19 Dicembre 1997, 42° udienza, processo, Compagni di Merende Mario Vanni, Giancarlo Lotti e Giovanni Faggi per i reati relativi ai duplici delitti del MdF e Alberto Corsi per favoreggiamento.
Link a Radio Radicale per sentire l’audio delle deposizioni
Dato che le registrazioni presentano un audio non perfetto possono sussistere errori di trascrizione, nel caso se ne trovino durante la lettura contattateci per la eventuali correzioni: redazione@mostrodifirenze.com
Concetta Bartalesi, Graziano Marini, Adriano Poggiarelli, Stefano Calamandrei, Mario Di Lorenzo, Silvano Gargalini, Marco Martini, Paolo Ciampi, Giuliano Ulivelli, Renzo Polidori, Guido Ciampi, Francesca Bartalesi, Alessandra Bartalesi, Anna Bandinelli, Marcello Fantoni, Massimiliano Malanchi, Angelo Cantini, Giuliano Del Mastio
Presidente: Il Vanni?
P.M.: Sta arrivando Presidente
Presidente: Bene.
Avv. Nino Filastò: Presidente…
Presidente: Dica.
Avv. Nino Filastò: Avvocato Filastò difensore di Vanni. Chiedo di fare queste produzioni: si tratta di 5 articoli di giornale. Il primo, datato 9 settembre ‘982, col titolo: “Per il ‘mostro, pista importante. Ma il pericolo non è scomparso. Costernazione per la fuga di notizie”. E gli altri che riguardano La Repubblica…
Presidente: Insomma, i giornali dell’epoca.
Avv. Nino Filastò: Come?
Presidente: I giornali dell’epoca.
Avv. Nino Filastò: Sì, sì. Paese Sera…
P.M.: Di che data, chiedo scusa?
Avv. Nino Filastò: Questi altri, la data di questi altri è il 23 giugno… 22 e 23 giugno del 1982. Il primo di questi giornali, che è La Città, fra l’altro avrei dovuto trovare La Nazione dell’8 settembre che per la prima volta porta questa notizia, ma sembra che in questa città sia impossibile fare una copia fotostatica di un giornale. La Nazione ha la macchina rotta, la Biblioteca Nazionale, idem. Insomma…
P.M.: 8 settembre? Chiedo scusa.
Avv. Nino Filastò: 8-9 settembre. Questa è del 9 settembre. È importante questa produzione, non per riferire notizie, o commenti da parte del cronista. Ma per identificare un fatto storico. E la data di questo fatto storico. Il fatto storico è quando, per la prima volta, sulla stampa appare il collegamento fra i cosiddetti delitti del “mostro” e la pistola calibro 22 che spara nel 1968. Cioè a dire quando, per la prima volta, compaiono notizie di stampa circa questo collegamento. Cioè a dire il collegamento esistente fra il delitto avvenuto a Lastra a Signa nell’agosto del 1968 e i successivi delitti. Collegamento dato da questa identità dell’arma.
Presidente: Di quando sono? 8 settembre…?
Avv. Nino Filastò: 9 settembre 1982. Questo articolo. Ora, questa produzione e questo, l’accertamento di questo fatto storico, sul quale poi, se è il caso, la Corte, ex articolo 507, anche eventualmente su istanza di questo difensore, farà gli approfondimenti necessari, è importante per… beh, insomma, mandare nella pattumiera delle informazioni fasulle, la testimonianza del signor Calamosca. Il quale, se ricorderete, dopo aver affermato che lui non ha più rapporti con il Vinci a partire da una data di ferragosto del 1982, data in cui il Vinci viene arrestato presso la sua casa; da quel momento lui non ha più rapporti…
P.M.: Non è nell’83?
Avv. Nino Filastò: ’82. Ferragosto 1982.
P.M.: Era una domanda.
Avv. Nino Filastò: No…
Presidente: C’è scritto Calamosca. E dentro c’era?
Avv. Nino Filastò: Questo signor Calamosca, dopo aver affermato questo, che corrisponde, fra l’altro, a dei punti obiettivi, storici del processo, con riferimento alla data di arresto di Vinci, ci viene a dire che Vinci teneva il collegamento fra l’arma che aveva sparato nel 1968, nebulosamente, frammentariamente. Ha detto qualcosa di questo genere, e l’arma dei delitti del “mostro”. Ora, se Vinci temeva davvero questo, una delle due: o Vinci è il “mostro di Firenze”, beh, allora siamo tutti d’accordo; è morto, è a posto. Perché solo lui poteva fare quel collegamento. Solo s quella persona che aveva sparato nel 1968 e poi aveva sparato le volte successive. O non lo è, perché non lo è, perché in certi casi era in galera, povero Francesco Vinci. E allora il Calamosca racconta un sacco di bugie, perché il collegamento, ripeto, a livello di informazione pubblica, avviene soltanto a partire da questa data: 09/08, l’articolo de La Nazione che non sono riuscito a reperire, 9 settembre 1982. E il giornale, fra l’altro, qui la giornalista Franca Selvatici lamenta, oltretutto, la fuga di notizie. Cioè a dire, questa informazione della identità dell’arma che spara nel ’68 e nei delitti successivi, era una informazione riservatissima rispetto alla quale ho una intervista del dottor Tricomi, il quale lamenta, dice: ‘ma come mai c’è stata questa fuga’. E questo è uno. Gli altri articoli: “Forse ha un volto l’assassino dei fidanzati fiorentini”. “La Polizia è sulla pista del maniaco che uccide”. C’è, per esempio, in questo articolo di Giorgio Sgherri de L’Unità; “Prima di morire ha parlato Paolo Mainardi, il giovane di Montespertoli ucciso sabato notte assieme alla fidanzata Antonella Migliorini dal folle maniaco che ha già compiuto quattro stragi. Prima di spirare all’ospedale di Empoli ha detto qualcosa. Pare che abbia trovato la forza di fare un racconto confuso della terribile tragedia e tracciare una sommaria, e tracciare una sommaria descrizione dell’assassino”. E così tutti gli altri articoli: “Prima di morire Paolo ha detto qualcosa? Ricostruito l’agguato del feroce maniaco…”, eccetera eccetera. Sono tutti sullo stesso tono. Il 22 e il 23 giugno. E anche il 24 giugno del 1982. Ora, a questo difensore, il quale chiederà di approfondire il tema, ovviamente, anche eventualmente attraverso l’audizione di questi giornalisti, ma, eventualmente, anche la audizione dello stesso magistrato, questa informazione di stampa, come ho già avuto modo di riferire alla Corte, appartengono ad un escamotage. Però, da un punto di vista indagatorio particolarmente intelligente, del magistrato che, all’epoca, si occupava dell’inchiesta, vale a dire la dottoressa Silvia Della Monica. La quale pregò alcuni giornalisti di pubblicare questa falsa informazione. Perché sappiamo che il povero Mainardi, in conseguenza di un colpo di pistola, entrò quasi immediatamente in coma, non ebbe modo di dire assolutamente niente e poi morì all’ospedale senza aver mai ripreso conoscenza. Ma l’idea della dottoressa Della Monica era che, facendo pubblicar questa notizia da tutti i giornali che si occupavano del caso con questo rilievo, con questo risalto, si provocasse una qualche reazione dell’omicida. Ecco, il difensore, come ha già avuto modo di dire a questa Corte, ritiene che questa reazione ci sia stata. E che questa reazione sia avvenuta proprio direttamente nella persona, riguardo alla persona che sarebbe stata la prima destinataria delle informazioni eventualmente rese… Paolo Mainardi, vale a dire dell’autista dell’autoambulanza che aveva accompagnato il ragazzo in ospedale. Quindi, tutto questo per chiarire che la ipotesi del burlone, della burla giocata anche ad anni di distanza al povero signor Allegranti da parte di un bello spirito, il quale si prende gioco di lui, non si sa bene perché, è peregrina. Appartiene ad una di quelle alternative dialettiche che vengono proposte sul terreno di questo processo, nel momento in cui una circostanza è molto scomoda per l’accusa. Allora si fa balenare una certa ipotesi. Ecco, questa è la ragione per cui io chiedo la produzione di questi documenti, riservandomi, in esito naturalmente al dibattimento ex articolo 507, di chiedere che la Corte voglia svolgere gli accertamenti del caso, sia sul punto della prima circostanza che ho esposto, sia sul punto della seconda. Poi, Presidente…
Presidente: Su che punto, in particolare, avvocato?
Avv. Nino Filastò: Be’, sul punto della effettiva…
Presidente: Della falsa notizia?
Avv. Nino Filastò: Della corrispondenza della falsa notizia non ad un errore dei giornalisti…
Presidente: No, no…
Avv. Nino Filastò: … ma ad un obiettivo indagatorio ben preciso che apparteneva al magistrato che, a quell’epoca, conduceva le indagini.
Presidente: Di sentire la Della Monica, al limite.
Avv. Nino Filastò: Al limite, anche…
Presidente: Bene.
Avv. Nino Filastò: Che sarebbe, tra l’altro, la strada più diretta.
Presidente: Bene.
Avv. Nino Filastò: Però anche i giornalisti, eh, perché anche loro hanno…
Presidente: Il Pubblico Ministero?
P.M.: Presidente, confesso che in tanti anni non…
Presidente: No, aspettiamo una cosa. Sulla produzione…
P.M.: (voce non udibile)
Presidente: Benissimo.
P.M.: … una produzione mia che è, diciamo… che serve… … il motivo per cui non ho opposizione. Direi che, per quanto riguarda la produzione di giornali, se sia stato un escamotage del P.M., se sia stato un caso, i giornalisti… direi, sentiamo pure il magistrato. Tra l’altro, così, gli chiediamo anche contezza di quel verbale di sopralluogo per il quale il P.M. dice che aveva avuto notizia che il Mainardi era sul sedile davanti. Però volevo fare un attimo una produzione io, a questo scopo. Che così, direi, permette di risolvere non solo l’andamento dell’udienza odierna in cui ci sono i testi citati ex 507, ma consente anche di, secondo me, inquadrare bene quelle che sono le dichiarazioni dell’Allegranti e, direi, le valutazioni che la dialettica del difensore ha contrapposto a quella del P.M. Allora, mi sembra che la produzione tenga a dire: ‘guardate, che l’Allegranti era l’unico che poteva aver saputo qualcosa dal Mainardi.’ Come loro avranno già visto nell’ammettere ex 507 tutti i testi citati oggi, proprio la dottoressa Della Monica, la quale nel verbale di sopralluogo dice che aveva saputo dai testi e dagli ufficiali di P.G. che il Mainardi era sul sedile anteriore, e invece l’Allegranti è l’unico che dice era sul sedile posteriore, cosa fece, secondo me, molto correttamente e per fortuna della chiarezza dei fatti? Sentì proprio tutti quei testi che loro hanno oggi citato ex 507. Quelle testimonianze sono in verbali, appunto, della dottoressa Della Monica del giorno successivo all’omicidio. E tutti questi testi che hanno indicato loro nell’articolo ex 507, sono persone che sostengono, e spiegano perché, di essere arrivati prima dell’Allegranti e di aver visto il Mainardi sul sedile anteriore. Per fortuna sono quattro, cinque persone. Ma non è qui il numero cinque contano più di uno, no. Non è assolutamente questo. È un discorso che sono persone che sono arrivate prima, spiegano il come e il perché il Mainardi era sul sedile anteriore. E direi li sentiremo oggi e, comunque, ci sono anche i verbali. Io ne ho fatto copia per il difensore, avvocato Filastò. Li offro anche alla Corte, perché, dovendo sentire questi testi, potrebbe essere necessario anche alla Corte. Ma comunque al P.M. eventualmente adoprare i verbali di allora per eventuali ricordi dei testi, o comunque eventuali contestazioni. Io direi, però, che il dato fondamentale che tutte queste persone arrivate prima dell’Allegranti, spiegano perché sono arrivati prima, perché l’orario non è, secondo loro – ma lo dicevano già allora – quello delle 11.25. Ma siamo ben dopo la mezzanotte, in cui intervenne l’ambulanza. Ma sono persone che spiegano di aver visto prima dell’Allegranti il Mainardi. Allora, la tesi difensiva che l’Allegranti è l’unico che potrebbe essere stato destinatario o di minacce, o del messaggio che il “mostro” avrebbe chiamato lui, signori, è un discorso che è da valutare. Perché ci sono sette-otto persone che potrebbero essere state, a loro volta, oggetto di messaggi. Quindi, un “mostro” ipotetico che telefonava all’Allegranti, sapeva benissimo che lì c’era un 50 persone. Quindi, telefonando ad uno solo, lasciava il tempo che trova. 10 ce… e poi discussione, ma di fatto mi ha indotto il difensore a venire su questo argomento. Il discorso della burla, o quel che è, nei confronti dell’Allegranti, io credo di averlo dimostrato con le contestazioni che ho fatto all’Allegranti l’altro giorno. Quindi non ho nessun problema, anzi, sono remissivo alle produzioni, remissivo a sentire la dottoressa Della Monica. Ma comunque i fatti parlano da soli. E ci sono, per quello che riguarda il contesto di quel sopralluogo, degli atti: ben venga, eventualmente, la sua deposizione in quest’aula.
Presidente: Senta, sulla produzione di questi giornali, le altre parti che cosa dicono?
Avv. Patrizio Pellegrini: Remissivi, Presidente.
Avvocato: Remissivi.
Presidente: Anche della difesa? La Corte, ovviamente, su questa produzione, su queste istanze ex articolo… si riserva di provvedere quando poi sarà, a breve, quando poi faremo l’ordinanza per tutte le prove, diciamo, riservate. Allora, può venire il primo teste, ora.
Avv. Nino Filastò: Scusi Presidente, io, siccome per un teste ho bisogno di queste cose, volevo sapere se poi, questo libretto “Speranza di vita” di Alessandra Bartalesi, è stato acquisito oppure no.
Presidente: Come?
Avv. Nino Filastò: Volevo sapere…
Presidente: No, ci siamo riservati di provvedere, su questo punto.
Avv. Nino Filastò: Beh, io però, nell’esame della signora Bartalesi, ne farò menzione.
Presidente: Lo può utilizzare, come no.
Avv. Nino Filastò: Bene.
Presidente: Io credo non ci sia difficoltà a…
P.M.: Nessun problema. Non so la rilevanza, mi riservo l’opposizione al momento in cui…
Presidente: Appunto, eh.
P.M.: …sarà posta la domanda.
Avv. Nino Filastò: La rilevanza, la vedrà…
P.M.: Appunto.
Presidente: Allora, può venire il primo teste. Chi c’è? Facciamo venire questi testi ammessi ex articolo 507, così ce li togliamo di mezzo.
P.M.: Bene. Abbiamo il verbale delle citazioni. Me lo può dare?
P.M.: Allora, la Polizia Giudiziaria ha fatto sapere con una nota chi sono quelli citati. Mi sembra ce ne sia uno solo, che è il Calamandrei Stefano, che è impossibilitato… Ah, no, chiedo scusa. Va be’, c’è Carletti che è impossibilitato a presenziare, perché affetto da una grave malattia che lo rende incapace di venire a testimoniare.
Presidente: Va bene. Ce l’abbiamo la…
P.M.: Abbiamo la certificazione.
Presidente: Antonio, faccia venire il teste..
Giudice a latere: (voce non udibile)
Presidente: Ah, non ha rilevato le presenze? Io credevo… Elisabetta, non ci ho mica…
Segretario d’udienza: (voce non udibile)
Presidente: Allora, c’è Vanni col suo difensore; c’è Fenies col Faggi. L’avvocato, non mi ricordo il nome…
Avvocato ?: (voce non udibile)
Presidente: Per Zanobini e per Corsi. Sostituito dall’avvocato Zanobini; Bertini per Lotti. Poi ci abbiamo l’avvocato, come ha fatto l’altro giorno, Colao e più l’avvocato… Mi sfugge il nome.
Avv. Patrizio Pellegrini: Pellegrini.
Presidente: Pellegrini. E l’avvocato… come si chiama l’altro? Voena… E l’avvocato Colao. Bene.
P.M.: Presidente, ho capito male, o voleva fare i testi ammessi ex 507?
Presidente: Sì, facciamoli prima, così non…
P.M.: Sì, sì, bene.
Presidente: Come si chiama lei, signorina?
Concetta Bartalesi: Bartalesi Concetta.
Presidente: Lei vuole essere ripresa dalle telecamere, o no?
C.B.: No, preferisco di no.
Presidente: Niente telecamere, per cortesia. Dov’è nata?
C.B.: A Montespertoli.
Presidente: Dove risiede?
C.B.: A Gambassi Terme. Il 10 agosto 1956.
Presidente: Legga la formula per cortesia.
C.B.: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.”
Presidente: Signorina, lei si ricorda il delitto di Baccaiano?
C.B.: Sì. E’ passato…
Presidente: È avvenuto nell’82, nella notte fra il 18 e il 19 giugno dell’82, se ben ricordo.
C.B.: È passato tanto tempo. Sì.
Presidente: 19-20. 19-20 giugno ’82.
C.B.: Sì, mi pare di giugno. Ora, il giorno preciso, non ricordo.
Presidente: Ecco, lei ebbe occasione di passare sul posto, o no?
C.B.: Sì… Sì, infatti ci fermammo, anche.
Presidente: Ecco, racconti un pochettino come andò la vicenda.
C.B.: Senta…
Presidente: Che ora era, cosa trovaste…
C.B.: Verso le 11, penso. Però non ricordo. Allora dissi tutto, ora è passato molto tempo…
Presidente: Lei è stata sentita, intanto, dal Pubblico Ministero.
C.B.: Sì. La dottoressa…
Presidente: Della Monica.
C.B.: Della Monica, ecco.
Presidente: Conferma le dichiarazioni che rese a suo tempo?
C.B.: Sì. Sì, perché lo dissi la sera, o il giorno dopo. Allora mi ricordavo molto bene.
Presidente: Il giorno dopo, ecco. Ora, vediamo cosa si ricorda oggi.
C.B.: Mi ricordo di questa auto che sembrava fosse un incidente, perché aveva delle ruote posteriori nel fosso.
Presidente: Nel fosso, sì.
C.B.: Sicché, tornammo indietro per dargli un aiuto. Mentre tornavamo indietro… Si fermò un’altra macchina dei miei conoscenti. Niente, si vide…
Presidente: Lei con chi era?
C.B.: Ero con il mi’ marito, ora, allora fidanzato, ora marito.
Presidente: Come si chiamava?
C.B.: Marini Graziano. C’è stamattina.
Presidente: Marini Graziano.
C.B.: Sì. E, niente, mi ricordo che non scesi neppure, perché quando si accorsero, questi ragazzi, che c’era questi fori, ci impaurimmo, andammo a chiamare… mi apre l’ambulanza a Baccaiano.
Presidente: Ecco.
C.B.: Poi si tornò tutti insieme… e niente…
Presidente: Ecco, io volevo sapere: lei ha avuto modo di vedere al posto di guida di quella macchina finita nel fossato chi c’era?
C.B.: No, perché si vedeva, in pratica, passando, si vedeva la maglietta della ragazza, perché era bianca, mi sembra. Però… niente, al posto di guidar non si vedeva, ecco. Passando con la macchina, perché io non scesi.
Presidente: Lei diceva, glielo contesto: “Abbiamo notato..” Io leggo dal verbale…
C.B.: Come?
Presidente: Lei diceva, quando…
C.B.: Sì, sì.
Presidente: … fu interrogata il 21 giugno ’82, eccetera, dalla dottoressa Della Monica in Procura…
C.B.: Sì.
Presidente: … diceva: ’Abbiamo, quindi notato disteso sul sedile di guida…”
C.B.: No.
Presidente: … “che si trovava in posizione obliqua il giovane Mainardi Paolo.”
C.B.: No, io mi ricordo della maglietta della ragazza, perché non. .. che non ero scesa me lo ricordo benissimo.
Presidente: “Tra le 23.40 e le 23.50”, l’ora in cui siete passati.
C.B.: Sì, ecco. Pre… l’undici…
P.M.: Poi dice: “Mancavano all’incirca cinque minuti a mezzanotte”.
C.B.: Era abbastanza presto, però non ricordo…
Presidente: Allora dichiarò che aveva visto questo giovane alla guida. . . Cioè, il giovane, quello che poi morì.
C.B.: No. Non scesi, sicché sono convinta di non aver visto lui. Di aver notato…
Presidente: Questo lo dichiara lei. Comunque, oggi dica così, oggi va bene. Non c’è problema..
C.B.: Va bene.
Presidente: Allora, lei ricorda bene oggi, o ricordava meglio allora?
C.B.: Penso di ricordar bene allora. Però, mi sembra di non aver visto questo ragazzo, perché sono sicura di non essere uscita di macchina, eh.
Presidente: Non lo so, lo ha dichiarato lèi, signora, io non c’ero.
C.B.: Va bene.
Presidente: Va bene?
C.B.: Sì, sì.
Presidente: Io non ho altre domande. L’esame può proseguire in forma ordinaria. Pubblico Ministero, a lei.
P.M.: Sì. Lei fu sentita dal magistrato, dagli inquirenti, anche la sera sul posto? E poi le.. .
C.B.: Mi se. . . Sì, vidi la dottoressa Della Monica la sera stessa. Dopo le quattro…
P.M.: Sul posto. Ecco, la dottoressa…
C.B.: … la sera…
P.M.: Ecco. La dottoressa della Monica, in un verbale, sostiene che i giovani presenti che poi ha sentito l’indomani, o meglio, il 21 in Procura, gli dissero che avevano visto il ragazzo sul sedile di guida. E lei, in questo verbale, così dice. Io le chiedo: come mai oggi, c’è un motivo per cui… Glielo ha già chiesto il Presidente, ma glielo chiedo anch’io. Come può essere che oggi lei ricorda le cose in modo diverso? C’è qualche motivo suo?
C.B.: No…
P.M.: Perché, dice: “Abbiamo quindi notato, disteso sul sedile di guida...”, e così dice all’epoca il Marini Graziano, che, se non ho capito, era il suo fidanzato, suo marito…
C.B.: Sì, sì.
P.M.: Capisce, ci lascia un po’ perplessi. Almeno lascia perplesso me.
C.B.: Sì.
P.M.: Ognuno poi valuta a modo suo…
C.B.: No, lui…
P.M.: … però, il Presidente glielo ha già contestato…
Avv. Nino Filastò: Che il Pubblico Ministero sia perplesso, lo capisco benissimo…
P.M.: Posso, posso?
Presidente: Avvocato…
Avv. Nino Filastò: Sarei perplesso anch’io, ma faccia la domanda. Capito? Perché, dice: ‘son perplesso…’, siamo perplessi tutti.
P.M.: Posso, posso?
Avv. Nino Filastò: Però, ci dica la domanda qual è.
Presidente: E questa è: di chiarire la differenza tra la prima dichiarazione e quella di oggi.
P.M.: Ecco, io chiedo… Siccome avevo sentito che la signora ha detto: ‘lo dissi anche la sera sul posto’, dico, sul posto, la dottoressa Della Monica dà atto che voi… i giovani, non dà il nome…
C.B.: Sì.
P.M.: … gli avete detto così. Lei, nel verbale, dice questo. Le chiedo: come mai oggi, a distanza di… dunque, sono, come minimo, 15 anni, lei… c’è un motivo per cui lei oggi…
C.B.: No, io…
P.M.: … la pensa in modo- diverso? Il Presidente le ha già chiesto: ‘ricordava meglio allora, o ricorda meglio oggi?’
C.B.: Io sono convinta di ricordare meglio allora. Però…
P.M.: Che ricordava meglio allora.
C.B.: Sì……Però, credo di non l’aver detto che io avevo visto il ragazzo.
Presidente: Ecco, vogliamo… Le dispiace, le faccio vedere il verbale: è la sua firma.
C.B.: Sì, sì. ma…
P.M.: Posso?
Presidente: Sì, sì.
C.B.: Ma c’è scritto che l’ho visto io?
P.M.: Questo è il verbale, controlli un attimo. Se questa è la sua firma…
C.B.: Sì, sì, la mia firma è. Va bene. Dissi la verità, sicché…
P.M.: Disse la verità allora.
C.B.: Sì, sì, certo. Non lo ricordavo il particolare del…
P.M.: Non se lo ricordava.
C.B.: Sì, sì.
P.M.: Si è sbagliata oggi: aveva detto bene allora.
C.B.: Certo.
P.M.: Grazie, non ho altre domande.
Presidente: Altre parti? Avvocato Filastò?
Avv. Nino Filastò: Cercherò, signora, di richiamarle alla memoria alcune circostanze. Proprio per controllare la fonte dei suoi avvistamenti, il momento in cui lei ha visto queste cose. Voi dove vi trovavate, prima di arrivare sul posto?
C.B.: Per la strada.
Avv. Nino Filastò: Sì. Ma dico, non eravate lì, eravate…
C.B.: No. Eravamo, tornavamo da Empoli.
Avv. Nino Filastò: Tornavate da Empoli.
C.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Quindi, la vostra direzione era…
C.B.: Da Baccaiano verso… Io abitavo a Poppiano.
Avv. Nino Filastò: Sì…
C.B.: Sa dov’è?
Avv. Nino Filastò: No.
C.B.: E’ la via che va su, subito dopo il pezzetto che successe.
Avv. Nino Filastò: Sì.
C.B.: Sicché, andando su, andavamo pianino.
Avv. Nino Filastò: Sì.
C.B.: Quando arrivammo all’altezza si vide questa macchina con queste ruote di dietro.
Avv. Nino Filastò: Avevate sentito qualcosa prima?
C.B.: Sì… ci sembrava di sì.
Avv. Nino Filastò: Cioè?
C.B.: Dei rumori, dei…
Avv. Nino Filastò: Come degli spari, signora? :
C.B.: No, più che altro…
Avv. Nino Filastò: Dei colpi.
C.B.: Ecco, dei colpi.
Avv. Nino Filastò: Dei botti.
C.B.: Si, si, sì. Perché era estate e avevamo i finestrini aperti, ecco.
Avv. Nino Filastò: Sì. Quindi, rispetto al momento in cui voi sentiste questi botti, arrivaste sul posto a che, con che tempo? Voglio dire, lei, voi sentite i botti…
C.B.: Si è visto…
Avv. Nino Filastò: … ma siete in movimento, quando sentite i botti, o siete fermi?
C.B.: Sì, eravamo in movimento. Subito dopo il bivio che da Baccaiano va verso Poppiano o Fornacette.
Avv. Nino Filastò: Sì.
C.B.: L’ha presente la strada, no?
Avv. Nino Filastò: Ma insomma, non tanto. Ma insomma…
C.B.: Io ci son nata, sicché… Va bene. Così. Fino a che si sentì questi rumori.
Avv. Nino Filastò: Sì.
C.B.: Passavamo per la strada non tanto velocemente, insomma, è abbasta diritta, sicché… Quando arrivammo all’altezza, si vide questa macchina…
Avv. Nino Filastò: Ecco, ma io volevo chiederle questo: rispetto al momento in cui sentiste i rumori, al momento in cui voi arrivaste dov’era la macchina caduta nel fossetto, quanto tempo passò?
C.B.: Pochino.
Avv. Nino Filastò: Pochi minuti?
C.B.: Penso di sì. Penso di sì, perché si andava pianino… Insomma… la strada è corta.
Avv. Nino Filastò: E andando nella direzione della macchina, incrociaste qualche altra automobile?
C.B.: Mi sembra, mi sembra. Però, non lo so. Ora, lì per lì, come ho detto dianzi, dissi tutto, me lo ricordavo bene. Ma ora io non ho più rivisto nessuno, sicché, in 15 anni, ne posso aver parlato, però… Così.
Avv. Nino Filastò: E quindi, quando arrivaste alla macchina. . .
C.B.: No, noi arrivammo al bivio, che… per andare a casa io.
Avv. Nino Filastò: Sì.
C.B.: Ci si ripensò a questa macchina. E si tornò indietro.
Avv. Nino Filastò: E tornaste indietro.
C.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Ah, ecco.
C.B.: Noi…
Avv. Nino Filastò: Quindi, quando voi arrivaste alla macchina…
C.B.: Si proseguì.
Avv. Nino Filastò: Sì. Proseguiste.
C.B.: Sì. Poi, dopo, si disse: ‘è successo qualcosa a questa macchina’,
Avv. Nino Filastò: Certo.
C.B.: Perché si vedeva che… pareva ci fosse qualcuno dentro, ecco.
Avv. Nino Filastò: Sì.
C.B.: Si arrivò al bivio dove dovevo andare a casa e si tornò indietro. Invece di salire su per Poppiano, si tornò indietro. E si trovò… quando si arrivò, si trovò anche questi altri ragazzi che ci conoscevano e ci fermammo tutti…
Avv. Nino Filastò: Che erano già arrivati, nel frattempo, questi ragazzi, prima di voi.
C.B.: Insieme si arrivò. Riconobbero me…
Avv. Nino Filastò: Insieme, arrivaste tutti insieme.
C.B.: Sì, tutti insieme, sì.
Avv. Nino Filastò: Questi altri ragazzi chi erano? I signori Poggiarelli e Calamandrei?
C.B.: Sì. Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: Ecco, la macchina con le ruote nel fossetto aveva i fari accesi o spenti?
C.B.: A me mi sembra spenti, perché sennò… penso che non si potesse vedere.
Avv. Nino Filastò: Ecco.
C.B.: Son quasi sicura: spenti.
Avv. Nino Filastò: Spenti. E la zona era buia?
C.B.: Sì. Perché non ci son lampioni.
Avv. Nino Filastò: Sì. E lei ha detto che non scese di macchina?
C.B.: No…
Avv. Nino Filastò: E’ sicura di questo?
C.B.: … perché se ho detto che lo vidi, mi sono sbagliata stamattina. Perché se lo dissi allora… Probabilmente scesi e poi rimontai. Perché si vide questi fori nel vetro. Un foro mi sembra.
Avv. Nino Filastò: Ma qualcuno di voi aprì lo sportello di questa macchina?
C.B.: No. Perché, penso finché unn’arrivò l’ambulanza non si toccò.
Avv. Nino Filastò: Non toccaste niente.
C.B.: Mi pare di no. Noi, quando si vide il foro nel vetro, ci si impaurì tutti.
Avv. Nino Filastò: Ah, vedeste un foro nel vetro?
C.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Uhm. Quindi la macchina, che lei si ricordi, aveva gli sportelli chiusi, o aperti?
C.B.: Chiusi…
Avv. Nino Filastò: Chiusi.
C.B.: Sì, non erano spalancati, come può succedere, per dire, si lascia spalancato. No, no.
Avv. Nino Filastò: E ripeto, che lei si ricordi, lei aprì qualche sportello della macchina?
C.B.: No, io non toccai niente.
Avv. Nino Filastò: Si rammenta se qualcuno dei suoi amici apri lo sportello?
C.B.: No. Come gli ho detto: ci si impaurì con questo foro e si scappò, in pratica. Poi s’andò… Noi s’andò a chiamare l’ambulanza e gli altri ragazzi a chiamare i Carabinieri.
Avv. Nino Filastò: I Carabinieri.
C.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Telefonaste tutti dallo stesso posto, o…
C.B.: No. I Carabinieri furono chiamati dai ragazzi direttamente a Montespertoli.
Avv. Nino Filastò: A Montespertoli.
C.B.: Sì. E noi invece s’andò al bar di Baccaiano a telefonare all’ambulanza.
Avv. Nino Filastò: Benissimo. Quindi, quando lei dice che guardò l’orologio e vide che mancava cinque minuti a mezzanotte, erano passate tutte queste cose qui, erano successe queste cose?
C.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Che eravate tornati indietro, avevate visto.
C.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Quindi, quando lei, inizialmente, colloca il primo avvistamento alle 23.40, ci dovremmo essere?
C.B.: Eh, sì, un po’ di tempo si aspettò anche in Baccaiano, perché s’aveva un po’ paura, sicché vennero anche altre persone giù con noi, altre macchine. Subito non si ritornò, ecco.
Avv. Nino Filastò: Ho capito. E lei ricorda che la ragazza aveva una maglia chiara?
C.B.: Sì, perché mi sembra, ecco, proprio di aver notato questa macchia chiara.
Avv. Nino Filastò: Ho capito.
C.B.: Passando la prima volta.
Avv. Nino Filastò: Scusi eh, signora, sto leggendo quello che lei ha detto a suo tempo.
C.B.: Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: Quando lei dice: “Mentre noi stavamo rallentando”, lei ha fatto questa dichiarazione, a proposito delle macchine che incrociaste.
C.B.: Uhm, sì.
Avv. Nino Filastò: “Mentre noi stavamo rallentando per vedere se la macchina avesse un guasto, ci superarono due autovetture”, lei dice.
C.B.: Diverse…
Avv. Nino Filastò: Sì, ma erano macchine che provenivano nella stessa direzione vostra? Dalla vostra stessa direzione?
C.B.: Sì, sì, perché, ecco, è una strada molto transitata e non era un’ora tarda, ecco…
Avv. Nino Filastò: Quindi, queste due autovetture che vi superarono, erano dietro di voi, stavano facendo la vostra stessa strada e siccome voi rallentaste, vi superarono?
C.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: E’ così?
C.B.: Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: Però lei dice anche che dalla direzione contraria le sembra che sia transitata una sola auto, è così?
C.B.: Penso di sì.
Avv. Nino Filastò: E che le pareva, lei disse, che si trattasse dell’auto di Adriano e Stefano. Questi Adriano e Stefano chi sono?
C.B.: No, questi ragazzi si incontrarono dopo, quando si ci fermò.
Avv. Nino Filastò: Ma lei dice…
C.B.: Se poi li incontrai anche pri…
Avv. Nino Filastò: “Mi sembra che dalla direzione contraria sia transitata una sola auto, ma potrebbe trattarsi di quella di Adriano e Stefano”. Beh, insomma. . .
C.B.: Mi posso essere sbagliata beni…
Avv. Nino Filastò: … la domanda però è questa.
C.B.: Eh.
Avv. Nino Filastò: Lei ha notato macchine ferme nei pressi? A parte questa qui nella cunetta.
C.B.: No, no, no. No, perché… No, no.
Avv. Nino Filastò: Avete sentito, avvicinandosi, rumori di motori imballati che partivano a velocità particolarmente rapida?
C.B.: No, no, no. Non ricordo. Non mi sembra.
Avv. Nino Filastò: Io non ho altre domande.
P.M.: Presidente, una sola, per chiarire ancora meglio, perché risulta dal verbale, penso la signora ora abbia ricordato, ma forse il verbale è ancora più chiaro. Lei signora si ricorda, ora, di essere scesa dalla macchina e di essersi avvicinata alla 127? 0 questo ricordo è ancora nebuloso? Le faccio presente, e glielo contesto, che lei…
C.B.: Sì, sì.
P.M.: … dice: “Ci siamo avvicinati tutti alla 127 dal lato passeggero” – poi racconta – “abbiamo quindi notato disteso sul sedile di guida, che si trovava I in posizione obliqua, il giovane Mainardi”. E poi dice: “Ci siamo accorti che respirava e quindi io e il mio fidanzati siamo rientrati in macchina e siamo ? andati a Baccaiano a telefonare”.
C.B.: Se l’ho detto, ho detto la verità, ecco.
P.M.: Bene. Non ho altre domande, grazie. Chiedo ovviamente l’utilizzazione del verbale.
Presidente: Suo marito c’è?
Avv. Aldo Colao: Presidente, volevo fare una domanda alla signora.
C.B.: Sì, sì.
Avv. Aldo Colao: Presidente…
Presidente: Faccia venire… Come? Scusi, scusi, avvocato Colao, non avevo… Prego, prego, signora, venga qui, venga qui.
Avv. Aldo Colao: È una sola domanda. E’ una sola domanda, signora, scusi. Dicevo, lei ha parlato di un foro nel vetro.
C.B.: Sì.
Avv. Aldo Colao: Così. Ci saprebbe indicare quale vetro?
C.B.: Davanti.
Avv. Aldo Colao: Allora nel parabrezza?
C.B.: Sì, sì.
Avv. Aldo Colao: Grazie, non ho altre domande.
C.B.: Si vedeva benissimo. Sì, sì.
Avv. Aldo Colao: Grazie.
Presidente: Prego.
Avvocato ?: Una domanda anch’io, Presidente, scusi signora.
Presidente: Ah, sì.
Avvocato?: Lei ha parlato di due macchine che, se ricorda bene, avrebbero superato la vostra. Nella fase in cui stavate andando verso Poppiano, o nel momento in cui lei è tornata indietro?
C.B.: No, mentre s’andava. Mentre si rallentava per… che avevamo sentito questi rumori.
Avvocato?: Prima di fermarvi?
C.B.: Sì.
Avvocato: Prima di girare e tornare indietro?
C.B.: Sì, sì.
Avvocato?: Bene, grazie.
Presidente: Può andare, grazie. Se c’è suo marito, lo fa venire signora, così lo eliminiamo.
C.B.: Sì.
Graziano Marini: Buongiorno.
Presidente: Buongiorno. Come si chia… Vuole essere ripreso dalla telecamera, o no?
G.M.: Va bene, io non c’ho problemi. Non c’ho da nascondere niente.
Presidente: Come si chiama? Marini…
G.M.: Marini Graziano.
Presidente: Dove è nato, dove risiede?
G.M.: Allora, nato il 22 marzo 1956 a Volterra. Residente a Gambassi Terme in via Belvedere 26/b.
Presidente: Legga.
G.M.: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”.
Presidente: Senta, lei è il marito di quella signora che è uscita poc’anzi?
G.M.: Sì, di Bartalesi…
Presidente: Di Bartalesi Concetta?
G.M.: Sì.
Presidente: Senta, lei ci vuol raccontare un po’ come è andata quella sera in cui vi siete fermati a Baccaiano, nell’omicidio dell’82?
G.M.: Sì, diciamo… Ora è passato circa 15 anni, all’incirca, quindi, non è che…
Presidente: Ecco, è stato sentito anche lei dal Pubblico Ministero, ha reso delle dichiarazioni.
G.M.: Esatto, sì. E confermo, diciamo…
Presidente: E conferma quelle. Intanto vediamo cosa ricorda oggi.
G.M.: Sì, ricordo… un po’ di particolari, diciamo. Mi ricordo che si ritornava da Empoli, da una festa, era il mese di giugno, i primi di lu… insomma, quel tempo lì, era abbastanza… insomma, all’inìzio dell’estate, primavera. Era una sera calma, tranquilla. Siccome la mi’ moglie stava sopra, a Poppiano, a quel tempo lì la mi’ fidanzata.
Presidente: Sì.
G.M.: Si ritornava a casa, lungo la strada principale, che va verso Fornacette diciamo, dove appunto avvenne il delitto. E niente, tornavamo lungo la strada e, quando si arrivò di fronte a questa macchina, si vide questa macchina un po’ fuori strada, diciamo.
Presidente: Ma voi vi eravate fermati prima, o no?
G.M.: Si veniva piano piano lungo la strada, diciamo, era caldo, c’avevo i finestrini aperti. E niente, quando si arrivò lì, vidi questa macchina fuori strada, andammo un pochettino avanti e ritornammo indietro. Nel frattempo poi che ci fermammo paralleli, arrivò quegli altri ragazzi…
Presidente: Lei è sceso dalla macchina?
