti, ha notato se per caso i sedili, i due sedili anteriori, erano spostati un po’ indietro, un po’ troppo indietro? Ci fece caso?
Marco Martini: No.
Avvocato Filastò: Non ho altre domande.
Presidente: Prego, può andare, grazie.
Marco Martini: Prego.

Presidente: Prego, Ciampi Paolo. Lei è Ciampi Paolo?
Paolo Ciampi: Sì.
Presidente: Senta, vuole essere ripreso dalle telecamere o no?
Paolo Ciampi: È indifferente.
Presidente: Bene. Dove è nato, dove risiede?
Paolo Ciampi: Dove sono nato? A Xxxxx. Il XX/XX/XX.
Segr. d’udienza: (voce fuori microfono)
Paolo Ciampi: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.11
Presidente: Senta, signor Ciampi, lei è intervenuto anche lei con l’ambulanza di Croce Verde di Montespertoli a Baccaiano?
Paolo Ciampi: Sì, esattamente.
Presidente: La sera dell’omicidio di Baccaiano, insomma.
Paolo Ciampi: Sì.
Presidente: Ecco. Può dire come trovaste la macchina e i cadave… cioè, il giovane e la ragazza che erano in macchina?
Paolo Ciampi: Mah, la macchina era nel fossetto e i corpi erano dietro. Dietro al sedile posteriore.
Presidente: Tutti e due al sedile posteriore.
Paolo Ciampi: Sì.
Presidente: Sa dire chi era a destra e chi era a sinistra?
Paolo Ciampi: Non ricordo, anche perché non entrai io dentro all’auto, perché più di due persone non…
Presidente: Non entrò nell’auto lei? Non è entrato nell’auto?
Paolo Ciampi: No. Entrò i miei colleghi Martini e Gargalini, mi sembra.
Presidente: Loro due sono entrati dentro.
Paolo Ciampi: Sì.
Presidente: E lei cosa ha fatto?
Paolo Ciampi: Sono rimasto fuori, li ho aiutati dopo perché dal dentro da soli non riuscivano a… Quindi, sono rimasto fuori, ho dato una mano a metterlo sulla lettiga.
Presidente: Quando il giovane veniva tirato fuori dalla macchina.
Paolo Ciampi: Esattamente.
Presidente: Senta, e come fu aperto lo spo… quale sportello fu aperto?
Paolo Ciampi: Mah, mi sembra sicuramente quello della guida.
Presidente: Quello della guida.
Paolo Ciampi: Sì.
Presidente: Come fu aperto lo sa?
Paolo Ciampi: Almeno, io, mi sembra, ero dalla parte della guida.
Presidente: Come fu aperto?
Paolo Ciampi: Niente, mi ricordo c’era un sacco di persone, mi sembra, furono anche aiutati… fummo aiutati ad aprire questo sportello, a sganasciarlo un po’ per entrare.
Presidente: Avete fatto… come avete… cosa avete usato? O avete fatto con la forza delle mani…
Paolo Ciampi: No, no, niente: mi sembra la portiera fosse aperta. Hanno aperto normalmente lo sportello. Solamente, siccome non si apriva molto, fu, mi sembra, un po’ sganasciato per entrare meglio. Comunque, secondo me, erano aperte le portiere.
Presidente: Senta, il sedile anteriore come era disposto?
Paolo Ciampi: Non ho capito.
Presidente: Il sedile posto di guida come era disposto? Come era collocato?
Paolo Ciampi: Mah, quando sono arrivato io, perché io ho sistemato la lettiga prima, quindi, quando sono arrivato alla macchina erano già dentro i miei colleghi e i sedili erano appoggiati in avanti, erano tirati su.
Presidente: Reclinati in avanti.
Paolo Ciampi: Verso il cruscotto.
Presidente: Bene. Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Sì. Due cose. Scusi, lei ci ha detto ora due cose che, io, riesco a capire poco, perché lei dice: ‘erano sul sedile dietro, però io non li ho visti ‘. Come sa che erano 1 ragazzi?
Paolo Ciampi: Perché quando sono arrivato alla macchina ancora i miei colleghi erano dentro e non erano stati estratti. Erano indietro ancora, sui sedili…
P.M.: Erano all’indietro o seduti sul sedile dietro?
Paolo Ciampi: No, no, mi sembra avessero la testa entrambi appoggiata in questo…
P.M.: La testa. Sì, però, capisce, se uno dei due aveva il sedile reclinato giù, aveva ugualmente la testa… Io le chiedo: il tronco delle persone lei lo ha visto se era sul sedile davanti o sul sedile di dietro? Il tronco, il bacino, mi scusi.
Paolo Ciampi: Mah, penso proprio… Senz’altro su… sono sicuro che è sul posteriore.
P.M.: Mi scusi, eh, signor Ciampi, vorrei che lei riflettesse un attimo.
Paolo Ciampi: Senz’altro.
P.M.: Lei dichiarò al P.M. il giorno 22 di giugno dell’82: “Io non ho visto la posizione del Mainardi e nemmeno ho provveduto ad estrarlo dal veicolo, in quanto mi sono occupato di predisporre la barella per il trasporto”. Se non l’ha visto, le viene fatta proprio questa domanda, come fa a distanza di, esattamente, quindici anni a sapere che, invece, la posizione. . . se al momento non la sapeva perché non l’aveva vista.
Paolo Ciampi: Va be’, al momento, insomma, mi sembra che siano passati diversi anni da questo…
P.M.: Sì.
Paolo Ciampi: Molto probabilmente al momento avrò pensato quello, senza dubbio.
P.M.: Come, avrà pensato?
Paolo Ciampi: Se l’ho dichiarato.
P.M.: E allora perché oggi dice… se all’epoca ha detto : “Io non ho visto la posizione del Mainardi e nemmeno ho provveduto a estrarlo dal veicolo…” E dice invece: ‘era sul sedile di dietro’.
Paolo Ciampi: Va be’, allora le posso dire questo, che essendo fuori dalla macchina, adesso mi ricordo, mi hanno passato le persone e ho visto che erano sul di dietro.
P.M.: Le hanno passato che cosa, mi scusi?
Paolo Ciampi: Queste persone.
P.M.: Le hanno passato le persone, cosa vuol dire?
(voce fuori microfono)
P.M.: I co… Sì, no, volevo che lo dicesse lui.
Paolo Ciampi: Dalla macchina. Cioè, eravamo un’ambulanza, io credo siamo andati lì per questo, non credo…
P.M.: Sì, no, ma io volevo capire come mai all’epoca, a domanda specifica, le viene chiesto la posizione della ragazza e la dice, la posizione del ragazzo dice: “Io non ho visto la posizione del Mainardi…”. E oggi è così sicuro. Capisce…
Paolo Ciampi: Certo.
P.M.: … io… poi sarà un altro argomento, però volevo capire come mai, all’epoca, non dà questa risposta e oggi la dà così sicuro.
Paolo Ciampi: Allora, posso dire senz’altro, dopo tutti questi anni, qualcosa che mi sfugge ci sarà non solo questo, anche altre cose, senza dubbio.
P.M.: No, ma capisce, le sfuggiva allora e ora se la ricorda, è questo che voglio dire. Oggi si ricorda la posizione, ventiquattro ore dopo non se la ricordava. Anzi, non è che non se la ricordava, dice: “Io non ho visto la posizione del Mainardi…”. Vuol vedere un attimo se è il verbale che ha fatto lei?
Paolo Ciampi: Devo leggere…?
P.M.: No, no, solo se è la firma sua su quel verbale, se lo vuole rileggere il verbale.
Paolo Ciampi: Senz’altro è la firma mia.
P.M.: Era lei. In un punto di questo verbale c’è scritto questa cosa… Lei ricorda a che ora interveniste?
Paolo Ciampi: Mah, mi sembra poco dopo la mezzanotte, circa.
P.M.: Lei ricevette la telefonata, era nel… non ricorda chi la ricevette?
Paolo Ciampi: No, no, mi sembra c’era una persona addetta su ai telefoni… eravamo lì nella sala.
P.M.: Senta, lei, all’epoca… l’età esatta se ci può dire che età aveva all’epoca del fatto.
Paolo Ciampi: Mah, se questo è successo nell’82, credo, mi sembra diciassette anni.
P.M.: Lei aveva fatto già molti servizi?
Paolo Ciampi: Primo servizio,
P.M.: Quella sera era il primo servizio anche per lei.
Paolo Ciampi: Primo servizio. Cioè, dopo aver fatto il corso…
P.M.: Sì, sì…
Paolo Ciampi: … in ambulanza.
P.M.: … no, dico, materialmente era il primo servizio.
Paolo Ciampi: Di intervento ufficiale, sì.
P.M.: C’erano dei problemi? Siccome, l’Allegranti ci ha detto che c’erano dei problemi su quelli… avevano messo la firma i genitori, chi non l’aveva messa, lei ricorda qualche circostanza di questo tipo relativa a una firma… Io onestamente non ho capito. Le riporto le parole dell’Allegranti, dice: ‘c’erano dei giovani – e cita Ciappi e Martini Marco dice – ‘me li ricordo di quattordici-quindici anni, c’avevano la firma dei genitori, quindi, ho dovuto fare, sostanzialmente, darmi da fare io perché loro erano… non sono potuti intervenire, insomma, erano…’
Paolo Ciampi: Non mi ricordo assolutamente se i miei hanno dovuto firmare, questo non mi ricordo.
P.M.: Non se lo ricorda. Senta una cosa, lei ricorda questa operazione di estrazione dei corpi: l’Allegranti dove era?
Paolo Ciampi: Mah, senz’altro non nella macchina, come le ripeto…
P.M.: Lui non era nella macchina.
Paolo Ciampi: No, non era nella macchina.
P.M.: Non è intervenuto nella macchina.
Paolo Ciampi: No, credo, ora non mi ricordo se è rimasto o all’ambulanza o era accanto a me, fuori dalla… macchina a aspettare, insomma, aiutare gli altri due che erano dentro.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Avvocato Colao: Senta, scusi, una domanda.
Paolo Ciampi: Dica.
Avvocato Colao: Lei ha detto che le portiere erano’ aperte, no?
Paolo Ciampi: No, ho detto che si sono aperte facilmente, secondo me non erano, diciamo, le sicure. Non è che abbiamo dovuto sganasciarle per aprire.
Avvocato Colao: Bene.
Paolo Ciampi: Per aprirle bene abbiamo dovuto…
Avvocato Colao: Benissimo. Una cosa ancora. I vetri di queste due portiere erano rotti o sani?
Paolo Ciampi: Di preciso non glielo so dire, secondo me, no. Non ho ricordanza che fossero rotti e c’erano i vetri dentro alla macchina, mi pare proprio di no. Comunque, con esattezza, non glielo posso…
Avvocato Colao: Prego. E macchie di sangue evidenti, lei se le ricorda?
Paolo Ciampi: No.
Avvocato Colao: Sul sedile…
Paolo Ciampi: No.
Avvocato Colao: … lungo le fiancate…
Paolo Ciampi: No. No, perché fra l’altro c’era molto buio nella macchina. Avevamo la pila dell’ambulanza, però, insomma, non… c’era molto buio lo stesso, non si riusciva… Comunque, per me, non ho visto macchie di sangue.
Avvocato Colao: Senta, dopo che è avvenuto questo fatto. Fra di voi avete commentato per ricostruire la dinamica o no?
Paolo Ciampi: Sa, è normale, insomma, voglio dire, erano dei ragazzetti, sa, già era una cosa… e comunque, dopo, sì, direi di sì.
Avvocato Colao: E ci fu fra voi qualcuno che disse che il corpo era dietro e qualcun altro… del Mainardi, Paolo Mainardi, e qualcun altro diceva che era davanti?
Paolo Ciampi: No. Entrambi hanno sempre detto anche loro sono arrivati primi, che dentro erano dietro i corpi.
Avvocato Colao: ‘ Va bene, grazie.
Paolo Ciampi: Prego.
Avvocato Pellegrini: Sì, una domanda, sono l’avvocato Pellegrini. Solo questo. Lei adesso ha visto il verbale della deposizione che fece all’epoca, e ha reso quelle dichiarazioni che prima il Pubblico Ministero le ha letto. Fu forzato dai Carabinieri a dire in quel modo o fu spontanea la sua dichiarazione di allora?
Paolo Ciampi: Spontanea.
Avvocato Pellegrini: Grazie.
Presidente: Altre domande?
Avvocato Filastò: Lei ha detto che quello era il primo servizio che faceva. La stessa cosa, se non sbaglio, era per Gargalini, che era il primo servizio anche per lui.
Paolo Ciampi: Sì, anche per Martini.
Avvocato Filastò: Anche per Martini.
Paolo Ciampi: Mi sembra di… No, Martini senz’altro, Gargalini non…
Avvocato Filastò: Non lo sa. Quindi, salvo Allegranti, praticamente eravate tutti al primo servizio?
Paolo Ciampi: Se anche Gargalini era… sì, io e Martini, senza dubbio, abbiamo fatto il corso insieme…
Avvocato Filastò: Eravate quattro, no, se non sbaglio.
Paolo Ciampi: Eravamo quattro sull’ambulanza, sì.
Avvocato Filastò: Di cui, certamente, lei e Martini al primo servizio.
Paolo Ciampi: Questo sicuramente.
Avvocato Filastò: E questa… lei ha detto che la costituzione di questa Croce d’Oro era avvenuta proprio poco prima.
Paolo Ciampi: Non ho capito, scusi, questa…?
Avvocato Filastò: La costituzione di questa associazione e quindi di questo servizio era di poco prima del vostro intervento?
Paolo Ciampi: Sì. Sì.
Avvocato Filastò: Di quanto tempo prima?
Paolo Ciampi: Eh, di preciso non mi ricordo, stava nascendo, eravamo i primi segnati, insomma, ecco, era ancora da metter su per bene. Mi ricordo avevamo ancora una macchina sola, mi sembra, la prima donata dal paese, o la prima o la seconda. Eravamo proprio agli inizi, comunque.
Avvocato Filastò: Ha detto “segnati” nel senso che c’era un registro che indicava quelli che erano le persone che si occupavano…
Paolo Ciampi: Non glielo so dire di preciso se questo esisteva su un registro o no, non glielo so dire.
Avvocato Filastò: Non lo sa dire. Senta, posso sapere che lavoro fa lei ora?
Paolo Ciampi: Sì. Io lavoro… sono socio di una cooperativa e lavoro… abbiamo un appalto in una caserma militare a Rifredi, il C.R …(?) di Firenze.
Avvocato Filastò: Ho capito. Cooperativa di servizi, di che cosa?
Paolo Ciampi: Facchinaggio.
Avvocato Filastò: Benissimo. Senta lei, quando venne interrogato, in questa occasione il 22 di giugno, venne interrogato brevemente, oppure a lungo? Se si ricorda. Cerchi di rammentare…
Paolo Ciampi: Dai Carabinieri?
Avvocato Filastò: Dai Carabinieri, poi dal… Sì, dai Carabinieri. In questo caso dai Carabinieri.
Paolo Ciampi: Sì, sì. Io mi ricordo andammo in caserma.
Avvocato Filastò: Sì, sì, infatti non c’era…
Paolo Ciampi: Ma non eccessivamente tanto. No, no, non fu lunga. Almeno che mi ricordi non particolarmente lunga.
Avvocato Filastò: Fu una cosa sbrigativa?
Paolo Ciampi: Sì, sì. Diciamo, i fatti essenz… Almeno questo mi ricordo.
Avvocato Filastò: Ho capito. Comunque lei, in quella occasione, disse: “Mi avvicinai alla FIAT 127 al lato del passeggero e notai subito la ragazza seduta sul sedile posteriore,- lato passeggero, con la testa reclinata all’indietro”.
Paolo Ciampi: Sì.
Avvocato Filastò: Quindi la ragazza la vide bene certamente.
Paolo Ciampi: Sì, sì.
Avvocato Filastò: E ora, ricordando…
Paolo Ciampi: Ovviamente questo è sempre in penombra.
Avvocato Filastò: Certo.
Paolo Ciampi: Non chiaramente…
Avvocato Filastò: Certo. Ma ricordandosi ade… cercando di rammentare, partendo dalla constatazione sua della || posizione della ragazza, la domanda è questa: il ragazzo era accanto alla ragazza?
Paolo Ciampi: Mah, per me sì.
Avvocato Filastò: Bene, grazie.
Presidente: Prego. Può andare, grazie.

Presidente: Ulivelli Giuliano. Lei si chiama Ulivelli Giuliano.
Giuliano Ulivelli: Ulivelli Giuliano, nato a Xxxxxx il XX/XX/XX.
Presidente: Senta, ha difficoltà a essere ripreso dalla telecamera, o no?
Giuliano Ulivelli: Mah, tanto ormai mi sembra di essere stato ripreso…
Presidente: Va be’. Legga quella formula che le viene posta.
Giuliano Ulivelli: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.”
Presidente: Senta, la sera dell’omicidio di Baccaiano, lei andò sul posto?
Giuliano Ulivelli: No.
Presidente: E cosa sa lei di questo omicidio?
Giuliano Ulivelli: Io, se devo dire com’è andato le cose: noi abbiamo ricevuto una telefonata a notte fonda…
Presidente: Noi chi?
Giuliano Ulivelli: Cioè, noi in famiglia, io…
Presidente: Noi in famiglia.
Giuliano Ulivelli: Insomma, diciamo.
Presidente: Eh.
Giuliano Ulivelli: Che insomma era successo questo incidente, era la zia che diceva: ‘Paolo gl’ha avuto un incidente, è all’ospedale, sta male’.
