16 Gennaio 1998, 48° udienza, processo, Compagni di Merende Mario Vanni, Giancarlo Lotti e Giovanni Faggi per i reati relativi ai duplici delitti del MdF e Alberto Corsi per favoreggiamento.
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Franco Barontini, Carla Niccheri, Massimo Sottini, Mauro Maurri, Giovanni Marello
Presidente: Buongiorno a tutti, scusate del ritardo questa mattina ma è un problema che abbiamo avuto, prima per un giudice popolare che ha avuto un intoppo sulla autostrada e poi c’è stato il problema della registrazione, non so se l’hanno riaggiustato.
P.M.: Manca la voce.
Presidente: Si sente o no?
(voce non udibile) No.
Presidente: E io che devo fare? Filippo?
(voce non udibile) Presidente, parlando al microfono registrare si registra…
P.M.: E ho capito, ma ci si deve anche sentire noi.
Presidente: Allora, spegni quello lì. Io posso parlare anche forte perché non c’è problema. Allora, c’è una rinuncia a comparire del Vanni Mario, redatta materialmente dal cognato, Bartalesi Bruno, e da lui firmata. Penso che la firma è questa qui. Allegata a verbale. Dicevo, c’è stato un ritardo questa mattina perché un giudice popolare è stato ingolfato per un incidente sulla autostrada e poi c’è stato un problema tecnico, e c’è tuttora un problema tecnico per le registrazioni. Dice Filippo, il tecnico, che la registrazione avviene, però in aula al microfono non si sente. Io cerco di alzare un po’ più la voce. Allora, sentiamo i periti, venga il professor Maurri, il professor Beconcini, dice come si chiama, non mi ricordo…
(voce non udibile) Barontini.
Presidente: Barontini. Leoncini dove è?
(voce non udibile) È morto. È la stessa.
Avv. Nino Filastò: Presidente.
Presidente: Dica.
Avv. Nino Filastò: Si può sentire insieme ai periti di ufficio anche i periti di parte?
Presidente: Sì, sì, come no. Facciamo le domande a tutti e non se ne parla più. Allora, il Leoncini dov’è?
(voce non udibile) Non c’è.
Presidente: Ah.
(voce non udibile) Sarà al gabinetto.
Presidente: Ah, va be’, insomma, intanto accomodiamoci noi. Bene. Approfitto del momento, della pausa, per dire questo, praticamente noi con questo abbiamo… diciamo, assunto tutti i mezzi di prova richiesti dalle parti e quindi non avremmo nulla da fare. La Corte si è riservata volta per volta di esaminare certe situazioni e ammettere delle persone ex articolo 507. Ora, noi questa mattina faremo questo lavoro dopo 1”udienza, se avete delle istanze in tal senso da fare alla Corte…
P.M.: Il P.M. si, Presidente.
Presidente: …ben volentieri, noi le esaminiamo sotto il profilo ex 507.
Avv. Nino Filastò: Anche i difensori, Presidente.
Presidente: Bene. Aspettiamo il dottor Leoncini e poi…
Avv. Nino Filastò: Però, Presidente, per quello che riguarda la difesa anche in esito all’esame dei periti di stamani, io vorrei poterci riflettere un po’ meglio.
Presidente: Come?
Avv. Nino Filastò: Per quello che riguarda le istanze ex articolo 507, io vorrei poter riflettere un po’ meglio, sia sulla base di quel che chiederà il Pubblico Ministero, sia…
Presidente: Sì, ma noi… avvocato, noi possiamo ammetterne intanto alcuni, poi la prossima udienza… non è che dobbiamo farlo tutti insieme.
Avv. Nino Filastò: Va bene, Presidente, ho detto che io vorrei per lo meno potere esprimermi… voglio dire, la ripresa, insomma, la prossima settimana, compiutamente, vorrei fare un ex cursus un po’ organico di varie circostanze e soprattutto con riferimento a quello che sarà la. . .
Presidente: Ora intanto sentiamo i periti, sì.
Avv. Nino Filastò: Lì c’è un problema abbastanza serio che credo dovrebbe essere approfondito.
Presidente: Bene. Cerchiamo Leoncini, va’. Leoncini. Non vorrei che fosse a parlare al P.M. di là.
P.M.: Presidente, approfitto, se mi consente…
Presidente: Sì.
P.M.: …per una produzione che mi ero riservato di fare in una delle scorse udienze, non ricordo quale. Quando qualche testimone… venne fatto presente alla Corte che appariva necessario ricostruire quali erano gli automezzi e i mezzi posseduti da Pacciani, mi sembra che io mi riservai o comunque feci presente che era possibile fornire alla Corte la documentazione relativa a tutti i mezzi posseduti da Pacciani Pietro nel tempo e che questi elementi erano emersi sia nelle indagini che nel precedente dibattimento. E quindi io chiedo di poter produrre un fascicolino in cui sono stati posti copia di tutti i certificati relativi alla circolazione dei mezzi posseduti nel tempo da Pacciani Pietro, con tutte le date di acquisto e di distruzione eventuale dei mezzi e le fotografie del motorino, della Fiesta e della Cinquecento, perché mi sembra che più volte con i testi abbiamo fatto domande inerenti e pertinenti, penso…
Presidente: Sì, va bene.
P.M.: …e ritengo che per la Corte sia utile verificare di fatto se le caratteristiche dei mezzi indicati dai testi corrispondono a quelle reali dei mezzi posseduti da Pacciani. Sono atti…
Presidente: I difensori hanno visto questo fascicolino?
P.M.: E’ un fascicolino relativo solo a documenti. Sono delle fotografie e i certificati del PRA e sono presi pari pari da…
Presidente: Bene. Il dottor Leoncini l’avete visto o no?
Mauro Maurri: Sì, è stato con noi finora.
Presidente: E allora dov’è?
(voce non udibile) Un si trova.
Presidente: Come un si trova? Allora via, sospendiamo un attimo e cerchiamolo perché ora… C’ha il cellulare?
(voce non udibile) Sì, c’ha il cellulare.
Presidente: E c’abbiamo il cellulare si telefonerà al cellulare al Leoncini, scusate.
P.M.: Si ce l’ha il cellulare, il numero ce l’ho io.
(voce non udibile)
P.M.: Ci pensa lei?
(voce non udibile)
Presidente: Elisabetta, prenda il cellulare e vada di là.
P.M.: Pensiamo… proviamo noi, Presidente.
Presidente: Ecco.
(voce non udibile)
Presidente: Per sapere dov’è.
(voce non udibile)
Presidente: E dove è?
(voce non udibile) È qui fuori sulla strada.
(voce non udibile) È sulla strada.
Presidente: Ah, è andato lì al bar allora.
(voce non udibile)
Avv. Nino Filastò: Sulla produzione del Pubblico Ministero, Presidente, nessuna opposizione della difesa.
Presidente: Bene, allora si può acquisire agli atti.
P.M.: Ci sono le indicazioni… e tutte le date di…
Presidente: Sì, sì. Elisabetta… Dottor Leoncini, eh, va be’…
Perito Leoncini: Mi ero allontanato un secondo.
Presidente: Capita, capita. Ecco, volevo sapere come è andato quell’accertamento che avete fatto. Avete fatto una relazione scritta?
(voce non udibile) Sì.
Presidente: Chi è che parla? Ci riferisca qualcuno.
Franco Barontini: Barontini Franco.
Presidente: Bene.
Avv. Nino Filastò: Scusi, Presidente, io chiedo che assistano anche…
Presidente: Sì, sì, consulenti, sì, sì.
Avv. Nino Filastò: …Presidente ma possono … con… dotati di un microfono anche loro.
P.M.: Possiamo sentire…
Presidente: Possiamo sentirli dopo di questi se volete?
P.M.: Dobbiamo mettere altre quattro sedie.
Avv. Nino Filastò: Io preferirei venissero sentiti contemporaneamente.
Presidente: Allora vengano anche i consulenti di parte, un po’ di sedie qui. Com’è…? Andrea? Non c’è più Andrea.
P.M.: Lo possono dire da qua col microfono.
Avv. Nino Filastò: Questo microfono servirebbe a me, per dire la verità.
Presidente: Un paio di sedie qui per il consulenti di parte, poi si passano il microfono.
Avv. Nino Filastò: Si sentono tutti insieme.
P.M.: Mah, insomma, non ci sono…
(voce non udibile) Funziona. Non si sente in aula, però registra, l’importante è che registri.
Presidente: Devo pigiare qualcosa?
(voce non udibile) No, no, parli semplicemente.
Presidente: Allora, prego professor Barontini.
Franco Barontini: (voce non udibile) Allora, concordemente i periti da lei incaricati concludono che il signor Vanni Mario, che è un diabetico peraltro di lieve entità, risulta attualmente portatore di…
Presidente: No, no, scusi, bisogna dare… bisogna parlare al microfono. Parlare al microfono, perché sennò non viene la registrazione. Professore, al microfono, eh.
Franco Barontini: Eh, sì, va bene, va bene.
Presidente: Da capo.
Franco Barontini: Sì. Allora, ripeto. Secondo i periti da lei incaricati, il Vanni Mario, che è un diabetico peraltro di lieve entità, risulta attualmente portatore di un quadro di encefalopatia vascolare rilevabile clinicamente e confermata dalla TAC cranica. I disturbi riferiti dal paziente e che hanno motivato il ricovero attuale, sono collocabili nell’ambito della patologia cerebrale definibile sotto forma di TIA, attacchi ischemici transitori o di RIND, che sono una varietà di questi stessi disturbi. Il paziente risulta, dagli esami eseguiti in ospedale, in buon compenso emodinamico e respiratorio, con scomparsa dei disturbi del respiro riferiti all’ammissione in ospedale. Questo per quanto riguarda la risposta al quesito A. Rispetto al quesito B, in base alla risposta precedente, si può concordemente affermare che il paziente si trova nelle condizioni di poter partecipare coscientemente al processo. Rispetto al quesito C rispondiamo: il paziente, per i motivi indicati nelle precedenti risposte non è assolutamente impossibilitato a comparire al dibattimento per non sussistenza dell’impedimento legittimo di cui all’articolo 48 6 del Codice penale… di procedura penale.
Presidente: Domande ai periti?