G.M.: Si scese, sì.
Presidente: Lei, sua moglie.
G.M.: Sì, sì, esatto. Si andò per soccor.. . insomma, per vedere che era successo. Si vide questi, erano all’interno della macchina.
Presidente: Ecco, e il giovane dov’era?
G.M.: Il giovane dalla parte della guida naturalmente.
Presidente: Era al posto di guida?
G.M.: Sì, tutte e due sdraiati all’interno, sì. C’era la sicura, mi ricordo, dalla parte della…
Presidente: E la ragazza dov’era?
G.M.: La ragazza?
Presidente: La ragazza.
G.M.: Sulla parte destra, sdraiata anche lei.
Presidente: Cioè, accanto al guidatore?
G.M.: Accanto al guidatore, sì, senz’altro.
Presidente: L’ha viste bene o no, queste cose?
G.M.: Erano in quella posizione lì, sdraiati per così, insomma. Ora…
Presidente: Ora si ricorda così.
G.M.: Eh. Comunque senz’altro… Poi quando si vide, venendo davanti, dalla parte, diciamo, della guida, il foro del proiettile…
Presidente: Lei, il giovane che era alla guida, non guida, comunque, il giovane lei dice che era ancora vivo?
G.M.: Ancora vivo. L’hanno detto quelli dell’ambulanza: non è che si vedeva movere. Noi s’andò subito a chiamare i soccorsi.
Presidente: Ma si sentiva respirare?
G.M.: Questo, sentire respirare…
Presidente: Lo dice lei- “Mainardi era ancora vivo”. Usa questa espressione lei al Pubblico Ministero.
G.M.: Dopo l’hanno detto anche quelli dell’ambulanza che era vivo. Io mi auguro. Però non è che si muoveva, né niente. Noi… furono attimi, non è che ci si stiede 10 minuti lì. S’andò subito a chiamare i 5 soccorsi lì, a Baccaiano.
Presidente: Senta, quel giovane lo conosceva, o no?
G.M.: No, mai visto.
Presidente: Non lo conosceva.
G.M.: No.
Presidente: Si ricorda… faccia mente locale. Si ricorda esattamente dov’era lui?. Era al posto di guida, o no?
G.M.: Sì, sì, quello… al posto di guida, sdraiato all’indietro, senz’altro. Comunque dalla parte della guida, col sedile giù, all’indietro. Quello senz’altro.
Presidente: Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Nessuna domanda… Ah, sì. Se ricorda di avere avuto la sensazione di aver sentito dei rumori, qualcosa come spari, e, se sì, in che momento, in che fase che lei ci ha raccontato? Oppure se questo ricordo è completamente nebuloso.
G.M.: Mah, dei rumori, in effetti – come lo misi sotto verbale, mi sembra – come degli scoppiettii senz’altro, un pochino prima. Però a volte, non è che… a cosa successa dopo, probabilmente sì, qualche rumore, qualche cosa lo sentii nell’aria.
P.M.: Ma quando sentì questi rumori, voi eravate… non eravate ancora arrivati alla macchina, o nella fase in cui…
G.M.: No, no, prima, prima. Circa 2-300 metri prima probabilmente, perché la strada è tutta pianeggiante.
P.M.: Sentite i rumori e …non vedete nessuno? Macchine…
G.M.: No, in quel momento lì non si incrociò né macchine I in giù e né nella parte .opposta-
P.M.: Ma i rumori che sentivate, li addebitavate come provenienza alla zona dov’era la macchina?
G.M.: Sì. Diciamo in avanti, dalla parte nostra. Sì, in effetti, verso… quella. Come degli scopp…
P.M.: E non vi siete poi riusciti a spiegare, se non c’era nessuno, come potevano essere rumori di sparo, o avete visto qualcuno o qualche macchina?
G.M.: No, questo…: non si vide nessuno, né macchine, né niente in quel momento. Che poi, fra l’altro, noi, ho detto, come ripeto, si ritornò indietro di 4-500 metri, diciamo.
P.M.: Lei ha un ricordo vago del momento, della zona in cui avete sentito questi spari, o è un ricordo buono?
G.M.: Mah, diciamo, la zona, a parte la conoscevo già da prima perché ci lavoro in quelle zone, non è che… Nel momento lì che è successo…
P.M.: Però capisce, se c’era quella macchina e basta, e non c’era nessuno, questi spari… 0 si sono sparati da sé, o c’era qualcuno. Oppure gli spari che ha sentito lei non erano relativi a quella vicenda?
G.M.: Infatti quando noi uscimmo per soccorrerli e si vide quei fori dei proiettili, ricapitolando quel discorso dei rumori probabilmente nell’aria… noi, la prima cosa che si disse, fra io alla mi’ moglie, a quel tempo, a quel tempo la mi’ fidanzata, dissi: ‘qui si son sparati’. Ecco perché andammo via subito.
P.M.: Ah. Lei dice “qui si sono sparati”…
G.M.: Per un regolamento di conti, non so, c’è tante cose. Vedendo il foro dei proiettili sopra…
P.M.: Però, quando passaste davanti alla macchina, che era già nel fossetto, non c’erano né persone, né ! altre macchine?
G.M.: No, nessuno. Questo era sicuro e né macchine che venivano in giù, né oltre…
P.M.: Cioè, c ‘ eravate solo voi?
G.M.: In quell’istante lì, sì. Poi, nel frattempo che s’andò a chiedere soccorsi e tutto, macchine se ne incrociò diverse.
P.M.: Lei ricorda l’ora? Perché all’epoca la disse, credo che oggi se la ricorda male.
G.M.: Eh, io non so, sarà stato verso le dieci e mezzo, l’undici, non tanto tardi, mi sembra.
P.M.: Uhm. Lei qui dice: “23.50. Si ripartì verso le 23.50 procedendo ad andatura limitata: e notai sulla sinistra una FIAT 127 di colore celeste”. Le 23.50 sono dieci a mezzanotte.
G.M.: Io, non lo so. L’ho detto, verso l’undici, quell’ora lì. Non so che ora l’erano, io…
P.M.: Comunque lo disse allora.
G.M.: Sì, appunto, ecco. L’avevo messo a verbale e quello confermo.
P.M.: Lei ricorda…
G.M.: Non tanto tardi era, non era una sera…
P.M.: Lei ricorda, dopo questo episodio, se andaste, tornaste ad avvertire qualcuno e ci metteste un po’ di tempo, chi avvertiste?
G.M.: Sì, noi, diciamo, s’era girato verso Baccaiano, perché, come le ripeto, giriamo all’incontrario nel senso della macchina, andammo lì a Baccaiano. Al circolo c’è un bar, a telefonare, e telefonammo lì all’ambulanza.
P.M.: Da un bar.
G.M.: Al bar di Baccaiano sì.
P.M.: Andaste al bar e da lì…
G.M.: Esatto.
P.M.: … raccontaste qualcosa a qualcuno?
G.M.: Sì, c’era gente mi ricordo, era estate, insomma, c’era gente dietro, si disse del fatto. Poi non mi ricordo se vennero anche altre persone con noi.
P.M.: Telefonaste voi, o telefonò qualcuno?
G.M.: No…
P.M.: Telefonò lei?
G.M.: … telefonò mia moglie dalla gabina. Sì, avvertimmo… E gli altri colleghi nostri, i ragazzi che si arrivò insieme, andarono a chiamare i Carabinieri, mi sembra a Montespertoli.
P.M.: Senta, da quando voi avete fatto questa inversione di marcia, che lei dice era le 23.50, a quando siete andati a Baccaiano e avete telefonato, quanto sarà passato?
G.M.: Mah, circa… una decina di minuti circa, penso, anche qualcosa di più.
P.M.: Eh, sì. L’ambulanza dice che sono stati avvertiti a mezzanotte e dieci.
G.M.: Eh, sicché una decina di minuti, un quarto d’ora senz’altro, sì.
P.M.: Bene, grazie.
G.M.: A posto?
Presidente: Avvocato Pellegrini?
Avv. Patrizio Pellegrini: Sì. Quando lei dice che il ragazzo era riverso al posto di guida, vuol dire che c’aveva lo schienale abbassato, o normalmente, in posizione angolo retto?
G.M.: Ma ora, questo di preciso non me ne ricordo, soltanto… perché la macchina l’è abbastanza un po’ in pendenza. A me sembrava abbastanza all’indietro, però ora se era proprio diretto, diretto penso di no. Però non glielo so di…
Avv. Patrizio Pellegrini: E la ragazza aveva la schienale abbassato?
G.M.: Mah, come ripeto, questi sono particolari che non… anche perché furono attimi, non è che ci si stiede di molto a curiosare.
Avv. Patrizio Pellegrini: Sì, certo, certo.
G.M.: Erano…
Avv. Patrizio Pellegrini: Prego, prego.
G.M.: Erano abbastanza così, però non so se erano tutti sdraiati o no. Anche la posizione non era proprio pari pari, la macchina era un pochino nella fossetta. Ora, questi son particolari che non… come confermai là, probabilmente è. . . Non mi ricordo a distanza di tempo…
Avv. Patrizio Pellegrini: Senta, lei ha detto poco fa che la sicura dello sportello lato passeggero era abbassata.
G.M.: Sì, lato passeggero.
Avv. Patrizio Pellegrini: Lato passeggero.
G.M.: Almeno mi sembra non si apriva.
Avv. Patrizio Pellegrini: Perché lei provò a aprire?
G.M.: Mi sembra sì, si provava per soccorrere, sì.
Avv. Patrizio Pellegrini: Per stabilire se era…
G.M.: Perché ci se ne accorse dopo, quando si vide, ritornando dalla parte di là, che c’era il foro e allora… che ci venne proprio il terrore.
Avv. Patrizio Pellegrini: Ho capito. Ecco, dalla parte di là, cioè dalla parte del lato guida, provaste ad aprire lo sportello?
G.M.: No, quello non mi ricordo. Penso di no.
Avv. Patrizio Pellegrini: Bene.
G.M.: Al momento si vide il foro di proiettile, si…
Avv. Patrizio Pellegrini: Si scappò.
G.M.: Si fece la fuga,
Avv. Patrizio Pellegrini: Bene, grazie.
Avv. Aldo Colao: Avvocato Colao. Due domande.
G.M.: Sì.
Avv. Aldo Colao: Il vetro del finestrino dalla parte del ragazzo, lei si ricorda com’era?
G.M.: Eh, questo no. Mi ricordo il particolare di quello davanti, sopra il volano di guida e basta. Il resto non me ne ricordo no, per niente.
Avv. Aldo Colao: Ecco, prima, quando era interrogato dal P.M., che il P.M. la stava interrogando.
G.M.: Sì.
Avv. Aldo Colao: Lei ha detto un colpo, poi si è… A che colpo si riferiva, scusi?
G.M.: Come degli scoppiettìi, come a volte un motorino che, non so, con la candeletta. Un po’, insomma, a quella maniera. Vaghi però, non è che erano…
Avv. Aldo Colao: Ecco. Senta, si ricorda se sul parabrezza c’era colpi d’arma da fuoco?
G.M.: Sul parabrezza, la parte sopra, la parte del volano, la parte della guida. Quello sì, l’ho detto anche prima, quello si vedevano benissimo controluce.
Avv. Aldo Colao: Bene, grazie.
Presidente: Altri difensori? Avvocato Filastò.
Avv. Nino Filastò: Avvocato Filastò. Signor Marini, mi pare che lei qui abbia detto che i due ragazzi erano fianco a fianco?
G.M.: Sì, diciamo, fianco a fia… ora nei particolari… fianco a fianco in che senso intende lei?
Avv. Nino Filastò: Uno affianco all’altro, la stessa altezza.
G.M.: Voltati sempre…
Avv. Nino Filastò: Sì.
G.M.: Sì, ma non attacca… insomma, ora…
Avv. Nino Filastò: No, non attaccati.
G.M.: Ah, sì. Penso…
Avv. Nino Filastò: Stessa altezza. Lei ha visto le teste, in particolare, dei due ragazzi?
G.M.: Sì, le teste si vedevano abbastanza bene, normali, così.
Avv. Nino Filastò: Ed erano alla stessa altezza?
G.M.: Ora, il particolare se erano alla stessa altezza, questo non glielo… non lo so, non me ne ricordo neppure.
Avv. Nino Filastò: Insomma, lei ha avuto l’impressione che fossero tutti e due seduti sui sedili anteriori, è così?
G.M.: Anteriori senz’altro. All’indietro, ora di quanto non me ne ricordo. Comunque sempre davanti.
Avv. Nino Filastò: Tutti e due nei sedili anteriori.
G.M.: Sì.
Avv. Nino Filastò: È sicuro di questo?
G.M.: Sì, io penso di sì.
Avv. Nino Filastò: Sì, va be’, ha avuto questa impressione, certo.
G.M.: Senz’altro.
Avv. Nino Filastò: Molto bene.
G.M.: Ora, se fossero spostati lato accanto, un po’ più indietro… però, la posizione, diciamo, era…
Avv. Nino Filastò: La posizione era quella.
G.M.: Perdinci! Più o meno.
Avv. Nino Filastò: Senta, lei o la sua attuale moglie, avete aperto gli sportelli della macchina?
G.M.: De…
Avv. Nino Filastò: Della macchina dei ragazzi.
G.M.: No, assolutamente, niente.
Avv. Nino Filastò: Ci sa dire in che situazione di illuminazione vi trovavate voi?
G.M.: Quella è una zona abbastanza buia. L’illuminazione è nulla, diciamo. Però la sera, mi sembra no, tanto buia no. Comunque, scura.
Avv. Nino Filastò: Abbastanza scura.
G.M.: Diciamo scura.
Avv. Nino Filastò: Perché questa macchina i fari come li aveva, quella…
G.M.: I fari tutti spenti.
Avv. Nino Filastò: Tutti spenti.
G.M.: Sì.
Avv. Nino Filastò: E lei lasciò, se non sbaglio, la macchina sul lato opposto della strada?
G.M.: No, noi passammo la parte…
Avv. Nino Filastò: Quando siete ritornati.
G.M.: No, proprio accanto, ora non mi ricordo se prima o dopo della macchina, ma mi sembra prima, venendo verso Baccaiano. Noi facemmo inversione di marcia, andammo più avanti. Quando passai davanti mi accorsi di questa macchina qui, pensavo a un incidente, roba simile.
Avv. Nino Filastò: Va bene. Senta… Quindi lei, voi non apriste gli sportelli?
G.M.: No, assolutamente.
Avv. Nino Filastò: Anche perché vi impauriste vedendo…
G.M.: Ecco, infatti. Quando ci accorgemmo dopo del foro, ci fece impaurire abbastanza.
Avv. Nino Filastò: Quanti anni aveva lei all’epoca?
G.M.: 15 anni fa ne avevo 28.
Avv. Nino Filastò: 28. Le chiedevo questo: notaste, nei paraggi, delle macchine ferme, altre macchine ferme?
G.M.: Per dir la verità no. Nel frattempo anche che s’andò a chiedere soccorsi, non è che si stava a guardare per il sottile… Mi ricordo che quando s’andava verso Baccaiano, si incrociò altre macchine che venivan lì. Però macchine ferme, poi anche quando si tornò, non… E’ una strada che corre abbastanza.
Avv. Nino Filastò: Molto trafficata.
G.M.: Sì, abbastanza, diciamo. Case vicine non ci sono, insomma, lì’…
Avv. Nino Filastò: Sentiste rumori di macchine che partivano da quella zona, a motore un po’ imballato?
G.M.: No, no, quello lì no.
Avv. Nino Filastò: La posizione dei sedili se la ricorda com’è?
G.M.: Questo…
Avv. Nino Filastò: L’ha già detto prima non lo sa.
G.M.: Eh, non lo so.
Avv. Nino Filastò: D’altra parte lei, fra l’altro, sulla posizione di questi due giovani, non ha mai parlato.
G.M.: No. Noi andammo a testimoniare dall’avvocatessa Della Monica, insomma, la giudice, e basta.
Avv. Nino Filastò: Sì, no, ma parlavo della posizione di questi giovani.
G.M.: No, no.
Avv. Nino Filastò: Quando quindi dichiarò che il Mainardi era ancora vivo, fu una vostra impressione?
G.M.: In effetti, risaputo dopo…
Avv. Nino Filastò: Non è nessuno di voi che gli toccò il polso…
G.M.: No, no, assolutamente. Noi non aprimmo nemmeno lo sportello, niente.
Avv. Nino Filastò: Benissimo. Quando arrivò l’ambulanza voi eravate presenti?
G.M.: Sì, eran già ritornati lì. Mi ricordo arrivò prima di noi, o lì, ora di preciso non me ne ricordo. Comunque si ritornò lì.
Avv. Nino Filastò: Avete assistito, per un po’, a quel che avveniva, al recupero di questi…
G.M.: Ora questo particolare non me ne ricordo.
Avv. Nino Filastò: Ma siete rimasti un po’ lì?
G.M.: Sì. E poi arrivò anche i Carabinieri, il maresciallo, sì.
Avv. Nino Filastò: Benissimo. Ricorda se per caso l’ambulanza, dopo essersi fermata, per procedere all’operazione di prelievo dei corpi, o di un corpo – mi faccia finire la domanda – usò un faro?
G.M.: Questo non glielo so dire. Probabilmente l’avrà usato senz’altro, non lo so. Questo…
Avv. Nino Filastò: Cerchi di rammentarsi, se per caso, dopo l’arrivo dell’ambulanza, la scena era illuminata.
G.M.: Questa proprio non m’è rimasta per niente. Anche perché c’era abbastanza… comincia a esserci un po’ di gente.
Avv. Nino Filastò: Cominciava a esserci molta gente.
G.M.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Comunque, in ogni caso, ci saranno state altre macchine con fari accesi?
G.M.: Penso senz’altro sì, a quel momento lì, quando poi si cominciava… poi si cominciò a far gente, le macchine cominciarono a fermarsi sulla destra, sulla sinistra, cominciò a essere abbastanza…
Avv. Nino Filastò: Benissimo. Senta, di una macchina che procedeva in senso inverso alla vostra se ne ricorda lei?
G.M.: No. Ho detto, macchine ne incrociammo, però io il particolare delle macchina, sia nel lato oppo…
Avv. Nino Filastò: Non se ne ricorda.
G.M.: No, per niente.
Avv. Nino Filastò: Sto parlando di una macchina incrociata, dopo quei rumori che lei ha sentito, non prima.
G.M.: Sì, ‘ ma purtroppo, mi spiace, ma quello non… Niente.
Avv. Nino Filastò: Non ne ha poi riparlato, né con sua moglie, per rammentare se, per caso…
G.M.: No, non c’è… Non è stato proprio nel nostro…
Avv. Nino Filastò: Ma dico, il pensiero che vi siete trovati a poca distanza dall’assassino, questo qui vi è venuto, perché, insomma.
G.M.: Dopo, sì, quello senz’altro, ce l’hanno anche detto.
Avv. Nino Filastò: Ecco.
G.M.: Tanto, a parte, noi non…
Avv. Nino Filastò: E avete riflettuto al fatto che avevate visto qualcuno, qualche macchina, qualche persona ferma, ci avete fermato?
G.M.: Ma scherza davvero! Se l’avevo visto a quest’ora penso…
Avv. Nino Filastò: Invece non l’avete vista.
G.M.: Niente, assolutamente no. Non è che lo dica così, perché non voglio… Non mi pareva il vero se avevo visto qualcosa.
Avv. Nino Filastò: No, no, per carità, ci mancherebbe altro.
G.M.: Forse era l’unica volta buona che si poteva, diciamo…
Avv. Nino Filastò: Era…
G.M.: Soltanto… La paura a volte… in quei momenti lì non si pensa sempre a… A rifarlo ora, in un momento calmo, probabilmente si sarebbe agito differente, probabilmente. Cioè a fermare un po’ di macchine…
Avv. Nino Filastò: Lei è pratico della zona?
G.M.: Della zona io sono abbastanza pratico perché ci lavoro, è una vita che lavoro lì.
Avv. Nino Filastò: Senta…
G.M.: Sono zone battute…
Avv. Nino Filastò: Mi pare o lei o sua moglie, avete parlato di un sentiero che arriva fino al Virginia, è vero?
G.M.: Sentiero?
Avv. Nino Filastò: Un sentiero, una specie di stradetta che arriva fino al torrente Virginia.
G.M.: Sentieri in quelle zone lì… Sentieri che intende? Strade…
Avv. Nino Filastò: Un sentiero si intende una stradetta non percorribile con un’automobile.
G.M.: Ma percorribile con l’automobile, c’è la strada che ritorna verso Montespertoli.
Avv. Nino Filastò: Non percorribile con l’automobile.
G.M.: Ah.
Avv. Nino Filastò: Sentiero. Signor Marini, sentieri.
G.M.: Sentieri ci saranno senz’altro. Sentieri ci sono.
Avv. Nino Filastò: No, volevo sapere se le risultava esistente, che arrivava fino a quella piazzola?
G.M.: Ma la piazzola dove è successo il delitto è proprio sulla strada, praticamente, a cinque metri.
Avv. Nino Filastò: Sì. Oltre la piazzola c’è un sentiero per cui si arriva al torrente Virginia?
G.M.: Ma dove è successo poi il delitto …
(brusio)
G.M.: Lì finiva la piazzo… Dove è successo il delitto…
Avv. Nino Filastò: Lei immagini la piazzola…
G.M.: Sì, dove è successo.
Avv. Nino Filastò: … dove è successo il delitto. Poi la piazzola in fondo ha degli alberi. Ci sono degli alberi…
G.M.: Sì. Come le ripeto, dove è successo il delitto è vicino alla strada, non prosegue.
Avv. Nino Filastò: Vicino alla strada, siamo perfettamente d’accordo.
G.M.: Ci sono prima dei sentieri.
Avv. Nino Filastò: Io sto parlando, fra l’altro, della parte opposta rispetto a dove so trovava la macchina.
G.M.: Diciamo, la macchina gl’è stata, probabilmente è stato … nella piazzola, poi oltrepassò la strada all’indietro.
Avv. Nino Filastò: Oltrepasso la strada. Ecco, andiamo alla piazzola dove si trovava…
G.M.: Sì, lì la strada mi sembra non sfondava, era una piazzolina ferma lì, finiva sulla strada.
Avv. Nino Filastò: E non c’è poi un campo, da cui poi c’è un sentiero che porta…
G.M.: Campi in quella zona lì ci sono, roba abbandonata c’è comunque, è abbastanza di… insomma, distante, dal fiume sarà una ventina di metri, 30.
Avv. Nino Filastò: Ma lei l’ha mai percorsa quella strada lì a piedi?
G.M.: No, mai.
Avv. Nino Filastò: E allora che si sta a parlare? E’ perfettamente… Le ho chiesto se lei conosceva la zona, ha detto sì perché ci lavorava.
G.M.: Non conosce la zona… La zona…
Avv. Nino Filastò: Va be’, ho capito.
G.M.: La zona la conosco, così, passando, ma no che…
Avv. Nino Filastò: Lo chiederemo a qualcun altro. Siamo d’accordo, mi scusi. E’ colpa mia, avrei dovuto…
G.M.: No, io ecco, pensavo le strade, le piazzole che c’è… ma no che io l’abbi fatte…
Avv. Nino Filastò: Benissimo. Io non ho altre domande.
Presidente: Bene, può andare, grazie.
G.M.: Buongiorno.
Presidente: Lo faccia venire. Lei come si chiama?
S.C.: Calamandrei Stefano.
Presidente: Senta, vuole essere ripreso dalle telecamere, o no?
S.C.: Sì, non ci son problemi.
Presidente: Dov’è nato, dove risiede?
S.C.: Io sono nato a Firenze il 15 ottobre 1958. “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza. “
Presidente: Senta, lei ha reso delle dichiarazioni al Pubblico Ministero, a proposito del delitto di Baccaiano. Se lo ricorda…
S.C.: Sì.
Presidente: …l’episodio, no?
S.C.: Sì.
Presidente: Può raccontare un po’ come è andata, se se lo ricorda.
S.C.: Sì, sì. Il ricordo, ovviamente, si è un po’ attenuato, sono passati molti anni. insomma, cercando di farci mente locale… Quella sera, io, con la mia macchina con Poggiarelli, ci recavamo verso Baccaiano. Perché io, all’epoca, giocavo al calcio lì, a Baccaiano. E così, approfittando della sera, dissi: ‘andiamo a vedere se trovo qualcuno’, perché dovevo riprendere un documento che avevo lasciato lì. Nel passare da questa strada, trovammo questa macchina che era sul lato destro della carreggiata, aveva due ruote fuori strada, mi pare; le altre due quasi nella strada… in una posizione strana.
Presidente: Sì.
S.C.: Per cui, dico: ‘ma guarda questo incidente – dicemmo noi – che sarà successo?’ Arrivammo a Baccaiano e poi era… non c’era più nessuno lì, al bar. Quindi, il Poggiarelli si., fu lui, fu curioso, disse: ‘ma io sarei curioso di vedere che è successo. Proviamo a tornare indietro.’ Tornammo indietro e ci fermammo all’altezza della macchina. Ecco, nel guardare bene, ci accorgemmo che dentro c’era una persona. E allora… ‘Mamma mia’, dissi, ‘ma questi sono andati fuori strada, son rimasti dentro’ e si scese e ci avvicinammo al lato destro della vettura e vedemmo che c’era una ragazza di dietro, Ìsono quasi sicuro. E l’altro occupante, dall’altra parte, non sono ben sicuro che fosse davanti o di dietro. Mi ricordo che era molto reclinato all’indietro. E nel frattempo, mentre eravamo lì, scesero, si fermò un’altra macchina e scesero due persone, che poi ci conoscevamo, la Bartalesi Concetta. E loro si avvicinarono dal davanti della vettura, una posizione più centrale. E uno dei due, non ricordo chi, disse: ‘ma qui c’è un foro nel vetro’. Ecco, sentita questa frase, praticamente ci prese la paura a tutti. E io e il Poggiarelli si corse a Montespertoli a chiamare il maresciallo dei Carabinieri; e le altre persone andarono a chiamare l’ambulanza a Baccaiano. Quando tornammo giù da Montespertoli, ricordo che c’era già l’ambulanza e stavano togliendo il ragazzo, credo, lei, di dentro…
Presidente: E dov’era il ragazzo? Lo ha visto meglio, o no?
S.C.: No, perché siamo rimasti a una certa distanza, non… lo stavano già levando. Io non ricordo se lui fosse davanti, o dietro. Mi ricordo quasi con certezza che era molto, ripeto, sdraiato, molto reclinato all’indietro,
Presidente: Senta, lei fu sentito dal Pubblico Ministero e dice qui, non è riportata la sua dichiarazione fedele, dice: ‘mi associo a quanto dichiarato il mio amico Adriano Pogqiarelli’. Poggiarelli aveva riferito, nella stessa occasione. Foste sentiti insieme, o separatamente?
S.C.: Dunque…
Presidente: Se lo ricorda questo?
S.C.: Dunque, la sera stessa noi, una volta ritornati…
Presidente: No, dal Pubblico Ministero.
S.C.: Ah, dal Pubblico Ministero…
Presidente: Quando fu sentito il Poggiarelli, c’era anche lei…
S.C.: Lo stesso giorno, però separatamente, credo.
Presidente: Separatamente.
S.C.: Sì.
Presidente: Ecco, lei venne informato di quello che dichiarò il Poggiarelli, o no?
S.C.: Eh, questo non me lo ricordo, non sono…
Presidente: Perché poi dice una cosa diversa, allora dice una cosa diversa: “Si vide la ragazza sul sedile di dietro. E il giovane era sul sedile di guida, appoggiato, riverso all’indietro.”
S.C.: Eh, io ricordo che Poggiarelli fu anche lui che si accorse in quell’occasione che il ragazzo respirava ancora. Io non sono ben sicuro, perché ricordo benissimo che la ragazza era dietro…
Presidente: Insomma, ora ricorda così, va bene?
S.C.: Ricordo in questi modo.
Presidente: Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Una domanda, essenzialmente: lei ebbe modo di capire che macchina era?
S.C.: Sì, la macchina era una 27 di colore chiaro. Ora…
P.M.: Ricorda, aveva due sportelli, o quattro?
S.C.: Aveva due sportelli.
P.M.: Ecco. E se lei ha questo ricordo… Perché lei dice di essere stato dal lato passeggero.
S.C.: Sì.
P.M.: Lei ebbe modo di vedere la posizione dei sedili? Cioè, se il sedile lato guida era abbassato all’indietro, come a volte capita, perché…
S.C.: No…
P.M.: …o se era bello eretto.
S.C.: Ecco…
P.M.: Lei dice, il ragazzo era sdraiato, no?
S.C.: Mi ricordo che era molto… ripeto, molto reclinato all’indietro, però, se…
P.M.: Ora, mi capisce, per stare sdraiato, insomma, le possibilità sono diverse. Però, bisogna vedere se lei ricorda in che posizione…
S.C.: No, questo non lo ricordo. Non lo vidi bene all’epoca, e non lo ricordo… Se lo avessi visto bene, me ne ricorderei, penso…
P.M.: E il sedile dalla parte della ragazza, se era reclinato in avanti, reclinato indietro, se era a 9 0 gradi…
S.C.: Mi sembra che non fosse reclinato, però… questo non lo ricordo con certezza. Ricordo che lei era dietro.
P.M.: Ecco. E quando dice che il ragazzo era disteso, è una sensazione, una impressione che ha, c’era luce, ebbe modo di vedere per bene, un…
S.C.: C’era pochissima luce.
P.M.: C’era pochissima luce.
S.C.: Lì, la strada è molto buia. L’unica luce penso fosse quella dei fari delle macchine…
P.M.: Vostre.
S.C.: … nostre, che erano, tra l’altro, posteggiate sull’alto lato.
P.M.: Comunque lei questa scena la vede attraverso i vetri…
S.C.: I vetri…
P.M.: … del… Mi scusi, del lato passeggero.
S.C.: Certo.
P.M.: Non ho altre doma… Ah, scusi, una soltanto: lei ricorda, grossomodo, che ora poteva esser quando siete passati di lì e che ora poteva esser quando siete arrivati dai Carabinieri.
S.C.: Mah, lì poteva esser circa un quarto a mezzanotte, o così. E dai Carabinieri ci abbiamo messo pochissimo, perché siamo andati molto veloci.
P.M.: Quanto son distanti da lì?
S.C.: Da lì ci saranno 5 chilometri, ma forse meno. Quattro.
P.M.: Quindi, qualche minuto.
S.C.: Qualche minuto. Il tempo di arrivare alla caserma.. . E poi mi ricordo che il maresciallo era in pizzeria, quindi andammo a cercarlo lì. Poi tornammo giù e ci rifermammo sul luogo, ma ci mandarono a casa. E poi, più tardi, non mi ero nemmeno spogliato, praticamente, per andare a letto, venne l’appuntato di Montespertoli a chiamarci e…
P.M.: E ritornaste sul posto.
S.C.: … ritornammo sul posto.
P.M.: Ricorda se sul posto le richiesero qualcosa, se il P.M. le chiese, se c’era una dottoressa…
S.C.: Sì. C’era la dottoressa Silvia Della Monica.
P.M.: Ecco, lei ricorda se le chiese, in quella occasione, la posizione dei ragazzi?
S.C.: Eh. . .
P.M.: Parlaste di queste cose qui?
S.C.: Penso ce l’abbia chiesto. E credo si sia detto…
P.M.: Perché, la dottoressa Della Monica dà atto che i giovani sentiti le dissero che il ragazzo era sul sedile davanti. Questo dice la dottoressa senza specificare quali sono le persone. Poi li chiama l’indomani. Può essere che lei abbia detto questo?
S.C.: Può essere.
P.M.: Alla dottoressa?
S.C.: Può essere, perché, ripeto…
P.M.: Lo ricordava meglio all’epoca, forse?
S.C.: All’epoca mi ricordavo meglio. Mi ricordo, come ho già detto, che era una posizione quasi sdraiata, per quello che vidi. E quindi mi sembrava davanti. Però…
P.M.: Le sembrava davanti.
S.C.: Mi sembrava davanti, all’epoca. Però…
P.M.: No, no, è importante che dica che le sembrava davanti, perché finora non lo aveva detto. Bene, grazie. Nessun’altra domanda.
Presidente: (voce non udibile)
Avv. Aldo Colao: Senta, scusi, lei notò delle macchie di sangue?
S.C.: No. No, perché fino al momento in cui, ripeto, non fu individuato il foro del vetro davanti, tra l’altro nessuno di noi aveva pensato a una cosa così. Pensavamo ad un incidente, da primo. Poi dopo, visto il proiettile, ci prese un po’ di paura, visto il foro, ci prese un po’ di paura a tutti e da lì corremmo a chiamare i carabinieri e 1’ambulanza.
Avv. Aldo Colao: Ma tornò anche dopo, lei ha detto.
S.C.: Dopo mi rifermai, sì, sul posto.
Avv. Aldo Colao: Sì.
S.C.: Però ci mandarono via quasi subito.
Avv. Aldo Colao: Va bene, grazie.
Presidente: Altre domande?
Avv. Nino Filastò: Scusi, signor Calamandrei, sono l’avvocato Filastò, difensore di Vanni. Lei ha presente… Io non ho presente la strada, in questo momento. Le direzioni non le ho molto presenti. Volevo sapere: voi andavate nella direzione del bivio che poi va verso San Casciano, o nella direzione opposta? Insomma, a un certo punto, si va verso Firenze, San Casciano, da una parte della strada e, dall’altra, se non sbaglio, si va verso Montespertoli. E’ così?
S.C.: Sì, c’è un incrocio. La strada… la strada copre il tratto che va da Fornacette fino a quasi a Baccaiano.
Avv. Nino Filastò: Sì, ma vediamo un po’ altre località, perché Fornacette e Baccaiano sono due…
S.C.: E noi andavamo, all’andata, andavamo verso Baccaiano. Quindi verso Firenze, per intenderci.
Avv. Nino Filastò: Verso Firenze.
S.C.: Quando girammo e tornammo indietro, andavamo dalla parte opposta.
Avv. Nino Filastò: Ecco.
S.C.: E ci siamo fermati lì e poi, pochi… qualche centinaio di metri dopo il luogo, cioè l’incrocio sulla destra che porta a Montespertoli, abbiamo preso quella strada per andare a Montespertoli.
Avv. Nino Filastò: Andando nella direzione di Firenze, voi andavate nella direzione di Firenze. E quindi, anche San Casciano…
S.C.: Sì.
Avv. Nino Filastò: … in una prima fase, quando prima ancora di fermarvi e poi di ritornare indietro. È così?
S.C.: Sì.
Avv. Nino Filastò: In questa fase incrociaste delle altre macchine?
S.C.: Ricordo che incrociammo delle macchine prima del luogo. E ci aveva colpito un particolare, una era a fari alti. E poi è venuto fuori dai successivi discorsi che erano dei nostri amici che venivano dalla parte opposta. Questo ricordo.
Avv. Nino Filastò: Questi amici di cui ha parlato anche il suo amico, vale a dire, chi erano?
S.C.: Carletti Francesco che era…
Avv. Nino Filastò: Carletti Francesco.
S.C.: … il proprietario dell’auto.
Avv. Nino Filastò: Ecco. Carletti Francesco e l’altro si sono fermati anche loro sul luogo, dopo?
S.C.: No.
Avv. Nino Filastò: No.
S.C.: Non mi risulta. Anche perché lo avevano già oltrepassato da un bel pezzo.
Avv. Nino Filastò: La vostra macchina, cioè a dire la macchina che, se non sbaglio, era sua o del suo amico?
S.C.: Era mia.
Avv. Nino Filastò: Era sua. La parcheggiaste rispetto al posto dove si trova la macchina infortunata, diciamo così, dallo stesso lato della strada, o dal lato opposto?
S.C.: Dal lato opposto. Dal lato di marcia sul lato destro della carreggiata.
Avv. Nino Filastò: C’erano altre macchine in quel momento parcheggiate?
S.C.: Mi sembra di no. Non…
Avv. Nino Filastò: I fari della macchina infortunata, erano accesi, o spenti?
S.C.: Erano spenti.
Avv. Nino Filastò: Quindi, la vostra, le vostre fonti di illuminazione, erano particolarmente deboli, insomma.
S.C.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Lei ha detto che vide questo ragazzo in posizione sdraiata. Ora le chiedo di fare mente locale, siccome c’è un testimone che fa riferimento proprio a questo. Potrebbe darsi che si fosse trovato in una posizione nell’intercapedine fra i due sedili?
S.C.: È possibile, non so… Non lo posso affermare con certezza.
Avv. Nino Filastò: Con la testa appoggiata, però…
S.C.: Credo di si, però…
Avv. Nino Filastò: La testa appoggiata su quale sedile?
S.C.: Eh, questo con certezza non glielo so dire.
Avv. Nino Filastò: Posteriore, o anteriore? Perché è la testa che mi interessa, a me.
S.C.: Guardi, con tutta la buona volontà, non lo so dire.
Avv. Nino Filastò: Non lo sa dire. Non ho altre domande.
Presidente: Prego, può andare, grazie
Presidente: Poggiarelli Adriano. Lei è Poggiarelli Adriano?
Adriano Poggiarelli: Sì.
Presidente: Senta, vuole essere ripreso dalla telecamera, o no?
A.P.: No.
Presidente: Bene. Niente telecamere, per cortesia. Dove è nato, dove risiede?
A.P.: A Montespertoli.
Segr d’udienza: (voce non udibile)
A.P.: Il 30 maggio 1954.
Segr d’udienza: (voce non udibile)
A.P.: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”.
Presidente: Senta, signor Poggiarelli, lei, la sera del delitto di Baccaiano, è transitato sul posto?
A.P.: Sì.
Presidente: Ci vuol raccontare un po’ come è andata?
A.P.: Per quanto mi ricordo, insomma.
Presidente: Ecco, lei è intanto stato sentito dal P.M., fu sentito dal P.M. allora, o no?
A.P.: Sì, sì.
Presidente: Dalla dottoressa Della Monica?
A.P.: Sì, dalla Della Monica. La sera stessa fui richiamato poi lì sul posto dai Carabinieri e poi il lunedì successivo.
Presidente: Andaste dalla Della Monica.
A.P.: Sì.
Presidente: Vediamo cosa ricorda ora.
A.P.: Dunque, io mi ricordo che stavo transitando in quella strada con un mio amico.
Presidente: Come si chiamava?
A.P.: Calamandrei Stefano.
Presidente: Calamandrei.
A.P.: Dunque, siamo passati a abbiamo visto questa macchina sul lato destro della strada. In quel momento ci sembrava un incidente, un incide.. .
Presidente: A luci accese o luci spente?
A.P.: Luci spente.
Presidente: Luci spente.
A.P.: Comunque non ci siamo fermati immediatamente. Cioè, siamo andati, abbiamo continuato fino a Baccaiano, perché mi ricordo che dovevamo fare qualcosa lì al bar. Poi siamo tornati indietro… Cioè, s’aveva la possibilità di andare verso San… passando dall’altra strada. Comunque, questa macchina ci sembrava una cosa strana. Siamo tornati indietro e, quando siamo arrivati vicino con i fari, abbiamo visto praticamente che c’erano dei feriti, insomma. Abbiamo rallentato, ho visto la testa di questa ragazza appoggiata…
Presidente: È sceso dalla macchina?