Presidente: Scusi, è il parente di chi, del…
Giuliano Ulivelli: Io sono… ho sposato la sorella di Paolo. Sarei il cognato di Paolo.
Presidente: Del giovane.
Giuliano Ulivelli: Del giovane. E praticamente siamo andati all’ospedale. Anzi, io, prima, mi sono dovuto fermare lì dalla ragazza, dalla famiglia dell’Antonella.
Presidente: Sì.
Giuliano Ulivelli: Perché noi non si sapeva se c’era anche lei, se non c’era. E allora ho dovuto farlo. Prendere tutto il coraggio e svegliarli. Sicché… La ragazza non era tornata e allora s’è pensato che ci fosse anche lei nell’incidente, insomma, a noi c’avevan detto di questo incidente. Siamo andati all’ospedale, ci ha fermato una pattuglia di Polizia, un paio di chilometri più in giù.
Presidente: Dove a Empoli?
Giuliano Ulivelli: Sì, a Empoli. E allora io scesi e volevo sapere un pochino, m’ero reso conto… perché mi disse un poliziotto, dice, gli dissi: ‘guardi, per favore, ci lasci andare, devo andare di corsa all’ospedale’. ‘Ah’ – disse – ‘che siete quelli dell’incidente?’, anzi, dell’incidente lui disse: ‘siete quelli della coppia?’ E allora dissi: ‘ma che è successo?’ – quando ero sceso – ‘ma come stanno?’. E disse: ‘la ragazza l’è morta e il ragazzo sta male’. Però non ci disse che c’era solo lui a Empoli. Io c’avevo il babbo della ragazza anche e siamo arrivati laggiù, insomma, e c’era un sacco di Polizia, però nessuno ci diceva…
(voce fuori microfono)
Giuliano Ulivelli: Sì. Io, insomma, andando giù c’era la mi’ socera, sarebbe stata la mamma di Paolo, il babbo che gl’era morto un anno e mezzo prima, sicché e un c’era, c’era lo zio con noi. Sicché si può immaginare poi quande siamo arrivati laggiù… chi si sveniva davanti, un altro… è stato un momento triste insomma. Finché un dottore gl’ha detto che stava male e così via. Però io cercavo di sapere in dove era questa ragazza, perché il babbo voleva sapere… E insomma, lì dall’ospedale l’hanno chiamato qualcuno della Polizia e gli hanno detto che la ragazza e l’era alla Medicina Legale, sicché dovevo tornare a riportare a casa il babbo dell’Antonella. Sicché non volevano i dottori che venissi via, perché dice da un momento all’altro more questo ragazzo e allora ci vuole qualcuno qui che tiene un po’ questa gente, perché insomma, c’era la mi’ moglie, la mi’ socera appunto, lo zio lì. E allora dissi io: ‘telefono a il mi’ cognato che venga via sicché ci si scambia per la strada, vu state solamente un momento senza nessuno’. Allora così si fece. Fu quando poi arrivai a casa della ragazza a portare il babbo, che c’era stato il maresciallo e gli disse a i ‘ fratello che era successo questa faccenda, insomma, che questi ragazzi erano stati ammazzati. E così insomma, poi io lo dovetti comunicare al babbo della ragazza, con tutte le conseguenze di sofferenza.
Presidente: (voce fuori microfono)
Giuliano Ulivelli: Io a Baccaiano ci sono andato la mattina. Però, lì c’era i Carabinieri, non facevano andare. Ora, qui, per quello che io dovrei dire, è questo: siccome Paolo, il babbo un ce l’aveva, sicché s’è cercato di assumersi insomma un po’ tutto per quello che riguardava questa cosa. E siccome il ragazzo l’era talmente affezionato a tutti noi, si stava cercando… s’avea bisogno di sapere la verità, di sapere un po’ come l’era andata. L’era una necessità, insomma, che non si poteva fare a meno. Praticamente la macchina ci dissero non c’era più, perché l’avevano portata via a quel punto lì. In seguito noi si chiese di poter vedere questa macchina, vedere in che condizioni era, perché si stava pensando anche che quando l’era… siccome l’era sotto sequestro, quando l’avrebbero restituita, di vedere un pochino di farla sparire il più presto possibile per non farla vedere in giro ai genitori. Perché il ricordo della macchina sarebbe stato ancora altre pugnalate al cuore dei genitori. E insomma lo zio di Paolo, si mise d’accordo lui -che ora anche lui l’è morto, morì di infarto come il mi’ socero – si mise d’accordo con i Carabinieri che quando gl’era possibile si andava a vedere questa macchina. E una sera, mi sembra un venerdì sera, ci disse: ‘allora gl’ha detto che si può andare domattina’, mi sembra siamo andati un sabato mattina, a Signa. E siamo andati a vedere, insomma, c’hanno fatto vedere questa macchina laggiù. E c’era il mi’ cognato anche…
Presidente: Alla caserma.
Giuliano Ulivelli: Sì, alla caserma. C’avevano una Corte lì e c’era questa macchina. Questa macchina la si presentava in una condizione l’era, insomma, diciamo faceva impressione, perché gl’era stato buttato tutto all’aria dentro. A parte l’era sporca anche fori, perché non so… tutta polverosa. Ma comunque dentro l’era tutta, diciamo manomessa da quello che erano sedili, cose, era tutto buttato all’aria. Poi ci dissero che l’era perché cercavano dei proiettili insomma, e allora l’avevano… Allora ci siamo messi a guardare io e il mi’ cognato questa macchina e quello che c’ha dato parecchio da vedere, s’è constatato che c’era una bella striscia di sangue che dalla… c’era il vetro rotto sulla parte della guida. Sicché, nel canale dove scorre il vetro, c’era tanto sangue, con una bella macchia abbastanza larga, gl’era colato fino in fondo e gl’era andato giù fino…
Presidente: (voce fuori microfono)
Giuliano Ulivelli: Eh?
Presidente: (voce fuori microfono)
Giuliano Ulivelli: All’intercapedine fra il pa… Siccome il pannello l’era stato levato, l’era lì appoggiato alla portiera, però l’era stato levato. Noi s’è visto bene che l’era dietro, però… perché e un c’era pannello. E allora questo sangue gl’era colato, questa striscia, fino in fondo, fino alla moquette, insomma, al pavimento della macchina. L’aveva fatto il bordino dove chiude lo sportello, era risceso fino un pochino in terra lì della… E tutta questa macchia di sangue c’ha dato molto da pensare. Noi s’è fatto delle considerazioni, non so se qui le posso dire.
Avvocato Filastò: No.
P.M.: No, aspetti.
Avvocato Filastò: Ha chiesto ‘un so se le posso dire’, gl’ho detto io di no.
Avvocato 1: Magari facciamoglielo dire al Presidente.
Avvocato 2: Sentiamo se può essere detto.
Giuliano Ulivelli: Io… non so. Noi, io e il mi’ cognato, s’è pensato che il ragazzo…
Presidente: No cosa avete pensato, cosa avete visto ancora. Lei dice ha notato questa macchia di sangue nell’intercapedine dello sportello, eccetera. Poi che altro ha notato?
Giuliano Ulivelli: Beh, noi che s’è notato? La macchina buttata all’aria in questa maniera. Che c’era uno sportello, ora non mi ricordo quale, che gl’era stato affittato perché l’era stato aperto troppo, probabilmente, non lo so per quale motivo. C’era lì vicino alla cerniera, c’era una… forse gl’era stato tirato troppo perché c’era un’insenatura, l’era forzato di dietro si vede, quello s’era visto lì. C’era…
Presidente: I sedili macchiati li ha visti?
Giuliano Ulivelli: C’era il foro nel parabrezza. C’era… Beh, il sangue c’era un po’ in qua e in là, ora… Noi s’è fatto caso parecchio a quella macchina lì perché per noi la significava cose che, se non le devo dire, non le dico.
Presidente: Questo sportello è quello accanto al conducente, o 1’altro?
Giuliano Ulivelli: Quello piegato non me ne ricordo quale gl’era.
P.M.: No, dov’era il sangue?
Presidente: Come? Quello del sangue, quello del sangue.
Giuliano Ulivelli: Ah. No, quello del sangue l’era dalla parte della guida.
Presidente: Il sangue nell’intercapedine.
Giuliano Ulivelli: Dalla parte della guida.
Presidente: Alla guida.
Giuliano Ulivelli: Dalla parte…
Presidente: Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Sì, Presidente. Scusi, ma questa quantità di sangue che dice lei era veramente enorme, si vedeva bene?
Giuliano Ulivelli: Porca miseria se si vedeva!
P.M.: Cioè, ce la può descrivere? Come…
Giuliano Ulivelli: C’era una, diciamo…
P.M.: No, l’ampiezza, mi scusi, la strisciata, o quello che era…
Giuliano Ulivelli: La striscia.
P.M.: La striscia.
Giuliano Ulivelli: La striscia era… una striscia diciamo sui cinque centimetri di larghezza penso.
P.M.: E lunga tutto lo sportello?
Giuliano Ulivelli: Lunga tutto lo sportello. Aveva colato giù, ha visto dove chiude lo sportello poi c’è il bordo della scocca della macchina.
P.M.: Sì.
Giuliano Ulivelli: L’aveva colato sulla moquette, fino al pavimento. Al pavimento sì fermava. C’era…
P.M.: Nell’interno dell’auto?
Giuliano Ulivelli: Nell’interno dell’auto.
P.M.: C’era la moquette di questa macchina?
Giuliano Ulivelli: Sì. C’era…

P.M.: E il sangue era in prossimità dello striscia sullo sportello?
Giuliano Ulivelli: Sì. Sì, colato. La colatura andava giù dritta, fino giù al pavimento praticamente.
P.M.: E, mi scusi, rispetto allo sportello, la colatura era nel mezzo, più sul davanti, più sul dietro, nel centro?
Giuliano Ulivelli: Con precisione le dirò che l’era una striscia, era piuttosto… diciamo, se si calcola metà dello sportello, forse era leggermente più all’indietro.
P.M.: Ho capito.
Giuliano Ulivelli: Diciamo più vicino al pippolino che s’è detto…
P.M.: Della sicura?
Giuliano Ulivelli: … della sicura, ecco.
P.M.: E lei dice: questa colatura andava anche sul montante del…
Giuliano Ulivelli: Sì, scendeva addirittura, ha visto, c’è un bordino che sarà alto cinque o sei centimetri, scendeva fino giù dove sta il tappeto.
P.M.: Ecco, nell’interno dello sportello e fino sul ta. . . sulla modanatura… sul metallo e poi sul tappeto.
Giuliano Ulivelli: Sì. Sul metallo e scendeva giù fino a dove sta il tappeto.
P.M.: Quanto sarà stata alta e lunga, quanto tutto lo sportello?
Giuliano Ulivelli: Tutto lo sportello.
P.M.: Quello sportello lì aveva il vetro completamente rotto?
Giuliano Ulivelli: Sì.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Avvocato Colao: Una sola cosa dicevo. Senta, signor Ulivelli, ma lei ha parlato della strisciata lunga, no?
Giuliano Ulivelli: Sì.
Avvocato Colao: Oh. Però il sangue, dopo la strisciata, dove era andato a finire, a terra?
Giuliano Ulivelli: A terra. A terra, dove c’è… si mette i tappeti, dove si mette i piedi praticamente. Cioè, lì in quella corrispondenza c’è il seggiolino, praticamente un si mette i piedi. Però l’era giù fino a il pavimento.
Avvocato Colao: Ed era una quantità notevole? Insomma, era evidente o no?
Giuliano Ulivelli: Sì, era evidentissimo che c’era tutta questa… L’era una cosa che c’ha dato subito nell’occhio a noi.
Avvocato Colao: E voi faceste…
Giuliano Ulivelli: Cioè, non ero solamente io, c’era il mi’ cognato e s’è fatto anche – ora m’è stato detto di non lo dire – però s’è fatto anche dei ragionamenti. Lì unnè che ci siamo stati cinque minuti; là ci siamo stati a esaminare un po’. Perché noi s’aveva bisogno di capire perché, perché gl’era successa questa cosa e tutto ci poteva fare, non star meglio, ma insomma più ci se ne occupava e più ci si sentiva un pochino partecipi.
Avvocato Colao: Che cosa ha capito? Che avete capito?
Giuliano Ulivelli: Cioè…
Avvocato Filastò: Opposizione.
Presidente: (voce fuori microfono)
Avvocato Colao: Va bene, un’altra cosa, allora, mi scusi. Voi faceste un’osservazione alle persone che vi avevano fatto vedere questa macchina, riguardo alle macchie di sangue?
Giuliano Ulivelli: Io sì… Io mi ricordo lì, a quello che ce la viense a far vedere, non mi ricordo chi era e non mi ricordo se l’era un graduato o se gl’era un carabiniere, insomma, l’era uno e gli disse, mi sembra un maresciallo: ‘vai a fargli vedere la macchina, sono i familiari’. E lui ci portò giù. Io… Come m’ha detto, scusi? Mi son perso.
Avvocato Colao: Voi gli faceste una domanda a questo graduato circa questa macchia di sangue, questa pozza di sa. ..
Giuliano Ulivelli: Ah, sì. Cioè, gli feci una domanda. Più che altro mi rivolsi a questo… gli dissi: ‘ma santo cielo, gli poteva aver dato anche una lavata a questa macchina’. Insomma, oddio, insomma, per noi, però… e c’era anche la mi’ moglie… No, no, la un c’era la mi’ moglie. Ma c’era lo zio e c’era, mi sembra… Sì, insomma, dico: ‘questi qui, se vedano questo sangue, si…’
Avvocato Colao: Cioè, era tanto evidente che lei disse: ‘gli potevate dare una lavata’,presentava meglio,
Giuliano Ulivelli: Sì. ‘Se gl’avei dato una lavata magari e la si faceva meno pena insomma, vedere queste cose qui’. E mi disse lui, dice: ‘ha ragione, però, purtroppo, il lavaggio non ci sa e allora la macchina l’è così’.
Avvocato Colao: Va bene, grazie.
Presidente: Altre domande? Avvocato Filastò.
Avvocato Filastò: Sì. Dopo quanto tempo dal fatto lei vide questa macchina? Quanto tempo era passato?
Giuliano Ulivelli: Beh, io ora preciso non glielo so dire perché… però la macchina la stiede sequestrata un paio di mesi, mi pare, o roba così. Senza… con il beneficio dell’inventario, perché non me ne ricordo quanto tempo la stette sequestrata. Sicché in quel lasso di tempo lì.
Avvocato Filastò: Eh, ma insomma, più o meno? Una settimana…
Giuliano Ulivelli: No, sarà stato anche un po’ più di una settimana.
Avvocato Filastò: Più di una settimana.
Giuliano Ulivelli: Uhm.
Avvocato Filastò: E cioè, 15 giorni?
Giuliano Ulivelli: Mah, può darsi sia stato 15 giorni, sia stato… Io non mi ricordo. Mi ricordo che si chiese di poter andare a vedere questa macchina, per questi moti che gli ho detto, e quando ci dissero che si poteva andare, s’andò.
Avvocato Filastò: E questo sangue mi immagino sarà stato coagulato?
Giuliano Ulivelli: Eh, l’era un sangue che l’era asciutto, sul punto lì, si può immaginare.
Avvocato Filastò: Di che colore era?
Giuliano Ulivelli: Sangue che gl’era un po’ scurito, non era rosso.
Avvocato Filastò: Era nero?
Giuliano Ulivelli: No, anche un po’ sul marrone, sul marroncino, roba così. Comunque si capiva benissimo che gl’era sangue, unnè che…
Avvocato Filastò: Da che cosa si capiva benissimo che era sangue?
Giuliano Ulivelli: Perché il sangue lo so riconoscere.
Avvocato Filastò: Beh, guardi che le scolature di ruggine assomigliano molto al sangue.
Giuliano Ulivelli: No, no, no, per carità di Dio!
Avvocato Filastò: No.
Giuliano Ulivelli: Non… Quello gl’era sangue.
Avvocato Filastò: E comunque era del sangue – lei dice era sangue sicuramente, va bene – e lo vide da altre parti il sangue dentro la macchina lei?
Giuliano Ulivelli: Io mi ricordo di aver notato bene quello lì. Poi, sicuramente, avrò anche visto… non lo so. Io mi ricordo di averlo visto, quando siamo andati a ritirare gli oggetti personali, sulla borsetta addirittura, c’era sempre parecchi… insomma, l’era sempre sanguinosa.
Avvocato Filastò: Su un golf l’ha notato?
Giuliano Ulivelli: Sì, mi ricordo che c’era questo golf in macchina mi sembra.
Avvocato Filastò: Sì.
Giuliano Ulivelli: E gl’era tutto insanguinato.
Avvocato Filastò: Era tutto insanguinato il golf?
Giuliano Ulivelli: Sì, c’era una maglia, qualcosa del genere l’era, un indumento insomma.
Avvocato Filastò: Era un golf…
Giuliano Ulivelli: Ma non mi ricordo bene se si vide lì o si vide quando s’andò a ritirare.. .
Avvocato Filastò: Gli indumenti.
Giuliano Ulivelli: … gli indumenti.
Avvocato Filastò: Ho capito.
Giuliano Ulivelli: Quando s’andò poi lì a riti— Cioè, gli indumenti, di indumenti c’era quella roba, insomma, non mi ricordo neanche bene quanto si riprese. Comunque c’era degli oggetti personali, insomma, degli indumenti mi sembra che ci dissero servivano alla Scientifica, sicché un c’era…
Avvocato Filastò: Però, invece, un golf ve lo restituirono?