P.M.: Nessuna il P.M., Presidente.
(voce non udibile) Nessuna.
Presidente: Il difensore?
Avv. Nino Filastò: Sì.
Presidente: La relazione viene acquisita agli atti.
Avv. Nino Filastò: Prima di tutto io vorrei sapere se i periti di parte, dottoressa Niccheri e dottor Sottini condividono le conclusioni dei periti di ufficio.
Presidente: Dite il nome, per cortesia.
Carla Niccheri: Carla Niccheri.
Presidente: Voce.
Carla Niccheri: Carla Niccheri. Non funziona?
Avv. Nino Filastò: Non funziona.
Carla Niccheri: Carla Niccheri consulente di parte.
(voce non udibile) Come?
Carla Niccheri: Carla Niccheri consulente di parte per l’imputato. Io non condivido quelle che sono state le conclusioni dei colleghi, in quanto, a mio avviso, se da un punto di vista fisico, il Vanni ha avuto un recupero rispetto a quegli eventi che hanno determinato il suo ricovero in ospedale, per quanto è stato possibile osservare nel corso dell’incontro che noi abbiamo avuto, io ritengo che ci si sia trovati di fronte a un soggetto che è ipodotato, e questo, va be’, quindi è una situazione di base, ma in cui è presente, sono presenti accentuate note di deterioramento mentale che gli impediscono, per esempio, delle capa… riducono notevolmente le sue capacità di concentrazione, di attenzione. Dico, è una persona che non è apparsa in grado di sostenere… io poi ho avuto anche occasione di rivederlo da sola, parso in grado di sostenere il colloquio, di partecipare in maniera attiva come si rende necessario nel momento in cui uno deve assistere a un processo che in qualche maniera lo vede impegnato. È un uomo che è in grado solo di rispondere, di dare delle risposte estremamente elementari, che comprende delle situazioni estremamente elementari. Faccio un esempio, gli sono stati dati… chieste spiegazioni di alcuni proverbi, molto semplici, noi sappiamo fanno parte della cultura popolare, della cultura contadina, comunque, di quel tipo di cultura a cui appartiene il Vanni. Quest’uomo non è stato in grado di spiegare questo. E siccome tutti quanti siamo stati concordi nel dire che questo uomo non è proprio… anche perché li è ipodotato eccetera, non è in grado di simulare, quindi questi suoi atteggiamenti corrispondono veramente al suo modo di essere, a nostro avviso il Vanni non è in grado di partecipare in maniera per lui attiva al dibattimento. Può stare qui, può essere presente ma certamente non operare in maniera attiva. Questo è quanto noi abbiamo, per quanto… per quello che riguarda, diciamo cosi, gli aspetti di, chiamiamoli, psichici della situazione.
Massimo Sottini: Massimo Sottini, perito di parte per l’imputato. La valutazione dello stato di salute del Vanni che è stata fatta durante il ricovero in ospedale, in conseguenza dei disturbi neurologici accusati, è una valutazione che, diciamo, a mio parere, è incompleta. Nel senso che, lui ha tutti i fattori di rischio – ipertensione, diabete – di un vascolare, e tutto questo è confermato dalla TAC dove sono presenti anche degli esiti di danni vascolari pregressi. Io ho richiesto l’esecuzione di una risonanza magnetica perché questo ci dà il quadro assolutamente più completo e, diciamo, attendibile su quelle che sono le reali condizioni organiche di questo paziente. Anche perché esiste, a mio parere, a nostro parere, una correlazione strettamente… stretta fra quello che è il quadro organico e quelli che sono poi le risposte ai test e alle domande che sono state poste.
Presidente: A questo punto sentiamo anche i consulenti di parte.
P.M.: Ecco, sì, grazie, Presidente.
Presidente: Eh, del Pubblico Ministero e non se ne parla più.
P.M.: Io vorrei chiedere non solo il parere dei consulenti del Pubblico Ministero, ma soprattutto della opportunità, o meglio, sulla necessità di ulteriori accertamenti o se con quelli fatti è a vostro parere sufficiente esprimere il giudizio.
Mauro Maurri: Mah, con riferimento ai quesiti che sono stati posti – io sono il dottor Maurri, di parte del Pubblico Ministero – riteniamo che i dati clinici da soli, bastino a configurare, diciamo, le anomalie e a quantificarle anche. A nostro avviso, noi che siamo d’accordo con le conclusioni dei periti della Corte, di ufficio, il soggetto è lievemente ipodotato intellettualmente, di base, e su questa lieve ipodotazione intellettuale si sono insta… s’è instaurata una encefalopatia vascolare che si manifesta, tra l’altro, agli studi neuroradiologici che sono stati eseguiti durante il ricovero, con delle aree lacunari, cioè, con una sofferenza piuttosto specifica, in relazione ai fattori di rischio che il dottor Sottini ha citato. A nostro avviso, quindi, niente di più apporterebbero esami supplementari come la risonanza magnetica od altri. Sul piano clinico, invece, psichico… Allora, sul piano clinico-neurologico abbiamo trovato delle anomalie nella deambulazione, una leggera atassia, ma niente che configuri alcunché di incapacitante per il soggetto di collaborare e di essere presente qui. Riguardo all’esame psichico, in sintesi, diciamo, non sono del tutto d’accordo con la dottoressa Niccheri Gineprari, quando dice che il paziente, ad esempio, non ha saputo spiegare dei proverbi. In realtà è riuscito a completare dei proverbi semplici, ha dimos… ad esempio: meglio un uovo oggi, eccetera, altri proverbi. Non è stato, ad esempio, in grado di dare una perfetta spiegazione di proverbi più complessi: a caval donato non si guarda in bocca. Ha avuto qualche titubanza. Ma questo però non configura nessuna anoma… una anomalia psichica. Ancora, importante, l’attenzione è sembrata conservata. La capacità di comprensione di ordini semplici è apparsa conservata. Quando… in un mini mental test che gli ho fatto, cioè, che abbiamo fatto con i colleghi, la… l’ordine di: prenda questo foglio, lo divida in due e me lo restituisca, è stato eseguito perfettamente. La lettura è conservata. Il paziente ha ricordato di aver letto sul giornale di se stesso due giorni fa. A nostro avviso, quindi, insomma, anche sul piano psichico, il paziente dà sufficienti garanzie di poter anche presenziare ed essere…
Carla Niccheri: Secondo quello che ci ha detto ora il dottor Maurri, è chiaro che il Vanni è in grado di comprendere cose estremamente elementari e di rispondere a degli ordini estremamente semplici. Ma credo che assistere a un processo e assistere in maniera attiva sia un qualche cosa di più di. un sapere piegare un foglio o sapere dire sì o no, rispetto a un ordine che gli viene dato. È stato poi fra l’altro tutta una serie di domande che gli sono state poste e che in qualche maniera hanno sempre tenuto desta la sua attenzione. Ma se questo signore noi lo avessimo lasciato, fosse stato lasciato andare a fare un… per esempio a raccontare, a parlare lui, senza nessuno stimolo, come mi è successo a me dopo cinque minuti neppure, mi son sentita dire: ‘ora basta, non ho più nulla da dire, devo vedere la partita’. Cioè, la sua capacità di attenzione, di concentrazione… Ma non è questo, deve vedere la partita ma è un uomo che ha… sta, rischia delle condanne, è accusato di quello che è accusato, dico, ha delle visite che lui sembra abbia capito l’importanza e la cosa…
(voce non udibile)
Carla Niccheri: No, scusi, volevo finire un attimo. E dico, insomma, credo che sia necessaria una concentrazione, una capacità di concentrazione maggiore che non una distraibilità come lui dimo… ha dimostrato e dimostra, o come anche, per esempio, a mio giudizio, c’è stato tutto un atteggiamento certamente non adeguato alla circostanza. Voi stessi avete scritto che in certi momenti lui è apparso anche euforico, modicamente euforico, ora non mi ricordo se c’è un aggettivo… scusate, non voglio essere volontariamente inesatta. Quindi, dico, anche nel momento stesso in cui noi lo abbiamo esaminato, a mio avviso, non vi è stato un atteggiamento adeguato. Oltretutto, vorrei anche sottolineare che per una valutazione psichiatrica, a mio modesto avviso, forse quello non era nemmeno l’assetto idoneo, perché eravamo tre, tre, sei, no, sette noi, in una stanza con sei pazienti. I parenti a un certo punto sono entrati e sono stati buttati fuori. Voglio dire, una valutazione psichiatrica accurata, richiederebbe…
Mauro Maurri: È stato in grado di risponderci nonostante il caos.
P.M.: Anche in una situazione così compromessa.
Carla Niccheri: Sì, ma io non ho detto che lui non è in grado di rispondere. Io insisto nel dire che lui è in grado di rispondere a questioni estremamente semplici, a questioni estremamente elementari.
Presidente: Questo è il suo punto di vista. Ora passiamo al professor…
(voce non udibile) Marello.
Giovanni Marello: Marello. Io c’ho poco. Ho poco da aggiungere a quanto ha detto Maurri. Chiaramente noi come consulenti del Pubblico Ministero riteniamo inutili ulteriori approfondimenti clinici e strumentali, anche perché, sì, ci porterebbero sicuramente ad una diagnosi eziologica precisa delle condizioni psichiche che noi possiamo constatare, ma questo varia poco dal punto di vista, appunto, della capacità di comprendere da parte del Vanni la situazione in cui si trova di fronte. Conseguentemente, riteniamo di dovere sposare appieno le risposte ai quesiti che hanno formulato i periti della Corte, in quanto il Vanni è effettivamente una persona anziana, a nostro avviso, che ha un certo deterioramento mentale che può succedere, si può verificare nell’ambito delle persone di una certa età che hanno, appunto, un problema arteriosclerotico cerebrale o hanno una patologia vascolare cerebrale che ne riduce, parzialmente, certe capacità intellettive, ma non per questo li rende incapaci di potere compiere delle scelte, di potere comprendere appieno certi disvalori che possono avere di fronte.