A.P.: Sì, sono sceso io dalla macchina. Guidavo io la macchina di questo mio amico.
Presidente: Calamandrei è sceso?
A.P.: Sì. Sono sceso e sono andato verso lo sportello. In quel momento poi è arrivata anche altra gente. Sono arrivate altre persone. Comunque, ancora non mi ero accorto che poteva essere un delitto, non vedevo… era ancora un incidente per me. Poi qualcuno ha detto: ‘c’è un foro di un proiettile, abbiamo sentito degli spari’, insomma qualcosa del genere e a quel punto lì siamo andati a chiamare i Carabinieri.
Presidente: Ecco, lei ha visto se il giovane respirava, non respirava, era vivo o non era vivo?
A.P.: Sì. Cioè, la sensazione fu quella di vedere qualcosa all’interno della macchina che si muoveva. Per cui la sensazione che fosse ferito, che fosse vivo.
Presidente: Ecco. E questo giovane dove era seduto?
A.P.: Per conto mio era disteso indietro, sul seggiolino posteriore, o perlomeno la testa l’aveva sul sedile posteriore… Cioè, la sensazione è che fosse… Io vedevo chiaramente questa ragazza, perché io mi affacciai dalla parte destra dell’auto.
Presidente: La destra sua, o la destra dell’auto?
A.P.: La destra… diciamo il lato opposto della guida.
Presidente: Ecco, bravo, sì.
A.P.: E vedevo questa ragazza. Cioè, che era sul sedile posteriore e dentro c’era qualcun altro, però, I dovessi dire dov’era seduto il ragazzo non glielo so dire. Perché poi son tornato, cioè, quando siamo andati a chiamare i Carabinieri, siamo tornati giù e ho visto quando l’hanno portato via con l’ambulanza, ecco. Ho visto da lì che hanno tirato su i sedili.
Presidente: Senta, ora io gli leggo quello che dichiarò allora al Pubblico Ministero…
A.P.: Sì.
Presidente: … il giorno dopo. E fu sentito il 21 giugno. Diceva così: “Avvicinandosi al lato del passeggero, abbiamo notato la ragazza sul sedile posteriore. E, solo successivamente, ci siamo resi conto che sul sedile di guida era disteso, si trovava Paolo Mainardi, anche lui disteso in posizione supina. Rilevando che respirava ancora, ci siamo divisi i compiti…”, eccetera. E poi dice che le persone che erano in quel momento sul posto, la Bartalesi e il Marini…
A.P.: Sì, il Marmi.
Presidente: … quelli che si … lì, loro sono andati a chiamare l’autoambulanza e volevano andare a chiamare i Carabinieri.
A.P.: I Carabinieri, sì.
Presidente: Ecco, ora che le ho letto queste dichiarazioni, se le ricorda, o non si ricorda nulla?
A.P.: Mi ricordo così. Cioè, dopo… Cioè, son passati 15 anni. Io mi ricordo di questi flash, di queste immagini, però, non ho… Insomma. . .
Presidente: Allora disse la verità, o no?
A.P.: Certo. Eh.
Presidente: Io non ho altre domande. Il Pubblico Ministero può proseguire in forma, e le altre parti, in forma ordinaria.
P.M.: Soltanto se si ricorda che ore potevano essere.
A.P.: Mah, vicino a mezzanotte. Circa.
P.M.: E quando andaste dai Carabinieri quanto sarà passato dalla mezz… quanto ci avete messo, dal momento in cui avete notato questa scena a andare dai carabinieri?
A.P.: Velocissimo, abbiamo fatto. Cioè…
P.M.: Dieci minuti, cinque minuti…
A.P.: Dieci minuti…
P.M.: Un quarto d’ora…
A.P.: … un quarto d’ora, circa. Ma… ora non glielo saprei dire, ma…
P.M.: Il Calamandrei, anche lui venne con lei e dette
A.P.: Sì. un’occhiata…
P.M.: … si rese conto di queste cose anche lui?
A.P.: Sì, praticamente il primo, insomma, sono sceso io perché ero alla guida, rimanevo dalla parte della macchina. Quindi sono sceso. Comunque è sceso anche il Calamandrei.
P.M.: Lei, il Mainardi e la ragazza, li conosceva, o…
A.P.: No.
P.M.: No. Non ho altre domande, grazie. Scusi, solo quella, ma gliel’ha già fatta il…
Presidente: che, quando vide questi fatti e depose la sera stessa, o meglio, a verbale, successivamente, al P.M. disse la verità.
A.P.: Sì.
P.M.: Di ciò che aveva visto.
A.P.: Sì.
P.M.: Grazie, non ho altre domande.
Avv. Aldo Colao: Senta, scusi, nella macchina c’era la lucina accesa, quella interna, che lei si ricorda?
A.P.: No, non mi ricordo.
Avv. Aldo Colao: Voi come faceste a vedere? Avevate i fari della vostra macchina puntati?
A.P.: Sì. Cioè, anche se non illuminavano bene, però insomma, c’era… praticamente la sera era molto buia. Infatti… Tant’è vero che la prima volta che siamo passati, non abbiamo visto niente, nonostante ci fosse… non so. Quando abbiamo rallentato e siamo arrivati vicino con i fari abbiamo visto, insomma, chiaramente questa ragazza appoggiata così.
Avv. Aldo Colao: Bene, grazie.
A.P.: Posso andare?
Presidente: No, no, aspettiamo se hanno altri da fare le domande. L’avvocato Filastò?
Avv. Nino Filastò: Sì. Lei aprì gli sportelli della macchina? Qualche sportello?
A.P.: No.
Avv. Nino Filastò: La macchina aveva gli sportelli chiusi?
A.P.: Io provai solamente dalla parte del passeggero, diciamo.
Avv. Nino Filastò: Sì.
A.P.: Era chiuso.
Avv. Nino Filastò: Era chiuso. Senta, quindi lei vide, sostanzialmente, più che altro la testa di questi due giovani.
A.P.: Della ragazza.
Avv. Nino Filastò: Della ragazza. E il ragazzo, invece, la testa era più bassa.
A.P.: Sì, non potrei… Cioè, non si distingueva bene quello… cioè, non glielo posso dire con certezza…
Avv. Nino Filastò: Se era declinata, in particolare…
A.P.: Indietro.
Avv. Nino Filastò: Indietro.
A.P.: Però è una immagine che non… cioè, non posso dire con certe… Cioè, mi ricordo di questa ragazza, ecco. Del ragazzo… in che posizione fosse con precisione non glielo so dire.
Avv. Nino Filastò: Può darsi che lei, il suo ricordo della posizione del ragazzo, sia più impreciso, più confuso, perché il ragazzo si trovava in posizione più bassa, rispetto alla ragazza?
A.P.: Alla… Questo può darsi, sì. Che fosse in posizione più bassa.
Avv. Nino Filastò: Ma si soffermò a lungo a guardare queste persone, oppure… Ecco, volevo sapere questo: lei si accorse di un foro di proiettile sul parabrezza?
A.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: E’ per questo che andò dai carabinieri?
A.P.: Sì. Nell’attimo… sì, praticamente…
Avv. Nino Filastò: Quando vi accorgeste di questo foro, mi immagino vi sconvolse un po’ la cosa?
A.P.: Eh, certo.
Avv. Nino Filastò: Volevo sapere guanto vi siete soffermati a guardare questi ragazzi, a osservare la situazione.
A.P.: Pochissimi.
Avv. Nino Filastò: Pochissimi.
A.P.: Si tratta di minuti, qualche minuto.
Avv. Nino Filastò: Ora lei ha fatto una dichiarazione che io, non per contestargliela, ma per ricordargliela.. .
A.P.: Certo.
Avv. Nino Filastò: … le leggo, per chiederle poi delle spiegazioni, perché mi sembrano piuttosto importanti. Lei dice: “Mentre andavamo verso Montespertoli, anzi, Baccaiano…”, vale a dire, quindi, la posizione opposta rispetto a Montespertoli… No, Baccaiano e Montespertoli sono la stessa direzione?
A.P.: Non… Cioè, non ho capito.
Avv. Nino Filastò: Va be’, insomma, dopo ci spiegherà in che direzione andavate.
A.P.: Sì, noi verso Baccaiano, siamo…
Avv. Nino Filastò: “Verso Montespertoli, anzi, Baccaiano”, che significa, che le direzioni sono diverse, oppure no? Comunque, vedi cono dopo. “E ciò, prima di esserci fermati a prestare soccorso. E, anzi, ancor prima di intravedere la 127 abbiamo incrociato un’autovettura, una autovettura, che aveva i fari alti che ha abbassato nel momento in cui ci siamo incrociati.”
A.P.: Sì. Che si…
Avv. Nino Filastò: Lei lo ricorda questo particolare?
A.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Allora, ci dovrebbe spiegare il più possibile esattamente la vostra direzione, il momento in cui avviene questo avvistamento di questa autovettura, il momento con riferimento a che cosa? Con riferimento a questo giro che voi fate. Che, se non ho capito male: voi passate per la strada, vedete una prima volta, intravedete questa macchina…
A.P.: No, aspetti.
Avv. Nino Filastò: No. Allora, cominciamo dall’inizio, ci racconti la strada che ha fatto, fin dall’origine, insomma.
A.P.: Dunque, noi stavamo percorrendo…
Avv. Nino Filastò: La velocità…
A.P.: … dalle Fornacette, località Fornacette…
Avv. Nino Filastò: Sì.
A.P.: … nella direzione… Perché questa strada porta verso Baccaiano.
Avv. Nino Filastò: Sì.
A.P.: Dunque, io mi ricordo più o meno all’altezza delle cantine… delle cantine… ci sono delle Cantine Sociali.
Avv. Nino Filastò: Sì.
A.P.: Abbiamo incontralo una macchina.
Avv. Nino Filastò: Sì.
A.P.: Cioè, questo perché… cioè, poi ci è venuto in mente, perché era una macchina di un nostro amico.
Avv. Nino Filastò: Ah.
A.P.: Sì, c’era dentro, questa macchina, anche la, una ex ragazza di Calamandrei Stefano…
Avv. Nino Filastò: Chi è questo suo amico? Calamandrei?
A.P.: No, questo che abbiamo incontrato era Carletti Francesco.
Avv. Nino Filastò: Carletti Francesco. E c’era lui nella macchina?
A.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Insieme a questa ragazza Calamandrei…
A.P.: Sì, ma ci siamo incrociati. Noi abbiamo continuato.
Avv. Nino Filastò: Ah, va be’…
A.P.: Cioè, loro sono andati…
Avv. Nino Filastò: Comunque, questa macchina che voi avete incrociato era di questo signore che si chiama, ha detto?
A.P.: Carletti Francesco.
Avv. Nino Filastò: Carletti Francesco, insieme a Calaman…
A.P.: Se è questo che parla lei.. Io, dei fari ora non mi posso… Mi ricordo di avere incrociato questa macchina.
Avv. Nino Filastò: No, no, ma a questo punto, se voi avete riconosciuto che era una macchina dell’amico, che sulla macchina c’era questi suoi amici, non mi interessa più la cosa. Sentiremo loro.
A.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: E’ sicuro? Non avete incrociato altre macchine?
A.P.: Ora io non mi ricordo, ma mi sembra di no. Mi sembra proprio di non avere incrociato altre macchine.
Avv. Nino Filastò: Lei pensa che si sarebbe ricordato, a botta calda, dopo essere stato interrogato, se aveste incrociato altre macchine?
A.P.: Penso di sì.
Avv. Nino Filastò: Lei fece mica attenzione, prima di arrivare sul posto, se avesse sentito come degli spari, delle botte, dei colpi?
A.P.: Non mi ricordo, ma non mi sembra di aver sentito…
Avv. Nino Filastò: Rumori di automobili che partivano a velocità un po’ sostenuta, sgommando, come si dice?
A.P.: No.
Avv. Nino Filastò: No. Lei ha parlato di un quarto a mezzanotte.
A.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Più o meno l’orario è questo.
A.P.: L’orario sì. Questo, mi ricordo che fosse questo.
Avv. Nino Filastò: Quindi, praticamente, a un certo punto vi siete trovati in tre macchine, su questo posto: la sua, insieme… che lei era insieme a…
A.P.: A Calamandrei Stefano.
Avv. Nino Filastò: A Calamandrei. Poi…
A.P.: Cioè, non era la mia. La macchina era di…
Avv. Nino Filastò: Era di Calamandrei, la guidava lei.
A.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Poi, la macchina di questi due signori che abbiamo sentito prima, che sono i signori Martini…
P.M.: Marini.
Avv. Nino Filastò: Marini e la signora…
A.P.: Bartalesi.
P.M.: (voce non udibile)
Avv. Nino Filastò: Eh? Come?
P.M.: Bartalesi.
Avv. Nino Filastò: Bartalesi. Li conosceva lei Marini e Bartalesi?
A.P.: La Bartalesi Concetta, sì. Che abitava… Suo marito, allora era fidanzato, no, non lo conoscevo. Conoscevo Bartalesi…
Avv. Nino Filastò: E poi arrivò un furgone.
A.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Che a bordo c’era?
A.P.: Dunque, erano dei ragazzi di Poppiano. Cioè, io mi ricordo di uno che… Sieni, mi sembra che si chiami. Sieni Luca, o qualcosa…
Avv. Nino Filastò: Sieni Luca, esattamente. E anche un certo Fabio Tempestini: se lo ricorda?
A.P.: No, cioè, io mi ricordo…
Avv. Nino Filastò: Solo Sieni.
A.P.: Sì. Però…
Avv. Nino Filastò: E quindi vi siete trovati tutti lì, a commentare questo fatto.
A.P.: Sì, quasi in contemporanea, diciamo.
Avv. Nino Filastò: Che lei ricordi, è arrivata prima l’ambulanza, o i Carabinieri, o tutti e due insieme?
A.P.: Io, cioè,… Dunque, noi siamo andati a chiamare i Carabinieri; e poi siamo tornati in giù. Cioè, praticamente, abbiamo visto, da lontano abbiamo visto l’ambulanza e poi mi sembra che… Però, se è arrivato prima i Carabinieri o l’ambulanza, ora questo non glielo so dire. Quando siamo arrivati lì c’erano tutti e due, insomma. C’era sia l’ambulanza, che i Carabinieri.
Avv. Nino Filastò: Benissimo. Grazie. Non ho altre domande.
Presidente: Buongiorno. Come si chiama lei?
Mario Di Lorenzo: Di Lorenzo Mario.
Presidente: Senta, signor Di Lorenzo, vuol essere ripreso dalle telecamere, oppure no?
M.Di.L.: No, no.
Presidente: Niente telecamere, per cortesia.
M.Di.L.: No, potrei far réclame al mi” ristorante, ma non posso.
Presidente: Come?
Presidente: Potrei far réclame al mi’ ristorante, ma non posso.
P.M.: “Posso far réclame al mio ristorante”.
Presidente: Ah…
Avv. Nino Filastò: Ci dica almeno se si mangia bene o male, il signor Di Lorenzo.
M.Di.L.: Mah, e… divino.
Presidente: Va bene. Senta, dov’è nato lei?
M.Di.L.: A a Castelpoto Benevento.
Presidente: Quando?
M.Di.L.: Il 4 agosto 1942
Segr. d’udienza: (voce non udibile)
M.Di.L.: Montespertoli in via Luciano 29
Presidente: Legga ad alta voce quella formula lì.
M.Di.L.: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.”
Presidente: Cioè, ci deve dire tutta la verità e non nascondere nulla, eh, di quello che sa.
M.Di.L.: Ma io penso…
Presidente: In parole povere, vuol dire questo.
M.Di.L.: … penso di no.
Presidente: Bene. Senta, lei…
M.Di.L.: Mi dispiace per tutti, ma…
Presidente: … è intervenuto quando ci fu il delitto di Baccaiano…
M.Di.L.: Sì, allora…
Presidente: … il delitto di Baccaiano dell782.
M.Di.L.: Sì, ora…
Presidente: Di quei due giovani, eccetera. Lei arrivò sul posto, o no?
M.Di.L.: Sì…
Presidente: Mi dica un po’ come è andata.
M.Di.L.: … ora io gli… Allora, noi, a quei giorni, si aveva il ristorante giù a Baccaiano.
Presidente: Eh.
M.Di.L.: Arrivo giù al bar, arrivano due ragazzi; un ragazzo e una ragazza che telefonano. Vengono lì, dice: ‘guardi…’, io, per l’appunto, ero chiuso, chiudevo in quel momento, andai giù al bar, questi vennero a telefonare. Dice: ‘guardi, è successo lì… insomma, si è sentito dei botti, però ci sono due in macchina. Però non sappiamo chi sono che…’ Allora, si avvertì sia la Misericordia e sia i Carabinieri. A quel punto si parte, perché questi ragazzi erano tutti impauriti. Io parto e vo insieme a loro. Si arriva là, mentre noi si arriva, in quel momento, arriva giù l’autoambulanza. E dietro, poi, c’era i Carabinieri. Sicché si arriva lì, però tutto spento, perché è una strada un po’ buia, si vede questa macchina che è dalla parte opposta del ciglio con le ruote di dietro nella fossa. E a quel punto lì si guarda un po ‘, però si arriva e arrivano questi della Misericordia. Cominciano a tirarli fuori… Insomma, poi sono momenti, diciamo, un po’ di paura, che uno non sa quello che fa, non… Non so, potevo aiutare C’era questa ragazza dalla parte destra… sì, aspetti eh, dalla parte… ragazzo si sentiva un dietro ai seggiolini. Però, sa, con il buio…
Presidente: Si sentiva?
M.Di.L.: Si sentiva… non so, come posso dire? un… qualcosa che si… si lamentava, ma però appena…
Presidente: Sì, appena.
M.Di.L.: Proprio… era una cosa… Ecco, e a quel punto…
Presidente: E dove stava questo giovane?
M.Di.L.: Questo giovane?
Presidente: Questo giovane dov’era? Il giovane dov’era?
M.Di.L.: Era dietro fra i seggiolini. Però, sa, al buio, unn’è che poi uno… Ci vorrebbe una lampadina, vedere… Poi arrivò la Misericordia, certamente si fa posto a loro, perché, insomma, uno le deve portar via, queste persone. E d’altra parte… E la ragazza rimane dietro. Poi, il maresciallo e l’appuntato mandan via tutti. Io, insomma, sono un po’ amico di loro, insomma, c’ho un esercizio, e resto lì con loro. E resto circa un’ora. Che poi, una volta andati via tutti, il maresciallo telefonò, non so a chi perché…
Presidente: Senta, lei ricorda bene ora quello che avvenne quella sera, oppure c’è qualcosa un po’ così, offuscato?
M.Di.L.: Senta, io gli dico, quello che mi ricordo sono queste cose qui.
Presidente: Queste parole.
M.Di.L.: Penso di averle…
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
Presidente: Come?
Avv. Nino Filastò: E’ perfettamente conforme a quello che ha già detto Presidente, eh.
Presidente: Mah, ora vediamo, ora vediamo se sono esattamente conformi.
Avv. Nino Filastò: Perfettamente conformi. L’ho letto in questo momento.
Presidente: Al1ora…
P.M.: Lo abbiamo letto anche noi.
Presidente: Allora, diceva così allora: “Potei così vedere il corpo della ragazza, di una ragazza seduta sul sedile posteriore, con il capo inclinato all”indietro” .
M.Di.L.: Sì, preciso…
Presidente: “Mentre sul sedile anteriore e il corpo a bocconi nell’intercapedine fra i due sedili, con la testa adagiata sul sedile posteriore nella parte centrale”.
Avv. Nino Filastò: Scusi Presidente, io leggo tutta un’altra cosa, abbia pazienza.
P.M.: No, ma ha. . .
Avv. Nino Filastò: “Notai che il ragazzo si trovava disteso con le gambe sul sedile anteriore”
Presidente: Ah, sì, sì.
Avv. Nino Filastò: “Ed il corpo a bocconi…”
Presidente: Avvocato, avvocato, avvocato, scusi. Ho saltato un rigo, nulla di grave. Nulla di grave, pazienza. Non c’è da risentirsi, perché è una cosa che capita. Allora, ripeto: “Potei così vedere il corpo di una ragazza seduta sul sedile posteriore, con il corpo inclinato all’indietro. Mentre notai che il ragazzo si trovava disteso con le gambe sul sedile anteriore e il corpo a bocconi nell’intercapedine fra i due sedili, con la testa adagiata sul sedile posteriore nella parte centrale”.
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
P.M.: Presidente, scusi, può essere importante. Può leggere anche la frase dopo?
Presidente: “Preciso che lo schienale del sedile anteriore sinistro era reclinato”. Cioè abbassato.
P.M.: E volendo c’è anche la frase successiva. Mi scusi, Presidente, può essere utile.
Presidente: Va bene. Ora ricorda meglio le cose, o conferma quelle che ha detto ora?
M.Di.L.: No, io confermo quelle che dissi allora. Ora, di buio… Perché poi, quando si comincia a arrivare gente lì, come si fa poi più a ricordarsi di tutto.
Presidente: Venne sentito il giorno dopo, mi pare, no?
M.Di.L.: Sì. Sì, sì.
Presidente: Due giorni dopo.
M.Di.L.: Il sedile mi sembrava era giù, però, sa, son cose, non è che…
Presidente: Va bene. Prego, Pubblico Ministero, può continuare l’esame nella forma ordinaria.
P.M.: Sì, Presidente. Ricorda di aver detto che la testa del ragazzo quasi poggiava sul fianco della ragazza?
M.Di.L.: Sì. Centrale, non lo so. Ora, senta, dico la verità. Non è che io sono andato lì ad aprire lo sportello e vedere. Di fuori, quando è buio, mi capisce anche lei, non è una cosa… neanche… poi la paura stessa delle persone. Sicché uno, lì per lì, sembra che sia appoggiato alla ragazza, può darsi sia stato spostato anche… Poi la macchina, dico, l’è un metro e me… neanche 90 centimetri. Sicché in 90 centimetri come si fa a giudicare o sulla ragazza o fuori della ragazza? Insomma, sono cose…
P.M.: Certo. Lei ricorda che tipo di auto era?
M.Di.L.: Questo non me ne ricordo.
P.M.: No. Se era una macchina che aveva due sedili davanti e un sedile intero dietro, o se eran quattro sedili?
M.Di.L.: No, credo… ora son passati tant’anni. Credo era una 127, può darsi?
P.M.: Sì, sì. Quello che ricorda lei.
M.Di.L.: A me mi sembrava…
P.M.: Siccome dice fra i due sedili. Le chiedo…
M.Di.L.: Mi sembrava una 127, va bene, bianca. Se non è…
P.M.: Mi scusi, la mia domanda è questa. Siccome lei dice “nell’intercapedine tra i due sedili11, le chiedo; lei ha presente che quella macchina ha due sedili davanti e uno intero dietro?
M.Di.L.: Mi sembra che abbia due sedili davanti e uno dietro, mi sembra, poi…
P.M.: Quindi “il corpo a bocconi nell’intercapedine tra i due sedili”, sono i due sedili davanti?
M.Di.L.: Mah, questo ora io…
P.M.: Non se lo ricorda.
M.Di.L.: Non me ne ricordo.
P.M.: L’orario in cui avvennero questi fatti?
M.Di.L.: Senta, io gli dico, questi ragazzi vennero da noi verso l’undici, l’undici e mezzo. Poi sa, poi unn’è che uno si mette lì a vedere preciso l’orologio, perché sennò dice, uno… potrebbe essere… allora dice lei sapeva già tutto all’ora precisa. Però, era quell’ora lì. Dall’undici e mezzo…
P.M.: Poteva essere mezzanotte…
M.Di.L.: Sì. Che poi un s’è neanche visto nessuno l’ora.
P.M.: Ecco. Bene, non ho altre domande, grazie.
Presidente: Altri difensori? Avvocato Filastò.
Avv. Nino Filastò: Signor Di Lorenzo, lei ha assistito al momento in cui il corpo del ragazzo venne estratto dalla macchina?
M.Di.L.: Senta, io gli dico questo: forse da un po’ fifone, come si dice un po’ tutti, sì, sono sta… la prima vo… mi sono un po’…
Avv. Nino Filastò: Insomma c’era, via. C’era o no?
M.Di.L.: No, no, io c’e… Porca miseria! L’ho detto prima. Io c’ero, però, al momento che hanno estratto questo ragazzo mi sono un po’ messo indietro perché è giusta che lavorano quelli dell’autoambulanza. Noi così, come cittadini, non è che si sa neanche movere una persona e né nulla insomma.
Avv. Nino Filastò: Però lei ha detto: “Al fine di estrarre il corpo del ragazzo…”
M.Di.L.: No, no, guardi, non ho detto al fine…
Avv. Nino Filastò: No, no, l’ha detto lei, è a verbale.
M.Di.L.: Senta, io gli dico questo…
Avv. Nino Filastò: Mi fa finire?
M.Di.L.: Può dar… Sì, mi dica.
Avv. Nino Filastò: “Al fine di estrarre il corpo del ragazzo, abbiamo alzato lo schienale del sedile anteriore sinistro e spinto questo ultimo verso il volante”.
M.Di.L.: Senta, ora, dopo 15 anni come si fa a ricordarsi se si è spinto.
Avv. Nino Filastò: Benissimo. Ora lei non se lo ricorda. Però, all’epoca, lei raccontò di questa manovra. Cioè a dire raccontò che, per estrarre il corpo del ragazzo, fu necessario alzare il sedile anteriore sinistro e spostarlo verso il volante.
M.Di.L.: Ma questo, ora io tengo anche a precisare questo. Lei sa che quando…
Avv. Nino Filastò: Lei disse la verità all’epoca? Quando venne interrogato…
M.Di.L.: Per me mi sembrava di aver detto la verità, come la dico oggi qui in aula.
Avv. Nino Filastò: … il 22 giugno? Venne interrogato e raccontò questa cosa. Quindi, evidentemente, il sedile anteriore sinistro ostacolava la fuoriuscita del ragazzo…
P.M.: Però aveva detto che era reclinato.
Avv. Nino Filastò: Come?
P.M.: Ha detto che era reclinato.
Avv. Nino Filastò: Ha detto che era reclinato, ma lo ostacolava.
P.M.: Ma, guardi io…
Avv. Nino Filastò: Se era reclinato…
P.M.: … quando…
Avv. Nino Filastò: Pubblico Ministero, se siamo a discutere, a maggior ragione: se era reclinato, questo sedile non avrebbe fornito nessun ostacolo a far uscire il ragazzo, se il ragazzo fosse stato seduto davanti.
P.M.: Ha detto lui, era reclinato.
Avv. Nino Filastò: Solo se il ragazzo era dietro con il bacino, con il corpo, questo sedile diventa un ostacolo ed è necessario spostarlo verso il volante.
Presidente: Va be’, questo sarà, poi, è un commento…
Avv. Nino Filastò: Va be’, ma insomma, mi provoca lui, sennò starei zitto io, Presidente.
Presidente: No, va bene, vedremo. Altre domande? Può andare, grazie.
Avv. Stefano Bertini: Signor Presidente, senta, una domanda anch’io. Una soltanto, se posso. Prego, vuoi fare, Giampaolo?
Avv. Giampaolo Curandai: No no, prego prego.
Avv. Stefano Bertini: Ah. Si ricorda da che parte entrarono gli addetti della Misericordia per estrarre il corpo del ragazzo?
M.Di.L.: Dalla parte del ragazzo.
Avv. Stefano Bertini: Dal lato guida?
M.Di.L.: Sì.
Avv. Stefano Bertini: Grazie.
Presidente: Avvocato Curandai?
Avv. Giampaolo Curandai: Sì. Senta, signor Di Lorenzo, scusi.
M.Di.L.: Sì?.
Avv. Giampaolo Curandai: Lei poc’anzi ha detto che così, per paura, diciamo, per timore, si era appartato.
M.Di.L.: Sì. Appartato… Insomma, la macchina era di fronte in questo modo e arriva la Misericordia, certamente…
(voci sovrapposte)
M.Di.L.: …non ti ci puoi mica buttare sopra alla Misericordia tutti e…
Avv. Giampaolo Curandai: Sì sì, d’accordo, basta.
M.Di.L.: Uno si tira un po’ su una parte per fare…
Avv. Giampaolo Curandai: Ho capito, ho capito, stia tranquillo. Dicevo, ecco, questo quando è arrivata l’ambulanza. Ma lei, dalla posizione in cui si trovava, ha assistito attentamente a tutto il prelievo del ragazzo dalla macchina? Oppure si vedeva bene?
M.Di.L.: Vedere, era difficile vedere, perché era di buio, non è che si aveva una lampadina: non si aveva nulla. Sicché si intravede, fra la macchina, si intravede questa ragazza con questo foro qui alla testa, eh, certamente si vede questo dietro che sparisce un po’ nel buio. Però, sa, dico, i fari nostri eran tutti spenti, non c’era nessuno, a questo punto come si fa, anch’io, a dire le parole precise? Dice ‘no, guardi, sono in questo modo’?. Capito?
Avv. Giampaolo Curandai: Quindi mi pare di aver capito che lei non ha potuto assistere e vedere attentamente il prelievo del ragazzo dalla macchina.
M.Di.L.: No, perché…
Avv. Giampaolo Curandai: Eh. Grazie, basta, basta. Grazie.
M.Di.L.: Forse non lo so come spiegarlo, ha capito?
Avv. Giampaolo Curandai: No no. Ma mi basta questo “no”. Grazie.
M.Di.L.: Perché ognuno di noi cercava di fare qualcosa per aiutare. Perché poi arrivarono veramente tante persone. Ognuno di noi cercava di poter aiutare. Però, chi aiutò…
Avv. Giampaolo Curandai: Sì. Quindi c’era…
M.Di.L.: … la barella, chi aiutò… Eh, però, ha capito?, non è che…
Avv. Giampaolo Curandai: C’era un po’ di confusione e buio, molto buio.
M.Di.L.: Beh, sa, poi è una strada non c’è né luci e né niente.
Avv. Giampaolo Curandai: Va bene, la ringrazio.
M.Di.L.: Prego.
Presidente: Allora, può andare, se non ci sono altre domande. Grazie.
M.Di.L.: Bene, grazie.
Presidente: Allora, venga Gargalini Silvano. Come si chiama lei?
Silvano Gargalini: Gargalini Silvano?
Presidente: Vuol essere ripreso dalla televisione o no?
S.G.: Non ho problemi di niente.
Presidente: Bene. Dove è nato, dove risiede?
S.G.: Risiedo a Montespertoli nato a Gambassi il 12 settembre 1953.
Presidente: Legga quella formula li, che le viene posta.
S.G.: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”.
Presidente: Senta, lei si dice che era nella ambulanza che accorse lì, sul luogo del delitto, a Baccaiano.
S.G.: Sì.
Presidente: Ecco, mi vuol raccontare un po’ come andarono i fatti?
S.G.: Niente di particolare. Ci hanno chiamato…
Presidente: Se lo ricorda o no?
S.G.: Sì sì.
Presidente: Lei è stato sentito anche dal Pubblico Ministero.
S.G.: Sì
Presidente: Fu sentito dal Pubblico Ministero, dottoressa Della Monica, il 22 giugno.
S.G.: Sì, esatto.
Presidente: Due giorni dopo.
S.G.: Lì in caserma dei Carabinieri a Montespertoli.
Presidente: Eh.
S.G.: Esatto. Sì, mi ricordo fummo chiamati, dicendo ‘c’è un incidente’.
Presidente: Allora, mi dica un po’.
S.G.: Ci chiamarono, dice ‘c’è un incidente in Baccaiano’, la località dove siamo scesi. E, niente, quando siamo arrivati sul luogo ho visto la macchina fuori strada. E per noi era un incidente, come avevan detto. Con gli sportelli chiusi però, non si riusciva a entrare dentro e: ‘Che succede? Come mai gli sportelli chiusi? Si saranno chiusi con l’impatto ad andare fuori strada’. Per noi era sempre un incidente. Si prende, in ambulanza di solito c’è sempre un attrezzo per poter aprire in caso di incidenti, si prende quest’attrezzo che è una leva a piede di porco. Apro lo sportello al lato opposto della guida, cioè lato destro.
Presidente: Sì.
S.G.: Entro dentro, mi accerto che c’è due persone dentro che, una, la donna dietro lì, al lato destro, tasto il polso, tasto la carotide: non c’era segni di vita. Mi giro così e vedo l’altra persona accanto che dava segni di vita, fo’ agli altri miei colleghi: ‘Portiamo via questo, perché è l’unica persona che da dei segni di vita’. Lui era sul sedile posteriore, cioè sulla poltrona posteriore, lato guida, diciamo.
Presidente: Sì, lato guida.
S.G.: Sì.
Presidente: E poi che è successo?
S.G.: Niente. L’abbiamo tirato fuori, l’abbiamo caricato in ambulanza e portato all’ospedale di San Giuseppe di Empoli.
Presidente: Siccome è importante sapere quale era la posizione del giovane…
S.G.: Sì sì.
Presidente: Lei in quel momento diceva – io leggo quello che ha reso allora al Pubblico Ministero – più o meno diceva che… quello che ha detto ora.
S.G.: Sì.
Presidente: Poi, dopo…
(voce non udibile)
S.G.: E mi ricordo che…
Avv. Nino Filastò: … le altre testimonianze, questo testimone ha detto ‘no no, io confermo: era così’.
S.G.: Sì, mi ricordo…
Presidente: Io vedo per la prima volta questi verbali, quindi, abbiate pazienza.
Avv. Nino Filastò: Appunto. C’ero cascato anch’io, Presidente, vede? A un certo punto si dice: “Abbiamo... – Prendo atto che altri testi siano intervenuti prima di chiamare i soccorsi, sia immediatamente dopo. Hanno rilevato una posizione del Mainardi completamente diversa. In particolare…
P.M.: … dagli inquirenti.
Avv. Nino Filastò: … evidenziato che il Mainardi si trovava supino e leggermente spostato verso sinistra, sul sedile anteriore del guidatore, e che tale sedile era disteso. Tale posizione risulta riscontrata anche dagli inquirenti al momento dell’intervento. “Io, comunque”, dice questo testimone “sono assolutamente certo della versione da me fornita”.
S.G.: Si, perché l’ho tirato fuori.
Avv. Nino Filastò: Eh, certo, l’ha tirato fuori.
Presidente: No, è stato, il danno, il fatto che era sottolineato a margine la posizione del giovane e così. Va bene, niente, nessuna domanda. Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Presidente, possiamo mostrare le foto 12 e 13, se non sbaglio, dell’auto? Per vedere se il signor Gargalini ci sa spiegare come si sono mosse le…
Presidente: 12 e 13: eccole qua, le faccio vedere. Se queste foto gli dicono qualche cosa, vediamo un po’.
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
S.G.: Sì, questo l’ho fatto io, l’ho tirato io il seggiolino indietro, dopo aver tolto, dopo cosato…
P.M.: Possiamo sentire anche noi?
S.G.: Sì. Questa poltrona qui…
P.M.: Presidente, possiamo…
S.G.: Questa poltrona qui l’ho sganciata io per accertarmi…
Presidente: Scusi, scusi, mi sono distratto un attimo. Cosa diceva?
S.G.: Dicevo, questa poltrona che è ora reclinata indietro, l’ho reclinata io perché, per potermi avvicinare di più alla persona che era dietro, perché questi sono sedili, di queste macchine, che erano bloccati, si bloccavano facilmente. E non mi veniva su. Allora, per potermi reclinare dietro per accertare lo stato di questa persona…
Presidente: Ma lei è entrato da sinistra o da destra?
S.G.: Io sono entrato dalla parte di là prima, e poi sono rivenuto dalla parte di qua, ha capito? Per potermi accertare, perché non arrivavo dalla parte di là per potermi…
Presidente: E poi è passato dall’altra parte.
S.G.: Esatto.
Presidente: Dalla parte del guidatore.
S.G.: Sì, ma sono passato qui, attraverso, ha capito?
Presidente: Mmh.
P.M.: Presidente scusi, non ho sentito. Dice era bloccato qualcosa, non riusciva a smuoverlo?
S.G.: No, quei sedili, di solito, ci vuole una leva per tirarla. Io non la trovavo, con la furia.
P.M.: E allora come fece?
S.G.: Ho reclinato il sedile di dietro, per poter arrivare meglio alla persona.
P.M.: Scusi, non ho capito.
Avv. Nino Filastò: Ha reclinato il sedile…
P.M.: Quindi l’ha reclinato lei?
S.G.: Sì.
P.M.: Scusi, posso? Ma vede che è reclinato sul sedile di dietro, quindi, come ha fatto a reclinarlo? La persona era schiacciata da questo sedile?
S.G.: No, la persona era… Sì, questa persona era così. Però io, per poter arrivare alla faccia. …
Presidente: Come, “era così”? Come, “era così”?
P.M.: Scusi, lei, se gli ha reclinato il sedile, per levarlo gliel’ha reclinato sopra?
S.G.: No, poi l’ho ritirato su, scusi.
P.M.: Scusi, è tirato giù.
S.G.: Questo sarà ricaduto dopo averlo tirato fuori, scusi…
P.M.: Senta, signor Gargalini…
Presidente: Ma se le ricorda le cose, o no?…
P.M.: Io le contesto…
Presidente: Non facciamo così, eh, non diciamo così.
P.M.: Scusi eh, signor Gargalini, io le contesto questo. Lei dice: “Quindi portai in avanti, e cioè verso il volante, il sedile di guida. Ma non ricordo di aver azionato qualche leva”. Ora ci sta dicendo che…
S.G.: No in avanti, non l’ho detto io, il sedile.
(voce non udibile)
P.M.: Grazie.
Presidente: No no, avvocato Curandai, per cortesia.
P.M.: “Quindi portai in avanti, e cioè verso il volante, il sedile di guida”.
S.G.: Ma per tirarlo fuori, scusi. Ma no per riaccertarmi della causa… della persona. Dopo, per poter lavorare, per tirarlo fuori sì, ha ragione: dopo l’ho reclinato.
P.M.: Come? Poi, quando l’ha levato, ha levato il ragazzo e ha ributtato il sedile…
Avv. Nino Filastò: No! Il testimone dice una cosa chiarissima: ha fatto un’operazione in due tempi. La prima è quella…
P.M.: Avvocato…
Presidente: Eh, va be’! Ma perché interviene?! Abbia pazienza? Perché non lo facciamo lavorare, il Pubblico Ministero? Abbia pazienza.
Avv. Nino Filastò: … che un testimone così puntuale, che venga in questo modo…
Presidente: Ma no, ma no!
Avv. Nino Filastò: Si tenti di ingarbugliare le cose, eh!
Presidente: Non è vero niente questa cosa.
Avv. Nino Filastò: Perché è questo che si sta facendo.
Presidente: Ma no, ma no!
Avv. Nino Filastò: Si sta tentando di ingarbugliare una circostanza qui.
Presidente: Stiamo cercando, no, sta cercando di sapere se questo dice la verità o no: tutto lì.
P.M.: Anche perché…
Avv. Nino Filastò: E perché non dovrebbe dire la verità, Presidente?! Qualora…
Presidente: … perché non si possono fare domande…
Avv. Nino Filastò: … perché il testimone non debba dire la verità!