Giuliano Ulivelli: Mah, io non me ne ricordo se ci fu restituito. Ho la visione di questo golf insanguinato.
Avvocato Filastò: Insanguinato.
Giuliano Ulivelli: Però non mi ricordo se l’ho visto a Signa o se l’ho visto da qualche altra parte.
Avvocato Filastò: Ricorda se per caso un golf di foggia maschile o femminile?
Giuliano Ulivelli: Eh, non mi ricordo neanche codesto.
Avvocato Filastò: Bah, io non ho altre domande.
Presidente: Avvocato Bertini?
Avvocato Bertini: Sì, Presidente. Si ricorda se ha visto del sangue sui sedili dell’auto?
Giuliano Ulivelli: Guardi, avvocato, io gli ho detto mi ricordo benissimo di quella parte di sangue lì che gli ho detto, perché la fu quella in do’ si fece… il sangue si vide anche da altre parti, ma se gli dovessi dire i punti dove si vide, non glieli potrei dire.
Avvocato Bertini: Grazie.
Presidente: Bene, può andare, grazie.
Segue…
Avvocato Filastò: Volevo sapere una cosa: Lotti non c’è mica stamani, c’è Lotti?
Presidente: No, no, Lotti non c’è. È due o tre udienze che non viene. Cioè, da dopo l’esame ha smesso di venire. Poi c’era… Qui c’è il certificato medico di Carletti Francesco, l’altro teste. Pare che sia in condizioni un po’ disastrose. L’avete letto voi? Ce l’hanno, Pubblico Ministero, le parti?
P.M.: Il certificato no, perché l’ho avuto io all’ultimo momento.
Presidente: Allora si dice così: “Si certifica che Carletti Francesco, abitante a Xxxxxx, ha subito un gravissimo incidente stradale nell’agosto ’93. A seguito del trauma cranico riportato con ferite cerebrali esposte con fuoriuscita di liquido, entrò in uno stato di coma perdurato quasi due mesi. La ripresa del coma lenta e sofferta ha lasciato il paziente in uno stato di inerzia psicomotoria con evidente rallentamento ideomotorio e gravi disturbi della memoria, sia recente che remota”. La firma è del dottor Luciano Nigi. A questo punto si possono dare per lette le dichiarazioni del…
P.M.: Del Carletti. Per me si possono dare per lette. Ho distribuito alle parti che me l’hanno chiesto. Sicuramente al difensore.
Presidente: Appunto. Le parti, avete difficoltà a darle per lette, o dobbiamo leggerle? O avete qualche altra istanza?
Avvocato Filastò: Presidente…
P.M.: Per me si possono dare per lette, Presidente, come credono loro. Io acconsento a darle per lette. Avvocato: Magari leggiamole, Presidente, se non sono lunghe.
Avvocato Filastò: No, secondo me si può anche farne a meno di leggere.
Presidente: Si possono dare per lette, tanto ce le avete in mano le cose, quindi non c’è problema.
P.M.: Ne do copia io anch’io…
Presidente: Allora, si danno per lette sull’accordo delle parti.
P.M.: Chi non le ha, gliene do copia io.
Avvocato Filastò: Anche perché, Presidente, c’è la stanza dei testimoni che è piena di testimoni intimati da me.
Presidente: Appunto, appunto, questo voglio dire io.
Avvocato Filastò: Volevo sapere quale era più o meno il programma. Se. ..
Presidente: Noi si va tutto il giorno avanti. Quanti ce n’ha lei, avvocato, di testimoni?
Avvocato Filastò: Eh, ce n’ho tanti, Presidente.
P.M.: Possiamo sapere il numero, così facciamo…
Avvocato Filastò: Eccoli qua: uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette e otto.
P.M.: Bene.
Presidente: E allora, possiamo ancora fare qualcuno e poi alle due si sospende e si ripiglia alle tre, tre un quarto, bene?
P.M.: Bene. Bene, grazie.

Avvocato Filastò: Allora, io direi di chiamare il…
Presidente: Quello che vuole lei.
Avvocato Filastò: … don… Prima di tutto don Renzo Pulidori perché ha dei problemi…
Presidente: Facciamo quelli più semplici così… siamo un po’ stanchi…
Avvocato Filastò: Sì, Presidente, è il più semplice. Don Pulidori e poi il dottor Guido Ciappi, che tutti e due hanno degli impegni di carattere… Don Pulidori di carattere episcopale e il dottor Guido Ciappi di carattere professionale. Diamo la precedenza al parroco perché è anche più anziano. Come si chiama lei?
Renzo Pulidori: Io, don Renzo Pulidori.
Presidente: Dove è nato?
Renzo Pulidori: Nato il XX/XX/XX
Presidente: Senta, legga quella formula che le porge ora…
Renzo Pulidori: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.”
Presidente: Prego, avvocato Filastò.
Avvocato Filastò: Grazie, Presidente. Don Pulidori, lei è parroco di San Casciano?
Renzo Pulidori: Di San Casciano, sì. Dal 1960.
Avvocato Filastò: Dal ’60.
Renzo Pulidori: Da 37 anni.
Avvocato Filastò: Uno dei suoi parrocchiani è il signor Mario Vanni, che sta qui accanto a me?
Renzo Pulidori: Sì.
Avvocato Filastò: Lei lo conosce?
Renzo Pulidori: Da sempre, da 37 anni.
Avvocato Filastò: Senta, che le risulti, è cattolico?
Renzo Pulidori: Cattolico praticante. Veniva assai assiduamente in chiesa, faceva anche la comunione.
Avvocato Filastò: Ah sì?
Renzo Pulidori: Sì.
Avvocato Filastò: Con che frequenza si comunicava?
Renzo Pulidori: Ora, di preciso… a fasi alterne. In certi periodi anche assai spesso, addirittura anche quotidianamente a volte.
Avvocato Filastò: Ah sì?
Renzo Pulidori: A volte invece più di rado.
Avvocato Filastò: Si confessava anche?
Renzo Pulidori: No, non ricordo.
Avvocato Filastò: Ho fatto una domanda, fra l’altro, indelicata da parte mia.
Renzo Pulidori: Poi sa, son cose…
Avvocato Filastò: Certamente, certamente.
Renzo Pulidori: … una sfera troppo segreta.
Avvocato Filastò: Ho fatto male a fargli la domanda, mi scusi. Senta, lei sa se la moglie del signor Vanni è ammalata?
Renzo Pulidori: Mah, in questo periodo non credo. Non so, non ho sentito dire niente.
Avvocato Filastò: Ha mai sentito, ha mai saputo direttamente, o sentito dire, che il signor Mario Vanni avesse compiuto atti di violenza particolarmente…
Renzo Pulidori: No. Solo qualche bisticcio sapevo, tra lui e la moglie, perché me lo riferiva la sua mamma, che è deceduta ormai da tanti anni. Mamma Giulia ogni tanto veniva e diceva: ‘eh, non vanno d’accordo questi due figlioli’.
Avvocato Filastò: Si litigano.
Renzo Pulidori: Si litigano un po’. Tutto qui.
Avvocato Filastò: Questo quando avveniva, più o meno?
Renzo Pulidori: Mah, i primi anni dopo il matrimonio.
Avvocato Filastò: Cioè a dire?
Renzo Pulidori: Non ricordo…
Avvocato Filastò: Quando si è sposato, si è sposato con lei Vanni?
Renzo Pulidori: Sì, sì.
Avvocato Filastò: Si è sposato da lei?
Renzo Pulidori: Al tempo mio. Erano tutti e due parrocchiani di San Casciano.
Avvocato Filastò: Si rammenta in che anno più o meno?
Renzo Pulidori: Eh…
Avvocato Filastò: Comunque son tanti anni fa.
Renzo Pulidori: Molti anni fa, sì, sì.
Avvocato Filastò: 20…
Renzo Pulidori: Primi anni del matrimonio.
Avvocato Filastò: Quando si è sposato…
Renzo Pulidori: La mamma è morta…
Avvocato Filastò: Può darsi si sia sposato nel ’64?
Renzo Pulidori: Può darsi, sì. Ora la data precisa non…
Avvocato Filastò: Quindi i bisticci son risalenti ai primi anni del matrimonio?
Renzo Pulidori: Sì, almeno così mi diceva la mamma. L’unica fonte da cui ho saputo questo era questa mamma che veniva spesso in chiesa e mi confidava questi piccoli alterchi insomma.
Avvocato Filastò: Sa se ha avuto… Sa lei direttamente, o ha sentito dire, che facesse vita notturna il signor Vanni?
Renzo Pulidori: Assolutamente no.
Avvocato Filastò: Ha sentito dire, o sa, se fosse cacciatore o pescatore?
Renzo Pulidori: Neppure, no. Non lo so.
Avvocato Filastò: Non lo sa, o non l’ha sentito dire?
Renzo Pulidori: Non l’ho sentito dire, no, no.
Avvocato Filastò: Io non ho altre domande.
Presidente: Pubblico Ministero?
P.M.: Sì, Presidente. Don Pulidori, lei a proposito di questi litigi, che lei ricorda di aver sentito riferiti dalla mamma del signor Vanni, ricorda se una volta il signor Vanni, a seguito di denuncia per questi litigi, fu arrestato?
Renzo Pulidori: No, non lo so.
P.M.: Non lo sa?
Renzo Pulidori: No.
P.M.: Lei sa che – serve a poco – in realtà non si è sposato nel ’64, come dice Vanni, ma si è sposato il 16 giugno ’63, cambia poco. Lui fu denunciato e arrestato esattamente il 9 dicembre del ’63. Ne sa nulla? Cioè, sei mesi dopo il matrimonio.
Renzo Pulidori: Ma questo non lo so.
P.M.: Non lo sa. Sa se ha avuto una figlia malata, cose di questo genere?
Renzo Pulidori: No, non lo so.
P.M.: Non sa dell’esistenza di una figlia?
Renzo Pulidori: No, no.
P.M.: Mai saputo?
Renzo Pulidori: Mai saputo.
P.M.: Lo apprende ora da me?
Renzo Pulidori: Lo apprendo da lei.
P.M.: Che il Mario Vanni e la moglie avevano avuto una figlia malata, che stava in un istituto non…
Renzo Pulidori: Io non lo sapevo.
P.M.: Era perché lei dice di conoscerli, addirittura non sa che hanno avuto una figlia, padre.
Renzo Pulidori: Ho seimila persone…
P.M.: Sì, sì. No, era, siccome lei dice: ‘non so se andava fuori la sera’. Non sa nemmeno che aveva una figlia, quindi, le sue conoscenze…
Avvocato Filastò: Aveva una figlia. La figlia era molto malata, si può anche capire che sia una cosa riservata, da tener riservata in una famiglia.
P.M.: No, anzi, è proprio al parroco che si parla della figlia malata. Ma queste sono osservazioni nostre.
Renzo Pulidori: Ora che lei me lo ricorda, ho la vaga idea di aver sentito sì, che avesse avuto una figlia, sì.
P.M.: La moglie del Vanni si è mai lamentata del fatto che c’erano questi litigi – direttamente la moglie – e che, a seguito di questi litigi e di questo arresto del Vanni, era stata per più di un anno, circa un anno, non abitavano insieme e lui voleva tornar dalla mamma e la moglie stava per conto suo a Firenze?
Renzo Pulidori: A me, direttamente da me lei non me l’ha mai detto no.
P.M.: La signora non gliel’ha mai detto?
Renzo Pulidori: (nega)
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Prego, altre parti?
Avvocato Filastò: Ho un’ultima domanda. Don Pulidori, ha saputo per caso, ha sentito dire, o constatato lei personalmente, che il signor Vanni bevesse un po’ troppo?
Renzo Pulidori: Così era un po’ saputo nel paese che aveva sì un po’ a volte ecceduto nel bere. Qualche volta, anche quando è venuto da me, ho notato che c’era un po’ di alterazione, sì.
Avvocato Filastò: Un po’ di alterazione.
Renzo Pulidori: In questi ultimi tempi specialmente.
Avvocato Filastò: Grazie.
Presidente: Senta, una domanda io, cioè un chiarimento. Lei ha detto che il Vanni è cattolico praticante, faceva la comunione a volte anche quotidianamente. Ma questo è accaduto sempre, oppure…
Renzo Pulidori: Specialmente in quest’ult…
Presidente: … negli anni passati, ultimamente. Insomma, se può collegare nel tempo questa situazione.
Renzo Pulidori: Specialmente in questi ultimi tempi, sì.
Presidente: Specialmente in questi ultimi tempi.
Renzo Pulidori: Prima era normalmente la domenica. Negli ultimi tempi anche di giorno di lavoro, a volte.
Presidente: Bene, Non ho altre domande.
P.M.: Un’ultimissima, se mi consente, Presidente. Lei non ricorda, o esclude di aver battezzato questa bambina che era nata?
Renzo Pulidori: No, io non ricordo affatto.
P.M.: Bene, grazie.
Presidente: Bene, può andare per me.
Renzo Pulidori: Posso andare? Grazie, buongiorno.
P.M.: A lei, grazie.
Presidente: Bene.

Uff. giudiziario: Dottor Ciappi?
Avvocato Filastò: Sì, grazie.
Presidente: Lei è Ciappi Guido?
Guido Ciappi: Sì.
Presidente: Senta, ha difficoltà a essere ripreso dalle telecamere, oppure no?
Guido Ciappi: Come?
Presidente: Vuole essere ripreso dalle telecamere…
Guido Ciappi: No, no.
Presidente: No, niente. Bene, niente telecamere, per cortesia. Dove è nato?
Guido Ciappi: Xxxxx
Presidente: Residente?
Guido Ciappi: Xxxxx
Presidente: Lei è medico?
Guido Ciappi: Sì. “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.”
Presidente: Prego, avvocato Filastò.
Avvocato Filastò: Dottor Ciappi, ci può riferire – naturalmente nei limiti della sua necessaria riservatezza – le condizioni di salute della moglie del signor Vanni?
Guido Ciappi: La moglie del signor Vanni è un po’ di tempo che non la vedo. Effettivamente, da quando il signor Vanni non è più a San Casciano, la su’ moglie non l’ho più vista. So che non sta bene, che ha dei problemi, ma non l’ho più vista.
Avvocato Filastò: Senta, ma precedentemente lei la visitava?
Guido Ciappi: Quando c’era Mario.
Avvocato Filastò: Sì.
Guido Ciappi: Sì.
Avvocato Filastò: E ci può dire per quale tipo di…
Guido Ciappi: Aveva… Lei soffriva sempre di circolazione agli arti inferiori. Aveva delle gambe molto grosse, specialmente… tante volte non camminava nemmeno da come erano elefantiache, poi…
Avvocato Filastò: Quindi, siccome io l’ho chiamata a testimoniare, la signora Luisa, e non ha voluto nemmen firmare il verbale relativo, eccetera. Che le risulti, ha delle difficoltà di deambulazione?
Guido Ciappi: La signora?
Avvocato Filastò: Sì.
Guido Ciappi: Sì.
Avvocato Filastò: Proprio non si muove, insomma.
Guido Ciappi: In dei giorni veramente sta sempre in ca. .. almeno stava in casa.
Avvocato Filastò: Ecco. Ma che lei sappia soffre anche del mal caduco, di epilessia…
Guido Ciappi: Sì, per quello c’ho segnato tante volte delle medicine antiepilettiche, quello senz’altro. Veniva sempre Mario, veniva sempre ogni mese a riprendere le medicine per la moglie, per quello sì.
Avvocato Filastò: Senta, questa epilessia provoca nella signora delle cadute a volte? È capitato…
Guido Ciappi: Sì, sì.
Avvocato Filastò: In tempi assolutamente imprevedibili, mi immagino, come è nell’epilessia, insomma.
Guido Ciappi: Com’è l’epilessia.
Avvocato Filastò: Com’è nell’epilessia. Per questo motivo, che le risulti, il Mario Vanni l’assisteva la moglie, la seguiva?
Guido Ciappi: Ho detto, veniva sempre, si interessava, veniva a prendere le medicine, sembrava si interessasse. Poi, io con loro un c’ero.
Avvocato Filastò: Sì, sì, no, per quello che lei sa.
Guido Ciappi: Se poi… così sì, sembra di sì.
Avvocato Filastò: Sa se per caso avesse l’abitudine di trascorrere, proprio per questo, la notte in casa Mario Vanni per…
Guido Ciappi: Non posso rispondere questo, perché non lo so.
Avvocato Filastò: Questo non può rispondere. Senta, per quello che è la sua conoscenza di Mario Vanni, lei ha mai saputo, è venuto a conoscenza di comportamenti singolari di Mario Vanni?
Guido Ciappi: No. In piena coscienza, mai. Anzi, è sempre stato molto corretto nei miei rig… Io mi riferisco nella mia professione, di medico e paziente. Mai avuto niente da ridire, mai niente, sempre comportato benissimo.
Avvocato Filastò: Ha sentito dire qualche cosa di negativo su di lui nel paese, da qualcuno? Che, non so, fosse una testa un po’ balzana…
Guido Ciappi: Va be’, diciamo così, sì, questo nel paese si può dire, ma…
Avvocato Filastò: Cioè a dire, lei cosa ha sentito dire, che beveva un po’ troppo forse?
Guido Ciappi: Ecco, sì. Ci piaceva andare a far mere… a mangiare, oppure a bere qualche bicchiere di vino, ma… Comunque, io, personalmente, ubriaco non l’ho mai visto.
Avvocato Filastò: Ho capito. Io non ho altre domande.
Presidente: Pubblico Ministero.