Massimo Sottini: Massimo Sottini, perito di parte per l’imputato. Contesto il rifiuto di un ulteriore accertamento, in quanto la risonanza magnetica è una metodica estremamente semplice ed estremamente accessibile che si può fare facilmente in breve tempo, ha, nel caso specifico di situazioni vascolari, una capacità di risoluzione estremamente più alta della TAC. Non solo, ma già nella TAC diretta che abbiamo visto tutti insieme, si nota una chiara asimmetria dei due emisferi cerebrali, c’è un danno sinistro molto evidente, rispetto all’emisfero controlaterale che corrisponde, anatomicamente, a quelli che sono stati i disturbi, cioè, i disturbi della parola che quest’uomo ha avuto nell’arco di un mese. Lui ha avuto tre episodi di disfasia e, diciamo, questo reperto si associa pienamente con quello che la TAC dimostra. Credo che la risonanza sia utile e che, essendo un esame assolutamente non invasivo, sia opportuna per stabilire in maniera esatta quelle che sono le reali consistenze della situazione cerebrale di quest’uomo.
Mauro Maurri: Signor Presidente, io vorrei prescindere da quelle che sono le nostre disquisizioni mediche un po’ astruse e un po’ specializzate, per fare presente che la situazione psichica complessiva, globale riscontrata sul Vanni, in occasione della visita che noi tutti abbiamo fatto, sia pure nelle circostanze ambientali poco adatte e poco favorevoli, la situazione psichica di lui non è ora diversa da quella che era un mese fa, due mesi fa, quando quest’uomo stava qui dentro e seguiva tranquillamente il processo.
Avv. Nino Filastò: No, dormiva, professore, eh. Guardi, non seguiva un accidente, perché il signor Mario Vanni…
Presidente: Va be’, avvocato…
Avv. Nino Filastò: …si è fatto un sonno per la durata di tutto questo dibattimento.
P.M.: È un suo diritto.
Presidente: No, no, può anche dormire, però quando ha voluto rispondere ha risposto per bene.
Avv. Nino Filastò: Il professor Maurri non c’era qui, ha parlato di un mese fa, di una situazione che riguardava un dibattimento, al quale ha assistito solamente quando è venuto qui per essere interrogato.
Presidente: Scusi, facciamo finire il professor…
Avv. Nino Filastò: E non può sapere che questo signore accanto a me non ha fatto altro che dormire.
Presidente: Era una sua scelta, avvocato, voleva dormire. Quando… quando si è interrogato o è intervenuto, è intervenuto bene. Questo per obiettività.
Avv. Nino Filastò: Sentiamo questi signori…
Perito?: Possiamo replicare…
Presidente: Scusi, no, no, può finire il discorso che doveva fare.
Franco Barontini: Io?
Presidente: Non so, il professor Maurri sta… ha finito il professor Maurri o no?
Mauro Maurri: Sì, ho finito.
Presidente: Lei professore?
Franco Barontini: Io mi riferivo alle obiezioni che sono state mosse al nostro procedere…
Presidente: Bravo.
Franco Barontini: …peritale. La prima. Cioè, io conosco ca… la valutazione che dobbiamo dare non è relativa a quanto…
Presidente: No, dottore, scusi, dica il nome prima perché nella trascrizione dopo non…
Franco Barontini: Ah, scusi, Barontini Franco del Collegio Peritale della Corte. Ripeto quanto ho già premesso, che il giudizio attiene la capacità psichica di questa persona di rendersi conto della situazione. E quest’uomo è stato perfettamente in grado di comprendere di cosa si trattasse e che sono gli elementi fondamentali. Quindi, rispetto a quanto ha detto la dottoressa Niccheri Gineprari, beh, bisognerebbe allora fare un’indagine psicologica, psicometrica a tutti coloro che vengono in questa aula, prima che vengano interrogati. Perché un’analisi psicologica dovrebbe riguardare chiunque persona che viene sotto il vostro giudizio. In questo caso, come è già stato detto, quest’uomo aveva già esplicitato tutto quello che era in grado di fare e tale si è comportato e con la stessa maniera si è comportato con noi. Non ha avuto dei disturbi tali dello stato di coscienza, perché la definizione riguarda la capacità di partecipare coscientemente, quest’uomo non è affatto confuso, quest’uomo non è paralogico, quest’uomo non è delirante, quest’uomo non è demenziale. Ha un deterioramento mentale che tutti abbiamo riconosciuto in rapporto all’età e alla patologia arteriosclerotica, che noi speriamo di avere in minor grado di lui. Ma anche se non lo sappiamo, rispetto a quello che ha detto il collega Sottini, io faccio notare di avere altrettanta esperienza per soggetti che hanno delle gravi lesioni cerebrali, con efficienza mentale normalissima, in grado di sostenere un dibattimento. Quindi, non è in funzione del numero dei buchi che la risonanza magnetica sarà in grado di documentare, che questo Collegio dovrà poi esprimerne un parere. Il parere lo dà in funzione della efficienza intellettuale di quest’uomo. Che noi abbiamo riconosciuto essere un individuo personologicamente già ipodotato. È un contadino che, da quello che abbiamo potuto ricavare, non ha molto sviluppato il suo patrimonio intellettivo. Però, questo non gli ha impedito di fare la vita di contadino o di, non so, postino, eccetera, come ha fatto. Io non mi sono molto documentato, al riguardo. Comunque, è un uomo che ha fatto tutta la sua vita regolarmente, non ha avuto nessun ricovero; e ripeto un’altra volta, senza offendere troppo il mio collega neurochirurgo, che non è in funzione del numero delle lacune di un cervello che noi possiamo dare poi un giudizio. Non volevo citare nomi illustri, per non essere cattedratico, di persone che avevano due, tre lesioni fattuali molto più gravi del nostro, i quali hanno fatto delle ricerche scientifiche e sono, diciamo, della storia della medicina. Non faccio citazioni per non essere troppo erudito.
Presidente: Allora, a questo punto la Corte si ritira per provvedere…
Avv. Nino Filastò: Vorrei far delle domande.
Presidente: Come?
Avv. Nino Filastò: Vorrei fare delle domande, Presidente.
Presidente: Allora, faccia le domande.
Avv. Nino Filastò: Incominciavo a fare una domanda sulle conclusioni.
Presidente: Sì sì, faccia la domanda. Faccia.
Avv. Nino Filastò: Ma voglio entrare un momento nello specifico.
Presidente: Bene, faccia le domande.
Avv. Nino Filastò: Ecco, mi riferisco all’esame psichiatrico che è stato fatto in quelle condizioni che ha descritto poco fa la dottoressa Niccheri. Io trovo in questa relazione alcune indicazioni e volevo essere in qualche modo confortato. Per quanto riguarda i sintomi che hanno provocato il ricovero in ospedale, voi avete accertato positivamente che si è trattato, prima di tutto, di cadute a terra? Diverse.
(voce non udibile)
Avv. Nino Filastò: No, professore, bisogna che mi dica di sì al microfono.
Perito?: L’ha detto lui.
Avv. Nino Filastò: L’ha detto lui, ha riferito di esser caduto a terra.
Perito?: E per questo, mi permetta, non è contesta…
Presidente: No, facciamo fare la domanda, e poi dopo rispondiamo.
Avv. Nino Filastò: …mettere in chiaro queste situazioni di carattere obiettivo. Di essere caduto da terra, di avere parzialmente, in maniera determinante, perso l’uso della parola, vi ha detto anche questo?
Perito?: Sì.
Avv. Nino Filastò: Abbia pazienza, professore, bisogna ci dica di sì o di no…
Perito?: Borbottava.
Avv. Nino Filastò: Eh?
Perito?: Lui ha detto: borbottavo.
Avv. Nino Filastò: Borbottava.
Perito?: Si può interpretare…
Avv. Nino Filastò: E ha anche detto…
Perito?: Avvocato…
Avv. Nino Filastò: …che cercava di dire delle cose…
Presidente: No no, però facciamo la domanda, e poi la risposta. Sennò dopo non va bene, così.
Avv. Nino Filastò: Sì. Quindi, una situazione di, come si dice? afasia o disfasia sostanzialmente. Voglio dire, dall’esame che avete fatto, avete avuto l’impressione che nel riferire questi sintomi il signor Vanni enfatizzasse questi sintomi, questa sintomatologia, queste defaillances? In qualche modo, come dire, per esagerare questa situazione, in qualche modo mascherarsi. Oppure è il contrario? Nel senso che vi ha dato l’impressione che nel suo parlare, nel riferire questi sìntomi, lui in qualche modo ci tenesse a dichiarare, ad affermare che attualmente stava bene, aveva superato questa situazione. Ecco, questo aspetto. Insomma, voglio dire, una persona che giocava un po’ con voi mascherandosi, enfatizzando certe cose? Oppure, che riferiva dei fatti reali?
Franco Barontini: Allora, risponde Barontini Franco, del Collegio peritale della Corte. Allora, io personalmente, avevo previsto che il Vanni, che non conoscevo, nella situazione potesse presentare una sindrome di Gancer. Cioè quella sindrome che lei conosce…
Avv. Nino Filastò: Sì.
Franco Barontini: …per cui uno cerca di difendersi inventando. Questo non è stato. Non l’abbiamo scritto, perché non è stato.
Avv. Nino Filastò: Non aveva atteqqiamenti, difensivi?
Franco Barontini: Ecco, appunto, ripeto che mi avvalgo di quello che ha detto il suo consulente, qui accanto. Che cioè casomai era euforico, tanto è vero che ha detto : ‘ah, ma io sto bene, aspetto l’ultimo esame’.
Avv. Nino Filastò: Sì.
Franco Barontini: Ecco, quindi in definitiva non ha enfatizzato proprio su nulla. Era – mi scusate la parola toscana – scocciato, quest’uomo, perché non sta a me dire quante volte è venuto qui a essere interrogato. Quindi cercava di accontentare in maniera sufficientemente cortese noi che eravamo intorno al suo letto, ma non ha mai esagerato in difesa. Ha sempre semplicemente riferito quello il che gli era successo. Che noi non possiamo documentare. C’è un punto su cui, col collega Sottini, suo consulente, possiamo restare in lieve discordanza. Perché la caduta a terra fa parte dei cosiddetti “drop attack”, all’americana: cioè attacchi di caduta improvvisa, come quella avvenuta, per un disturbo circolatorio nel circolo vertebro-basilare. Mentre, il disturbo della parola, attiene più a una insufficienza circolatoria della cerebrale media. Poiché però noi non abbiamo visto né l’uno né l’altro, possiamo lasciare indecifrato se è stato un’ischemia transitoria. Se mi permette, io sarei più per un RIND, come ho già detto verbalmente, che per una TIA. Ma la parola RIND non è accettata da tutti, la definizione.