Presidente: … a chiarimento, scusi?!
Avv. Nino Filastò: No, lei mette in dubbio che questo testimone dice la verità!
Presidente: Ma non è vero niente!!
Avv. Nino Filastò: Questo non torna a me, sa!
Presidente: Ma va’…
P.M.: Presidente, io non ho capito…
Presidente: Io non capisco queste sparate che ogni tanto…
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
Presidente: … fuori fuori. Ma scherziamo davvero!
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
Presidente: Ma scherziamo davvero!
P.M.: No no, guardi, un attimo.
Avv. Nino Filastò: … e non si capisce perché.
P.M.: Ha fatto un’affermazione grave il Presidente? Ma come si permette? Ma come si permette?!
Presidente: Cosa ha detto? Cosa ha detto ora?
P.M.: Che lei ha fatto un’affermazione grave.
Avv. Nino Filastò: Sì sì.
Presidente: Che io ho fatto un’affermazione grave?
Avv. Nino Filastò: Sì sì.
Presidente: Ma scherziamo?
Avv. Nino Filastò: Mettendo in dubbio che questo testimone non dica la verità.
Presidente: No, io ho detto che il Pubblico Ministero sta facendo le domande per accertare la verità secondo la sua posizione: questo dico io. L’esame lo sta conducendo il Pubblico Ministero.
Avv. Nino Filastò: Va bene, va bene.
Presidente: Abbia pazienza! Io non ho nessun interesse in questa causa: tutto potete dire, fuor che questo. Ma scherziamo! D’altra parte, quando qualcosa non torna, secondo la versione di parte, la parte ha il diritto di fare delle domande particolari. E non vedo dove è il problema.
P.M.: Presidente, io non ho proprio nessun’altra domanda.
Presidente: Prego.
P.M.: Sono tranquillissimo, le fotografie ci sono. Se qualcuno…
Presidente: Io la domanda che dovevo fargli direttamente, gliel’ho fatta. Basta, ho preso atto della sua posizione e mi sono acquietato.
P.M.: E della posizione…
Presidente: Scusi, se questo è interesse, mi faccio frate, si dice al mio paese.
P.M.: Anche al mio, Presidente.
Presidente: Ecco.
P.M.: Io non ho nessun motivo di continuare la polemica con l’avvocato Filastò.
Presidente: Avanti, prego.
Avv. Aldo Colao: Senta, scusi, una domanda le vorrei fare.
S.G.: Sì.
Avv. Aldo Colao: Dunque, vorrei capire meglio, perché, ad onor della verità, non ho capito.
(voce non udibile) Gliela faccia pure.
Avv. Aldo Colao: Se questo sedile anteriore, lei ha detto che il ragazzo era sul sedile posteriore.
S.G.: Sì.
Avv. Aldo Colao: Ecco. Però lei ha detto anche che ha reclinato il sedile, cioè il sedile sul ragazzo.
S.G.: Sì, per poterci arrivare, a vedere quello che era successo.
P.M.: Come fa a reclinarglielo sopra?
Avv. Aldo Colao: No, mi scusi, non voglio polemizzare io. P.M., abbia pazienza. Voglio cercare di capire, ecco, e anche la Corte, noi dobbiamo renderci conto, ha capito?
(voce non udibile) Sì sì, faccia pure.
Avv. Aldo Colao: Delle modalità: come lei ha fatto a estrarre il ragazzo.
S.G.: Tirandolo su, il sedile.
Avv. Aldo Colao: Allora, mi consenta, se lei reclina lo sportello sul ragazzo…
P.M.: Il sedile.
Avv. Aldo Colao: Eh, il sedile, sul ragazzo. Prima di tutto gli va, naturalmente, lo va a schiacciare.
S.G.: Sì.
Avv. Aldo Colao: Ecco, ma e che manovra è questa?
S.G.: No, è una manovra… Purtroppo nei momenti che…
Avv. Aldo Colao: No, ma mi scusi, ma io…
S.G.: Sì.
Avv. Aldo Colao: Cioè, lei doveva fare all’incontrario.
S.G.: Eh, lo so. Però, essendo dalla parte…
Avv. Aldo Colao: Doveva prendere il sedile e lo doveva portare avanti per liberare il ragazzo.
S.G.: Ma, scusi un attimo, siccome io ero dalla parte, come ho detto, destra, sono entrato da destra.
P.M.: Come fa a lavorare a sinistra?
S.G.: Ma aspetti, se mi fa parlare un attimino.
Avv. Aldo Colao: Ma scusi, no, noi vogliamo che lei parli con calma.
S.G.: Io sono salito sul sedile allora, a questo punto, a sinistra. Non arrivando a fare quello che dovevo fare, ho dovuto fare questa manovra. Poi, quando ci siamo resi conto che questa persona dava dei segni di vita, allora mi sono precipitato in terra, ho alzato il sedile e si è tirato fuori.
P.M.: … sul sedile a sinistra? A destra…
S.G.: Sì…
(voce non udibile)
P.M.: Finora ha detto a destra. Finora ha detto…
S.G.: Sono entrato da destra. Lei mi sta confondendo le idee, abbia pazienza, mi scusi, eh.
Presidente: No, no no.
P.M.: … lei è entrato da destra…
Presidente: Parli con la Corte, parli con la Corte, lasci stare, non guardi in faccia le persone. Lei deve riferire l’episodio.
S.G.: Sì sì.
Presidente: E lo riferisca, a noi lo deve riferire.
S.G.: Sì sì.
Presidente: Perché noi dobbiamo giudicare. Ecco, riferisca come è andata.
S.G.: Io sono entrato da destra.
Presidente: È entrato da destra.
S.G.: E ho accertato di questa donna, che, lì per lì, non dava nessun segno di vita.
Avv. Aldo Colao: Scusi, destra che significa? Lo sportello della…
(voce non udibile)
Avv. Aldo Colao: Lo sportello del passeggero o del guidatore?
(voce non udibile)
Presidente: Aveva detto a destra da…
Avv. Aldo Colao: No, io domando. Voglio sapere, scusate.
(voce non udibile)
Avv. Aldo Colao: Dalla parte del passeggero.
S.G.: Da destra. Poi, come gli ho detto, sono salito su questo sedile.
Presidente: Destra secondo la macchina, secondo la direzione della macchina
S.G.: Sempre in senso di marcia.
Presidente: Bravo.
S.G.: Eh, perché sennò si fa confusione.
Presidente: Bene.
S.G.: Destra, si intende il senso di marcia.
Presidente: Si capisce.
S.G.: Non guardando una macchina come una persona. Se io guardo lei…
Presidente: Eh, ma non so se la destra sua o la destra della macchina, capito?
S.G.: In senso di marcia.
Presidente: Noi dobbiamo capire come è entrato lei.
S.G.: Io sono entrato, come le ripeto, da destra. Mi sono sedu… sul sedile, mi sono accertato di questa donna. Poi, questa donna non aveva nessun segno di vita, per conto mio, a questo punto. E mi sono precipitato per vedere l’altra persona, che secondo… si sentiva dei, diciamo…
(voce non udibile) Rantoli.
Presidente: Faceva dei rantoli.
S.G.: Qualche cosa del genere. E ho detto ‘vediamo un po’ questa persona qui’. Siccome non arrivavo – se lei guarda la macchina, lì, la leva per reclinare il sedile indietro è proprio dalla parte, diciamo, vicino al cambio.
Presidente: Sì.
S.G.: Ho mandato giù il sedile, mi sono accertato. Dico: ‘Oh, ragazzi, qui c’è questo, ancora è in vita’. Anche se poi, effettivamente, lasciamo perdere.
Presidente: Verso il sedile di dietro, lui?
S.G.: Sì, sulla poltrona di dietro.
Presidente: Di dietro.
S.G.: Dice: ‘Sì sì, va bene, va bene, allora si tira fuori lui’. Ecco, allora sono sceso, si è tirato su il sedile e si è tirato fuori e si è portato via. Che poi noi siamo andati via.
(voce non udibile)
Avv. Nino Filastò: E’ molto semplice…
Presidente: È sceso, e da dove è rientrato? Da dove è rientrato poi? È sceso e da dove è rientrato?
S.G.: No, rientrato. Ho tirato il sedile dalla parte sinistra, dove lui era dietro, e l’ho tirato fuori. Perché io stavo…
Presidente: E agendo dalla parte della ragazza, o della guida?
S.G.: Sì, dalla parte della guida. Perché siccome dalla parte di là non potevo lavorare, invece di stare a fare tutto il giro…
Presidente: Sì.
S.G.: Perché…
Presidente: C’era la ragazza, c’era la ragazza.
S.G.: Invece di stare a far tutto il giro, di scendere e fare tutto il giro, ho passato sedile e sono andato dalla parte di là.
(voce non udibile) Ecco, quindi passa all’interno della macchina.
Avv. Aldo Colao: Quale sedile, scusi?
Presidente: Lei ha passato sedile ed è andato vicino alla ragazza e il giovane, di dietro.
S.G.: Sì, esatto.
Presidente: E poi, cosa ha fatto? Ha rialzato il sedile.
S.G.: Poi, quando ho visto che c’era la possibilità di poterlo portare via, una persona di poterla portare via, sono sceso, ho alzato il sedile e ho estratto la persona dalla macchina.
Presidente: Bene, okay. Bene. Prego.
Avv. Aldo Colao: Senta, scusi, lei ha visto macchie di sangue? C’erano? Il sangue c’era?
S.G.: Sangue ce n’era tanto, da far paura.
Avv. Aldo Colao: E dove era il sangue?
S.G.: Sul pianettino di dietro, dove lui aveva reclinato la testa.
Presidente: Altre domande?
P.M.: Quando crede, il P.M., Presidente. Sul sedile davanti…
(voce non udibile)
Presidente: Facciamo finire l’esame al coso, e poi si fa un’altra tornata, via.
P.M.: Decida lei, Presidente.
Presidente: Sì sì, è così, purtroppo è così, va bene?
Avv. Nino Filastò: Eh…
Presidente: … avvocato Filastò.
Avv. Nino Filastò: Il Codice dice di far così.
P.M.: Sì, abbiamo un attimin… Non c’è problema.
Presidente: Ma alle volte non sempre si…
P.M.: Sì sì, ma non c’è nessun problema.
Avv. Nino Filastò: Per carità, Presidente.
Presidente: Non c’è nullità in questo, eh.
Avv. Nino Filastò: Ma per carità.
P.M.: No no.
Presidente: Perché, stiamo attenti, perché sennò sembra che…
Avv. Nino Filastò: No no, per carità. A proposito di questo sangue, signor Gargalini.
S.G.: Sì?
Avv. Nino Filastò: Vide se questo ragazzo perdeva sangue?
S.G.: Come diceva?
Avv. Nino Filastò: Se il ragazzo perdeva sangue.
S.G.: Altro, se lo perdeva!
Avv. Nino Filastò: A schizzo?
S.G.: A schizzo… Come si fa? Perdeva, era… praticamente, io schizzo non l’ho visto di niente. Io mi sono accertato solamente che mi sono trovato sangue fra le mani: a questo punto, ho cercato di tirarlo fuori il prima possibile, dice ‘dentro l’ambulanza, guardiamo se si riesce a tamponare’, eccetera.
Avv. Nino Filastò: Va bene. Senta, ha notato se ha cominciato a perdere sangue particolarmente in conseguenza di uno spostamento?
S.G.: No, quello.
Avv. Nino Filastò: Glielo chiedo principalmente…
S.G.: Sì sì.
Avv. Nino Filastò: … perché un suo collega…
S.G.: Sì sì.
Avv. Nino Filastò: … che è intervenuto anche lui, dice: ‘Aveva la testa un po’ reclinata che gli chiudeva un po’ la ferita; spostandolo un po’, il sangue ha cominciato a sgorgare’.
S.G.: No. L’unica cosa che ho fatto io, siccome vedevo questa fuoriuscita dalla testa, cercavo di premergli la vena giugulare qua, per cercar di fargliene uscire meno possibile.
Avv. Nino Filastò: Sì sì.
S.G.: L’unica cosa che ho fatto io è stata quella, nell’atto dell’estrazione dalla macchina. Poi, sull’ambulanza, naturalmente, viene fatto il discorso…
Avv. Nino Filastò: “Naturalmente” nell’atto d’estrazione dalla macchina, lei non era più in grado di tenere questa ferita.
S.G.: No. Io cercavo di tenergli la testa, e cercavo di tenergli questa vena. Mentre gli altri cercavano di tira… cioè, mi aiutavano a tirarlo fuori.
Avv. Nino Filastò: A tirarlo fuori.
S.G.: Cioè la pra… Questa è la prassi.
Avv. Nino Filastò: Ma comunque lui continuava a perdere sangue.
S.G.: E questa è la prassi che ci…
Avv. Nino Filastò: Sì, ho capito. Ma comunque lui ha continuato a perder sangue.
S.G.: Esatto.
Avv. Nino Filastò: Senta, quando voi siete arrivati con l’ambulanza.
S.G.: Sì?
Avv. Nino Filastò: Ricorda se avete estratto un faro e avete illuminato la scena con questo faro?
S.G.: Noi l’avevamo, io dico la verità, un faro nell’ambulanza. Ora, però, se l’ha fatto qualche altro mio collega, eccetera, io non me ne ricordo di questo fatto qua.
Avv. Nino Filastò: Comunque voi avete un faro in dotazione.
S.G.: Sì. Tutte le ambulanze.
Avv. Nino Filastò: E faro estraibile e sistemabile a una certa zona per illuminare…
S.G.: Sì, esatto. Però, come gli ripeto, sinceramente ora, se l’hanno estratto gli altri miei colleghi, eccetera, io non ricordo i particolari.
Avv. Nino Filastò: Rammenta se sul sedile posteriore c’era anche un golf, un indumento?
S.G.: No, purtroppo no.
Avv. Nino Filastò: Senta, per ritornare a questi movimenti che lei ha fatto.
S.G.: Sì?
Avv. Nino Filastò: Mi dica se ho capito bene. Lei entra dalla parte dove si trova la ragazza.
S.G.: Esatto.
Avv. Nino Filastò: Perché la prima persona che lei vuol constatare – segua questa ricostruzione che faccio io,…
S.G.: Sì sì.
Avv. Nino Filastò: … poi mi dice se va bene, perché vorrei che non ci fossero equivoci – lei entra dalla parte dove si trova la ragazza, perché vuole constatare prima di tutto la condizione di questa ragazza.
S.G.: Esatto.
Avv. Nino Filastò: Benissimo. Entra dentro. Forza lo sportello, perché, fra l’altro, questo sportello è chiuso.
S.G.: Era chiuso, sì.
Avv. Nino Filastò: Sono tutti e due chiusi?
S.G.: Sì, perché quell’altro mio collega mi fa: ‘Anche questo è chiuso’.
Avv. Nino Filastò: ‘Anche questo è chiuso’.
S.G.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Lei forza questo sportello.
S.G.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Dopodiché, sottolineo alla Corte, Presidente.
Presidente: Dica.
Avv. Nino Filastò: Questo particolare degli sportelli chiusi, con le chiavi del quadro che si trovano sulla scarpata.
Presidente: Sì sì, ma questo lo sappiamo.
Avv. Nino Filastò: Eh.
Presidente: Lo sappiamo, lo sappiamo.
Avv. Nino Filastò: Mi sembra piuttosto importante, eh.
P.M.: L’Allegranti dice: ‘Non ricordo se ci fosse la sicura.
Avv. Nino Filastò: Sì… Lei tenta, a questo punto lei ha la ragazza sotto mano.
S.G.: Esatto.
Avv. Nino Filastò: Con la sua esperienza, sente se questa ragazza è vivente e si accorge che il battito cardiaco non c ‘ è.
S.G.: Né polso, né battito cardiaco, né la vena qua non dava nessun…
Avv. Nino Filastò: Allora, a questo punto, siccome ha sentito dei rantolìi del ragazzo, pensa di ripetere la stessa operazione nei confronti del ragazzo.
S.G.: Esatto.
Avv. Nino Filastò: Ma siccome la spalliera del sedile è ritta…
S.G.: E non arrivo.
Avv. Nino Filastò: … e le impedisce di fare questa operazione.
S.G.: Esatto.
Avv. Nino Filastò: Restando nella stessa posizione con cui lei ha esaminato la ragazza, abbassa con la leva la spalliera, si sporge e tenta il polso del ragazzo.
S.G.: Sì. Per veder se c’era veramente le stesse condizioni della ragazza, oppure no.
Avv. Nino Filastò: E si accorge che un battito c’è.
S.G.: C’era qualcosa.
Avv. Nino Filastò: C’è qualcosa.
S.G.: Esatto.
Avv. Nino Filastò: Allora decide di estrarlo.
S.G.: Di scendere.
Avv. Nino Filastò: Avverte gli altri, dice: ‘Attenzione, perché c’è qualcuno ancora vivo’.
S.G.: Esatto.
Avv. Nino Filastò: Gira…
S.G.: Non giro, io passo tramite i sedili…
Avv. Nino Filastò: Tramite i sedile, passa tramite i sedili dall’altra parte della macchina.
S.G.: Alzo il sedile.
Avv. Nino Filastò: E viene a trovarsi quindi allo sportello sinistro.
S.G.: Esatto.
Avv. Nino Filastò: A questo punto, siccome il sedile anteriore sinistro – come ci ha detto un altro testimone -la infastidisce.
S.G.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Lo sposta tutto in avanti.
S.G.: No, lo…
Avv. Nino Filastò: Lo alza.in avanti. Lo ribalta in avanti contro il volante, è così?
S.G.: Esatto, sì.
Avv. Nino Filastò: E comincia a estrarre il ragazzo.
S.G.: Esatto.
Avv. Nino Filastò: Gliel’ho descritta bene la situazione?
S.G.: Sì, giusto.
Avv. Nino Filastò: Grazie. Non ho altre domande.
Presidente: Senta, il conducente dell’autoambulanza come si chiamava?
S.G.: Allegranti Lorenzo.
Presidente: E lui, in questa operazione, dov’era?
S.G.: Eh, modestamente, ognuno ci s’ha la nostra… il nostro compito. Quando si arriva sull’incidente, l’autista deve scendere e preparare quello che serve, tipo lettighe o attrezzature, eccetera.
Presidente: Però, indipendentemente dal compito che voi avete, in quell’occasione 1’Allegranti cosa ha fatto?
S.G.: Eh, non lo so; sinceramente io stavo guardando, come le ripeto, di poter entrare dentro la macchina e di vedere. Cioè, cercar di soccorrere le persone…
Presidente: Allora, chi l’ha aiutata a estrarre il corpo dalla macchina?
S.G.: Gli altri due ragazzi che erano con noi. Poi, anche l’Allegranti, naturalmente, perché aveva tirato fuori la lettiga, ci ha aiutato anche
Presidente: Ah, vi ha aiutato anche lui.
S.G.: Eh, dopo sì.
Presidente: Bene. Altre domande? Avvocato C…
Avv. Aldo Colao: Sì, Presidente.
Presidente: Avvocato…
Avv. Aldo Colao: Scusi, senta, quando lei arrivò sul posto…
S.G.: Sì.
Avv. Aldo Colao: Abbia pazienza, eh. E cercava di introdursi nella macchina, i vetri della vettura, sia dal lato destro, vale a dire quello della ra. . .
S.G.: Sì…
Avv. Aldo Colao: No, abbia pazienza, mi faccia finire la domanda.
S.G.: Sì, sì.
Avv. Aldo Colao: Sia dal lato destro, che sinistro, eh?
S.G.: Sì.
Avv. Aldo Colao: Destro della ragazza e sinistro del guidatore, erano rotti, o sani?
S.G.: Eh, purtroppo… lei mi sta chiedendo troppo. Non ho fatto il giro… Cioè…
Avv. Aldo Colao: No, ma le spiego.
S.G.: Anche se ho fatto il giro della macchina, non mi sono messo a guardare se i vetri eran rotti…
Avv. Aldo Colao: No…
S.G.: Io cercavo di entrare. E, il mezzo più veloce, per me…
Avv. Aldo Colao: No, senta, la domanda ha un senso, scusi, eh.
S.G.: Sì, sì.
Avv. Aldo Colao: Se lei voleva entrare, tutti sappiamo che, se i vetri sono rotti, si manovra dall’interno e si apre lo sportello.
S.G.: No… qui… però, si vede che in quel momento a me non mi è venuto questo istinto di fare il giro e controllare se i vetri erano rotti e o meno. La prassi più veloce è stata quella di prendere, di farmi prendere la leva a piede di porco e aprire lo sportello.
Avv. Aldo Colao: Io vorrei…
S.G.: Quello, purtroppo…
Avv. Aldo Colao: Presidente, scusi. Se mi consente, a questo punto, fare osservare al teste, magari con la diapositiva, la fotografia numero 11 e poi la fotografia numero 12, da cui si evince chiaramente che i vetri anteriori della 127 erano rotti. Quindi…
Presidente: Va bene, quello lo sappiamo benissimo com’era la vettura.
Avv. Aldo Colao: E come ha fatto a forzare… No, non ha nessun senso.
Presidente: Avvocato, questi sono commenti, avvocato…
Avv. Aldo Colao: No, scusi io volevo dire: se lei si ricordava…
S.G.: No, no. Io, questo…
Presidente: E me lo ricordo sì l’episodio. Ma scherziamo! Andiamo…
Avv. Aldo Colao: … questo particolare.
S.G.: Io, di vetri rotti… cioè, vetri rotti, se avevo notato, c’era un vetro rotto, che era un passaqgio più veloce, purtroppo l’avrei fatto. Però, in quel momento lì…
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
Avv. Aldo Colao: No, per aprire lo sportello tirando su il pispolo. No, tirare su il pispolo, come lo ha chiamato lui. O la maniglia interna, e si apre.
Avvocato: (voce non udibile)
S.G.: Io non mi ricordo i tempi che intercorrono dalla chiamata all’arrivo all’ospedale. Voi forse lo sapete più di me…
Avv. Aldo Colao: È la manovra più semplice che uno fa.
S.G.: Vedete voi, i tempi che ha percorso, che abbiamo percorso.
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
S.G.: E fra l’altro anche pesante.
Avvocato?: (voce non udibile)
Avv. Aldo Colao: A me pare più che pertinente, scusa.
Presidente: Allora, altre domande?
Avv. Giampaolo Curandai: Sì, Presidente…
Avv. Aldo Colao: Le tue, sono domande geniali e le nostre non sanno di nulla… allora…
Presidente: Avvocato Curandai?
Avv. Giampaolo Curandai: Presidente, una domanda: cioè, io voglio capire bene una cosa, se lei può ricordare, eh. Cioè, chi materialmente ha estratto dalla macchina il corpo del ragazzo?
S.G.: Primo, io e gli altri mi hanno aiutato.
Avv. Giampaolo Curandai: No, “primo io”, non significa niente. Cioè, lo ha estratto lei? Perché due persone… siete entrati in due, tre, guanti?
S.G.: Dentro la macchina sono entrato io.
Avv. Giampaolo Curandai: Soltanto lei. No…
S.G.: Aspetti un attimo, se lei è pratico della prassi…
Avv. Giampaolo Curandai: Sì.
S.G.: … cioè, io devo entrare sotto per sollevare dalla schiena la persona; e le altre persone la prendono per le gambe, per tirare fuori…
Avv. Giampaolo Curandai: Sì. Sì, sì, ma risponda alle mie domande, non si preoccupi.
S.G.: Sì.
Avv. Giampaolo Curandai: Cioè, quindi è entrato soltanto lei, in macchina.
S.G.: Sì.
Avv. Giampaolo Curandai: Il corpo lo ha estratto soltanto lei dalla macchina?
S.G.: Gliel’ho detto già ora, che è impo…
Avv. Giampaolo Curandai: Sì, o no? Sì…
S.G.: No, è impossibile tirarlo fuori, una persona, una persona di una stazza di peso a quella maniera.
Avv. Giampaolo Curandai: Bene.
S.G.: Certamente mi hanno dato una mano anche gli altri.
Avv. Giampaolo Curandai: Bene. Allora, chi, chi ha aiutato lei a estrarre il corpo… nella prima fase. Nella prima fase.
S.G.: Gli altri due miei colleghi che…
Avv. Giampaolo Curandai: Chi sono, come si chiamano?
S.G.: Martini e… Martini Marco…
Avv. Giampaolo Curandai: E… ?
S.G.: Ciampi Paolo.
Avv. Giampaolo Curandai: E Ciampi Paolo.
S.G.: Esatto.
Avv. Giampaolo Curandai: Quindi, tutti e tre avete estratto il corpo dalla macchina.
S.G.: Esatto.
Avv. Giampaolo Curandai: E Allegranti quando è intervenuto?
S.G.: Allegranti, come gli ripeto, lui si doveva preoccupare a preparare la lettiga.
Avv. Giampaolo Curandai: Ecco…
S.G.: Al momento che aveva preparato la lettiga, poi ci ha dato una mano ad adagiarlo sulla lettiga.
Avv. Giampaolo Curandai: Ecco. Quindi, Allegranti non è entrato in macchina con voi, ovviamente.
S.G.: No.
Avv. Giampaolo Curandai: No. Ecco. E questo va bene, è stato chiarito.
S.G.: Allegranti, credo che sia andato… però, questo, non… lo dico così, credo che sia andato a accertarsi anche lui se questa ragazza aveva dei segni di vita, o meno. Però, questo non posso dire…
Avv. Giampaolo Curandai: La ragazza. Va bene, la ragazza…
S.G.: Non posso dire niente di certo.
Avv. Giampaolo Curandai: Va bene.
S.G.: Perché, di solito, è…
Avv. Giampaolo Curandai: … la ragazza. Va bene.
S.G.: Perché, di solito, è di prassi farlo.
Avv. Giampaolo Curandai: Va bene.
S.G.: Perché non una persona abbia solo…
Avv. Giampaolo Curandai: Va be’, la responsabilità.
S.G.: … la responsabilità.
Avv. Giampaolo Curandai: Va be’, lei risponda alle mie domande, non c’è problema.
Avv. Giampaolo Curandai: Senta una cosa: voi avete dovuto forzare i due sportelli.
S.G.: No, solo quello dalla parte di là. Poi, l’altro, naturalmente, l’ho aperto con la maniglia interna.
Avv. Giampaolo Curandai: Sì. No, lei prima ha detto che anche Allegranti ha cercato di aprire lo sportello. O ho capito male?
S.G.: Si è provato un po’ tutti per vedere se si riusciva ad aprirli; poi, quando non c’è stato verso, l’unica soluzione, per noi, era stata quella.
Avv. Giampaolo Curandai: Ecco, quindi c’era la sicura dentro.
S.G.: Eh.
Avv. Giampaolo Curandai: Evidentemente.
S.G.: Evidentemente. Non so, perché la macchina era andata, stava in una posizione di… cioè, nella fossa a quella maniera, stava male, gli sportelli forzavano e non si aprivano, oppure era chiusa. Io, questo, in particolare, non lo so. Io so che, dalla parte di là, l’ho forzata; dalla parte di là ho tirato la maniglia dall’interno e si è aperto lo sportello. Poi, i particolari, non li so, perché non ho guardato quello che era e quello che non era. Sono frazioni d’attimo, quelle, che non si può stare a perdere molto tempo. Ha capito?
Avv. Giampaolo Curandai: Grazie.
Presidente: Altre domande?
Avv. Stefano Bertini: Sì, Presidente. Avvocato Bertini. Mi perdoni, il signor Allegranti, se lei si ricorda, tentò anche lui di verificare se il ragazzo dava segni di vita, gli tastò il polso, fece delle cose all’interno della macchina, nei confronti del ragazzo?
S.G.: Mi ripeta la domanda, mi scusi…
Avv. Stefano Bertini: L’Allegranti…
S.G.: Sì.
Avv. Stefano Bertini: … se lei si ricorda, tentò anche lui di verificare se il polso del ragazzo… Non della ragazza, se il ragazzo dava segni di vita. Cioè…
S.G.: Dopo, tutti, perché…
Avv. Stefano Bertini: No, io parlo all’inizio, all’interno della… dentro la macchina, quando ancora il corpo era all’interno della macchina.
S.G.: All’interno della macchina, come gli ripeto, c’ero io dentro. Però lui non mi ricordo, perché lui doveva essere a preparare la… a preparare quello che era l’attrezzatura, diciamo.
Avv. Stefano Bertini: Ho capito.
S.G.: Però, io… Può darsi anche, come gli ripeto, però io pensavo a vedere quello che era la situazione mia.
Avv. Stefano Bertini: Se siete in due, o uno soltanto, dentro una macchina così piccola, non se lo ricorda…
S.G.: Sì, però se io vedo una mano… Mi scusi, eh, se io vedo una mano che si è messa dentro, può esser quell’altro mio collega, o lì accanto, può essere anche 1’Allegranti,
Avv. Stefano Bertini: Sì, ma a parte la mano, fisicamente l’Allegranti, dentro la macchina, c’era insieme a lei, poco prima di lei?( Lo ha visto lei?
S.G.: No, questo non lo ricordo…
Avv. Nino Filastò: Gliel’ha fatta l’avvocato Curandai, questa domanda. E ha già risposto…
Avv. Stefano Bertini: Senta una cosa… (voci sovrapposte)
Avv. Stefano Bertini: Un’altra domanda, un’altra domanda.
S.G.: Sì.
Avv. Stefano Bertini: Forse non ho seguito bene io, o non ho capito bene. Lei ha detto che è entrato dalla parte dello sportello destro del passeggero per verificare se la ragazza era morta, o…
S.G.: Esatto.
Avv. Stefano Bertini: Ha poi detto che ha dovuto fare quella manovra di reclinamento del sedile anteriore della guida…
S.G.: Sì.
Avv. Stefano Bertini: … per arrivare al ragazzo.
S.G.: Al ragazzo, sì.
Avv. Stefano Bertini: Ora io mi domando questo. Forse ho capito male io. Se il ragazzo, come lei dice, era dietro…
S.G.: Sì.
Avv. Stefano Bertini: Dico, lei è dalla parte dietro dell’auto. Che noia le dava…
Avv. Nino Filastò: Ho una opposizione a queste domande. Perché io credo che le domande abbiamo anche…
Presidente: Scusi, avvocato, facciamogliele fare, via…
Avv. Nino Filastò: No, io faccio la opposizione formale.
P.M.: È la domanda che stavo facendo io e mi ha interrotto. Non ho capito, scusa, eh.
Avv. Nino Filastò: Ma io faccio una opposizione formale a questa domanda, perché…
Presidente: E la sua opposizione è respinta, perché ha diritto di farle queste domande.
(voce non udibile)
Presidente: O sono domande ripetute…
Avv. Nino Filastò: … che hanno … a far delle domande.
Presidente: Hanno solo domande…
Avv. Nino Filastò: Io vorrei sapere quale è l’interesse del difensore di Lotti a queste domande. Me le dovrebbe dire però il difensore di Lotti. Quale è il suo interesse.
P.M.: La verità.
Avv. Stefano Bertini: Se posso…
Presidente: Prego, avvocato Bertini.
Avv. Stefano Bertini: Quindi, lei dice che era appunto dietro, nella parte della ragazza, la parte… il lato passeggero.
S.G.: Sì.
Avv. Stefano Bertini: In questa posizione, per arrivare al ragazzo, che lei dice era dietro anche lui…
S.G.: Sì.
Avv. Stefano Bertini: … che noia dava il sedile anteriore del lato guida?
S.G.: Come che noia dava? Se lei si trova in ginocchio sul sedile destro, come fa ad arrivare alla testa, al fondo della persona?
Avv. Stefano Bertini: Scusi, eh, se lei deve arrivare alla ragazza dalla parte opposta…
S.G.: Sì.
Avv. Stefano Bertini: … dico…
S.G.: Dovevo scendere e fare il giro.
Avv. Stefano Bertini: … l’assenza dello schienale del lato guida, per lei è un vantaggio, non è uno svantaggio.
S.G.: No, è una sbarra che io, con il braccio, non posso arrivare fino…
Avv. Stefano Bertini: Sì, ma se lei dice che appunto il sedile era ad angolo retto…
S.G.: Sì.
Avv. Stefano Bertini: … e fu lei, appunto, a buttarlo giù…
S.G.: A buttarlo giù per poter arrivare a sdraiarmi sopra per potere arrivare alla testa di questa persona.
Avv. Stefano Bertini: Ma il corpo del ragazzo era distante dalla ragazza?
S.G.: Come era distante?
Avv. Stefano Bertini: Dico, la testa, da che parte, rispetto alla ragazza?
S.G.: Era leggermente, diciamo, a destra. E con la testa reclinata così che guardava, con la bocca, verso la ragazza.
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
Presidente: Ha altre domande? Avvocato Filastò, per cortesia, non può impedire che cosa dice un altro difensore, perché ognuno ha il diritto di esporre… Non tutti sono…
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
Presidente: Io posso dire una cosa, posso dire una… Non tutti hanno l’intelligenza che so io. Ognuno ha i propri limiti, Presidente compreso. Oh, la miseria!
P.M.: (voce non udibile)
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
Presidente: E quindi non tutti possono … alla stessa maniera.
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
Presidente: Allora, altre domande?
Avv. Stefano Bertini: Soltanto questa: quindi, le braccia del ragazzo da che parte erano, su che parte del sedile erano? Se lo ricorda?. Le braccia del ragazzo dove lei si avvicinò per tastare il polso. Se se lo ricorda.
S.G.: Il braccio di sopra era… stando reclinato così, questo braccio lo aveva lì, diciamo, tra le gambe. Io ho preso, per la prima cosa, il polso, per sentire se c’era segni di vita. E’ stato in quell’atto lì… Poi, tutti i particolari, come faccio a ricordarmi tutti i particolari?
Avv. Stefano Bertini: Va bene. Grazie.
S.G.: Sono 15 anni, ha capito?
Presidente: Allora, altre domande?
Avvocato: (voce non udibile)
Presidente: Allora, signor Mainardi… come si chiama, signor…
P.M.: Presidente, quando crede, poi…
Presidente: Gargalini. Signor Gargalini.
S.G.: Sì.
Presidente: Allora, lei oggi ci è venuto a fornire una versione. Ha risposto all’avvocato Filastò; lui gli ha detto un certo tipo di azione, lei ha detto è andata cosi. Cioè, lei è andato prima dal lato della ragazza, lato destro della macchina…
S.G.: Sì.
Presidente: … ha forzato la portiera – questa è la versione di oggi, eh, la versione di oggi – ha forzato la portiera, è entrato, ha sentito il polso, ha sentito la go… insomma, il collo, eccetera, eccetera…
S.G.: Sì.
Presidente: … è uscito dalla macchina, è andato dall’altra parte…
S.G.: Non ho…
Avv. Nino Filastò: Non è uscito dalla macchina, Presidente.
S.G.: Passato tramite i sedili.
Presidente: Ah, è passato tramite i sedili. Benissimo. Non è uscito dalla macchina.
S.G.: È proprio per quello. Se io avevo fatto il qiro, alzavo la poltrona di scatto per andare indietro.
Presidente: No, io voglio sapere, io voglio sapere come si concilia la versione di oggi con quello che dice allora, al Pubblico Ministero, a due giorni dal fatto.
S.G.: Sì, allora…
Presidente: Diceva allora così: “Notai che il corpo…”, allora: “Io corsi accanto alla macchina portandomi dal lato dei passeggeri.”
S.G.: Esatto.
Presidente: “Notai che il corpo della ragazza era sul sedile posteriore, seduta con la testa all ‘indietro.”
S.G.: Sì, esatto.
Presidente: “Pensai subito di aprire lo sportello dal lato della ragazza, però non mi riuscì, perché vi era la sicura. Mi portai velocemente all’altro lato. E non ricordo se girai intorno al veicolo, oppure, per fare prima, scavalcai il cofano.”
S.G.: No, passai…
Presidente: “Lì, si trovava Gianmarco, di cui mi sfugge il cognome, che stava tentando di aprire la portiera lato guida.”
S.G.: Sì.
Presidente: Vede un po’ le cose come sono un po’ diverse da…
Avv. Nino Filastò: No, non sono per niente diverse, Presidente. Assolutamente.
P.M.: Come no!
Presidente: Come no. Ma come, ma scherziamo… ma vuole scherzare?
Avv. Nino Filastò: Ma siamo in una fase in cui ancora non è entrato nella macchina.
Presidente: Ho capito, ho capito. Però lui, lui fa una versione completamente diversa da quella lì.
Avv. Nino Filastò: Va bene, Presidente.
Presidente: O via!
Avv. Nino Filastò: Se lei deve fare delle contestazioni, faccia contestazioni.
Presidente: E infatti, gli ho letto…
Avv. Nino Filastò: Faccia la contestazione, allora, perché…
Presidente: Allora, è vero questo, o…
Avv. Nino Filastò: … non c’è niente di difforme. E non si può dire a un testimone che dice una cosa difforme…
Presidente: Ma no… Questa…
Avv. Nino Filastò: … quando non è vero.
Presidente: … è una opinione dell’avvocato Filastò.
Avv. Nino Filastò: No, non è una opinione. Non è una opinione. La discuto quanto vuole.
Presidente: Benissimo.
Avv. Nino Filastò: Questa non è una mia opinione, è la verità.
Presidente: Ma…
Avv. Nino Filastò: Questa, non è per niente una…
Presidente: Lei la discute quando crede e soprattutto in sede di discussione.
Avv. Nino Filastò: Lei ha definito la deposizione del testimone come una versione. E questo è un termine sbagliato, signor Presidente.
Presidente: E va be’, sarà sbagliato, lo dica lei quale può essere…
Avv. Nino Filastò: E questo, il testimone, il quale rende una deposizione, racconta dei fatti. E non dà versione, perché non ha interesse a dare versioni di un tipo o di un altro.
Presidente: È da vedere se ha interesse, o non ha interesse.
Avv. Nino Filastò: Rispetto ai fatti che racconta.
Presidente: Mi vuol far finire, per cortesia? Sì, o no?
Avv. Nino Filastò: E lei fa una contestazione che non è esatta, Presidente. Perché questo testimone, in questa fase…
Presidente: Lui ha…
Avv. Nino Filastò: … racconta la fase precedente.
Presidente: Benissimo. Lui ha detto al Pubblico Ministero che non è entrato dal lato della ragazza, ma dal lato del guidatore. Oggi ci ha detto tutta una versione diversa.
Avv. Nino Filastò: (incomprensibile)
Presidente: Questo…
Avv. Nino Filastò: … signor Presidente, questo.
Presidente: Mi fa parlare, per cortesia, o no? O santo cielo! Qui non siamo al mercato.
Avv. Nino Filastò: No, no, non fo nessun mercato, Presidente. Io protesto formalmente! Se…
Presidente: Senta, per cortesia, l’ha sentita la versione che le ho letto ora, o no?
Avv. Nino Filastò: È una protesta ulteriore che faccio. Ne ho fatte altre in questo processo.
S.G.: Dopo 15 anni i particolari ben precisi, come posso farmeli ricordare dopo 15 anni che… Cioè, tutti i punti precisi. E’ impossibile poterli ricordare. Ha capito com’è la faccenda?
P.M.: Se li ricordava allora, Presidente.
Presidente: Va bene. Altre domande, per cortesia?