P.M.: Scusi, Presidente, grazie. Dottore, ricorda lei da quando ha avuto in cura, ha conosciuto il signor Vanni e la moglie?
Guido Ciappi: Il signor Vanni deve essere ’75-’76, da quando l’ENPAS passò dall’indiretta alla diretta.
P.M.: Quindi li ha conosciuti in quel periodo lì?
Guido Ciappi: In quel periodo lì.
P.M.: E lei…
Guido Ciappi: Ci siamo conosciuti sempre, siamo di San Casciano tutti e due.
P.M.: Certo.
Guido Ciappi: Ma come, professionalmente da quella data lì.
P.M.: Lei poi ci ha detto che la signora, che aveva questi problemi alle gambe, elefantiasi, problemi di circolazione, gambe grosse; da quando invece il signor Vanni non è più a San Casciano, perché ha questo processo, la signora non l’ha più vista.
Guido Ciappi: Non l’ho più vista. So che va… manda o va a prendere medicine da un medico che stava con me nel mio ambulatorio…
P.M.: Quindi ha cambiato medico?
Guido Ciappi: No, non ha cambiato medico, anzi. Però, io mi sono allontanato dall’ambulatorio.
P.M.: Ho capito.
Guido Ciappi: Mi sono spostato, rispetto all’abitazione di Vanni, di via Borgo Sarchiani, di circa 2-300 metri, verso Firenze. Può essere anche che sia…
P.M.: Quindi lei, attualmente, non conosce lo stato…
Guido Ciappi: No, l’ho detto.
P.M.: Quindi da quanto tempo circa? Come lo…
Guido Ciappi: Da circa un anno e mezzo.
P.M.: Un anno e mezzo. Lei ricorda quando ha visto, ha visitato la signora l’ultima volta, perché lei ci dice ‘le medicine le davo al signor Vanni’, o ricorda di aver visitato la signora?
Guido Ciappi: Eh, ma è diverso tempo. Sempre per il problema delle gambe, andai a casa saranno circa due anni.
P.M.: Ho capito. Senta una cosa, a proposito di questa epilessia, lei quando conobbe la signora Vanni, ne soffriva già o…
Guido Ciappi: Sì, sì, sì, ne soffriva, ne soffriva di già. È tant’anni, eh.
P.M.: Ecco. Ha anche, che lei sappia, problemi – al di là dell’epilessia – comportamentali, mentali? So che è difficile poi stabilirlo, ma…
Guido Ciappi: Non è che…
P.M.: Lei se ne sa qua…
Guido Ciappi: Ho detto, la mia conoscenza della signora Luisa è limitata.
P.M.: Limitata.
Guido Ciappi: È una donna anche lei che parla molto poco, non è che ci sia – lei l’ha conosciuta – gran modo di colloquiare.
P.M.: No, io non la cono…
Guido Ciappi: Ecco. Ma non lo so, comporta… No, direi…
P.M.: Non ne sa niente.
Guido Ciappi: Direi di no.
P.M.: Sa se fra moglie e marito in passato, o quando li ha conosciuti lei, c’erano stati episodi tali che addirittura il Vanni era stato in carcere su denuncia della moglie?
Guido Ciappi: Si.
P.M.: Lo sa?
Guido Ciappi: Questo lo so.
P.M.: Sa a quando risale questo episodio?
Guido Ciappi: Sì. Posso ricordare perché mi sembra che sia verso il ’64-’65. ’64, prima che mi laureassi.
P.M.: E sa se, a seguito di questo episodio, si erano di fatto… ognuno viveva per conto suo? La signora Vanni a Firenze, in un istituto, e il Vanni da solo?
Guido Ciappi: In quei tempi, io ho detto, non li conoscevo. Da quando sono stato, sono stati sempre insieme, li ho sempre visti nella stessa abitazione. Quello che succedeva prima, non…
P.M.: Non lo sa. Sa se avevano avuto una bambina con dei problemi?
Guido Ciappi: Sì, certo.
P.M.: Lei l’aveva mai vista, visitata?
Guido Ciappi: Ho sentito ragionare. Ho sentito ragionare anche dal signor Vanni qualche volta di questa bambina che non stava bene, che era ricoverata in un istituto qui a Firenze.
P.M.: Che malattia aveva, come mai…
Guido Ciappi: No, questo non…
P.M.: Non ne sa nulla.
Guido Ciappi: Non lo so.
P.M.: Sa se poi è deceduta questa bambina?
Guido Ciappi: Sì, questo lo so che è deceduta, me lo dissero di questa cosa, però non so cosa avesse…
P.M.: Sa se aveva avuto problema nella nascita, o alla gestazione, se potevano essere problemi dovuti a una caduta?
Guido Ciappi: Non lo so. So che era ricoverata qui a Firenze, ma non…
P.M.: Non ne sa niente. Bene, grazie. Non ho altre domande.
Presidente: Domande? Bene, può andare
Guido Ciappi: Grazie, buongiorno.
Avvocato Filastò: Un teste abbastanza… Si potrebbe sentire Francesca Bartalesi.
Presidente: Eh, Bartalesi. Lei è già stata sentita qui, vero?
Francesca Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: Presidente, è stata sentita all’udienza del…
P.M.: 14 luglio.
Avvocato Filastò: 14 luglio.
Presidente: Ecco, sì, sì.
Avvocato Filastò: Da pagina 1…
Presidente: Bartalesi Francesca, sì.
Avvocato Filastò: No, anzi, a pagina 1 c’è un’altra cosa.
Presidente: Bartalesi Francesca, benissimo.
P.M.: 45-58.
Presidente: Allora lei è già stata qualificata in atti, sotto il vincolo, sotto l’impegno già assunto di dire la verità e non tacere nulla di ciò, dei fatti a sua conoscenza, quindi può deporre anche oggi. Bene, prego avvocato Filastò.
P.M.: Non so, se è parente si può avvalere ancora della…
Presidente: È parente? Nipote del Vanni.
Francesca Bartalesi: Sì.
Presidente: Anche allora si avvalse la facoltà di… cioè, volle deporre, no?
Francesca Bartalesi: Sì, sì.
Presidente: Bene. Vuole deporre oggi, o no?
Francesca Bartalesi: Sì.
Presidente: Bene. Prego.
Avvocato Filastò: Signora, lei ha mai sentito dire, o saputo, di atteggiamenti o interessi di suo zio per rituali magici, messe nere, cose del genere?
Francesca Bartalesi: No.
Avvocato Filastò: Mai saputo cose del genere?
Francesca Bartalesi: (nega)
Avvocato Filastò: Ha mai visto in casa di suo zio strumenti per la magia nera, per cose del genere?
Francesca Bartalesi: No, mai successo.
Avvocato Filastò: Ha sentito se per caso questi signori… Lei sa se Pacciani, Vanni, Lotti, Faggi si frequentassero? Lei abita a San Casciano signora?
Francesca Bartalesi: No, io abito all ‘Impruneta ora, da quattro anni.
Avvocato Filastò: Da quattro anni. Ma all’epoca, diciamo, in un’epoca storica che va dall’81 all’85 abitava a San Casciano?
Francesca Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: E sa se questi signori si frequentavano spesso?
Francesca Bartalesi: Io so che gl’andava a fare così, delle cene, delle merende con degli amici, ma chi fossero, cioè, non lo so.
Avvocato Filastò: Lei sa se queste persone sono state osservate in ore notturne, su strade della provincia di Firenze, girare…
Francesca Bartalesi: No, scusi, non ho capito.
Avvocato Filastò: Se queste persone, fra cui suo zio, avessero l’abitudine di girare per le strade della provincia di Firenze, di notte?
Francesca Bartalesi: No.
Avvocato Filastò: Ci vuol dire un po’ la vita che faceva suo zio? Per quello che lei ne sa.
Francesca Bartalesi: Per quel poco che so, cioè, gli stava… diciamo, so di queste mere.. . cene che a volte faceva con gli amici così.
Avvocato Filastò: Va bene.
Francesca Bartalesi: Però…
Avvocato Filastò: Meglio dire cene, perché la parola merende suona male in questi ultimi tempi.
Francesca Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: Cene, sicuramente.
Francesca Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: Ecco, poi? Per il resto, che vita faceva? Lavoro, che orario faceva, cosa faceva dopo il lavoro, lei lo sa?
Francesca Bartalesi: Mah, io a volte, per dire, andavo a casa, insomma, a trovarli.
Avvocato Filastò: Sì.
Francesca Bartalesi: In visite, così. Però, tante volte, magari, lui non c’era, diceva la zia: ‘l’è fori, l’è in piazza, l’è lì così al bar’. Ma non è che ci s’avesse tante occasioni di… se ci si trovava in piazza così: ‘ciao, ciao, come stai, come sta la zia’, ma nulla di… non è che ci si frequentasse…
Avvocato Filastò: Molto.
Francesca Bartalesi: No. Perché insomma, ognuno c’ha la su’ vita, quindi non…
Avvocato Filastò: Certo. Sa se era religioso suo zio? È religioso?
Francesca Bartalesi: Sì. Penso di sì.
Avvocato Filastò: Va a messa la domenica, che lei sappia? Lei ci va?
Francesca Bartalesi: Pens.. . No, io no. Anche se son religiosa, ma non ci vo.
Avvocato Filastò: Eh. Suo zio sa se ci va?
Francesca Bartalesi: Questo no… cioè, non lo so. Penso di sì, mi immagino, ma non lo so.
Avvocato Filastò: Ci sa dire qualcosa sulle condizioni di salute di sua zia?
Francesca Bartalesi: Eh, va be’, lei l’è un po’…
Avvocato Filastò: Messa male.
Francesca Bartalesi: Un po’ messa male, sì, esatto.
Avvocato Filastò: Ci può dire in che senso?
Francesca Bartalesi: Perché la soffre di crisi epilettiche.
Avvocato Filastò: Uhm. Durante le quali cade in terra, perde conoscenza?
Francesca Bartalesi: A me m’è stato detto dalla mi’ mamma, ma io non è che… cioè, non lo so. So che la c’ha dei farmaci da prendere.
Avvocato Filastò: Uhm.
Francesca Bartalesi: Per prevenire insomma queste…
Avvocato Filastò: Sa se suo zio pratica la caccia o la pesca?
Francesca Bartalesi: Caccia e pesca?
Avvocato Filastò: Sì.
Francesca Bartalesi: No.
Avvocato Filastò: No. No, nel senso che non lo sa, oppure lo esclude?
Francesca Bartalesi: No, no, che io sappia no.
Avvocato Filastò: Non è cacciatore né pescatore.
Francesca Bartalesi: No, no, no.
Avvocato Filastò: Sa se per caso ha qualche hobby particolare, in cui a un certo punto esercita le mani con degli strumenti da taglio? Tipo modellismo, oppure…
Francesca Bartalesi: No.
Avvocato Filastò: Aspetti, mi faccia finire, perché ci sono tante cose in cui uno può fare cose di questo genere.
Francesca Bartalesi: Sì, scusi.
Avvocato Filastò: Modellismo, nel senso di fabbricare, che so, aeroplani, navi speciali. Oppure, non so, tassidermia: vale a dire quel tipo di hobby, o anche di professione, per la quale si prendono degli uccelli, si scarnificano, si impagliano. Sa se fa cose di questo genere?
Francesca Bartalesi: No.
Avvocato Filastò: Le risulta, per sentito dire, che abbia una particolare abilità manuale nell’uso dei coltelli?
Francesca Bartalesi: Mah, no. Ha sempre fatto il postino, cioè non…
Avvocato Filastò: Ecco. Ha sempre fatto il postino. Non sa nemmeno guidare l’automobile, questo lei lo sa, vero?
Francesca Bartalesi: Eh, lo so, sì.
Avvocato Filastò: Lo sa perché ogni tanto gli toccava accompagnarlo lei da qualche parte, oppure perché toccava a sua sorella?
Francesca Bartalesi: No, io non l’ho mai accompagnato da nessuna parte.
Avvocato Filastò: Sua sorella sì?
Francesca Bartalesi: Non lo so. Questo non lo so.
Avvocato Filastò: Si chiederà a lei. Sui rapporti fra i due coniugi, sto parlando di suo zio e di sua zia.
Francesca Bartalesi: Uhm.
Avvocato Filastò: Lei certamente saprà che ci sono stati dei dissapori?
Francesca Bartalesi: Eh, sì.
Avvocato Filastò: Quando? Ce li fa risalire nel tempo questi dissapori fra i due coniugi?
Francesca Bartalesi: Dissapori… cioè, in che senso? Leticate…
Avvocato Filastò: Litigate, sì.
Francesca Bartalesi: Cose successe, insomma, diversi anni fa.
Avvocato Filastò: In passato, diversi…
Francesca Bartalesi: In passato, sì, sì.
Avvocato Filastò: E’ esatto che queste cose riguardassero i primi tempi del loro matrimonio?
Francesca Bartalesi: Senta, questo non…
Avvocato Filastò: Di recente – e quando dico di recente parlo da 10-15 anni fa fino a oggi – lei ha sentito parlare di litigate fra i due coniugi?
Francesca Bartalesi: Sì. Una decina, 15 anni fa sì, pens. . . insomma sì, mi sembr. . . ora non me lo ricordo bene, ma… Cioè, so che ogn tanto si prendevano.
Avvocato Filastò: Bisticciavano.
Francesca Bartalesi: Eh, sì.
Avvocato Filastò: Ma bisticciavano anche violentemente, che lei sappia, picchiandosi, oppure…
Francesca Bartalesi: No. Io so così, cioè a parole, diciamo.
Avvocato Filastò: A parole.
Francesca Bartalesi: Eh. Insomma, più o meno…
Avvocato Filastò: Più o meno, ma avviene in quasi tutte le famiglie.
Francesca Bartalesi: Eh, si, penso, un lo so. Mi sembra una cosa normale insomma.
Avvocato Filastò: Sì.
Francesca Bartalesi: Cioè, normale. Nel senso dei bisticci ci siano in tutte le coppie.
Avvocato Filastò: Certo. Lei ha sentito parlare di un arresto di suo zio, in conseguenza di un’azione violenta nei confronti della moglie?
Francesca Bartalesi: Sì. Questo sì, dalla mi’ mamma.
Avvocato Filastò: Ma lei c’era, era nata all’epoca?
Francesca Bartalesi: Io sono nata nel ’64…
Avvocato Filastò: Quindi era…
Francesca Bartalesi: E questo l’ho sentito, cioè l’ho sentito dopo, l’ho saputo dopo quando ero già grandettina insomma, queste cose…
Avvocato Filastò: Ha sentito raccontare questa storia.
Francesca Bartalesi: Sì, l’ho sentita raccontare dalla mi’ mamma, esatto.
Avvocato Filastò: Ora, arriviamo in tempi più recenti.
Francesca Bartalesi: Uhm.
Avvocato Filastò: Vale a dire ’95, più o meno.
Francesca Bartalesi: Uhm.
Avvocato Filastò: Lei ha sentito parlare, o ha saputo direttamente che in quell’epoca – sto parlando dell’epoca, diciamo, di poco successiva al processo Pacciani, oppure durante anche il processo Pacciani – suo zio veniva spesso interrogato dalla Polizia, chiamato dalla Polizia, perquisito?
Francesca Bartalesi: Sì, gl’erano stati anche in casa insomma, a perquisire.
Avvocato Filastò: In che epoca se lo ricorda?
Francesca Bartalesi: Eh, quando cominciò… cioè, quando cominciò, diciamo, la storia con i’ Pacciani, cominciavano insomma…
Avvocato Filastò: Ma quanto prima l’arresto di suo zio? Suo zio sta dentro oramai da un anno e otto mesi e passa.
Francesca Bartalesi: No, ma questo l’è avvenuto…
Avvocato Filastò: Prima.
Francesca Bartalesi: Molto prima.
Avvocato Filastò: Molto prima. Vale a dire?
Francesca Bartalesi: Dunque, aspetti, la mia… Aspetti un attimo perché non me lo ricordo…
Avvocato Filastò: No, no, faccia mente locale. E’ importante più o meno il tempo, anche se non si ricorda l’anno.
Francesca Bartalesi: Dovrebbe essere nell’anno in cui sono nata io. Perché mi sembra che la mi’ mamma mi disse -siccome io sono nata lo stesso giorno, lo stesso mese e lo stesso anno della bambina di Mario -successe in quel periodo lì.
Avvocato Filastò: Ma cosa? L’arresto di suo zio?
Francesca Bartalesi: Sì, questo…
Avvocato Filastò: No, io non sto parlando dell’arresto di suo zio per i dissapori con la moglie.
Francesca Bartalesi: Ah, scusi, allora non…
Avvocato Filastò: Io sto parlando di interrogatori di Polizia, perquisizioni ed altro…
Francesca Bartalesi: Ah.
Avvocato Filastò: … durante, o dopo, o prima, più o meno in coincidenza, in un’epoca che coincide con il processo Pacciani. Quel processo che sicuramente lei avrà seguito, mi immagino.
Francesca Bartalesi: Sì, sì, coincideva con quel periodo lì.
Avvocato Filastò: Che veniva interrogato?
Francesca Bartalesi: Sì. Gli sono andati a casa diverse volte.
Avvocato Filastò: Ah sì?
Francesca Bartalesi: A perquisire, sì.
Avvocato Filastò: Anche a interrogarlo?
Francesca Bartalesi: Eh, sì, penso. Penso di sì.
Avvocato Filastò: Lui se ne lamentava di questo fatto, signora? .