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
Franco Barontini: Vuol dire “reversible…
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
Franco Barontini: Vuol dire… Scusi, glielo spiego, avvocato.
Avv. Nino Filastò: Grazie.
Franco Barontini: Vuol dire, più duraturo, il rind; perché è un reversible. È neurological deficit. Rispetto al TIA, che e di durata più breve. Allora si potrebbe qua discutere parecchio. Ma guardiamo il pratico. Quando noi l’abbiamo visitato, tutto quello – che fosse un TIA, o fosse un RIND come ritengo personalmente io – non ha più importanza. Perché noi non abbiamo visto nulla di Vi questo, se non quegli esiti neurologici che forse ci potevano anche essere già prima. Perché, come ha detto il collega Sottini, quei reperti che fa vedere la TAC, e che la risonanza farebbe vedere molto più dettagliatamente, sono in… per esempio, non sappiamo in questo stesso momento se per caso non abbiamo qualche piccolo infarto lacunare; a volte non ci se ne accorge, avvocato. Per rispondere alla domanda concretamente, quindi: nessun atteggiamento ganceriano, nessun atteggiamento di enfatizzazione di disturbi. Ma, casomai, un senso di liberazione per quanto gli era capitato dal punto di vista medico, tant’è vero che ha mosttrato euforia nel riferire: ‘insomma io sto bene io’. Ecco, questo è il succo.
Avv. Nino Filastò: Professore, vi ha raccontato, il paziente, oppure ne siete venuti voi a conoscenza in altro modo, di un episodio correlativo, avvenuto in epoca precedente, in un carcere?
Franco Barontini: Eh, ma proprio corrisponde, è proprio… È Barontini. Corrisponde proprio a quello che abbiamo detto, e che ha già detto il dottor Sottini. Cioè che questa encefalopatia non è venuta adesso avvocato, lui ce l’ha chissà da quanto tempo. E di adesso ci può essere stato questo TIA, o questa AT, questi TIA, o questi RIND; che però sono stati riassorbiti. Quindi abbiamo una persona che ha avuto un disturbo della circolazione cerebrale in varia localizzazione, possibili, da definire nel circolo posteriore o nel circolo della cerebrale media di sinistra. Però, noi abbiamo un individuo che ha superato questo. E quindi, in definitiva, noi dobbiamo diciamo documentarci su quello che abbiamo visto e su quello che è successo prima. Eh, probabilmente alcune di queste lesioni, come ha detto già il Sottini, sono di vecchia data, sull’emisfero di sinistra.
Avv. Nino Filastò: Comunque, ecco, voi non avete preso visione di una precedente perizia svolta su questa persona, tendente ad accertare se lui era in condizioni di… era in condizioni di compatibilità col regime carcerario oppure no? Perizia nella quale veniva riferito l’esistenza, come avvenimento storico, di un precedente ictus? Di un ictus.
Franco Barontini: Ma l’ha detto Sottini, già. E ripeto quello che ho già detto, avvocato.
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
Franco Barontini: No, non l’abbiamo avuto. Non l’abbiamo avuto. Ma accettiamo quello che ha detto il collega Sottini, per…
Avv. Nino Filastò: …avuto modo di vedere i diagrammi della TAC, col mezzo di contrasto?
Franco Barontini: Avvocato, si può sottilizzare finché vuole. Possiamo fare anche una PET, capisce? Position Emission Tomography. Possiamo fare una risonanza con un Tesla 2, o un Tesla 2 e mezzo. Ma non cambia la sostanza. Noi abbiamo a che fare con un ipodotato,/contadino o postino che fosse. Il quale, per via dell’età e per via della sclerosi cerebrale aggravata dal diabete, presenta delle piccole lesioni cerebrali; ma anche se fossero grandi, queste, non cambierebbe la sostanza. Perché quello che per noi deve contare è l’assetto psichico o psichiatrico, che si voglia chiamarlo. E quindi, in definitiva, tutti gli accertamenti ulteriori non sposterebbero di nulla. Noi, al massimo, potremmo fare dei test, batterie di test. Ma anche quello che è stato qui abbastanza sottovalutato è il “minimental test”: è un test banalissimo, ma che però dà un’idea della situazione. Poi… Eh, lo so. Minimental test, che dà 26/30. Quindi non è demenza. Come?
(voce non udibile) Si è fatto, sì.
Franco Barontini: Si è fatto.
(voce non udibile) Sì, ho capito, ma lui non l’ha fatto, voglio dire.
Franco Barontini: Come, non l’ha fatto?
(voce non udibile) Non l’ha fatto, perché gli ha messo le gambe sulle braccia…
Franco Barontini: Ah, va be’, ma quello è una particolarità del Vex. Ma allora, appunto, ma stiamo dicendo che vogliamo analizzare la efficienza mentale di ogni persona fino al punto di stabilire se lui ha studiato fino alla scuola media, oppure al liceo, e poi… No, noi dobbiamo prendere in considerazione che quest’uomo è così, è una personologia – questa -fatta, che lei ha conosciuto già dalla prima volta. Un individuo che non ha una ricchezza culturale e un’efficienza mentale di astrazione concettuale, come dice il collega; cioè è nella sua personalità che questo attiene. E quello che è successo, avvocato, non è altro che un disturbo temporaneo, che non ha lasciato traccia. Perché io non lo conoscevo prima, quest’uomo, salvo che l’ho visto qualche volta in televisione, dico la verità, per sbaglio; ecco, ma mi è sembrato un individuo che… a cui, quello che è successo, non ha alterato nella sostanza nulla. Né dal punto di vista neurologico, perché quelle piccolezze che abbiamo visto non sono efficienti nella sua funzionalità motoria, sensitiva. Né dal punto di vista psichiatrico, perché è un ipodotato. il quale è un po’ invecchiato, vero? oltre l’ipodotazione. Ma non ha subito per eventi morbosi, appunto, una serie di danni per cui noi lo possiamo chiamare “demente”. E allora quello di fare la risonanza, io sarei d’accordo se fosse un demente, o se la difficoltà fra noi consulenti fosse fra una demenza e una non demenza. Ma siccome mi pare che anche i miei colleghi contrari non possano parlare di demenza, allora si appellano al fatto che lui non è molto efficiente su dei problemi astratti, concettuali. Eh, be’, ma questo lo è sempre stato, secondo me. E quindi, voglio dire, tutte queste raffinatezze non attengono al problema che mi sembra più importante, quello di essere cosciente, di affrontare un giudizio che lo riguarda. Tanto è vero che ha ripetuto due volte: ‘Boh, voi siete medici, ma io sono innocente’. Quindi, non è… lui ha letto sul giornale, su La Nazione del vicino di letto quello che lo riguardava. Quindi mi sembra un individuo che fosse in grado perfettamente di rendersi, conto in che situazione si trovi…
Avv. Nino Filastò: Professore, è riportato nella vostra relazione. È vero che vi ha detto di essere stato interrogato in aula con l’assistenza dell’avvocato?
Franco Barontini: No, non ha detto…
Presidente: Se è stato interrogato in aula…
Avv. Nino Filastò: “Ha memoria” c’è scritto “ha memoria di essere stato interrogato in aula con l’assistenza dell’avvocato”.
Franco Barontini: Questo, non…
Avv. Nino Filastò: L’ha detta questa cosa, a voi?
Franco Barontini: L’abbiamo scritto? Mi par di no. Non so.
Avv. Nino Filastò: Ma c’è scritto così nella vostra relazione, a pagina 7.
Franco Barontini: Questo, può darsi ci sia scappato, non lo so.
Avv. Nino Filastò: Se è scritto, l’avrà detto, mi immagino.
Franco Barontini: Sì?…
(voce non udibile)
Mauro Maurri: Dottor Maurri, Pubblico Ministero. Sì, durante il colloquio che ha avuto con noi, ha ricordato varie cose. Ha ricordato di essere stato detenuto nel carcere di Prato, di Sollicciano, di Pisa. Ha saputo ricordare che stava meglio a Pisa, dove aveva sei ore di aria; mentre a Prato aveva soltanto due ore di aria. Ha ricordato alcune sessioni di sedute del Tribunale. Insomma, ora, riguardo alla domanda specifica dell’avvocato, ora non la trovo neanch’io, ma…
Avv. Nino Filastò: Guardi, è il terz’ultimo rigo della pagina 7.
Mauro Maurri: Ah, ecco. “Ha memoria di essere stato interrogato in aula con l’assistenza dell’avvocato, di cui ha saputo riferire il nome”. Sì. “Ha detto: ‘Il mio avvocato è l’avvocato Filastò, e lui… mi fido di lui'” eccetera. Insomma, ha dato delle spiegazioni, per noi sufficienti.
Avv. Nino Filastò: Ma, sull’interrogatorio, ha detto di esser stato interrogato…
(voce non udibile)
Mauro Maurri: Eh, ma siete andati via, eh.
(voce non udibile) No no, io sono stato sempre lì…
Perito?: Avvocato Filastò, ha fatto il nome, eh, perbacco.
Presidente: Bene. Altre domande?
Avv. Nino Filastò: È vero che non vi ha saputo dire il nome del Presidente della Repubblica?
Perito?: Sì, è vero.
(voce non udibile) È vero.
Presidente: Cioè, non l’ha saputo dire?
Franco Barontini: È uno degli items. Non è l’unico – è uno degli items.
P.M.: (voce non udibile)
Franco Barontini: Però, poi si ricordava che aveva… Beh, insomma, comunque… comunque… (voce non udibile)
Carla Niccheri: No, non è vero, gli è stato sugge… Questo, gli è stato suggerito, questa risposta gli è stata…
Franco Barontini: Va be’, comunque è uno degli items, dei test del “minimental test”: chi è il Presidente della Repubblica? Ecco. Però, tutti gli altri… Infatti non gli è stato attribuito 30/30; ma bensì 26/30.
Presidente: Va bene.
Perito?: Forse se gli avessero chiesto il nome dell’attaccante della Fiorentina, lo sapeva.