Avv. Aldo Colao: Un’ultima cosa: lei ha detto che ha forzato lo sportello. Con cosa ha forzato lo sportello?
S.G.: L’ho spiegato prima. Di solito… Noi, nelle macchine, credo quasi tutte le ambulanze, abbiamo degli attrezzi tipo piede di porco, o leve, proprio per, in caso di incidenti, per poter fare forza, farsi leva, eccetera.
Avv. Aldo Colao: Quindi, allora, le torno a ripetere: lei non si era accorto che i vetri erano rotti.
S.G.: No.
Avv. Aldo Colao: E un’altra cosa: la forzatura dove avvenne? Perché io ho delle foto, qui, e non trovo tracce di forzatura.
S.G.: All’altezza della buchetta di apertura. Di solito si forza lì.
Avv. Aldo Colao: Vogliamo mostrare, Presidente, questa foto…
Presidente: Avvocato, lei prenda atto delle dichiarazioni che fa; poi si riscontra con le fotografie che abbiamo. Scusi, non è che dobbiamo farlo ora. Noi dobbiamo far dei riscontri. E’ tutto qui.
Avv. Aldo Colao: E si vedrebbero le foto sono nitide. No, mi scusi, guardi…
Presidente: Sì, sì….
Avv. Aldo Colao: … io non è che… Noi stiamo…
Presidente: Sennò si anticipa la discussione e i commenti prima del tempo.
Avv. Aldo Colao: Quindi, è questo il punto. Ha capito? Lei ha detto all’altezza delle bocchette? Che significa delle bocchette?
S.G.: Della chiusura, diciamo, dove la porta si viene…
Avv. Aldo Colao: Da parte del ragazzo, o della ragazza?
S.G.: Ho detto dalla parte destra. Cioè dov’era la ragazza.
Avv. Aldo Colao: Dalla parte dov’era la ragazza.
S.G.: Esatto.
Avv. Aldo Colao: Bene. Allora, io faccio annotare la foto 15.
Presidente: Va bene.
Avv. Aldo Colao: Bene, non ho altre domande.
Presidente: Bene. Può andare, grazie.
P.M.: Presidente, chiedo scusa.
Presidente: Ah, no, scusi, Pubblico Ministero, me lo aveva già detto prima. Sì.
P.M.: Mi ero messo da parte per…
Presidente: No, no. Ha ragione Pubblico Ministero, ha ragione, sì.
P.M.: Mi scusi, lei ha avuto, per caso, modo di vedere chi poi mise il sedile lato guidatore nella posizione in cui è stata trovata. . . Lei ha visto, è sdraiato.
S.G.: Purtroppo, in quel momento lì, noi ce ne andiamo. Ce ne siamo andati con l’ambulanza. Quello che è successo dopo, non lo so.
P.M.: È, come ha visto nelle foto, con il sedile abbassato.
S.G.: Esatto. Io, purtroppo, quello, quello…
P.M.: Quando lei andò via, come lo lasciò?
S.G.: Eh, non ricordo. Può darsi…
P.M.: Non lo ricorda.
S.G.: … può darsi che sia caduto. Essendo, prima intero, poi tirato tutto su… Cioè, prima sdraiato, poi tirato tutto su…
P.M.: Sì. No, io dicevo…
S.G.: … può darsi che nell’uscire sia caduto da se. Io non so…
P.M.: Mi scusi, “sdraiato”, cosa vuol dire? a 90 gradi, o tirato verso…
S.G.: Cioè, il sedile, io l’ho tirato su intero, perché, come nella prima foto che ho visto, era stato sdraiato dietro per reclinarmi. Giusto? Quindi, il sedile era un po’ leggermente schiacciato; io l’ho tirato su. Se poi è ricaduto, non lo so sinceramente.
P.M.: No, io intendevo se il sedile a 90 gradi, o sdraiato a 180, lo schienale, mi scusi. Forse…
S.G.: Sì, lo schienale, come le ho detto, prima, sulla prima foto, è…
P.M.: E’ quasi a 180, 150, quel che è.
S.G.: Esatto. Quando io l’ho alzato, non mi sono stato a richiuderlo, come di norma, come quando si guida.
P.M.: Mi scusi, eh. Allora, se io riesco a spiegarmi. Vediamo, non la voglio confondere nel suo ricordo. Ma se il sedile era a 15 0 gradi, lo schienale, mi scusi.
S.G.: Sì.
P.M.: Questo ragazzo ci aveva…
S.G.: No, perché la faccia ce l’aveva là sopra.
P.M.: Ho capito.
S.G.: Diciamo sulle… “
P.M.: Sì, ma capisce quello che intendo dire io? Se questo schienale era abbassato…
S.G.: Sì.
P.M.: … era lo schienale che copriva il ragazzo.
S.G.: Sì, diciamo, il dorso lo cosava…
P.M.: Ho capito.
S.G.: A me, quello che mi interessava, era sentire…
P.M.: Ho capito.
S.G.: … la gola. Sentire…
P.M.: Però, lei ha visto che c’è tutto il sangue sul sedile, sullo schienale. Le ha viste quelle foto?
S.G.: Sì.
P.M.: Se è come dice lei, il sangue doveva essere sul sedile posteriore e sullo schienale…
S.G.: No, ma io…
P.M.: Mi scusi, mi lasci finire. Sullo schienale del sedile anteriore del ragazzo guida, non ci dovrebbe essere altro che qualche macchia.
S.G.: Ma guardi, siccome…
Avv. Nino Filastò: Si farà fare una perizia, eh, Pubblico Ministero.
P.M.: Sì, certo, lo faccia pure. Io non ho problemi. Io chiedo…
Avv. Nino Filastò: Eh, invece di domandarlo a un testimone.
P.M.: O come mai io non riesco a fare tranquillamente qualche domanda? Mi sono messo in fondo…
Presidente: Ma oggi è vener. .. no… è venerdì, è il giorno maledetto in quest’aula…
P.M.: Capisce? Io credevo di fare…
Presidente: Si va bene tutta la settimana, quando arriva il venerdì, c’è l’elettricità. Io non lo so.
P.M.: Sì, sì, ma io non. . . non è che abbia nessun’altra domanda, Presidente. Mi va bene così.
Avv. Giampaolo Curandai: Presidente, Presidente…
Presidente: Avvocato Curandai.
Avv. Giampaolo Curandai: Sperando che…
Presidente: Che sia l’ultima, che sia l’ultima.
Avv. Giampaolo Curandai: Sì. No, sperando… Siccome è un teste che, appunto, va esaminato con attenzione, allora io direi questo, sperando di non essere interrotto, ecco. Comunque, proprio veramente l’ultima domanda, eh, Presidente. Allora, io non le posso fare una contestazione precisa, perché non sono dichiarazioni che ha reso lei, ma sono dichiarazioni che ha reso Allegranti. Però, la vostra…
Presidente: Lei faccia la domanda, non le dichiarazioni che ha fatto Allegranti.
Avv. Giampaolo Curandai: Sì, ma voglio arrivare a dire la verità su un punto importante. Lei oggi ha detto che l’Allegranti non è entrato in macchina per estrarre il corpo, ma in macchina per estrarre il corpo siete entrati lei e altri due.
S.G.: Esatto.
Avv. Nino Filastò: Presidente, ha detto questo?
Avv. Giampaolo Curandai: Ha detto esattamente questo.
Avv. Nino Filastò: Ha detto: ‘può darsi che sia entrato anche 1’Allegranti’, lo ha detto due volte.
Avv. Giampaolo Curandai: No…
S.G.: In questo minuto…
Avv. Giampaolo Curandai: … ha detto 1’Allegranti è rimasto vicino all’ambulanza.
Avv. Nino Filastò: Ti ricordi male…
(brusio)
Presidente: Abbiamo la trascrizione, abbiamo la trascrizione, per cortesia!
Avv. Giampaolo Curandai: L’Allegranti è rimasto vicino all’ambulanza.
Presidente: Abbiamo la trascrizione. poi vedremo la trascrizione.
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
Avv. Giampaolo Curandai: No, vedremo la trascrizione.
Presidente: Bene.
Avv. Giampaolo Curandai: Comunque ripeto la domanda, non importa. Chi è entrato dentro la macchina a estrarre il corpo?
Avv. Nino Filastò: Presidente, se devo fare delle obiezioni… (voci sovrapposte)
Presidente: Scusi, avvocato, ma la può fare una domanda di questo tipo, o no?
Avv. Giampaolo Curandai: Posso fare la domanda? Ha già risposto.
Presidente: Allora…
Avv. Giampaolo Curandai: Allora, la risposta quale è? Chi è entrato dentro?
S.G.: Io.
Avv. Giampaolo Curandai: E gli altri due chi erano?
S.G.: L’altro, come le ho detto, ho visto Martini e questo Ciampi.
Avv. Giampaolo Curandai: Ecco. L’Allegranti dov’è rimasto?
S.G.: Come gli ho detto, l’Allegranti, come di prassi, è quello, essendo l’autista, è quello di preparare gli attrezzi per poter lavorare.
Avv. Giampaolo Curandai: Ecco. Benissimo.
S.G.: Per una frazione d’attimo, lui sarà stato lì a preparare…
Avv. Giampaolo Curandai: Bene.
S.G.: … o guardare lui…
Avv. Giampaolo Curandai: Bene, bene…
S.G.: Se eravamo già in tre, dentro…
Avv. Giampaolo Curandai: Basta. Mi basta questo. Ma sa, lo sa lei che l’Allegranti ha dichiarato…
Presidente: No, no. No, no, no…
Avv. Giampaolo Curandai: Di essere entrato anche lui dentro la macchina.
Presidente: No, no, no, no…
S.G.: Non lo so quello che ha dichiarato l’Allegranti.
Presidente: No, no, no, no…
Avv. Giampaolo Curandai: Ecco, io la invito a dire la verità, su questo.
Presidente: Allora, altre domande?
Avv. Giampaolo Curandai: Ecco. Basta, chiuso.
Presidente: E poi, se sono finite, può andare. Può andare.
Avv. Giampaolo Curandai: No, mi scusi Presidente.
Presidente: Ancora?
Avv. Giampaolo Curandai: Soltanto una, ma… perché lo possa dire il teste.
Presidente: Allora, da ora in poi si fa una cosa così: si fa il turno, le domande… si segue il turno normale e poi non è che si va sempre al ritorno. Quindi, per cortesia, visto e considerato che le domande non finiscono mai…
Avv. Giampaolo Curandai: Lo dice proprio quando parlo io che non interrompo mai.
Presidente: No, no… No, per dire a tutti gli avvocati.
Avv. Giampaolo Curandai: Ecco.
Presidente: Si segue l’ordine e basta.
Avv. Giampaolo Curandai: Benissimo. Allora…
Presidente: E poi nessuno torna più indietro. Andiamo!
Avv. Giampaolo Curandai: Mi consenta di fare un’unica domanda: lei si è reso conto, nel manovrare lo schienale del sedile di guida, che lo schienale stesso era pieno di sangue?
S.G.: Come… io, questo, non l’ho notato, purtroppo.
Avv. Giampaolo Curandai: No, se la… nello spostarlo, nel…
S.G.: Noi… noi, nel… Scusi, eh, anche noi eravamo imbrattati di sangue, dal sangue di questa persona. O prima, o dopo, sicuramente le mani ci si sono messe di certo sopra. Però, il particolare, questo, come faccio a sapere se è prima, se è…
Avv. Giampaolo Curandai: Va be’, ho capito.
Presidente: Bene. Lei può andare. Grazie.
S.G.: Prego.
Presidente: Venga il Martini Marco…
Avv. Aldo Colao: Presidente, scusi, prima di introdurre quest’altro teste, io, a caldo, volevo rinnovare una mia istanza che le feci.
Presidente: No, no. Ora facciamo, finiamo questo episodio, per cortesia. Perché noi…
Avv. Aldo Colao: No, no…
Presidente: … con queste istanze, facciamo tutte le istanze insieme. Ora dobbiamo finire l’esame. Per cortesia.
Avv. Aldo Colao: … riguardo alle macchie di sangue che hanno sgorato, dal pannello interno del posto guida del ragazzo, lentamente a terra. Ora, questo è importantissimo.
Presidente: Ma tutto…
Avv. Aldo Colao: E qui c’è soltanto…
Presidente: E cosa voglion dire le macchie di sangue?
Avv. Aldo Colao: E non mi ero… Forse non mi espressi bene, Presidente. Ma lei deve avere la compiacenza di ascoltarmi un attimo. E’ perché il discorso… voglio dire, qui riguarda le macchie di sangue che hanno sgorato, dal pannello interno del posto di guida del ragazzo, a terra, lentamente e susseguentemente all’incidente, al delitto. Quindi, sono state viste il giorno dopo in una certa posizione. E io vi avevo offerto questa testimonianza da parte dei cognati di Paolo Mainardi. Ora, poiché uno dei due è qui, è il signor Ulivelli, mi pare necessario che la Corte, così attenta, eh, una Corte attenta che sta cercando la verità come tutti noi, che ascoltiate anche le proteste, ecco.
Presidente: Come si chiama?
Avv. Aldo Colao: Ulivelli Giuliano. E’ qui presente. E gli andrebbe fatta a caldo, è chiaro, no? Grazie, Presidente.
Presidente: Insomma, lei, questa istanza, su questa ammissione di questo teste. E le altre parti cosa dicono?
P.M.: Il P.M. si associa, Presidente.
Avvocato?: Ci associamo tutti.
Presidente: La difesa?
Avvocato?: Si associa.
Avv. Nino Filastò: Remissivo, Presidente.
Presidente: Bene. Allora si può sentire… Va be’, allora dobbiamo ritirarci, perché su questa cosa, lg. Corte si deve pronunciare. Prendo atto. Sentiamo gli altri due. Quel teste, intanto, può andare fuori.
Avv. Nino Filastò: Si potrebbe, Presidente, fare una pausa di 5 minuti?
Presidente: Va bene. E così facciamo anche la… minuti? Come si chiama lui? Avvocato Colao, come si chiama? Ulivelli…?
Avv. Aldo Colao: Ulivelli Giuliano. Ulivelli Giuliano.
(voce non udibile) Eccolo, eccolo, Presidente.
P.M.: Comunque, l’Allegranti… Ecco, un’altra cosa. Lei ricorda… questa macchina, lei ci ha spiegato che la portiera… chi materialmente siete intervenuti?
M.M.: Io e Gargalini, all’interno dell’auto.
P.M.: Ecco. L’Allegranti dove era?
M.M.: L’Allegranti era, credo sia stato a preparare la lettiga per caricare…
P.M.: Quindi, lui, Allegranti, non era alla macchina. Siete entrati voi due.
M.M.: C’ha dato una mano sicuramente. Ora, lì per lì, penso… cioè, ci hanno dato una mano a tirargli fuori il corpo da…
P.M.: Sì, ma capisce…
M.M.: Non dalla macchina ma dal fosso che era alto. Alla strada, di sicuro sono venuti. Ora io chi c’era chi un c’era non me lo ricordo perché quando si fa…
P.M.: Sì, ma in questa macchina chi siete entrati materialmente, lo ricorda? A tirar fuori…
M.M.: Sì, io e Gargalini.
P.M.: Gli altri due? Perché rimangono allora il Ciampi e l’Allegranti… l’Allegranti, ci ha detto, è alla macchina… è all’ambulanza a preparare.
Avv. Nino Filastò: Sì, ma ha detto anche che gli ha dato mano anche lui.
Avvocato?: Ha detto anche quando una volta estratto gli ha dato una mano.
Avvocato?: Eh, no.
P.M.: A tirarla dal fosso.
Avv. Stefano Bertini: Dal fosso ha detto. Nel fosso, quando erano nel fosso. Diciamo tutto Filastò, eh.
P.M.: Ricorda allora il Ciampi… l’Allegranti ci ha detto, il Ciampi cosa faceva?
M.M.: Il Ciampi cosa faceva?
P.M.: Ciampi, sì.
M.M.: Ciampi… allora, no, di preciso non me lo ricordo, però so che era lì, vicinissimo a noi e che ci dette una mano praticamente dal fosso a tirallo in su.
P.M.: Quindi, allora, per il ricordo suo…
M.M.: Cioè, poi sulla lettiga…
P.M.: … Allegranti…
M.M.: … lo misero loro, mi sembra. Ora, icché ho fatto, secondo il passo un me lo posso ricordare.
P.M.: E durante il trasporto in ospedale a Empoli, l’Allegranti guidava o…
M.M.: Sì, sì.
P.M.: Lui guidava?
M.M.: L’autista guidava.
P.M.: No, siccome non… questo ragazzo, il Mainardi, non parlava, era in coma…
M.M.: Un c’era possibilità che parlasse, era proprio ridotto male.
P.M.: Lei quanti servizi aveva fatto a quel momento lì, di questo tipo?
M.M.: Primo servizio.
P.M.: Era il primo servizio della sera.
M.M.: Era il pr… Esatto.
P.M.: Bene, grazie, non ho altre domande.
Avv. Aldo Colao: Senta, scusi, vorrei chiederle una cosa: voi vi trovate alla Croce d’Oro per fare il servizio?
Presidente: Scusi, avvocato Colao, un attimo solo, sulla domanda che ha fatto il Pubblico Ministero. Il primo servizio di quella sera o primo servizio dell’autoambulanza.
M.M.: L’ambulanza è nata nell’82 d’estate, quindi mi sembra che era il periodo… luglio quel giorno…
Presidente: Cioè il primo intervento che ha fatto lei.
M.M.: Il primo intervento…
Presidente: In assoluto.
M.M.: Sì.
Presidente: Prego, prego.
Avv. Aldo Colao: Senta, scusi, lei li vide i vetri della vettura, della SEAT, se erano rotti o sani?
M.M.: No, non ci feci caso.
Avv. Aldo Colao: Si ricorda come… se ci fu agitazione dovuta al fatto che non si poteva aprire queste portiere?
M.M.: In un primo momento. Poi, appena, almeno quello che mi ricordo della mia parte, dove dovevo entrare io quando apro la portiera che mi ritornò addosso, allora, altra gente sulla strada mi dette mano a aprire la portiera, però…
Avv. Aldo Colao: E da dove…
M.M.: … chi erano…
Avv. Aldo Colao: Ecco, come fu aperta questa portiera, con un piede di porco?
M.M.: Mi sembra di sì, insomma, fu sganasciata, addirittura, da tre o quattro persone, presa, proprio tirata indietro.
Avv. Aldo Colao: Insomma, le domando, una cosa è tirare con le mani e una cosa è avere uno strumento. Lo conosce il piede di porco?
M.M.: Ah, no, lo strumento io un l’ho visto, se c’era o l’hanno usato non lo so.
Avv. Aldo Colao: Un’altra cosa. Voi fate servizio tutti insieme alla Croce d’Oro di Montespertoli?
M.M.: Sì.
Avv. Aldo Colao: Vi siete più trovati dopo questo episodio a far servizio insieme?
M.M.: Sì, sì, ha’ voglia.
Avv. Aldo Colao: Ne avete parlato di questo fatto con l’Allegranti e con altri?
M.M.: Si sarà parlato certamente ma ora un è che mi ricordo.
Avv. Aldo Colao: No, le sto domandando se avete…
M.M.: Forse, subito dopo il fatto, qualche settimana… una settimana ma forse nell’immediato, ma non… che io mi ricordi, nei tempi passati, insomma…
Avv. Aldo Colao: Sì, per ricostruire le modalità, ne avete mai parlato, per ricordarvi come avevate fatto?
M.M.: No, con Allegranti, io no. Con… magari la prima volta che ci si trovava in sede, con Ciampi sì, cioè, sicuramente con questi… con Gargalini sì. Cioè, anche quando ci si trovò a Montespertoli a deporre, sicuramente ci si trovò prima e poi s’andò a…
Avv. Aldo Colao: Va bene, grazie.
Presidente: Altre domande?
Avv. Nino Filastò: Una domanda, Presidente, avvocato Filastò, difensore di Vanni. Signor Martini Marco, una domanda secca: lei è sicuro che il giovane era sul sedile dietro?
M.M.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Sicuro?
M.M.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Grazie.
Presidente: Altre domande?
P.M.: Sì. Una Presidente, scusi. E lei ci sa dire oggi quale era la posizione che vide lei del sedile lato guida?
M.M.: Lato guida? Ah, quando…
P.M.: Lei ha visto il ragazzo…
M.M.: Sì, sì.
P.M.: … sul sedile dietro…
M.M.: Sì, sì.
P.M.: … allora, il sedile lato guida come era messo?
M.M.: Regolare come doveva stare. Normale, fermato…
P.M.: Cioè, a novanta gradi…
M.M.: A novanta gradi, a novanta gradi. Fermo a novanta gradi, anche l’altro sedile era a novanta gradi.
P.M.: Lei ricorda se su questo sedile vide delle macchie di sangue, se c’era sangue dietro, sangue da…
M.M.: No, questo no, era buio, sangue ce n’era tanto, perché eravamo tutti…
P.M.: Bene, grazie. Non ho altre domande.
Presidente: … là dietro, il sedile davanti come fu fatto… come fu messo? Fu lasciato così o fu spostato, e, se fu spostato, come.
M.M.: No, il sedile, tutti e due furono tirati in avanti, si aveva da lavorare dietro.
Presidente: Cioè, furono ribaltati in avanti.
M.M.: Sì, verso il parabrezza.
Presidente: Bene.
M.M.: E poi…
Presidente: … fu tirato fuori il corpo.
M.M.: Lui dalla parte di là prese il ragazzo co: piedi, lo tirò e a strattoni si buttò fuori dalla macchina, insomma…
Presidente: Bene.
M.M.: … si mise fuori.
P.M.: Scusi, ancora una domanda. Vide se qual… lei dice eravate solo lei e il Gargalini a fare questa operazione.
M.M.: Non ho capito.
P.M.: Mi scusi, lei ha detto che eravate lei e il Gargalini a fare questa operazione.
M.M.: Dentro l’auto a tirar fuori il ragazzo, sì.
P.M.: Vide se il Gargalini abbassava lo schienale del sedile di guida verso dietro?
M.M.: No, no, no. Cioè, non lo vi… non mi ricordo, può darsi che… non lo so.
P.M.: Allora, nell’estrarre il ragazzo, vide se…
M.M.: Nell’estrarre il ragazzo sì.
P.M.: Scusi, vide se lo schienale del sedile di guida era sopra il corpo del ragazzo, abbassato sopra di lui?
M.M.: No, appena fu aperta la macchina i due sedili erano regolari. Poi si fu noi a tirarli, a mandarli verso il parabrezza.
P.M.: Ecco, io le chiedo: lei ha mai visto, in questa operazione, lo schienale invece girato verso il dietro?
M.M.: No.
P.M.: Sul ragazzo.
M.M.: Lo schienale addosso al ragazzo?
P.M.: Sì. Così è…
M.M.: No. Cioè, come è possibile?
P.M.: Ce lo ha detto il Gargalini ora. Ce lo ha detto il Gargalini.
M.M.: Cioè, lo schienale del 127 un credo sia ribaltabile.
P.M.: Be’, ci sono le foto che è ribaltato, quindi, questo…
M.M.: Non…
P.M.: Io le chiedo se ha visto…
M.M.: No, no.
P.M.: … il Gargalini fare questa operazione di abbassare il sedi… lo schienale del sedile lato guida sul ragazzo, sulla direzione del corpo del ragazzo.
M.M.: Praticamente, dove è il ragazzo lui ha abbassa…
P.M.: Sì. Ce lo ha detto cinque minuti fa.
M.M.: Va be’, io un l’ho visto io fare questo.
P.M.: Bene. Grazie.
Avv. Nino Filastò: Un’altra domanda, Presidente.
Presidente: Sì, Sì.
Avv. Nino Filastò: I piedi del ragazzo erano sotto il sedile anteriore?
M.M.: Un lo so. Non lo posso sapere…
Avv. Nino Filastò: Ma era sdraiato il ragazzo?
M.M.: Come… cioè, era reclinato all’indietro.
Avv. Nino Filastò: Sì. Semisdraiato.
M.M.: Sarà stato un po’ giù, così.
Avv. Nino Filastò: Sì.
M.M.: Penso…
Avv. Nino Filastò: Quando voi siete intervenuti, ha notato se per caso i sedili, i due sedili anteriori, erano spostati un po’ indietro, un po’ troppo indietro? Ci fece caso?
M.M.: No.
Avv. Nino Filastò: Non ho altre domande.
Presidente: Prego, può andare, grazie.
M.M.: Prego.
Presidente: Prego, Ciampi Paolo. Lei è Ciampi Paolo?
Paolo Ciampi: Sì.
Presidente: Senta, vuole essere ripreso dalle telecamere o no?
P.C.: È indifferente.
Presidente: Bene. Dove è nato, dove risiede?
P.C.: Dove sono nato? A Firenze. Il 3 settembre 1965.
Segretario d’udienza: Residente?
P.C.: A Firenze Piazzetta del Pomario n°8. “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.11
Presidente: Senta, signor Ciampi, lei è intervenuto anche lei con l’ambulanza di Croce Verde di Montespertoli a Baccaiano?
P.C.: Sì, esattamente.
Presidente: La sera dell’omicidio di Baccaiano, insomma.
P.C.: Sì.
Presidente: Ecco. Può dire come trovaste la macchina e i cadave… cioè, il giovane e la ragazza che erano in macchina?
P.C.: Mah, la macchina era nel fossetto e i corpi erano dietro. Dietro al sedile posteriore.
Presidente: Tutti e due al sedile posteriore.
P.C.: Sì.
Presidente: Sa dire chi era a destra e chi era a sinistra?
P.C.: Non ricordo, anche perché non entrai io dentro all’auto, perché più di due persone non…
Presidente: Non entrò nell’auto lei? Non è entrato nell’auto?
P.C.: No. Entrò i miei colleghi Martini e Gargalini, mi sembra.
Presidente: Loro due sono entrati dentro.
P.C.: Sì.
Presidente: E lei cosa ha fatto?
P.C.: Sono rimasto fuori, li ho aiutati dopo perché dal dentro da soli non riuscivano a… Quindi, sono rimasto fuori, ho dato una mano a metterlo sulla lettiga.
Presidente: Quando il giovane veniva tirato fuori dalla macchina.
P.C.: Esattamente.
Presidente: Senta, e come fu aperto lo spo… quale sportello fu aperto?
P.C.: Mah, mi sembra sicuramente quello della guida.
Presidente: Quello della guida.
P.C.: Sì.
Presidente: Come fu aperto lo sa?
P.C.: Almeno, io, mi sembra, ero dalla parte della guida.
Presidente: Come fu aperto?
P.C.: Niente, mi ricordo c’era un sacco di persone, mi sembra, furono anche aiutati… fummo aiutati ad aprire questo sportello, a sganasciarlo un po’ per entrare.
Presidente: Avete fatto… come avete… cosa avete usato? O avete fatto con la forza delle mani…
P.C.: No, no, niente: mi sembra la portiera fosse aperta. Hanno aperto normalmente lo sportello. Solamente, siccome non si apriva molto, fu, mi sembra, un po’ sganasciato per entrare meglio. Comunque, secondo me, erano aperte le portiere.
Presidente: Senta, il sedile anteriore come era disposto?
P.C.: Non ho capito.
Presidente: Il sedile posto di guida come era disposto? Come era collocato?
P.C.: Mah, quando sono arrivato io, perché io ho sistemato la lettiga prima, quindi, quando sono arrivato alla macchina erano già dentro i miei colleghi e i sedili erano appoggiati in avanti, erano tirati su.
Presidente: Reclinati in avanti.
P.C.: Verso il cruscotto.
Presidente: Bene. Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Sì. Due cose. Scusi, lei ci ha detto ora due cose che, io, riesco a capire poco, perché lei dice: ‘erano sul sedile dietro, però io non li ho visti ‘. Come sa che erano 1 ragazzi?
P.C.: Perché quando sono arrivato alla macchina ancora i miei colleghi erano dentro e non erano stati estratti. Erano indietro ancora, sui sedili…
P.M.: Erano all’indietro o seduti sul sedile dietro?
P.C.: No, no, mi sembra avessero la testa entrambi appoggiata in questo…
P.M.: La testa. Sì, però, capisce, se uno dei due aveva il sedile reclinato giù, aveva ugualmente la testa… Io le chiedo: il tronco delle persone lei lo ha visto se era sul sedile davanti o sul sedile di dietro? Il tronco, il bacino, mi scusi.
P.C.: Mah, penso proprio… Senz’altro su… sono sicuro che è sul posteriore.
P.M.: Mi scusi, eh, signor Ciampi, vorrei che lei riflettesse un attimo.
P.C.: Senz’altro.
P.M.: Lei dichiarò al P.M. il giorno 22 di giugno dell’82: “Io non ho visto la posizione del Mainardi e nemmeno ho provveduto ad estrarlo dal veicolo, in quanto mi sono occupato di predisporre la barella per il trasporto”. Se non l’ha visto, le viene fatta proprio questa domanda, come fa a distanza di, esattamente, quindici anni a sapere che, invece, la posizione. . . se al momento non la sapeva perché non l’aveva vista.
P.C.: Va be’, al momento, insomma, mi sembra che siano passati diversi anni da questo…
P.M.: Sì.
P.C.: Molto probabilmente al momento avrò pensato quello, senza dubbio.
P.M.: Come, avrà pensato?
P.C.: Se l’ho dichiarato.
P.M.: E allora perché oggi dice… se all’epoca ha detto : “Io non ho visto la posizione del Mainardi e nemmeno ho provveduto a estrarlo dal veicolo…” E dice invece: ‘era sul sedile di dietro’.
P.C.: Va be’, allora le posso dire questo, che essendo fuori dalla macchina, adesso mi ricordo, mi hanno passato le persone e ho visto che erano sul di dietro.
P.M.: Le hanno passato che cosa, mi scusi?
P.C.: Queste persone.
P.M.: Le hanno passato le persone, cosa vuol dire?
(voce non udibile)
P.M.: I co… Sì, no, volevo che lo dicesse lui.
P.C.: Dalla macchina. Cioè, eravamo un’ambulanza, io credo siamo andati lì per questo, non credo…
P.M.: Sì, no, ma io volevo capire come mai all’epoca, a domanda specifica, le viene chiesto la posizione della ragazza e la dice, la posizione del ragazzo dice: “Io non ho visto la posizione del Mainardi…”. E oggi è così sicuro. Capisce…
P.C.: Certo.
P.M.: … io… poi sarà un altro argomento, però volevo capire come mai, all’epoca, non dà questa risposta e oggi la dà così sicuro.
P.C.: Allora, posso dire senz’altro, dopo tutti questi anni, qualcosa che mi sfugge ci sarà non solo questo, anche altre cose, senza dubbio.
P.M.: No, ma capisce, le sfuggiva allora e ora se la ricorda, è questo che voglio dire. Oggi si ricorda la posizione, ventiquattro ore dopo non se la ricordava. Anzi, non è che non se la ricordava, dice: “Io non ho visto la posizione del Mainardi…”. Vuol vedere un attimo se è il verbale che ha fatto lei?
P.C.: Devo leggere…?
P.M.: No, no, solo se è la firma sua su quel verbale, se lo vuole rileggere il verbale.
P.C.: Senz’altro è la firma mia.
P.M.: Era lei. In un punto di questo verbale c’è scritto questa cosa… Lei ricorda a che ora interveniste?
P.C.: Mah, mi sembra poco dopo la mezzanotte, circa.
P.M.: Lei ricevette la telefonata, era nel… non ricorda chi la ricevette?
P.C.: No, no, mi sembra c’era una persona addetta su ai telefoni… eravamo lì nella sala.
P.M.: Senta, lei, all’epoca… l’età esatta se ci può dire che età aveva all’epoca del fatto.
P.C.: Mah, se questo è successo nell’82, credo, mi sembra diciassette anni.
P.M.: Lei aveva fatto già molti servizi?
P.C.: Primo servizio,
P.M.: Quella sera era il primo servizio anche per lei.
P.C.: Primo servizio. Cioè, dopo aver fatto il corso…
P.M.: Sì, sì…
P.C.: … in ambulanza.
P.M.: … no, dico, materialmente era il primo servizio.
P.C.: Di intervento ufficiale, sì.
P.M.: C’erano dei problemi? Siccome, l’Allegranti ci ha detto che c’erano dei problemi su quelli… avevano messo la firma i genitori, chi non l’aveva messa, lei ricorda qualche circostanza di questo tipo relativa a una firma… Io onestamente non ho capito. Le riporto le parole dell’Allegranti, dice: ‘c’erano dei giovani – e cita Ciampi e Martini Marco dice – ‘me li ricordo di quattordici-quindici anni, c’avevano la firma dei genitori, quindi, ho dovuto fare, sostanzialmente, darmi da fare io perché loro erano… non sono potuti intervenire, insomma, erano…’
P.C.: Non mi ricordo assolutamente se i miei hanno dovuto firmare, questo non mi ricordo.
P.M.: Non se lo ricorda. Senta una cosa, lei ricorda questa operazione di estrazione dei corpi: l’Allegranti dove era?
P.C.: Mah, senz’altro non nella macchina, come le ripeto…
P.M.: Lui non era nella macchina.
P.C.: No, non era nella macchina.
P.M.: Non è intervenuto nella macchina.
P.C.: No, credo, ora non mi ricordo se è rimasto o all’ambulanza o era accanto a me, fuori dalla… macchina a aspettare, insomma, aiutare gli altri due che erano dentro.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Avv. Aldo Colao: Senta, scusi, una domanda.
P.C.: Dica.
Avv. Aldo Colao: Lei ha detto che le portiere erano’ aperte, no?
P.C.: No, ho detto che si sono aperte facilmente, secondo me non erano, diciamo, le sicure. Non è che abbiamo dovuto sganasciarle per aprire.
Avv. Aldo Colao: Bene.
P.C.: Per aprirle bene abbiamo dovuto…
Avv. Aldo Colao: Benissimo. Una cosa ancora. I vetri di queste due portiere erano rotti o sani?
P.C.: Di preciso non glielo so dire, secondo me, no. Non ho ricordanza che fossero rotti e c’erano i vetri dentro alla macchina, mi pare proprio di no. Comunque, con esattezza, non glielo posso…
Avv. Aldo Colao: Prego. E macchie di sangue evidenti, lei se le ricorda?
P.C.: No.
Avv. Aldo Colao: Sul sedile…
P.C.: No.
Avv. Aldo Colao: … lungo le fiancate…
P.C.: No. No, perché fra l’altro c’era molto buio nella macchina. Avevamo la pila dell’ambulanza, però, insomma, non… c’era molto buio lo stesso, non si riusciva… Comunque, per me, non ho visto macchie di sangue.
Avv. Aldo Colao: Senta, dopo che è avvenuto questo fatto. Fra di voi avete commentato per ricostruire la dinamica o no?
P.C.: Sa, è normale, insomma, voglio dire, erano dei ragazzetti, sa, già era una cosa… e comunque, dopo, sì, direi di sì.
Avv. Aldo Colao: E ci fu fra voi qualcuno che disse che il corpo era dietro e qualcun altro… del Mainardi, Paolo Mainardi, e qualcun altro diceva che era davanti?
P.C.: No. Entrambi hanno sempre detto anche loro sono arrivati primi, che dentro erano dietro i corpi.
Avv. Aldo Colao: ‘ Va bene, grazie.
P.C.: Prego.
Avv. Patrizio Pellegrini: Sì, una domanda, sono l’avvocato Pellegrini. Solo questo. Lei adesso ha visto il verbale della deposizione che fece all’epoca, e ha reso quelle dichiarazioni che prima il Pubblico Ministero le ha letto. Fu forzato dai Carabinieri a dire in quel modo o fu spontanea la sua dichiarazione di allora?
P.C.: Spontanea.
Avv. Patrizio Pellegrini: Grazie.
Presidente: Altre domande?
Avv. Nino Filastò: Lei ha detto che quello era il primo servizio che faceva. La stessa cosa, se non sbaglio, era per Gargalini, che era il primo servizio anche per lui.
P.C.: Sì, anche per Martini.
Avv. Nino Filastò: Anche per Martini.
P.C.: Mi sembra di… No, Martini senz’altro, Gargalini non…
Avv. Nino Filastò: Non lo sa. Quindi, salvo Allegranti, praticamente eravate tutti al primo servizio?
P.C.: Se anche Gargalini era… sì, io e Martini, senza dubbio, abbiamo fatto il corso insieme…
Avv. Nino Filastò: Eravate quattro, no, se non sbaglio.
P.C.: Eravamo quattro sull’ambulanza, sì.
Avv. Nino Filastò: Di cui, certamente, lei e Martini al primo servizio.
P.C.: Questo sicuramente.
Avv. Nino Filastò: E questa… lei ha detto che la costituzione di questa Croce d’Oro era avvenuta proprio poco prima.
P.C.: Non ho capito, scusi, questa…?
Avv. Nino Filastò: La costituzione di questa associazione e quindi di questo servizio era di poco prima del vostro intervento?
P.C.: Sì. Sì.
Avv. Nino Filastò: Di quanto tempo prima?
P.C.: Eh, di preciso non mi ricordo, stava nascendo, eravamo i primi segnati, insomma, ecco, era ancora da metter su per bene. Mi ricordo avevamo ancora una macchina sola, mi sembra, la prima donata dal paese, o la prima o la seconda. Eravamo proprio agli inizi, comunque.
Avv. Nino Filastò: Ha detto “segnati” nel senso che c’era un registro che indicava quelli che erano le persone che si occupavano…
P.C.: Non glielo so dire di preciso se questo esisteva su un registro o no, non glielo so dire.
Avv. Nino Filastò: Non lo sa dire. Senta, posso sapere che lavoro fa lei ora?
P.C.: Sì. Io lavoro… sono socio di una cooperativa e lavoro… abbiamo un appalto in una caserma militare a Rifredi, il C.R …(?) di Firenze.
Avv. Nino Filastò: Ho capito. Cooperativa di servizi, di che cosa?
P.C.: Facchinaggio.
Avv. Nino Filastò: Benissimo. Senta lei, quando venne interrogato, in questa occasione il 22 di giugno, venne interrogato brevemente, oppure a lungo? Se si ricorda. Cerchi di rammentare…
P.C.: Dai Carabinieri?
Avv. Nino Filastò: Dai Carabinieri, poi dal… Sì, dai Carabinieri. In questo caso dai Carabinieri.
P.C.: Sì, sì. Io mi ricordo andammo in caserma.
Avv. Nino Filastò: Sì, sì, infatti non c’era…
P.C.: Ma non eccessivamente tanto. No, no, non fu lunga. Almeno che mi ricordi non particolarmente lunga.
Avv. Nino Filastò: Fu una cosa sbrigativa?
P.C.: Sì, sì. Diciamo, i fatti essenz… Almeno questo mi ricordo.
Avv. Nino Filastò: Ho capito. Comunque lei, in quella occasione, disse: “Mi avvicinai alla FIAT 127 al lato del passeggero e notai subito la ragazza seduta sul sedile posteriore,- lato passeggero, con la testa reclinata all’indietro”.
P.C.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Quindi la ragazza la vide bene certamente.
P.C.: Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: E ora, ricordando…
P.C.: Ovviamente questo è sempre in penombra.
Avv. Nino Filastò: Certo.