Francesca Bartalesi: Ma se ne lamentava sì. Diceva: ‘io un c’entro nulla, ma i’ che vogliano da me, i’ che cercano’. Cioè queste son le cose che diceva.
Avvocato Filastò: Uhm.
Francesca Bartalesi: Insomma, sinceramente…
Avvocato Filastò: Ne parlava con voi apertamente dicendo: ‘ma i’ che vogliano, ma i’ che cercano’?
Francesca Bartalesi: Si, così. Dice: ‘io non c’entro nulla, vorrei sapere quello che cercano da me, quello che vogliano’.
Avvocato Filastò: Ma lei per esempio, personalmente, domande dirette a suo zio gliel’ha mai fatte? ‘Senti zio, ma c’hai nulla a che vedere con questa storia?’ Gliel’ha mai fatta una domanda…
Francesca Bartalesi: No, sinceramente, domande dirette no, perché cioè, lui diceva: ‘io un c’entro nulla, un c’ho niente a che vedere con questa storia, un capisco perché…’
Avvocato Filastò: Ho capito.
Francesca Bartalesi: ‘… cosa cercano da me’, diceva, ha capito?
Avvocato Filastò: Ho capito. Io non ho altre domande, per ora.
Presidente: Pubblico Ministero.
P.M.: Scusi, signora Bartalesi.
Francesca Bartalesi: Sì.
P.M.: A proposito di questo, lei ricorda – è vero, l’ha detto anche in quest’aula, l’ha detto al P.M. -che una volta lo zio le disse testualmente che: quello di Mercatale stava per uscire, quello mi ha scritto e lui aveva paura?
Francesca Bartalesi: Sì, sì, questo l’ho detto e lo riconfermo.
P.M.: Le disse… quindi…
Francesca Bartalesi: Questo me lo ricordo.
P.M.: Bene. Senta, tornando a quell’accenno a cui lei ha fatto, che la bambina di Mario è nata lo stesso giorno, anno in cui è nata lei, cioè siamo al 30 aprile del ’64.
Francesca Bartalesi: Esatto.
P.M.: Lei l’ha mai vista questa bambina?
Francesca Bartalesi: Io mi ricordo di averla vista quando l’era già morta.
P.M.: Al funerale?
Francesca Bartalesi: Sì. Ora, il funerale non me lo ricordo. Però, mi ricordo di averla vista morta in casa.
P.M.: A che età è morta?
Francesca Bartalesi: Sui sette-otto anni aveva, mi sembra.
P.M.: Ma stava con i genitori, o stava…
Francesca Bartalesi: Senta, questo so che, cioè ho sentito dire dalla mia mamma che 1 ‘ era in un istituto.
P.M.: Lei sa di cosa soffriva? Era nata. . .
Francesca Bartalesi: Cioè, so che non era normale, ma sinceramente di preciso quello che…
P.M.: Il motivo di questa anormalità era dovuta al momento della nascita, o aveva avuto qualcosa dopo, c’erano dei traumi, ha sentito dire niente?
Francesca Bartalesi: No, questo non glielo so dire proprio.
P.M.: Non lo sa.
Francesca Bartalesi: No, non lo so.
P.M.: Ha mai sentito dire che sua zia, durante il periodo della gravidanza, era caduta, poteva essere dovuto a questa caduta il fatto che la ragazza stava male?
Francesca Bartalesi: Sì, questo l’ho sentito dire.
P.M.: Ha sentito dire questo. E questa caduta, si ricorda se era per le scale, se era stata causata durante un litigio con lo zio?
Francesca Bartalesi: Sì, l’era stata causata…
P.M.: Quindi allora la voce che dice che la bambina poteva essere nata così perché durante la gravidanza era caduta per le scale, è una voce che ha sentito anche lei in famiglia?
Francesca Bartalesi: Può… Cioè no, io sinceramente la causa della malattia, cioè di questa malattia della bambina…
P.M.: Non la sa.
Francesca Bartalesi: … dovuta alla causa della caduta, questo non l’ho mai sentito dire. So che non era normale, cioè c’aveva dei grossi problemi, però non glielo so dire.
P.M.: Ma che una volta la zia era caduta…
Avvocato Filastò: Io non vorrei stuzzicare un altro vespaio. Ma tanto per cominciare faccio opposizione a questa domanda che sta facendo il Pubblico Ministero e poi opposizione generale ad altre domande di questo tipo. Almeno che il Pubblico Ministero non sia così gentile da dire alla Corte la rilevanza di queste domande. Perché, se la rilevanza dovesse essere che qui abbiamo a che fare con una persona che…
P.M.: Non ho interesse alla domanda, la ritiro.
Avvocato Filastò: … che uccide i bambini, allora va be’…
P.M.: Non ho nessun problema…
Avvocato Filastò: E ci difenderemo anche di questo, che si deve fare. Voglio dire, siamo qua, da due anni in galera e ci difenderemo anche dall’ammazzare i bambini. (voci sovrapposte)
Avvocato Filastò: Quando si trovano dentro il grembo della madre, eh Vanni.
P.M.: Nessun’altra domanda, Presidente.
Presidente: Avvocato Colao?
Avvocato Colao: Signora scusi, lei ha detto che lo zio non andava a caccia, no?
Francesca Bartalesi: Come scusi?
Avvocato Colao: Non andava a caccia.
Francesca Bartalesi: No.
Avvocato Colao: Il Vanni.
Francesca Bartalesi: No.
Avvocato Colao: Non andava a pesca.
Francesca Bartalesi: No.
Avvocato Colao: Mi leva una curiosità: dove andava a fare le merende con i suoi compagni?
Francesca Bartalesi: Nei dintorni…
Avvocato Colao: L’ha mai saputo?
Francesca Bartalesi: Precisamente no, ma alla Cantinetta, a San Casciano andava a volte, si fermava così. Poi non so, nei dintorni di San Casciano quando c’era, per dire delle sagre, delle feste, come ci sono in tutti i paesi. Però, cioè, di preciso non glielo so dire.
Avvocato Colao: Sì, ma quando si va a fare le merende, ci si porta il pane, il vino, almeno una volta era così. Quindi, se andava alla sagra, queste cose c’erano. Quindi, evidentemente, dove andava?
Presidente: Non lo sa, avvocato, non lo sa.
Avvocato Colao: Andava nei campi, ha mai sentito dirlo? L’ha mai sentito dire?
Francesca Bartalesi: Nei campi?
Avvocato Colao: Sì, a far merende. i
Francesca Bartalesi: No.
Avvocato Colao: Comunque, va bene…
Avvocato Filastò: Via…
Francesca Bartalesi: A far merenda…
Avvocato Filastò: … avvocato Colao, non è mica obbligatorio per forza. Io, per esempio, preferisco andare in trattoria a far merenda. C’è le formiche nei campi, danno fastidio.
Presidente: Bene. Se non ci sono altre domande può andare la teste.
P.M.: Nessuna, grazie.
Presidente: Allora…
Francesca Bartalesi: Grazie.
Presidente: Si rinvia alle ore 15.00 di oggi.
P.M.: Bene, Presidente.
Presidente: Bene. Sospendiamo un attimo.
Avvocato Zanobini: Cosa vuol dire, Presidente, si sospende un attimo?
P.M.: Fino alle 15.00.
Avvocato Bertini: Presidente.
Presidente: Dico, se va via ci manda un sostituto.
Avvocato Bertini: Una cortesia Presidente.
Presidente: Dica.
Avvocato Bertini: Io ho un impegno improrogabile alle cinque. Se dovesse prolungarsi l’udienza oltre quell’ora, si può allertare qualche difensore di ufficio eventualmente, perché io…
Presidente: Eh, ora diciamo subito alla signorina di convocare un avvocato disponibile per oggi, alle 15.00.
(voce fuori microfono)… si faccia, comunque non lo so.

Presidente: Se viene, lo farà. Sennò si arrangeranno. Vanni, per cortesia. D’altra parte le parti civili non … da nulla, quindi noi si può andare avanti tranquillamente, ora per ora. Allora, Filastò, che c’è? L’avvocato Filastò sostituisce Fenies e Bagattini. Per Faggi, c’è l’avvocato Zanobini… cioè no, per Corsi c’è l’avvocato Zanobini. Per Lotti c’è Bertini. Le parti civili per ora non ci sono, va bene. Comunque non c’è problema. Può venire il primo teste.
Avvocato Filastò: Alessandra Bartalesi.
Alessandra Bartalesi: Buonasera.
Presidente: Buonasera, signorina. Lei è Bartalesi Alessandra?
Alessandra Bartalesi: Sì.
Presidente: Lei è già stata sentita nei mesi scorsi. Lei è nipote del Vanni, vero?
Alessandra Bartalesi: Sì.
Presidente: Vuol deporre o no?
Alessandra Bartalesi: Sì, sì.
Presidente: Bene.
P.M.: Presidente, chiedo scusa, ma la prova della Bartalesi mi sembra sia stata già assunta, voglio dire…
Presidente: No. No, ma sulla prova del Pubblico Ministero.
P.M.: Io non ho opposizioni. Però, formalmente, faccio presente che la prova è già stata… Non ho…
Presidente: Effettivamente, devo dire che le circostanze sono diverse. Quando è stata sentita, è stata sentita, c’era l’avvocato Pepi.
P.M.: Nessun problema. Facevo…
Presidente: Eh, mi son posto anch’io questo problema.
P.M.: Bene. Io l’ho risolto a favore, comunque lo volevo far presente.
Presidente: Bene.
P.M.: Può servire nel caso il P.M. chiamasse qualche altro teste già sentito.
Presidente: Sono le prove ammesse dal… chieste dall’avvocato Filastò su circostanze particolari, che non hanno nulla a che vedere con quelle del Pubblico Ministero. Tutto qui. Prego, avvocato Filastò.
P.M.: Quando fu sentita…
Avvocato Filastò: Fu sentita come teste del Pubblico Ministero.
P.M.: Nessun problema. Non lo so se, beh, se il Pepi la sentì anche come teste…
Avvocato Filastò: No no, il Pepi, l’avvocato Pepi fece soltanto il controesame…
P.M.: Bene.
Avvocato Filastò: … rispetto alle domande fatte da lei.
P.M.: Nessunissimo problema.
Avvocato Filastò: Ho controllato sul verbale. Signorina Bartalesi, appunto, come si diceva poco fa, lei è già stata sentita.
Alessandra Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: E io, come difensore di suo zio, le faccio delle domande che hanno un po’ a che vedere sia sulla sua posizione, sui suoi rapporti con lo zìo, ma con riferimento, in particolare, a degli aspetti della vita di suo zio, che mi sembrano rilevanti.
Alessandra Bartalesi: Sì sì, naturale.
Avvocato Filastò: Ecco, intanto volevo un momentino chiarire un po’ meglio per quale motivo lei, da un certo momento in poi – mi segua – cioè a dire a partire dal ’95, in particolare due mesi del ’95, che se non sbaglio sono luglio e agosto,.. .
Alessandra Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: … lei frequenta più assiduamente suo zio. È vero che lei ha avuto una frequentazione più assidua?
Alessandra Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: Lei l’ha già detto, questo. E a una domanda del Pubblico Ministero, quando lei è stata interrogata l’altra volta, il. 14 luglio del ’97, sul perché questa frequentazione più assidua, lei ha risposto: ‘Perché vedevo che mio zio, quando lo vedevo fuori, era sempre ubriaco, beveva, perché non aveva considerazione da nessuno’. Ora, se volesse precisare un po’ meglio. Non so, voglio dire, che cosa intendeva dire con questo?
Alessandra Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: Che lei si sentiva… Ci racconti un po’ anche i suoi sentimenti, nei confronti di quest’uomo, vedendolo un po’ – come si usa dire in Toscana -“per le terre”.
Alessandra Bartalesi: Sì, ecco, praticamente cioè io vedevo che era poco considerato. Tutti lo conoscevano, anche in paese, però è difficile che… lo salutavano, mai si fermassero a parlarci un po ‘, perché lo pensavano tutti un ubriaco così, dico, non c’era sostanza in questa persona. E invece io ho visto che, riuscendo a parlarci, a instaurare un rapporto con lui, lui si è sentito considerato abbastanza, è riuscito anche a smettere di bere.
Avvocato Filastò: Ah. E lei ha detto, fra l’altro sempre rispondendo P.M.: ‘Lo zio non sapeva quello che diceva’. Ecco ‘non sapeva quello che diceva’, che significa? Che straparlava, parlava male, si esprimeva… che vuol dire ‘non sapeva quello che diceva’?
Alessandra Bartalesi: A volte…
Avvocato Filastò: Faceva dei discorsi sconclusionati?
Alessandra Bartalesi: Qualche volta magari, così, parlava di una cosa, tutt’a un tratto ci metteva una parola di un altro discorso. Però, quando parlava con me, ecco, riuscivo a sentire che era una persona normale.
Avvocato Filastò: Ma questo fatto di parlare in questo modo sconclusionato, avveniva più spesso quando era ubriaco?
Alessandra Bartalesi: Quando era ubriaco, sì.
Avvocato Filastò: Sì. E lei ha anche detto che questa condizione, diciamo così, un po’ triste di suo zio, lei ha detto, dice ‘era per colpa di questa figliola che gli era morta’. Lei, è una cosa che riteneva lei?
Alessandra Bartalesi: Eh, praticamente sì.
Avvocato Filastò: Però, le è capitato di osservare che suo zio avesse un ricordo particolarmente affettuoso nei confronti di questa bambina morta?
Alessandra Bartalesi: Eh, hai voglia!
Avvocato Filastò: ‘Hai voglia’, vuol dire sì?
Alessandra Bartalesi: Sì. Ci pensava continuamente. Infatti, lo portavo una volta la settimana, anche due, al cimitero a trovarla.
Avvocato Filastò: Ah, lei lo accompagnava una volta a settimana, anche due volte alla settimana, al cimitero a trovare la tomba della bambina?
Alessandra Bartalesi: A volte, a trovare la bambina, a cambiargli i fiori, sì.
Avvocato Filastò: Ecco, e la curava luì la tomba?
Alessandra Bartalesi: Sì sì, ci pensava a tutto lui.
Avvocato Filastò: E l’accompagnava lei, guidando lei la macchina?
Alessandra Bartalesi: Sì, prendevo la mia macchina e lo portavo lì.
Avvocato Filastò: Mi scusi, signorina, ma lei mi sembra un pochino… c’ha una macchina speciale, lei?
Alessandra Bartalesi: Sì, una macchina con i comandi per invalidi, c’ho 1’acceleratore-freno, modifiche allo sterzo.
Avvocato Filastò: Ho capito. Molto bene. Naturalmente questa è una domanda che ho fatto anche ad altre persone, la faccio anche a lei: sa se suo zio è religioso?
Alessandra Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: Va a…
Alessandra Bartalesi: Cioè io, da quello che posso vedere io, soltanto quando andava al cimitero, ecco…
Avvocato Filastò: Pregava?
Alessandra Bartalesi: La sua preghiera gliela diceva, alla bambina, davanti alla bambina.
Avvocato Filastò: Benissimo. Senta signorina, lei, di fronte a questa situazione che le faceva un po’ compassione di suo zio…
Alessandra Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: … si sentì come di prendere un po’ il posto di questa figliola che gli era morta?
Alessandra Bartalesi: Sì. Io pensai, praticamente, che l’amore di lei che gli manca perché è morta, glielo posso dare io.
Avvocato Filastò: Ecco, pensò questo. Ora questo suo atteggiamento, diciamo così, caritatevole, in questo momento, è da mettersi in relazione con quello che le era capitato, con la grave malattia da cui era stata colpita e con la guarigione?
Alessandra Bartalesi: Eh, probabilmente sì, perché quando ti scontri contro la morte capisci che cos’è la vita.
Avvocato Filastò: Senta, queste cose lei le ha anche scritte, vero?
Alessandra Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: Leggo, per esempio, una cosa che lei scrive in questo libro intitolato “Speranza di vita”, Oasi Editrice; non è una gran casa editrice questa Oasi, vero? L’hanno un po’ imbrogliata, vero?
Alessandra Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: “E credo”, lei scrive “non ci sia disperazione più profonda di quella di veder morire un figlio, cercare di assisterlo, dargli conforto e vederlo avvicinarsi sempre più al baratro della morte”. Pensava un po’ anche a quello che era avvenuto a suo zio, scrivendo questo?
Alessandra Bartalesi: Eh, sì, sa, tu le scrivi per te, pensando a te, ma poi c’è sempre qualcosa che…
Avvocato Filastò: Certo.
Alessandra Bartalesi: Che tu c’hai dentro, degli altri.
Avvocato Filastò: Poi lei scrive anche, in un’altra di queste poesie: “Eppure ho sempre cercato di fare del mio meglio per dare tutto a chi ne aveva bisogno, capire e amare gli altri”. Questo si inserisce in quello che lei stava dicendo prima.
Alessandra Bartalesi: Eh, certo.
Avvocato Filastò: È un sentimento che lei ha avvertito dopo questa traversia che ha subito, in particolare? Oppure era così caritatevole anche prima?
Alessandra Bartalesi: Ero anche prima, ma riuscivo a farlo vedere meno, ecco.
Avvocato Filastò: Meno.
Alessandra Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: Si esprimeva meno.
Alessandra Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: E c’è un’altra di questa poesie che è intitolata “I vecchi”, in cui lei, tra le altre cose, dice: “Abbracciamo i vecchi, dimostrandogli il nostro amore, la nostra amicizia e i nostri sentimenti puri”. Fra questi vecchi c’era il suo zio?
Alessandra Bartalesi: Eh. C’erano un po’ tutti.
Avvocato Filastò: Ecco, può dirci quando le ha scritte, queste poesie?