Presidente: Chi ha segnato domenica, forse sì. Vero?
Carla Niccheri: Ma io…
Presidente: Comunque…
Carla Niccheri: No, mi scusi, mi scusi signor Presidente…
Presidente: Lei ha altre domande, avvocato Filastò?
Avv. Nino Filastò: Sì. È vero che vi ha detto di non vederci bene dall’occhio destro, per via della cataratta? Quando voi avete accertato che la cataratta, invece, gli si è stata asportata all’occhio sinistro.
Franco Barontini: Del destro o sinistro, non ce l’ho sotto – Barontini – sì…
Presidente: Sì, sì. Il microfono.
Mauro Maurri: Le spiego io, in breve. Cioè l’occhio sinistro è… allora, aspetti eh, è il lato… Allora, non ci vede bene all’occhio destro perché ha la cataratta… Cioè perché ancora ce l’ha, la cataratta. Mentre dall’occhio sinistro, operato di cataratta, ci vede bene. Non ha fallato.
Avv. Nino Filastò: A legger questa cosa, non sembrerebbe così: “Ha lamentato di non vederci bene dall’occhio destro…
P.M.: Va be’, ce l’ha spostato.
Avv. Nino Filastò: …cataratta, asportata invece dall’occhio… Beh, va be’, ho capito. E… Ma questo “minimal test” che voi gli avete fatto, che è sostanzialmente l’unico test intellettivo che gli avete fatto – non ne avete fatti altri, test intellettivi… Minnesota, per esempio?
Franco Barontini: No…
Avv. Nino Filastò: …”minimal test”…
Franco Barontini: È un minimal test…
Avv. Nino Filastò: Ci può descrivere in che consiste, e come lo ha risolto?
Franco Barontini: Ecco. Sono delle domande già previste, su cui si interroga sulla capacità dell’attenzione, sul ricordo di numeri, sul ricordo di sostantivi. Poi, sulla capacità di effettuare delle manovre semplici, che noi chiamiamo “prazìe”. E però, poi, attraverso di questo si è ottenuta una valutazione che è grossolana, avvocato; però che avrebbe obbligato chi le parla di fare ben altri test, qualora fosse venuto fuori un minimo di dubbio. Cioè come a una valutazione, per esempio, del 2 0-22 su 30. Allora uno va ancora di più a indagare. Ma quando il colloquio clinico offre degli elementi per cui quest’uomo risponde correttamente ai test che si fanno in un comune colloquio psichiatrico, eh, e allora non si vede motivo di andare a esplorare ancora. È l’analogo di quello che io ho voluto dire al collega Sottini, cioè si può fare ulteriori esami, ma non si sposta il problema: cioè per il fatto che il numero delle lesioni cerebrali non corrisponde sempre a quello che è deficienza mentale. C’è un grosso problema, sul concetto di demenza multinfartuale; perché non si sa quanti devono essere gli infarti per poter poi affermare questa diagnosi. Quindi, la diagnosi è clinica, è psichiatrica, neurologica e psichiatrica. Al massimo, può essere psicometrica. Ma, in questo caso, abbiamo detto che la valutazione col “minimental test” ci dava un valore che corrispondeva a quello che era a nostro giudizio nel rapporto psichico che abbiamo avuto con quest’uomo. E quindi, il fatto di avere una lesione di più al cervello, una lesione di meno, in un punto o in un altro, non cambia la sostanza. A noi premeva dover rispondere se quest’uomo è coscientemente in grado di partecipare; vuol dire, ha una turba del livello di coscienza? Non ce l’ha. Ha una turba grave dell’efficienza mentale? Non ce l’ha. C’ha una turba lieve e quindi non è un demente. È un Gancer, cioè ci racconta delle balle? No, avvocato. Cioè, mi scusi, se mi sono…
Avv. Nino Filastò: No, no. Ma sicuramente io rilevavo, professore, proprio rispetto alle conclusioni, degli aspetti un po’ contrastanti con quelli che sono lo specifico di queste risultanze. Per esempio, voi riferite che non è perfettamente orientato nel tempo; tanto che…
Franco Barontini: Ma non è disorientato, scusi avvocato.
Avv. Nino Filastò: Per esempio, non sapeva dire se eravamo nel 1999 o nel 1998. Sembrerebbe qui, a leggere…
Franco Barontini: Senta, io ho sbagliato giorni fa – Barontini – ho sbagliato, ho messo ’97 nella…
Avv. Nino Filastò: …sapere che siamo…
(voce non udibile)
Franco Barontini: E be’, scusi, scusi.
Avv. Nino Filastò: Dicevo, a me sembra piuttosto grave non sapere se siamo nel 199…
P.M.: Presidente, chiedo scusa, ma qui siamo sulle valutazioni. Allora, o ci sono…
Avv. Nino Filastò: No, ma io, era oggettivamente…
P.M.: O ci sono ancora domande, oppure siamo sempre sullo stesso punto.
Avv. Nino Filastò: Benissimo. Volevo sapere se corrisponde a verità che non sapesse indicare l’anno in cui si trovava: se 1999 o 1998.
Franco Barontini: No, non ci… Secondo me, ci sarebbe arrivato. Ma non gli abbiamo dato il tempo, quando ha detto ’99. Lui, evidentemente – Barontini – evidentemente lui aveva capito che aveva cambiato l’anno; e quindi era in dubbio se dire ’97-’98, oppure ’98-’99. Questo qua. Scusi, perché a lei non capita mai, eh?
Avv. Nino Filastò: (voce sovrapposte) Voglio dire, poi avete detto che la memoria è conservata nella forma immediata; però, in quella ritentiva, a breve si è dimostrata meno efficiente. Nel senso che, per esempio, che per esempio non riusciva a ricordare dei termini che gli avevate detto un po” prima. Questo fa parte del “mental test”?
Franco Barontini: Ma, scusi avvocato, ma allora – Barontini – allora avremmo detto che è perfettamente normale. Ha un livello…
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
Franco Barontini: Scusi, noi abbiamo notato…
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile) …valutazione…
Franco Barontini: Abbiamo puntualizzato tutte le minime cose in cui – minime risposte – in cui non è stato esatto. E quindi abbiamo documentato…
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
Franco Barontini: Abbiamo documentato che ha…
Avv. Nino Filastò: (voce sovrapposta e fuori microfono)
Franco Barontini: Sì, però…
Avv. Nino Filastò: (voce sovrapposta e fuori microfono)
Franco Barontini: Scusi, avvocato. Mi dice il suo numero di telefono alla rovescia, me lo dice per favore?
Avv. Nino Filastò: No, non me lo chieda.
Franco Barontini: Eh, lo so. Allora, scusi eh?
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
Franco Barontini: Ahi, ahi!
Avv. Nino Filastò: Non lo so, io credo di essere abbastanza…
Franco Barontini: No, ma ci provi, ci provi, ci provi.
Avv. Nino Filastò: Come?
Franco Barontini: Alla rovescia, dall’ultima cifra.
Avv. Nino Filastò: No, ma me la… Professore, io me la…
Franco Barontini: Non sono polemico, avvocato.
Presidente: No no, non facciamo così, non facciamo battute di… Dai! Altre domande, avvocato? Scusi, eh.
Avv. Nino Filastò: …diventerò un paziente suo, beh, farà fare…
Presidente: Io sento poco oggi nell’aula, santo Dio.
Avv. Nino Filastò: …me la cavo insomma, ecco.
?: Per esempio, fra i proverbi di cui non ha saputo riferire…
(voce non udibile)
Avv. Nino Filastò: Fra i proverbi di cui non ha saputo dare il significato, c’è quello che “Le bugie hanno le gambe corte, che “Tanto va la gatta al lardo…”: non ha saputo dire cosa significa. “A caval donato…”: nemmeno a quello.
Presidente: Ma insomma, avvocato, il parere è stato dato.
Avv. Nino Filastò: Volevo dire questo, volevo dire questo. Voi avete però dichiarato il fatto…
Presidente: Non si sente nulla…
Avv. Nino Filastò: …che da un punto di vista eziologico, la risonanza magnetica potrebbe essere interessante, no?
Franco Barontini: Per curarlo, vuol dire?, o per giudicare per la Corte in che condizioni psichiche è, avvocato?
Avv. Nino Filastò: …tutto per giudicare.
Franco Barontini: Ma allora, scusi, facciamo anche una carottidografia, per vedere meglio se non avesse qualche piccolo microaneurisma. Ma questo non cambia nulla, caro avvocato. È l’efficienza intellettiva, che deve esser giudicata. E per noi quest’uomo è deteriorato in funzione dell’età, ma non molto di più di quello -poi ti farò parlare – di quello che è l’età. Ed ha una struttura di personalità che è quella contro cui lei si è scontrato, mi pare di aver capito, perché è un individuo un po’ legnoso, e che poi si scoccia anche.
Avv. Nino Filastò: Tipo legnoso ipodotato, voi avete detto. Questa…
Presidente: No no, faccia rispondere alla cosa, e poi dopo… Qui non stiamo facendo un processo a… al coso. Dobbiamo chiudere tra un po’, eh.
Avv. Nino Filastò: No no, ma infatti. Io volevo sapere se questo livello di scarsa intellettualità, insomma, è più o meno avvicinabile all’oligofrenia, nel caso del Vanni.
(voce non udibile)
Perito: Ha detto se questa scarsa efficienza intellettuale è… corrisponde a un’oligofrenia.
Franco Barontini: Mah, sa che non si usa più, avvocato, eh. Mi scusi. Eh, no, si usa solo la dizione “insufficienza mentale”. E quindi corrisponde alla nostra dizione “ipodotazione”, non sappiamo di quanto. Però, questo è sempre stato così, quindi lei avrebbe dovuto – posso parlare ancora? – avrebbe dovuto prima dire: signori della Corte, io quest’uomo non lo faccio entrare in aula, perché prima gli faccio fare dei test mentali per dimostrarvi che non è capace di intendere e di volere. Cioè non è nella condizione di capacità di rispondere? Ma lei…
Avv. Nino Filastò: Lei non lo può sapere, professore, ma è la prima cosa che ho chiesto entrando in quest’aula, io.
Franco Barontini: A be’, allora…
Avv. Nino Filastò: Una perizia proprio a questo scopo.