P.C.: Non chiaramente…
Avv. Nino Filastò: Certo. Ma ricordandosi ade… cercando di rammentare, partendo dalla constatazione sua della || posizione della ragazza, la domanda è questa: il ragazzo era accanto alla ragazza?
P.C.: Mah, per me sì.
Avv. Nino Filastò: Bene, grazie.
Presidente: Prego. Può andare, grazie.
Presidente: Ulivelli Giuliano. Lei si chiama Ulivelli Giuliano.
Giuliano Ulivelli: Ulivelli Giuliano, nato a Montespertoli il 27 aprile 1941.
Presidente: Senta, ha difficoltà a essere ripreso dalla telecamera, o no?
G.U.: Mah, tanto ormai mi sembra di essere stato ripreso…
Presidente: Va be’. Legga quella formula che le viene posta.
G.U.: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.”
Presidente: Senta, la sera dell’omicidio di Baccaiano, lei andò sul posto?
G.U.: No.
Presidente: E cosa sa lei di questo omicidio?
G.U.: Io, se devo dire com’è andato le cose: noi abbiamo ricevuto una telefonata a notte fonda…
Presidente: Noi chi?
G.U.: Cioè, noi in famiglia, io…
Presidente: Noi in famiglia.
G.U.: Insomma, diciamo.
Presidente: Eh.
G.U.: Che insomma era successo questo incidente, era la zia che diceva: ‘Paolo gl’ha avuto un incidente, è all’ospedale, sta male’.
Presidente: Scusi, è il parente di chi, del…
G.U.: Io sono… ho sposato la sorella di Paolo. Sarei il cognato di Paolo.
Presidente: Del giovane.
G.U.: Del giovane. E praticamente siamo andati all’ospedale. Anzi, io, prima, mi sono dovuto fermare lì dalla ragazza, dalla famiglia dell’Antonella.
Presidente: Sì.
G.U.: Perché noi non si sapeva se c’era anche lei, se non c’era. E allora ho dovuto farlo. Prendere tutto il coraggio e svegliarli. Sicché… La ragazza non era tornata e allora s’è pensato che ci fosse anche lei nell’incidente, insomma, a noi c’avevan detto di questo incidente. Siamo andati all’ospedale, ci ha fermato una pattuglia di Polizia, un paio di chilometri più in giù.
Presidente: Dove a Empoli?
G.U.: Sì, a Empoli. E allora io scesi e volevo sapere un pochino, m’ero reso conto… perché mi disse un poliziotto, dice, gli dissi: ‘guardi, per favore, ci lasci andare, devo andare di corsa all’ospedale’. ‘Ah’ – disse – ‘che siete quelli dell’incidente?’, anzi, dell’incidente lui disse: ‘siete quelli della coppia?’ E allora dissi: ‘ma che è successo?’ – quando ero sceso – ‘ma come stanno?’. E disse: ‘la ragazza l’è morta e il ragazzo sta male’. Però non ci disse che c’era solo lui a Empoli. Io c’avevo il babbo della ragazza anche e siamo arrivati laggiù, insomma, e c’era un sacco di Polizia, però nessuno ci diceva…
(voce non udibile)
G.U.: Sì. Io, insomma, andando giù c’era la mi’ socera, sarebbe stata la mamma di Paolo, il babbo che gl’era morto un anno e mezzo prima, sicché e un c’era, c’era lo zio con noi. Sicché si può immaginare poi quande siamo arrivati laggiù… chi si sveniva davanti, un altro… è stato un momento triste insomma. Finché un dottore gl’ha detto che stava male e così via. Però io cercavo di sapere in dove era questa ragazza, perché il babbo voleva sapere… E insomma, lì dall’ospedale l’hanno chiamato qualcuno della Polizia e gli hanno detto che la ragazza e l’era alla Medicina Legale, sicché dovevo tornare a riportare a casa il babbo dell’Antonella. Sicché non volevano i dottori che venissi via, perché dice da un momento all’altro more questo ragazzo e allora ci vuole qualcuno qui che tiene un po’ questa gente, perché insomma, c’era la mi’ moglie, la mi’ socera appunto, lo zio lì. E allora dissi io: ‘telefono a il mi’ cognato che venga via sicché ci si scambia per la strada, vu state solamente un momento senza nessuno’. Allora così si fece. Fu quando poi arrivai a casa della ragazza a portare il babbo, che c’era stato il maresciallo e gli disse a i ‘ fratello che era successo questa faccenda, insomma, che questi ragazzi erano stati ammazzati. E così insomma, poi io lo dovetti comunicare al babbo della ragazza, con tutte le conseguenze di sofferenza.
Presidente: (voce non udibile)
G.U.: Io a Baccaiano ci sono andato la mattina. Però, lì c’era i Carabinieri, non facevano andare. Ora, qui, per quello che io dovrei dire, è questo: siccome Paolo, il babbo un ce l’aveva, sicché s’è cercato di assumersi insomma un po’ tutto per quello che riguardava questa cosa. E siccome il ragazzo l’era talmente affezionato a tutti noi, si stava cercando… s’avea bisogno di sapere la verità, di sapere un po’ come l’era andata. L’era una necessità, insomma, che non si poteva fare a meno. Praticamente la macchina ci dissero non c’era più, perché l’avevano portata via a quel punto lì. In seguito noi si chiese di poter vedere questa macchina, vedere in che condizioni era, perché si stava pensando anche che quando l’era… siccome l’era sotto sequestro, quando l’avrebbero restituita, di vedere un pochino di farla sparire il più presto possibile per non farla vedere in giro ai genitori. Perché il ricordo della macchina sarebbe stato ancora altre pugnalate al cuore dei genitori. E insomma lo zio di Paolo, si mise d’accordo lui -che ora anche lui l’è morto, morì di infarto come il mi’ socero – si mise d’accordo con i Carabinieri che quando gl’era possibile si andava a vedere questa macchina. E una sera, mi sembra un venerdì sera, ci disse: ‘allora gl’ha detto che si può andare domattina’, mi sembra siamo andati un sabato mattina, a Signa. E siamo andati a vedere, insomma, c’hanno fatto vedere questa macchina laggiù. E c’era il mi’ cognato anche…
Presidente: Alla caserma.
G.U.: Sì, alla caserma. C’avevano una Corte lì e c’era questa macchina. Questa macchina la si presentava in una condizione l’era, insomma, diciamo faceva impressione, perché gl’era stato buttato tutto all’aria dentro. A parte l’era sporca anche fori, perché non so… tutta polverosa. Ma comunque dentro l’era tutta, diciamo manomessa da quello che erano sedili, cose, era tutto buttato all’aria. Poi ci dissero che l’era perché cercavano dei proiettili insomma, e allora l’avevano… Allora ci siamo messi a guardare io e il mi’ cognato questa macchina e quello che c’ha dato parecchio da vedere, s’è constatato che c’era una bella striscia di sangue che dalla… c’era il vetro rotto sulla parte della guida. Sicché, nel canale dove scorre il vetro, c’era tanto sangue, con una bella macchia abbastanza larga, gl’era colato fino in fondo e gl’era andato giù fino…
Presidente: (voce non udibile)
G.U.: Eh?
Presidente: (voce non udibile)
G.U.: All’intercapedine fra il pa… Siccome il pannello l’era stato levato, l’era lì appoggiato alla portiera, però l’era stato levato. Noi s’è visto bene che l’era dietro, però… perché e un c’era pannello. E allora questo sangue gl’era colato, questa striscia, fino in fondo, fino alla moquette, insomma, al pavimento della macchina. L’aveva fatto il bordino dove chiude lo sportello, era risceso fino un pochino in terra lì della… E tutta questa macchia di sangue c’ha dato molto da pensare. Noi s’è fatto delle considerazioni, non so se qui le posso dire.
Avv. Nino Filastò: No.
P.M.: No, aspetti.
Avv. Nino Filastò: Ha chiesto ‘un so se le posso dire’, gl’ho detto io di no.
Avvocato 1: Magari facciamoglielo dire al Presidente.
Avvocato 2: Sentiamo se può essere detto.
G.U.: Io… non so. Noi, io e il mi’ cognato, s’è pensato che il ragazzo…
Presidente: No cosa avete pensato, cosa avete visto ancora. Lei dice ha notato questa macchia di sangue nell’intercapedine dello sportello, eccetera. Poi che altro ha notato?
G.U.: Beh, noi che s’è notato? La macchina buttata all’aria in questa maniera. Che c’era uno sportello, ora non mi ricordo quale, che gl’era stato affittato perché l’era stato aperto troppo, probabilmente, non lo so per quale motivo. C’era lì vicino alla cerniera, c’era una… forse gl’era stato tirato troppo perché c’era un’insenatura, l’era forzato di dietro si vede, quello s’era visto lì. C’era…
Presidente: I sedili macchiati li ha visti?
G.U.: C’era il foro nel parabrezza. C’era… Beh, il sangue c’era un po’ in qua e in là, ora… Noi s’è fatto caso parecchio a quella macchina lì perché per noi la significava cose che, se non le devo dire, non le dico.
Presidente: Questo sportello è quello accanto al conducente, o 1’altro?
G.U.: Quello piegato non me ne ricordo quale gl’era.
P.M.: No, dov’era il sangue?
Presidente: Come? Quello del sangue, quello del sangue.
G.U.: Ah. No, quello del sangue l’era dalla parte della guida.
Presidente: Il sangue nell’intercapedine.
G.U.: Dalla parte della guida.
Presidente: Alla guida.
G.U.: Dalla parte…
Presidente: Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Sì, Presidente. Scusi, ma questa quantità di sangue che dice lei era veramente enorme, si vedeva bene?
G.U.: Porca miseria se si vedeva!
P.M.: Cioè, ce la può descrivere? Come…
G.U.: C’era una, diciamo…
P.M.: No, l’ampiezza, mi scusi, la strisciata, o quello che era…
G.U.: La striscia.
P.M.: La striscia.
G.U.: La striscia era… una striscia diciamo sui cinque centimetri di larghezza penso.
P.M.: E lunga tutto lo sportello?
G.U.: Lunga tutto lo sportello. Aveva colato giù, ha visto dove chiude lo sportello poi c’è il bordo della scocca della macchina.
P.M.: Sì.
G.U.: L’aveva colato sulla moquette, fino al pavimento. Al pavimento sì fermava. C’era…
P.M.: Nell’interno dell’auto?
G.U.: Nell’interno dell’auto.
P.M.: C’era la moquette di questa macchina?
G.U.: Sì. C’era…
P.M.: E il sangue era in prossimità dello striscia sullo sportello?
G.U.: Sì. Sì, colato. La colatura andava giù dritta, fino giù al pavimento praticamente.
P.M.: E, mi scusi, rispetto allo sportello, la colatura era nel mezzo, più sul davanti, più sul dietro, nel centro?
G.U.: Con precisione le dirò che l’era una striscia, era piuttosto… diciamo, se si calcola metà dello sportello, forse era leggermente più all’indietro.
P.M.: Ho capito.
G.U.: Diciamo più vicino al pippolino che s’è detto…
P.M.: Della sicura?
G.U.: … della sicura, ecco.
P.M.: E lei dice: questa colatura andava anche sul montante del…
G.U.: Sì, scendeva addirittura, ha visto, c’è un bordino che sarà alto cinque o sei centimetri, scendeva fino giù dove sta il tappeto.
P.M.: Ecco, nell’interno dello sportello e fino sul ta. . . sulla modanatura… sul metallo e poi sul tappeto.
G.U.: Sì. Sul metallo e scendeva giù fino a dove sta il tappeto.
P.M.: Quanto sarà stata alta e lunga, quanto tutto lo sportello?
G.U.: Tutto lo sportello.
P.M.: Quello sportello lì aveva il vetro completamente rotto?
G.U.: Sì.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Avv. Aldo Colao: Una sola cosa dicevo. Senta, signor Ulivelli, ma lei ha parlato della strisciata lunga, no?
G.U.: Sì.
Avv. Aldo Colao: Oh. Però il sangue, dopo la strisciata, dove era andato a finire, a terra?
G.U.: A terra. A terra, dove c’è… si mette i tappeti, dove si mette i piedi praticamente. Cioè, lì in quella corrispondenza c’è il seggiolino, praticamente un si mette i piedi. Però l’era giù fino a il pavimento.
Avv. Aldo Colao: Ed era una quantità notevole? Insomma, era evidente o no?
G.U.: Sì, era evidentissimo che c’era tutta questa… L’era una cosa che c’ha dato subito nell’occhio a noi.
Avv. Aldo Colao: E voi faceste…
G.U.: Cioè, non ero solamente io, c’era il mi’ cognato e s’è fatto anche – ora m’è stato detto di non lo dire – però s’è fatto anche dei ragionamenti. Lì unnè che ci siamo stati cinque minuti; là ci siamo stati a esaminare un po’. Perché noi s’aveva bisogno di capire perché, perché gl’era successa questa cosa e tutto ci poteva fare, non star meglio, ma insomma più ci se ne occupava e più ci si sentiva un pochino partecipi.
Avv. Aldo Colao: Che cosa ha capito? Che avete capito?
G.U.: Cioè…
Avv. Nino Filastò: Opposizione.
Presidente: (voce non udibile)
Avv. Aldo Colao: Va bene, un’altra cosa, allora, mi scusi. Voi faceste un’osservazione alle persone che vi avevano fatto vedere questa macchina, riguardo alle macchie di sangue?
G.U.: Io sì… Io mi ricordo lì, a quello che ce la viense a far vedere, non mi ricordo chi era e non mi ricordo se l’era un graduato o se gl’era un carabiniere, insomma, l’era uno e gli disse, mi sembra un maresciallo: ‘vai a fargli vedere la macchina, sono i familiari’. E lui ci portò giù. Io… Come m’ha detto, scusi? Mi son perso.
Avv. Aldo Colao: Voi gli faceste una domanda a questo graduato circa questa macchia di sangue, questa pozza di sa. ..
G.U.: Ah, sì. Cioè, gli feci una domanda. Più che altro mi rivolsi a questo… gli dissi: ‘ma santo cielo, gli poteva aver dato anche una lavata a questa macchina’. Insomma, oddio, insomma, per noi, però… e c’era anche la mi’ moglie… No, no, la un c’era la mi’ moglie. Ma c’era lo zio e c’era, mi sembra… Sì, insomma, dico: ‘questi qui, se vedano questo sangue, si…’
Avv. Aldo Colao: Cioè, era tanto evidente che lei disse: ‘gli potevate dare una lavata’, presentava meglio,
G.U.: Sì. ‘Se gl’avei dato una lavata magari e la si faceva meno pena insomma, vedere queste cose qui’. E mi disse lui, dice: ‘ha ragione, però, purtroppo, il lavaggio non ci sa e allora la macchina l’è così’.
Avv. Aldo Colao: Va bene, grazie.
Presidente: Altre domande? Avvocato Filastò.
Avv. Nino Filastò: Sì. Dopo quanto tempo dal fatto lei vide questa macchina? Quanto tempo era passato?
G.U.: Beh, io ora preciso non glielo so dire perché… però la macchina la stiede sequestrata un paio di mesi, mi pare, o roba così. Senza… con il beneficio dell’inventario, perché non me ne ricordo quanto tempo la stette sequestrata. Sicché in quel lasso di tempo lì.
Avv. Nino Filastò: Eh, ma insomma, più o meno? Una settimana…
G.U.: No, sarà stato anche un po’ più di una settimana.
Avv. Nino Filastò: Più di una settimana.
G.U.: Uhm.
Avv. Nino Filastò: E cioè, 15 giorni?
G.U.: Mah, può darsi sia stato 15 giorni, sia stato… Io non mi ricordo. Mi ricordo che si chiese di poter andare a vedere questa macchina, per questi moti che gli ho detto, e quando ci dissero che si poteva andare, s’andò.
Avv. Nino Filastò: E questo sangue mi immagino sarà stato coagulato?
G.U.: Eh, l’era un sangue che l’era asciutto, sul punto lì, si può immaginare.
Avv. Nino Filastò: Di che colore era?
G.U.: Sangue che gl’era un po’ scurito, non era rosso.
Avv. Nino Filastò: Era nero?
G.U.: No, anche un po’ sul marrone, sul marroncino, roba così. Comunque si capiva benissimo che gl’era sangue, unnè che…
Avv. Nino Filastò: Da che cosa si capiva benissimo che era sangue?
G.U.: Perché il sangue lo so riconoscere.
Avv. Nino Filastò: Beh, guardi che le scolature di ruggine assomigliano molto al sangue.
G.U.: No, no, no, per carità di Dio!
Avv. Nino Filastò: No.
G.U.: Non… Quello gl’era sangue.
Avv. Nino Filastò: E comunque era del sangue – lei dice era sangue sicuramente, va bene – e lo vide da altre parti il sangue dentro la macchina lei?
G.U.: Io mi ricordo di aver notato bene quello lì. Poi, sicuramente, avrò anche visto… non lo so. Io mi ricordo di averlo visto, quando siamo andati a ritirare gli oggetti personali, sulla borsetta addirittura, c’era sempre parecchi… insomma, l’era sempre sanguinosa.
Avv. Nino Filastò: Su un golf l’ha notato?
G.U.: Sì, mi ricordo che c’era questo golf in macchina mi sembra.
Avv. Nino Filastò: Sì.
G.U.: E gl’era tutto insanguinato.
Avv. Nino Filastò: Era tutto insanguinato il golf?
G.U.: Sì, c’era una maglia, qualcosa del genere l’era, un indumento insomma.
Avv. Nino Filastò: Era un golf…
G.U.: Ma non mi ricordo bene se si vide lì o si vide quando s’andò a ritirare.. .
Avv. Nino Filastò: Gli indumenti.
G.U.: … gli indumenti.
Avv. Nino Filastò: Ho capito.
G.U.: Quando s’andò poi lì a riti— Cioè, gli indumenti, di indumenti c’era quella roba, insomma, non mi ricordo neanche bene quanto si riprese. Comunque c’era degli oggetti personali, insomma, degli indumenti mi sembra che ci dissero servivano alla Scientifica, sicché un c’era…
Avv. Nino Filastò: Però, invece, un golf ve lo restituirono?
G.U.: Mah, io non me ne ricordo se ci fu restituito. Ho la visione di questo golf insanguinato.
Avv. Nino Filastò: Insanguinato.
G.U.: Però non mi ricordo se l’ho visto a Signa o se l’ho visto da qualche altra parte.
Avv. Nino Filastò: Ricorda se per caso un golf di foggia maschile o femminile?
G.U.: Eh, non mi ricordo neanche codesto.
Avv. Nino Filastò: Bah, io non ho altre domande.
Presidente: Avvocato Bertini?
Avv. Stefano Bertini: Sì, Presidente. Si ricorda se ha visto del sangue sui sedili dell’auto?
G.U.: Guardi, avvocato, io gli ho detto mi ricordo benissimo di quella parte di sangue lì che gli ho detto, perché la fu quella in do’ si fece… il sangue si vide anche da altre parti, ma se gli dovessi dire i punti dove si vide, non glieli potrei dire.
Avv. Stefano Bertini: Grazie.
Presidente: Bene, può andare, grazie.
Avv. Nino Filastò: Volevo sapere una cosa: Lotti non c’è mica stamani, c’è Lotti?
Presidente: No, no, Lotti non c’è. È due o tre udienze che non viene. Cioè, da dopo l’esame ha smesso di venire. Poi c’era… Qui c’è il certificato medico di Carletti Francesco, l’altro teste. Pare che sia in condizioni un po’ disastrose. L’avete letto voi? Ce l’hanno, Pubblico Ministero, le parti?
P.M.: Il certificato no, perché l’ho avuto io all’ultimo momento.
Presidente: Allora si dice così: “Si certifica che Carletti Francesco, abitante a Xxxxxx, ha subito un gravissimo incidente stradale nell’agosto ’93. A seguito del trauma cranico riportato con ferite cerebrali esposte con fuoriuscita di liquido, entrò in uno stato di coma perdurato quasi due mesi. La ripresa del coma lenta e sofferta ha lasciato il paziente in uno stato di inerzia psicomotoria con evidente rallentamento ideomotorio e gravi disturbi della memoria, sia recente che remota”. La firma è del dottor Luciano Nigi. A questo punto si possono dare per lette le dichiarazioni del…
P.M.: Del Carletti. Per me si possono dare per lette. Ho distribuito alle parti che me l’hanno chiesto. Sicuramente al difensore.
Presidente: Appunto. Le parti, avete difficoltà a darle per lette, o dobbiamo leggerle? O avete qualche altra istanza?
Avv. Nino Filastò: Presidente…
P.M.: Per me si possono dare per lette, Presidente, come credono loro. Io acconsento a darle per lette.
Avvocato: Magari leggiamole, Presidente, se non sono lunghe.
Avv. Nino Filastò: No, secondo me si può anche farne a meno di leggere.
Presidente: Si possono dare per lette, tanto ce le avete in mano le cose, quindi non c’è problema.
P.M.: Ne do copia io anch’io…
Presidente: Allora, si danno per lette sull’accordo delle parti.
P.M.: Chi non le ha, gliene do copia io.
Avv. Nino Filastò: Anche perché, Presidente, c’è la stanza dei testimoni che è piena di testimoni intimati da me.
Presidente: Appunto, appunto, questo voglio dire io.
Avv. Nino Filastò: Volevo sapere quale era più o meno il programma. Se. ..
Presidente: Noi si va tutto il giorno avanti. Quanti ce n’ha lei, avvocato, di testimoni?
Avv. Nino Filastò: Eh, ce n’ho tanti, Presidente.
P.M.: Possiamo sapere il numero, così facciamo…
Avv. Nino Filastò: Eccoli qua: uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette e otto.
P.M.: Bene.
Presidente: E allora, possiamo ancora fare qualcuno e poi alle due si sospende e si ripiglia alle tre, tre un quarto, bene?
P.M.: Bene. Bene, grazie.
Avv. Nino Filastò: Allora, io direi di chiamare il…
Presidente: Quello che vuole lei.
Avv. Nino Filastò: … don… Prima di tutto don Renzo Pulidori perché ha dei problemi…
Presidente: Facciamo quelli più semplici così… siamo un po’ stanchi…
Avv. Nino Filastò: Sì, Presidente, è il più semplice. Don Pulidori e poi il dottor Guido Ciampi, che tutti e due hanno degli impegni di carattere… Don Pulidori di carattere episcopale e il dottor Guido Ciampi di carattere professionale. Diamo la precedenza al parroco perché è anche più anziano. Come si chiama lei?
Don Renzo Pulidori: Io, don Renzo Pulidori.
Presidente: Dove è nato?
R.P.: Nato a Barberino di Mugello il 28 giugno 1920.
Presidente: Senta, legga quella formula che le porge ora…
R.P.: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.”
Presidente: Prego, avvocato Filastò.
Avv. Nino Filastò: Grazie, Presidente. Don Pulidori, lei è parroco di San Casciano?
R.P.: Di San Casciano, sì. Dal 1960.
Avv. Nino Filastò: Dal ’60.
R.P.: Da 37 anni.
Avv. Nino Filastò: Uno dei suoi parrocchiani è il signor Mario Vanni, che sta qui accanto a me?
R.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Lei lo conosce?
R.P.: Da sempre, da 37 anni.
Avv. Nino Filastò: Senta, che le risulti, è cattolico?
R.P.: Cattolico praticante. Veniva assai assiduamente in chiesa, faceva anche la comunione.
Avv. Nino Filastò: Ah sì?
R.P.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Con che frequenza si comunicava?
R.P.: Ora, di preciso… a fasi alterne. In certi periodi anche assai spesso, addirittura anche quotidianamente a volte.
Avv. Nino Filastò: Ah sì?
R.P.: A volte invece più di rado.
Avv. Nino Filastò: Si confessava anche?
R.P.: No, non ricordo.
Avv. Nino Filastò: Ho fatto una domanda, fra l’altro, indelicata da parte mia.
R.P.: Poi sa, son cose…
Avv. Nino Filastò: Certamente, certamente.
R.P.: … una sfera troppo segreta.
Avv. Nino Filastò: Ho fatto male a fargli la domanda, mi scusi. Senta, lei sa se la moglie del signor Vanni è ammalata?
R.P.: Mah, in questo periodo non credo. Non so, non ho sentito dire niente.
Avv. Nino Filastò: Ha mai sentito, ha mai saputo direttamente, o sentito dire, che il signor Mario Vanni avesse compiuto atti di violenza particolarmente…
R.P.: No. Solo qualche bisticcio sapevo, tra lui e la moglie, perché me lo riferiva la sua mamma, che è deceduta ormai da tanti anni. Mamma Giulia ogni tanto veniva e diceva: ‘eh, non vanno d’accordo questi due figlioli’.
Avv. Nino Filastò: Si litigano.
R.P.: Si litigano un po’. Tutto qui.
Avv. Nino Filastò: Questo quando avveniva, più o meno?
R.P.: Mah, i primi anni dopo il matrimonio.
Avv. Nino Filastò: Cioè a dire?
R.P.: Non ricordo…
Avv. Nino Filastò: Quando si è sposato, si è sposato con lei Vanni?
R.P.: Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: Si è sposato da lei?
R.P.: Al tempo mio. Erano tutti e due parrocchiani di San Casciano.
Avv. Nino Filastò: Si rammenta in che anno più o meno?
R.P.: Eh…
Avv. Nino Filastò: Comunque son tanti anni fa.
R.P.: Molti anni fa, sì, sì.
Avv. Nino Filastò: 20…
R.P.: Primi anni del matrimonio.
Avv. Nino Filastò: Quando si è sposato…
R.P.: La mamma è morta…
Avv. Nino Filastò: Può darsi si sia sposato nel ’64?
R.P.: Può darsi, sì. Ora la data precisa non…
Avv. Nino Filastò: Quindi i bisticci son risalenti ai primi anni del matrimonio?
R.P.: Sì, almeno così mi diceva la mamma. L’unica fonte da cui ho saputo questo era questa mamma che veniva spesso in chiesa e mi confidava questi piccoli alterchi insomma.
Avv. Nino Filastò: Sa se ha avuto… Sa lei direttamente, o ha sentito dire, che facesse vita notturna il signor Vanni?
R.P.: Assolutamente no.
Avv. Nino Filastò: Ha sentito dire, o sa, se fosse cacciatore o pescatore?
R.P.: Neppure, no. Non lo so.
Avv. Nino Filastò: Non lo sa, o non l’ha sentito dire?
R.P.: Non l’ho sentito dire, no, no.
Avv. Nino Filastò: Io non ho altre domande.
Presidente: Pubblico Ministero?
P.M.: Sì, Presidente. Don Pulidori, lei a proposito di questi litigi, che lei ricorda di aver sentito riferiti dalla mamma del signor Vanni, ricorda se una volta il signor Vanni, a seguito di denuncia per questi litigi, fu arrestato?
R.P.: No, non lo so.
P.M.: Non lo sa?
R.P.: No.
P.M.: Lei sa che – serve a poco – in realtà non si è sposato nel ’64, come dice Vanni, ma si è sposato il 16 giugno ’63, cambia poco. Lui fu denunciato e arrestato esattamente il 9 dicembre del ’63. Ne sa nulla? Cioè, sei mesi dopo il matrimonio.
R.P.: Ma questo non lo so.
P.M.: Non lo sa. Sa se ha avuto una figlia malata, cose di questo genere?
R.P.: No, non lo so.
P.M.: Non sa dell’esistenza di una figlia?
R.P.: No, no.
P.M.: Mai saputo?
R.P.: Mai saputo.
P.M.: Lo apprende ora da me?
R.P.: Lo apprendo da lei.
P.M.: Che il Mario Vanni e la moglie avevano avuto una figlia malata, che stava in un istituto non…
R.P.: Io non lo sapevo.
P.M.: Era perché lei dice di conoscerli, addirittura non sa che hanno avuto una figlia, padre.
R.P.: Ho seimila persone…
P.M.: Sì, sì. No, era, siccome lei dice: ‘non so se andava fuori la sera’. Non sa nemmeno che aveva una figlia, quindi, le sue conoscenze…
Avv. Nino Filastò: Aveva una figlia. La figlia era molto malata, si può anche capire che sia una cosa riservata, da tener riservata in una famiglia.
P.M.: No, anzi, è proprio al parroco che si parla della figlia malata. Ma queste sono osservazioni nostre.
R.P.: Ora che lei me lo ricorda, ho la vaga idea di aver sentito sì, che avesse avuto una figlia, sì.
P.M.: La moglie del Vanni si è mai lamentata del fatto che c’erano questi litigi – direttamente la moglie – e che, a seguito di questi litigi e di questo arresto del Vanni, era stata per più di un anno, circa un anno, non abitavano insieme e lui voleva tornar dalla mamma e la moglie stava per conto suo a Firenze?
R.P.: A me, direttamente da me lei non me l’ha mai detto no.
P.M.: La signora non gliel’ha mai detto?
R.P.: (nega)
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Prego, altre parti?
Avv. Nino Filastò: Ho un’ultima domanda. Don Pulidori, ha saputo per caso, ha sentito dire, o constatato lei personalmente, che il signor Vanni bevesse un po’ troppo?
R.P.: Così era un po’ saputo nel paese che aveva sì un po’ a volte ecceduto nel bere. Qualche volta, anche quando è venuto da me, ho notato che c’era un po’ di alterazione, sì.
Avv. Nino Filastò: Un po’ di alterazione.
R.P.: In questi ultimi tempi specialmente.
Avv. Nino Filastò: Grazie.
Presidente: Senta, una domanda io, cioè un chiarimento. Lei ha detto che il Vanni è cattolico praticante, faceva la comunione a volte anche quotidianamente. Ma questo è accaduto sempre, oppure…
R.P.: Specialmente in quest’ult…
Presidente: … negli anni passati, ultimamente. Insomma, se può collegare nel tempo questa situazione.
R.P.: Specialmente in questi ultimi tempi, sì.
Presidente: Specialmente in questi ultimi tempi.
R.P.: Prima era normalmente la domenica. Negli ultimi tempi anche di giorno di lavoro, a volte.
Presidente: Bene, Non ho altre domande.
P.M.: Un’ultimissima, se mi consente, Presidente. Lei non ricorda, o esclude di aver battezzato questa bambina che era nata?
R.P.: No, io non ricordo affatto.
P.M.: Bene, grazie.
Presidente: Bene, può andare per me.
R.P.: Posso andare? Grazie, buongiorno.
P.M.: A lei, grazie.
Presidente: Bene.
Ufficiale giudiziario: Dottor Ciampi?
Avv. Nino Filastò: Sì, grazie.
Presidente: Lei è Ciampi Guido?
Guido Ciampi: Sì.
Presidente: Senta, ha difficoltà a essere ripreso dalle telecamere, oppure no?
G.C.: Come?
Presidente: Vuole essere ripreso dalle telecamere…
G.C.: No, no.
Presidente: No, niente. Bene, niente telecamere, per cortesia. Dove è nato?
G.C.: San Casciano Val di Pesa il 6 febbraio 1934 a San Casciano Val di Pesa in piazza Cavour 10.
Presidente: Residente?
G.C.:a San Casciano Val di Pesa in piazza Cavour 10.
Presidente: Lei è medico?
G.C.: Sì. “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.”
Presidente: Prego, avvocato Filastò.
Avv. Nino Filastò: Dottor Ciampi, ci può riferire – naturalmente nei limiti della sua necessaria riservatezza – le condizioni di salute della moglie del signor Vanni?
G.C.: La moglie del signor Vanni è un po’ di tempo che non la vedo. Effettivamente, da quando il signor Vanni non è più a San Casciano, la su’ moglie non l’ho più vista. So che non sta bene, che ha dei problemi, ma non l’ho più vista.
Avv. Nino Filastò: Senta, ma precedentemente lei la visitava?
G.C.: Quando c’era Mario.
Avv. Nino Filastò: Sì.
G.C.: Sì.
Avv. Nino Filastò: E ci può dire per quale tipo di…
G.C.: Aveva… Lei soffriva sempre di circolazione agli arti inferiori. Aveva delle gambe molto grosse, specialmente… tante volte non camminava nemmeno da come erano elefantiache, poi…
Avv. Nino Filastò: Quindi, siccome io l’ho chiamata a testimoniare, la signora Luisa, e non ha voluto nemmen firmare il verbale relativo, eccetera. Che le risulti, ha delle difficoltà di deambulazione?
G.C.: La signora?
Avv. Nino Filastò: Sì.
G.C.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Proprio non si muove, insomma.
G.C.: In dei giorni veramente sta sempre in ca. .. almeno stava in casa.
Avv. Nino Filastò: Ecco. Ma che lei sappia soffre anche del mal caduco, di epilessia…
G.C.: Sì, per quello c’ho segnato tante volte delle medicine antiepilettiche, quello senz’altro. Veniva sempre Mario, veniva sempre ogni mese a riprendere le medicine per la moglie, per quello sì.
Avv. Nino Filastò: Senta, questa epilessia provoca nella signora delle cadute a volte? È capitato…
G.C.: Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: In tempi assolutamente imprevedibili, mi immagino, come è nell’epilessia, insomma.
G.C.: Com’è l’epilessia.
Avv. Nino Filastò: Com’è nell’epilessia. Per questo motivo, che le risulti, il Mario Vanni l’assisteva la moglie, la seguiva?
G.C.: Ho detto, veniva sempre, si interessava, veniva a prendere le medicine, sembrava si interessasse. Poi, io con loro un c’ero.
Avv. Nino Filastò: Sì, sì, no, per quello che lei sa.
G.C.: Se poi… così sì, sembra di sì.
Avv. Nino Filastò: Sa se per caso avesse l’abitudine di trascorrere, proprio per questo, la notte in casa Mario Vanni per…
G.C.: Non posso rispondere questo, perché non lo so.
Avv. Nino Filastò: Questo non può rispondere. Senta, per quello che è la sua conoscenza di Mario Vanni, lei ha mai saputo, è venuto a conoscenza di comportamenti singolari di Mario Vanni?
G.C.: No. In piena coscienza, mai. Anzi, è sempre stato molto corretto nei miei rig… Io mi riferisco nella mia professione, di medico e paziente. Mai avuto niente da ridire, mai niente, sempre comportato benissimo.
Avv. Nino Filastò: Ha sentito dire qualche cosa di negativo su di lui nel paese, da qualcuno? Che, non so, fosse una testa un po’ balzana…
G.C.: Va be’, diciamo così, sì, questo nel paese si può dire, ma…
Avv. Nino Filastò: Cioè a dire, lei cosa ha sentito dire, che beveva un po’ troppo forse?
G.C.: Ecco, sì. Ci piaceva andare a far mere… a mangiare, oppure a bere qualche bicchiere di vino, ma… Comunque, io, personalmente, ubriaco non l’ho mai visto.
Avv. Nino Filastò: Ho capito. Io non ho altre domande.
Presidente: Pubblico Ministero.
P.M.: Scusi, Presidente, grazie. Dottore, ricorda lei da quando ha avuto in cura, ha conosciuto il signor Vanni e la moglie?
G.C.: Il signor Vanni deve essere ’75-’76, da quando l’ENPAS passò dall’indiretta alla diretta.
P.M.: Quindi li ha conosciuti in quel periodo lì?
G.C.: In quel periodo lì.
P.M.: E lei…
G.C.: Ci siamo conosciuti sempre, siamo di San Casciano tutti e due.
P.M.: Certo.
G.C.: Ma come, professionalmente da quella data lì.
P.M.: Lei poi ci ha detto che la signora, che aveva questi problemi alle gambe, elefantiasi, problemi di circolazione, gambe grosse; da quando invece il signor Vanni non è più a San Casciano, perché ha questo processo, la signora non l’ha più vista.
G.C.: Non l’ho più vista. So che va… manda o va a prendere medicine da un medico che stava con me nel mio ambulatorio…
P.M.: Quindi ha cambiato medico?
G.C.: No, non ha cambiato medico, anzi. Però, io mi sono allontanato dall’ambulatorio.
P.M.: Ho capito.
G.C.: Mi sono spostato, rispetto all’abitazione di Vanni, di via Borgo Sarchiani, di circa 2-300 metri, verso Firenze. Può essere anche che sia…
P.M.: Quindi lei, attualmente, non conosce lo stato…
G.C.: No, l’ho detto.
P.M.: Quindi da quanto tempo circa? Come lo…
G.C.: Da circa un anno e mezzo.
P.M.: Un anno e mezzo. Lei ricorda quando ha visto, ha visitato la signora l’ultima volta, perché lei ci dice ‘le medicine le davo al signor Vanni’, o ricorda di aver visitato la signora?
G.C.: Eh, ma è diverso tempo. Sempre per il problema delle gambe, andai a casa saranno circa due anni.
P.M.: Ho capito. Senta una cosa, a proposito di questa epilessia, lei quando conobbe la signora Vanni, ne soffriva già o…
G.C.: Sì, sì, sì, ne soffriva, ne soffriva di già. È tant’anni, eh.
P.M.: Ecco. Ha anche, che lei sappia, problemi – al di là dell’epilessia – comportamentali, mentali? So che è difficile poi stabilirlo, ma…
G.C.: Non è che…
P.M.: Lei se ne sa qua…
G.C.: Ho detto, la mia conoscenza della signora Luisa è limitata.
P.M.: Limitata.
G.C.: È una donna anche lei che parla molto poco, non è che ci sia – lei l’ha conosciuta – gran modo di colloquiare.
P.M.: No, io non la cono…
G.C.: Ecco. Ma non lo so, comporta… No, direi…
P.M.: Non ne sa niente.
G.C.: Direi di no.
P.M.: Sa se fra moglie e marito in passato, o quando li ha conosciuti lei, c’erano stati episodi tali che addirittura il Vanni era stato in carcere su denuncia della moglie?
G.C.: Si.
P.M.: Lo sa?
G.C.: Questo lo so.
P.M.: Sa a quando risale questo episodio?
G.C.: Sì. Posso ricordare perché mi sembra che sia verso il ’64-’65. ’64, prima che mi laureassi.
P.M.: E sa se, a seguito di questo episodio, si erano di fatto… ognuno viveva per conto suo? La signora Vanni a Firenze, in un istituto, e il Vanni da solo?
G.C.: In quei tempi, io ho detto, non li conoscevo. Da quando sono stato, sono stati sempre insieme, li ho sempre visti nella stessa abitazione. Quello che succedeva prima, non…
P.M.: Non lo sa. Sa se avevano avuto una bambina con dei problemi?
G.C.: Sì, certo.
P.M.: Lei l’aveva mai vista, visitata?
G.C.: Ho sentito ragionare. Ho sentito ragionare anche dal signor Vanni qualche volta di questa bambina che non stava bene, che era ricoverata in un istituto qui a Firenze.
P.M.: Che malattia aveva, come mai…
G.C.: No, questo non…
P.M.: Non ne sa nulla.
G.C.: Non lo so.
P.M.: Sa se poi è deceduta questa bambina?
G.C.: Sì, questo lo so che è deceduta, me lo dissero di questa cosa, però non so cosa avesse…
P.M.: Sa se aveva avuto problema nella nascita, o alla gestazione, se potevano essere problemi dovuti a una caduta?
G.C.: Non lo so. So che era ricoverata qui a Firenze, ma non…
P.M.: Non ne sa niente. Bene, grazie. Non ho altre domande.