Alessandra Bartalesi: Quando le ho scritte?
Avvocato Filastò: Sì. Ecco, prima di tutto mi dice quando le ha scritte.
Alessandra Bartalesi: Sì. Quando sono tornata proprio dall’ospedale.
Avvocato Filastò: Vale a dire?
Alessandra Bartalesi: ’87-’88.
Avvocato Filastò: ’87-’88. E le ha pubblicate nel?
Alessandra Bartalesi: Dovevano essere pubblicate nell’89, però non sono state mai, non sono mai andate in libreria, perché quest’editore mi ha truffato.
Avvocato Filastò: Sì, comunque, va be’, questo l’abbiamo capito. Però, in ogni caso, la stampa è stata fatta nell’89.
Alessandra Bartalesi: Sì, nell’88-’89, eh.

Avvocato Filastò: ’88-’89. Lei è rimasta in ospedale per quanto tempo e da quando?
Alessandra Bartalesi: Io dal 21 settembre ’85, tornai a casa a giugno-giugno-luglio dell’87.
Avvocato Filastò: Dell’87. E quindi questa sua frequentazione un po’ più assidua dello zio quando arriva? In che anno?
Alessandra Bartalesi: Nel ’96.
Avvocato Filastò: Nel ’96.
Alessandra Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: Senta, come risulta un po’ da questo libro, lei si sentiva un po’ in debito con molte persone che l’avevano assistita, vero?
Alessandra Bartalesi: Sì, anche.
Avvocato Filastò: Tant’è vero che molti di questi suoi scritti finiscono con un ringraziamento. Lei ringrazia la mamma, vero?
Alessandra Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: I fisioterapisti, in particolare una certa Silvia.
Alessandra Bartalesi: Silvia, mmh.
Avvocato Filastò: Paolo: chi è questo Paolo?
Alessandra Bartalesi: Paolo?
Avvocato Filastò: Sì. A un certo punto “Grazie, Paolo”, finisce una poesia.
Alessandra Bartalesi: Ah, quello l’era un amico nuovo che m’ero fatta dopo tutta questa storia, sicché…
Avvocato Filastò: Poi c’è “Grazie, Stefania e Daniele”: chi sono?
Alessandra Bartalesi: Anche questi sono amici di questo gruppo qui.
Avvocato Filastò: Va bene. Senta, lei ha parlato poi a quell’altra udienza di un approccio, chiamiamolo così, di tipo amoroso, sessuale, che le venne fatto da questo Lotti. E lei ha detto: “dopo aver mangiato tanto in un posto”, che questo approccio avvenne, è avvenuto quest’approccio, vero?
Alessandra Bartalesi: Sì, almeno lui ci ha provato.
Avvocato Filastò: Lui ci ha provato.
Alessandra Bartalesi: Anche se…
Avvocato Filastò: Sì. No no, ma a me non interessa né cosa abbia fatto… Magari, mi saprà dire se, per caso, dopo, ripensandoci dopo, lei ha avuto l’impressione che questo signore si sia un po ‘ approfittato di questa sua…
Alessandra Bartalesi: Sì. A ripensarci ora, sì.
Avvocato Filastò: Di questa sua disponibilità, di questa sua carità che si rivolgeva anche a lui, perché anche lui era un po’ uno sbandato nel paese, è vero?
Alessandra Bartalesi: Eh, dopo tutte le cose che mi diceva a me, non gliene andava mai bene una, ho detto: questo è un po’ come me, è sfortunato.
Avvocato Filastò: Ma ha mai sentito raccontare a proposito di Lotti, del fatto che gli facevan degli scherzi, con l’acqua gli tiravano nel capo all’uscita di un bar? Mai sentito?
Alessandra Bartalesi: No, questo non l’ho mai sentito.
Avvocato Filastò: Ma, comunque, la domanda è questa. Lei dice “dopo aver mangiato tanto in un posto”: e aver anche bevuto?
Alessandra Bartalesi: Sì, soprattutto lui.
Avvocato Filastò: Soprattutto lui. Questo posto dov’era, come si chiama il ristorante?
Alessandra Bartalesi: Al ristorante La Baracchina.
Avvocato Filastò: Ah, era La Baracchina.
Alessandra Bartalesi: Agli Scopeti, sì.
Avvocato Filastò: E lei ha detto che quest’approccio avvenne nella piazzola prima della piazzola famosa.
Alessandra Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: “Prima”, intende dire nello slargo che c’è poco dopo il ristorante La Baracchina?
Alessandra Bartalesi: Sì. C’è il ristorante, poi c’è questa piazzola dove eravamo noi e poi l’altra, accanto, quella degli omicidi.
Avvocato Filastò: Quindi il motivo per cui vi fermaste in quel posto era perché era vicino al ristorante? Eravate usciti dal ristorante?
Alessandra Bartalesi: Eh, praticamente sì. Ci s’aveva la macchina parcheggiata lì.
Avvocato Filastò: Benissimo. Lei ha detto che una volta con Lotti vi siete fermati a Baccaiano. Dove, esattamente?
Alessandra Bartalesi: Sì, a Baccaiano, ora non so come si chiama quella strada, è una strada diritta nei pressi dove c’è stato l’omicidio, mi sembra…
Avvocato Filastò: Nei pressi o proprio dove c’è stato?
Alessandra Bartalesi: Su quella strada lì, che lui si soffermò un attimo, io gli dissi – mi ricordo – “non mi piace…
Avvocato Filastò: Va be’, via, lasci perdere. Ma lei ha riconosciuto il posto come il posto dove era avvenuto 1’omicidio?
Alessandra Bartalesi: Sì, perché l’ho visto diverse volte in televisione.
P.M.: (voce fuori microfono) L’ha bell’e…
Avvocato Filastò: Le chiedevo questo, ora. Il suo zio l’ha mai infastidita, a lei?
Alessandra Bartalesi: Mai.
Avvocato Filastò: Ma, dico, per infastidire intendo varie cose. Non so, battute pesanti.
Alessandra Bartalesi: No, ecco, forse ero l’unica che riusciva a scansarle, avendo un rapporto così vicino a lui.
Avvocato Filastò: Molestie sessuali di qualsiasi specie, da parte di suo zio, ne ha mai avute?
Alessandra Bartalesi: Mai, no, no.
Avvocato Filastò: L’hai mai sentito, o saputo, dire che suo zio molestasse delle altre ragazze?
Alessandra Bartalesi: No, non l’ho saputo.
Avvocato Filastò: Ha mai parlato con Lotti della famiglia del Lotti, lei?
Alessandra Bartalesi: Sì, una volta. Cioè a volte me n’ha parlato lui, di questa mamma che è stata, mi ha detto, tanto tempo, per degli anni in manicomio a Volterra. E questo babbo che gli era morto da tanti anni.
Avvocato Filastò: Sì, che poi c’è stata la storia che il suo fidanzato disse che il babbo non era morto, invece, vero?
Alessandra Bartalesi: Sì, ma anche quello ne sapeva…
Avvocato Filastò: E che poi, invece, era morto davvero. Insomma, tutta questa cosa…
Alessandra Bartalesi: Mmh.
Avvocato Filastò: … così. E della sorella gliene ha mai parlato il Lotti, a lei?
Alessandra Bartalesi: No, ecco.
Avvocato Filastò: Della sua sorella.
Alessandra Bartalesi: Sembra strano, perché so che c’era la sorella, però non me ne ha mai parlato.
Avvocato Filastò: Che lei sappia, a parte evidentemente era molto più giovane, ma insomma, rispetto a questa frequentazione del luglio-agosto del ’95 o ’96 – ora lei ha detto ’96, ma a me risulterebbe ’95; comunque, è la stessa cosa -…
Alessandra Bartalesi: Sì, eh, probabilmente ho sbagliato.
Avvocato Filastò: Probabilmente ha sbagliato. 15 o 10 anni prima, che lei sappia, si ubriacava suo zio?
Alessandra Bartalesi: Che io sappia, no.
Avvocato Filastò: Quando uscivate insieme, la sera, lei, Vanni e Lotti, perché andavate spesso a cena insieme, vero?
Alessandra Bartalesi: Sì.
Avvocato Filastò: Ma spesso veniva con voi anche la sorella di Vanni?
Alessandra Bartalesi: Sarà venuta quattro volte, tre o quattro volte. Lei era anziana, era sempre stanca.
Avvocato Filastò: Quanti anni aveva?
Alessandra Bartalesi: Eh, quanto c’aveva? Intorno agli 80.
Avvocato Filastò: E poi lei, come ha detto a verbale del 14 luglio del ’97, ha smesso di frequentare lo zio perché si accorse che aveva smesso di bere. È così?
Alessandra Bartalesi: Dissi io, non ha più bisogno di me, insomma, visto che ce la fa da sé, almeno, cioè, si dà forza da solo praticamente.
Avvocato Filastò: Io non ho altre domande.
P.M.: Un paio soltanto, signorina Bartalesi. Altro oggetto… Alle domande del P.M. ha risposto abbondantemente nello scorso luglio. Lei, ha detto, è stata in ospedale nel periodo ’85-’87, no?
Alessandra Bartalesi: ’85-’86.
P.M.: ’86?
Alessandra Bartalesi: Sì.
P.M.: ’86, chiedo scusa.
Alessandra Bartalesi: No, ora fo un po’ di confusione anch’io, probabilmente.
Presidente: No, prima lei ha detto 787, ho capito anch’io.
P.M.: Anch7io ho capito 787.
Alessandra Bartalesi: E allora mi scuso, ho sbagliato.
Presidente: ’86, allora?
P.M.: Insomma, circa un anno, quant’è che è stata?
Alessandra Bartalesi: ’86, sì, perché nell7anno dopo, cioè, dopo nove mesi dal 21 settembre 7 85 , io cominciai a camminare, e subito mi operarono, sicché stetti un altro mese in ospedale.
P.M.: Senta, in questo periodo in cui lei era in ospedale, questo suo zio a cui lei è così affezionata, come ci ha raccontato, veniva a trovarla in ospedale?
Alessandra Bartalesi: No, io non ricordo di averlo mai visto. E forse è per questo che dopo mi ci sono riavvicinata tanto, perché sono stata tanto tempo senza vederlo.
P.M.: Sì. Ma, scusi, lei è stata malata nell’85-’86, poi sono passati dieci… 3 non è ma; venuto. E poi lei lo…
Alessandra Bartalesi: Ma quando sono tornato a casa…
P.M.: Lo riscopre nell786? Nel ’96 ‘ – chiedo scusa – ci si è riavvicinata? In questi dieci anni, lui veniva a trovarla?
Alessandra Bartalesi: Sì, quando tornai a casa dall’ospedale, ogni tanto, lo vedevo, veniva a trovarmi a casa, hai voglia. All’ospedale, no; ma a casa, sì.
P.M.: E quando invece lui, nel ’96, dopo che… Nel ’95 – scusi – dopo che, diciamo, si era disintossicato, da come ci racconta lei, andò lui all’ospedale, lei ci ha detto non andava a trovarlo. Io non ho capito come mai – se era così vicina a questo zio, lui andò in ospedale a fine ’95 – lei non andò a trovarlo. Gliel’ho già fatta questa domanda. Volevo capire. Siccome lei ci dice, ‘in quel periodo lo volevo aiutare’, tutte quelle belle cose che ci ha detto, quelle poesie; come mai è in ospedale lei, è in ospedale lui e non vi…
Alessandra Bartalesi: Sì, ma probabilmente…
P.M.: Tutto questo grande affetto zio-nipote, nel momento importante lo vedo, da quello che dice lei, un po’ più carente.
Alessandra Bartalesi: E’ giusto. Ma mi dicevano tutti come stava, di continuo. Però, sarà anche perché io la macchina mia non l’ho mai presa per uscire dal paese, se non per andare a lavorare, i miei non erano contenti se la prendevo per andare a Firenze o a trovare… insomma. E allora non…
P.M.: Ma i suoi parenti non andavano a trovarlo, la sua mamma, lei con le sue sorelle? C’è questo zio all’ospedale, lei ha fatto così tanto per curarlo dal bere, e non va a trovarlo all’ospedale?
Alessandra Bartalesi: E probabilmente non ho avuto mai l’imbarco giusto per andare.
P.M.: Bene. Senta una cosa… No, non ho altre domande, grazie. Ah sì, scusi, ecco l’altra. Lei oggi, chiedo scusa Presidente,…
Presidente: Prego, prego.
P.M.: … ci ha parlato di queste visite al cimitero per andare a trovare la bambina dello zio. Fece presente che – è stata sentita più volte, di questo non ne ha mai parlato, va be’ – però, parlava invece che andava a trovare un’altra persona, che andava a trovare il suo amico Dori, e lei lo accompagnava a trovare il Dori.
Alessandra Bartalesi: Ah, sì, anche questo.
P.M.: Oggi… E poi, anche all’ultimo dibattimento, io ho qui il verbale – a sua domanda -, lei dice: “Lo portavo a volte al cimitero, in qua e in là, con la macchina”. Nel corso dell’esame del P.M., durante le indagini, aveva detto andava a trovare il Dori. Se ne era dimenticata?
Alessandra Bartalesi: Sì, me n’ero dimenticata, perché m’ha rammentato la bambina, l’avvocato, e allora m’è venuto in mente quello e basta. Sì, l’ho portato anche a trovare il Dori.
P.M.: Ma era nello stesso cimitero?
Alessandra Bartalesi: No, era in un altro cimitero, a Sant’Andrea in Percussina.
P.M.: Bene, non ho altre domande, grazie.
Presidente: Voi altri? Bene.
Avvocato Filastò: Io ho un’altra domanda, Presidente.
Presidente: Bene.
Avvocato Filastò: L’ospedale dove lei si trovava ricoverata dov’era?
Alessandra Bartalesi: A Careggi.
Avvocato Filastò: A Firenze.
Alessandra Bartalesi: Sì, a Firenze.
Avvocato Filastò: Lei sa che suo zio non guida la macchina?
Alessandra Bartalesi: Eh, no, infatti, non ho mai aspettato che venisse.
Avvocato Filastò: Quindi, una delle ragioni per cui non veniva a trovarla, probabilmente era per questo.
Alessandra Bartalesi: Sì, infatti.
Avvocato Filastò: E a sua volta, lei, pare che dopo…
P.M.: (voce fuori microfono) No no…
Avvocato Filastò: Sì, ma nel controesame pare si possan fare, delle domande suggestive.
P.M.: Nessun problema.
Avvocato Filastò: L’ho sentito dire, ecco.
P.M.: Sì.
Avvocato Filastò: A me non mi torna nemmen tanto, ma comunque…
Presidente: Non c’è problema, non c’è problema.
Avvocato Filastò: Grazie, Presidente. Lei ha un po’ di difficoltà a guidar la macchina? Lei ce l’ha vero?
Alessandra Bartalesi: Eh, un po’ sì, sulle strade che conosco bene no, come quella che faccio tutti i giorni per andare a lavorare. Ma sulle altre, sì.
Avvocato Filastò: Senta, a proposito di una certa frase detta dal Lotti: “Non andar da sola con lo zio”; potrebbe… Lei l’ha interpretata come? L’ha interpretata anche nel senso che c’aveva delle difficoltà lei a guidare la macchina?
Alessandra Bartalesi: Sì. Un po’ fra questo e un po’ fra che dice, lui poteva pensare, ‘se va da sola con lui io rimango da solo’.
Avvocato Filastò: Ho capito.
Alessandra Bartalesi: Eh.
Presidente: Bene, può andare signorina. Grazie.
Alessandra Bartalesi: Prego.
Presidente: Altro teste, avvocato, chi è?
Avvocato Filastò: Di questi testi, potrebbe essere, beh, c’è una signora: chiamiamo la signora. La signora Anna Bandinelli.
Presidente: (voce fuori microfono)
Anna Bandinelli: A Xxxxxx, XX/XX/XX. A Xxxxxxxx
(voce fuori microfono)
Anna Bandinelli: Devo legger forte?
(voce fuori microfono)
Anna Bandinelli: “Colpevole della responsabilità…
Avvocato Filastò: No, colpevole no.
Presidente: Colpevole no, signora.
Avvocato Filastò: È entrata proprio nel vivo dell’ambiente.
Anna Bandinelli: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”.
Presidente: Signora, lei vuol essere ripresa dalla telecamera o no?
Anna Bandinelli: No no, assolutamente no.
Presidente: Niente telecamere, per cortesia. La prego, avvocato, il punto G…
Avvocato Filastò: Volevo dire che, me lo son dimenticato, questo valeva anche per l’Alessandra Bartalesi, l’aveva detto prima, eh. Quindi, se qualcuno l’ha ripresa, lo tenga presente.
Presidente: Effettivamente ci siamo dimenticati. Perché anche l’altra volta non fu ripresa.
Avvocato Filastò: E anche per la Francesca Bartalesi. Sia per Francesca che per Alessandra, vale. Che avevan già detto di non voler esser riprese, la volta precedente in cui erano state interrogate. Signora, io le faccio le domande, forse un po’ così a tentoni, su una festa che c’è stata a Cerbaia intorno all’8 di settembre del 1985. Se la ricorda lei?
Anna Bandinelli: Sì, partecipavo alla festa, nell’85. Ero in cucina, ero cuoca, quindi…
Avvocato Filastò: Lei era cuoca dove?
Anna Bandinelli: In cucina, al gastronomico della Festa dell’Unità.
Avvocato Filastò: Quindi c’era la Festa dell’Unità, a Cerbaia.
Anna Bandinelli: Sì.
Avvocato Filastò: E lei era nella cucina.