Franco Barontini: Ha fatto bene. Se ce l’ha, la confrontiamo.
Avv. Nino Filastò: Non ce l’ho, perché non è stata fatta.
Franco Barontini: Ho capito, d’accordo.
P.M.: Nessuno le impediva di farla, avvocato.
Avv. Nino Filastò: Come?
P.M.: Nessuno le impediva di farla.
Presidente: Va bene. Altre domande? Scusate, altre domande? Dobbiamo…
(voce non udibile) Io credo che abbiamo esaurito…
Avv. Nino Filastò: Voglio dire…
Presidente: Bene. Allora, a questo punto… Cosa?
Massimo Sottini: Volevo solo aggiungere una cosa.
Avv. Nino Filastò: …il parere dei consulenti.
Massimo Sottini: Se non sbaglio…
Avv. Nino Filastò: Anche con riferimento ai test che sono stati fatti, ai risultati di questi test e alla valutazione complessiva – 26/30 – contenuta a pagina 11, se da loro questa valutazione complessiva è condivisa. O se, viceversa, ritengono che debba essere ridotta.
Presidente: Va bene.
Massimo Sottini: Volevo specificare che nel primo quesito, se non sbaglio, si parla di determinazione dello stato…
Presidente: Dottor Sottini.
Massimo Sottini: Dottor Sottini, sì. Si parla di determinazione dello stato di salute. Quindi, determinazione dello stato di salute vuol dire anche un accertamento delle condizioni organiche di questo, del paziente. E quindi, in questo, rientra pienamente il discorso della risonanza magnetica. Che il numero dei buchi che ci possono essere nel cervello non sia determinante, questo è ovvio. Però è anche vero che, laddove si trova una situazione di disseminata encefalopatia multilacunare, indubbiamente c’è una ricaduta dal punto di vista funzionale. Altra cosa. Poi, parlerà la dottoressa per l’aspetto del test psichico. Se si vuole dire che questa persona è in grado di stare lì, a… così, è presente al procedimento, io credo che questo nessuno possa contestarlo. Se si vuole dire che questa persona può stare lì fattivamente, cioè in maniera attiva, questo mi sembra molto difficile. Anche perché la valutazione dei test è stata, diciamo, un po’ ottimistica da parte del Collegio dei periti d’ufficio.
Presidente: Non capisco come mai questo soggetto non ha parlato quando è stato il momento di parlare. Era l’occasione buona per dire tante cose. Facevamo l’uno e l’altro.
Carla Niccheri: Questo, questo noi non lo sappiamo.
Avv. Nino Filastò: Abbia pazienza, Presidente, io…
Carla Niccheri: Scusate…
Avv. Nino Filastò: L’istanza, ex-articolo 70, non l’ho mica fatta io. Però, lei dice: perché non ha…
Carla Niccheri: La valutazione, ma noi…
Presidente: No, no.
Avv. Nino Filastò: …sa, Presidente.
Carla Niccheri: Capito? A noi…
Presidente: Va bene, allora, ora qui lasciamo stare…
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
Presidente: Cosa voleva dire, ora?
Carla Niccheri: Sono la dottoressa Niccheri. Dicevo, la valutazione che noi abbiamo fatto, signor Presidente…
Presidente: Come?
Avv. Nino Filastò: A proposito delle lettere, voi dite a un certo punto, voi avete… voi dite.a un certo punto che ha detto di aver scritto delle cose, durante la ospedalizzazione. L’avete mica visto cosa ha scritto?
(voce non udibile)
Presidente: No no, microfono, microfono.
Franco Barontini: Gli ho chiesto: ‘Ha qualcosa da farci vedere?’. Perché tornava giusto, quello che ha detto lei, col poter verificare se era stato un disturbo della parola che comportasse anche disturbi della scrittura, come spesso avviene. Ma non ce… (forte sibilo) Forse funziona. Ma non ce n’ha fatte vedere, ha detto che non le aveva con sé.
Avv. Nino Filastò: Si può sentire la dottoressa Niccheri, su…
Carla Niccheri: Sì, dicevo, la valutazione…
Avv. Nino Filastò: Anche con riferimento alla valutazione dei test, che test sono stati fatti, e come si sono svolti. Per esempio, quello di questa bambolina, com’è andato?
Carla Niccheri: Mmh. No, io volevo dire…
Presidente: (voce non udibile)
Carla Niccheri: Prego?
Presidente: Faccia la domanda, e poi basta. Perché credo non… Ecco, la faccia, faccia la…
Carla Niccheri: Dicevo, la valutazione che noi abbiamo fatto, ovviamente, signor Presidente, non poteva tener conto di come si è comportato in precedenza il Vanni; che noi non abbiamo visto e non conoscevamo. La valutazione si rifà solo al momento in cui noi l’abbiamo esaminato. E non intendiamo neppure dire che…
Presidente: No, stanno aggeggiando lì con…
Carla Niccheri: Ah.
Presidente: Va bene.
Carla Niccheri: Non intendiamo neppure dire che ci si trova di fronte a un demente, nel senso più. . . Che non l’abbiamo detto, né io, né l’ha detto il dottor Sottini. Perché…
(voce non udibile)
Carla Niccheri: No, scusate. Perché, dico, c’è…
Presidente: Sì sì, ora…
Carla Niccheri: Tutta, ecco, c’è tutta una gamma di vari livelli che, dico, devono essere presi in considerazione. Da una persona perfettamente capace, al demente, c’è tutta una serie di livelli. E, quindi, vediamo un po’ a quale livello è il Vanni. Volevo dire, per quello che riguarda la somministrazione dei test, dico, io so – professor Barontini – lei, dico, e tutti anche gli altri colleghi, possono benissimo insegnarmi tante cose; fra questo, come si deve sottoporre un test. Certamente la modalità con cui è stato sottoposto il test al signor Vanni non era quella… Perché, certe risposte, sono state date per scontate sulla base di altre risposte che lui aveva dato prima. Anche se adeguate, eccetera. Quando poi siamo arrivati alla ricostruzione delle immagini, dico, una, va be’, molto complicata – la mano – niente. Ma neppure quella più semplice, quella. . . la figura, la ricostruzione della figura, lui non è stato assolutamente in grado di farla. Ed è arrivato a concluderla solo perché noi gli abbiamo suggerito che le gambe non stanno a fianco al corpo, ma che le gambe vanno messe al posto giusto, insomma. Non è stato assolutamente in grado di fare neppure questo. Dico, se poi tutto questo porta a una valutazione, qual è stata quella data, dico: va be’, allora benissimo. Ma se si deve esaminare attentamente e fare una valutazione, come si sarebbe fatto in altre situazioni, certamente il 24 non sarebbe, la valutazione non sarebbe venuta fuori.
Presidente: Bene. A questo punto, liberiamo i consulenti, insomma, i periti. La Corte si ritira per decider su queste istanze, ex articolo 507. La relazione… c’è tutto. Va bene, okay. Vengono acquisite le relazioni scritte dai periti. Pubblico Ministero, lei aveva fatto, aveva delle istanze, mi sembra, aggiuntive da fare?
P.M.: Sì, Presidente. O forse, più che aggiuntive, volevo chiarire quelle che, a parere del Pubblico Ministero, sono le testimonianze che ritengo indispensabili.
Presidente: Ecco. Mi era sfuggito prima di dire. È arrivata ieri, mi pare, dallo… lì, dalla casa di Sollicciano, la relazione di degenza del Vanni con tutti i certificati medici, con tutti le analisi, l’esito, che gli è stato fatto. Viene allegato al verbale. Bene.
P.M.: Ecco, Presidente, vorrei illustrare brevissimamente le istanze che il P.M. intende reiterare oltre quelle già fatte nel corso del dibattimento, affinché siano sentiti i testi ex 507. Mi riporto a quelle già fatte. E in particolare vorrei sottolineare che, a parere del P.M., se la Corte ritiene ancora di dovere spendere del tempo per chiarire se l’omicidio dell’85 ebbe luogo di sabato o di domenica, il problema, secondo me, arcistrarisolto dalla deposizione dei medici legali e da quel teste Fantoni che disse di averli visti alla Festa de L’Unità, abbiamo la possibilità di verificare ulteriormente questo dato. Perché risultano ben tre persone sentite tutte nel processo Pacciani che hanno visto i ragazzi francesi; due persone la mattina. E una persona ha dichiarato – e non è stato smentito da nessuno – al dibattimento Pacciani, che la macchina Golf, il pomeriggio era in un posto diverso dalla sera. Quindi è chiaro che, se l’ha vista la domenica pomeriggio in un posto diverso, quest’auto si era mossa; quantomeno la domenica mattina. Questi testi sono esattamente stati sentiti tutti nel corso del procedimento Pacciani. Io ho qui, sia i verbali dagli stessi resi in istruttoria, che il verbale dibattimentale. E sono: per quanto riguarda i due che hanno visto la mattina i ragazzi al bar della Pensione degli Scopeti alle 11 di mattina, si tratta del titolare del suocero di quella pensione, all’epoca. Esattamente Bonciani Paolo e Borsi Igino. I cui verbali, ora, fornisco alla Corte per poter decidere se è ammissibile, o meno. Al processo Pacciani, si presentò spontaneamente poi tale Bonaguidi Mauro, il quale spontaneamente disse: ‘dato che avete questo problema’ – e già in quella sede era emerso qualche perplessità…
Presidente: Era Bonaguidi?