Presidente: Domande? Bene, può andare
G.C.: Grazie, buongiorno.
Avv. Nino Filastò: Un teste abbastanza… Si potrebbe sentire Francesca Bartalesi.
Presidente: Eh, Bartalesi. Lei è già stata sentita qui, vero?
F.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Presidente, è stata sentita all’udienza del…
P.M.: 14 luglio.
Avv. Nino Filastò: 14 luglio.
Presidente: Ecco, sì, sì.
Avv. Nino Filastò: Da pagina 1…
Presidente: Bartalesi Francesca, sì.
Avv. Nino Filastò: No, anzi, a pagina 1 c’è un’altra cosa.
Presidente: Bartalesi Francesca, benissimo.
P.M.: 45-58.
Presidente: Allora lei è già stata qualificata in atti, sotto il vincolo, sotto l’impegno già assunto di dire la verità e non tacere nulla di ciò, dei fatti a sua conoscenza, quindi può deporre anche oggi. Bene, prego avvocato Filastò.
P.M.: Non so, se è parente si può avvalere ancora della…
Presidente: È parente? Nipote del Vanni.
Francesca Bartalesi: Sì.
Presidente: Anche allora si avvalse la facoltà di… cioè, volle deporre, no?
F.B.: Sì, sì.
Presidente: Bene. Vuole deporre oggi, o no?
F.B.: Sì.
Presidente: Bene. Prego.
Avv. Nino Filastò: Signora, lei ha mai sentito dire, o saputo, di atteggiamenti o interessi di suo zio per rituali magici, messe nere, cose del genere?
F.B.: No.
Avv. Nino Filastò: Mai saputo cose del genere?
F.B.: (nega)
Avv. Nino Filastò: Ha mai visto in casa di suo zio strumenti per la magia nera, per cose del genere?
F.B.: No, mai successo.
Avv. Nino Filastò: Ha sentito se per caso questi signori… Lei sa se Pacciani, Vanni, Lotti, Faggi si frequentassero? Lei abita a San Casciano signora?
F.B.: No, io abito all ‘Impruneta ora, da quattro anni.
Avv. Nino Filastò: Da quattro anni. Ma all’epoca, diciamo, in un’epoca storica che va dall’81 all’85 abitava a San Casciano?
F.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: E sa se questi signori si frequentavano spesso?
F.B.: Io so che gl’andava a fare così, delle cene, delle merende con degli amici, ma chi fossero, cioè, non lo so.
Avv. Nino Filastò: Lei sa se queste persone sono state osservate in ore notturne, su strade della provincia di Firenze, girare…
F.B.: No, scusi, non ho capito.
Avv. Nino Filastò: Se queste persone, fra cui suo zio, avessero l’abitudine di girare per le strade della provincia di Firenze, di notte?
F.B.: No.
Avv. Nino Filastò: Ci vuol dire un po’ la vita che faceva suo zio? Per quello che lei ne sa.
F.B.: Per quel poco che so, cioè, gli stava… diciamo, so di queste mere.. . cene che a volte faceva con gli amici così.
Avv. Nino Filastò: Va bene.
F.B.: Però…
Avv. Nino Filastò: Meglio dire cene, perché la parola merende suona male in questi ultimi tempi.
F.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Cene, sicuramente.
F.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Ecco, poi? Per il resto, che vita faceva? Lavoro, che orario faceva, cosa faceva dopo il lavoro, lei lo sa?
F.B.: Mah, io a volte, per dire, andavo a casa, insomma, a trovarli.
Avv. Nino Filastò: Sì.
F.B.: In visite, così. Però, tante volte, magari, lui non c’era, diceva la zia: ‘l’è fori, l’è in piazza, l’è lì così al bar’. Ma non è che ci s’avesse tante occasioni di… se ci si trovava in piazza così: ‘ciao, ciao, come stai, come sta la zia’, ma nulla di… non è che ci si frequentasse…
Avv. Nino Filastò: Molto.
F.B.: No. Perché insomma, ognuno c’ha la su’ vita, quindi non…
Avv. Nino Filastò: Certo. Sa se era religioso suo zio? È religioso?
F.B.: Sì. Penso di sì.
Avv. Nino Filastò: Va a messa la domenica, che lei sappia? Lei ci va?
F.B.: Pens.. . No, io no. Anche se son religiosa, ma non ci vo.
Avv. Nino Filastò: Eh. Suo zio sa se ci va?
F.B.: Questo no… cioè, non lo so. Penso di sì, mi immagino, ma non lo so.
Avv. Nino Filastò: Ci sa dire qualcosa sulle condizioni di salute di sua zia?
F.B.: Eh, va be’, lei l’è un po’…
Avv. Nino Filastò: Messa male.
F.B.: Un po’ messa male, sì, esatto.
Avv. Nino Filastò: Ci può dire in che senso?
F.B.: Perché la soffre di crisi epilettiche.
Avv. Nino Filastò: Uhm. Durante le quali cade in terra, perde conoscenza?
F.B.: A me m’è stato detto dalla mi’ mamma, ma io non è che… cioè, non lo so. So che la c’ha dei farmaci da prendere.
Avv. Nino Filastò: Uhm.
F.B.: Per prevenire insomma queste…
Avv. Nino Filastò: Sa se suo zio pratica la caccia o la pesca?
F.B.: Caccia e pesca?
Avv. Nino Filastò: Sì.
F.B.: No.
Avv. Nino Filastò: No. No, nel senso che non lo sa, oppure lo esclude?
F.B.: No, no, che io sappia no.
Avv. Nino Filastò: Non è cacciatore né pescatore.
F.B.: No, no, no.
Avv. Nino Filastò: Sa se per caso ha qualche hobby particolare, in cui a un certo punto esercita le mani con degli strumenti da taglio? Tipo modellismo, oppure…
F.B.: No.
Avv. Nino Filastò: Aspetti, mi faccia finire, perché ci sono tante cose in cui uno può fare cose di questo genere.
F.B.: Sì, scusi.
Avv. Nino Filastò: Modellismo, nel senso di fabbricare, che so, aeroplani, navi speciali. Oppure, non so, tassidermia: vale a dire quel tipo di hobby, o anche di professione, per la quale si prendono degli uccelli, si scarnificano, si impagliano. Sa se fa cose di questo genere?
F.B.: No.
Avv. Nino Filastò: Le risulta, per sentito dire, che abbia una particolare abilità manuale nell’uso dei coltelli?
F.B.: Mah, no. Ha sempre fatto il postino, cioè non…
Avv. Nino Filastò: Ecco. Ha sempre fatto il postino. Non sa nemmeno guidare l’automobile, questo lei lo sa, vero?
F.B.: Eh, lo so, sì.
Avv. Nino Filastò: Lo sa perché ogni tanto gli toccava accompagnarlo lei da qualche parte, oppure perché toccava a sua sorella?
F.B.: No, io non l’ho mai accompagnato da nessuna parte.
Avv. Nino Filastò: Sua sorella sì?
F.B.: Non lo so. Questo non lo so.
Avv. Nino Filastò: Si chiederà a lei. Sui rapporti fra i due coniugi, sto parlando di suo zio e di sua zia.
F.B.: Uhm.
Avv. Nino Filastò: Lei certamente saprà che ci sono stati dei dissapori?
F.B.: Eh, sì.
Avv. Nino Filastò: Quando? Ce li fa risalire nel tempo questi dissapori fra i due coniugi?
F.B.: Dissapori… cioè, in che senso? Leticate…
Avv. Nino Filastò: Litigate, sì.
F.B.: Cose successe, insomma, diversi anni fa.
Avv. Nino Filastò: In passato, diversi…
F.B.: In passato, sì, sì.
Avv. Nino Filastò: E’ esatto che queste cose riguardassero i primi tempi del loro matrimonio?
F.B.: Senta, questo non…
Avv. Nino Filastò: Di recente – e quando dico di recente parlo da 10-15 anni fa fino a oggi – lei ha sentito parlare di litigate fra i due coniugi?
F.B.: Sì. Una decina, 15 anni fa sì, pens. . . insomma sì, mi sembr. . . ora non me lo ricordo bene, ma… Cioè, so che ogn tanto si prendevano.
Avv. Nino Filastò: Bisticciavano.
F.B.: Eh, sì.
Avv. Nino Filastò: Ma bisticciavano anche violentemente, che lei sappia, picchiandosi, oppure…
F.B.: No. Io so così, cioè a parole, diciamo.
Avv. Nino Filastò: A parole.
F.B.: Eh. Insomma, più o meno…
Avv. Nino Filastò: Più o meno, ma avviene in quasi tutte le famiglie.
F.B.: Eh, si, penso, un lo so. Mi sembra una cosa normale insomma.
Avv. Nino Filastò: Sì.
F.B.: Cioè, normale. Nel senso dei bisticci ci siano in tutte le coppie.
Avv. Nino Filastò: Certo. Lei ha sentito parlare di un arresto di suo zio, in conseguenza di un’azione violenta nei confronti della moglie?
F.B.: Sì. Questo sì, dalla mi’ mamma.
Avv. Nino Filastò: Ma lei c’era, era nata all’epoca?
F.B.: Io sono nata nel ’64…
Avv. Nino Filastò: Quindi era…
F.B.: E questo l’ho sentito, cioè l’ho sentito dopo, l’ho saputo dopo quando ero già grandettina insomma, queste cose…
Avv. Nino Filastò: Ha sentito raccontare questa storia.
F.B.: Sì, l’ho sentita raccontare dalla mi’ mamma, esatto.
Avv. Nino Filastò: Ora, arriviamo in tempi più recenti.
F.B.: Uhm.
Avv. Nino Filastò: Vale a dire ’95, più o meno.
F.B.: Uhm.
Avv. Nino Filastò: Lei ha sentito parlare, o ha saputo direttamente che in quell’epoca – sto parlando dell’epoca, diciamo, di poco successiva al processo Pacciani, oppure durante anche il processo Pacciani – suo zio veniva spesso interrogato dalla Polizia, chiamato dalla Polizia, perquisito?
F.B.: Sì, gl’erano stati anche in casa insomma, a perquisire.
Avv. Nino Filastò: In che epoca se lo ricorda?
F.B.: Eh, quando cominciò… cioè, quando cominciò, diciamo, la storia con i’ Pacciani, cominciavano insomma…
Avv. Nino Filastò: Ma quanto prima l’arresto di suo zio? Suo zio sta dentro oramai da un anno e otto mesi e passa.
F.B.: No, ma questo l’è avvenuto…
Avv. Nino Filastò: Prima.
F.B.: Molto prima.
Avv. Nino Filastò: Molto prima. Vale a dire?
F.B.: Dunque, aspetti, la mia… Aspetti un attimo perché non me lo ricordo…
Avv. Nino Filastò: No, no, faccia mente locale. E’ importante più o meno il tempo, anche se non si ricorda l’anno.
F.B.: Dovrebbe essere nell’anno in cui sono nata io. Perché mi sembra che la mi’ mamma mi disse -siccome io sono nata lo stesso giorno, lo stesso mese e lo stesso anno della bambina di Mario -successe in quel periodo lì.
Avv. Nino Filastò: Ma cosa? L’arresto di suo zio?
F.B.: Sì, questo…
Avv. Nino Filastò: No, io non sto parlando dell’arresto di suo zio per i dissapori con la moglie.
F.B.: Ah, scusi, allora non…
Avv. Nino Filastò: Io sto parlando di interrogatori di Polizia, perquisizioni ed altro…
F.B.: Ah.
Avv. Nino Filastò: … durante, o dopo, o prima, più o meno in coincidenza, in un’epoca che coincide con il processo Pacciani. Quel processo che sicuramente lei avrà seguito, mi immagino.
F.B.: Sì, sì, coincideva con quel periodo lì.
Avv. Nino Filastò: Che veniva interrogato?
F.B.: Sì. Gli sono andati a casa diverse volte.
Avv. Nino Filastò: Ah sì?
F.B.: A perquisire, sì.
Avv. Nino Filastò: Anche a interrogarlo?
F.B.: Eh, sì, penso. Penso di sì.
Avv. Nino Filastò: Lui se ne lamentava di questo fatto, signora? .
F.B.: Ma se ne lamentava sì. Diceva: ‘io un c’entro nulla, ma i’ che vogliano da me, i’ che cercano’. Cioè queste son le cose che diceva.
Avv. Nino Filastò: Uhm.
F.B.: Insomma, sinceramente…
Avv. Nino Filastò: Ne parlava con voi apertamente dicendo: ‘ma i’ che vogliano, ma i’ che cercano’?
F.B.: Si, così. Dice: ‘io non c’entro nulla, vorrei sapere quello che cercano da me, quello che vogliano’.
Avv. Nino Filastò: Ma lei per esempio, personalmente, domande dirette a suo zio gliel’ha mai fatte? ‘Senti zio, ma c’hai nulla a che vedere con questa storia?’ Gliel’ha mai fatta una domanda…
F.B.: No, sinceramente, domande dirette no, perché cioè, lui diceva: ‘io un c’entro nulla, un c’ho niente a che vedere con questa storia, un capisco perché…’
Avv. Nino Filastò: Ho capito.
F.B.: ‘… cosa cercano da me’, diceva, ha capito?
Avv. Nino Filastò: Ho capito. Io non ho altre domande, per ora.
Presidente: Pubblico Ministero.
P.M.: Scusi, signora Bartalesi.
F.B.: Sì.
P.M.: A proposito di questo, lei ricorda – è vero, l’ha detto anche in quest’aula, l’ha detto al P.M. -che una volta lo zio le disse testualmente che: quello di Mercatale stava per uscire, quello mi ha scritto e lui aveva paura?
F.B.: Sì, sì, questo l’ho detto e lo riconfermo.
P.M.: Le disse… quindi…
F.B.: Questo me lo ricordo.
P.M.: Bene. Senta, tornando a quell’accenno a cui lei ha fatto, che la bambina di Mario è nata lo stesso giorno, anno in cui è nata lei, cioè siamo al 30 aprile del ’64.
F.B.: Esatto.
P.M.: Lei l’ha mai vista questa bambina?
F.B.: Io mi ricordo di averla vista quando l’era già morta.
P.M.: Al funerale?
F.B.: Sì. Ora, il funerale non me lo ricordo. Però, mi ricordo di averla vista morta in casa.
P.M.: A che età è morta?
F.B.: Sui sette-otto anni aveva, mi sembra.
P.M.: Ma stava con i genitori, o stava…
F.B.: Senta, questo so che, cioè ho sentito dire dalla mia mamma che 1 ‘ era in un istituto.
P.M.: Lei sa di cosa soffriva? Era nata. . .
F.B.: Cioè, so che non era normale, ma sinceramente di preciso quello che…
P.M.: Il motivo di questa anormalità era dovuta al momento della nascita, o aveva avuto qualcosa dopo, c’erano dei traumi, ha sentito dire niente?
F.B.: No, questo non glielo so dire proprio.
P.M.: Non lo sa.
F.B.: No, non lo so.
P.M.: Ha mai sentito dire che sua zia, durante il periodo della gravidanza, era caduta, poteva essere dovuto a questa caduta il fatto che la ragazza stava male?
F.B.: Sì, questo l’ho sentito dire.
P.M.: Ha sentito dire questo. E questa caduta, si ricorda se era per le scale, se era stata causata durante un litigio con lo zio?
F.B.: Sì, l’era stata causata…
P.M.: Quindi allora la voce che dice che la bambina poteva essere nata così perché durante la gravidanza era caduta per le scale, è una voce che ha sentito anche lei in famiglia?
F.B.: Può… Cioè no, io sinceramente la causa della malattia, cioè di questa malattia della bambina…
P.M.: Non la sa.
F.B.: … dovuta alla causa della caduta, questo non l’ho mai sentito dire. So che non era normale, cioè c’aveva dei grossi problemi, però non glielo so dire.
P.M.: Ma che una volta la zia era caduta…
Avv. Nino Filastò: Io non vorrei stuzzicare un altro vespaio. Ma tanto per cominciare faccio opposizione a questa domanda che sta facendo il Pubblico Ministero e poi opposizione generale ad altre domande di questo tipo. Almeno che il Pubblico Ministero non sia così gentile da dire alla Corte la rilevanza di queste domande. Perché, se la rilevanza dovesse essere che qui abbiamo a che fare con una persona che…
P.M.: Non ho interesse alla domanda, la ritiro.
Avv. Nino Filastò: … che uccide i bambini, allora va be’…
P.M.: Non ho nessun problema…
Avv. Nino Filastò: E ci difenderemo anche di questo, che si deve fare. Voglio dire, siamo qua, da due anni in galera e ci difenderemo anche dall’ammazzare i bambini. (brusio)
Avv. Nino Filastò: Quando si trovano dentro il grembo della madre, eh Vanni.
P.M.: Nessun’altra domanda, Presidente.
Presidente: Avvocato Colao?
Avv. Aldo Colao: Signora scusi, lei ha detto che lo zio non andava a caccia, no?
F.B.: Come scusi?
Avv. Aldo Colao: Non andava a caccia.
F.B.: No.
Avv. Aldo Colao: Il Vanni.
F.B.: No.
Avv. Aldo Colao: Non andava a pesca.
F.B.: No.
Avv. Aldo Colao: Mi leva una curiosità: dove andava a fare le merende con i suoi compagni?
F.B.: Nei dintorni…
Avv. Aldo Colao: L’ha mai saputo?
F.B.: Precisamente no, ma alla Cantinetta, a San Casciano andava a volte, si fermava così. Poi non so, nei dintorni di San Casciano quando c’era, per dire delle sagre, delle feste, come ci sono in tutti i paesi. Però, cioè, di preciso non glielo so dire.
Avv. Aldo Colao: Sì, ma quando si va a fare le merende, ci si porta il pane, il vino, almeno una volta era così. Quindi, se andava alla sagra, queste cose c’erano. Quindi, evidentemente, dove andava?
Presidente: Non lo sa, avvocato, non lo sa.
Avv. Aldo Colao: Andava nei campi, ha mai sentito dirlo? L’ha mai sentito dire?
F.B.: Nei campi?
Avv. Aldo Colao: Sì, a far merende. i
F.B.: No.
Avv. Aldo Colao: Comunque, va bene…
Avv. Nino Filastò: Via…
F.B.: A far merenda…
Avv. Nino Filastò: … avvocato Colao, non è mica obbligatorio per forza. Io, per esempio, preferisco andare in trattoria a far merenda. C’è le formiche nei campi, danno fastidio.
Presidente: Bene. Se non ci sono altre domande può andare la teste.
P.M.: Nessuna, grazie.
Presidente: Allora…
F.B.: Grazie.
Presidente: Si rinvia alle ore 15.00 di oggi.
P.M.: Bene, Presidente.
Presidente: Bene. Sospendiamo un attimo.
Avv. Giancarlo Zanobini: Cosa vuol dire, Presidente, si sospende un attimo?
P.M.: Fino alle 15.00.
Avv. Stefano Bertini: Presidente.
Presidente: Dico, se va via ci manda un sostituto.
Avv. Stefano Bertini: Una cortesia Presidente.
Presidente: Dica.
Avv. Stefano Bertini: Io ho un impegno improrogabile alle cinque. Se dovesse prolungarsi l’udienza oltre quell’ora, si può allertare qualche difensore di ufficio eventualmente, perché io…
Presidente: Eh, ora diciamo subito alla signorina di convocare un avvocato disponibile per oggi, alle 15.00.
(voce non udibile)… si faccia, comunque non lo so.
Presidente: Se viene, lo farà. Sennò si arrangeranno. Vanni, per cortesia. D’altra parte le parti civili non … da nulla, quindi noi si può andare avanti tranquillamente, ora per ora. Allora, Filastò, che c’è? L’avvocato Filastò sostituisce Fenies e Bagattini. Per Faggi, c’è l’avvocato Zanobini… cioè no, per Corsi c’è l’avvocato Zanobini. Per Lotti c’è Bertini. Le parti civili per ora non ci sono, va bene. Comunque non c’è problema. Può venire il primo teste.
Avv. Nino Filastò: Alessandra Bartalesi.
Alessandra Bartalesi: Buonasera.
Presidente: Buonasera, signorina. Lei è Bartalesi Alessandra?
A.B.: Sì.
Presidente: Lei è già stata sentita nei mesi scorsi. Lei è nipote del Vanni, vero?
A.B.: Sì.
Presidente: Vuol deporre o no?
A.B.: Sì, sì.
Presidente: Bene.
P.M.: Presidente, chiedo scusa, ma la prova della Bartalesi mi sembra sia stata già assunta, voglio dire…
Presidente: No. No, ma sulla prova del Pubblico Ministero.
P.M.: Io non ho opposizioni. Però, formalmente, faccio presente che la prova è già stata… Non ho…
Presidente: Effettivamente, devo dire che le circostanze sono diverse. Quando è stata sentita, è stata sentita, c’era l’avvocato Pepi.
P.M.: Nessun problema. Facevo…
Presidente: Eh, mi son posto anch’io questo problema.
P.M.: Bene. Io l’ho risolto a favore, comunque lo volevo far presente.
Presidente: Bene.
P.M.: Può servire nel caso il P.M. chiamasse qualche altro teste già sentito.
Presidente: Sono le prove ammesse dal… chieste dall’avvocato Filastò su circostanze particolari, che non hanno nulla a che vedere con quelle del Pubblico Ministero. Tutto qui. Prego, avvocato Filastò.
P.M.: Quando fu sentita…
Avv. Nino Filastò: Fu sentita come teste del Pubblico Ministero.
P.M.: Nessun problema. Non lo so se, beh, se il Pepi la sentì anche come teste…
Avv. Nino Filastò: No no, il Pepi, l’avvocato Pepi fece soltanto il controesame…
P.M.: Bene.
Avv. Nino Filastò: … rispetto alle domande fatte da lei.
P.M.: Nessunissimo problema.
Avv. Nino Filastò: Ho controllato sul verbale. Signorina Bartalesi, appunto, come si diceva poco fa, lei è già stata sentita.
A.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: E io, come difensore di suo zio, le faccio delle domande che hanno un po’ a che vedere sia sulla sua posizione, sui suoi rapporti con lo zìo, ma con riferimento, in particolare, a degli aspetti della vita di suo zio, che mi sembrano rilevanti.
A.B.: Sì sì, naturale.
Avv. Nino Filastò: Ecco, intanto volevo un momentino chiarire un po’ meglio per quale motivo lei, da un certo momento in poi – mi segua – cioè a dire a partire dal ’95, in particolare due mesi del ’95, che se non sbaglio sono luglio e agosto,.. .
A.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: … lei frequenta più assiduamente suo zio. È vero che lei ha avuto una frequentazione più assidua?
A.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Lei l’ha già detto, questo. E a una domanda del Pubblico Ministero, quando lei è stata interrogata l’altra volta, il. 14 luglio del ’97, sul perché questa frequentazione più assidua, lei ha risposto: ‘Perché vedevo che mio zio, quando lo vedevo fuori, era sempre ubriaco, beveva, perché non aveva considerazione da nessuno’. Ora, se volesse precisare un po’ meglio. Non so, voglio dire, che cosa intendeva dire con questo?
A.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Che lei si sentiva… Ci racconti un po’ anche i suoi sentimenti, nei confronti di quest’uomo, vedendolo un po’ – come si usa dire in Toscana -“per le terre”.
A.B.: Sì, ecco, praticamente cioè io vedevo che era poco considerato. Tutti lo conoscevano, anche in paese, però è difficile che… lo salutavano, mai si fermassero a parlarci un po ‘, perché lo pensavano tutti un ubriaco così, dico, non c’era sostanza in questa persona. E invece io ho visto che, riuscendo a parlarci, a instaurare un rapporto con lui, lui si è sentito considerato abbastanza, è riuscito anche a smettere di bere.
Avv. Nino Filastò: Ah. E lei ha detto, fra l’altro sempre rispondendo P.M.: ‘Lo zio non sapeva quello che diceva’. Ecco ‘non sapeva quello che diceva’, che significa? Che straparlava, parlava male, si esprimeva… che vuol dire ‘non sapeva quello che diceva’?
A.B.: A volte…
Avv. Nino Filastò: Faceva dei discorsi sconclusionati?
A.B.: Qualche volta magari, così, parlava di una cosa, tutt’a un tratto ci metteva una parola di un altro discorso. Però, quando parlava con me, ecco, riuscivo a sentire che era una persona normale.
Avv. Nino Filastò: Ma questo fatto di parlare in questo modo sconclusionato, avveniva più spesso quando era ubriaco?
A.B.: Quando era ubriaco, sì.
Avv. Nino Filastò: Sì. E lei ha anche detto che questa condizione, diciamo così, un po’ triste di suo zio, lei ha detto, dice ‘era per colpa di questa figliola che gli era morta’. Lei, è una cosa che riteneva lei?
A.B.: Eh, praticamente sì.
Avv. Nino Filastò: Però, le è capitato di osservare che suo zio avesse un ricordo particolarmente affettuoso nei confronti di questa bambina morta?
A.B.: Eh, hai voglia!
Avv. Nino Filastò: ‘Hai voglia’, vuol dire sì?
A.B.: Sì. Ci pensava continuamente. Infatti, lo portavo una volta la settimana, anche due, al cimitero a trovarla.
Avv. Nino Filastò: Ah, lei lo accompagnava una volta a settimana, anche due volte alla settimana, al cimitero a trovare la tomba della bambina?
A.B.: A volte, a trovare la bambina, a cambiargli i fiori, sì.
Avv. Nino Filastò: Ecco, e la curava luì la tomba?
A.B.: Sì sì, ci pensava a tutto lui.
Avv. Nino Filastò: E l’accompagnava lei, guidando lei la macchina?
A.B.: Sì, prendevo la mia macchina e lo portavo lì.
Avv. Nino Filastò: Mi scusi, signorina, ma lei mi sembra un pochino… c’ha una macchina speciale, lei?
A.B.: Sì, una macchina con i comandi per invalidi, c’ho 1’acceleratore-freno, modifiche allo sterzo.
Avv. Nino Filastò: Ho capito. Molto bene. Naturalmente questa è una domanda che ho fatto anche ad altre persone, la faccio anche a lei: sa se suo zio è religioso?
A.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Va a…
A.B.: Cioè io, da quello che posso vedere io, soltanto quando andava al cimitero, ecco…
Avv. Nino Filastò: Pregava?
A.B.: La sua preghiera gliela diceva, alla bambina, davanti alla bambina.
Avv. Nino Filastò: Benissimo. Senta signorina, lei, di fronte a questa situazione che le faceva un po’ compassione di suo zio…
A.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: … si sentì come di prendere un po’ il posto di questa figliola che gli era morta?
A.B.: Sì. Io pensai, praticamente, che l’amore di lei che gli manca perché è morta, glielo posso dare io.
Avv. Nino Filastò: Ecco, pensò questo. Ora questo suo atteggiamento, diciamo così, caritatevole, in questo momento, è da mettersi in relazione con quello che le era capitato, con la grave malattia da cui era stata colpita e con la guarigione?
A.B.: Eh, probabilmente sì, perché quando ti scontri contro la morte capisci che cos’è la vita.
Avv. Nino Filastò: Senta, queste cose lei le ha anche scritte, vero?
A.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Leggo, per esempio, una cosa che lei scrive in questo libro intitolato “Speranza di vita”, Oasi Editrice; non è una gran casa editrice questa Oasi, vero? L’hanno un po’ imbrogliata, vero?
A.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: “E credo”, lei scrive “non ci sia disperazione più profonda di quella di veder morire un figlio, cercare di assisterlo, dargli conforto e vederlo avvicinarsi sempre più al baratro della morte”. Pensava un po’ anche a quello che era avvenuto a suo zio, scrivendo questo?
A.B.: Eh, sì, sa, tu le scrivi per te, pensando a te, ma poi c’è sempre qualcosa che…
Avv. Nino Filastò: Certo.
A.B.: Che tu c’hai dentro, degli altri.
Avv. Nino Filastò: Poi lei scrive anche, in un’altra di queste poesie: “Eppure ho sempre cercato di fare del mio meglio per dare tutto a chi ne aveva bisogno, capire e amare gli altri”. Questo si inserisce in quello che lei stava dicendo prima.
A.B.: Eh, certo.
Avv. Nino Filastò: È un sentimento che lei ha avvertito dopo questa traversia che ha subito, in particolare? Oppure era così caritatevole anche prima?
A.B.: Ero anche prima, ma riuscivo a farlo vedere meno, ecco.
Avv. Nino Filastò: Meno.
A.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Si esprimeva meno.
A.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: E c’è un’altra di questa poesie che è intitolata “I vecchi”, in cui lei, tra le altre cose, dice: “Abbracciamo i vecchi, dimostrandogli il nostro amore, la nostra amicizia e i nostri sentimenti puri”. Fra questi vecchi c’era il suo zio?
A.B.: Eh. C’erano un po’ tutti.
Avv. Nino Filastò: Ecco, può dirci quando le ha scritte, queste poesie?
A.B.: Quando le ho scritte?
Avv. Nino Filastò: Sì. Ecco, prima di tutto mi dice quando le ha scritte.
A.B.: Sì. Quando sono tornata proprio dall’ospedale.
Avv. Nino Filastò: Vale a dire?
A.B.: ’87-’88.
Avv. Nino Filastò: ’87-’88. E le ha pubblicate nel?
A.B.: Dovevano essere pubblicate nell’89, però non sono state mai, non sono mai andate in libreria, perché quest’editore mi ha truffato.
Avv. Nino Filastò: Sì, comunque, va be’, questo l’abbiamo capito. Però, in ogni caso, la stampa è stata fatta nell’89.
A.B.: Sì, nell’88-’89, eh.
Avv. Nino Filastò: ’88-’89. Lei è rimasta in ospedale per quanto tempo e da quando?
A.B.: Io dal 21 settembre ’85, tornai a casa a giugno-giugno-luglio dell’87.
Avv. Nino Filastò: Dell’87. E quindi questa sua frequentazione un po’ più assidua dello zio quando arriva? In che anno?
A.B.: Nel ’96.
Avv. Nino Filastò: Nel ’96.
A.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Senta, come risulta un po’ da questo libro, lei si sentiva un po’ in debito con molte persone che l’avevano assistita, vero?
A.B.: Sì, anche.
Avv. Nino Filastò: Tant’è vero che molti di questi suoi scritti finiscono con un ringraziamento. Lei ringrazia la mamma, vero?
A.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: I fisioterapisti, in particolare una certa Silvia.
A.B.: Silvia, mmh.
Avv. Nino Filastò: Paolo: chi è questo Paolo?
A.B.: Paolo?
Avv. Nino Filastò: Sì. A un certo punto “Grazie, Paolo”, finisce una poesia.
A.B.: Ah, quello l’era un amico nuovo che m’ero fatta dopo tutta questa storia, sicché…
Avv. Nino Filastò: Poi c’è “Grazie, Stefania e Daniele”: chi sono?
A.B.: Anche questi sono amici di questo gruppo qui.
Avv. Nino Filastò: Va bene. Senta, lei ha parlato poi a quell’altra udienza di un approccio, chiamiamolo così, di tipo amoroso, sessuale, che le venne fatto da questo Lotti. E lei ha detto: “dopo aver mangiato tanto in un posto”, che questo approccio avvenne, è avvenuto quest’approccio, vero?
A.B.: Sì, almeno lui ci ha provato.
Avv. Nino Filastò: Lui ci ha provato.
A.B.: Anche se…
Avv. Nino Filastò: Sì. No no, ma a me non interessa né cosa abbia fatto… Magari, mi saprà dire se, per caso, dopo, ripensandoci dopo, lei ha avuto l’impressione che questo signore si sia un po ‘ approfittato di questa sua…
A.B.: Sì. A ripensarci ora, sì.
Avv. Nino Filastò: Di questa sua disponibilità, di questa sua carità che si rivolgeva anche a lui, perché anche lui era un po’ uno sbandato nel paese, è vero?
A.B.: Eh, dopo tutte le cose che mi diceva a me, non gliene andava mai bene una, ho detto: questo è un po’ come me, è sfortunato.
Avv. Nino Filastò: Ma ha mai sentito raccontare a proposito di Lotti, del fatto che gli facevan degli scherzi, con l’acqua gli tiravano nel capo all’uscita di un bar? Mai sentito?
A.B.: No, questo non l’ho mai sentito.
Avv. Nino Filastò: Ma, comunque, la domanda è questa. Lei dice “dopo aver mangiato tanto in un posto”: e aver anche bevuto?
A.B.: Sì, soprattutto lui.
Avv. Nino Filastò: Soprattutto lui. Questo posto dov’era, come si chiama il ristorante?
A.B.: Al ristorante La Baracchina.
Avv. Nino Filastò: Ah, era La Baracchina.
A.B.: Agli Scopeti, sì.
Avv. Nino Filastò: E lei ha detto che quest’approccio avvenne nella piazzola prima della piazzola famosa.
A.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: “Prima”, intende dire nello slargo che c’è poco dopo il ristorante La Baracchina?
A.B.: Sì. C’è il ristorante, poi c’è questa piazzola dove eravamo noi e poi l’altra, accanto, quella degli omicidi.
Avv. Nino Filastò: Quindi il motivo per cui vi fermaste in quel posto era perché era vicino al ristorante? Eravate usciti dal ristorante?
A.B.: Eh, praticamente sì. Ci s’aveva la macchina parcheggiata lì.
Avv. Nino Filastò: Benissimo. Lei ha detto che una volta con Lotti vi siete fermati a Baccaiano. Dove, esattamente?
A.B.: Sì, a Baccaiano, ora non so come si chiama quella strada, è una strada diritta nei pressi dove c’è stato l’omicidio, mi sembra…
Avv. Nino Filastò: Nei pressi o proprio dove c’è stato?
A.B.: Su quella strada lì, che lui si soffermò un attimo, io gli dissi – mi ricordo – “non mi piace…
Avv. Nino Filastò: Va be’, via, lasci perdere. Ma lei ha riconosciuto il posto come il posto dove era avvenuto 1’omicidio?
A.B.: Sì, perché l’ho visto diverse volte in televisione.
P.M.: (voce non udibile) L’ha bell’e…
Avv. Nino Filastò: Le chiedevo questo, ora. Il suo zio l’ha mai infastidita, a lei?
A.B.: Mai.
Avv. Nino Filastò: Ma, dico, per infastidire intendo varie cose. Non so, battute pesanti.
A.B.: No, ecco, forse ero l’unica che riusciva a scansarle, avendo un rapporto così vicino a lui.
Avv. Nino Filastò: Molestie sessuali di qualsiasi specie, da parte di suo zio, ne ha mai avute?
A.B.: Mai, no, no.
Avv. Nino Filastò: L’hai mai sentito, o saputo, dire che suo zio molestasse delle altre ragazze?
A.B.: No, non l’ho saputo.
Avv. Nino Filastò: Ha mai parlato con Lotti della famiglia del Lotti, lei?
A.B.: Sì, una volta. Cioè a volte me n’ha parlato lui, di questa mamma che è stata, mi ha detto, tanto tempo, per degli anni in manicomio a Volterra. E questo babbo che gli era morto da tanti anni.
Avv. Nino Filastò: Sì, che poi c’è stata la storia che il suo fidanzato disse che il babbo non era morto, invece, vero?
A.B.: Sì, ma anche quello ne sapeva…
Avv. Nino Filastò: E che poi, invece, era morto davvero. Insomma, tutta questa cosa…
A.B.: Mmh.
Avv. Nino Filastò: … così. E della sorella gliene ha mai parlato il Lotti, a lei?
A.B.: No, ecco.
Avv. Nino Filastò: Della sua sorella.
A.B.: Sembra strano, perché so che c’era la sorella, però non me ne ha mai parlato.
Avv. Nino Filastò: Che lei sappia, a parte evidentemente era molto più giovane, ma insomma, rispetto a questa frequentazione del luglio-agosto del ’95 o ’96 – ora lei ha detto ’96, ma a me risulterebbe ’95; comunque, è la stessa cosa -…
A.B.: Sì, eh, probabilmente ho sbagliato.
Avv. Nino Filastò: Probabilmente ha sbagliato. 15 o 10 anni prima, che lei sappia, si ubriacava suo zio?
A.B.: Che io sappia, no.
Avv. Nino Filastò: Quando uscivate insieme, la sera, lei, Vanni e Lotti, perché andavate spesso a cena insieme, vero?
A.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Ma spesso veniva con voi anche la sorella di Vanni?
A.B.: Sarà venuta quattro volte, tre o quattro volte. Lei era anziana, era sempre stanca.
Avv. Nino Filastò: Quanti anni aveva?
A.B.: Eh, quanto c’aveva? Intorno agli 80.
Avv. Nino Filastò: E poi lei, come ha detto a verbale del 14 luglio del ’97, ha smesso di frequentare lo zio perché si accorse che aveva smesso di bere. È così?
A.B.: Dissi io, non ha più bisogno di me, insomma, visto che ce la fa da sé, almeno, cioè, si dà forza da solo praticamente.
Avv. Nino Filastò: Io non ho altre domande.
P.M.: Un paio soltanto, signorina Bartalesi. Altro oggetto… Alle domande del P.M. ha risposto abbondantemente nello scorso luglio. Lei, ha detto, è stata in ospedale nel periodo ’85-’87, no?
A.B.: ’85-’86.
P.M.: ’86?
A.B.: Sì.
P.M.: ’86, chiedo scusa.
A.B.: No, ora fo un po’ di confusione anch’io, probabilmente.
Presidente: No, prima lei ha detto 787, ho capito anch’io.
P.M.: Anch7io ho capito 787.
A.B.: E allora mi scuso, ho sbagliato.
Presidente: ’86, allora?
P.M.: Insomma, circa un anno, quant’è che è stata?
A.B.: ’86, sì, perché nell7anno dopo, cioè, dopo nove mesi dal 21 settembre 7 85 , io cominciai a camminare, e subito mi operarono, sicché stetti un altro mese in ospedale.
P.M.: Senta, in questo periodo in cui lei era in ospedale, questo suo zio a cui lei è così affezionata, come ci ha raccontato, veniva a trovarla in ospedale?
A.B.: No, io non ricordo di averlo mai visto. E forse è per questo che dopo mi ci sono riavvicinata tanto, perché sono stata tanto tempo senza vederlo.
P.M.: Sì. Ma, scusi, lei è stata malata nell’85-’86, poi sono passati dieci… 3 non è ma; venuto. E poi lei lo…
A.B.: Ma quando sono tornato a casa…
P.M.: Lo riscopre nell786? Nel ’96 ‘ – chiedo scusa – ci si è riavvicinata? In questi dieci anni, lui veniva a trovarla?
A.B.: Sì, quando tornai a casa dall’ospedale, ogni tanto, lo vedevo, veniva a trovarmi a casa, hai voglia. All’ospedale, no; ma a casa, sì.
P.M.: E quando invece lui, nel ’96, dopo che… Nel ’95 – scusi – dopo che, diciamo, si era disintossicato, da come ci racconta lei, andò lui all’ospedale, lei ci ha detto non andava a trovarlo. Io non ho capito come mai – se era così vicina a questo zio, lui andò in ospedale a fine ’95 – lei non andò a trovarlo. Gliel’ho già fatta questa domanda. Volevo capire. Siccome lei ci dice, ‘in quel periodo lo volevo aiutare’, tutte quelle belle cose che ci ha detto, quelle poesie; come mai è in ospedale lei, è in ospedale lui e non vi…
A.B.: Sì, ma probabilmente…
P.M.: Tutto questo grande affetto zio-nipote, nel momento importante lo vedo, da quello che dice lei, un po’ più carente.