Anna Bandinelli: In cucina, insieme ad altre persone, diciamo, non ero l’unica insomma.
Avvocato Filastò: Signora, questa cucina era all’aperto?
Anna Bandinelli: È una struttura, diciamo, come si può dire?, mobile. Ed è montata, però è chiusa, diciamo, noi, praticamente, si faceva da mangiare dentro a questo spazio chiuso.
Avvocato Filastò: Ma lei riusciva a vedere gli avventori?
Anna Bandinelli: No, assolutamente, perché non si aveva nessun rapporto noi, perché c’è lo spazio apposito dove si consegna, diciamo, i piatti già completi.
Avvocato Filastò: Quindi lei, signora, è in grado di dire se vennero a cena, lì, oppure non so, per qualche ragione vennero in cucina, questi due…
Anna Bandinelli: No, assolu…
Avvocato Filastò: Aspetti, le dico chi.
Anna Bandinelli: Sì.
Avvocato Filastò: Questi due ragazzi francesi, che poi furono trovati morti?
Anna Bandinelli: No, io assolutamente. Perché è impossibile, perché nell’interno non può entrare solo che operatori, praticamente, che fanno il servizio. Anzi, perché si sta in camice, abbiamo tutte le cose, le tessere sanitarie, e quindi non possono entrare gli estranei.
Avvocato Filastò: Ha sentito dire da qualcuno che erano presenti?
Anna Bandinelli: Dopo una settimana, l’ho letto sul giornale che questi due ragazzi avevano mangiato le pappardelle a Cerbaia. Però, io…
Avvocato Filastò: L’ha letto solo sul giornale.
Anna Bandinelli: Solo sul giornale.
Avvocato Filastò: Nessuna delle altre persone che erano lì…
Anna Bandinelli: No, assolutamente. Io, no.
Avvocato Filastò: Allora, io non posso fare altro che scusarmi con lei per averla disturbata, signora.
Anna Bandinelli: Bene. Grazie.
Presidente: Altre domande?
Avvocato Filastò: No, io. Aspetti.
Presidente: Aspetti, signora, aspetti, aspetti.
Avvocato Filastò: … se qualcuno vuole farle delle domande.
Presidente: Pubblico Ministero?
P.M.: No, Presidente.
Avvocato Filastò: Signora, la festa… Scusi, una sola domanda allora.
Anna Bandinelli: Sì.
Avvocato Filastò: Forse l’unica che, in qualche maniera, risulterà pertinente. Questa festa si tenne in che giorni?
Anna Bandinelli: Mi sembra dal 6 settembre al… diciamo, praticamente sono dodici giorni, iniziava il 6 di .settembre, mi sembra. E un’altra settimana, diciamo così, mi sembra, perché ora non mi ricordo.
Avvocato Filastò: Ho capito. Quindi…
Anna Bandinelli: Sono dodici giorni l’anno, e quindi i numeri…
Avvocato Filastò: Dodici giorni a partire dal 6 settembre.
Anna Bandinelli: Sì.
Avvocato Filastò: Grazie. Non ho altre domande.
Anna Bandinelli: A posto?
Avvocato Filastò: Certo, signora.
Anna Bandinelli: Posso andare?
Presidente: Pubblico Ministero? Altre parti?
P.M.: Nessuna domanda, grazie.
Presidente: Bene, può andare. Grazie.
Avvocato Filastò: Allora sentiamo il teste Fantoni. Mi devo scusare con la Corte per questa testimone, che non sapeva un accidente di niente. Ma penso che, insomma, un avvocato purtroppo va molto a tentoni spesso. I Carabinieri da mandare in giro non ce li ha.
P.M.: Qui invece c’abbiamo, volendo, tanti verbali…

Presidente: Fantoni? Come si chiama? Fantoni Marcello?
Marcello Fantoni: Sì.
Presidente: Vuole essere ripreso dalle telecamere?
Marcello Fantoni: No, se è possibile no.
Presidente: Bene.
Marcello Fantoni: Gradirei.
Presidente: Aspettiamo un attimo, perché deve venire la segretaria, che si è assentata un attimo.
P.M.: Il signor Fantoni è stato sentito tre volte: una dalla P.G., una dal P.M. e una nel processo Pacciani.
Avvocato Filastò: Anche al dibattimento?
P.M.: Se è lo stesso. Lei si…
Marcello Fantoni: Io non sono mai stato…
P.M.: Allora è un altro Fantoni. Come non detto.
Marcello Fantoni: Io, è la prima volta.
P.M.: Chiedo scusa.
Marcello Fantoni: Prego.
Avvocato Filastò: Qui mi fa presente il Pubblico Ministero che posso aver sbagliato a citare un Fantoni per un altro.
P.M.: No, c’è un Fantoni Marcello sentito sia dal P.M. che dalla P.G., che è al processo Pacciani.
Avvocato Filastò: Probabilmente io… Sempre sulla circostanza della festa di Cerbaia?
P.M.: Bravo.
Avvocato Filastò: E allora… va beh. Ho sbagliato Fantoni. Lei si chiama di nome?
Marcello Fantoni: Fantoni Marcello.
Avvocato Filastò: Anche lei.
Marcello Fantoni: Certo.
Avvocato Filastò: Anche lei. Ma ce n’è due di Fantoni Marcello, allora.
Marcello Fantoni: Io non voglio mettere, non voglio dire i nomi che non riguardano; però so che c’è un altro Fantoni Marcello a Mercatale per esempio. Però non ha nulla a che vedere con la Festa de L’Unità a Cerbaia. Per dire che c’è un omonimo uguale al mio nome e cognome guarda caso però, non ha nulla a che vedere…
Avvocato Filastò: Cerchiamo di chiarire le cose.
(voce fuori microfono)
Marcello Fantoni: Il XX/XX del 19XX.
Presidente: Dove?
Marcello Fantoni: A Xxxxx.
(voce fuori microfono)
Marcello Fantoni: A Xxxxxxx.
(voce fuori microfono)
Marcello Fantoni: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità, e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”.
Presidente: Prego.
Avvocato Filastò: Signor Fantoni, lei non è mai stato sentito prima di oggi.
Marcello Fantoni: No.
Avvocato Filastò: Lei svolgeva qualche ruolo alla Festa de L’Unità di Cerbaia?
Marcello Fantoni: Sì, servivo i pasti della Festa all’interno.
Avvocato Filastò: Praticamente lei sarebbe un volontario, diciamo così…
Marcello Fantoni: Esatto.
Avvocato Filastò: … del Partito per intendersi…
Marcello Fantoni: Certo, certo.
Avvocato Filastò: Lei ebbe occasione di vedere a questa festa, a questo ristorante una coppia, fra quella coppia di ragazzi francesi che poi vennero uccisi?
Marcello Fantoni: Certo. Li ho serviti pure a tavola.
Avvocato Filastò: Ah, sì?
Marcello Fantoni: Sì.
Avvocato Filastò: È sicuro di questo? Li ha riconosciuti come?
Marcello Fantoni: Certo, li ho riconosciuti il giorno dopo che li ho visti sui giornali.
Avvocato Filastò: E vennero a mangiare lì, loro.
Marcello Fantoni: Sì.
Avvocato Filastò: Io vorrei sapere una cosa, lei dovrebbe fare uno sforzo per ricordarsi questa circostanza. Se se la ricorda lo dice, se non se lo rammenta… Io vorrei sapere se il giorno che lei li ha serviti…
Marcello Fantoni: Sì, sì.
Avvocato Filastò: … era sabato o domenica.
Marcello Fantoni: Cioè, il sabato sera o la domenica sera?
Avvocato Filastò: Sì. Se lo ricorda?
Marcello Fantoni: Io sinceramente… mi sembra la domenica.
Avvocato Filastò: Le sembra la domenica?
Marcello Fantoni: Mi sembra la domenica. Però,… dovessi insistere e appropriare su una data come su altre… su un orario, come si fa? Mi sembra la domenica però…
Avvocato Filastò: Lei ci ha ripensato dopo?
Marcello Fantoni: Cioè, c’ho ripensato a questa cosa, all’accaduto?
Avvocato Filastò: Sì. A questa… all’aver visto questi giovani…
Marcello Fantoni: Cioè, non capisco come vuol dire, se c’ho ripensato…
Avvocato Filastò: Beh, voglio dire, lei apprende che questi ragazzi son stati ammazzati in una situazione… Lei li riconosce in fotografia…
Marcello Fantoni: Certo. Li riconosco il giorno dopo sul giornale, sì, appunto. Cioè, mi venne spontaneo di dire: ‘porca miseria, questi l’ho serviti ieri sera a tavola io’.
Avvocato Filastò: Ho capito. Si ricorda cosa mangiarono?
Marcello Fantoni: Io mi ricordo che… per secondo non me lo ricordo, ma il classico: pappardelle alla lepre, questo me lo ricordo bene.
Avvocato Filastò: Ho capito. Chi c’era con lei a servire anche?
Marcello Fantoni: C’erano altri nomi che, diciamo, non fanno parte di questo gruppo che momentaneamente siamo stati…
Avvocato Filastò: Un certo signor Malonchi, no, non c’era? Malonchi.
Marcello Fantoni: Malanchi era in cucina se non sbaglio.
Avvocato Filastò: Cantini?
Marcello Fantoni: Cantini anche lui in cucina.
Avvocato Filastò: Va beh…
Marcello Fantoni: A servire a tavola con me c’erano altri nomi che, al momento, diciamo, non… cioè, al momento, c’erano, però non ebbero l’occasione di servire questa coppia e perciò non ebbero l’occasione di… come si dice?…
Avvocato Filastò: Lei ci parlò con questa coppia?
Marcello Fantoni: Sì, un attimino. Perché a mala pena parlo un attimo di francese e gli chiesi semplicemente se gli piacquero questo…
Avvocato Filastò: Gli erano piaciute queste pappardelle?
Marcello Fantoni: Sì, gli piacquero. Poi, nulla di particolare. Non mi misi a chiedergli poi tante cose, ecco.
Avvocato Filastò: Io non ho altre domande. Comunque sul sabato e la domenica lei non è certo, insomma?
Marcello Fantoni: Mah, come ripeto, mi sembra la domenica. Io…
(voce fuori microfono)
P.M.: Questi li ho serviti a tavola io ieri sera. Non vedo perché si debba di’ che un è certo.
Avvocato Filastò: Va beh, perché ieri sera dovrebbe essere ieri l’altro sera…
P.M.: E allora se si sentano e poi un ci va bene…
Avvocato Filastò: No, a me un mi va… Che c’entra un mi va bene? Io ho chiesto se è sicuro e ha detto quello che ha risposto. Basta.
P.M.: Ha detto di sì…
Avvocato Filastò: Io non faccio nessuna forzatura.
Presidente: Pubblico Ministero, lei?
P.M.: Nessuna domanda, Presidente.
Presidente: Gli altri? Prego, può andare. Grazie.
Marcello Fantoni: Grazie a voi.
P.M.: Abbiamo sempre sostenuto questo, quindi… l’ha sempre detto.

Avvocato Filastò: Facciamo venire questo signor Malonchi, come si chiama… Malanchi.
Presidente: Malonchi Massimiliano.
(voce fuori microfono)
Massimiliano Malanchi: Come?
(voce fuori microfono)
Massimiliano Malanchi: Xxxxxxx, XX/XX/XX
(voce fuori microfono)
Massimiliano Malanchi: Xxxxxxx
(voce fuori microfono)
Massimiliano Malanchi: Malanchi Massimiliano. “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità, e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”.
Presidente: Senta, vuol essere ripreso dalle telecamere?
Massimiliano Malanchi: No.
Presidente: La televisione?
Massimiliano Malanchi: No.
Presidente: Bene, niente telecamere. Prego, avvocato Filastò.
Avvocato Filastò: Signor Malanchi, abbiamo appreso dal testimone precedente che lei era addetto in cucina nella tavola calda, ristorante de la Festa de L’Unità di Cerbaia intorno all’8-9 di settembre del 1985.
Massimiliano Malanchi: Io ero a i’ bar, addetto al bar.
Avvocato Filastò: Addetto al bar. Lei si ricorda di aver visto al bar o nel… Il bar è…
Massimiliano Malanchi: Staccato dalla cucina.
Avvocato Filastò: E’ staccato dalla cucina e alla prospettiva dei tavoli.
Massimiliano Malanchi: In parte.
Avvocato Filastò: Lei ha visto fra gli avventori quella coppia di francesi che poi verrà uccisa?
Massimiliano Malanchi: No.
Avvocato Filastò: Non ci ha fatto caso.
Massimiliano Malanchi: (nega).
Avvocato Filastò: Ha parlato con qualcuno degli altri addetti che hanno… per esempio col signor Fantoni Marcello che abbiamo sentito poco fa, che ha detto di aver visto questi ragazzi? Ne avete discusso di questo omicidio?
Massimiliano Malanchi: Io praticamente son… a parte non si sapeva nulla di questa cosa. L’ho conosciuta successivamente, non in quei giorni. Addirittura di questa di Fantoni, ni’ ’92, mi sembra, sicché… proprio…
Avvocato Filastò: Lei si è disinteressato di questo fatto?
Massimiliano Malanchi: No, non si sapeva nemmen che c’era stato appunto, questi ragazzi a mangiare. Io non sapevo nulla.
Avvocato Filastò: L’ha sentito dire nel ’92 da Fantoni, a distanza di tanti anni.
Massimiliano Malanchi: Dopo da altri, ma…
Avvocato Filastò: Da altri l’ha sentito dire?
Massimiliano Malanchi: Come?
Avvocato Filastò: Ha sentito dire da altri che questi ragazzi eran stati lì a mangiare?
Massimiliano Malanchi: Non ho sentito dire che eran stati lì a mangiare, ho sentito… dopo, coi giornali, queste storie vengono fori. Dice che avevan mangiato alla Festa de L’Unità. Ma, io, persone che m’avessero detto ‘c’è stato questi signori’, l’è venuto fori dopo tutti questi… Di Fantoni nel’92…
P.M.: Sui giornali?
Massimiliano Malanchi: Sui giornali.
Avvocato Filastò: Qualcun altro?
Massimiliano Malanchi: No. Cioè, a parte ora, naturalmente.
Avvocato Filastò: Senta, lei ci saprebbe dire il nome di qualcun altro che serviva in tavola? A parte Fantoni che serviva in tavola, questo lo sa lei.
Massimiliano Malanchi: L’ha detto lui. Io non l’ho visto.
Avvocato Filastò: Non lo conosceva lei?
Massimiliano Malanchi: Hai voglia. Non sapevo che l’aveva serviti lui, l’ha detto lui…
Avvocato Filastò: No, no. Ma lasci perdere se ha servito, hanno servito o meno i francesi. Io voglio sapere se le risulta che Fantoni Marcello serviva in tavola?
Massimiliano Malanchi: Quel giorno? Non lo posso dire. Che abbia visto Fantoni Marcello servire in tavola, non lo posso dire.
Avvocato Filastò: E non può dire nessun altro che serviva in tavola là?
Massimiliano Malanchi: A una Festa de L’Unità c’è diversa gente.
Avvocato Filastò: Sì, lo so.
Massimiliano Malanchi: Io so i’ che facevo io. I’ che facevan gli altri, posso dire che l’Anna l’era in cucina perché la fa sempre da un anno a un altro la cucina. Ma chi c’era a servire in tavola, non c’è una persona; ce n’era… c’è più gente che fa quel lavoro. Chiunque può arrivare e dire: c’è bisogno di una mano? Sì, do una mano. Bene. Come si fa a saperlo?
Avvocato Filastò: E non si ricorda nessun nome, lei?
Massimiliano Malanchi: No.
Avvocato Filastò: Va beh. Grazie.
Massimiliano Malanchi: Prego.
Presidente: Pubblico Ministero?
P.M.: Nessuna domanda, grazie.
Presidente: Gli altri? Bene, può andare. Grazie.
Massimiliano Malanchi: Buonasera. Grazie.

Avvocato Filastò: Cantini.
Presidente: Lei come si chiama? Cantini?
Angelo Cantini: Cantini Angelo.
Presidente: Vuol essere ripreso dalle telecamere o no?
Angelo Cantini: No.
Presidente: Per cortesia, niente telecamere. Allora, dia le generalità alla signorina.
(voce fuori microfono)
Angelo Cantini: A Xxxxxxx.
(voce fuori microfono)
Angelo Cantini: XX/XX/XX.07/04/38.
(voce fuori microfono)
Angelo Cantini: A Xxxxx.
(voce fuori microfono)
Angelo Cantini: Via Xxxxxxx
(voce fuori microfono)
Angelo Cantini: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità, e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”.
Presidente: Prego, avvocato.
Avvocato Filastò: Grazie, Presidente. Signor Cantini.
Angelo Cantini: SI.
Avvocato Filastò: Le farò delle domande sulla Festa de L’Unità di Cerbaia del 1985. È passato diverso tempo.
Angelo Cantini: Sì.
Avvocato Filastò: Dell’8-9 settembre. Lei si ricorda aveva partecipato a questa…?
Angelo Cantini: Sì.
Avvocato Filastò: Lei lavorava per caso al ristorante o alla tavola calda del… ?
Angelo Cantini: Io lavoravo alle griglie. Far cocere la carne.
Avvocato Filastò: A cocere la carne.
Angelo Cantini: C’ho un verbale fatto dai Carabinieri e poi fatto dalla DIGOS. Io, quanto ho detto lì… ha visto, ora…
Avvocato Filastò: No, ma io non lo conosco ‘sto verbale. Abbia pazienza, perché…
Angelo Cantini: Per me…
P.M.: Lo possiamo procurare.