P.M.: Questo terzo si chiama Bonaguidi Mauro. E spiegò di come aveva visto l’auto Golf il pomeriggio in un posto diverso. E anche qua ho il verbale della deposizione del Bonaguidi. E quindi io insisto perché ex 507 siano sentite queste tre persone sul punto, i ragazzi francesi in vita nella giornata di domenica. Poi chiedo che siano sentiti di nuovo il signor Routini e la moglie, per quello che riguarda quell’aspetto relativo a quella buca di cui ci ha parlato il Lotti e la signora Rontini. Per chiarire ancora meglio se riusciremo a farci dare qualche lume in più, sul fatto che la ragazza, la sera della domenica dell’omicidio, andò a casa con la sostituzione con l’altra commessa del bar. Chiedo ancora di sentire, a questo punto, mi sembra indispensabile, la Sperduto Antonietta, perché com’è emerso nel corso del dibattimento, ce lo hanno più volte spiegato vari testi, fra i quali il Malatesta Luciano che la madre era, diciamo in un certo senso, oggetto delle attenzioni sessuali, sia del Vanni che del Pacciani. È chiarissimo, è emerso molto chiaramente dalle deposizioni del teste Perugini di come la Sperduto Antonietta è stata la prima teste che ha legato, nel corso delle prime indagini, il Vanni con il Pacciani per motivi di attenzione. Che, insieme, questi avevano per le donne. In particolare alla Sperduto Antonietta. Chiedo ancora per ultimo di sentire – e questo non ex 507, ma chiedo di sentirlo perché è uno dei testi del P.M. e chiedo di risentirlo su un aspetto – il dottor Giuttari, per quanto riguarda riscontri eventuali – e non solo eventuali, perché nelle indagini sono emersi chiaramente – i riscontri che sono stati fatti dalla Polizia in merito a quelle dichiarazioni che ha fatto Lotti circa l’appuntato Toscano dei Carabinieri di San Casciano, che avrebbe a dire del Lotti, per quanto da lui percepito dal Vanni, fornito i proiettili. Ecco, la Polizia Giudiziaria, la Squadra Mobile, ha fatto numerosi riscontri su questo aspetto del possesso o meno di proiettili e di armi calibro 22 da parte del Toscano, possesso legittimo o meno, che ritengo sia indispensabile oggi fornire alla Corte tutti quei dati obiettivi che sono stati acquisiti in merito alle dichiarazioni fatte dal Lotti. Quindi, chiedo anche che venga sentito qui, non ex 507, ma alla prossima udienza, o una delle prossime udienze, su questo punto, il dottor Giuttari. Non ho altre richieste.
Presidente: Bene. Le altre parti? …. alle richieste del P.M.
Avv. Nino Filastò: Sì…
Presidente: No, no, aspetti. Le altre parti, la parte Curandai?
Avv. Giampaolo Curandai: Avvocato Curandai, parte civile. Presidente, questo difensore ha soltanto una richiesta da fare. Diciamo che ripropongo una istanza che formulai al termine dell’esame di Calamosca. Vale a dire, in data 10 ottobre ’97, una istanza appunto ex articolo 507, fascicolo 36, pagina 55. In cui appunto chiedevo di sentire, o meglio, di risentire come teste un certo signor Santoni Paolo, che era già stato sentito come teste su un altro capitolato. Perché costui, già in altro procedimento, ha più volte affermato di avere visto la famosa pistola calibro 22 all’interno dell’abitazione del Calamosca. Anzi, lui dice che fu lo stesso Calamosca che gli fece vedere uno scrigno; all’interno di questo scrigno c’era la pistola famosa calibro 22, appunto, l’arma di questo processo e di tutti questi delitti, con delle munizioni entro. Siccome il Calamosca ha sostenuto di non averla mai vista, ma di aver saputo tutto questo soltanto dal Vinci, e siccome sotto questo profilo abbiamo un teste oculare, io chiedo, insisto…
Presidente: Questo, ha deposto al processo Pacciani, lui?
Avv. Giampaolo Curandai: No, lui ha deposto qui.
Presidente: Sì, quello me lo ricordo.
Avv. Giampaolo Curandai: Lui ha deposto…
Presidente: No, su questo punto…
Avv. Giampaolo Curandai: Lui disse di avere visto il Vanni a Vicchio.
Presidente: È quello che ho richiamato io anche dopo.
Avv. Giampaolo Curandai: Perfetto, bravo.
Presidente: È quello lì?
Avv. Giampaolo Curandai: Perfetto, perfetto. Siccome poi è intervenuto Calamosca, come teste, e allora io, al termine dell’esame di Calamosca, ho avvertito, percepito la necessità di sentire ex 507 lo stesso Santoni. Però su un altro capitolo molto importante, sul capitolo della pistola calibro 22., sulla quale vi dirà cose spero interessanti, importanti, per questa….
Presidente: Lui avrebbe visto questa pistola calibro 22 a casa del Calamosca?
P.M.: No…
Avv. Giampaolo Curandai: A casa di Calamosca. All’interno dell’abitazione di Calamosca. Cioè, gliel’ha fatta vedere proprio Calamosca.
P.M.: (voce non udibile)
Avv. Giampaolo Curandai: Secondo quello che dice Santoni, sì. Quindi, siccome Calamosca dice di non averla mai vista, ma di aver sentito parlare di questa pistola soltanto da parte…
Presidente: Ma il Calamosca è stato assolto da questa imputazione, o no?
Avv. Giampaolo Curandai: Sì, il Calamosca fu assolto nell’85 da questa imputazione.
Presidente: Dibattimento, o istruttoria?
Avv. Giampaolo Curandai: Dibattimento.
Presidente: Dibattimento. Bene, questa è la richiesta. Va bene. Allora, lei avvocato Filastò?
Avv. Nino Filastò: Io, Presidente, come ho detto prima, mi riservo di formulare queste istanze in maniera più approfondita. E, soprattutto, dopo aver esaminato sia la documentazione medica, che la relazione dei periti riguardanti la situazione psichica e non solo sul Vanni. E anche la documentazione clinica emergente dall’ospedale. E così ho bisogno di un po’ di tempo per riflettere meglio su tutto quello che è stato in dibattimento fino a questo momento, per formulare in modo un po’ più approfondito e integrativo rispetto alle cose che chiedo adesso, delle istanze ex articolo 507. Cominciamo con le richieste del Pubblico Ministero. Concordo con la richiesta del Pubblico Ministero riguardante il signor Rontini e la moglie. Concordo con il Pubblico Ministero, che venga sentita Sperduto Antonietta. Quindi, associazione. All’udienza dell’11 dicembre del ’97, il Pubblico Ministero ha depositato un indice degli atti del Pubblico Ministero, riguardante le indagini su Pacciani. Io faccio una richiesta perché venga depositato l’indice di tutti gli atti del Pubblico Ministero riguardanti le indagini su Vanni e sui compagni di merende. Con speciale inserimento delle date esatte, delle relazioni di Polizia e delle perquisizioni. Esattamente come ho richiesto nel processo Pacciani, anche per quanto riguarda Vanni. Un indice, perché l’indice e la datazione dei vari atti istruttori compiuti dalla Polizia hanno a che vedere con una valutazione, che poi questa difesa farà. Quindi con riferimento anche alle comunicazioni indiziarie, alla data delle comunicazioni indiziarie e ai provvedimenti cautelari e alla data dei provvedimenti cautelari riguardanti tutti gli imputati di questo processo, con speciale riferimento, come dicevo prima, alla datazione di questi atti. All’udienza dell’11 dicembre ’97, a domanda del Presidente il Lotti ha risposto dicendo: “Il Vanni ha tagliato la tenda dal lato dove si trovava lui.” Cioè a dire rispetto al suo punto di vista il Lotti ha indicato il taglio della tenda sul lato della tenda che, praticamente, era in faccia a lui.
P.M.: No, mi sembra abbia detto proprio dove era Vanni.
Avv. Nino Filastò: “Dal lato dove si trovava lui”, Lotti, non Vanni.
P.M.: Mi sembra proprio il contrario.
Avv. Nino Filastò: …che fosse tagliata dal Vanni dal lato dove si trovava il Vanni mi sembra… a parte che il Vanni non c’era, ma lasciamo perdere questo piccolo particolare… Ma, insomma, mi sembra ovvio: il taglio della tenda si trova dal lato dove…
P.M.: Ma se il Lotti ha sempre detto che era dalla parte opposta.
Avv. Nino Filastò: Il Lotti ha detto: “Dal lato dove si trovava lui” Lotti.
P.M.: No, questo l’ha capito lei, avvocato.
Avv. Nino Filastò: No, l’ho capito io…
(brusio)
Avv. Nino Filastò: Io, a questo punto, faccio un’istanza di sopralluogo, come del resto già formulata, perché la Corte si rechi sul luogo e non solo con riferimento a questa circostanza, ma con riferimento a tante altre circostanze i compagni del Lotti, il quale finalmente ci indichi qual’era la sua posizione…
P.M.: Abbiamo visto un filmato. Come “finalmente”? Finalmente no, ulteriormente.
Avv. Nino Filastò: Senta, signor Pubblico Ministero, lei la deve finire, sa, di far così.
P.M.: No, ma io lo faccio perché…
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
(brusio)
Presidente: Avvocato…
Avv. Nino Filastò: … interrompermi a ogni piè sospinto.
Presidente: Avvocato…
P.M.: No, scusi. Io interrompo quando dice cose non vere.
Presidente: Avvocato…
Avv. Nino Filastò: Ma lei non interrompa. Lei non lo deve fare. Lei deve farmi parlare.
P.M.: Sì, ma le cose non vere…
(brusio)
Avv. Nino Filastò: Come faccio io con lei.
P.M.: No, le cose non vere non è corretto…
Avv. Nino Filastò: È proprio un’abitudine.
P.M.: Non è corretto dire le cose non vere.
(brusio)
Avv. Nino Filastò: E lei si…
P.M.: No, per carità.
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
Presidente: No, non è vero.
(brusio)
Presidente: Non è vero questo, avvocato.
Avv. Nino Filastò: (voce non udibile)
Presidente: Non è vero. Allora…
Avv. Nino Filastò: Trascritto, registrato e trascritto.
P.M.: Bene, bene. Perfetto. Chiedo scusa.
Presidente: Va bene. Lei chiede istanza di sopralluogo. Poi?