A.B.: E’ giusto. Ma mi dicevano tutti come stava, di continuo. Però, sarà anche perché io la macchina mia non l’ho mai presa per uscire dal paese, se non per andare a lavorare, i miei non erano contenti se la prendevo per andare a Firenze o a trovare… insomma. E allora non…
P.M.: Ma i suoi parenti non andavano a trovarlo, la sua mamma, lei con le sue sorelle? C’è questo zio all’ospedale, lei ha fatto così tanto per curarlo dal bere, e non va a trovarlo all’ospedale?
A.B.: E probabilmente non ho avuto mai l’imbarco giusto per andare.
P.M.: Bene. Senta una cosa… No, non ho altre domande, grazie. Ah sì, scusi, ecco l’altra. Lei oggi, chiedo scusa Presidente,…
Presidente: Prego, prego.
P.M.: … ci ha parlato di queste visite al cimitero per andare a trovare la bambina dello zio. Fece presente che – è stata sentita più volte, di questo non ne ha mai parlato, va be’ – però, parlava invece che andava a trovare un’altra persona, che andava a trovare il suo amico Dori, e lei lo accompagnava a trovare il Dori.
A.B.: Ah, sì, anche questo.
P.M.: Oggi… E poi, anche all’ultimo dibattimento, io ho qui il verbale – a sua domanda -, lei dice: “Lo portavo a volte al cimitero, in qua e in là, con la macchina”. Nel corso dell’esame del P.M., durante le indagini, aveva detto andava a trovare il Dori. Se ne era dimenticata?
A.B.: Sì, me n’ero dimenticata, perché m’ha rammentato la bambina, l’avvocato, e allora m’è venuto in mente quello e basta. Sì, l’ho portato anche a trovare il Dori.
P.M.: Ma era nello stesso cimitero?
A.B.: No, era in un altro cimitero, a Sant’Andrea in Percussina.
P.M.: Bene, non ho altre domande, grazie.
Presidente: Voi altri? Bene.
Avv. Nino Filastò: Io ho un’altra domanda, Presidente.
Presidente: Bene.
Avv. Nino Filastò: L’ospedale dove lei si trovava ricoverata dov’era?
A.B.: A Careggi.
Avv. Nino Filastò: A Firenze.
A.B.: Sì, a Firenze.
Avv. Nino Filastò: Lei sa che suo zio non guida la macchina?
A.B.: Eh, no, infatti, non ho mai aspettato che venisse.
Avv. Nino Filastò: Quindi, una delle ragioni per cui non veniva a trovarla, probabilmente era per questo.
A.B.: Sì, infatti.
Avv. Nino Filastò: E a sua volta, lei, pare che dopo…
P.M.: (voce non udibile) No no…
Avv. Nino Filastò: Sì, ma nel controesame pare si possan fare, delle domande suggestive.
P.M.: Nessun problema.
Avv. Nino Filastò: L’ho sentito dire, ecco.
P.M.: Sì.
Avv. Nino Filastò: A me non mi torna nemmen tanto, ma comunque…
Presidente: Non c’è problema, non c’è problema.
Avv. Nino Filastò: Grazie, Presidente. Lei ha un po’ di difficoltà a guidar la macchina? Lei ce l’ha vero?
A.B.: Eh, un po’ sì, sulle strade che conosco bene no, come quella che faccio tutti i giorni per andare a lavorare. Ma sulle altre, sì.
Avv. Nino Filastò: Senta, a proposito di una certa frase detta dal Lotti: “Non andar da sola con lo zio”; potrebbe… Lei l’ha interpretata come? L’ha interpretata anche nel senso che c’aveva delle difficoltà lei a guidare la macchina?
A.B.: Sì. Un po’ fra questo e un po’ fra che dice, lui poteva pensare, ‘se va da sola con lui io rimango da solo’.
Avv. Nino Filastò: Ho capito.
A.B.: Eh.
Presidente: Bene, può andare signorina. Grazie.
A.B.: Prego.
Presidente: Altro teste, avvocato, chi è?
Avv. Nino Filastò: Di questi testi, potrebbe essere, beh, c’è una signora: chiamiamo la signora. La signora Anna Bandinelli.
Presidente: (voce non udibile)
Anna Bandinelli: A Montespertoli il 1 marzo 1947. A San Casciano Val di Pesa in Bellucci Dorvà 16
(voce non udibile)
A.B.: Devo legger forte?
(voce non udibile)
A.B.: “Colpevole della responsabilità…
Avv. Nino Filastò: No, colpevole no.
Presidente: Colpevole no, signora.
Avv. Nino Filastò: È entrata proprio nel vivo dell’ambiente.
A.B.: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”.
Presidente: Signora, lei vuol essere ripresa dalla telecamera o no?
A.B.: No no, assolutamente no.
Presidente: Niente telecamere, per cortesia. La prego, avvocato, il punto G…
Avv. Nino Filastò: Volevo dire che, me lo son dimenticato, questo valeva anche per l’Alessandra Bartalesi, l’aveva detto prima, eh. Quindi, se qualcuno l’ha ripresa, lo tenga presente.
Presidente: Effettivamente ci siamo dimenticati. Perché anche l’altra volta non fu ripresa.
Avv. Nino Filastò: E anche per la Francesca Bartalesi. Sia per Francesca che per Alessandra, vale. Che avevan già detto di non voler esser riprese, la volta precedente in cui erano state interrogate. Signora, io le faccio le domande, forse un po’ così a tentoni, su una festa che c’è stata a Cerbaia intorno all’8 di settembre del 1985. Se la ricorda lei?
A.B.: Sì, partecipavo alla festa, nell’85. Ero in cucina, ero cuoca, quindi…
Avv. Nino Filastò: Lei era cuoca dove?
A.B.: In cucina, al gastronomico della Festa dell’Unità.
Avv. Nino Filastò: Quindi c’era la Festa dell’Unità, a Cerbaia.
A.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: E lei era nella cucina.
A.B.: In cucina, insieme ad altre persone, diciamo, non ero l’unica insomma.
Avv. Nino Filastò: Signora, questa cucina era all’aperto?
A.B.: È una struttura, diciamo, come si può dire?, mobile. Ed è montata, però è chiusa, diciamo, noi, praticamente, si faceva da mangiare dentro a questo spazio chiuso.
Avv. Nino Filastò: Ma lei riusciva a vedere gli avventori?
A.B.: No, assolutamente, perché non si aveva nessun rapporto noi, perché c’è lo spazio apposito dove si consegna, diciamo, i piatti già completi.
Avv. Nino Filastò: Quindi lei, signora, è in grado di dire se vennero a cena, lì, oppure non so, per qualche ragione vennero in cucina, questi due…
A.B.: No, assolu…
Avv. Nino Filastò: Aspetti, le dico chi.
A.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Questi due ragazzi francesi, che poi furono trovati morti?
A.B.: No, io assolutamente. Perché è impossibile, perché nell’interno non può entrare solo che operatori, praticamente, che fanno il servizio. Anzi, perché si sta in camice, abbiamo tutte le cose, le tessere sanitarie, e quindi non possono entrare gli estranei.
Avv. Nino Filastò: Ha sentito dire da qualcuno che erano presenti?
A.B.: Dopo una settimana, l’ho letto sul giornale che questi due ragazzi avevano mangiato le pappardelle a Cerbaia. Però, io…
Avv. Nino Filastò: L’ha letto solo sul giornale.
A.B.: Solo sul giornale.
Avv. Nino Filastò: Nessuna delle altre persone che erano lì…
A.B.: No, assolutamente. Io, no.
Avv. Nino Filastò: Allora, io non posso fare altro che scusarmi con lei per averla disturbata, signora.
A.B.: Bene. Grazie.
Presidente: Altre domande?
Avv. Nino Filastò: No, io. Aspetti.
Presidente: Aspetti, signora, aspetti, aspetti.
Avv. Nino Filastò: … se qualcuno vuole farle delle domande.
Presidente: Pubblico Ministero?
P.M.: No, Presidente.
Avv. Nino Filastò: Signora, la festa… Scusi, una sola domanda allora.
A.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Forse l’unica che, in qualche maniera, risulterà pertinente. Questa festa si tenne in che giorni?
A.B.: Mi sembra dal 6 settembre al… diciamo, praticamente sono dodici giorni, iniziava il 6 di .settembre, mi sembra. E un’altra settimana, diciamo così, mi sembra, perché ora non mi ricordo.
Avv. Nino Filastò: Ho capito. Quindi…
A.B.: Sono dodici giorni l’anno, e quindi i numeri…
Avv. Nino Filastò: Dodici giorni a partire dal 6 settembre.
A.B.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Grazie. Non ho altre domande.
A.B.: A posto?
Avv. Nino Filastò: Certo, signora.
A.B.: Posso andare?
Presidente: Pubblico Ministero? Altre parti?
P.M.: Nessuna domanda, grazie.
Presidente: Bene, può andare. Grazie.
Avv. Nino Filastò: Allora sentiamo il teste Fantoni. Mi devo scusare con la Corte per questa testimone, che non sapeva un accidente di niente. Ma penso che, insomma, un avvocato purtroppo va molto a tentoni spesso. I Carabinieri da mandare in giro non ce li ha.
P.M.: Qui invece c’abbiamo, volendo, tanti verbali…
Presidente: Fantoni? Come si chiama? Fantoni Marcello?
Marcello Fantoni: Sì.
Presidente: Vuole essere ripreso dalle telecamere?
M.F.: No, se è possibile no.
Presidente: Bene.
M.F.: Gradirei.
Presidente: Aspettiamo un attimo, perché deve venire la segretaria, che si è assentata un attimo.
P.M.: Il signor Fantoni è stato sentito tre volte: una dalla P.G., una dal P.M. e una nel processo Pacciani.
Avv. Nino Filastò: Anche al dibattimento?
P.M.: Se è lo stesso. Lei si…
M.F.: Io non sono mai stato…
P.M.: Allora è un altro Fantoni. Come non detto.
M.F.: Io, è la prima volta.
P.M.: Chiedo scusa.
M.F.: Prego.
Avv. Nino Filastò: Qui mi fa presente il Pubblico Ministero che posso aver sbagliato a citare un Fantoni per un altro.
P.M.: No, c’è un Fantoni Marcello sentito sia dal P.M. che dalla P.G., che è al processo Pacciani.
Avv. Nino Filastò: Probabilmente io… Sempre sulla circostanza della festa di Cerbaia?
P.M.: Bravo.
Avv. Nino Filastò: E allora… va beh. Ho sbagliato Fantoni. Lei si chiama di nome?
M.F.: Fantoni Marcello.
Avv. Nino Filastò: Anche lei.
M.F.: Certo.
Avv. Nino Filastò: Anche lei. Ma ce n’è due di Fantoni Marcello, allora.
M.F.: Io non voglio mettere, non voglio dire i nomi che non riguardano; però so che c’è un altro Fantoni Marcello a Mercatale per esempio. Però non ha nulla a che vedere con la Festa de L’Unità a Cerbaia. Per dire che c’è un omonimo uguale al mio nome e cognome guarda caso però, non ha nulla a che vedere…
Avv. Nino Filastò: Cerchiamo di chiarire le cose.
(voce non udibile)
M.F.: Il 20 novembre 1949.
Presidente: Dove?
M.F.: A San Casciano Val di Pesa.
(voce non udibile)
M.F.: A San Casciano Val di Pesa.
(voce non udibile)
M.F.: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità, e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”.
Presidente: Prego.
Avv. Nino Filastò: Signor Fantoni, lei non è mai stato sentito prima di oggi.
M.F.: No.
Avv. Nino Filastò: Lei svolgeva qualche ruolo alla Festa de L’Unità di Cerbaia?
M.F.: Sì, servivo i pasti della Festa all’interno.
Avv. Nino Filastò: Praticamente lei sarebbe un volontario, diciamo così…
M.F.: Esatto.
Avv. Nino Filastò: … del Partito per intendersi…
M.F.: Certo, certo.
Avv. Nino Filastò: Lei ebbe occasione di vedere a questa festa, a questo ristorante una coppia, fra quella coppia di ragazzi francesi che poi vennero uccisi?
M.F.: Certo. Li ho serviti pure a tavola.
Avv. Nino Filastò: Ah, sì?
M.F.: Sì.
Avv. Nino Filastò: È sicuro di questo? Li ha riconosciuti come?
M.F.: Certo, li ho riconosciuti il giorno dopo che li ho visti sui giornali.
Avv. Nino Filastò: E vennero a mangiare lì, loro.
M.F.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Io vorrei sapere una cosa, lei dovrebbe fare uno sforzo per ricordarsi questa circostanza. Se se la ricorda lo dice, se non se lo rammenta… Io vorrei sapere se il giorno che lei li ha serviti…
M.F.: Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: … era sabato o domenica.
M.F.: Cioè, il sabato sera o la domenica sera?
Avv. Nino Filastò: Sì. Se lo ricorda?
M.F.: Io sinceramente… mi sembra la domenica.
Avv. Nino Filastò: Le sembra la domenica?
M.F.: Mi sembra la domenica. Però,… dovessi insistere e appropriare su una data come su altre… su un orario, come si fa? Mi sembra la domenica però…
Avv. Nino Filastò: Lei ci ha ripensato dopo?
M.F.: Cioè, c’ho ripensato a questa cosa, all’accaduto?
Avv. Nino Filastò: Sì. A questa… all’aver visto questi giovani…
M.F.: Cioè, non capisco come vuol dire, se c’ho ripensato…
Avv. Nino Filastò: Beh, voglio dire, lei apprende che questi ragazzi son stati ammazzati in una situazione… Lei li riconosce in fotografia…
M.F.: Certo. Li riconosco il giorno dopo sul giornale, sì, appunto. Cioè, mi venne spontaneo di dire: ‘porca miseria, questi l’ho serviti ieri sera a tavola io’.
Avv. Nino Filastò: Ho capito. Si ricorda cosa mangiarono?
M.F.: Io mi ricordo che… per secondo non me lo ricordo, ma il classico: pappardelle alla lepre, questo me lo ricordo bene.
Avv. Nino Filastò: Ho capito. Chi c’era con lei a servire anche?
M.F.: C’erano altri nomi che, diciamo, non fanno parte di questo gruppo che momentaneamente siamo stati…
Avv. Nino Filastò: Un certo signor Malonchi, no, non c’era? Malonchi.
M.F.: Malanchi era in cucina se non sbaglio.
Avv. Nino Filastò: Cantini?
M.F.: Cantini anche lui in cucina.
Avv. Nino Filastò: Va beh…
M.F.: A servire a tavola con me c’erano altri nomi che, al momento, diciamo, non… cioè, al momento, c’erano, però non ebbero l’occasione di servire questa coppia e perciò non ebbero l’occasione di… come si dice?…
Avv. Nino Filastò: Lei ci parlò con questa coppia?
M.F.: Sì, un attimino. Perché a mala pena parlo un attimo di francese e gli chiesi semplicemente se gli piacquero questo…
Avv. Nino Filastò: Gli erano piaciute queste pappardelle?
M.F.: Sì, gli piacquero. Poi, nulla di particolare. Non mi misi a chiedergli poi tante cose, ecco.
Avv. Nino Filastò: Io non ho altre domande. Comunque sul sabato e la domenica lei non è certo, insomma?
M.F.: Mah, come ripeto, mi sembra la domenica. Io…
(voce non udibile)
P.M.: Questi li ho serviti a tavola io ieri sera. Non vedo perché si debba di’ che un è certo.
Avv. Nino Filastò: Va beh, perché ieri sera dovrebbe essere ieri l’altro sera…
P.M.: E allora se si sentano e poi un ci va bene…
Avv. Nino Filastò: No, a me un mi va… Che c’entra un mi va bene? Io ho chiesto se è sicuro e ha detto quello che ha risposto. Basta.
P.M.: Ha detto di sì…
Avv. Nino Filastò: Io non faccio nessuna forzatura.
Presidente: Pubblico Ministero, lei?
P.M.: Nessuna domanda, Presidente.
Presidente: Gli altri? Prego, può andare. Grazie.
M.F.: Grazie a voi.
P.M.: Abbiamo sempre sostenuto questo, quindi… l’ha sempre detto.
Avv. Nino Filastò: Facciamo venire questo signor Malonchi, come si chiama… Malanchi.
Presidente: Malonchi Massimiliano.
(voce non udibile)
M.M.: Come?
(voce non udibile)
M.M.: Firenze il 30 ottobre 1967
(voce non udibile)
M.M.: Cerbaia in via Sacchi e Vanzetti 11
(voce non udibile)
M.M.: Malanchi Massimiliano. “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità, e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”.
Presidente: Senta, vuol essere ripreso dalle telecamere?
M.M.: No.
Presidente: La televisione?
M.M.: No.
Presidente: Bene, niente telecamere. Prego, avvocato Filastò.
Avv. Nino Filastò: Signor Malanchi, abbiamo appreso dal testimone precedente che lei era addetto in cucina nella tavola calda, ristorante de la Festa de L’Unità di Cerbaia intorno all’8-9 di settembre del 1985.
M.M.: Io ero a i’ bar, addetto al bar.
Avv. Nino Filastò: Addetto al bar. Lei si ricorda di aver visto al bar o nel… Il bar è…
M.M.: Staccato dalla cucina.
Avv. Nino Filastò: E’ staccato dalla cucina e alla prospettiva dei tavoli.
M.M.: In parte.
Avv. Nino Filastò: Lei ha visto fra gli avventori quella coppia di francesi che poi verrà uccisa?
M.M.: No.
Avv. Nino Filastò: Non ci ha fatto caso.
M.M.: (nega).
Avv. Nino Filastò: Ha parlato con qualcuno degli altri addetti che hanno… per esempio col signor Fantoni Marcello che abbiamo sentito poco fa, che ha detto di aver visto questi ragazzi? Ne avete discusso di questo omicidio?
M.M.: Io praticamente son… a parte non si sapeva nulla di questa cosa. L’ho conosciuta successivamente, non in quei giorni. Addirittura di questa di Fantoni, ni’ ’92, mi sembra, sicché… proprio…
Avv. Nino Filastò: Lei si è disinteressato di questo fatto?
M.M.: No, non si sapeva nemmen che c’era stato appunto, questi ragazzi a mangiare. Io non sapevo nulla.
Avv. Nino Filastò: L’ha sentito dire nel ’92 da Fantoni, a distanza di tanti anni.
M.M.: Dopo da altri, ma…
Avv. Nino Filastò: Da altri l’ha sentito dire?
M.M.: Come?
Avv. Nino Filastò: Ha sentito dire da altri che questi ragazzi eran stati lì a mangiare?
M.M.: Non ho sentito dire che eran stati lì a mangiare, ho sentito… dopo, coi giornali, queste storie vengono fori. Dice che avevan mangiato alla Festa de L’Unità. Ma, io, persone che m’avessero detto ‘c’è stato questi signori’, l’è venuto fori dopo tutti questi… Di Fantoni nel’92…
P.M.: Sui giornali?
M.M.: Sui giornali.
Avv. Nino Filastò: Qualcun altro?
M.M.: No. Cioè, a parte ora, naturalmente.
Avv. Nino Filastò: Senta, lei ci saprebbe dire il nome di qualcun altro che serviva in tavola? A parte Fantoni che serviva in tavola, questo lo sa lei.
M.M.: L’ha detto lui. Io non l’ho visto.
Avv. Nino Filastò: Non lo conosceva lei?
M.M.: Hai voglia. Non sapevo che l’aveva serviti lui, l’ha detto lui…
Avv. Nino Filastò: No, no. Ma lasci perdere se ha servito, hanno servito o meno i francesi. Io voglio sapere se le risulta che Fantoni Marcello serviva in tavola?
M.M.: Quel giorno? Non lo posso dire. Che abbia visto Fantoni Marcello servire in tavola, non lo posso dire.
Avv. Nino Filastò: E non può dire nessun altro che serviva in tavola là?
M.M.: A una Festa de L’Unità c’è diversa gente.
Avv. Nino Filastò: Sì, lo so.
M.M.: Io so i’ che facevo io. I’ che facevan gli altri, posso dire che l’Anna l’era in cucina perché la fa sempre da un anno a un altro la cucina. Ma chi c’era a servire in tavola, non c’è una persona; ce n’era… c’è più gente che fa quel lavoro. Chiunque può arrivare e dire: c’è bisogno di una mano? Sì, do una mano. Bene. Come si fa a saperlo?
Avv. Nino Filastò: E non si ricorda nessun nome, lei?
M.M.: No.
Avv. Nino Filastò: Va beh. Grazie.
M.M.: Prego.
Presidente: Pubblico Ministero?
P.M.: Nessuna domanda, grazie.
Presidente: Gli altri? Bene, può andare. Grazie.
M.M.: Buonasera. Grazie.
Avv. Nino Filastò: Cantini.
Presidente: Lei come si chiama? Cantini?
Angelo Cantini: Cantini Angelo.
Presidente: Vuol essere ripreso dalle telecamere o no?
A.C.: No.
Presidente: Per cortesia, niente telecamere. Allora, dia le generalità alla signorina.
(voce non udibile)
A.C.: A San Casciano Val di Pesa.
(voce non udibile)
A.C.: Il 7 aprile 1938.
(voce non udibile)
A.C.: A Cerbaia.
(voce non udibile)
A.C.: Via Mameli 5
(voce non udibile)
A.C.: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità, e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”.
Presidente: Prego, avvocato.
Avv. Nino Filastò: Grazie, Presidente. Signor Cantini.
A.C.: SI.
Avv. Nino Filastò: Le farò delle domande sulla Festa de L’Unità di Cerbaia del 1985. È passato diverso tempo.
A.C.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Dell’8-9 settembre. Lei si ricorda aveva partecipato a questa…?
A.C.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Lei lavorava per caso al ristorante o alla tavola calda del… ?
A.C.: Io lavoravo alle griglie. Far cocere la carne.
Avv. Nino Filastò: A cocere la carne.
A.C.: C’ho un verbale fatto dai Carabinieri e poi fatto dalla DIGOS. Io, quanto ho detto lì… ha visto, ora…
Avv. Nino Filastò: No, ma io non lo conosco ‘sto verbale. Abbia pazienza, perché…
A.C.: Per me…
P.M.: Lo possiamo procurare.
Avv. Nino Filastò: Grazie, Pubblico Ministero.
P.M.: Però, non al volo.
Avv. Nino Filastò: No, no. Non pretendo tanto, per carità. Apprezzo già di per sé la disponibilità.
P.M.: Se non altro, c’abbiamo un signore che aveva parlato allora.
(voce non udibile)
P.M.: Scusi, intervengo solo. Si ricorda che Carabinieri erano?
A.C.: Sì, il maresciallo dei Carabinieri di San Casciano.
P.M.: Bene, grazie.
Avv. Nino Filastò: Minoliti.
P.M.: No, all’epoca no.
A.C.: Il nome…
Avv. Nino Filastò: Lodato.
A.C.: … un me lo ricordo.
Avv. Nino Filastò: Un se lo ricorda. Va bene. Signor Cantini, la sua collocazione alle griglie le consentiva di vedere gli avventori, le persone che venivano a mangiare?
A.C.: Difficile. Sì, passavano ma un si può mica tenere, parlare con tutti, vero? E vanno via…
Avv. Nino Filastò: No, no. Semplicemente vederli.
A.C.: Difficile, perché siamo dietro…
Avv. Nino Filastò: Volevo chiederle: lei si rese conto, si accorse che eran venuti a mangiare lì i due giovani francesi che poi i giornali comunicarono erano morti, ammazzati agli Scopeti?
A.C.: Sì, guardi mi scusi se io ripeto la solita cosa.
Avv. Nino Filastò: Eh, no no.
A.C.: Però, e c’ho un verbale il quale, ho testimoniato che io ho parlato con loro e sono andato a mangiare.
Avv. Nino Filastò: Ah, benissimo.
A.C.: Sicché se la guarda il verbale, lì c’è tutto.
P.M.: L’abbiamo trovato. Se interessa…
A.C.: Col la DIGOS, anche con la DIGOS dopo cinque anni.
P.M.: Se vieni a leggertelo qui.
Avv. Nino Filastò: Mi sposto nel campo avversario.
(voce non udibile)
Avv. Nino Filastò: Siccome è venerdì…
P.M.: Sembra che quel verbale diceva la sera del venerdì 7.
(voce non udibile)
Avv. Nino Filastò: Va bene. Quindi lei dice di aver visto questi due giovani che le è sembrato di riconoscere poi, sulle fotografie.
A.C.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Ecco, che giorno era?
A.C.: Guardi, dopo 12 anni… Io ho scritto i’ che c’è su i’ verbale, confermo quello.
A.C.: Lei disse venerdì.
A.C.: Io confermo i’ che c’è su i’ verbale.
Avv. Nino Filastò: Oggi un potrebbe dire se invece di venerdì era sabato o domenica?
A.C.: Come fo a di ‘ sabato o domenica? Questo…
Avv. Nino Filastò: Lei ha detto di averci parlato con questi ragazzi.
A.C.: Sì, perché, guardi caso, avevo fatto i coniglioli a i’ cartoccio. E passaron di lì e videro questo… ‘o che roba c’è lì dentro?’ Ecco, e basta. Mi pare l’avevo specificato anche su i’ verbale.
Avv. Nino Filastò: Sì, senta ma quindi si rese conto se parlavan francese o italiano?
A.C.: Lui parlava… lo capivo bene, ecco.
Avv. Nino Filastò: Ma c’aveva un accento…
A.C.: Sì, sì.
Avv. Nino Filastò: Era accento francese.
A.C.: Quello…
Avv. Nino Filastò: L’erre moscia eccetera.
A.C.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Insomma, va beh. Accento francese…
A.C.: Insomma, io ora il francese…
Avv. Nino Filastò: Non italiano insomma.
A.C.: Non italiano, ecco.
Avv. Nino Filastò: Straniero. Com’era ‘sto ragazzo, alto, basso…?
A.C.: Ora…
Avv. Nino Filastò: Lei ha detto proprio: ‘i due parlavano francese’. Ci sa dire se c’era… un nome o nomi di qualche altra persona che in quell’occasione…
A.C.: Siamo tanti lì, come si fa a ricordassi di tutto? Una cosa…
Avv. Nino Filastò: Delle persone, una sola.
A.C.: In dove?
Avv. Nino Filastò: Che lavoravan con lei. Lei è un volontario naturalmente?
A.C.: Sì, siamo dei volontari.
Avv. Nino Filastò: Frequentate una sezione?
A.C.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Ecco. Allora, qualcun altro?
A.C.: No, lì a i ‘ foco ci sta sempre uno. Un è che si stii dieci, vero?
Avv. Nino Filastò: Ma un po’ lontano dal fuoco a servire…?
A.C.: C’erano a servire, c’era quelli che c’era qui.
Avv. Nino Filastò: Il Fantoni c’era, questo l’abbiam saputo. Il Fantoni non c’ha detto nessun altro nome. Lei non se ne ricorda nessuno?
A.C.: Come si fa a ricordarsi…
Avv. Nino Filastò: Dei compagni più assidui.
A.C.: Ma che scherza davvero! Come si fa a ricordare di tutti i compagni che gl’arriva lì. Quello gl’arriva dieci minuti, quello fa un’ora.
Avv. Nino Filastò: No, qualcuno, via. Anche un pochino più…
A.C.: No, un mi ricordo.
Avv. Nino Filastò: Va beh. Non ho altre domande. Ah, comunque gli contesto che, siccome non se lo ricordava, non per contestare una cosa difforme che ha detto oggi; ma per ricordargli che lui parlò di venerdì in questo verbale. E quindi ne chiedo la allegazione agli atti…
P.M.: Abbiamo già provveduto. Ora lo alleghiamo…
(voce non udibile)
P.M.: Presidente, chiedo scusa. Per meglio inquadrare la deposizione del signor Cantini Angelo, il quale è stato onesto, dice: ‘vedete cosa dissi allora, perché ora non me lo ricordo ‘, questa testimonianza è fatta il 17 settembre, quindi qualche giorno dopo i fatti. Per la verità il signor Cantini, all’epoca, fu più realista del re, perché disse: “Non so cosa abbiano mangiato o bevuto. Ho visto scendere dall’auto e hanno ottenuto cibo, ma non so cosa abbiano mangiato né bevuto in quanto a servire non ero io”. Però poi dice: “I due parlavano francese”. E poi dice: “Non posso affermare che i due giovani da me notati fossero gli stessi che sono stati poi uccisi, cosiddetti dal mostro. Ho visto le fotografie apparse sul giornale e mi è sembrato di riconoscere non con certezza i due che erano venuti a mangiare alla Festa de L’Unità. La differenza è che la donna da me notata aveva i capelli più lunghi di quelli della donna raffigurata sul giornale”. Tutto qua. Dato che lo adopriamo per… Lei si ricorda che disse queste cose?
A.C.: Scusi, ma codesto che è quello fatto con la DIGOS o con i Carabinieri di San Casciano?
P.M.: Con i Carabinieri di San Casciano siamo il 17, quindi siamo a sei giorni dopo il fatto, sette giorni dopo il fatto. Controlli se è lei, eh. È Cantini Angelo 07/04/38.
A.C.: Sì, sì. La firma l’è mia.
P.M.: È la sua la firma?
A.C.: La firma sì. Ma il 17…
P.M.: Un po’ di giorni dopo il fatto, no?
A.C.: Sì.
P.M.: Bene. Già l’ha richiesto l’avvocato Filastò, io chiedo di produrlo.
Presidente: (voce non udibile)
P.M.: Sì, lo rifotocopiamo per cortesia. Grazie.
Presidente: Altre domande?
P.M.: Nessuna il P.M., grazie.
Presidente: Avvocato Filastò, lei, altre domande?
Avv. Nino Filastò: No, grazie.
Presidente: Può andare signor Cantini. Grazie.
A.C.: Grazie.
Presidente: Ci sono altri testi avvocato, o no?
Avv. Nino Filastò: No, Presidente per oggi no. Però deposito le citazioni dei testimoni notificate a mezzo ufficiale giudiziario per documentare che la signora Luisa Landozzi Vanni, cioè la moglie dell’imputato Vanni, ha persino rifiutato di ricevere la copia.
P.M.: Non è un buon sintomo per essere così affezionata al marito.
Avv. Nino Filastò: Non c’entra…
Presidente: No, no.
Avv. Nino Filastò: Insomma un apre bocca poeromo, esprime un po’ di veleno il Pubblico Ministero, detto con molta cordialità, ecco. Dopo aver ricevuto le spiegazioni sulle eventuali pene, eccetera eccetera. A me risulta che la signora è assolutamente impossibilitata a muoversi, questo la giustifica ampiamente rispetto alla sua mancata comparizione anche alla tacita protesta per aver ricevuto questo atto. Però, io deposito questo verbale dell’ufficiale giudiziario perché non intendo rinunciare a questa testimone, a questa prova. Riservandomi, eventualmente ove, come c’ha detto del resto il dottor Ciampi, perché questa impossibilità della signora è documentata dal testimone Ciampi che abbiamo sentito, ove la signora fosse impossibilitata a muoversi, mi riservo di chiedere che la Corte, eventualmente, nomini qualcuno dei membri del Collegio per recarsi a casa della signora a sentirla. Perché ho alcune domande abbastanza precise da rivolgerle. Ah, c’è anche un certo Del Mastio…
Presidente: Del Mastio, c’è Del Mastio?
Avv. Nino Filastò: Scusi, m’ero dimenticato di…
Presidente: Allora, sentiamo Del Mastio, scusi.
(voce non udibile)
Presidente: Si chiama lei?
Giuliano Del Mastio: Del Mastio Giuliano.
(voce non udibile)
G.Del.M.: San Casciano Val di Pesa.
(voce non udibile)
G.Del.M.: Quando? Il 27 luglio 1929.
(voce non udibile)
G.Del.M.: A San Casciano
(voce non udibile)
G.Del.M.: Via Fratelli Rosselli 19
Presidente: Vuole deporre… vuole deporre, vuol essere ripreso dalla telecamera o no?
G.Del.M.: No.
Presidente: Niente telecamera.
(voce non udibile)
Avv. Nino Filastò: È a pagina 28.
Presidente: Sì, sì. Punto C.
G.Del.M.: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità, e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”.
Presidente: Prego, avvocato. Prego.
Avv. Nino Filastò: Grazie. Signor Del Mastio, lei conosce Mario Vanni?
G.Del.M.: Sì.
Avv. Nino Filastò: Da quanto tempo?
G.Del.M.: Da 60 anni.
Avv. Nino Filastò: Accidenti, eravate bambini insieme. Perché ora ce n’ha 70. Lei quanti anni ha?
G.Del.M.: 68, per i 69. Gli ho dato la data ora, poco fa.
Avv. Nino Filastò: Ecco. Che ci sa dire del signor Vanni? Le risulta che sia una persona violenta, che fa delle azioni…?
G.Del.M.: No.
Avv. Nino Filastò: Che abbia l’abitudine, per esempio, di importunare le ragazze?
G.Del.M.: Di importunare le ragazze?
Avv. Nino Filastò: Sì, molestarle, sa?
G.Del.M.: No, no. Sono un po’…
Avv. Nino Filastò: No, no. Allora parlerò più forte.
G.Del.M.: Sì. Perché non sento bene.
Avv. Nino Filastò: Senta, frequentavate il bar insieme voi?
G.Del.M.: No, mai.
Avv. Nino Filastò: Lei che fa di lavoro?
G.Del.M.: Sono pensionato.
Avv. Nino Filastò: E prima cosa faceva?
G.Del.M.: Dunque, ho fatto l’artigiano e poi ho lavorato nelle Officine Grafiche Stianti.
Avv. Nino Filastò: Ah.
G.Del.M.: Ho fatto i turni.
Avv. Nino Filastò: Ho capito.
G.Del.M.: Sempre i’ turno.
Avv. Nino Filastò: Le gloriose Officine Stianti. Lei sa se è religioso Vanni?
G.Del.M.: Come?
Avv. Nino Filastò: Se è religioso, se frequenta la chiesa.
G.Del.M.: Ma, sì. Per lo meno, delle volte se n’è parlato.
Avv. Nino Filastò: Sa se ha una moglie ammalata di epilessia?
G.Del.M.: Mah, di che cosa. . . sì, qualcosa credo che abbia. Non sono sicuro ma qualcosa di malanno credo che abbia.
Avv. Nino Filastò: Le è mai capitato di vedere Vanni in giro la notte?
G.Del.M.: No.
Avv. Nino Filastò: Per boschi, per il paese?
G.Del.M.: No.
Avv. Nino Filastò: Sa se è un cacciatore o un pescatore?
G.Del.M.: Non lo so, ma non credo. Comunque non lo posso assicurare, ma non credo.
Avv. Nino Filastò: Lei l’ha visto spesso anche in sua qualità di postino, probabilmente l’avrà servito…
G.Del.M.: No, spesso no. Perché io sa facevo i turni, entravo la mattina alle sei e sortivo all’una oppure entravo all’una e facevo l’otto la sera. Per cui io il bar l’ho frequentato poco.
Avv. Nino Filastò: No ma a parte il bar, volevo sapere se l’aveva visto in qualità di postino.
G.Del.M.: Ah, in qualità di postino no. Mai. In qualità… prima portava… portava dunque, sempre dalle Poste…
Mario Vanni: Espressi.
G.Del.M.: Espressi. Ecco, qualche volta l’ho visto questo qui. Come postino no, non era la mi’ zona.
Mario Vanni: (voce non udibile)
Avv. Nino Filastò: Come procaccia insomma. Di porta’ gli espressi…
G.Del.M.: Sì, ecco. Sì, allora qualche volta l’ho visto. A portare i telegrammi, ecco, queste cose qui.
Avv. Nino Filastò: Va bene. Non ho altre domande.
Presidente: Pubblico Ministero?
P.M.: Sì, solo così per dovere e puntualità. Lei a una domanda che le è stata fatta ha risposto: ‘no, non so se andava fuori la notte nei boschi’. Dico: perché lei c’andava? Come fa a sapere che lui non c’andava? E come mai no secco che non c’andava?
G.Del.M.: Come?
P.M.: Scusi.
G.Del.M.: Sì.
P.M.: Le è stata fatta una domanda, se sapeva se il Vanni andava fuori di notte e le è stato chiesto: nei boschi. Lei ha detto: ‘no’. Io vorrei sapere ha detto no, non lo so, o non c’andava?
G.Del.M.: Ah, non lo so.
P.M.: Ah, ecco. Benissimo.
G.Del.M.: Io non lo so.
P.M.: Bene, grazie.
G.Del.M.: Perché io l’ho visto… lo posso aver visto anche una volta ogni anno, ha capito?
P.M.: E’ stato di una chiarezza inequivocabile.
Presidente: Altre domande? Può andare signor Del Mastio. Signor Del Mastio può andar via. Può andare.
G.Del.M.: Grazie.
Presidente: Ci sono altri testimoni fuori o no?
Avv. Nino Filastò: No.
Presidente: Allora si prosegue domani… lunedì.
P.M.: Lunedì. Grazie, Presidente.
Presidente: Lunedì alle ore 9.00. Che giorno è lunedì? Lunedi 22.
P.M.: Chiedo scusa, per lunedì c’è la citazione dei soli periti o ci sono anche altri?
Avv. Nino Filastò: No, no. Mi pare di aver citato solo i periti lunedì.
P.M.: Bene.
Presidente: Bene.
P.M.: E abbiamo, scusi la. . . , abbiamo conferma o che vengono o meno, questo no.
Presidente: Abbiamo?
P.M.: Se abbiamo conferma che vengono. Perché il professor De Fazio era quella volta che le dissi che lui fino a gennaio non poteva venire; e chiedevo all’avvocato Filastò se, dopo la citazione, ha avuto-conferma che venga.
Avv. Nino Filastò: No, io non ho avuto nessuna… anzi, io ho spedito anche un fax al professor De Fazio. Gli ho mandato la citazione regolare dell’ufficiale giudiziario e in più gli ho mandato un fax per confermare…
Presidente: Manderemo a…
P.M.: Sì, no. Era solo una curiosità.
Presidente: Bene. Allora lunedì mattina.
Avv. Stefano Bertini: Presidente.
Presidente: Dica, avvocato Bertini.
Avv. Stefano Bertini: Martedì mattina si fa udienza, martedì?
Presidente: Sì, sì.
Avv. Stefano Bertini: Io ho un impegno alle 9.00; si più iniziare un po’ più tardi Presidente, perché non ce la faccio a esser qui alle 9.00. Verso le 10.30.
Presidente: Eh, no perché un giorno particolare martedì mattina.
Avv. Stefano Bertini: Lunedì. Alle 10.00.
Presidente: Udienza un po’ pesante, abbiamo parecchi testimoni.
Avv. Stefano Bertini: Se si può fare le 10.00 mi farebbe una cortesia. Vedo un po’ di esser qui alle 10.00.
Presidente: Oddio alle 10.00 si può anche fare, però faremo più tardi il giorno. Va beh, alle 10.00 martedì.
Avv. Stefano Bertini: Grazie.