Avvocato Filastò: Grazie, Pubblico Ministero.
P.M.: Però, non al volo.
Avvocato Filastò: No, no. Non pretendo tanto, per carità. Apprezzo già di per sé la disponibilità.
P.M.: Se non altro, c’abbiamo un signore che aveva parlato allora.
(voce fuori microfono)
P.M.: Scusi, intervengo solo. Si ricorda che Carabinieri erano?
Angelo Cantini: Sì, il maresciallo dei Carabinieri di San Casciano.
P.M.: Bene, grazie.
Avvocato Filastò: Minoliti.
P.M.: No, all’epoca no.
Angelo Cantini: Il nome…
Avvocato Filastò: Lodato.
Angelo Cantini: … un me lo ricordo.
Avvocato Filastò: Un se lo ricorda. Va bene. Signor Cantini, la sua collocazione alle griglie le consentiva di vedere gli avventori, le persone che venivano a mangiare?
Angelo Cantini: Difficile. Sì, passavano ma un si può mica tenere, parlare con tutti, vero? E vanno via…
Avvocato Filastò: No, no. Semplicemente vederli.
Angelo Cantini: Difficile, perché siamo dietro…
Avvocato Filastò: Volevo chiederle: lei si rese conto, si accorse che eran venuti a mangiare lì i due giovani francesi che poi i giornali comunicarono erano morti, ammazzati agli Scopeti?
Angelo Cantini: Sì, guardi mi scusi se io ripeto la solita cosa.
Avvocato Filastò: Eh, no no.
Angelo Cantini: Però, e c’ho un verbale il quale, ho testimoniato che io ho parlato con loro e sono andato a mangiare.
Avvocato Filastò: Ah, benissimo.
Angelo Cantini: Sicché se la guarda il verbale, lì c’è tutto.
P.M.: L’abbiamo trovato. Se interessa…
Angelo Cantini: Col la DIGOS, anche con la DIGOS dopo cinque anni.
P.M.: Se vieni a leggertelo qui.
Avvocato Filastò: Mi sposto nel campo avversario.
(voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: Siccome è venerdì…
P.M.: Sembra che quel verbale diceva la sera del venerdì 7.
(voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: Va bene. Quindi lei dice di aver visto questi due giovani che le è sembrato di riconoscere poi, sulle fotografie.
Angelo Cantini: Sì.
Avvocato Filastò: Ecco, che giorno era?
Angelo Cantini: Guardi, dopo 12 anni… Io ho scritto i’ che c’è su i’ verbale, confermo quello.
Angelo Cantini: Lei disse venerdì.
Angelo Cantini: Io confermo i’ che c’è su i’ verbale.
Avvocato Filastò: Oggi un potrebbe dire se invece di venerdì era sabato o domenica?
Angelo Cantini: Come fo a di ‘ sabato o domenica? Questo…
Avvocato Filastò: Lei ha detto di averci parlato con questi ragazzi.
Angelo Cantini: Sì, perché, guardi caso, avevo fatto i coniglioli a i’ cartoccio. E passaron di lì e videro questo… ‘o che roba c’è lì dentro?’ Ecco, e basta. Mi pare l’avevo specificato anche su i’ verbale.
Avvocato Filastò: Sì, senta ma quindi si rese conto se parlavan francese o italiano?
Angelo Cantini: Lui parlava… lo capivo bene, ecco.
Avvocato Filastò: Ma c’aveva un accento…
Angelo Cantini: Sì, sì.
Avvocato Filastò: Era accento francese.
Angelo Cantini: Quello…
Avvocato Filastò: L’erre moscia eccetera.
Angelo Cantini: Sì.
Avvocato Filastò: Insomma, va beh. Accento francese…
Angelo Cantini: Insomma, io ora il francese…
Avvocato Filastò: Non italiano insomma.
Angelo Cantini: Non italiano, ecco.
Avvocato Filastò: Straniero. Com’era ‘sto ragazzo, alto, basso…?
Angelo Cantini: Ora…
Avvocato Filastò: Lei ha detto proprio: ‘i due parlavano francese’. Ci sa dire se c’era… un nome o nomi di qualche altra persona che in quell’occasione…
Angelo Cantini: Siamo tanti lì, come si fa a ricordassi di tutto? Una cosa…
Avvocato Filastò: Delle persone, una sola.
Angelo Cantini: In dove?
Avvocato Filastò: Che lavoravan con lei. Lei è un volontario naturalmente?
Angelo Cantini: Sì, siamo dei volontari.
Avvocato Filastò: Frequentate una sezione?
Angelo Cantini: Sì.
Avvocato Filastò: Ecco. Allora, qualcun altro?
Angelo Cantini: No, lì a i ‘ foco ci sta sempre uno. Un è che si stii dieci, vero?
Avvocato Filastò: Ma un po’ lontano dal fuoco a servire…?
Angelo Cantini: C’erano a servire, c’era quelli che c’era qui.
Avvocato Filastò: Il Fantoni c’era, questo l’abbiam saputo. Il Fantoni non c’ha detto nessun altro nome. Lei non se ne ricorda nessuno?
Angelo Cantini: Come si fa a ricordarsi…
Avvocato Filastò: Dei compagni più assidui.
Angelo Cantini: Ma che scherza davvero! Come si fa a ricordare di tutti i compagni che gl’arriva lì. Quello gl’arriva dieci minuti, quello fa un’ora.
Avvocato Filastò: No, qualcuno, via. Anche un pochino più…
Angelo Cantini: No, un mi ricordo.
Avvocato Filastò: Va beh. Non ho altre domande. Ah, comunque gli contesto che, siccome non se lo ricordava, non per contestare una cosa difforme che ha detto oggi; ma per ricordargli che lui parlò di venerdì in questo verbale. E quindi ne chiedo la allegazione agli atti…
P.M.: Abbiamo già provveduto. Ora lo alleghiamo…
(voce fuori microfono)
P.M.: Presidente, chiedo scusa. Per meglio inquadrare la deposizione del signor Cantini Angelo, il quale è stato onesto, dice: ‘vedete cosa dissi allora, perché ora non me lo ricordo ‘, questa testimonianza è fatta il 17 settembre, quindi qualche giorno dopo i fatti. Per la verità il signor Cantini, all’epoca, fu più realista del re, perché disse: “Non so cosa abbiano mangiato o bevuto. Ho visto scendere dall’auto e hanno ottenuto cibo, ma non so cosa abbiano mangiato né bevuto in quanto a servire non ero io”. Però poi dice: “I due parlavano francese”. E poi dice: “Non posso affermare che i due giovani da me notati fossero gli stessi che sono stati poi uccisi, cosiddetti dal mostro. Ho visto le fotografie apparse sul giornale e mi è sembrato di riconoscere non con certezza i due che erano venuti a mangiare alla Festa de L’Unità. La differenza è che la donna da me notata aveva i capelli più lunghi di quelli della donna raffigurata sul giornale”. Tutto qua. Dato che lo adopriamo per… Lei si ricorda che disse queste cose?
Angelo Cantini: Scusi, ma codesto che è quello fatto con la DIGOS o con i Carabinieri di San Casciano?
P.M.: Con i Carabinieri di San Casciano siamo il 17, quindi siamo a sei giorni dopo il fatto, sette giorni dopo il fatto. Controlli se è lei, eh. È Cantini Angelo 07/04/38.
Angelo Cantini: Sì, sì. La firma l’è mia.
P.M.: È la sua la firma?
Angelo Cantini: La firma sì. Ma il 17…
P.M.: Un po’ di giorni dopo il fatto, no?
Angelo Cantini: Sì.
P.M.: Bene. Già l’ha richiesto l’avvocato Filastò, io chiedo di produrlo.
Presidente: (voce fuori microfono)
P.M.: Sì, lo rifotocopiamo per cortesia. Grazie.
Presidente: Altre domande?
P.M.: Nessuna il P.M., grazie.
Presidente: Avvocato Filastò, lei, altre domande?
Avvocato Filastò: No, grazie.
Presidente: Può andare signor Cantini. Grazie.
Angelo Cantini: Grazie.
Presidente: Ci sono altri testi avvocato, o no?
Avvocato Filastò: No, Presidente per oggi no. Però deposito le citazioni dei testimoni notificate a mezzo ufficiale giudiziario per documentare che la signora Luisa Landozzi Vanni, cioè la moglie dell’imputato Vanni, ha persino rifiutato di ricevere la copia.
P.M.: Non è un buon sintomo per essere così affezionata al marito.
Avvocato Filastò: Non c’entra…
Presidente: No, no.
Avvocato Filastò: Insomma un apre bocca poeromo, esprime un po’ di veleno il Pubblico Ministero, detto con molta cordialità, ecco. Dopo aver ricevuto le spiegazioni sulle eventuali pene, eccetera eccetera. A me risulta che la signora è assolutamente impossibilitata a muoversi, questo la giustifica ampiamente rispetto alla sua mancata comparizione anche alla tacita protesta per aver ricevuto questo atto. Però, io deposito questo verbale dell’ufficiale giudiziario perché non intendo rinunciare a questa testimone, a questa prova. Riservandomi, eventualmente ove, come c’ha detto del resto il dottor Ciappi, perché questa impossibilità della signora è documentata dal testimone Ciappi che abbiamo sentito, ove la signora fosse impossibilitata a muoversi, mi riservo di chiedere che la Corte, eventualmente, nomini qualcuno dei membri del Collegio per recarsi a casa della signora a sentirla. Perché ho alcune domande abbastanza precise da rivolgerle. Ah, c’è anche un certo Del Mastio…
Presidente: Del Mastio, c’è Del Mastio?
Avvocato Filastò: Scusi, m’ero dimenticato di…
Presidente: Allora, sentiamo Del Mastio, scusi.
(voce fuori microfono)

Presidente: Si chiama lei?
Giuliano Del Mastio: Del Mastio Giuliano.
(voce fuori microfono)
Giuliano Del Mastio: Xxxxxxxx.
(voce fuori microfono)
Giuliano Del Mastio: Quando? Il XX/XX/XX.
(voce fuori microfono)
Giuliano Del Mastio: A Xxxxxx
(voce fuori microfono)
Giuliano Del Mastio: Via Xxxxxxx
Presidente: Vuole deporre… vuole deporre, vuol essere ripreso dalla telecamera o no?
Giuliano Del Mastio: No.
Presidente: Niente telecamera.
(voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: È a pagina 28.
Presidente: Sì, sì. Punto C.
Giuliano Del Mastio: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità, e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”.
Presidente: Prego, avvocato. Prego.
Avvocato Filastò: Grazie. Signor Del Mastio, lei conosce Mario Vanni?
Giuliano Del Mastio: Sì.
Avvocato Filastò: Da quanto tempo?
Giuliano Del Mastio: Da 60 anni.
Avvocato Filastò: Accidenti, eravate bambini insieme. Perché ora ce n’ha 70. Lei quanti anni ha?
Giuliano Del Mastio: 68, per i 69. Gli ho dato la data ora, poco fa.
Avvocato Filastò: Ecco. Che ci sa dire del signor Vanni? Le risulta che sia una persona violenta, che fa delle azioni…?
Giuliano Del Mastio: No.
Avvocato Filastò: Che abbia l’abitudine, per esempio, di importunare le ragazze?
Giuliano Del Mastio: Di importunare le ragazze?
Avvocato Filastò: Sì, molestarle, sa?
Giuliano Del Mastio: No, no. Sono un po’…
Avvocato Filastò: No, no. Allora parlerò più forte.
Giuliano Del Mastio: Sì. Perché non sento bene.
Avvocato Filastò: Senta, frequentavate il bar insieme voi?
Giuliano Del Mastio: No, mai.
Avvocato Filastò: Lei che fa di lavoro?
Giuliano Del Mastio: Sono pensionato.
Avvocato Filastò: E prima cosa faceva?
Giuliano Del Mastio: Dunque, ho fatto l’artigiano e poi ho lavorato nelle Officine Grafiche Stianti.
Avvocato Filastò: Ah.
Giuliano Del Mastio: Ho fatto i turni.
Avvocato Filastò: Ho capito.
Giuliano Del Mastio: Sempre i’ turno.
Avvocato Filastò: Le gloriose Officine Stianti. Lei sa se è religioso Vanni?
Giuliano Del Mastio: Come?
Avvocato Filastò: Se è religioso, se frequenta la chiesa.
Giuliano Del Mastio: Ma, sì. Per lo meno, delle volte se n’è parlato.
Avvocato Filastò: Sa se ha una moglie ammalata di epilessia?
Giuliano Del Mastio: Mah, di che cosa. . . sì, qualcosa credo che abbia. Non sono sicuro ma qualcosa di malanno credo che abbia.
Avvocato Filastò: Le è mai capitato di vedere Vanni in giro la notte?
Giuliano Del Mastio: No.
Avvocato Filastò: Per boschi, per il paese?
Giuliano Del Mastio: No.
Avvocato Filastò: Sa se è un cacciatore o un pescatore?
Giuliano Del Mastio: Non lo so, ma non credo. Comunque non lo posso assicurare, ma non credo.
Avvocato Filastò: Lei l’ha visto spesso anche in sua qualità di postino, probabilmente l’avrà servito…
Giuliano Del Mastio: No, spesso no. Perché io sa facevo i turni, entravo la mattina alle sei e sortivo all’una oppure entravo all’una e facevo l’otto la sera. Per cui io il bar l’ho frequentato poco.
Avvocato Filastò: No ma a parte il bar, volevo sapere se l’aveva visto in qualità di postino.
Giuliano Del Mastio: Ah, in qualità di postino no. Mai. In qualità… prima portava… portava dunque, sempre dalle Poste…
Mario Vanni: Espressi.
Giuliano Del Mastio: Espressi. Ecco, qualche volta l’ho visto questo qui. Come postino no, non era la mi’ zona.
Mario Vanni: (voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: Come procaccia insomma. Di porta’ gli espressi…
Giuliano Del Mastio: Sì, ecco. Sì, allora qualche volta l’ho visto. A portare i telegrammi, ecco, queste cose qui.
Avvocato Filastò: Va bene. Non ho altre domande.
Presidente: Pubblico Ministero?
P.M.: Sì, solo così per dovere e puntualità. Lei a una domanda che le è stata fatta ha risposto: ‘no, non so se andava fuori la notte nei boschi’. Dico: perché lei c’andava? Come fa a sapere che lui non c’andava? E come mai no secco che non c’andava?
Giuliano Del Mastio: Come?
P.M.: Scusi.
Giuliano Del Mastio: Sì.
P.M.: Le è stata fatta una domanda, se sapeva se il Vanni andava fuori di notte e le è stato chiesto: nei boschi. Lei ha detto: ‘no’. Io vorrei sapere ha detto no, non lo so, o non c’andava?
Giuliano Del Mastio: Ah, non lo so.
P.M.: Ah, ecco. Benissimo.
Giuliano Del Mastio: Io non lo so.
P.M.: Bene, grazie.
Giuliano Del Mastio: Perché io l’ho visto… lo posso aver visto anche una volta ogni anno, ha capito?
P.M.: E’ stato di una chiarezza inequivocabile.
Presidente: Altre domande? Può andare signor Del Mastio. Signor Del Mastio può andar via. Può andare.
Giuliano Del Mastio: Grazie.
Presidente: Ci sono altri testimoni fuori o no?
Avvocato Filastò: No.
Presidente: Allora si prosegue domani… lunedì.
P.M.: Lunedì. Grazie, Presidente.
Presidente: Lunedì alle ore 9.00. Che giorno è lunedì? Lunedi 22.
P.M.: Chiedo scusa, per lunedì c’è la citazione dei soli periti o ci sono anche altri?
Avvocato Filastò: No, no. Mi pare di aver citato solo i periti lunedì.
P.M.: Bene.
Presidente: Bene.
P.M.: E abbiamo, scusi la. . . , abbiamo conferma o che vengono o meno, questo no.
Presidente: Abbiamo?
P.M.: Se abbiamo conferma che vengono. Perché il professor De Fazio era quella volta che le dissi che lui fino a gennaio non poteva venire; e chiedevo all’avvocato Filastò se, dopo la citazione, ha avuto-conferma che venga.
Avvocato Filastò: No, io non ho avuto nessuna… anzi, io ho spedito anche un fax al professor De Fazio. Gli ho mandato la citazione regolare dell’ufficiale giudiziario e in più gli ho mandato un fax per confermare…
Presidente: Manderemo a…
P.M.: Sì, no. Era solo una curiosità.
Presidente: Bene. Allora lunedì mattina.
Avvocato Bertini: Presidente.
Presidente: Dica, avvocato Bertini.
Avvocato Bertini: Martedì mattina si fa udienza, martedì?
Presidente: Sì, sì.
Avvocato Bertini: Io ho un impegno alle 9.00; si più iniziare un po’ più tardi Presidente, perché non ce la faccio a esser qui alle 9.00. Verso le 10.30.
Presidente: Eh, no perché un giorno particolare martedì mattina.
Avvocato Bertini: Lunedì. Alle 10.00.
Presidente: Udienza un po’ pesante, abbiamo parecchi testimoni.
Avvocato Bertini: Se si può fare le 10.00 mi farebbe una cortesia. Vedo un po’ di esser qui alle 10.00.
Presidente: Oddio alle 10.00 si può anche fare, però faremo più tardi il giorno. Va beh, alle 10.00 martedì.
Avvocato Bertini: Grazie.

19 Dicembre 1997 42° udienza processo Compagni di Merende

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