Avv. Nino Filastò: Sopralluogo, con la presenza del Lotti; un sopralluogo che può essere anche un esperimento giudiziario in cui il Lotti, ho detto “finalmente” perché proprio dall’esame di quelle fotografie… Ricorderà, Presidente, che io cercai di far inserire al signor Lotti una crocetta riguardante la sua posizione e che non fu possibile arrivare a quel risultato probatorio, molto semplice fra 1’altro. Probabilmente, forse, anche per gli interventi di questo genere. Non si arrivò a questa situazione. Quindi è per questo che ho detto “finalmente”. Io ho buona memoria. Ancora, 21/01/98… mi scusi, questa è una data che non c’entra niente. Il Lotti ha parlato di queste due persone che si sarebbero andate a lavare le mani nel fiume, e ha anche riferito – sto parlando dell’omicidio di Vicchio – che lui si sarebbe trovato in una certa posizione rispetto alla macchina, rispetto a dove si era trovato prima e tutto il resto. Diventa, secondo me, indispensabile un sopralluogo, da accertare la posizione di Lotti in quel momento, quando queste persone sarebbero andate a lavarsi le mani e per accertare la posizione del corso d’acqua nel quale sarebbero andate a lavarsi le mani queste persone. Per vedere se dal posto dove si trovava Lotti era possibile vedere e avere la percezione di quello che accadeva su questo corso d’acqua. Chiedo, se non è stato già acquisito, che venga acquisito agli atti il verbale delle dichiarazioni di Vanni rese come testimone nel “processo Pacciani”.
Presidente: Già c’è, già c’è.
Avv. Nino Filastò: C’è di già, benissimo. Comunque, per esser sicuro… io, fra l’altro, ci sono varie acquisizioni che devo vedere se esistono, se sono acquisite e questa è una riserva che devo fare. Per quanto riguarda l’episodio di Baccaiano, con riferimento a quel che è emerso in questo dibattimento, sappiamo che soccorsero questi giovani nella macchina non solamente quelle persone che abbiamo ascoltato, ma anche un terzo giovane, non identificato da Allegranti perché era un giovane che non era di Montespertoli, di cui gli sfuggiva il nome; non identificato da nessuno, per ora, del quale però, evidentemente, negli atti della Croce d’Oro deve esistere il nominativo. Quindi, io chiedo che venga ascoltato il dirigente all’epoca della Croce d’Oro, come del resto avevo già in … segnalato nella mia lista, perché ci riporti il nominativo di questo terzo giovane che era presente tra quelli che soccorsero i due giovani. Questo dirigente certamente lo può identificare, lo può . . . nominativamente e quindi deve essere sentito anche questo terzo giovane. Perché, quella circostanza relativa alla posizione del corpo del Mainardi al momento dell’arrivo dell’ambulanza è fondamentale in questo processo e non possiamo fare in modo… il dibattimento ha dato un’indicazione precisa, univoca. Però se si vuole essere sicuri al 1000 per 1000 sentiamo anche questo terzo giovane; che è un’altra persona che è intervenuta e che è arrivato sul posto e che ha aiutato gli altri a togliere questo giovane dalla macchina e quindi facciamo anche questo accertamento. Io chiedo che venga acquisita agli atti, con particolare riferimento alla posizione del teste Allegranti e con riferimento alle dichiarazioni da lui rese, una relazione che presentai a suo tempo al dottor Canessa su sua richiesta. Perché la posizione del teste Allegranti emerge nel processo e le sue dichiarazioni hanno a che vedere con un accertamento – che non feci io, fra l’altro, lo fece una troupe televisiva per un programma al quale io collaboravo – così venne fuori Allegranti, così Allegranti fece determinate dichiarazioni in quella trasmissione e questa persona, cioè a dire io, che all’epoca non ero un difensore, ero una persona che si occupava di quei delitti da un punto di vista giornalistico, ne andai a parlare immediatamente con il dottor Canessa significandogli l’importanza di questo testimone e il dottor Canessa mi chiese, in quell’occasione, di fargli una relazione. Questa relazione io gliel’ho fatta e la presentai all’epoca al dottor Canessa. E voglio che venga allegata agli atti perché ha rilevanza rispetto al processo e rispetto soprattutto alla posizione teste Allegranti e degli altri testimoni. C’è una nota dei Carabinieri di Montespertoli citata dal Pubblico Ministero, a pagina 40 dell’udienza del 16/12/97. E questa nota riguarda, anche questo, un fatto importante relativo a quel delitto e io ne chiedo l’allegazione e chiedo che il sottoscrittore di questa nota venga sentito. Ignoro il nome, anche perché mi mancano le indicazioni per…
Presidente: Scusi, scusi, avvocato, qual è la nota dei Carabinieri di Montespertoli?
Avv. Nino Filastò: È la nota che è stata citata dal Pubblico Ministero a pagina 40 dell’udienza del 16 dicembre del 1997. Ora, di che si tratta, Presidente, non me lo chieda perché questo è un appunto che ho recuperato ora, che non prevedevo, come le ho detto prima, di dover parlare di questo argomento stamani. Quindi ho solo questa indicazione, credo che sia importante e chiedo che venga acquisita…
(brusio)
Avv. Nino Filastò: A pagina 66-67 del verbale relativo alla audizione del teste Allegranti, il teste Allegranti parla di due ragazzi col motorino, che sarebbero i due ragazzi che hanno telefonato alla Croce d’Oro. Uno di questi due ragazzi, o tutti e due avrebbero detto, nel corso di quella telefonata, o avrebbe saputo 1’Allegranti che questi ragazzi avevano detto di aver visto uno davanti con le mani sul voltante. E successivamente, ritornati dopo aver fatto la telefonata, questo, uno davanti con le mani sul volante, non c’era più. Questa è una circostanza di estrema rilevanza, importantissima, perché se questa persona con le mani sul volante riferita da questi due ragazzi col motorino, che fanno la telefonata, non è il Mainardi, perché il Mainardi siede sul sedile di dietro, questa persona è quello che ha ucciso i due ragazzi; che si è messo … per spostare la macchina e portarla in un posto dove fare le escissioni con comodo, lì non era possibile, che poi è finito nella cunetta… Questi, due ragazzi vanno trovati, Presidente. Questi due ragazzi col motorino che telefonano vanno trovati, vanno sentiti. Son col motorino, non con la macchina. Hanno queste caratteristiche: sono due, sono col motorino, telefonano, tornano, vedono forse una persona con le mani sul volante e poi successivamente non la vedon più. Se si vuole raggiungere, in qualche modo, la verità, o per lo meno avvicinarsi ad essa, anche con riferimento alla descrizione di questa eventuale persona, è importante che queste due persone vengano’identificate e vengano sentite. Per ora, Presidente, io non ho altro da dire.
Presidente: Bene.
Avv. Nino Filastò: Però, come dicevo prima, mi riservo un esame approfondito, anche rispetto a quello che ho detto prima a proposito…
Presidente: Avvocato Bertini?
Avvocato Bertini: Riguardo alla richiesta di sopralluogo fatta dalla…
Presidente: Come?
Avv. Stefano Bertini: Riguardo alla richiesta di sopralluogo agli Scopeti, fatta dal collega Filastò, la difesa del Lotti non ha difficoltà ad acconsentire all’effettuazione di questo sopralluogo, nella misura in cui questo valga come integrazione della prova già comunque acquisita. Perché il Lotti ebbe a precisare, anche su mie domande, cosa intendeva quando affermò di aver visto il Vanni tagliare la tenda. Disse espressamente che il Vanni era dalla parte opposta del Pacciani. Quindi, noi sappiamo bene come avvennero le cose, siccome … È pacifico che il senso del signor Lotti in quelle frasi. In questo senso la difesa del Lotti acconsente non come mezzo per superare un impasse che in realtà non esiste.
Presidente: Bene.
Avv. Nino Filastò: Presidente, mi scusi.
Presidente: Dica.
Avv. Nino Filastò: …eventuale rinvio, volevo segnalare alla Corte che io lunedì ho un impegno molto grave, un processo gravissimo a Roma, dal quale sono stato assente fino ad ora, ma a questo punto riguarda la posizione degli imputati che difendo e bisogna che ci vada. E anche l’avvocato Mazzeo che…
Presidente: Va bene, quindi non lunedì.
Avv. Nino Filastò: Grazie.
Presidente: Va bene.
Presidente: Ci siamo tutti, invece l’avvocato Filastò non c’è. Ah, lo sostituisce lei?
(voce non udibile)
Presidente: Ah, ecco, va bene. Vediamo un altro appunto che l’avvocato … ha fatto, eh. “Allora, la Corte di Assise, provvedendo sulle dichiarazioni delle richieste formulate dalle parti ai sensi dell’articolo 507 C.p.p. all’udienza odierna. Ritenuto la necessità di procedere all’esame dei testimoni Borsi Gino e Bonciani Paolo, relativamente all’incontro che avrebbero avuto nella mattinata dell’8 settembre ’85 con la coppia francese che è rimasta vittima degli omicidi, in località Scopeti. Come da essi riferito nell’ambito del processo a carico di Pacciani Pietro, i cui verbali vengono acquisiti in copia I I ex articolo 238 C.p.p.; Ritenuto inoltre la necessità di esaminare Sperduto Maria Antonietta relativamente ai rapporti fra lei e l’imputato, nonché Indovino Salvatore; Ritenuta la necessità di procedere all’ulteriore esame di Rontini Christensen Winny e Rontini Renzo, di Vanni Paolo, in riferimento al colloquio avuto con l’avvocato Corsi del quale ha parlato nell’esame precedente; Nonché di Giuttari Michele, quest’ultimo in relazione agli esiti degli accertamenti svolti sulla provenienza di cartucce utilizzate dai fatti per cui è il processo; Per questi motivi, visto l’articolo 50 7 C.p.p., ammette l’esame dei testi sopraindicati e fissa per la loro audizione l’udienza di martedì 27 gennaio ’98 ad ore 09.00, disponendo la … a cura della P.G. Ordina la nuova traduzione del Vanni”. E l’udienza quindi è aggiornata a martedì 27 ore 09.00.
(voce non udibile)
Presidente: Come?
Avv. Giampaolo Curandai: (voce non udibile)
Presidente: Eh, quelli no. Le istanze che non vengono accettate, non vengono… Noi non siamo tenuti a motivare perché non ammettiamo. E chiaramente sono superate da questo. Cioè, praticamente vengono respinte le altre istanze difensive, sia pure formulate sotto quel profilo lì. Al Pubblico Ministero vengono restituiti i verbali del… come si chiama? Di Bonaguidi.
P.M.: Bene, Presidente.
Presidente: Alla citazione provvedete voi, della Procura, no? quelli lì.
(voce non udibile)
Presidente: Bene. I due verbali lì per…
(voce non udibile)
Presidente: Bene. L’udienza è tolta per oggi. Allora, a martedì.